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Autore: Claa    04/03/2014    2 recensioni
Raccolta di tre one-shots, per indagare i rapporti fra Shepard e il suo team in una luce diversa.
1. "Devi avere fiducia" (Femshep/Liara)
2. "Un sentimento" (Alenko, Vega, Samara)
3. "Un posto in cui sentirsi a casa" - Epilogo (Un po' tutti)
Genere: Demenziale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un sentimento per ciascuno: Kaidan Alenko, James Vega e Samara, per descrivere il fulcro del loro rapporto con Shepard. Nel gioco è perlopiù Shepard a prendersi cura del suo equipaggio; con questo capitolo ho voluto mostrare in parte come anche il suo equipaggio si prenda cura di lei, in uno scambio reciproco ed equo.


 

2. Un sentimento



Kaidan sogna le sue labbra – le ha viste schiudersi così tante volte, ma gli pare non sia mai abbastanza. Riesce a vederle mentre si incurvano e prendono vita in un sorriso – precisamente quello che gli ha rivolto quando si sono rincontrati sulla Terra. Sogna i suoi occhi – i suoi occhi quel giorno, cinque minuti prima dell’attacco – le sue iridi color nocciola, che il sole amava baciare e indorare come miele. Gli occhi accoglienti, e al contempo duri, di chi è in perenne lotta, e conosce il dolore e la rinuncia, ma non la resa. Occhi che svincolano, presi dall’imbarazzo: è il giorno in cui l’ha rifiutato.
No, emerge dalle sue visioni, è passato del tempo da allora. È nell’osservatorio di dritta, sdraiato sul divano. A circa un metro da lui, l’universo scintilla inintelligibile e profondo. È buffo come spessissimo l’universo non si riduca che a un sentimento, pensa Kaidan, le mani giunte sullo stomaco.
Trasportato dai flutti dei ricordi, si immerge di nuovo, e rivede Shepard proseguire con Anderson lungo quel corridoio, convocata dal Comitato  – i suoi capelli fulvi e la sua schiena che si allontanano; la rivede in missione, appesantita dall’armatura, ma a suo agio – i suoi movimenti decisi, i suoi occhi scaltri dietro la visiera del casco; risente la sua voce matura e calda, che involontariamente lo tenta e lo stordisce, come un afrodisiaco. Si eccita al pensiero – che si ripete, che lo tortura – delle sue cosce che strusciano, del suo fondoschiena e dei suoi seni pieni e belli l’altra sera, quando l’ha scoperta a prepararsi un toast, forse dopo una visita a Liara. Sarebbe stata un’ottima madre per i miei figli, aveva convenuto. Se avesse potuto, l’avrebbe presa lì, allo scoperto, senza ritegno. L’avrebbe penetrata con forza, e con cura, e… Deglutisce.  
Non lo ha mai lasciato indietro, malgrado le parole sprezzanti e la diffidenza di lui. Non ha perso le staffe, e anzi, lo ha capito, lo ha aspettato e gli ha porto una mano. Non si è arresa, neppure con lui. Ma dopotutto Shepard non l’avrebbe fatto con nessuno, pensa sorridendo con mestizia. Forse è per questo che si è innamorato di lei.



Il clima è aspro su Namakli, e il terreno accidentato.
James pensa al Grand Canyon - Namakli glielo ricorda - e si domanda come se la stiano cavando laggiù, sulla Terra. La nostra Terra, pensa fissando lo sguardo su Shepard, qualche passo avanti a lui, che avanza sicura ma prudente. Lei voleva restare, proprio come me. Avremmo dovuto farlo. Loco… Spero che tutto questo vagabondeggiare servirà a qualcosa.
Viene strappato bruscamente alle sue riflessioni da un boato, il rumore di enormi massi che si staccano e scricchiolando rovinano nel vuoto. Il grido di Liara. Fa in tempo a distinguere la figura di Shepard ondeggiare presso il precipizio – “Lola!”. Fa un balzo lunghissimo, nonostante la mole dell’armatura, e l’agguanta per un braccio, traendola a sé con forza selvaggia. E mentre le cinge la vita, cadono all’indietro, seduti, e salvi.
Entrambi respirano ansanti, un po’ scossi, timorosi di sciogliere quello strano abbraccio.
Liara sta arrivando.
In quei pochi istanti, anche se un vento furioso e caldo sferza loro la faccia, e centinaia di mietitori incombono, e i Razziatori là fuori radono al suolo la galassia, James è conscio solo del gonfiarsi e sgonfiarsi della pancia del Comandante – di quel movimento riflesso, insignificante quasi, ma essenziale, solo apparentemente semplice, e a modo suo incredibile. Non ha mai sentito il corpo del Comandante così, non sono mai stati tanto a contatto. È come se il corpo di James reagisse a lei: l’intorpidito istinto protettivo tipico dei fratelli maggiori sta montando. E lui si sente felice – sì, felice – perché sono ancora vivi e insieme torneranno sulla Terra e ne faranno vedere delle belle a quegli stupidi insetti mastodontici! Perché sono come una famiglia.
Il terreno è ora stabile. Shepard dà due colpetti alla corazza di James. “Grazie, Vega.”
“Compito mio, Lola.”
“State bene?” chiede una Liara accorata ed esagitata. “Per la Dea, Shepard, fa’ più attenzione la prossima volta!” La aiuta a rialzarsi, offrendole un sostegno.
“Sì, Liara” sorride lei.  



Samara e Shepard siedono l’una di fianco all’altra, coccolate dal calore del fuoco nel camino e dalla quiete della notte.  
Shepard tiene gli occhi chiusi, e a un tratto, come per magia, una voce melodiosa nasce dal buio, e fluisce in lei distinta e pacifica: “Sono dispiaciuta per Thessia, ma so che hai fatto il possibile, Shepard”.
L’altra solleva le palpebre, ma non si volta. “Avrei potuto fare di più.”
“Non è vero. Lo sai.”
Tacciono.
Le Asari avrebbero potuto fare di più. Non tormentarti oltre.”
Shepard annuisce debolmente.
“Liara come sta?”
“È sconvolta” sospira Shepard.
“Non essere in pensiero per lei. È forte. Starà bene.”
“A proposito di questo, Samara…”
La Justicar la guarda attentamente: è pronta ad ascoltarla.
“Quando tutto questo sarà finito, se non dovessi far ritorno, tu potresti…”
“Vegliare su di lei?” completa Samara.
“Sì.”
“Se questo può rasserenarti, sì: mi impegno a vegliare sulla tua amata Asari, finché il mio tempo non scadrà.”
“Ti ringrazio.” Finalmente l’Umana incontra il suo sguardo e le sorride sinceramente. Si sente già più leggera. Torna a distendersi, riabbassa le palpebre.
Poi, come prima, come per magia, nel buio la parte superiore del suo capo riassume consistenza: una mano l’ha sfiorato – Shepard si ridesta – e ora lo sta guidando in una discesa misurata, che ha come ultima tappa il petto della Justicar. L’Umana si lascia andare, si fa cullare dal respiro modulato e solenne di Samara. E in un attimo è di nuovo una bambina fra le braccia della madre, protetta e colmata dalla sua suprema conoscenza e saggezza.




  
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