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Autore: BornOfVengeance    07/03/2014    1 recensioni
Un James Hetfield un po' speciale, all'età di 31 anni, decide di trascrivere alcuni passaggi della sua vita per ripercorrere tutto quel che gli è accaduto e riconnettersi al suo passato, per lui ancora doloroso, con la speranza di far vivere ai lettori tutto quello che ha provato in prima persona.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  Lars     

James Hetfield. Anno 1978


Subito dopo la morte di mia sorella  i miei genitori avevano divorziato, proprio come avevo immaginato, ero rimasto con mia madre e tutto andava da schifo, indovinate? Proprio come avevo immaginato! Avevo iniziato a riprendermi solo otto mesi più tardi, ma i progressi erano lenti e avvenivano solo grazie a Cliff, il migliore amico che avessi mai potuto avere.
Adesso eccomi qui, ancora a scuola, ad ascoltare una noiosissima lezione di matematica. Chiudo gli occhi un attimo e sento la testa girare in una maniera impressionante, la notte scorsa non ho dormito per niente e la stanchezza inizia a farsi sentire. A risvegliarmi dal mio stato di trance e il rumore della porta che si apre violentemente, così riapro gli occhi per guardare cosa sta succedendo. È entrato un ragazzo minuto, con i lineamenti femminili e con una maglietta degli...IRON MAIDEN! Dopo aver notato la sua T-shirt lui ha la mia completa attenzione, non ho mai conosciuto nessun’altro, oltre a Cliff, che ascolti quel gruppo. Il professore lo presenta.

<< Allora ragazzi, lui è un nuovo studente, Lars Ulrich, viene dalla Danimarca e si è trasferito qui da poco, quindi siate gentili. Allora, chi vuole il nostro Lars come compagnio di banco? >>

In quel momento guardo la sedia vuota accanto a me, oggi il mio compagno di banco è assente, quindi ne approfitto. Alzo il braccio di scatto, urlando “io” e facendo ridere tutti, che mi guardano come se fossi un appestato, dai banchi dietro sento qualcuno che dice “tranquillo Hetfield, non te lo ruba nessuno”, ma io non ci faccio caso. Lars si avvicina lentamente al mio banco e si siede, guardandomi timidamente. Per squadrarlo bene mi ci vuole poco, ha un viso molto particolare, due grandi occhi fra il verde e l’azzurro, capelli castano chiaro, il naso all’insù, le labbra grandi e carnose, la carnagione chiara, è molto basso e magrissimo e ha l’aria di uno che vorrebbe trovarsi ovunque tranne che qui. Io gli sorrido e lui sembra rilassarsi un po’.

<< Piacere Lars, io sono James >>
<< Piacere mio >>

Dice lui un po’ insicuro. Nella sua voce si sente ancora uno strano accento che de v’essere quello del suo paese d’origine.

<< Come mai hai voluto che mi sedessi con te? Di solito nessuno vuol stare con il ragazzo nuovo >>
<< Sembri simpatico e poi hai la maglietta dei Maiden >>
<< TU CONOSCI I MAIDEN?>>
<< Si, li adoro! Io e un mio amico vorremmo tanto vederli live >>
<< Piacciono anche al tuo amico?! >>
<< Si esatto. Se ti va oggi te lo faccio conoscere, è del terzo anno, spero che non ti crei problemi >>
<< No, nessun problema >>
<< Allora vediamoci direttamente a mensa, fatti trovare al tavolo vicino alla portafinestra, io e lui ci sediamo sempre lì >>
<< Grandioso! >>

Sembra aver acquistato una nuova energia, le guance gli sono diventate più colorite e adesso ha iniziato a sorridere, sembra decisamente più sciolto. Quando la lezione finisce ci salutiamo per cambiare aula, gli ricordo il punto di incontro e poi corro all’armadietto, devo raccontarlo a Cliff! Quando arrivo all’armadietto vedo che Cliff sta per andare via, ma arrivo in tempo per fermarlo e raccontargli in breve ciò che è accaduto e lui sembra avere una faccia poco convinta.

<< Ma sei sicuro che questo qui è uno a posto? >>
<< Certo che lo è! Sembra molto simpatico >>
<< Appunto, sembra! Non devi fidarti così facilmente! >>
<< Con te l’ho fatto, e guardaci adesso! >>
<< Si, ma non può andarti sempre così bene come ti è andata con me! io sono unico! >>

Dice sorridendomi in modo beffardo, poi mi abbraccia e mi scompiglia i capelli.

<< Okay, va bene, presentami questo ragazzo >>
<< Grazie! >>

Lo stringo più forte, poi lo lascio andare visto che siamo entrambi in ritardo.

***
Ad ora di pranzo io e Cliff ci dirigiamo al solito tavolo, Lars è già lì che ci aspetta e quando mi vede mi fa un cenno con un braccio. Cliff sembra ancora meno convinto e lo guarda, lui è sempre stato scettico con persone che non siano me, mi lancia l’ultima occhiata poco convinta e poi ci sediamo al tavolo con Lars.

<< Lars, lui è l’amico di cui ti parlavo, Cliff >>

Cliff adesso sembra guardarlo con aria più interessata, ha uno sguardo in viso che non avevo mai visto, gli porge la mano, allargando il sorriso che gli si era stampato in faccia da quando l’aveva visto da vicino e si presenta con voce allegra.

<< Allora Lars, da dove hai detto che vieni? >>
<< Dalla Danimarca, in Europa >>
<< Però, niente male! Ecco com’è che conosci i Maiden! >>
<< Si, infatti… >>

Dice con aria malinconica.

