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Autore: Sognatrice_2000    04/03/2014    1 recensioni
Cosa è accaduto veramente tra Shiho e Gin,prima che la scienziata abbandonasse l'organizzazione?
Un giorno,dopo un inaspettato incontro per le vie del centro,entrambi rievocheranno i loro ricordi,accorgendosi che dentro di loro continuano a palpitare leforti emozioni del passato.
Ai dovrà affrontare una scelta difficile,che metterà in discussione il suo futuro,ma che sarà resa più piacevole dall'amore di una persona speciale.
(GinxSherry)
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Gin, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Da quel giorno ne trascorsero molti altri,e per la piccola Ai erano uno più bello dell’altro. Finalmente si sentiva amata,e questo per lei era la cosa più importante al mondo. Le sembrava di toccare il cielo con un dito,era diventata più allegra e spensierata,sul suo volto non compariva mai un accenno di malinconia o di tristezza.
Questo stupiva molto Conan,e ogni volta che lui le chiedeva il perché di quel cambiamento improvviso,lei cambiava subito argomento,oppure arrossiva e rimaneva in silenzio. Tuttavia non ci diede troppo peso : era contento che Ai stesse iniziando ad essere più serena,e non fosse perennemente inquieta e di cattivo umore come lo era sempre stata.
I medici avevano deciso di trattenerla in ospedale per alcuni giorni,dato che le ferite non si erano ancora rimarginate. Era prudente che  non tornasse subito a casa,potevano esservi  complicazioni  la piccola doveva stare a riposo il più possibile.
Approfittando di questo,ogni sere lei e Gin si incontravano di nascosto. Il loro sentimento e la loro attrazione cresceva sempre di più,entrambi sentivano di non poter stare lontani l’uno dall’altra.
Era come rivivere gli stessi momenti del passato,ma adesso era diverso. Adesso era diverso perché avevano capito quanto fosse forte il loro legame. Si erano amati,si erano lasciati,si erano odiati,ma alla fine avevano finito per tornare insieme.
Gin sentiva di aver ritrovato la sua Sherry,e promise a sé stesso che non l’avrebbe persa mai più. Perché,lui ne era convinto più che mai,lei gli aveva rapito il cuore.
I sentimenti di Ai invece erano ben diversi : se da un lato era felice,dall’altro sentiva che quello che stava facendo non era affatto giusto. Era piena di dubbi e insicurezze,aveva paura di essere nuovamente ingannata,di essere usata da lui.
Ma sentiva che qualcosa era cambiato : il loro amore era molto più profondo di prima,percepiva attraverso il profumo della sua pelle e la dolcezza delle sue labbra che non avrebbe più potuto farle del male.
Quando giunse il giorno di uscire dall’ospedale,Ai si sentì inspiegabilmente triste. Ad aspettarla c’erano tutti i suoi amici,cioè il dottor Agasa,i detective boys al completo e Shinichi,ma sentiva che mancava qualcosa.
Nonostante tutto,cercò di farsi vedere allegra,regalando un breve ma intenso abbraccio a tutti i bambini. La loro sembrava una gioia molto genuina,parevano sinceramente entusiasti di vedere che stava bene. Non meritavano di subire il peso delle sue preoccupazioni. Il dottor Agasa aveva gli occhi lucidi e i baffoni grigi che fremevano in un sorriso. Si offrì di aiutare Ai,prendendole il pesante borsone rosa e caricandolo nel bagagliaio del suo maggiolone giallo. L’unico che rimase in silenzio per tutto il tempo fu Shinichi,nei panni del piccolo Conan. Gli altri erano entusiasti,le chiedevano notizie sul suo stato di salute,mentre lui la osservava con aria pensierosa e indecisa.
Era difficile mentire a un detective intelligente come lui. Si era accorto a prima vista che lei non sembrava felice fino in fondo.
 Dopo i convenevoli,salirono tutti insieme sulla macchina del dottore,per accompagnare a casa Ai.
Una volta arrivati,si sedettero tutti nel soggiorno dalle poltrone colorate,chiacchierando felici e mangiando una torta al cioccolato comprata apposta per l’occasione.
Genta ne mangiò tre fette,cosa che fece sorridere tutti,mentre gli altri si limitarono a mangiare la loro porzione di gusto,trattenendosi a fatica dal chiedere un bis per non sembrare troppo maleducati.
“C’è qualcosa che non va,Ai?”chiese ad un certo punto Conan,accorgendosi che la bambina aveva un’aria assorta e preoccupata,e non aveva nemmeno toccato il dolce nel piattino davanti a lei,continuando a giocherellare con la forchetta con lo sguardo assente.
