Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Jane_sfairytales    05/03/2014    2 recensioni
Niall è un ragazzo con un enorme problema: riuscirà Ginevra a guarirlo? O dovrà vedere l'uomo che ama allontanarsi e distruggersi a poco a poco?
From Chapter XXIV: « Non mi interessa ragazzo. Il tuo scopo nella vita non è farti ammazzare tentando di salvare persone che spesso si mettono da sole nei guai o che comunque la polizia potrebbe tranquillamente aiutare se tu gli dessi modo di fare il suo lavoro; smettila una buona volta di fare il paladino della giustizia e fai ciò che ogni uomo come si deve dovrebbe fare: amare la donna che il Signore gli ha concesso di avere accanto e rendere felice ogni giorno della sua vita; è un compito più che onorevole ed è tuo dovere farlo bene. Non fartela scappare ragazzo perché senza di lei la tua vita non vale nulla; non te lo dimenticare mai. »
P.S.
Il titolo della Long è dato dalla canzone "Just the way you are" di Billy Joel.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note.
Consiglio "Drunk" di Ed. *-*

 








 
Chapter XXXIII - Drunk!
 
Rigirò languidamente il boccale quasi intatto perdendosi nei riflessi del liquido ambrato. Non sapeva neanche perché fosse lì, forse la forza dell’abitudine.
« Ciao… » Soffiò una voce suadente come la proprietaria  a pochi centimetri dal suo orecchio. « Sei tutto solo? » La guardò con sguardo assente, troppo stanco anche solo per pensare a quanto fosse squallida quella ragazza a svendersi a quel modo.
« Non è serata. » La liquidò rapido.
« Dai, questo non è il posto adatto a tenere il muso e poi… vedrai che ci divertiremo. » Concluse mordendosi il labbro inferiore. Niall represse una smorfia di disgusto e si girò sullo sgabello tornando a fissare il boccale sul bancone: considerando le belle parole che gli regalò, alla ragazza non doveva aver fatto piacere questa sua mossa.
Bevve un lungo sorso deciso ad andarsene. Ginevra non avrebbe mai messo piede in quel posto, in fondo che motivo poteva averne? Lei non beveva, ci fosse stata almeno della buona musica dal vivo, ma quella che mandavano le casse era a dir poco orrenda.
Chissà se avrebbero preso a suonare noi… lei ci sarebbe venuta ad ascoltare lo so, anche tutte le sere; lei non si sarebbe mai stancata di noi. Pensò con un sorriso amaro, mentre ricordava le strofe dell’ultima canzone che le aveva composto.
“Essere qui senza te è come svegliarsi con solo mezzo cielo… Al massimo sono metà uomo… Mi manca tutto ciò che facevamo: ho solo metà cuore senza di te… “
Aveva lo sguardo perso nel vuoto, proprio come la sua anima, ed era talmente fuori che vide comparire un’ondeggiante massa di capelli azzurri solla soglia del locale: era così bella, così vera, così lei quando si moveva e si accigliava inclinando il capo per riuscire a sentire meglio ciò che le stava dicendo Harry.
Aspetta… Harry?! Il sobbalzo gli fece cadere il boccale di mano mandandolo in frantumi sul pavimento. Immediatamente si chinò a raccoglierne i resti prima che i nuovi arrivati lo individuassero con lo sguardo; li osservò sedersi ad un tavolo lontano e andò ad accomodarsi a sua volta in un punto strategico per vedere e non essere visto. Il numero di bicchieri cominciò a moltiplicarsi rapidamente mentre li guardava da lontano: a volte si sentiva vittorioso, quando lei assumeva un’aria infastidita probabilmente per la musica troppo alta o per gli ubriachi che la circondavano, altre sentiva una stilettata al cuore, vedendola ridere alle battute del riccio; ogni pugnalata era un nuovo boccale.
 
