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Autore: delusjone    05/03/2014    7 recensioni
-Harry.- la interruppe mentre continuava a parlare di tutti quei pennelli disposti sullo scaffale.
Grace inclinò la testa da un lato e aggrottò le sopracciglia.
-Harry, mi chiamo Harry.- spiegò lui con un sorriso dolce.
-Oh.-
Ormai lo chiamava il 'ragazzo misterioso', si era abituata a chiamarlo così e quasi si sentiva come Sybil Vane, la giovane attrice innamorata di Dorian Gray che, non conoscendo il nome del ragazzo, lo chiamava 'principe azzurro'.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A te che leggi questa os.

Ti auguro di trovare, un giorno, quel che cerchi da sempre.

Esiste un Harry per tutte noi, basta aspettare.

 

 

I suoi baci sapevano di fresco, di menta e di fumo.

Grace amava quel sapore di sigaretta che aveva sempre in bocca Harry, quel sapore che le rimaneva appiccicato alle labbra per un po', poi scompariva e lui la ribaciava, e quello ritornava.

Grace era dipendente da quei baci, da Harry, dalla menta e dai suoi tatuaggi.

Ricorda ancora la prima volta che lo vide, più di tre anni fa, nella ferramenta di Mr.Clarks.

Indossava quei pantaloni neri sbiaditi e strappati sulle ginocchia che fasciavano perfettamente le sue gambe, quei pantaloni che lo rendevano così dannatamente sexy, aveva una camicia a quadri rossi e neri e i suoi occhi erano coperti dalle ray ban nere.

Lui entrò, si guardò intorno e si tolse gli occhiali tenendoli nella mano destra.

Grace si imbambolò guardando i suoi occhi verdi e subito si accorse che stava contemplando quel ragazzo troppo sfacciatamente. Arrossì.

-Ciao, posso chiedere a te?-

Sorrise e Grace si accorse delle fossette che gli spuntarono sulle guance.

-Ehm, si.- mormorò aggrottando la fronte per concentrarsi su quel che stava per dire e non sulle sue labbra rosse che si muovevano in un modo così dolce e soave.

-Mi servirebbe della vernice, pennelli e dei chiodi.- il suo labbro inferiore chiuso nella morsa dei suoi denti bianchi.

Grace annuì e si alzò dalla sedia sulla quale era seduta senza guardarlo, era troppo imbarazzata e rossa in viso per poterlo fare. Lo guidò verso gli scaffali dove avevano le vernici e i pennelli -Ecco qui.- fece un gesto vago con la mano.

Sorrise, di nuovo.

Dio se era bello.

Alla fine prese tre barattoli di vernice, due pennelli e un pacco di chiodi. Prima di uscire si voltò e la salutò per la seconda volta. Grace arrossì ancor più violentemente e alzò la mano salutandolo.

Il ragazzo ritornò ogni venerdì alla ferramenta per un mese. Parlavano per quei pochi minuti poi lui prendeva le solite cose ed usciva.

 

Era il secondo venerdì che veniva alla ferramenta per comprare sempre le stesse cose.

-Poi ci sono questi qui che sono perfetti per...-

-Harry.- la interruppe mentre continuava a parlare di tutti quei pennelli disposti sullo scaffale.

Grace inclinò la testa da un lato e aggrottò le sopracciglia.

-Harry, mi chiamo Harry.- spiegò lui con un sorriso dolce.

-Oh.-

E intanto Grace pensava che anche il nome era bello, quel nome che aveva sentito un miliardo di volte era bello proprio perchè era il suo nome.

Ormai lo chiamava il 'ragazzo della vernice e dei chiodi', si era abituata a chiamarlo così e quasi si sentiva come Sybil Vane, la giovane attrice innamorata di Dorian Gray che, non conoscendo il nome del ragazzo, lo chiamava 'principe azzurro'.

Stava decisamente vagando troppo con la fantasia.

