Serie TV > Provaci ancora prof
Segui la storia  |       
Autore: Okimar    05/03/2014    1 recensioni
Camilla e un uomo divorziato senza figli. Gaetano e l'ex che gli lascia un messaggio disperato in segreteria.
Claudia e una bambina innocente che le richiama alla mente ricordi dolorosi. Paolo e un conducente di tram quasi in pensione.
La prof e il vicequestore si ritroveranno dalla parte sbagliata della giustizia. Al loro posto indagheranno una vecchia conoscenza di Camilla e il capitano dei carabinieri, uniti in un caso che sembra richiamarsi a altri. Dove amore e sangue si tingono entrambi di rosso. Fino alla lotta finale contro il Male.
A furia di gridare al lupo...
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Camilla Baudino, Gaetano Berardi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prospettava proprio male. In quel postaccio, cosi diverso dal commissariato di Gaetano che lasciava sempre e ovunque un suo segno personale, l'aveva accolta un ragazzo probabilmente da poco attivo che l'aveva trattata con rigida formalità, ma il peggio era stato incontrate il capo di tutta la baracca che le aveva chiesto se aveva un alibi per la sera del giorno precedente, l’8 dicembre, tra le ore 19.00 e le 23.00, tutto puzzava di delitto ma non avevano voluto dirle niente, nessuna spiegazione, solo domande e toni di voce aspri e alti più del dovuto. Ora era in ritardo, abitudine ormai. Passa quindi dal preside, che per fortuna non è Mazzeo, chissà se sta ancora con Susi, dovrei chiamarla.
Quel giorno però, Nanni era particolarmente nervoso e non prese bene le sue giustificazioni. Non aveva voglia di insegnare, che cosa e per fare se tanto tutto quello che diceva entrava da una parte e usciva dall'altra...? Era proprio una brutta giornata, nonostante fosse iniziata molto bene, pensa sfiorandosi le labbra. Bene, l'Ungaretti è andato, ma domani devo per forza affrontare Montale e so che ai ragazzi di solito non piace.
Ora però l'aspetta qualcosa di peggiore rispetto a ossi di seppia e limoni; affrontare Renzo, non Tramaglino ma Ferrero. Sta per salire in macchina quando suona il telefono, ancora quei caramba, ma questa volta non ci va da sola e la rubrica è già sulla G.

Carte, scontrini in ogni antro, scarpe e vestiti sotto il letto, panni asciugati e piegati da chissà quanto; non era uno di quegli uomini sul genere dei fattoni o sciatti, solitamente era ordinato e infatti era stata la prima cosa che aveva detto lei quella volta che l'aveva invitata a casa sua, a Roma, per dichiararle i suoi sentimenti e tentare di baciarla. Ora però regnava il caos, tra quelle cose sarebbe stato difficile trovare un telefonino che suonava come un grido d'aiuto, di un naufrago su un'isola deserta, di qualcuno caduto dalla nave, seppellito da onde salate e calzini al formaggio.

Era dovuta andare da sola, lui non le aveva risposto e c'era rimasta davvero male, ma questa volta le era stato chiarito il motivo: accusata di complicità nell'omicidio di Giuseppe Marchi; movente: amante o per lo meno complice dell'ex fidanzato/quasi marito di una parente o amica (mica gliel’avevano specificato, l’aveva dovuto dedurre da sola) del defunto. Non ha ancora messo piede a casa, ridicolo pensa, ora che vive a Torino abitano l'una di fronte all'altro, avrebbero potuto fare la strada insieme un sacco di volte e invece ognuno per conto proprio... che un uragano la travolge con insulti e improperi vari. Livietta non è a casa, deduce lei.
-Mi vuoi spiegare come sia possibile che sto via tre giorni, torno e scopro che non solo sei coinvolta in un omicidio ma ne sei l'artefice, indoviniamo con chi? Ma con il poliziotto super più!-
-Renzo, per favore calmati!- l'uomo, ormai aveva una certa età, non sapeva neanche perché se la prendeva tanto; non per amore certamente, quel sentimento non lo provava da un bel po' verso "sua moglie". Per dieci anni era stato un matrimonio corretto, entrambi si amavano e rispettavano, ma poi qualcosa era cambiato. Un amore può finire senza che questo debba essere interpretato diversamente da quello che è stato. Il loro era declinato dapprima lentamente finendo tra una routine fastidiosa per entrambi e le responsabilità da genitori. Un po' prima di quando avevano conosciuto altre persone che diversamente da quella con la quale erano sposati, avevano attirato la loro attenzione e non solo. Amarsi e stare insieme non sono affatto la stessa cosa e non sempre coincidono, nel corso della storia questa era stata una cosa normale, ma anche ai nostri tempi accadono cose del genere, colpa però i falsi valori della gente. Lui aveva avuto una cotta che era degenerata per la supplente di merengue di Livietta e quindi aveva conosciuto Carmen e si era innamorato.  Ora l'aveva rincontrata, Pamela, bella come sempre e diretta, e decisa.
Quindi se non era per amore, perché gli stava tanto a cuore? Un po' sicuramente per orgoglio, per ego personale ferito, peculiarità non sua ma di tutto il genere umano. E poi perché c'era sempre e comunque in mezzo una figlia, che poteva vedere arresto più adulterio (pacchetto completo) male e trarne un trauma che da adolescenti non è che la goccia che farà traboccare il vaso.
-Ma l'hai vista la tv? Il telegiornale?- un po' recita, è finto, non riesce più a essere in pensiero come le prime volte e anche questo è un segno indelebile. Renzo prende il telecomando, la tv si accende su uno dei tanti e vari telegiornali della rete nazionale e ecco la sua foto, presa dall'annuario scolastico dell'anno scorso, per fortuna, nella patente e carta d'identità era venuta malissimo, affiancata a quella di Gaetano. Due scritte in grassetto e maiuscolo: COMPLICITA' e AMANTI. Ancora una volta. Il peggio era accaduto. 
-Mi dispiace, Camilla...- ora il tono dell'uomo si fa accomodante e comprensivo. -Ma non so se sia un bene che quando Livietta torni, tu sia qui!- ecco il prezzo da pagare per essersi innamorati di una persona con la quale non ci si è uniti di fronte a Dio.

