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Autore: giapponesina6    06/03/2014    1 recensioni
Eccomi qui con la seconda parte della storia, in molti avete chiesto una continuazione e ora ci proverò. La storia inizia nella regione di Kalos dove Ash proverà a sopperire alla sua mancanza affrontando una nuova lega, ma qui avrà un incontro che stravolgerà il tutto. Un incontro particolare lo avrà anche Lucinda, quasi surreale e si troverà a prendere una decisione davvero importante.
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >... Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Angolo dell'autrice:
Ecco postato il mio nuovo capitolo... la storia si complica sempre più, a volte mi sembra essere ripetitiva, ma mi piace evidenziare il concettodel dolore di Ash per la scomparsa di Misty. Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia, non mi resta che augurarvi Buona Lettura!


Quando si ama si deve rischiare. Essere disposti a qualunque cosa pur di ricongiungersi alla persona che si ama.
Doveva ritrovarlo.
A qualunque costo.
Sono infinite le paure che l’amore risveglia in noi, ma le stesse paure non possono frenare la voglia di amare.
Per lui avrebbe provato a fare l’impossibile.
Misty era immersa nel verde della foresta di Viridian. Quel luogo faceva emergere in lei troppe emozioni contrastanti.
Il suo viaggio con Ash.
Il veleno del Bidrill.
In quel luogo lo aveva incontrato e perso. Quel luogo l’aveva letteralmente trascinata in un mondo irreale.
Pallet non era tanto distante. Sperò con tutte le sue forze che lui fosse ancora da sua madre.
Macinò diversi chilometri senza fermarsi, neanche per prendere fiato. Fino a quando riuscì a scorgere da lontano la città di Pallet.
 
Qualcun altro era in viaggio verso Pallet. La ragazza dai lunghi capelli blu era quasi giunta a destinazione. Erano trascorse diverse settimane da quando l’aveva visto, ma era come fossero passati anni. La lontananza da lui era tremendamente insopportabile.
Insostenibile.
 
 
Lino il capo palestra era stato sconfitto clamorosamente, quel ragazzo di Kanto aveva davvero doti eccellenti, non per nulla si era classificato primo alla lega della sua regione.
< Ti faccio davvero i miei compimenti Ash, eccoti la tua medaglia roccia >
< Grazie mille Lino >
 I ragazzi salutarono il capo palestra e si avviarono verso la nuova tappa. Ash, nonostante la straordinaria vittoria, aveva lo sguardo cupo. Serena ancora una volta provò a tirargli su il morale.
< Caspita Ash sei stato fantastico e pensare che Lino è uno dei migliori allenatori qui a Kalos >
< Un giorno anche tu sarai in grado di affrontare incontri del genere >
< Non sarò mai alla tua altezza >
< Hai bisogno solo di esperienza. Hai appena intrapreso il tuo viaggio, io ho iniziato quando avevo dieci anni, ne ho maturato di esperienza >
< Anche io avrei tanto voluto iniziare il mio viaggio a dieci anni, come fanno quasi tutti, ma mia madre, apprensiva come al solito, non ha voluto >
< Non è mai troppo tardi > le sorrise e lei come una stupida avvampò.
< Tu e Brock vi siete conosciuti durante il tuo viaggio? >
< Devi sapere che Brock era il capo palestra dove ho disputato il mio primo incontro >
< Davvero? Brock non sapevo che fossi un capo palestra >
< Già lo sono stato per un bel periodo, poi ho deciso di seguire Ash per tentare di realizzare il mio sogno diventare il migliore allenatore di Pokemon al mondo > disse in tono fiero.
< Caspita. E avete sempre viaggiato assieme da soli? >
A quella domanda piombò un silenzio surreale.
Loro avevano viaggiato con lei. Misty era stata con loro durante quel viaggio.
< Vedi Serena abbiamo incontrato molti amici durante il nostro viaggio > cercò di sviare il discorso il ragazzo più grande, notando l’espressione sul volto di Ash.
Serena notò che qualcosa lo avesse turbato.
< Ash ti senti poco bene? Ho forse detto qualcosa che ti ha infastidito >
< Scusa Serena, ma ora non ne ho voglia di parlare. Anzi scusatemi entrambi, ma avrei bisogno di stare un po’ da solo. Alloggeremo qui per la notte. Ci vediamo più tardi >
La ragazza rimase senza parole.
Fu Brock a tentare di schiarirle le idee.
< Non è colpa tua, non stare in pensiero per Ash. Non è un bel periodo per lui. >
< Posso sapere cosa gli è accaduto? >
< Ti ripeto che il compito di ciò spetta a lui. Deve essere lui a desiderare di parlartene, non prenderla a male, ma non posso violare la sua sfera privata >
La ragazza capì anche se non condivideva quel pensiero. Si limitò a seguire in silenzio Brock all’interno di un piccolo hotel.
 
