Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Rebs Herondale    05/03/2014    1 recensioni
[Crossover TwilightxShadowhunter]
"La verità è disordinata. è cruda e scomoda. Non si può incolpare la gente per preferire le bugie." Holly Black
Cosa spinge Isabella Morgenstern, una delle più brave Shadowhunters in circolazione, a lasciare la sua casa, la persona a cui tiene di più al mondo e la sua patria, per trovare rifugio all'Istituto di New York?
La risposta è semplice. Ed ha un nome: Aro Morgenstern. Egocentrico tiranno con manie di grandezza, disposto a calpestare tutto e tutti per ottenere quello che vuole. Bugiardo, freddo e calcolatore. Il nemico numero uno del Conclave. Ed è suo padre.
'Cosa faresti se all'improvviso scoprissi che tutto il tuo mondo è stato fondato su una bugia?'
Sotto falsa identità, Isabella troverà asilo da un gruppo di ragazzi dell'Istituto. Persone che, senza saperlo, cambieranno la sua vita per sempre.
Ma nessuno sfugge al proprio destino e alla fine Bella dovrà fare i conti con la verità.
Perchè Isabella è speciale. Ed è l'arma indispensabile di Aro per vincere la guerra.
E lui non si fermerà finchè non l'avrà ottenuta.
"Le cose crollano così facilmente quando sono state tenute insieme con le bugie." Dorothy Allison
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



City of Lies
 


Bugie e segreti, Tessa, sono come un cancro nell'anima. Mangiano via ciò che è buono e lasciano so. " 
Cassandra Clare ,”Il Principe” -
 


1.Escape                                         

“Fidati delle persone finché
ti danno motivo di non farlo più.
E allora non voltarti mai indietro.”
-La risposta è nelle stelle- Nicholas Sparks
 

Distogliendo lo sguardo dallo specchio, presi un pugnale, afferrai la sacca che avevo preparato e mi diressi verso la porta,
controllando di avere lo stilo a portata di mano.
“Devo essere rapida.” pensai, aprendo silenziosamente la porta. Controllai che non ci fosse nessuno e poi mi incamminai nel corridoio deserto, tenendomi rasente al muro. Era tutto nell’oscurità, l’unica fonte di luce erano i raggi della luna che entravano dalle poche finestre.
I miei passi non produssero alcun rumore, ero un tutt’uno con le ombre.
Continuai ad avanzare, tesa, cercando di captare il  minimo rumore. Ma era tutto calmo.
Quando raggiunsi le scale per il piano inferiore, aggrottai la fronte. C’era qualcosa che non andava.
“È troppo facile…”
Il mio pensiero si rivelò fondato quando, sceso l’ultimo gradino, fui accecata da una luce improvvisa. Mi coprii gli occhi con una mano, mettendomi automaticamente in posizione di difesa.
-Dove hai intenzione di andare, angelo?-
Spalancai gli occhi, riconoscendo la voce, l’ultima che mi aspettavo in quel momento.
Alzai lo sguardo, puntandolo nei suoi occhi di ghiaccio. Mi stava sorridendo ironico, ma sentivo che in realtà era teso. E preoccupato.
Mi rimisi eretta, abbassando le mani. – Secondo te? – dissi sarcastica.
Continuò a fissarmi impassibile, studiandomi.
– Perché? – chiese semplicemente, anche se sapeva già il motivo.
Sospirai, serrando la mascella. – Lo sai perché…- sibilai, perdendomi nei ricordi.
 
Imboccai il corridoio, diretta all’armeria.
-Perché mi hai fatto questo?! Dopo tutto quello che ho fatto per te! Ti ho amata, ti ho fatto sentire una regina, cosa volevi di più? Ma tu sei voluta correre tra le braccia di quel Nascosto!...- sentii urlare da una voce maschile, conosciuta, seguita da un suono ormai familiare, che aveva accompagnato tutta la mia infanzia. Inconfondibile.
Frustate.
Sbarrai gli occhi, rabbrividendo, e mi avvicinai di più alla porta. Era quella che non mi era permesso aprire. Non era usata da tempo e non capivo perché fossero lì proprio ora. E soprattutto chi ci fosse con lui.
L’altro rispose qualcosa, ma con voce così flebile che non riuscii a capire.
E gli schiocchi ricominciarono, più di prima, sembrava volessero continuare all’infinito.
Non so quanto tempo passò, prima di sentire finalmente silenzio.
Rimasi immobile di fronte alla porta, imbambolata.
Improvvisamente, temevo quello che quel silenzio significava.

Mi riscossi solo quando sentii dei passi dall’altra parte, sempre più vicini. Immediatamente, iniziai a correre, allontanandomi il più possibile da lì. Sapevo già quello che mi aspettava se mi avesse scoperto a spiarlo.
Ricominciai a respirare solo quando mi chiusi la porta dell’armeria alle spalle.
Presi un bel respiro profondo e scossi la testa.
“Non era niente. Dimenticatelo e concentrati sull’allenamento.” Mi ripetei nella mente, mentre mi dirigevo verso le armi.
Mi allenai per due ore, dando anima e corpo, e in poco tempo l’episodio che avevo ascoltato passò in secondo piano, finendo nel dimenticato.
Non avrei potuto immaginare quello che mi aspettava di lì a breve…
 
I miei occhi divennero lucidi, al pensiero di quello che venni a sapere due giorni dopo.
Non potrei mai dimenticarlo.
 