-Tu come ti chiami?- le chiese riportandola alla realtà. Mise entrambe le mani nelle tasche guardandola fisso.

-Grace.- sentiva le guance bruciare.

-Hai un nome bellissimo, Grace.-

La ragazza sorrise. -Grazie.-

Come al solito Harry comprò i chiodi, la vernice e i pennelli.

-Ciao, Grace.-

 

Grace ripensava ogni giorno a quelle labbra, quei ricci, quegli occhi, le fossette...ripensava ogni giorno a quel ragazzo di nome Harry. E si sentiva assolutamente stupida ogni volta che lo faceva.

Ogni venerdì aspettava con ansia il suo arrivo, aspettava con ansia quegli occhi verdi, quella voce roca.

Ogni venerdì fissava il suo riflesso sui vetri della ferramenta e sbuffava vedendo i suoi capelli costantemente arruffati.

 

Era il quarto venerdì.

Grace faceva il solito conto: tre barattoli di vernice, due pennelli e un pacco di chiodi.

-Ecco a te.- disse con le guance rosse come sempre.

-Se vado avanti di questo passo finisco in mezzo ad una strada con centinaia di barattoli di vernice, pennelli e chiodi..-rise-Che ne dici di venire a cena con me?- le chiese leccandosi le labbra con un gesto così disinvolto che la fece sembrare, per l'ennesima volta, una stupida ragazzina.

Grace sbiancò, un po' per quel che aveva appena fatto con la lingua, un po' per quel che le aveva chiesto.

-Allora, Grace?- prese il sacchetto dalla sue mani, sfiorandole apposta, e inclinò la testa di lato aspettando una sua risposta.

-Ehm.. si, credo.- mormorò.

-Stasera?- chiese Harry e sul suo volto si allargò ancor di più il sorriso rendendo le fossette ancora più profonde.

Grace sorrise a quella domanda, al suo sorriso tenero ma sfacciato.

-Va bene.-

Harry si sporse al di la del bancone, le prese una ciocca di capelli tra le dita e ci giocò per qualche secondo poi la lasciò cadere morbidamente sul suo viso.

Grace si sentiva la gola secca, la lingua paralizzata e non riusciva a spiaccicare parola.

-Ci vediamo qui fuori alle otto e mezzo?- si allontanò lasciando la ragazza respirare. Aveva notato che stava trattenendo il fiato.

Deglutì. -Okay. Alle otto e mezzo.-

-A stasera, Grace.- aprì la porta ed era quasi fuori dal negozio quando si fermò e fece un passo indietro ritrovandosi di nuovo dentro. -Grace?-

-Mh? Cosa?- la ragazza alzò di scatto lo sguardo dalla tastiera del pc sul quale aveva cominciato a lavorare per distrarsi dalla visione di quegli occhi verdi.

-Il tuo cognome.- sorrise Harry.

-Oh. Grace Lauren Wood.- mormorò.

-Ciao, Grace Lauren Wood.- la salutò ed uscì.

 

 

Grace, seduta sui sedili posteriori del taxi, non faceva altro che muovere nervosamente le gambe mentre guardava fuori dal finestrino.

Da quando quel ragazzo era uscito dal negozio continuava a chiedersi perchè aveva accettato di uscire con lui. Non lo conosceva neanche, eppure aveva accettato.

'Ormai è fatta. Devi uscire con lui stasera.' questo le avevano detto sua madre e la sua migliore amica Beth. Aveva accettato ed era giusto andare a quell'appuntamento.

Aveva indossato una gonna nera a pieghe a vita alta con calze dello stesso colore, una t-shirt bianca, converse nere e un giacchetto che aveva rubato dall'armadio di sua madre. Odiava le gonne ma Beth aveva insistito così tanto.

Erano quasi arrivati. Dovevano solo girare l'angolo.

Grace si spostò leggermente sul sedile in modo da potersi vedere sullo specchietto retrovisore. Si passò una mano tra i capelli che aveva appositamente arricciato alle punte, sospirò.

