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Autore: Astriderea    05/03/2014    2 recensioni
Avevo i brividi lungo tutta la schiena...
'' Suona ancora'' pensai..
Ma prima che me ne potessi rendere conto la luce era sparita, l'aria era fredda e li sul tempio...il buio.
Rimasi rannicchiata su quella poltroncina piena di polvere con la testa sulle gambe, come poteva essere tutto già finito ?!
E i castelli? Le fiabe? E quel bacio?....Si quel bacio...
Ora come farò a sentirlo dentro?
Ora chi mi abbraccerà l'anima?
Io ero li, ma tu non c'eri più.
Ti sei accorto almeno di ogni lacrima versata ad ogni nota?
Quella canzone...
Non avrei mai voluto sentirla quel giorno, non in quel modo e soprattutto non cantata da lei...
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Threesome, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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La macchina si fermò all'improvviso, svegliandomi dal sonno procuratomi dal lungo viaggio.
"Sveglia bella addormentata, siamo arrivati".
Aprì la portiera e mi fece scendere dalla macchina, fortunatamente, senza farmi cadere.
Avevo ancora la cravatta che mi bendava gli occhi; non posso negare che quel gesto non mi fosse piaciuto, anzi, dovevo proprio ammetterlo, ero perfino ammaliata, 
dal profumo che emanava;
profumo che stava via via svanendo, confondendosi con un altro odore più forte.
L'avrei riconosciuto tra mille al mondo, non c'era cosa che amassi di più, era il mare.
Arrivata con i piedi sulla sabbia, mi tolse la benda, e mi guardò con aria soddisfatta.
"Ti piace?".
"E' magnifico". Esclamai con sorpresa.
"Vieni, ti porto in un posto...".
Camminammo per un po' in riva al mare,  quasi lungo tutta la costa, lanciandoci sguardi lesti ma intensi, ridacchiando come bambini, finchè non arrivammo.
Lo trovavo meraviglioso, con un non so che di rustico; era un vecchio faro abbandonato da qualche anno, ancora in buone condizioni.
"Ti fidi di me?".
"Ormai già ti ho dato la mia parola".
Salimmo lungo la scala a chiocciola, che scricchiolava ad ogni passo, ed arrivammo fino alla cima, dove accese una candela e la poggiò sul pavimento.
"So che questo è completamente insensato per te, e lo capisco, infondo non ti ho nemmeno detto come mi chiamo, anche se io so come ti chiami tu,
è da un bel po' che ti seguo nei locali, nella speranza che tu mi notassi, e quando sono riuscito a parlarti,beh, li ho capito che non c'era altra persona,
con la quale volessi trascorrere questo giorno, sarò assurdo, ma ormai, ogni volta che chiudo i miei occhi, vedo i tuoi, è inevitabile. Comunque, sono Erik."
Ero come pietrificata, avevo i brividi lungo tutta la schiena, mi chiedevo come avesse fatto, come avesse fatto a farmi cadere ai suoi piedi in quel modo, 
senza sapere niente di lui e come facesse ad ispirarmi tanta fiducia solo guardandolo nei suoi occhi da bambino impaurito che risplendevano tra le ombre
create dalla candela.
Continuava a fissarmi negli occhi ed io fissavo i suoi, come se volessi farli parlare, o piuttosto implorare 'Baciami'.
Mi accarezzò con la mano il viso pallido, e si avvicinò lentamente indugiando; ogni secondo era straziante, più esitava e più desideravo le sue calde labbra,
e lui ne era consapevole.
Ma poi arrivò, quel bacio che aspettavo da troppo, che in un attimo era riuscitò a sciogliere il mio cuore e a guarirlo dalle ferite e a farmi dimenticare di tutto,
presente,passato e futuro.
L'adrenalina fluiva nel corpo, sentivo le sue mani muoversi su di me, ed io incominciai a fare lo stesso, non riuscii a rendermi conto in tempo della situazione,
che mordendomi le labbra iniziò a sbottonarmi la camicetta lentamente, ed io iniziai a sentirmi piccola e fragile, come se mi potessi rompere da un momento all'altro.
"Che stupida". Pensai.
Ma non riuscivo a fermarmi, Erik aveva preso il sopravvento su di me, ed io mi sentivo sempre più debole, come una bambola nelle sue mani che mi toccavano con forza,
nessuno mi aveva mai toccata con tanto desiderio, nessuno mi aveva mai fatta sentire cosi, in un attimo era diventato tutto ciò che importava.
Eravamo come onde che s'infrangono sugli scogli.
   
 
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