”Perché me lo chiedi?”ribattè lei,facendo finta di niente,evitando accuratamente di guardarlo negli occhi. Temeva che,se l’avesse fatto,lui avrebbe potuto leggervi tutti i suoi segreti e i suoi tormenti.
“Mi sembri molto tesa. Perché non mangi la torta? È buonissima … guarda Genta,non mi sembra che lui si stia facendo nessuno scrupolo … “disse il bambino,lanciando un’ occhiata al suo amico cicciottello che stava per prendere una quarta fetta dal vassoio,mentre Ayumi e Mitsuhiko cercavano di trattenerlo per le braccia,per evitare che gli venisse il solito mal di pancia da abbuffata.
Sperava di farla ridere,ma da parte sua ottenne solo un sorriso forzato,mentre l’espressione non accennò a mutare.
“Scusate”disse,cercando di richiamare l’attenzione del dottore e dei bambini “vi ringrazio per essere venuti ed avermi accompagnata,ma adesso mi sento un po’ stanca,e vorrei stare da sola,se non vi dispiace.”
“Ti senti male?”chiese allarmata Ayumi,avvicinandosi.
“ Tranquilli,ho solo un po’ di mal testa. Se mi stendo un po’ magari mi passa”continuò a sorridere forzatamente” ci vediamo domani a scuola,ragazzi.”
Si alzò dal sofà,salutando Shinichi con cenno del capo.
I bambini erano un po’ stupiti,ma non se ne fecero un problema. Anche loro non si sarebbero sentiti in forma smagliante dopo essere stati due settimane in ospedale.
“Figurati,non c’è problema. A domani”rispose educatamente Mitsuhiko,arrossendo leggermente nell’incrociare il suo sguardo.
”A domani! E mi raccomando,guarisci in fretta!”salutò festosa Ayumi,agitando una mano in aria.
“Ciao!”aggiunse Genta con la bocca piena di torta e due grossi baffoni di cioccolata.
“Se hai bisogno di qualcosa,chiamami”fu il commento di Conan.
“Grazie”rispose Ai,avviandosi verso la sua camera.
Una volta che fu uscita dalla stanza,il dottor Agasa si offrì di accompagnare Conan e gli altri a casa. Questi ultimi annuirono senza alcun problema,mentre Conan parve più riluttante. Qualcosa non lo convinceva nel comportamento di Ai.
Alla fine però accettò,uscendo insieme a tutti i suoi amici.
Quando sentì il rumore della porta d’ingresso che si chiudeva cigolando,Ai sospirò di sollievo.
Si sdraiò sul letto,sopra il piumone rosa tenue,con gli occhi azzurri rivolti al soffitto. I suoi pensieri confluivano sempre attorno allo stesso fulcro,impedendole di rilassarsi.
Dopo qualche minuto si alzò,dirigendosi verso la finestra. Aprì le ante,e venne investita da una leggera brezza mattutina ,che le scompiglio dolcemente i capelli.
Scostò le ciocche che le coprivano quasi gli occhi,appoggiando i gomiti sul piccolo davanzale in marmo,le mani che le avvolgevano le guance pallide,fissando un punto indefinito davanti a sé. Il vento scompigliava le  foglie verdognole umide di rugiada dell’enorme albero che torreggiava nel giardino.
Ai le osservò a lungo,pensando che le ricordavano maledettamente quei bellissimi occhi verdi. Quegli occhi in cui avrebbe voluto specchiarsi nuovamente,che emanavano sempre quell’aria magnetica che le inchiodava i piedi al suolo e le faceva aumentare inesorabilmente i battiti del cuore.
Avrebbe voluto sentire nuovamente il suo respiro affannato contro il collo,i suoi lunghi capelli biondi che le sfioravano il viso quando le si avvicinava per baciarla,le labbra che premevano sulle sue,le sue mani fredde che la facevano rabbrividire ogni volta che sfioravano la sua pelle.
Non avrebbe mai immaginato che quell’uomo le sarebbe mancato. Voleva rivederlo. Sì,avrebbe dato qualsiasi cosa per poterlo rivedere.
 
 
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”Dottore,secondo lei cos’ha Ai?”
Quella domanda inaspettata fece sobbalzare Agasa,intento a fissare il colore del semaforo davanti a sé,in modo da essere subito pronto a ripartire non appena fosse comparso il verde.
Aveva già accompagnato Ayumi,Genta e Mitsuhiko nelle loro rispettive case,e ora era diretto all’agenzia investigativa Mouri,facendosi strada a fatica in un traffico intenso tipico di una grande città come Tokyo.
“Perché dici così?”chiese a sua volta l’anziano scienziato stupito.