Eccola lì la ferramenta di Mr.Clarks.

Ed eccolo lì anche lui: Harry.

Istintivamente Grace guardò il piccolo orologio che aveva al polso con la tremenda paura di aver fatto tardi. Ma no, erano da pochi minuti passate le otto e mezzo.

Il tassista si fermò poco distante dal negozio, Grace pagò e scese agitata più che mai.

Harry era voltato di spalle che fumava.

Camminò verso di lui e quando gli fu abbastanza vicino si schiarì la voce.

-Oh, ciao Grace.- mormorò evidentemente colto alla sprovvista. -Sei bellissima.- gettò la sigaretta per terra e la schiacciò con un piede.

La ragazza sorrise. -Grazie.- E intanto pensava che lui era bellissimo con quel completo nero, la t-shirt nera e i ricci tirati all'indietro. Era bellissimo, proprio come sempre. Come ogni volta che entrava nella ferramenta, come ogni venerdì.

 

Harry portò Grace a cenare in un ristorante al centro dove chiacchierarono disinvolti su tutto, passando tranquillamente da un argomento all'altro, risero, scherzarono.

Sembrava si conoscessero da molto più tempo.

Trascorsero parte della serata a passeggiare per le strade di Holmes Chapel dove la luce dei lampioni illuminava ben poco.

E parlarono ancora, parlarono di tutto.

Grace scoprì che Harry viveva da solo da quando i suoi genitori si erano trasferiti in Italia, tre anni prima, e lavorava come meccanico in un'officina nei dintorni per mantenere se stesso e gli studi all'università.

Erano entrambi seduti su un muretto fuori un piccolo pub.

-Ma adesso parlami di te, Grace Lauren Wood.- disse Harry sorridendole.

Per tutta la serata si era divertito a chiamarla col suo nome completo. Cosa che Grace detestava, ma infondo il suo nome pronunciato da quel ragazzo risultava così bello che quasi le piaceva.

-Cosa vuoi sapere, Harry?-

-Sai praticamente tutto di me. Dimmi di te.- e alzò lo sguardo verso il cielo.

Era così bello.

-Mh.- anche lei guardò il cielo. -vivo con mia madre da quando mio padre ci ha abbandonate nove anni fa, dopo il liceo ho lasciato perdere la scuola e adesso lavoro da Mr.Clarks.- mormorò tenendo gli occhi fissi verso l'alto, sapeva che lui la stava guardando.

-Posso chiederti una cosa, Harry?- gli chiese voltandosi improvvisamente senza dargli tempo di chiederle di suo padre. Sapeva l'avrebbe fatto.

Il ragazzo annuì.

-Cosa stai aspettando tu?-

Harry riprese a fissare il cielo. Grace non si aspettava le rispondesse, a dirla tutta. E non sapeva nemmeno perchè gli aveva posto quella stupida domanda che si faceva ormai tutti i giorni appena sveglia.

-Non lo so, Grace. Tu?-

Sospirò. Infondo nemmeno lei sapeva. -Aspetto e basta.- sorrise.

 

 

 

Grace ed Harry si frequentarono per un bel po'.

Trascorrevano spesso interi pomeriggi insieme, alcune volte Harry la raggiungeva alla ferramenta, altre volte Grace se ne stava seduta in officina mentre lo guardava lavorare sotto qualche auto. Ed era divertente quando lui si alzava con il naso sporco e toccava a lei ripulirglielo, oppure quando Harry le disegnava due linee nere sulle guance. Oppure quando Grace lo aiutava a studiare.

Stavano così bene insieme.

Poi il sabato mattina c'era l'usanza di andare nella caffetteria preferita di Harry e fare colazione insieme.

Stavano così bene e Grace si stava innamorando perdutamente di lui.

Quel ragazzo che con la sua dolcezza, i suoi sorrisi, era entrato a far parte della sua vita senza che lei se ne accorgesse.

