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Autore: Krealyus    05/03/2014    1 recensioni
Questi non sono missing moments, è una storia in cui i destini dei giovani Serpeverde si incrociano inesorabilmente, fino a fondersi col lato Oscuro. Mentre voi cercavate gli Horcrux, loro cercavano di vincere una battaglia.
Ce l'avranno fatta?
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Serpeverde | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Pansy, Pansy/Theodore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Pansy corse via, soddisfatta. Diretta al dormitorio maschile.
-Blaise? Blaise?- bussò, ma il ragazzo non rispose.
Almeno non si stava divertendo con una giocatrice della squadra di Quidditch di Corvonero, come al suo solito.
-Entra!- la sua voce, al contrario, provenne da uno dei magazzini alcoholici della sala comune.
Pansy non sapeva se agire o tacere. Ma, alla fine, entrò.
-Blaise, io...-
-Sei irrequieta, Pans?- chiese, tranquillo e distaccato.
-Come lo sai?- chiese lei, allarmata.
-Non lo so. Non so mai nulla, io.-
Fu in quel momento che Pansy Parkinson decise di versare tutta la sua rabbia, noncurante delle possibili, tragiche conseguenze.
-Astoria Greengrass è stata a letto con Draco, due notti fa.-
Quello fu troppo perfino per l'apatico Blaise Zabini. Non si sarebbe mai aspettato un simile comportamento dalla piccola e dolce Astoria, che tanto gli garbava.
Ma si era sbagliato. Proprio come chiunque altro.
La piccola Stella non era più innocente.
-Quella piccola...- non ebbe mai il coraggio di continuare.
-Sgualdrina- la finì Pansy per lui, -sì, Blaise, la tua amatissima Astoria è una di facili costumi.-
-Non...non riesco ancora a crederci.-
-E' meglio per te se lo farai, invece. Ed alla svelta. Perché da questo istante, comincerò a giocare seriamente. E tu ti unirai alla mia causa.-
Sapeva benissimo che Blaise non avrebbe mai mosso un dito contro la Greengrass, ma tentar non nuoce.
-No, non posso.-
-Oh, sì che puoi. Devi solo volerlo. Sono ancora la tua Regina, Zabini- disse, fiera, ricordando le parole di Theo, -devi aiutarmi.-
-Parla con Draco, prima. Hai il dovere di sentire le sue ragioni.-
-Non scambierò parola con Malfoy finché non avrò sistemato le cose con Astoria.-
Faceva male. Eccome, se faceva male. Ma non avrebbe potuto fare diversamente.
-Dunque perdonami, Pans, ma non potrò proprio esserti d'aiuto.-
Un ceffone lo colpì, secco, sulla guancia sinistra, lasciandogli un segno rossastro.
-Vorrà dire che farò a meno di te, allora. Tranquillo Zabini, davvero, non ci sono problemi. Fa' quello che ti senti...-
Corse via, prima che le lacrime le inondassero il volto. "Che idiota!" pensò. 
Si asciugò gli occhi, ferma, in mezzo al gelido corridoio che portava all'aula di Pozioni, pensando al dopo.
Ma la sua mente era talmente confusa che l'unica cosa che partorì fu un violento calcio al portone della classe, che si aprì cigolando.
Scivolò dentro, a passo spedito, e si mise a sedere su un banco, gambe a penzoloni.
"Ogni volta che ho la vittoria quasi in pugno, qualche bastardo arriva a rovinare tutto! Che tu sia maledetto, Blaise Zabini!"
Non riusciva a smettere di piangere. Ora l'avrebbe odiata chiunque, per  quello schiaffo al sommo Zabini.
Anche Theodore. Avrebbe potuto provare a tenerglielo nascosto in tutti i modi, ma Nott sarebbe comunque venuto a saperlo da altre fonti. Indi per cui, sarebbe stato meglio raccontargli tutto, di persona.
Ma nel momento in cui fece per andarsene, Draco Malfoy entrò.
-Buongiorno, Pans- disse, tranquillo e disinvolto.
Pansy era, da un lato, tentata di correre a stringerlo forte, per tornare a sentire il suo calore ed il suo profumo. Dall'altro, invece, avrebbe voluto cruciarlo fino allo sfinimento.
Ma non poteva scomporsi.
Maledetto!
Non rispose. O meglio, fece finta di non avere nemmeno notato la sua presenza. 
Rimase immobile, il volto rivolto alla cattedra. No, non avrebbe ceduto.
-Pans, ti devo parlare- continuò Draco.
Lei, in risposta, lo chiuse nella classe, sbattendo la porta.
Forse, avrebbe capito. O forse no.

***

Theodore. Aveva bisogno di lui. Doveva spiegarsi e scusarsi.
"Al peggio non c'è proprio mai fine..."
Si imbattè in Tiger e Goyle di fronte al ritratto. Si stavano ingozzando di dolcetti al cioccolato ed avevano perso, per la terza volta in un giorno, la parola d'ordine.
Li spinse da parte, urlando -Semper fidelis!- ed entrò in sala comune.
Ma, ben presto, si accorse che anche quelle due amebe, se prese per il verso giusto, si sarebbero potute rivelare utili.
-Tiger, Goyle- li richiamò, con fermezza, -ho bisogno di voi. La conoscete Astoria Greengrass, sì?-
Annuirono, impossibilitati a rispondere a causa della bocca ripiena di paste.
-Bene. Fate in modo ti tenerla lontana da me per qualche giorno. Anzi no. Non da me. Da Draco...-
Non stavano capendo, perché si lanciarono un'occhiata interrogativa.
-Okay, lasciate perdere- non sapeva come spiegare in parole povere ciò che aveva in mente, perciò decise di rinunciare al loro aiuto.
Si avvicinò a Nott con passo cauto, perché il ragazzo si era appisolato accanto al fuoco. Gli accarezzò i capelli, ed inspirò il suo profumo. Sapeva...di libertà.
-Theo- chiamò, dolcemente, sapendo di essere nel torto.
-Pans- rispose lui, aprendo gli occhi.
-Scusami se ti ho svegliato, ma devo parlarti- meglio coglierlo impreparato, ed ancora un po' intontito, -io...sono stata da Blaise, stamattina. So perfettamente che non avrei dovuto, ma gli ho raccontato tutto. E...quando si è rifiutato anche solo di capire la mia posizione...beh, gli ho tirato uno schiaffo dritto sulla guancia.-
-Parkinson, ti rendi conto di cosa hai combinato?-
-Certo. Giuro che se avesse evitato di fare così lo stronzo, mi sarei trattenuta volentieri. Ma proprio non ci sono riuscita. Avanti, dimmelo, sono un'idiota- lo provocò.
-Quello che più mi da' fastidio sai cos'è, Parkinson? La tua assoluta NON fiducia nei miei confronti. Ho cercato di aiutarti in ogni modo possibile! E tu mi ripaghi andando da Blaise! Senza contare che hai visto Draco, un'ora fa, e hai fatto scena muta.-
Pansy scosse la testa.
-Che ti aspettavi? E comunque, io ho fiducia in te!- si avvicinò di più. 
-A me non pare proprio. Vuoi fare di testa tua? Ebbene, fa' quello che vuoi. E' la tua guerra. Combattila da sola!-
Si alzò ed uscì, infuriato.
Il profumo di libertà che Pansy aveva percepito poco prima, si era trasformato in un vortice di autodistruzione.

  
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