”Lei non ha notato niente di strano? Quando era in ospedale era particolarmente euforica,mentre ora sembra in preda ad un attacco di tristezza. Inoltre non voleva mai che ci fermassimo fino a sera … che dovesse incontrare qualcuno? Ma chi, e perché tenercelo nascosto?”riflettè ad alta voce Conan,cercando di giungere ad una conclusione logica.
”Ora che me l’hai fatto notare,effettivamente anch’io sentivo che c’era qualcosa di diverso in lei. Non l’avevo mai vista così allegra prima d’ora … “rispose il dottore,facendo scoppiettare il motore per rimettersi in movimento,dato che era scattato il verde del semaforo.
D’improvviso spalancò la bocca,facendo spaventare il bambino seduto sui sedili posteriori.
“Adesso che ci penso,un giorno mi sono accorto di un particolare strano … “aggiunse subito dopo.
“Di cosa si trattava?”chiese Conan improvvisamente interessato.
“ Stava accarezzando una rosa dai petali rossi,come se fosse un oggetto prezioso … “rispose confuso,inchiodando improvvisamente per evitare una madre con il passeggino che stava attraversando sulle strisce pedonali proprio in quel momento.
Conan assottigliò gli occhi,facendo una smorfia di disappunto,seguita da una piccola risata sollevata.
“Mi scusi,cosa ci sarebbe di strano?”disse divertito.
“Bèh,apparentemente nulla … il punto è che poi disse una frase strana.”
La risata del piccolo si troncò bruscamente. Nei suoi occhi comparve un velo improvviso di preoccupazione.
“Cioè?”domandò,con un misto di curiosità e di concitazione.
“Qualcosa del tipo “ E’ stato davvero dolce nel regalarmi questo fiore … proprio come lo è sempre stato in passato … ” Secondo te a chi poteva riferirsi,Shinichi?”disse il dottore,un po’ frastornato.
 Una rosa rossa … sì,quelle parole gli erano familiari.
Gli occhi di Conan si spalancarono improvvisamente,mostrando un paio di pupille azzurre in preda al terrore.
“La rosa rossa era diventata il simbolo del nostro amore … “
Questo gli aveva detto Ai,qualche giorno prima. Non poteva crederci,eppure doveva riconoscere che pareva una deduzione logica.
“Forse lo so … ”disse soltanto,enigmaticamente.
Agasa non gli fece altre domande,vedendolo così preoccupato e pensieroso,la mente intenta febbrilmente a macchinare qualcosa.
Cinque minuti dopo,erano arrivati a destinazione.
”Dottore, mi raccomando,tenga d’occhio Ai,e mi avverta subito se nota qualcosa di strano … “lo salutò con queste parole,mentre chiudeva la portiera gialla.
”Certo … ”fece lui,leggermente perplesso.
Lo osservò allontanarsi e salire le scale dell’ufficio di Goro,continuando a meravigliarsi per lo strano comportamento di Conan.
Era rimasto con molti interrogativi riguardo alle sue frasi. Cosa voleva dire riguardo ad Ai?
Avrebbe cercato di capirci qualcosa in più anche lui. E proprio a partire da quella sera …
 
 
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Il cielo era tinto di sfumature arancioni e porpora,mentre il sole stava pian piano calando.
Ai,in cucina,ammirava quel paesaggio distrattamente,intenta a lavorare dietro ai fornelli. Aveva deciso di cucinare la cena del dottor Agasa come aveva sempre fatto,nonostante lui si fosse offerto di farlo al posto suo,dato che era appena rientrata dall’ospedale.
Mise il riso fumante in una scodella,che posò delicatamente sulla tavola che aveva precedentemente apparecchiato. Si sfilò il grembiule,scompigliandosi i capelli.
Proprio mentre usciva,incrociò il dottore sulla soglia.
”Ai … non ceni anche tu?”chiese lui.
“No,purtroppo non ho fame,preferisco dormire ”fu la risposta evasiva della bambina,che cercava di evitare il suo sguardo e di sgattaiolare.
“C’è qualcosa che posso fare per aiutarti?”fece egli premuroso.
“No,la ringrazio,ma va tutto bene. Davvero ”si sforzò di usare il suo tono più convincente e di sorridere con naturalezza.
“Adesso vado a riposarmi”lo salutò con un cenno del capo,uscendo in modo talmente rapido che lui non ebbe tempo di fare né di dire niente.
Ne era convinto,stava nascondendo qualcosa. Ma sarebbe stato alquanto difficile tirare fuori qualcosa ad una ragazza riservata e misteriosa come lei.
Avrebbe cercato di aiutarla,anche se lei non lo voleva. Perché le voleva bene come un padre ed era convinto che,sotto quella maschera di forza,si nascondesse un cuore molto fragile.
 
L’orologio segnava le nove e mezza di sera. Il dottor Agasa si era addormentato in poltrona,davanti al televisore che stava trasmettendo un documentario sulla natura.