 

 

Sabato mattina.

Harry stava lavorando in officina e Grace era con lui, come al solito se ne stava seduta sul muretto lì vicino mentre lo osservava lavorare sdraiato sotto l'auto scura.

Quando si alzò aveva la fronte sporca e Grace scoppiò a ridere. Harry le si avvicinò e con l'indice le disegnò due linee orizzontali sulle guance.

-Sei bellissima così.- mormorò mettendole le mani sporche sul viso.

Grace non rideva più, aveva la bocca socchiusa mentre fissava Harry.

-Proprio bellissima.- sussurrò il ragazzo ormai vicinissimo alla sua bocca.

Grace chiuse gli occhi senza nemmeno accorgersene mentre Harry le sfiorava ripetutamente le labbra con le sue, poi cominciò a baciarla sul serio e le farfalle nello stomaco di Grace iniziarono a svolazzare felici.

Le sue labbra. Ultimamente Grace pensava fin troppo a quelle labbra rosso ciliegia che la distraevano sempre quando Harry parlava e doveva riportarla alla realtà lui con uno schiocco di dita.

Sapevano di tabacco e menta. Un sapore fresco che, anche quando lui si allontanò e poggiò la sua fronte a quella di Grace, sentiva ancora sulle sue labbra.

Sorrisero entrambi.

-Sono innamorato di te, Grace Lauren Wood.- mormorò.

E chi se ne fregava se aveva le mani sporche e sicuramente le stava imbrattando tutto il viso, chi se ne fregava che probabilmente il padrone dell'officina li aveva visti.

-Sono innamorata di te, Harry Edward Styles.- sorrise Grace circondando con le braccia il collo di lui.

Sorrisero di nuovo scambiandosi un altro bacio.

 

 

Da allora sono trascorsi più di tre anni e adesso Grace ed Harry sono distesi nel letto di quell'appartamento che hanno comprato da qualche mese, a Londra. Lo hanno comprato dopo la laurea di Harry, quando hanno deciso di lasciare Holmes Chapel per trasferirsi nella grande Londra e vivere insieme.

È domenica mattina e Grace è accoccolata al petto di Harry mentre continua a tracciare con l'indice i contorni della farfalla tatuata sul suo addome.

-Ti ho mai spiegato il perchè dei tre chiodi che ho sulla spalla?- la voce roca di Harry fa sorridere teneramente Grace.

-Li hai tatuati qualche anno fa ma non mi hai mai spiegato il perchè.-

Harry ride facendo vibrare il petto e di conseguenza anche Grace. -Pensaci, i chiodi.-

La ragazza corruga la fronte. -Chiodi?-

-È facile, piccola.- dice mentre le pettina i capelli con le dita e le accarezza la schiena.

-No Harry, davvero non lo so.-

Lui ride.

I chiodi, cosa possono significare tre chiodi?

E poi capisce. Tutto.

Si alza poggiando una mano sul suo petto.

-I chiodi..- mormora sorridendo.

-Mh?- Harry ha gli occhi chiusi e il sorriso sulle labbra mentre continua a sfiorare la pelle nuda di Grace.

-Tu venivi a comprare i chiodi, la vernice ed i pennelli.- sorride.

-Esatto, piccola.- Harry la tira a se e le stampa un tenero bacio sulle labbra.

-Non ci credo. Perchè non me lo hai mai detto?- chiede inclinando la testa.

-L'ho fatto quando eravamo solo amici e non sono mai riuscito a svelarti il vero motivo.-

Grace sorride davanti a tutta quella tenerezza.

Harry si alza dal letto in boxer mentre Grace lo fissa ammaliata. Si avvicina alla cassettiera e comincia a frugare al suo interno.

-Che stai facendo?- gli chiede.

-Mh.- mormora solamente e Grace curiosa gli si avvicina.