« Harry ricordami: perché diamine siamo qui? »
« Perché tu devi prenderti una pausa da tutto questo stress: rilassati. »
« Nel caso non lo avessi notato, io odio bere, quindi non mi fa affatto rilassare star qui con tutta questa marmaglia spostata e potenzialmente violenta. Ma lo vedi quanto bevono? E pure tu cavolo! Stiamo già a tre. » Sbuffò strappandogli il cocktail dalle mani.
« Ok, scusa, speravo di incontrare Niall. »
« E cosa pensavi di ottenere in tal caso? Lo sai quello che mi ha detto: siamo solo amici, sempre se questo strano rapporto possa considerarsi amicizia. »
« Ne sei davvero sicura? » Quando la vide annuire proseguì. « Allora che ti importa se facciamo la prova del nove? »  
« Ma quanto sei noioso… » Sbuffò lei arrendendosi.
« Scusa. » Disse lui stritolandola e dandole un bacio sulla guancia: la fece ridere forte.
All’improvviso il suo sguardo fu attirato da un nutrito capannello di ragazze che ridacchiavano intorno a qualcuno; stava per distogliere lo sguardo annoiata, quando sentì una risata familiare provenire proprio da lì: bastò che i corpi si muovessero un po’ perché riuscisse a scorgere l’uomo che conosceva. Niall aveva un boccale in mano e la camicia sbottonata, propinava palpatine ed ammiccate a destra e a manca senza neanche preoccuparsi di non farsi vedere: in men che non si dica, molti fidanzati gli furono addosso.
Hazza osservò il volto bianchissimo di Ginevra e capì ciò che stava per fare prima ancora che lei potesse pensarlo: in fondo era ciò che stava per fare anche lui; si fece largo a spintoni tra la folla e si mise di fronte al biondo.
« Hey amico! Abbiamo alzato un po’ troppo il gomito eh? Su ragazzi rilassiamoci: si è appena laureato, se lo merita un po’ di divertimento. » Un omone tanto grande da sembrare un orso lo afferrò per il bavero e avvicinò il grugno al suo con fare minaccioso.
« Allora digli di andarsi a trovare qualche puttanella con cui divertirsi: la mia ragazza non lo è. » Lo lasciò andare, ma Niall cercava la rissa e stava già per lanciarsi su di lui quando qualcuno urlò.
« Adesso basta! » Ginevra, per quanto microscopica in mezzo a tutti quegli omoni, aveva uno sguardo così duro e furente da ammansirli tutti. Afferrò il polso del biondino e lo trascinò fuori dal locale. Il ragazzo fu così stupito, o forse era troppo ubriaco, che all’inizio non oppose neanche resistenza, ma quando l’aria aperta gli sferzò il viso, si ricordò d’esser furioso con lei.
« Mbè che c’è? Adesso mi fai anche da balia? Tu puoi trombarti Harry in tutti i modi possibili e io invece non posso spassarmela? Non illuderti tesorino: non sarà così! »
Ginny spalancò gli occhi e le labbra boccheggiando: quello proprio non glielo doveva dire. La rabbia repressa fino a quel momento esplose tutta in una volta.
« Coosa?! Tu, infido verme che mi hai lasciata perché “oh, non posso, ho paura di farti del male”, » Gli urlò contro scimmiottandolo. « adesso te ne vai con la prima che incontri e te la fai allegramente?! Sei solo un viscido bugiardo, mi fai schifo! Mi avevi detto di amarmi, mi avevi fatto credere che ero importante per te e invece? Ti fai tutte le ragazze del luogo e anche più per volta! Sei solo una schifosa puttana! »
« Tu non capisci un cazzo! Non sei nessuno per dirmi quello che devo o non devo fare! Se voglio ubriacarmi? Beh, lo faccio. Voglio scopare? Allora scopo. Cosa c’è, sei gelosa perché a te non l’ho dato troietta? Se vuoi possiamo rimediare anche subito. » Lo schiaffo lo raggiunse forte e deciso in pieno viso.
Aveva ragione Zayn: c’ha proprio la mano pesante.
Quando si voltò a guardarla, tutta la furia era svanita dai suoi occhi, in cui ora regnava una calma glaciale: aveva un’unica emozione per lui, il disprezzo.
« Vergogna… sei l’essere più abominevole che conosca: pensavo che con la stronzata di salvare la gente avessi toccato il fondo, ma evidentemente mi sbagliavo. Prima almeno credevo che fossi solo sbandato, ma adesso so che la tua pazzia in realtà è un comportamento freddamente calcolato, logico e volontario. Mi fai schifo, guarda cosa sei diventato: un puttaniere, un ubriacone da quattro soldi! Ma questo ci può anche stare, non fosse che tu sei pericoloso e con questo comportamento sconsiderato stai mettendo in pericolo tutti coloro che con te hanno a che fare! Te ne rendi conto almeno? Ti fermi mai a pensare stupido zotico? Dov’è finito il ragazzo tormentato sì, ma gentile e ragionevole che ho conosciuto? Dov’è finito l’uomo buono e moderato che ho imparato ad amare? Cosa ne hai fatto tu, mostro aberrante che vedo davanti ai miei occhi?! Un volta pensavi che se ti avessi visto da lupo ti avrei abbandonato perché eri un mostro; bene, ci sei riuscito: ti abbandono perché lo sei diventato, e non ha niente a che vedere col lupo, ma con l’uomo che sei. » Sganciò i suoi occhi da quelli azzurri e tornò dentro; passando accanto ad Harry gli afferrò il polso e lo trascinò al loro tavolo; quando si risedettero, il cocktail lasciato a metà finì tutto nel suo organismo, e fu solo il primo di tanti.
 