Ai lo sentiva russare sonoramente fin dal bagno,dove si era recata per fare una doccia.
Aveva l’asciugamano ben stretto sopra il petto,i capelli ancora bagnati. Stava inserendo l’asciugacapelli nella presa di corrente,quando lo squillo del telefono la colse di sorpresa.
Il dottore continuava a russare,per cui,un po’ seccata,si diresse verso il soggiorno per rispondere.
“Pronto?”mugugnò infastidita,con un sonoro sbadiglio che non era riuscita a trattenere.
“Sherry … ”quella semplice parola,pronunciata da una voce maschile che giungeva ovattata dalla cornetta,le fece letteralmente mozzare il respiro nei polmoni e accelerare i battiti del cuore.
“Gin … come fai ad avere il mio numero di telefono?”gli disse,appena si fu ripresa dallo stupore che l’aveva paralizzata.
”Non ha importanza. Voglio vederti.”
Ai sgranò gli occhi,non riuscendo ad articolare una frase sensata.
“Come … ? Quando? “riuscì finalmente a dire.
“Adesso.”
“Che cosa?!”
Dall’altro lato,sentì una risata,stranamente dolce.
“Affacciati alla finestra”ribattè divertito.
Ai percepì un battito più forte rispetto agli altri,e si girò lentamente verso la vetrata alla sua destra,scostando le pesanti tende che la coprivano.
Lui era lì,davanti ai suoi occhi,l’espressione tranquilla come sempre,il gomito appoggiato con fare disinvolto all’estremità del piccolo cancello di ferro,i capelli dorati che si muovevano dolcemente ad ogni volata di vento.
“Allora? Non hai voglia di vedermi anche tu?”chiese ancora lui,usando quel tono dolce a cui lei non sapeva resistere.
Si riscosse,annuendo. Non sapeva perché era così indecisa,aveva aspettato così tanto quel momento.
“Sì, tantissima. Dammi soltanto qualche minuto e arrivo”rispose,prima di attaccare.
Non si curò nemmeno di asciugarsi i capelli e si mise addosso i primi vestiti che trovò,un maglioncino rosa tenue con una gonna nera a balze che le arrivava al ginocchio,il tutto abbinato ad un impermeabile rosso che le serviva per non prendere freddo. Dopo aver lanciato un’occhiata al dottore,che continuava a dormire in soggiorno con il capo che ciondolava sulla spalla,corse fuori.
Appena Gin la vide,la sollevò da terra per abbracciarla.
“Mi sei mancata,Sherry … “sussurrò al suo orecchio,prima di baciarla sulle labbra rosee e morbide.
“Esagerato … è da ieri sera che non ci vediamo”commentò Ai con un risolino.
Lui la baciò sul collo,inspirando il suo profumo di rosa più buono del solito,bagnando la pelle della guancia a contatto con i capelli ancora umidi della bambina.
Passò una mano sulla sua schiena,accarezzandola lentamente,mentre le guance di Ai si coloravano di un tenero rossore.
Chiuse gli occhi,sorridendo serena.
Qualche secondo dopo,un colpo di tosse spezzò quell’idillio.
”Ti prenderai un malanno se continui a stare fuori con i capelli bagnati … prendi questo,così non sentirai freddo” così dicendo,Gin si sfilò l’impermeabile nero,avvolgendolo intorno al corpo di Ai.
La bambina avvertì una piacevole sensazione di calore,e strinse ancora più forte a sé quel morbido tessuto nero,inspirandone il profumo che l’uomo vi aveva lasciato.
“Così questa è la tua nuova casa … abiti qui da sola?”chiese lui qualche secondo dopo,cogliendola di sorpresa.
“Perché lo vuoi sapere? In ogni caso,no. Questa casa è dello zio di un mio compagno di classe,che ha deciso di ospitarmi qui. Gli ho raccontato che i miei genitori vivono all’estero per lavoro,e che hanno preferito mandarmi a scuola qui in Giappone dove sono nata”mentì Ai.
“Ti conosco troppo bene,e so che queste case dall’architettura strampalata non ti piacciono … è così o mi sbaglio,Sherry? “ chiese nuovamente Gin,fissando la facciata della casa con sguardo leggermente divertito.
“In effetti … ”commentò Ai con una risatina,perché anche lei aveva sempre ritenuto piuttosto ridicola l’abitazione del dottor Agasa. Persino Shinichi ogni tanto faceva dei commenti in proposito,ma lei non lo aveva mai detto al dottore perché era già una grande conquista avere una casa in cui tornare ogni giorno.
“Persino casa tua era meglio a confronto “aggiunse in tono scherzoso,rivolgendosi nuovamente a Gin.