-Vai a letto, Grace.- nasconde la mano sinistra dietro la schiena e con un'espressione fintamente dura le intima di ritornarsene a letto.

Grace fa come le è stato detto e si siede al centro del letto a gambe incrociate.

Harry sbuffa e la afferra per le caviglie tirandola verso il bordo ignorando i suoi borbottii. La ragazza si sistema sul piumone e incrocia le braccia al petto.

Lui si inginocchia ai piedi del letto.

-Che stai facendo?- chiede Grace visibilmente confusa ancora con le braccia incrociate.

-Shh.-la ammonisce.

Prende la scatoletta rossa e la apre mostrandola a Grace che ha gli occhi sgranati per la sorpresa.

Harry sorride prendendole la mano.

-Ricordi quando, al nostro primo appuntamento, mi hai chiesto cosa stessi aspettando? Io ti risposi che non lo sapevo.- abbassa lo sguardo sorridendo, prende un respiro profondo e ricomincia- Ti risposi che non sapevo cosa stessi aspettando senza nemmeno pensare che forse, tutto quel che cercavo, era proprio lì, al mio fianco. Quel che ho sempre aspettato, desiderato, cercato, era lì e adesso è qui, proprio davanti a me. Grace, rifammela quella domanda.- Harry sorride teneramente facendo spuntare le fossette.

Grace trema e dagli occhi continuano a scendere lacrime su lacrime.

Non crede di riuscire a parlare.

-Rifammi quella domanda, piccola.- la incita Harry.

Grace ride, prende un respiro profondo poi parla. -Cosa stai aspettando, Harry?-

Sorride. -Te, Grace. Ho sempre aspettato te e adesso lo so. Grace Lauren Wood, vuoi passare con me il resto della tua vita?- chiede con gli occhi sinceri di chi ama davvero, con l'emozione nel cuore.

Grace vorrebbe urlare di si, vorrebbe urlarlo a squarcia gola fino a non aver più voce ma le mani che tremano, le lacrime, l'agitazione e la sorpresa non glielo permettono.

Harry le accarezza le nocche della mano con il pollice.

-Si, si, si. Voglio passare il resto della mia vita con te, Harry Edward Styles.- farfuglia Grace tra le lacrime.

-Oh, Grace.- mormora Harry alzandosi per stringerla a se.

La sua Grace.

La donna che sposerà.

La donna con la quale vuole passare il resto della sua vita.

La donna che stava aspettando.

Lui. Il suo Harry.

L'uomo che sposerà.

L'uomo con il quale vuole passare il resto della sua vita.

L'uomo che stava aspettando.

Harry preme le sue labbra contro quelle di Grace con dolcezza lasciando che le lacrime di lei si sciolgano sulle loro bocche unite. Dopo poco si stacca inginocchiandosi di nuovo.

Prende l'anello dalla scatoletta. Un anello semplice con un piccolo brillantino al centro.

-Ehi, stai tremando così tanto.- sussurra Harry baciandole le nocche della mano con l'intento di tranquillizzarla, poi le infila l'anello e lo guarda per qualche secondo.

-È bellissimo, Harry.- mormora Grace.

Lui si alza e la stringe forte a se, lascia che le sue lacrime gli bagnino il collo, che quei risolini felici gli arrivino alle orecchie.

-Ti amo tanto, Harry.- sussurra Grace ancora tra le sue forti braccia.

-Ti amo tanto anche io, piccola.- e le bacia i capelli inspirando il suo dolce profumo.

 

 

 

 

Angolo autrice.

Salvez.

Eccomi qui con una nuova os questa volta a lieto fine, aw.

Non credevo di esser capace di scrivere qualcosa con un lieto fine.

Mh.

L'ispirazione per questa breve os non so nemmeno da dove sia venuta.

Anyway.

Spero vi piaccia e mi farete sapere cosa ne pensate con una piccola recensione.

Un bacio,

-delusjone.

 

 

   
 
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