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Autore: Krealyus    05/03/2014    1 recensioni
Questi non sono missing moments, è una storia in cui i destini dei giovani Serpeverde si incrociano inesorabilmente, fino a fondersi col lato Oscuro. Mentre voi cercavate gli Horcrux, loro cercavano di vincere una battaglia.
Ce l'avranno fatta?
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Serpeverde | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Pansy, Pansy/Theodore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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In meno di ventiquattro ore, era sprofondata nel baratro della solitudine. E nemmeno per colpa sua.
No, non poteva lasciar continuare quel delirio, generato da una piccola ingenua. La fame le passò velocemente, tanto quanto le era arrivata, quella sera.
Ma avrebbe aspettato imperterrita, seduta a quel tavolo semi deserto, in Sala Grande. La evitavano tutti quanti, ma in cuor suo, Pansy sapeva che, un giorno, presto, sarebbero tutti tornati da lei. Non avrebbero potuto farne a meno. E certo non si sarebbe abbassata ad implorarli. Poteva anche aver infranto la Sacra Legge di Salazar, per cui ogni Serpeverde è Intoccabile, ma di certo non aveva altre colpe. Anzi...
Bevve un sorso di succo di zucca, gustandolo. Era zuccherato al punto giusto, e anche piacevolmente fresco.
Gruppi di studenti di tutte le Case entravano ed uscivano dalla sala, vociando allegri.
E Pansy li fissava, attenta ad ogni minimo gesto, la mente persa in chissà quale pensiero.
Poco dopo, Blaise e Theodore si avvicinarono al tavolo Serpeverde, ben lungi dal salutarla, o dal sedersi vicini a lei.
Lasciò correre, facendo finta di nulla. Ma quando arrivò Astoria Greengrass, si sentì avvampare. Quella sua chioma bionda, perfetta, e quei suoi enormi occhi cristallini, le davano la nausea. Per non parlare del suo ghigno. Ma chi pensava di prendere in giro?
Ora tutta la scuola sarebbe stata testimone della sua pubblica umiliazione. 
Anche Pansy ghignò.
-Paaaans!- si avvicinò Astoria.
Rideva di gusto. E la Parkinson la lasciò ridere. Le concesse tutto il tempo necessario per cessare quello stupido teatrino. Poi, le chiese gentilmente di sedersi.
-Non sei più in forma come una volta, Parkinson. Le doti di Nott non sono comparabili a quelle di Draco, vero?- scherzò.
Blaise, accomodato al capo opposto della tavolata, sghignazzò.
Esplose.
-Ma non vedi? E' solo una lurida questione di sesso, Greengrass! Tu...tu fai il lavoro sporco- aveva cambiato idea riguardo la dubbia sopravvivenza di Malfoy nelle mani di Astoria, -Lo tieni vivo. Come qualsiasi altra puttana. Io, d'altro canto, ho il suo amore, il suo onore ed il suo rispetto.-
Sputò quelle parole con tutta la forza che aveva in corpo, completamente fuori di se'.
Tutti la fissavano, sbigottiti.
Quando tornò in se, si accorse di essere in piedi, sul tavolo, rossa e madida di sudore.
Ansimava e tremava. E si odiava, nel profondo.
-E voi, luridi Mezzosangue, vi divertite a fissarmi?- congedò la Sala grande, correndo verso il proprio dormitorio, tra le lacrime.

***
-Credo tu possa essere felice e soddisfatta, ora che hai attuato la tua vendetta, Pans.-
La voce di Draco era gelida e seria.
-Ho appena iniziato- rispose lei.
Non si sarebbe mai aspettata di trovarlo ai piedi del tavolo, ad ascoltarla, inorridito, la sera precedente.
-Qualunque cosa io tenterò contro di lei, sarà il nulla in confronto a ciò che mi ha, anzi, che mi avete fatto.-
-Lo sai benissimo che non c'era bisogno di esibirti a quel modo.-
-Esibirmi? Tu chiami il mio discorso...esibizione? Draco io...non ti capisco più! Che ti è successo?-
-A me proprio nulla. Sei tu che sei cambiata, Pans...-
-Tu...tu non ti rendi nemmeno conto di quanto io tenga a te. Ma il problema più grosso è che non ti interessa. Non ti è mai importato nulla, di me.-
In cuor suo, sperava vivamente di sbagliarsi. Draco aveva ragione: era cambiata parecchio.
Era cresciuta, era diventata molto più responsabile e sveglia. Ma non aveva mai smesso di amarlo, da dieci anni a quella parte.
-E' da quando sei diventato Cercatore della squadra che ti porti a letto una ragazza diversa quasi ogni notte.-
Okay, stava decisamente esagerando, ma voleva essere certa di esprimere il concetto in modo molto chiaro. -Ed io che ho sempre lasciato correre. Sperando che avresti smesso. Sperando, un giorno, di diventare l'unica. E invece, nel tuo letto, ho trovato Astoria Greengrass. Chiamami, se vuoi, ingenua. Ma la verità è ben diversa...-
-Pans, io...-
-Tu stai con lei da sei mesi, Draco. Sei mesi! Sai...io apprezzo moltissimo la tua capacità di celare qualsiasi tua emozione, pensiero o segreto. Ti stimo, per questo. Ma quello che non sono mai riuscita a capire, è il tuo pretendere che la gente ti comprenda, solo perchè, fondamentalmente, non ti senti a tuo agio con te stesso.-
Fece una pausa, in modo che il ragazzo recepisse ed immagazzinasse il concetto.
I suoi piani di non parlargli erano letteralmente andati in frantumi.
-Ho bisogno di aria.-
-No, non hai bisogno di aria. Hai bisogno di crescere, Draco. E renderti conto che sarebbe il caso di non lasciarti sfuggire chi ancora ti sta vicino.-
Erano talmente vicini, che le loro labbra si sfiorarono. Ma Pansy stette ben attenta a non lasciarsi andare.
-Per questo dovresti riappacificarti con Astoria.-
-Non puoi chiedermi ciò, Draco. Non puoi proprio. Io non cederò finchè la piccola Greengrass avrà avuto ciò che si merita. Che a te vada a genio oppure no. Sono stufa di gente che mi dica cosa fare o cosa non fare. Theo me l'ha 
detto chiaramente: questa è la mia guerra. E non mi importa se non avrò un esercito, alle spalle. La combatterò, fino
alla fine. E la vincerò.-

  
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