 
< Caspita. E avete sempre viaggiato assieme da soli? >
Quella frase continuava a rimbombargli nella testa. Lei era stata la prima persona che aveva incontrato durante il suo viaggio. Lei c’era sempre stata.
Quando catturò il suo primo Pokemon.
Quando perse il suo primo incontro.
Quando vinse la sua prima medaglia.
Alla partecipazione della prima lega.
Lei c’era sempre stata.
< Caspita. E avete sempre viaggiato assieme da soli? >
Perché mai Serena gli aveva fatto quella stupida domanda non riuscì a capirlo. L’unica cosa certa era che quella domanda lo aveva falciato letteralmente.
< Maledizione! Perché? Perché? Perché te ne sei andata? Perché mi hai lasciato solo? Io non ci riesco, non ce la faccio. Non riesco a vivere senza te > le lacrime cominciarono a fluire abbondanti sul suo volto.
 
 
Misty era giunta finalmente a Pallet. Quel posto faceva emergere in lei mille sensazioni.
Quanti giorni aveva passato a casa di Ash in attesa del suo ritorno o di un suo messaggio. E quante volte Delia le aveva detto di non essere triste asciugando le sue lacrime.
Quella era la città di Ash.
Riusciva a percepirne l’odore nell’aria.
Si trovò dinanzi la sua casa, ma era vuota. Non vi era traccia di nessuno. Anche la giovane donna sembrava non esserci.
Il primo tentativo era fallito.
Ash non si trovava a Pallet e lei si trovò come una persona che tenta di cercare un ago in un pagliaio.
Ma non si perse d’animo, lei era disposta a qualunque cosa pur di rivederlo.
Le venne in mente un’altra idea.
Molto probabilmente si trovava da Brock.
 
 
Qualcun altro constatò che casa Ketchum era completamente deserta. Lucinda si domandò se non fosse ancora ospite a Cerulian dalle sorelle di Misty.
Tornare in quel luogo non era semplice, ma la voglia di rivederlo era tremendamente forte.
Si diresse in direzione di Cerulian, quando notò un piccolo Pikachu dinanzi a lei diretto verso la foresta di Viridian.
< Un Pikachu? da queste parti? > parve incredula.
Misty fu colpita appieno da quella voce.
Era la sua.
Si voltò lentamente e nel vederla impallidì.
Non fu l’unica a sbiancare.
Lucinda incrociò i suoi occhi.
Quegli occhi verdi.
Conosceva una sola persona che avesse quegli occhi e allo stesso tempo un solo pikachu con occhi di quel colore.
Deglutì nervosamente.
< Non può essere vero > riuscì a pronunciare con un filo di voce, per poi accasciarsi in terra.
 
 
Serena era intenta a guardare dalla finestra. Molto probabilmente era solo in attesa di Ash.
Il ragazzo più grande notò il suo stato d’animo e tentò di rubarle un sorriso.
< Vedrai che tornerà presto >
< Come? >
< Mi riferisco ad Ash >
< Io non stavo aspettando lui > cominciò a balbettare e ad arrossire.
< Non sei brava a mentire, il tuo viso parla da sé >
< ero solo preoccupata per lui, l’ho visto così turbato oggi, non vorrei che gli fosse accaduto qualcosa >
< Aveva bisogno di starsene un po’ da solo. Vedrai che farà rientro presto. Perché non vai in camera tua e ti riposi >
< Preferirei aspettare Ash > nel suo tono vi era un velo di protezione, quella ragazzina teneva tantissimo all’allenatore.
< Sai cosa penso? Che Ash abbia proprio bisogno di una ragazza come te al suo fianco >
< Come me? Lo credi davvero? Voglio dire > prese nuovamente a balbettare e ad arrossire.
< Non puoi arrossire ogni volta che si parla di lui > prese a ridere.
Lei parve mortificata.
< Non riesco a controllarlo >
< Sei così dolce Serena, mi raccomando stagli vicino, lui ne ha bisogno >
< Io farò del mio meglio per farlo stare bene >
< Sii semplicemente te stessa, lui non ha bisogno di invadenza e oppressione, ma solo di un amore puro e incondizionato. Forse così tornerà a sorridere come una volta > gli occhi del ragazzo si colmarono di lacrime.
Serena ancora una volta ebbe la delicatezza di non insistere su quell’argomento e tornò a guardare dalla finestra.
 
