AMESTRIS
EXPRESS
CAPITOLO
6
PRIMI
CONFRONTI
“Signor
Bradley, dovrei parlarle un istante, può seguirmi?” parlò con voce
ferma.
La
sala fu scossa da un mormorio diffuso, mentre l’uomo si alzava, seppur con aria
sorpresa.
“È
una cosa importante. Riguarda l’orologio che le è sparito. O meglio, che lei ha
rubato.” affermò poi, con un sorriso strano.
Senza
dire altro, Bradley seguì il ragazzo fuori.
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“Allora,
ragazzo. Cos’è questa storia. Quell’orologio è mio.” Replicò affabilmente
l’uomo, una volta sedutisi nel salottino.
Per
tutta risposta, il ragazzo dai capelli scuri trasse di tasca un foglio di carta
spiegazzato, e ripiegato su se stesso, e l’orologio, che poggiò sul basso
tavolino alla sua destra.
Lo
aprì, e cominciò a leggere ad alta voce, il tono lento e cadenzata, quasi
leggesse una condanna a morte.
“Qualche tempo
dopo, quando ormai tutto sembrava concluso, però, accadde il dramma. Durante una
missione con il resto della sua squadra, il giovane Fullmetal sparì. Venne
ritrovato in un crepaccio a picco sul mare dopo tre settimane di ricerche,
morto. Il suo orologio, simbolo del suo status di Alchimista, scomparso.” (Vedi
Cp. 3).
Poi, il ragazzo
spostò lo sguardo sull’uomo, che lo fissava tranquillo: “Ragazzo mio, cosa posso
centrare io con un alchimista morto ormai da quasi due anni?” sorrise affabile,
accendendosi una sigaretta; per tutta risposta, il ragazzo gli si avvicinò, la
levò, e la spense sotto il tacco della scarpa, e prese in mano la cipolla
d’argento: “Glielo dico io, le va? Quest’orologio che dice che le hanno rubato,
lei, lo aveva rubato a sua volta, due anni fa, all’alchimista Edward Elric.”
affermò il ragazzo, guardandolo con occhi di
fuoco.
Senza curarsene,
Bradley si accese un altra sigaretta e, dopo aver aspirato una profonda boccata,
lo fissò con aria spavalda: “E come pensi di provarlo? Hai qualche prova? Non
puoi lanciare accuse senza un minimo di prove.” sorrise
furbescamente.
Ma Envy non era
da meno in quanto a furbizia: “E chi glielo dice che io non ho prove? Vedrà, le
sconterà tutte le sue carognate, glielo posso assicurare! E le posso assicurare
che non resterà impunito, la caccerò personalmente in una cella e getterò via la
chiave io stesso.”.
E dopo aver
agguantato l’orologio, uscì dalla sala, lasciando l’uomo ad avvampare per l’ira
e l’impotenza.
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Il ragazzo
ritornò nel vagone ristorante, dove v’erano ancora tutti, che parlottavano sugli
ultimi avvenimenti.
L’entrata del
detective ebbe il magico effetto di zittire
tutti.
Il ragazzo tirò
fuori la sua inseparabile agendina e scrutò l’intera
sala.
Tutti erano in
attesa di un suo ordine.
Aprì il volumetto
con uno scatto: “Signori, avrei bisogno di conferire con voi per confutare
alcune mie teorie riguardo a questo singolare furto. Vi pregherei di seguirmi
secondo lo schema che ora vi illustrerò.” Disse il moro, quando una voce
femminile si sovrappose alla sua, “Mi scusi, ma il signor Bradley dov’è?” chiese
la Contessa, alzandosi in piedi.
“Non si
preoccupi, è nel salottino, doveva riflettere un pochino, e comunque, ciò che
volevo sapere l’ho ottenuto. Per questo, noi ci sposteremo nel salotto cinese
della biblioteca. Allora, come vi dicevo, lo schema è il seguente; per primi,
verranno il Conte e la Contessa e il signor Mustang. Poi, assieme, la signorina
Hawkeye, il signor Armstrong, il signor Havoc, i signori Brosh e Hughes. E
infine, la signorina Thomas, la signora Izumi e la principessa Rockbell, insieme
alla sua governante. È tutto. Siete pregati di rispettare questo ordine. E ora,
pregherei i primi di seguirmi. Lust, sorella, saresti così gentile da restare
qui con gli altri? Signor Fury, potrebbe venire anche lei, mi servirebbe una
persona che mi faccia da aiutante”.
Il conte e la
contessa si alzarono in piedi e, seguiti dal signor Mustang e dal conduttore,
andarono dietro a quel singolare ragazzo.
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La saletta cinese
era decorata con molto buon gusto, carta da parati rossa, con volute di dragoni
dorati, e lanterne quasi dappertutto.
Bassi tavolini di
bambù arredavano la stanza e così anche numerose e comode
poltroncine.
Il tutto, era
contornato da numerosi paravento in legno
intarsiato.
I quattro si
sedettero sulle poltroncine, mentre il conduttore restò
fuori.
“Bene, possiamo
cominciare. Allora, prima di tutto, conte, il suo nome completo è Alphonse James
Elric, giusto?” domandò il detective, “Si..” rispose il giovane biondo,
torcendosi le mani, “e lei, invece, si chiama Winry Sarah Isikane in Elric,
giusto?” domandò poi, rivolgendosi alla donna, che lo fissava con aria ostile,
“Si, è questo il mio nome.” disse solo lei, prendendo la mano del marito, che
era evidentemente scosso, “Che nome strano… e invece, il suo nome è Roy Mustang,
giusto?” terminò il ragazzo, guardando i tre seduti dinanzi a lui, e poi il moro
all’estrema destra del gruppo, che annuì, anche le sue mani si torcevano, ed
erano stranamente coperte da un paio di bianchi guanti decorati con uno strano
simbolo rosso intenso.
