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Autore: Earth    07/03/2014    2 recensioni
Vecchio titolo: Afterword.
Come ha fatto quel libro a finire in quella giacca? Come andarono le cose prima e dopo/dopo e prima di Manhattan?
Piccola ff di 4 capitoli sul Dottore senza il Dottore in cui ti racconterò la mia versione dei fatti e se pensi che non ci sia nulla di meglio da fare se non girovagare qui su efp prego: questa storiella è fatta a posta per te ^.^
Dal testo:
"...La città era già lontana, i binari curvarono a destra, ed eccola lì che apparve, come per un ultimo saluto, avvolta dai suoi palazzi che sfioravano il cielo, la bella e frizzante Grande Mela, mentre diventava sempre più piccola. E, come un bruco, che a pancia piena esce da un buco nella rossa buccia di quel malcapitato frutto, il treno si allontanò da New York..."
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Amy Pond, River Song, Rory Williams
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 2

In cui Anthony scopre di non essere figlio unico





Su per le scale Rory aveva incrociato la piccola Susan che lo aveva salutato frettolosamente con la mano mentre scendeva i gradini a due a due. Poi il signor Williams aveva svoltato l'angolo per l'ultima rampa, ma, arrivato in cima, le buste della spesa gli erano scivolate prepotentemente da mano.
Rory avrebbe riconosciuto quel groviglio biondo ovunque, ovunque nel tempo e nello spazio.
Si era voltato verso la porta di casa, da cui sfuggiva un raggio di luce che, assieme ad un leggero odore di cena quasi bruciacchiata, andava colorando il pianerottolo, e aveva incontrato lo sguardo di Amy. In quegli occhi che conosceva così bene aveva letto lo stesso pensiero che in un attimo si era fatto strada anche nella sua testa.
Rory aveva scrutato il pianerottolo alla sua ricerca, aveva ascoltato quell'insolito silenzio in cui si trovavano, aveva frugato tra i gradini e cercato in ogni angolo che il suo sguardo era riuscito a toccare, ma non aveva trovato nessuno, e nessun suono era arrivato.
Non c'era nessun altro. River era da sola.
Allora aveva sentito Amelia ridere e l'aveva vista sparire, inghiottita dalla luce del salotto, insieme alla dottoressa Song.
Quella stessa River Song che aveva fatto finta di essere Cleopatra, che sapeva sempre cosa fare, che sorrideva con quell'espressione enigmatica che non era certo di essere mai riuscito a capire fino in fondo, che arrivava all'improvviso, sorprendendo tutti e che anche quella volta non si era smentita.