La sua espressione serena però mutò rapidamente non appena incrociò il suo sguardo. La stava fissando incredibilmente serio,con espressione assorta.
“C’è qualcosa che non va?”domandò allarmata.
“Ascoltami,Sherry … perché non vieni a vivere da me? Potresti gettare tutto alle spalle,e ricominciare una nuova vita … insieme a me … ” le prese il viso tra le mani e la baciò sulle labbra,mentre lei era rimasta immobile,pietrificata dallo stupore.
Ci vollero parecchi secondi prima che riuscisse ad aprire bocca. La lingua sembrava incollata al palato,le parole immobili,serrate nella gola,mentre i pensieri si accavallavano confusi nella sua mente.
“Stai scherzando,vero?”balbettò,ridendo nervosa e fissando i suoi occhi,come a voler cogliere immediatamente una risposta.
Ma capì che lui era serio quando rimase in silenzio,fissandola impassibile.
“Sarebbe impossibile … come potrei abbandonare così tutti i miei amici? Ci scoprirebbero subito,i membri dell’organizzazione non esiteranno ad uccidermi … “ebbe un tremito al solo pensiero “e ci andresti di mezzo anche tu … io non voglio,non voglio perdere te come tutte le altre persone che amavo … mia sorella,i miei genitori …  ” inaspettatamente,delle calde lacrime presero a traboccarle dagli occhi,bagnandole le guance pallide e infreddolite.
Afferrò con entrambe le mani che le tremavano il  maglioncino nero di Gin,affondando la faccia contro il suo petto.
Lui la lasciò sfogare fin quando non si fu calmata.
“Scusami … “disse Ai un po’ imbarazzata,scostandosi da lui e asciugandosi gli occhi. Cercò di sorridere,ma le risultò troppo difficile. Ciò che ottenne fu solo una smorfia stanca e triste.
“Comunque pensaci bene … “aggiunse Gin,posando le mani sulle sue spalle “io non esiterei a proteggerti da chi volesse farti del male … vedo che in questo non sei cambiata affatto,sei sempre fredda e razionale,e non ti lasci mai andare alle emozioni”a quest’ultima affermazione,sorrise.
Ai scosse la testa.
“In questo caso sarebbe una decisione troppo avventata … dovrei almeno preparare un antidoto prima,non potrei certo restare così,in questo corpo da bambina … “osservò.
Distratta dai suoi pensieri,sussultò nel vedere la sua espressione cambiare ancora una volta. Presa dall’agitazione,solo ora aveva tempo di osservarlo meglio. Sembrava più pallido del solito,aveva gli occhi lucidi,il viso era contratto per cercare di mascherare il dolore.
Lei però capì subito che non si sentiva bene,anche in passato faceva finta di niente per non preoccuparla,e poi a volte era costretto a stare a letto con la febbre alta. A dir la verità,lui non avrebbe voluto,ma lei lo tratteneva sempre,dicendogli di riposarsi e assistendolo tutto il tempo.
Ai sospirò.
“Non fare l’orgoglioso,so che non stai bene … vieni dentro,almeno stai un po’ al caldo”disse, prendendo l’impermeabile che lui le aveva dato e appoggiandoglielo sulle spalle.
“Sei troppo protettiva,Sherry … non ho nulla,non sono mica un bambino ”si schermì lui,ma inutilmente.
”Poche storie. Vieni dentro e basta. Invece di rimproverare me,pensa piuttosto alla tua salute “lo rimbeccò lei,prendendogli la mano e guidandolo lungo il vialetto che conduceva alla porta d’ingresso.
Gin si lasciò condurre da quella presa esile ma decisa,senza opporre resistenza. In fondo gli faceva piacere avere qualcuno che si preoccupasse per lui e gli dedicasse tante attenzioni,anche se non l’avrebbe mai ammesso.
Ai spinse delicatamente la porta,constatando con sollievo che il dottor Agasa stava ancora dormendo della grossa,acciambellato sul divano.
“Vieni”Ai lo guidò verso la sua stanza,in fondo al corridoio.
Gin provò un’ondata di tenerezza nel vedere la sua camera,che sembrava proprio quella di una bambina di prima elementare,dal modo in cui era arredata.
Ma lui ne percepì immediatamente la sua presenza,molto più adulta di quanto appariva : solo Sherry teneva i suoi oggetti così precisi ed ordinati,solo lei spruzzava quel dolce profumo di rosa nell’aria,lei aveva quel modo particolare di rifare il letto che riservava sempre a lui,rimboccando perfettamente i lembi delle coperte sotto il cuscino,arricciato leggermente negli angoli.
Poteva percepirne la sua personalità molto più complessa di quanto appariva,quell’ordine e pulizia tipico di una scienziata scrupolosa come lei.
