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Autore: Dovahlene    07/03/2014    3 recensioni
"Colui che non rispetta la paura sarà punito, colui che ride invece di urlare ora piangerà,la figlia della paura stessa arriverà per rendere i suoi incubi realtà"
Genere: Horror, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Favij
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La stanza che avevano assegnato a Lorenzo era la numero 289, era grande, forse un po’ troppo e aveva lunghe parete dipinte di un verde menta molto acceso, la stanza aveva perfino un piccolo bagno e un balconcino che dava sul parco interno dell’hotel romano dove lo youtuber si trovava, i suoi amici lo avrebbero raggiunto tra 5 giorni, eh si per la prima volta da quando aveva compiuto 18 anni sarebbe rimasto davvero solo, sperava soltanto che i suoi incubi si fermassero almeno per le cinque notti in cui sarebbe stato solo. Posò le valigie a un angolo della stanza, fece un mezzo carpiato e atterrò sul letto, era davvero distrutto e sul treno per colpa di quel dannato incubo non era riuscito a riposare, si allungò per spegnere la luce e poi poggiò la testa sul cuscino…i suoi bei capelli (senza un senso logico) vi si schiacciarono contro espandendosi e sorridendo Lorenzo chiuse finalmente gli occhi. Il suo riposo però durò davvero poco perché  due…e dico due minuti dopo qualcuno entrò nella sua stanza facendo un fracasso infernale, Lorenzo si alzo di scatto e si ritrovò, seduto sul letto, a fissare un mucchio di vestiti sotto i quali si muoveva qualcosa, da quella montagna di rosa blu e verde acqua emerse una ragazza. Si alzò dal letto e si avvicinò alla ragazza che tentava invano di liberarsi dai suoi vestiti, “chi diamine sei tu?” chiese Lorenzo con tono più divertito che minaccioso “io..io..ecco..sono Elena” “e perché sei qui?”…la ragazza prese una pausa, sembrava che stesse cercando una scusa plausibile“io cercavo di entrare nella mia stanza ma le valigie mi pesavano e così mi sono appoggiata alla tua porta e…”, lui sorrise e si avvicinò tendendogli la mano, “e visto che la porta era aperta sei caduta nella mia stanza, ahahahaah”…”si” disse lei con un tono tutt’altro che convinto, quando emerse dalla sua biancheria finalmente Lorenzo la vide bene, non era altissima ma neanche bassa, aveva i fianchi alti e delle belle gambe…il viso era proporzionato anche se il mento sporgeva un po’ ma la cosa che più lo colpì furono i suoi bei occhi che lo osservavano come un gatto, grandi e color nocciola, il sinistro più scuro del destro, era bella ma anche dolce e estremamente impacciata. Con mille scuse si congedò gettando alla rinfusa i suoi vestiti nelle grosse valigie blu che aveva a seguito, stava per uscire quando Lorenzo la fermò “ehm..h-hai dimenticato questo” e le mostrò un tanga color rosa confetto, Elena diventò del colore dei pomodori glielo strappò di mano e entrò correndo nella sua stanza che si trovava di fronte alla 289, Lollo sorrise, quella ragazza era stata la prima bella sorpresa della giornata.
Spalancò l’armadio in cerca di qualcosa da mettersi, “felpe, mmm no, t-shirt neanche… ecco questa si” afferrò la sua camicia preferita e se la appoggiò sulle spalle allacciò il bottone de suoi jeans e fece scorrere le maniche della camicia lentamente, era pronto… il tramonto cominciava a scendere e la notte stava lentamente calando sulla capitale italiana, Lorenzo attraversò il pianerottolo e fece scivolare sotto la porta numero 291 un bigliettino con scritto: “perdonami per oggi, ti va di mangiare una pizza per rimediare?” era ancora inginocchiato davanti alla porta di noce quando Elena aprì la porta, si guardarono imbarazzati per qualche istante, Lorenzo si stava davvero pentendo di quel idea, lei gli chiuse la porta in faccia, passarono 5 secondi che sembrarono interminabili e poi Elena riaprì, “aspetta che mi prepari”disse lei trattenendo le risate, Lorenzo sorridendo si appoggiò al muro del corridoio, aspettandola. Scesero lungo le scale chiacchierando del più e del meno e decisero di andare ad Anzio anziché in pizzeria dopotutto se sei nel Lazio almeno una volta ci devi andare ai castelli a mangiare in una fraschetta. Lorenzo scoprì che Elena era li per vacanza, fu molto vaga su questo, lei le raccontò che avrebbe dovuto iniziare l’università da li a poco e che avrebbe voluto specializzarsi in Archeologia, poi arrivarono gli ordini e così pane casereccio, salame, porchetta, formaggio e stuzzichini vari vennero serviti, fu quando lei allungò la mano per prendere una coppietta che Lorenzo si accorse di qualcosa di assolutamente esilarante “ e questo?” le chiese scoprendole il polso, lei aveva scritto con l’inchiostro indelebile il suo Nickname sul polso destro, quella scritta (FAVIJ) era contornata di cuoricini azzurri, Elena sorrise arrossendo un po’, “aehm…ecco si…va bene lo ammetto sono una tua fan”, “ahahahaah e perché non me lo hai detto subito??” “ mi vergognavo un po’”…” e di cosa?”…” bhe dopo la figuraccia di stamattina… quanto mi sono accorta che eri tu sarei voluta morire”…”naaa non preoccuparti, e poi bhe, vedila così se tu non fossi caduta nella mia stanza non ci saremmo mai conosciuti”, lui la guardò negli occhi quello sguardo le fece riscaldare il cuore “già” rispose lei ricambiando lo sguardo e scoppiò a ridere così all’improvviso, c’era tutta la vergogna del pianeta in quella risata.
Passarono il resto della serata a parlare di youtube, poi decisero di fare una passeggiata, al chiaro delle stelle, tutto sembrava più misterioso ma anche più romantico sotto quella flebile luce, si sedettero sulle altalene di un parco giochi per bambini, lui cominciò a girare su se stesso e fece girare anche lei, le loro altalene si avvicinavano sempre di più così come le loro bocche… ecco il momento perfetto, la notte il silenzio e due ragazzi pronti ad innamorarsi. Elena si avvicinò un po’esitante le loro labbra erano ormai a pochi millimetri di distanza, lui la guardò negli occhi ma…ci vide riflessa…LEI, la creatura del suo incubo, la luna scomparve all’improvviso e lei fece un cenno verso Lorenzo, poi dei tentacoli familiari comparvero sulla sua schiena la creatura si alzò a dismisura e il suo volto divenne totalmente bianco, Lorenzo si scostò chiudendo gli occhi,Elena si fermò tenendo la testa bassa “oh ecco ok…se-non-ti-piaccio, perdonami”, Lorenzo si fermò un istante a riflettere guardò Elena e si ricordò di cosa stava facendo, lei lo fissava con lo sguardo più deluso della terra “n-no nonno non è colpa tua,ma…”,-: “ma??”,   “ecco credevo di aver visto…”…”cosa?, Lorenzo ti senti bene?, stai sudando!!”… “s-si, ma si è fatto tardi forse è meglio tornare all’albergo”, si alzarono e seguirono la strada fino al grande ed antico Hotel, presero le scale che si rivelarono più faticose del solito, o forse era più esatto dire che il ragazzo si sentiva distrutto, Elena lo lasciò sul pianerottolo e si congedò dandogli un bacio sulla guancia, “buonanotte”…”buonanotte Ele, grazie per la bella serata”…lei sorrise forzata e sbattè la porta, ecco ora Lorenzo era di nuovo solo. 
  
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