Il ragazzo vagava sbandando senza una meta, in cerca di qualcosa da fare. La mente era tremendamente annebbiata e aveva già vomitato una volta, ma la delusione e il disprezzo negli occhi di Ginevra continuavano a non andare via: li vedeva ancora fissi davanti a lui mentre gli sputavano in faccia tutte quelle orrende verità, perché era questo che erano, verità.
Quando vide il gruppo di ragazzi coi coltellini che ne aggrediva un altro, il cervello ci mise un bel po’ a decodificare ciò che stava accadendo, ma il corpo agì in automatico, e senza pensare, si ritrovò ad essere un lupo.
 
Non sapevano come avevano fatto ad arrivare fino a lì, né come Harry fosse riuscito ad aprire la porta di casa sua, ma si erano trascinati lungo le scale e adesso lei aveva le gambe avvolte intorno ai suoi fianchi e la schiena poggiata all’armadio mentre le loro lingue si intrecciavano voracemente.
Il ragazzo gli morse il labbro e poi cominciò a scendere lungo il collo lasciandole una scia infuocata sulla pelle; Ginny  gli solcò le spalle con le dita. Il riccio la guardò con gli ardenti occhi verdi e la adagiò sul letto, accarezzandole una guancia, come faceva sempre: erano le sue “mosse” standard quelle; ma quell’attimo di tregua, fece scattare qualcosa dentro di loro e i volti si trasformarono in maschere d’orrore.
« Harry…  » Sussurrò piano lei mentre questi le si spostava di dosso accasciandosi su un fianco.
« Ginevra io… perdonami è che… mi piaci, e anche da molto tempo… lo sai che volevo uscire con te. »
« Lo so. » Sospirò mentre una lacrima le scendeva lungo la guancia; lui gliela asciugò.
« Mi dispiace, non volevo… » Le parole gli uscivano biascicate e a stento riusciva a tenere gli occhi aperti: avevano bevuto davvero tanto.
« Baciami… » Sussurrò piano la ragazza accarezzandogli una guancia; Harry fu fatalmente attratto da quegli occhi color cioccolato e non riuscì a resisterle: fu il bacio più dolce e delicato che avesse mai dato o ricevuto, ma quando si staccarono, furono certi che tra loro non c’era altro che un amore fraterno. Si addormentarono abbracciati, di nuovo in pace con se stessi.

Spazio d'autrice.
Hello, hello, I'm really hoping you'll forgive me. I keep talking, begging, tell me what I wanna hear, yeah. Girl, just tell me what I wanna hear...
Ok, lascio a voi canticchiare il seguito! ;)
Alloooora, spero che questo capitolo vi sia piaciuto: rileggendolo ho notato che piace anche a me. o.o ahahahah
Fatemi sapere cosa pensate accadrà a quei due malandrini quando si sveglieranno e cosa farà Niall. Sono curiosa di sapere cosa pensano/immaginano/creano e vostri cervelli. *.*
Un bacio a tuttiiiiiii!
Jane.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Jane_sfairytales