Cominciò a fare fresco e Ash decise di rientrare. Non sapeva come affrontare la cosa con Serena. Quella ragazzina non c’entrava nulla, lei era ignara di ogni cose e tentava solo di stargli accanto.
Ma le ferite erano ancora troppo fresche. Non riusciva a sorvolare sulla cosa, il ricordo di lei era ancora troppo vivo nella sua mente.
Fu sorpreso di trovarla ancora in piedi nella sala comune, molto probabilmente lo stava aspettando.
< Sei ancora sveglia? >
< Si >
< Domani dovremo alzarci presto >
< Lo so, ma volevo aspettare che tornassi >
< Non devi preoccuparti per me, avevo solo bisogno di schiarirmi le idee su una faccenda personale >
La ragazza non disse nulla. Si limitò ad andargli incontro per poi stringerlo tra le sue braccia.
Ash fu impietrito da tale gesto.
Si era ritrovato tra le sue braccia senza poter far nulla.
Lei prese a stringerlo sempre più forte e lui per la prima volta si lasciò andare ad un abbraccio diverso.
< Non posso non preoccuparmi per te Ash, mi viene naturale. La tua reazione oggi mi ha spiazzata. È vero non conosco nulla di te, non so cosa ti affligge, non conosco i tuoi problemi, ma sappi che io sono disposta ad ascoltarti. Voglio condividere con te le tue paure. Voglio esserci per te >
In maniera inconscia le lacrime presero nuovamente a scendergli lungo il volto.
Quelle lacrime spiazzarono la ragazza.
< Tu non puoi aiutarmi Serena. Nessuno è in grado di farlo. Non potrai capire ciò che provo. Nessuno ne sarebbe in grado >
< Ti prego non piangere Ash. > non fu in grado di ascoltare il suo stesso consiglio che prese a piangere anche lei.
Questa volta fu lui a spiazzarsi. Vederla piangere non rese le cose più facili.
Tentò di calmarsi e fece un respiro profondo.
< Credimi che mi fa piacere sapere che possa contare su di te, ma per ora non me la sento di raccontarti quello che ho dentro. Ho bisogno di più tempo >
La voce gli tremava e la ragazza non se la sentì di insistere.
< Va bene Ash, io saprò aspettare. Del resto ti ho aspettato per otto anni >
Nuovamente quella ragazza lo spiazzò. Si limitò a sorriderle per poi recarsi nelle loro rispettive camere.
 
 
La ragazza non riuscì  a dormire. Sentiva ancora il calore del suo corpo sulla sua pelle. E le sue lacrime le avevano dato il colpo di grazia. Non riusciva a capire cosa potesse turbarlo tanto, ma lei avrebbe fatto di tutto pur di aiutarlo.
Lo amava terribilmente.
 
 
Lo sguardo dell’una era fisso su quello dell’altra. Nessuno muoveva un muscolo, avevano smesso anche di respirare come per paura di rompere quel momento.
Lucinda, cadaverica in volto, tremava nervosamente. Non riusciva a credere ai suoi occhi.
< Non puoi essere tu? Devo essere impazzita, tu non puoi essere Misty? > riuscì a far uscire fuori la voce.
Ovviamente la ragazza non poteva capire ciò che il Pokemon diceva.
Decise di avvicinarsi cautamente, senza levarle gli occhi di dosso.
Quegli occhi verdi.
< Ma come può essere accaduto? Io ti ho visto quel pomeriggio in quel letto. Tu eri morta. Il veleno del bidrill era stato letale. Ho assistito al funerale e alla sepoltura e ho visto la tua lapide. Non mi resta che credere che sono impazzita >
Misty scosse il capo come per dirle che non era impazzita.
< Tu sei tornata in vita? Ma come? Come hai fatto? Sei venuta qui per cercare Ash? Lui non sa ancora nulla? Caspita mi sta scoppiando la testa >
Misty realizzò che quella ragazzina era sconvolta, del resto chi non lo sarebbe nel ritrovarsi dinanzi una persona defunta. Il solo pensare che lei era morta la fece rabbrividire.
Improvvisamente ebbe un lampo di genio. Lei non riusciva a comunicare con lei verbalmente, ma se le avesse scritto ci sarebbe riuscita.
Prese a scavare nello zaino della ragazza che non riusciva a capire.
< Cosa stai cercando nel mio zaino? >
Misty prese un pezzo di carta e impugnò tra le labbra una penna a sfera. Non era semplice tenerla ferma, ma tentò di scrivere qualcosa.
 
< Ora non so come spiegarlo, ma sono realmente io.
Misty.
Devi aiutarmi a trovare Ash >
Lasciò cadere la penna in terra.
 Lucinda prese il pezzo di carta tra le mani e deglutì.
< Tu vuoi che io ti aiuti a cercare Ash? Perché dovrei aiutarti, Ash mi ha spezzato il cuore a causa tua. Ti ho odiata con tutta me stessa e ora chiedi il mio aiuto >
Misty la guardò negli occhi.
Per la prima volta ebbe paura.
Quella ragazzina provava ancora rancore nei suoi confronti.
Ad un tratto le sue speranze furono infrante.
< Mi spiace ma non posso aiutarti. > la lasciò lì impalata e si recò a passo svelto verso la foresta di Viridian.
 
Misty rimase lì a fissarla. Anche lei aveva odiato quella ragazzina dai capelli blu, ma ora lei era l’unica possibilità che aveva per ritrovare Ash.
Non poteva lasciarla andare.
 
 
Anche Ash non riusciva a chiudere occhio quella notte. Ripensava all’abbraccio con Serena, era riuscita a dar libero sfogo alle sue lacrime.
Era da molto che non provava sensazioni simili, anche se non riusciva a dare un nome a quel tipo di emozioni. Anche perché da quel giorno era stato privato di ogni emozione.
Provò un brivido lungo la schiena nel ripensare a quel giorno.
La ricordava ancora dannatamente bella, stesa su quel letto, con le sue labbra vogliose di quelle di lui.
Che buon sapore avevano i suoi baci.
< Ash credi che ci rivedremo? >
Quelle parole andarono dritte al suo cuore.
Quelle parole.
La loro promessa.
  
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