”Allora? Hai intenzione di startene lì impalato fino a domattina? “lo riscosse bonariamente Ai.
Chiuse la porta di legno chiaro alle sue spalle,dirigendosi verso la finestra e abbassando le tapparelle.
“Puoi stenderti sul letto,dato che è molto lungo e puoi starci comodamente. Nel frattempo io vado in cucina a preparare una tisana”Ai si diresse verso la porta,apprestandosi ad uscire.
Gin le rivolse un ultimo sguardo,poi si adagiò sul morbido materasso.
“Sherry … “la chiamò ancora.
”Sì?”Ai si voltò impercettibilmente,la mano sul pomello della porta.
”Grazie”le disse lui,con il solito tono dolce che riservava solo a lei.
Ai si voltò verso di lui,stupita,con la bocca semiaperta e gli occhi sgranati. Dopodiché lo avvolse con uno dei rari sorrisi che faceva. Un sorriso caldo,gentile.
“Figurati”rispose,prima di uscire.
Accese la luce,che illuminò di giallognolo la cucina buia. I battiti del suo cuore erano insolitamente più corti e affannati.
Cercò di calmarsi e di darsi un contegno.
Da un armadietto estrasse un pentolino e un tazza con un grosso cuore disegnato sopra. Dentro al primo verso del latte,posandolo sui fornelli e accendendo la fiamma,che scoppiettò divenendo prima azzurra e poi più gialla.
Vi mescolò tre cucchiai di miele di castagno,poi lo versò nella tazza,soffiandovi sopra con un sorriso.
Quella ricetta era la stessa che le aveva insegnato sua sorella Akemi. Le faceva sempre bere quella tisana quando da piccola era ammalata,dicendogli che era una pozione speciale che faceva sparire qualsiasi malanno.
Scosse la testa,cercando di trattenere le lacrime al ricordo di quei momenti gioiosi e spensierati e del sorriso della sorella.
Da un lato si sentiva triste,ma dall’altro felice. Non era imbarazzata per la presenza di Gin,ed era del tutto rassicurata dal fatto che l’indomani il dottor Agasa sarebbe partito all’alba per assistere ad una fiera della scienza ad Osaka,e sarebbe stato via per almeno tre giorni. Perciò non poteva scoprire che lui era lì,e ciò la rasserenava. Di certo il dottore era molto gentile con lei,ma era un gran chiacchierone,e si immaginava che avrebbe detto subito tutto a Shinichi. Invece lui non avrebbe mai dovuto saperlo.
Uscì dalla cucina,fino ad arrivare alla camera.
“Eccomi ”disse entrando con la tazza tra le mani “mettiti seduto,devi bere questa”.
Gin si alzò,mentre lei gli si avvicinava. Gli resse la nuca con una mano,mentre con l’altra portava la bevanda alle sue labbra.
”Insomma,Sherry,posso fare da me … ”sbuffò lui seccato,ma allo stesso tempo divertito. Era buffo che una bambina lo sostenesse come una mamma.
Lei gli riservò un’occhiataccia,insistendo perchè bevesse tutta la tazza,sebbene lui protestasse dicendo che era troppo dolce.
“E’ per farti stare meglio,sciocchino “disse affettuosamente lei.
“Allora voglio una ricompensa”rispose lui,mettendo il broncio come un bambino di un anno.
Ai sorrise nuovamente,prendendogli il viso tra le mani e baciandolo dolcemente sulle labbra.
“Ti può bastare?”disse in tono malizioso staccandosi da lui.
“Direi di sì”e con un solo sorso ne bevve fino all’ultima goccia,facendo ridere di gusto Ai.
“E’ molto facile convincerti”osservò,sempre ridendo.
Quando lui si fu sdraiato nuovamente,lei appoggiò la tazza vuota sul comodino.
“Adesso voglio controllare come stai. Apri la bocca”gli disse,proprio come una dottoressa. In effetti,avendo studiato medicina per molti anni,conosceva abbastanza bene l’anatomia.
Controllò accuratamente la gola,leggermente più rossa e gonfia del normale.
Poi sollevò la maglia,appoggiando la testa sul suo petto per ascoltarne il respiro.
“Niente di grave,solo una piccola infiammazione nella  faringe e nel fratto respiratorio superiore. In altre parole, un banale raffreddore. Però forse servirebbe qualche medicina … “disse tranquillamente.
Subito dopo arrossì di botto,realizzando solo in quel momento la loro posizione imbarazzante. Sentiva il suo respiro caldo sull’orecchio,il petto che si alzava e si abbassava lentamente. Fece per allontanarsi,ma lui la afferrò per un polso,facendola crollare sopra di lui.
“La mia medicina sei tu,Sherry … i tuoi baci e le tue carezze mi faranno subito stare meglio” le sussurrò all’orecchio.
