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Autore: Directioner_2001    06/03/2014    2 recensioni
"Fai quel che sai fare meglio".
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Altri tributi, Bimba Mellark, Bimbo Mellark, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Io vi ucciderò, in un modo o nell'altro. '
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                                               -Me, perchè?!-
Sono una vittima, lui mi vuole morta.
********


Andiamo...- mia madre mi mise una mano dietro alla schiena e ci avviammo tutti, anche se potevo andarmene da sola prima, invece di avvertirli e perdere altri 5 minuti.
La piazza era poco lontana da casa nostra,per fortuna.
Avevo tutto il tempo di parlare con i miei.
Ma non troppo tempo.
Rye mi venne addosso, lo presi in braccio e gli tolsi il ciuffo che li cadeva sulla fronte.
Che bello che era.
Era un angioletto, un piccolo e grazioso angioletto in cerca di coccole per sfamarlo.
-Ti voglio bene Rue.- confessò stringendomi attorno al collo.
Fissai un'attimo i miei, che ci fissavano tristi.
Non mi piaceva vederli in questo modo.
-Anchio, Rye, promettimi che farai il bravo.- gli sussurrai all'orecchio.
-Si, ma tu promettimi che tornerai.
-Non sono ancora stata scelta.- cerco di sdrammatizzare, ma non riesco a catturare una sua risata.
-Promettimelo lo stesso!- grida stringendomi ancora di più.
-Non posso, piccolo...
-Posso venire con voi sul treno?- chiese gentilmente a mamma e papà.
Non potettero non accettare.
-Si, piccolo.- disse mamma prendendolo in braccio, togliendomi quel peso, dal cuore.
-Sta tranquilla, bimba.- disse invece papà verso di me.
-Lo sono solo se ci siete voi insieme a me.
-Staremo tutti insieme a te, anche Rye...credo che a Capitol City gli manchiamo...giusto Pee?- rise mamma.
-Già.- continuò papà, mettendole un braccio sulle spalle.
Quest'ultima, gli diede un bacio sulle labbra a stampo e sorrise.
Che bella, mamma.
La piazza era davanti a noi.
Era arrivato il momento.
-Piccola, vai a quel banchetto, noi saremo sul palco...- mi raccomandò mamma.
Mi lasciò un bacio sulla fronte e insieme a papà e Rye si avviò verso il palco del Palazzo di Giustizia.
Mentre li vedevo andare, cacciai un sospiro e mi feci avanti per registrarmi.
-Nome?- mi chiese un Pacificatore.
-Primrose Rue Mellark.
Lo scrisse e infine mi indicò il dito.
Come vuole fare?
Avvelenarmi?
Prese un mio campione di sangue e io me ne andai succhiando il sangue che fuoriusciva da quest'ultimo.
Bruciò tanto e forte.
Appena smise di gocciolare lungo il mio dito mi pulii con il fazzoletto che papà mi diede una mezz'oretta fa, poi mi avviai alla postazione dove mille ragazzine dodicenni aspettavano il verdetto finale.
Rimasi accanto ad una e feci amicizia.
Daly Hawthorne.
Sperava di non andarci.
E io con lei.
Le porte si aprirono, quindi era arrivata, anzi, giunta l'ora.
Fissai le sedie.
Due erano occupate da mamma e papà, una da Zio Haymitch che mi rivolse una pernacchia facendomi ridere e un'altra dal presidente Snow, che guardò malefico i miei.
Trattenni un sospiro, per calmarmi a strangolarlo davanti a tutti.
Effie si fece avanti.
Anche se sono passati anni, e tanti anni a dire la verità, lei era immortale!
Non aveva rughe.
Sempre il suo solito e stravagante vestito proveniente da Capitol City e la sua voce stridula.
-Benvenuti ai 86esimi Hunger Games!- urlò- E che la fortuna sia sempre a vostro favore.-continuò guardando dolcemente tutti noi, tipico di Capitol City.
Roteai gli occhi e sbuffai silenziosamente, quando sentì ridere mio padre.
-Peeta, qualche problema?- chiese Effie fissandolo stranita.
-No, niente, continua.- continuò a ridere incoraggiandola.
Questo fece ridere tutti e ci vollero minimo 10 minuti solo per calmarci.
Mi mandò un bacio volante e io gli sorrisi.
-Come sempre prima le signore!!!
"Fa che non sia io." pensai incrociando le dita.
Tutto tacque.
Effie prese il foglietto dalla nostra boccia, e prima che lo dicesse a tutti, fissò mia madre mostrandole un cenno di sì con il capo.
Mamma chiuse gli occhi, abbassò lo sguardo e iniziò a lacrimare.