Andreina era sempre sembrata una donna dura e rigida ma come avevano testimoniato le storie d'amore che aveva/stava vivendo, non era solo così. Quando aveva saputo la situazione, non avendo letto il giornale, né ascoltato radio o visto tg, si era precipitata dalla figlia e se l'era trovata in casa, a prendere a testate il muro, a momenti.
-Amore mio! Smettila, mi scrosterai tutta la parete!- scherza lievemente.
-Renzo mi ha cacciato di casa, mamma.- dice Camilla quasi senza tono di voce, come se le fosse indifferente. Ma una madre conosce istintivamente la creatura che ha tenuto in grembo per ben nove lune. L'anziana signora la prende per le spalle e la obbliga a sedersi sul divano. Le sembra di essere tornata indietro nel tempo, quando lei era piccola e fragile, ma nonostante questo era talmente testarda già all'epoca che non chiedeva spesso il suo aiuto. Ma tutto sommato ho fatto un buon lavoro.
-Camilla, calmati e spiegami, perché non ci ho capito niente.- la figlia le racconta le indagini in corso, i sospetti, la reazione di Renzo ma tralascia di elencare i suoi sentimenti cambiati e l'aiuto che le ha dato Gaetano. -Vuoi venire a stare da noi?- pausa, le da il tempo di pensarci un attimo prima di sottoporla a un'altra opzione: -O preferiresti se mi trasferissi per un po' qui, nello studio con te?- la donna scuote la testa, no, nessuna variante va bene al momento, prima deve fare una cosa.
-No mamma, avevo solo bisogno di dirtelo... non saresti dovuta venire qui solo per questo.- l'altra si mette quasi a ridere per l'assurdità della cosa che ha detto.
-Solo? Non per metterti ansia ma è una cosa piuttosto grave.-
-Grazie, mamma- sospira roteando gli occhi, per avermi tranquillizzato così efficacemente.

