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Autore: Krealyus    05/03/2014    1 recensioni
Questi non sono missing moments, è una storia in cui i destini dei giovani Serpeverde si incrociano inesorabilmente, fino a fondersi col lato Oscuro. Mentre voi cercavate gli Horcrux, loro cercavano di vincere una battaglia.
Ce l'avranno fatta?
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Serpeverde | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Pansy, Pansy/Theodore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Draco Malfoy si svegliò nella stessa posizione in cui si era addormentato la sera precedente.
Era ancora mano nella mano con Pansy, ma era scosso da brividi di freddo. C'era parecchia umidità, sui muri della stanza, quel mattino di metà Novembre.
Fuori diluviava.
Pansy avrebbe dormito ancora a lungo, se non fosse stato per un tonfo sordo in corridoio. Si svegliò di soprassalto, nervosa e, non ricordandosi di essere in compagnia, imprecò.
-Tu...che diavolo ci fai qui?- gli urlò, gli occhi sbarrati.
Draco rise di gusto, facendo finta di nulla.
-Esci! Fuori dai piedi, Malfoy!-
-Pans...mi hai chiesto tu di restare- disse tranquillo, quando posò lo sguardo sul Pensatoio di lei, -solo che i tuoi ricordi sono finiti là dentro- lo indicò.
Un secondo tonfo echeggiò. 
-Chi c'è?- chiese.
-Oh, finalmente qualcuno si è degnato di rispondermi. Devi scendere in sala comune, Malfoy. Ora. E' importante...-
-Ho da fare- fu la risposta, secca, di Draco.
La porta della camera si aprì con uno scatto. Blaise entrò.
-Certo, Zabini, perché già che ci sei, non ti infili sotto le coperte mentre io e Draco ti raccontiamo la favola della buonanotte?- urlò Pansy, infuriata, -se non impari un po' di rispetto, signorino, te lo insegnerò io a suon di Maledizioni!-
Odiava essere disturbata. Ancor di più se in un momento delicato come quello che stava vivendo.
-Anche fare aspettare una ragazza è irrispettoso- rispose lui.
-Guardami negli occhi, Blaise Zabini, perchè non ripeterò ciò che sto per dirti: se solo OSI, una volta ancora, includere Astoria nei tuoi discorsi in mia presenza, ti ritroverai morto ancora prima di riuscire a scusarti!- alzò la bacchetta.
Draco si allontanò.
Blaise, invece, continuò, imperterrito: -Certo, già una volta mi hai tirato un ceffone, perché non lo fai di nuovo?- la provocò.
-Me ne infischio delle Leggi di Salazar e delle tue delicate guanciotte rosee...dico io, sei RINCRETINITO, per caso?-
La Greengrass apparve alla porta.
-Suvvia, tesoro, non c'è alcun bisogno di urlare a quel modo. Potresti svegliare chi ancora sta dormendo...-
Il suo tono era sarcastico.
Pansy si girò verso Draco, sperando che intervenisse al posto suo, altrimenti sarebbe stata la fine.
Ma nessuno dei due fece a tempo a dire qualcosa, perché Astoria riprese -Blaise stava solo obbedendo ad una mia richiesta, comunque. E...Draco, faresti meglio ad ascoltarlo. Non è davvero carino fare aspettare una signora.-
Il suo discorso non fece una piega. Nessuno si mosse. La tensione, però, si respirava nell'aria. Sarebbe bastata una sola parola fuori posto per scatenare un putiferio. E non tardò ad arrivare.
-Suvvia...fino a settimana scorsa dicevi che la Parkinson è sempre stata una perdita di tempo. Le cose non possono essere cambiate in soli sette giorni!-
Si dovette gettare di lato per evitare che uno Schiantesimo la colpisse in pieno volto.
Pansy le si avvicinò, in preda alla collera. -Il tuo momento è finito, dolcezza. Draco è tornato da me. La storia non finisce qui, comunque. Ti prenderò tutto ciò che più ti sta a cuore, e ti farò cadere in un tale stato di depressione e solitudine, che maledirai con tutta te stessa il giorno in cui nascesti. Ora, fuori dai piedi! Tu e Blaise!-
I due lasciarono la stanza, e Pansy si tranquillizzò.
Era già quasi ora di pranzo, ma la ragazza era già sazia di vittoria. Fece apparire due calici di pregiato Vino Elfico, direttamente dalle cucine, e chiese a Draco di brindare. 
Lui esitò un attimo, poi bevve. Adorava quel liquore con tutto se stesso.
Pansy avrebbe voluto urlare al mondo intero, quanto felice fosse di riavere Malfoy accanto a se, ma aveva giurato a se stessa che non si sarebbe lasciata andare. 
Almeno fino a che non  avesse avuto certezza che la storia con la Greengrass fosse veramente conclusa.
-Ricordami di tenerti sotto controllo, la prossima volta. Agisci troppo d'impulso, Pans...è pericoloso.-
-Io non direi proprio. Mi so perfettamente controllare...solo che, a volte, do libero sfogo alla rabbia repressa. Solo che io, invece che sfracellarmi le nocche delle mani contro il muro della camera come fai tu, prediligo bersagli migliori.-
-Certo, Parkinson. E' divertente, vero, sentire di nuovo il potere scorrere nelle proprie vene?-
Astoria non se n'era andata. Al contrario, era rimasta ad osservare tutta la scena dal ripostiglio delle scope.
-Sappi comunque, che non durerà a lungo. Se io affonderò, tu sprofonderai con me.- ghignò, -Ricordi la promessa che mi facesti al terzo anno, sì? "Insieme cadremo e ci rialzeremo, fino a conquistare il potere supremo!" Solo che ho la 
netta sensazione che, questa volta, se cadremo, non ci sarà nessuna risalita.-
Questo diede molto da pensare a Pansy.
Se la ricordava perfettamente, la promessa che fece, di sua spontanea volontà, ad Astoria.
Solo che mai si sarebbe aspettata di doverla rimembrare in una tale situazione.
-Per te no di certo- rispose, -vedi, il trono è UNO, e quella che siederà, sarò IO, ed IO soltanto.-
Draco ne ebbe assai. Si alzò, e lasciò la stanza. Ma Pansy non perse tempo e lo rincorse.
Inseguimento che terminò poco di sotto, in sala comune.
-Che ti è preso?- chiese, allarmata.
-Ho mal di testa. Sono settimane che non parlate di altro.-
-Per Salazar! Sei così tremendamente vulnerabile, in questi giorni! Dovresti ricominciare a pensare con la tua, di testa, e smetterla di lasciarti traviare dalle convinzioni malate di una quindicenne! Sei o no Draco Lucius Malfoy?-
Annuì.
Lei si avvicinò al suo viso e, di colpo, cedette.
Dopo sei lunghissimi mesi, tornò a baciarlo.

  
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