<< Sai Lars, io posso capirti, mi sono trasferito qui l’anno scorso e, pur venendo comunque dalla California, è stato molto difficile ambientarmi, immagino che lo sia molto anche per te >>
<< In effetti è così. Se James non avesse chiesto di sedersi con me adesso mi ritroverei seduto da solo. Voi due come vi siete conosciuti? >>

Io e Cliff ci guardiamo negli occhi per un attimo, poi inizio a raccontare come sono andate le cose e lui ascolta interessato. Ho capito cos’ha in testa Cliff e non so dire se mi piaccia o meno in realtà, ma prima di giudicare voglio proprio vedere cosa mi dirà non appena saremo da soli. Il resto del pranzo passa tranquillamente, con noi che parliamo disinvolti, ci scambiamo pareri su band che nessun’altro conoscerebbe e ridiamo come matti. Alla fine del pranzo Lars è il primo a lasciare il tavolo, si vede che è nuovo, pensa solo a non fare tardi. Quando il piccoletto è abbastanza lontano da noi guardo Cliff in modo interrogativo.

<< Quindi, caro il mio bel maniaco? >>
<< Tu dici simpatico? Quello per me è un bonazzo! >>
<< Oddio, lo sapevo! >>
<< Ammettilo, te lo vuoi fare! >>
<< Ma che?! No! Nemmeno per sogno. A me sembra che sia tu a volertelo fare. >>
<< Che ne dici di una cosa a tre? >>
<< NO! >>
<< Fammi capire bene James...a te piacciono i ragazzi, giusto? >>
<< Si, e con questo? >>
<< E non hai mai pensato di voler stare con qualcuno? >>
<< No, non mi è mai interessato nessuno e continua ad essere così. >>
<< Tu sei strano amico...>>
<< Perché, tu ti sei mai voluto fare qualcuno? >>
<< Non ti nascondo che all’inizio un po’ mi piacevi >>

Distolgo lo sguardo e sento di essere arrossito, in effetti all’inizio anche a me lui piaceva, ma poi avevamo capito entrambi di essere fatti solo per essere amici. Dopo qualche minuto tornai a guardarlo negli occhi e continuai a parlare.

<< Quindi vuoi fartelo? >>
<< Non sarebbe male, ma non farò nulla per conquistarlo. Se mai dovessi iniziare a piacergli beh...magari potrebbe diventare qualcosa di serio >>

Non credevo che avrei mai potuto sentire quelle parole uscire dalla bocca di Cliff, che era sempre stato negato con l’amore, Lars doveva essergli piaciuto davvero molto per avergli fatto dire quelle parole.
Ad ora di tornare a casa comincio a riflettere sull’amore, la domanda di Cliff mi ha fatto pensare, in effetti non mi è mai piaciuto nessuno, non mi sono mai innamorato ne invaghito di qualcuno e magari non succederà mai. In casa mia ho avuto davanti agli occhi per quattordici anni la dimostrazione che l’amore è solo una bugia, non esiste davvero, prima o poi uno dei due diventa uno stronzo ubriacone e inizia a disprezzare l’altro anche senza alcun motivo, il rapporto inizia a decadere lentamente fino ad arrivare all’ultima litigata d’effetto, dove quello che si è stufato rischia di ammazzare quello che in realtà non ha fatto nulla ed è diventato solo una vittima ormai, poi c’è la separazione e la sparizione di quello dalla parte del torto, ma in tutto questo nessuno fa caso ad altri individui che stanno in mezzo alla coppia, i figli! Perché se uno dei due fa la parte della vittima del più stronzo, i figli sono vittime di entrambi, sono quelli che vengono sempre tirati in ballo, che vengono sempre messi in mezzo e che prima o poi si trovano davanti a due scelte, la prima è stare con il padre, la seconda è stare con la madre. Nel mio caso io ho scelto la terza opzione, fottermene di entrambi, purtroppo sono minorenne e mi hanno collocato con mia madre, che è comunque meglio di mio padre, ma sta sempre lì a dirmi cosa devo e non devo fare. Devo tagliarmi i capelli, devo smetterla di suonare quella dannata chitarra, devo iniziare a studiare veramente. Poi c’è quello che non devo fare, ovvero non devo più ascoltare musica Metal, non devo stare sempre e solo con Cliff, non devo guardare troppo i ragazzi e  così via...penso proprio di essere stufo.
Arrivato a casa apro la porta e butto lo zaino dove capita prima, poi urlo un saluto a mia madre, che però non risponde. La cerco in cucina, ma non c’è, non è nemmeno in soggiorno, così vado in camera da letto. Non appena tocco la maniglia della porta sento che c’è qualcosa di brutto ad aspettarmi, tiro indietro la mano di scatto dopo aver visto un’immagine confusa passarmi davanti, poi guardo insistentemente la maniglia e dopo qualche secondo mi decido ad aprire il più velocemente possibile. Dentro la camera vedo mia madre distesa per terra, svenuta. Inizio a chiamarla ma non risponde, provo a schiaffeggiarla ma nemmeno questo funziona, così decido di chiamare i soccorsi. Che Dio me la mandi buona.

 

Salve gente!! Ecco un nuovo apitolo! Spero vivamente che la storia fino ad ora non vi abbia annoiato e che vi sia piaciuta almno un pochino. Come sempre scusatemi anticipatamente in caso di errori o parole storpiate dal sito.
  
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