“Avrei alcune
domande da porvi riguardo a una strana conversazione che ho udito quasi per caso
due notti fa, attorno all’una di notte, nella vostra stanza, signori Elric, e
poi, quello stesso pomeriggio, il pomeriggio del furto, sempre avvenuta nella
vostra stanza. Cosa voleva dire con le sue parole, signor Mustang, quando ha
detto, Chissà
dove sarà adesso l’orologio di Ed!! Ciò
vuol dire che conosce la storia dell’alchimista sfortunato di nome Edward Elric?
E devo sospettare che abbia un legame anche con lei questa storia, Conte, visto
che lei porta il medesimo cognome e nome del fratello più giovane
dell’Alchimista d’Acciaio e…” .
SCIAFF!
Ma
Envy non potè terminare, perché un sonoro ceffone si posò inesorabile sulla sua
guancia, scagliato dalla Contessa: “La smetta, non vede che lo sta facendo star
male!” lo aggredì lei, alzandosi di scatto in piedi,
ansante.
Accanto
a lei, il Conte, rannicchiato sulla poltrona, singhiozzava
disperato.
“Forse
potrebbe dirmi lei il perché di quei discorsi, della vostra idea che sia stato
il signor Bradley l’assassino del giovane Fullmetal.” sussurrò mellifluo con un
sorrisino, “oppure perché si ostina a non volersi firmare con il suo vero nome,
e a ricorrere a vari pseudonimi cognomiali, traducendo il suo cognome originario
in varie lingue del mondo. Prima il francese, con Pierreloche, e ora il
Giapponese, con Isikane, non le
sembra di esagerare con le lingue, signorina Winry Sarah Rockbell?” affermò
mellifluo, guardando il trio dinanzi a lui.
“E’
vero.”.
La Contessa Winry
Sarah Rockbell si era alzata in piedi.
“è vero, volevo
fuggire dal passato, e ho pensato di cambiare cognome, traducendolo in altre
lingue. Prima, componendo poesie, e poi da sposata, è un reato?” rispose lei
strafottente.
“E perché l’ha
fatto?” interloquì lui, “non sono affari che la riguardano!” sbottò lei, ma il
ragazzo aveva spostato la sua attenzione sul moro, “Sa, io mi intendo un po’ di
alchimia, me la insegnò un amico tempo fa. Mi spiegò che sono solo due gli
alchimisti più dotati della nostra storia, il Fullmetal Alchemist Edward Elric e
il Flame Alchemist, colui che detiene in suo potere i segreti del Fuoco. Sa,
prima non ricordavo cosa significasse quel simbolo che porta sui suoi guanti,
poi mi son chiesto per quale ragione porta i guanti in estate. E ora ho capito,
quelli non sono normali guanti, sono guanti alchemici. I guanti dell’Alchimista
di Fuoco, Roy Mustang. Cosa porta un alchimista dotato, un glorioso capo
militare, il Fuhrer del nostro Paese, sull’Amestris Express, quando avrebbe
dovuto essere al fronte nord a lottare contro Drachma? Voglia di
vacanze?”.
Il Fuhrer strinse
i pugni, ma non rispose nulla.
Il detective
s’alzò in piedi, il viso rilassato, quasi soddisfatto; “Ok, potete andare.
Mandatemi qui i prossimi, per favore, ah, e fate entrare anche Kain per
favore.”.
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“Signori, vi ho
fatti chiamare qui tutti insieme per una questione di rispetto nei vostri
confronti.” esordì il detective una volta che tutti ebbero preso posto sulle
poltrone; un mormorio nervoso serpeggiò tra i presenti, “Si, a quanto mi
risulta, voi avete formato per molti anni una squadra agli ordini diretti
dell’ex colonnello Roy Mustang. E per questa ragione che vi ho fatto venire qui.
Signor Hughes, signor Fury, il vostro discorso di ieri mi ha colpito molto, chi
è il “Jean” protagonista dei vostri discorsi? Forse è il tenente Jean Havoc,
colui di cui parlavate? E perché il Fuhrer e il Conte erano così ansiosi? Ci
sono troppe domande a cui non ho
risposta. Volete per caso illuminarmi voi, membri della squadra dell’ex
colonnello Roy Mustang e attuale Fuhrer?” ghignò
spavaldo.
Nessuno si era
accorto di un ombra celata dietro un paravento che spiava l’intera
scena.
SALVE!!!!
QUI SONO LE 1.05 E LA SOTTOSCRITTA HA AGGIORNATO CON UN NUOVO CAPITOLO DI
AMESTRIS EXPRESS. OK, FA UNO SCHIFO ASSURDO, MA VOLEVO AGGIORNARE PRIMA DI
PARTIRE PER IL CONCERTO DEI TOKIO!!! DITEMI SE FA VERAMENTE PENA O È ALMENO
PASSABILE!! DEVO RINGRAZIARE IN PARTICOLARE TUTTI QUELLI CHE MI SOSTENGONO,
COME ELISETTA, ELY-OTOUSAN E SHIKADANCE!!
COME
LA SOLITO, LA MIA DEDICA, QUESTA VOLTA IL CAP È DEDICATO A ELY-OTOUSAN E A
SHIKADANCE PER IL LORO AFFETTO E SUPPORTO E A ELISETTA PER LA SUA COSTANZA NEL
SEGUIRMI!!
UN
BACIONE A TUTTI!!!
BUONANOTTE!!
SHUN