Ai gli regalò un intenso bacio sulle labbra  come buonanotte,poi si sdraiò al suo fianco,stringendosi forte a lui per non cadere da quel letto così piccolo.
Tra le sue braccia così forti e calde si sentiva veramente protetta da qualsiasi pericolo.
“Ti voglio bene”bisbigliò nel buio della camera.
Lui le diede un bacio sulla fronte,e nel sentire quel tocco così sensuale e leggero Ai rabbrividì.
Rimasero  in silenzio,uno di fianco all’altra, mentre lo sguardo della bambina spaziava nel buio della stanza, analizzando tutti gli oggetti davanti a lei,nel vano tentativo di non pensare a quanto le sarebbe piaciuto addormentarsi ogni sera in quel modo dolce e affettuoso. Avrebbe voluto che tutto potesse tornare come prima,voleva di nuovo essere Shiho,voleva avere sua sorella accanto a lei,voleva stare insieme a Gin come una ragazza spensierata e senza avere sensi di colpa,come se dovesse fare qualcosa di proibito e di impossibile. Voleva essere libera di esprimere i suoi sentimenti,non voleva soffocarli come invece era costretta a fare.
Era certa che se ne avesse parlato a Shinichi,lui non avrebbe capito e l’avrebbe accusata di essere una traditrice,di pensare ai suoi desideri senza curarsi minimamente del male che quell’uomo aveva portato nella sua vita.
Chissà perché,in quel momento le venne in mente la reazione di Akemi quando aveva scoperto la sua relazione con Gin. Era sbiancata come se avesse visto un fantasma,ma poi,man mano che l’aveva sentita parlare con crescente gioia,le aveva regalato uno dei suoi più luminosi sorrisi.
Ricordava benissimo il loro abbraccio ,ricordava benissimo che sua sorella le aveva detto che desiderava soltanto la sua felicità.
E a questo pensiero si sentì nuovamente,terribilmente in colpa. Era tra le braccia dell’uomo che aveva ucciso Akemi,gli stava donando un amore che non meritava,quando in realtà avrebbe dovuto odiarlo,allontanarlo da sé,riempirlo di pugni e di insulti.
Ma sapeva che non ci sarebbe mai riuscita. Non sarebbe mai riuscita a far scomparire né l’odio né l’amore che provava nei suoi confronti.
Per il momento,a lei stava bene così. Da una parte era in tensione,dall’altra felice. Eppure le sue giornate,il suo cuore sarebbero stati così vuoti senza quell’affetto di cui aveva tanto bisogno e senza quell’adrenalina e quel mistero che rendeva tutto più affascinante.
Nonostante questi pensieri si affollassero nella sua testa,alla fine Ai,vinta dalla stanchezza,si addormentò.
Poco dopo,iniziò subito a sognare. Era in una strada buia,oscura,senza anima viva. Non sapeva cosa ci facesse lì,non sapeva cosa stava succedendo.
D’improvviso,vide innumerevoli ombre nere che le puntavano contro delle pistole. Non sapeva chi fossero,non riusciva a distinguerli. Voleva scappare,urlare,ma i piedi erano incollati al suolo. Il sudore le gocciolava lungo il corpo,sentì le lacrime salate che le solcavano le guance.
Aveva un nodo alla gola,non riusciva a pronunciare una sola parola. Era sola,terribilmente sola.
Solo quelle ombre indistinte davanti a lei,non vi era nulla di più. Solo il nero,il male e il dolore.
Una scarica di proiettili vibrò nell’aria con violenza.
Chiuse gli occhi,preparandosi a sentire un dolore lancinante. Ma non sentì niente,e perciò si fece coraggio,sollevando le palpebre lentamente.
Una visione agghiacciante la fece urlare,terrorizzata. Davanti a lei c’era Gin,che la stava proteggendo dagli spari,coperto di sangue.
La afferrò per le spalle,attirandola a sé,mentre altri colpi si abbattevano sulla sua schiena.
Ai cercò di dimenarsi,ma fu tutto inutile. Lui la teneva stretta a sé saldamente,impedendole di muoversi.
“Sta’ ferma dove sei,Sherry. Non capisci? Se ti lascio andare ti faranno del male … “si sentì sussurrare all’orecchio.
“Non farlo,è me che vogliono … “la voce di Ai era debole e spezzata,le parole non riuscivano ad uscire dalla sua bocca,tanto erano forti i singhiozzi che la scuotevano.
“Non ti abbandonerò mai,puoi scordartelo “stavolta la presa di Gin si fece ancora più forte attorno al suo corpo,paralizzandola completamente.
Ai sentiva il suo sangue che le bagnava i vestiti,il suo respiro farsi via via più debole.