Quella stessa River Song che adesso se ne stava seduta nella loro cucina come se niente fosse.
« Quindi, aspetta, volete dire che la storia delle statue che si muovono non te la sei inventata? » la vocetta di Anthony continuava a porre domande e ogni volta era sempre più incredula « Non è possibile! »
Rory si voltò a guardare suo figlio che era rimasto con la forchetta a mezz'aria da una decina di minuti buoni.
« Lo sappiano che non è possibile, ma senza di loro non saremmo mai arrivati qui. » Gli rispose Amy, passandogli una mano a scompigliargli i capelli mentre si alzava per andare verso il frigo.
« E perché non mi avete mai detto niente? » continuò il bambino, accigliato.
« Ma noi te lo abbiamo detto » rispose Rory, rubando dal piatto ancora mezzo pieno di Anthony una forchettata di patatine fritte imbevute in quello che sembrava un degno sostituto della salsa rosa « Solo che tu non ci hai creduto. »
« E perché avrei dovuto credere ad un minotauro in un albergo nello spazio e non al coniglietto di Pasqua? »
« Perché il coniglietto di Pasqua è sicuramente molto più noioso! » rispose River, passandosi distrattamente una mano tra i capelli che ondeggiarono come molle.
Il bambino stava per ribattere, ma la voce di Amelia lo precedette:
« Chi lo vuole un caffè? » chiese, aprendo la credenza e facendo tintinnare i bicchieri.
« Io! » rispose prontamente Anthony, decidendosi finalmente a mettere giù la forchetta.
« Tu? E da quando bevi il caffè? » gli chiese Rory, stupito.
« Da adesso visto che sono diventato il più vecchio della famiglia!»
« Il mio fratellino ha pienamente ragione! Da oggi sarà lui il capo famiglia!» disse River al bambino che, in tutta risposta, alzò una mano verso la donna chiedendole di battere il cinque (cosa che lei fece subito).
« River, per favore, non dargli corda » cercò di replicare Rory senza troppo successo.
« A pensarci bene non hanno tutti i torti, potrebbe essere nostro nonno! » rispose Amy ridacchiando e sistemando la moca sul fuoco.
« Un caffè con tanto zucchero per il nonno, allora! E per me amaro con panna e cannella!» esordì allora River con tono serio.
Panna e cannella? Amaro con panna e cannella? Qualcosa da un angolo remoto del suo cervello stuzzicò la memoria di Rory. Era da un sacco di tempo che non sentiva qualcuno chiedere un caffè così, da quella colazione due giorni prima del loro matrimonio in quel bar dietro la vecchia scuola elementare...
« Mels! » esclamò « River tu eri Mels? Voglio dire: River tu sei Mels! »
River, Amy e Anthony si voltarono a guardarlo, mentre un intenso odore di caffè si intrufolava nell'aria.
La riccia corrucciò la fronte con aria pensierosa e dopo qualche secondo gli sorrise :
« Sì Rory, sono Mels».
« Tu sei la stessa Mels con cui giocavamo a nascondino! Quella con cui Amy andava a fare shopping, la stessa Mels che mi accusò di aver mangiato i biscotti di Babbo Natale! » disse Rory, sorpreso di trovarsi a realizzare in quel momento una cosa che conosceva da fin troppo tempo.
« Rory, non ci posso credere, ancora con questa storia! » disse Amy, posando davanti al figlio una tazzina rossa di caffè fumante.
« Quei biscotti mi sono costati due settimane di punizione che voi due avete passato a giocare a palle di neve! » ribatté il signor Williams.
« Ora che mi ci fai pensare...» cominciò River, portandosi una mano al mento e recitando un espressione pensierosa « devo dire che quei biscotti sono valsi tutte le due settimane! » « Ma ero io quello in punizione!»
« Bambini, basta litigare » li canzonò Anthony, versando svariati cucchiaini di zucchero nel suo caffè.
Per qualche istante nella stanza calò il silenzio, poi tutti scoppiarono a ridere.
« Oh, sì! Anthony sembri proprio mio nonno! » disse Amy tra una risata e l'altra.