Cosa?
-PrimRose Rue Mellark.- capii il fatto per cui mia madre iniziò a piangere.
Abbassai il viso a terra e tutte le ragazzine guardarono me.
-Stai attenta...- mi disse Daly abbracciandomi.
Annuì e prima di lasciarla le strinsi la mano, per lasciarla un'ultima volta.
Mi feci spazio tra quelle ragazze e dei Pacificatori mi tennero alla larga da tutti standomi attorno.
Salì gli scalini lentamente, per la paura le mie gambe tremarono, a poco a poco potevo anche cadere a terra.
Le mie mani cercarono la spilla e tenni la mano su di essa.
Papà annuì mentre gli altri due componenti della famiglia erano in lacrime.
-Mi dispiace..-mimai a mio padre con gli occhi nel vuoto.
-Non è colpa tua.- mimò anche lui.
-Scusami, Rue....- disse Effie accarezzandomi la guancia, le carezze erano infinite.-Bene, ora tocca il tributo maschile...- continuò sofferente, e si avviò alla boccia dei maschi.
Prese uno dei tanti foglietti e sperai che non venisse Matt.
"Non Matt, la prego Effie!" pensai, alzandomi sulle punte per vedere il prescelto.
-David Frost.
E ora chi è?
Lui, invece, aveva solo 13 anni.
Si fece spazio da solo tra i tanti ragazzi della sua età e si fece accompagnare dai Pacificatori fino agli scalini, si mise alla destra della signora e quest'ultima ci presentò davanti a tutti.
-Ecco, i tributi del Distretto 12!!- urlò infine Effie- ora datevi la mano.
Porsi la mia mano e venne stretta da David leggermente.
All'apparenza sembrava fragile, ma sicuramente era il suo piano per uccidermi brutalmente, come faranno tutti alla fine degli Hunger Games.
Venimmo presi in custodia dai Pacificatori e prima di andarmene gridai un:Ti amo Matt, addio!!!
Sperai che mi abbia sentito.
Perchè era davvero un' addio, il nostro.
Mamma, papà e Rye vennero spinti lontano da noi, e io non trattenni le lacrime.
Mi spintonarono poi in una stanza, dove io finì a terra.
Asciugai i miei occhi ormai pieni e mi rialzai in piedi.
Presi il bicchiere in cristallo e lo riempì fino all'orlo di acqua;la bevvi tutta in un sorso e lo posai quando la porta si aprì brutalmente.
-Matthew!- urlai andandogli addosso.
-Non ci credo...- disse prendendomi per le guance tra le sue grandi mani.
Poggiai le mie sopra e abbassai il viso.
-Non ci credo manco io...
-E ora?
-Sai che io sono abile nel coltello.
-Fanne buon uso, se lo trovi.
-Certo!- esclamai.
-Tempo!- un Pacificatore me lo portò via.
-Ti amo Matt!- urlai, mentre lui se ne andava via.
Mi tappai la bocca e mi sedetti sul divano in pelle rossa che era davanti a me.
Chi altro doveva venire?
Nessuno, sicuramente.
Infatti, mi presero di nuovo in custodia e mi misero in macchina insieme a Effie e a quel....come si chiamava?
Dean....Dav....DAVID!!!
Si, David.
E mentre la signora accanto a me parlava, io piangevo silenziosamente.
Anche David, l'ho visto.
Aveva le guance arrossate e la bocca semiaperta, come se non volesse svenire in qualche momento, ogni momento è inopportuno per svenire a Capitol City.
Deglutii appena quando arrivammo al treno.
Salimmo e proprio lì trovai mamma papà e mio fratello.
-Rue!- disse mio padre prendendomi in braccio.
Non sapevo perchè mi chiamavano sempre Rue, Primrose no?
Lo abbracciai al collo e lo vidi di faccia.
-Ma cosa sono questi segni rossi?- dissi notando il suo braccio rosso, ma cos...?
-Niente, piccola, niente.- sorriso forzato.
Lo avevo notato.
Mi mise a terra e io potetti di nuovo vedere il mio piccolo fratellino di 6 anni.
-Me lo hai promesso.
-Non ci sono ancora andata...
-Te ne sei andata via da me...- sussurrò.
-Non me ne andrò più piccolo, promesso...
-Davvero?
-Si, piccolo.
-Ti voglio bene...
-Anch'io.- sorrisi.
-Non dimenticarmi...
-Non lo farò.
-Andiamo, Rue...- dissero i miei incoraggiandomi ad attraversare quel corridoio che porta alla carrozza principale.
-Okey...
Una nuova avventura stava iniziando per me.
Ma questa avventura non portava orgoglio, portava alla morte.
  
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