Dopo alcuni minuti di sofferenza,vide il corpo dell’uomo accasciarsi davanti ai suoi occhi,immobile in una pozza di sangue color rosso vivo.
Si avvicinò a lui e la scosse diverse volte, urlando il suo nome,ma non ottenne risposta.
Perché tutte le persone che volevano proteggerla morivano a causa sua?
Il viso di lei continuava ad essere bagnato dalle lacrime,la gola le faceva male da quanto aveva urlato.
“No,non può finire così … io ti amo “bisbigliò,con la vista completamente annebbiata per il pianto, mentre stringeva la mano di Gin. Era fredda,priva di qualsiasi calore. Il viso completamente coperto di graffi e ferite,il corpo presentava anch’esso ferite di arma da fuoco in tantissimi punti.
Era troppo tardi,ormai. Quella tragedia si era consumata lì,in quella stradina immersa nelle tenebre. Solo la notte ne era inconsapevole testimone.
 
 Ai aprì di scatto gli occhi con un urlo,balzando a sedere sul letto. Si passò una mano tra i ciuffi di capelli,tastandosi il viso,come a voler confermare che era stato tutto un incubo.
La camicia da notte le si era appiccicata al corpo per il sudore,sentiva gli occhi bruciare e il respiro corto.
 Sembrava tutto così vero,e in effetti sarebbe potuto succedere realmente.
“Cosa sta succedendo?”la voce di Gin,che si era svegliato a causa di tutto quel rumore, fece sussultare Ai.
Alla sua vista,scoppiò in lacrime,gettandosi tra le sue braccia.
”Hai avuto un incubo?”le domandò lui con voce calma e pacata,accarezzandole la schiena nel tentativo di tranquillizzarla.
Ai indugiò qualche secondo,ma alla fine gli raccontò del suo sogno senza tralasciare alcun particolare.
“Sembrava tutto così reale … ho creduto di perderti per sempre … “mormorò Ai,ancora in preda al panico.
Fu quello il momento in cui Gin si rese conto di quanto Sherry tenesse a lui,di cosa si nascondesse sotto quella corazza di apparente sicurezza e indifferenza,di quanta bontà e generosità racchiudesse nel suo cuore.
“Stai tranquilla,va tutto bene. Adesso tu sei qui,accanto a me,e nessuno ti farà del male … “quel tono basso e profondo e la  presa decisa attorno al suo corpo ebbero il potere di tranquillizzare del tutto Ai.
Così si sdraiò nuovamente sul letto,nel tentativo di riprendere sonno,anche se sapeva che sarebbe stato molto difficile. Continuavano a balenarle davanti agli occhi le immagini di quell’incubo,ogni singola parola,ogni singolo momento.
Volse il capo leggermente,per vedere l’uomo che amava. Si era riaddormentato,i muscoli del suo viso si distendevano dolcemente,i capelli biondi erano sparsi sul cuscino. Il suo respiro era lento e regolare,il busto si sollevava impercettibilmente.
 Ai allungò la mano,sfiorando la sua guancia tiepida. Non avrebbe permesso che lui corresse dei simili pericoli per lei.
Era certa che lui non avrebbe esitato a comportarsi in quel modo in una situazione del genere,e non aveva nemmeno osato chiederglielo,perché aveva paura di sentire la sua risposta.
Quel che sapeva era solo che era stanca di farsi proteggere. Era stanca che qualcuno continuasse a rischiare la sua vita solo perché le voleva bene.
Guardandolo,Ai prese un’importante decisione. Lo avrebbe difeso lei,ad ogni costo e in qualunque situazione. Non avrebbe sopportato anche la sua perdita.
 
Gin …  ti prometto che non ti succederà mai nulla. Io devo affrontare il mio destino,e devo farlo da sola. Qualunque cosa succeda, io ti amerò sempre.
 
Fu questo l’unico pensiero di Ai. Una nuova alba stava illuminando il giorno appena iniziato.
Anche per lei,quello era un nuovo inizio. L’inizio di tutto,di una storia d’amore travolgente e passionale, ma allo stesso tempo impossibile,e di tutte le incredibili e travagliate vicissitudini che avrebbe portato essa. Le vicissitudini che avrebbero cambiato irrimediabilmente la loro vita,ma soprattutto i loro sentimenti e il profondo dei loro cuori.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nel prossimo capitolo :
 
“Ai,dì la verità … mi stai nascondendo qualcosa?”
“No,cosa stai dicendo!? Che segreto doveri avere? “
“Sherry,sei la ragazza più dolce e più bella che possa esistere …  ti amo tantissimo”
“Anche io,Gin … “
“Che cosa?! Gin … e Ai? Non è possibile … cosa sta succedendo in quella casa?”
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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