Le lampadine intermittenti dell'albero di Natale si riflettevano nel vetro della finestra alle spalle di Amelia, circondandone i capelli rossi con una miriade di lucciole colorate e disordinate.
« E tu, adesso dove vivi? » chiese Anthony, mentre girava con il cucchiaino il suo caffè con troppo zucchero « dov'è casa tua? »
Rory alzò lo sguardo. Bella domanda! pensò. Dove viveva River quando non era a Stormcage? Non l'avevano scagionata? E quando non era con il Dottore in giro per lo spazio-tempo?
« Ecco qui, solo panna! mi spiace, ma la Rory si è dimenticato di comprare la cannella!» disse Amy, porgendo a River una tazzina verde mela con un ghirigoro di panna sopra.
«Grazie! A dire il vero non mi è mai piaciuta la cannella. Comunque, ho un appartamento nel cinquantunesimo secolo.»
« Cinquantunesimo secolo? » chiese Anthony, allontanando da sé la tazza di caffè con un espressione schifata « E che posto è? Ci si arriva con l'autobus?»
Amy rise « Oh, tesoro non è un posto, è un tempo.»
« Un tempo? » disse il bambino, spostando uno sguardo interrogativo su River « che significa? »
« Significa che il mio appartamento ancora non è stato costruito perché si trova nel futuro.»
« Questo in cui viviamo noi ora è il ventesimo secolo, il cinquantunesimo verrà tra tanto tempo» spiegò Rory, osservando lo sguardo stupito di Anthony. Chi sa come sarebbe stata la loro vita adesso. Nonostante tutto, quella di Anthony era appena stata ribaltata, era cambiata in meno di un pomeriggio: nel giro di una cena il mondo in cui si era abituato a vivere era stato riscritto. Gli avrebbe posto domande per giorni, per settimane. E, nonostante tutto, sarebbe stato giusto. Sapevano entrambi, lui ed Amy, che prima o poi sarebbe saltato tutto fuori, da dove poi? Nessuno aveva mai detto che la loro vecchia vita sarebbe stata un segreto, non lo era mai stato, solo che forse la maggior parte delle persone sane di mente non gli avrebbe creduto, ma Anthony non era una persona, era un bambino sano di mente e questo giocava tutto a loro favore.
« E ci possiamo andare? »
Rory stava per rispondere, ma si bloccò. Ci potevano andare? Si, no, forse.. River era arrivata lì e forse avrebbero potuto...
« No, Anthony, non ci possiamo andare » era la voce di Amy, era dolce e tranquilla come se stesse per iniziare a raccontare una favola.
« Perché no? » il tono di Anthony, invece, era lamentoso e cantilenate.
« Perché se ci andiamo chi giocherà con Susan? È un posto tanto lontano e, se dovessimo partire, sarebbe un viaggio molto lungo.»
« La mamma ha ragione, sai? » intervenne River « qui ci sono tutti i tuoi amici e loro cosa diranno se sparisci? »
Anthony sembrò riflettere su quelle parole per qualche secondo « E con chi vivi nel cinquantunesimo secolo? I tuoi amici ti stanno aspettando? »
Questo ragazzino è maledettamente acuto! Si ritrovò a pensare Rory.
« Si, i miei amici mi stanno aspettando » rispose River, ma Rory non riuscì a capire cosa c'era che non andava in quella risposta. Non certo il fatto che qualcuno aspettasse River nel cinquantunesimo secolo: che avesse amici, conoscenti, vicini di casa e molto probabilmente anche dei nemici da qualche pare in qualche secolo questo lui lo aveva sempre dato per scontato, ma la cosa che suonava come una corda di violino rotta era stata la velocità. Troppo veloce, pensò. La risposta di River era stata troppo veloce, come se stesse recitando una poesia, come le battute di un copione imparate a memoria e ripetute troppe volte.
« E quel Dottore? Anche lui è nel cinquantunesimo secolo? »
Qui però la risposta non arrivò alla stessa velocità della precedente. Rory spostò lo sguardo su Amelia seduta all'altro capo del tavolo: i capelli rossi le ricadevano sulle spalle incorniciandole il viso. Una ruga apparve sulla sua fronte. Aveva uno sguardo preoccupato e stava guardando River, che, a sua volta, osservava Anthony, fissandolo con un mezzo sorriso sulle labbra, dando quasi l’impressione di non vederlo davvero. La donna strizzò gli occhi, come se cercasse di mettere a fuoco il bambino seduto davanti a lei.
« L'ultima volta che l'ho visto un gruppetto di signori americani stava cercando di mettere piede sulla luna » disse poi, sorridendo.
Anthony rise « ma non si può andare sulla luna! Vero, papà? »
« No, no non si può! » rispose Rory un po' frastornato « Ma credo proprio che sia ora di andare a dormire» disse poi, alzandosi dalla sedia.
« Ma io non sono stanco » bofonchiò il bambino, sbadigliando.
« Oh, sì che sei stanco » disse il papà, tirandolo su di peso « Quindi andiamo a metterci il pigiama. Su, saluta tutti.»
Rory, mentre si incamminava verso il corridoio, sentì Anthony appoggiare il mento sulla sua spalla e fare ciao-ciao con la manina tra uno sbadiglio e l'altro.







NdA:
Salve a tutti ^.^ Eccomi qui con il secondo capitolo (quasi) in orario! Ringrazio tutti quelli che sono arrivati a leggere fino qui giù e tutti coloro che hanno recensito l'altra volta! Mi fa sempre molto piacere sentire il parere dei lettori, ricordatevelo XD Bene, ora non so che aggiungere, se avete domande chidete pure.

Un bacione e alla prossima settimana!

   
 
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