-Renzo mi ha cacciata di casa!- quasi non ha fatto in tempo a stringere il pomello della porta, che lei si è già buttata addosso a lui con tutte le sofferenze, il dolore, la sopraffazione che prova. Gaetano accoglie quel pacco imprevisto ma desiderato, accettando, come in un matrimonio segreto di proteggerla e amarla "in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia". Non le chiede di sedersi ma la conduce direttamente al divano, lei si lascia guidare e sprofonda, con gli occhi fuori dalle orbite e rossi per quelle lacrime trattenute troppo a lungo, che stanno per esplodere, travolgendoli come un fiume in piena. Ma lui è pronto, ha da tempo rinforzato gli argini, lasciando un canaletto, un'apertura per lei, perché non ha intenzione di abbandonarla a sé stessa, ma di accompagnare il suo cammino lungo la rinnegazione, l'accettazione, l'interiorizzazione del dolore. -Tu non mi hai risposto e loro mi hanno divorata, altro che le Peliadi o Tantalo!- lo attacca -Mi hanno accusato di aver ucciso un certo Giuseppe Marchi grazie alle conoscenze derivate dalla nostra amicizia- e per enfatizzare il concetto, lo spinge a lato, allontanandolo. Gaetano si chiede chi diavolo sia adesso questo, e teme che possa c’entrare qualcosa con la scomparsa di Roberta. -Vado a casa mia- sottolinea terribilmente quell'aggettivo possessivo, sì caro Renzo, perché te la do vinta ma solo per un po' e perché sono in torto, ma quando mi sarò rinsavita ricorderò che è per il 60% mia, avendo mia madre contribuito come al solito all'acquisto  -e invece che ricevere una giusta accoglienza "tesoro ce la faremo insieme", ma andava bene ugualmente un falso e ipocrita "andrà tutto bene"...- prende fiato perché stavolta sente che non riuscirà a sfogare tutto con l'implosione. Sì perché tra esplodere e implodere ha sempre preferito la seconda, perché più intima, privata, contenuta e quindi, seguendo il pensiero di Pascoli "dolore è più dolore, se tace". -...invece grida, ingiurie, un abbandono totale e irrispettoso nei confronti dei giuramenti nuziali!- Gaetano avrebbe già da dire qualcosa ma tace, consapevole che ci sia dell'altro. -Mi ha sbattuto fuori come un clandestino, un reietto e io glielo permesso! Tutto perché ha toccato il punto debole di ogni donna.- lui annuisce.
-Livietta.-
-... Gae...tano... non sono in grado di affrontare tutto questo da sola.- finalmente l'aveva confessato, perché come le aveva ricordato tempo fa esistono persone forti che a volte diventano deboli e non c'è nulla di male in questo, specie se c'è lui dall'altra parte a raccoglierla. -Ah, dimenticavo, mi hanno anche accusata di essere la tua amante.-
Gaetano a quel pensiero sorride. Amante non deve per forza essere identificato con l'altra, il terzo incomodo o il rovina famiglie.. può anche essere visto come "colui che ama" e questo lui era sempre stato verso di lei... Camilla... beh lei gli era stata amica, da sempre, e madre talvolta ma amante... questo no. Purtroppo, a malincuore gli costava ammettere che non era mai sembrato possibile tra loro. Lui non era una persona di quelle che riescono a mentire e tenere su una farsa... anche se non essendo sposato o vincolato, avrebbe dovuto dire bugie solo per coprire lei. Che non era a sua volta il tipo che tradisce il marito coi fatti, come Renzo aveva invece compiuto. No, se fosse mai nato qualcosa di concreto tra loro entrambi sapevano che sarebbe stato alla luce del sole, senza temere giudizi ma entrambi regolari davanti alla legge, politica e sociale. Camilla lo guarda come se fosse impazzito e probabilmente dev'essere così, ma non gli interessa ora. La donna che ama ha bisogno del suo aiuto, l'ha ammesso, e lui farà il suo dovere ma un po' di humor non guasta.. per sdrammatizzare. Non riusciva nemmeno a immaginarsi una di quelle tipiche scene da commedia borghese "Oh no, mio marito sta arrivando, nasconditi nell'armadio!" Chissà poi perché gli uomini negli armadi e le donne sotto il letto... c'era dietro un qualche significato psicologico? Le sorride.
-Cosa c'è?- chiede lei con quel tono tra il preoccupato e il dichiaratamente scazzato. Continua a guardarla.
-Nulla, solo non capisco come non riesci ancora a comprendere come ti vedo e come penso.- Camilla fa spallucce, quindi le nasce un sorrisetto di quelli da ragazzina colta in fallo.
-Forse lo so... ma mi piace sentirtelo dire.- magari era la volta buona che erano crollate tutte le barriere se così apertamente (cosa che era solito fare lui e non lei) confessava certe sue pulsioni. Ti prego, dimmi che mi vuoi baciare, che hai sempre sognato di poter passare tanto tempo con me, che vorresti anche tu avere Alice e andare a fare passeggiate con Potti e me. Non voglio che rinneghi il tuo passato, che cancelli Renzo. Mi basta sapere che desideri anche tu stare con me, seriamente, perché non sono più in grado di sopravvivere con qualche sorriso, baci sulla guancia (rari), abbracci sporadici... ho bisogno di una prova ma non glielo avrebbe mai detto davvero, sarebbe sembrata un'ingiusta presunzione. 
