PdV di Michelangelo. Terza persona.
Ecco. Lo sapeva.
Se lo sentiva. Prima o poi sarebbe successo. Il suo peggior incubo si sarebbe
avverato.
Lui solitamente
era un tipo che prestava poco attenzione a queste sensazioni negative. La vita
è un gioco bellissimo e divertente, ed è meglio concentrarsi sulle cose belle
piuttosto che su quelle brutte. Ma, per quanto non lo avesse mai dato a vedere,
e per quanto si sforzasse di non pensarci, erano mesi, ormai, che la notte
quell’incubo veniva ogni tanto a trovarlo, dalla prima volta che avevano
incontrato il loro nemico, che li aveva quasi uccisi. Adesso era qui, appeso
come un sacco, con le braccia che iniziavano a fare un male cane, ed il loro
nemico li aveva alla fine presi.
Michelangelo ha
stretto gli occhi. Pensa positivo, come
sempre, Mikey. Le cose si risolvono. Magari sarebbe stato salvato presto dai
suoi fratelli, come quella volta che era stato catturato con Donnie e subito
liberato da Raph e Leo: se l’era vista brutta, inerte ed incatenato come
adesso, ma poi erano arrivati i suoi fratelli maggiori a salvare la giornata…
Va beh, adesso Raph faceva il sacco accanto a lui, e Leo e Donnie potrebbero
essere prigionieri anche loro. Inoltre certe fortune non capitano sempre, la
vita vera non è come i suoi fumetti, purtroppo. E quello in piedi davanti a lui
era proprio il loro terribile nemico, non qualcuno dei suoi cretini scagnozzi.
La sua paura
peggiore, nascosta ben bene dietro i suoi sorrisi, dietro i suoi scherzi,
dietro l’ottimismo che cercava di infondere in ogni momento ai suoi fratelli,
adesso sembrava avverarsi. La paura che, a causa di quest’uomo, una sera più
sfortunata delle altre tutto potesse finire. La sua vita, la sua famiglia.
Niente più cose
divertenti, niente più sfide ai videogiochi, niente più pizza, niente più
scherzi che fanno incavolare tanto i suoi fratelli. Niente più niente…
Ha deglutito. Non
era mai stato più spaventato in vita sua. Ma non doveva darlo a vedere; ha
cercato di assumere un’espressione neutra, una di quelle belle facce truci alla
Raph o serie serie alla Leo, per non mostrarsi debole davanti a quel brutto
muso del loro nemico e non mostrarsi terrorizzato davanti a suo fratello. Ma
lui adesso si sentiva debole. E sì, inutile nasconderlo, ragazzi, era
terrorizzato. Cosa sarebbe successo? Lui lo sapeva, non era stupido, i suoi
fratelli forse non se ne rendevano conto, ma lui non era stupido. Le cose si
sarebbero messe male, molto molto male. Non sarebbero stati affatto gentili con
loro, no…
Lui lo sapeva. Data
la situazione in cui si trovava, non era del tutto irragionevole che alla fine
sarebbe stato ucciso. Ma più probabilmente sarebbe stato prima… torturato.
Solo a pensarla,
quella parola, faceva paura.
Se i suoi
fratelli o suo padre non fossero venuti subito a salvarlo, questo brutto ceffo
avrebbe voluto sapere da loro dove si trovasse la loro tana. Logico, avrebbe
fatto così. Anche quando lo aveva catturato Bradford lo aveva minacciato di estorcere
da lui le informazioni. E lui, non avrebbe sicuramente detto dove si trovava
suo padre appena glielo avessero chiesto! Allora… Cosa gli aveva detto, una
volta, il suo maestro? Nessuno può resistere alla tortura. Prima o poi tutti
crollano. E dicono quello che non avrebbero voluto dire, e fanno quello che non
avrebbero voluto fare. Allora avrebbe tradito suo padre, avrebbe rivelato al
suo nemico dove si nasconde.
Questo era il suo
incubo peggiore.
Ha deglutito
ancora, e si è sforzato di guardare negli occhi l’umano davanti a lui. Era un
ninja, dopo tutto, no? Non mostrare la tua
paura, anche se te la stai facendo sotto.
“Allora” ha iniziato
Shredder. “Chi di voi due mi dice dove si trova Hamato Yoshi?”