Lo guardai disorientata. – Non capisco…- sussurrai, confusa.
Ma una parte di me sapeva già cosa voleva dire. Solo che non voleva accettarlo.
Lui mi guardò compassionevole.
-Tesoro, mi dispiace, ma non ce l’ha fatta. Un branco di lupi mannari l’ha presa di sorpresa mentre era in missione nel loro territorio e non è riuscita a tenere testa a tutti loro insieme. Purtroppo, è una cosa molto frequente tra gli Shadowhunters, dovevamo tenere a mente che era una possibilità…- disse, dispiaciuto e addolorato.
Continuai a far vagare gli occhi sul suo viso, in cerca di un segno, uno qualsiasi che mi dimostrasse che stesse mentendo. Ma non lo trovai.
Sentii le guance umide, quando realizzai che era tutto vero.
Era tutto maledettamente vero.

Ma non potei sfogarmi appieno, perché un suo sguardo di disapprovazione mi fece immediatamente ricomporre.
Mi asciugai gli occhi.
I Cacciatori non piangono…
Cercai di rimanere impassibile, mentre mi abbracciava freddamente, facendo un minimo sforzo per consolarmi.
Da sopra la sua spalla guardai l’altra persona presente nella stanza, che non aveva ancora detto una parola.
Fissava l’uomo ancora abbracciato a me, negli occhi di ghiaccio una luce indagatrice, come se non gli quadrasse qualcosa. O non gli credesse…
Una carezza sui capelli mi fece riportare lo sguardo su di lui.
Mi guardava con un espressione dispiaciuta. Ma gli occhi erano impassibili.
-Mi dispiace, tesoro…-
A quella frase sentii una rabbia disumana invadermi.
Era colpa loro. Erano stati quei Nascosti a privarmi di una delle persone più importanti della mia vita. E avrebbero pagato per questo. Tutti.
Un sorriso che mai avevo fatto prese posto sul mio viso.
Non avrebbero avuto scampo…
 
Imparai la verità soltanto molti anni dopo.
Ma ormai era già troppo tardi…
 
Sentii la bile montare, al ricordo di quello che feci negli anni a seguire.
Ero disgustata, al pensiero di quello che ero diventata. Di quello che lui mi aveva fatto diventare.
Per questo dovevo andarmene, perché non volevo più essere lei. E perché al solo pensiero di stare ancora vicino a lui mi veniva da vomitare.
“È tutta colpa sua…”
Digrignai i denti, ringhiai credo. Non dovevo rimanere lì un solo minuto di più.
Feci, decisa, un passo avanti, ma un paio di mani calde mi bloccarono, tenendomi strette le spalle.
Mi ricordai solo in quel momento della sua presenza. Subito, alzai lo sguardo sul suo viso dall’espressione apparentemente fredda.
Ma io sentivo le sue vere emozioni. Sapevo che quella era solo una maschera costruita per difendersi dal mondo.
Infondo, eravamo uguali.
-Lo sai che non ti darà pace, che farà di tutto per riportarti dalla sua parte, vero?- sussurrò, con la preoccupazione evidente negli occhi. Erano sempre stati molto espressivi quando stava con me, la loro freddezza cadeva, lasciando il posto alla persona che amavo di più al mondo.
Sorrisi triste, perdendomi in quella distesa ghiacciata. – Certo, ma devo tentare. Non posso più stare qui. Morirei lentamente ogni giorno…L’unica cosa che mi dispiace è doverti abbandonare…- dissi, con la voce arrochita dalle lacrime trattenute.
Una Cacciatrice non piange…Era assurdo che dopo tutto quello che aveva fatto, io non riuscissi a dimenticare i suoi insegnamenti.
Mi accarezzò dolcemente una guancia, lo sguardo tormentato.
-E lo sai che se mi chiederà di ucciderti, io sarò costretto a farlo…vero?- disse, facendo una smorfia.
Mi morsi il labbro, abbassando la testa, ed annuii.
Sì, lo sapevo.
Un giuramento sull’Angelo per noi è sacro…Una volta fatto, ti vincola per sempre…Quante volte avevo sentito quelle parole? Prima, non mi erano mai sembrate così dure. Così difficili da accettare.
Mi prese il mento fra le mani, facendomi rialzare il viso e guardare la sua espressione addolorata.
Io non voglio farti del male…” mi disse nella mente.
Alzai appena l’angolo della bocca. “Lo so, e so che non me lo farai…dopotutto, siamo parabatai, no?” risposi, accentuando il sorriso, con un pizzico di divertimento.
Lui mi abbracciò, stringendomi forte con le sue grandi braccia.
Siamo molto più di questo…”mi sussurrò con affetto nella mente, e sapevo che non si riferiva solo al legame potenziato che quella runa ci donava.
Affondai il viso nel suo petto, respirando il suo profumo ad occhi chiusi.
-Ti voglio bene, Emm.-
-Anch’io, angelo.- disse dolcemente, baciandomi la fronte.
Passai una mano nei suoi capelli corvini, facendola scendere sulla guancia.
-Ci rivedremo presto, tornerò a prenderti.- promisi a lui e a me stessa.
Avrei fatto di tutto per mantenere la parola.
Lui mi ribaciò la fronte e mi diede una leggera spinta verso l’uscita.
Muoviti, ti coprirò le spalle…” Disse, usando il nostro sistema di comunicazione e inviandomi un sorriso splendente.
Buona fortuna, sorellina.”
Ricambiai, disegnando la runa di apertura sulla porta.
Mi guardai per un istante indietro, osservando quella che era stata la mia casa per diciassette anni.
Ma soprattutto, fissai per l’ultima volta quegli occhi color ghiaccio.
Arrivederci, Emm. Aspettami…”
E con questo ultimo pensiero, mi fiondai fuori, correndo come mai avevo fatto, verso la libertà.
Ma la lontananza non mi impedì di sentire l’urlo di rabbia alle mie spalle.

Il segnale che il mio tempo era scaduto.

-ISABELLAA!!-












 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Rebs Herondale