-...ah, Camilla!- si limita a esclamare scuotendo appena la testa e provando ancora un po' di dolore, residuo dell'infortunio causato dall'incendio in casa sua. Lei se ne accorge e lo accarezza e come nei cliché dei film gli domanda:
-Ti fa molto male?- non ci giurerebbe, ma ha tutta l'aria di chi è consapevole di ciò che sta facendo e di cosa ne otterrà in cambio, sembra stia recitando. A lui sta bene, sta al gioco.
-Sí, avrei proprio bisogno di un massaggio, peccato che non ho il tempo di andare in uno di quei centri con donne dalle mani fatate...- l'allusione sessuale iscritta nell'atto stesso di immaginare un massaggio, più quella che opportunamente creano le parole così accostate, unite a un ricordo dell'ultimo episodio di The client list e della bellissima Jennifer Love Hewitt ma non potevi startene a far salotto coi fantasmi? fanno in modo che invece di arretrare come avrebbe volentieri fatto prima, accetti silenziosamente, per vivere quel momento rubato, solo loro. Sorridendo per l'imbarazzo per tutti i miti greci, fa che almeno non sia diventata rossa come Afrodite nel vedersi specchiata mentre suonava il flauto... anche in questo pensiero può esserci un doppio senso, ma lei non lo coglie perché troppo impegnata a guardarlo togliersi lentamente la camicia, sicuramente per esasperarla, effetto ottenuto, Camilla freme sul posto e gliela strapperebbe pur di velocizzare la cosa, ma non lo da a vedere.
Tuttavia anche lui ogni tanto guarda la tv e si è appassionato specialmente del Dr Lightman... quindi: pupille dilatate, siccome non ha armi, buon segno... finalmente a petto nudo, lei si perde tra mille fantasie sul quel corpo atletico e inconsapevolmente si trova a accarezzare lievemente qualche cicatrice, senza chiedergli come se le sia procurate. Gaetano si limita a godersi quel momento, un trillo fastidioso potrebbe riportarlo violentemente alla realtà in qualunque momento.
Il massaggio vero e proprio nessuno dei due sa quando sia cominciato, fatto sta che si ritrovano vicini, lei e il suo fiato sul collo di lui che è in modalità massima resistenza. Crolla sotto quelle mani che raramente ha avuto modo di sentire su di sé, quando gli ha accarezzato la guancia, per l'unico bacio passionale che si siano mai concessi, quando lo teneva tra il viso e il collo, nei infinitesimali abbracci che si sono scambiati...  troppo poco! Ora invece è il paradiso che si rivela, con coro d'angeli e compagnia bella, se questo è il massimo che può pretendere per ora, se lo farà andare bene, sono almeno tre passi in avanti da quando si conoscono. Camilla non sa di preciso cosa stia facendo, un mix di quello che ha visto, sentito come tutti, sull'interessante argomento, più l'esperienza maturata con Renzo, il quale si è dimostrato ben più abile di lei in materia... ecco perché l'ho sposato pensa ridendo e questo gesto spacca il loro attimo riportandoli alla realtà. Non osa chiedere come sia venuto, ma vorrebbe sinceramente saperlo. Così attende che sia Gaetano a prendere parola. I problemi legati al possibile arresto, calunnia e mortificazione personale, sembrano nemmeno sfiorarli ora.
-È stato..- finge di pensarci su un attimo, per torturarla -...sei stata davvero...- brava, incompetente, deficiente...? -...molto sexy.- ancora quella parola che solo lui aveva mai usato riferita a lei, in un momento in cui ne aveva proprio bisogno, quando la routine di coppia l'aveva fatta sentire noiosa, qualunque, non sicuramente bella né tantomeno sensuale. Non ricordava che Renzo l'avesse mai definita così, ma forse era la sua mente a farle scherzi simpatici.
-Grazie...- risponde mestamente e modestamente e forse anche per questo ama questa donna invece di un'altra, di tante altre che ha avuto. Lei ha bisogno di un uomo che le ricordi costantemente la sua bellezza e se non lo fa Renzo, a lui non spiace sobbarcarsi questo grave compito. Ricordava benissimo una delle volte più significative che gliel'aveva detto
-Qui aspettavi Livietta? ...Madonna, quant'eri bella...- ma lei aveva ribattuto -Quant'ero grassa..!- con tono quasi aggressivo verso sé stessa -Ho detto che eri bella.. e lo sei tutt'ora...- sembrava non volerlo accettare, probabilmente all'87% era vera modestia, il restante, orgoglio.
-Grazie a te, ora mi sento meglio..- anche io, ma verso un altro punto di vista..pensa Camilla.
Ma avrei voluto essermi ferito a una gamba, o ai fianchi... per scoprire altre abilità nascoste..
-...- il suo prego è un sorriso silenzioso alla chi me l'ha fatto fare.

Spazio autrice:
Le citazioni presenti riguardano:
-argomenti di letteratura italiana (Ungaretti, Montale, I promessi sposi)
-poesia di Pascoli
-programmi "The client list" (espressamente citato) e "Ghost whisperer" dove è protagonista J.L. Hewitt
-Dr Cal Lightman da Lie to me

Al prossimo capitolo,
Angy

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Provaci ancora prof / Vai alla pagina dell'autore: Okimar