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Autore: CassandraLeben    27/06/2008    27 recensioni
Questa storia è ambientata dopo Eclipse ed è stata elaborata prima dell’uscita di BD.
HO AGGIORNATO!!!!!!!
In breve: un racconto alternativo, avventuroso e romantico, nonché triste, di ciò che avevo immaginato potesse accadere dopo il fatidico “Sì” tra Edward e Bella.
Il ritorno dei Volturi, di Jack, Alec e Jane sconvolgeranno la vita dei novelli sposi
ATTENZIONE, PUò CREARE ASSUEFAZIONE E PROBLEMI CARDIACI! XD
< Isabella. > Una voce familiare risuonò nella camera. Sobbalzai. Non mi ero accorta della presenza di qualcuno nella stanza.
< Bella! Quanto tempo, desideravo con ansia rivederti. > Aro mi si avvicinò e mi prese la mano. Con gentilezza, me la baciò. Notai i suoi occhi guizzare sulla mia fede e poi incontrare i miei. Mi sorrise tranquillo e mi fece accomodare sul divano.
< Prego cara, siediti. Non avere paura. Non devi preoccuparti. > Sapevo che non potevo rifiutare. Tanto valeva stare al gioco. Magari sarei riuscita a sopravvivere un po’ più a lungo.
Genere: Romantico, Dark, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutte!
Sono davvero dispiaciuta di non aver postato questo capitolo Lunedì, come avevo promesso.
Purtroppo però, alcuni fattori indipendenti dalla mia volontà mi hanno impedito di accedere al mio PC, a Internet e a tutto ciò ad esso collegato.
Spero che non accada mai più … Anche perché non voglio finire al centro grandi ustionati …
E sì, perché dovete sapere che ha letteralmente preso FUOCO l’alimentatore del mio piccolo Edward ( Elric … Questo è il nome del mio amatissimo PC XD )
Il rischio di diventare cenere era relativamente alto, dato che, al momento dell’incidente mi trovavo sul divano, in mezzo ai fogli della relazione di mia sorella (che sarebbe stata solo felice di veder bruciati loro e me … ) .

A parte lo spavento e la scottatura alla mano ( dovevo pur staccarlo quel maledetto spinotto dal PC, prima che anche quello passasse a miglior vita … ) e all’aver telefonato di sera tardi alla Clari in preda ad una crisi isterica dicendole che il mio dito era nero e puzzava di plastica bruciata, devo dire che tutto sommato mi è andata abbastanza bene ...
Prima che si esaurisse l’energia, ho salvato i capitoli già scritti ( sono arrivata al 10 ) su una chiavetta. Vi scrivo queste righe dal PC di mia sorella che non ha la connessione.
Mi dispiace di non poter ringraziare le persone che mi hanno recensito lo scorso capitolo e coloro che abbiano inserito la storia tra i preferiti. Sfortunatamente, non ho momentaneamente accesso
a tali dati.

Per trovare un alimentatore compatibile però, ho fatto molta fatica.
Mi hanno detto che quel tipo di alimentatore è VECCHIO, che non è più in vendita perché il mio PC ha QUASI UN ANNO! Ma siamo scemi? Non è possibile! È SCANDALOSO. Farlo arrivare dalla ditta madre costerebbe 210 euro!!! Sono nera di rabbia.

Dato che gli alimentatori universali non andavano bene, ne ho dovuto ordinare uno compatibile, e ho dovuto aspettare un bel po’.
Sono inorridita dal sistema consumistico in cui ci ritroviamo a vivere e a cui spesso siamo costretti a sottostare. Se non fossi riuscita a trovare un altro alimentatore compatibile, avrei dovuto cambiare PC, nonostante il mio sia perfettamente funzionante. MI SAREI RIFIUTATA. Sono veramente allibita.
Scusate per questo piccolo sfogo, ma oggi volevo spiegarvi il motivo, più che valido, del mio ritardo.
Scusate ancora per l’inconveniente XD Grazie e a presto.

Una ancora spaventata (per la fiammata) e costernata (per tutto il resto) Cassandra.
PS: Se avete letto The Host,andate a dare un'occhiata alla mia ficcy! Grazie ancora, e Ciao!
 
 

Ti chiedo anche di avere fiducia in me.
Qualunque cosa tu senta, tu veda, sappi che ti amo e che il mio amore per te non potrà mai avere fine.
Qualunque cosa succeda, ricordalo: Io ti sarò sempre fedele con l’anima e con il cuore.
Entrambi appartengono a te e a te soltanto.
Aspettami.
Tornerò da te appena potrò. Spero di ricevere presto una tua risposta e ricorda cosa ti ho chiesto di promettermi. Rimani a casa, con la nostra famiglia. Non venire a cercarmi.
Ti amo tantissimo.
Ti bacio e ti abbraccio …
                                   Per sempre tua,  
                                                                 Isabella

Sentivo la voce di Bella ripetermi quelle parole nella testa.
Io e miei familiari eravamo seduti intorno al tavolo della cucina. In centro ad esso, la lettera di mia moglie.
Mi sembrava di impazzire. Nella casa, regnava il silenzio.
Mi sporsi e l’afferrai, per rileggerla per l’ennesima volta.
Con le dita sfiorai le increspature della carta, là dove le sue lacrime erano cadute e avevano bagnato il foglio. Nonostante fosse passata per tante mani, riuscivo ancora a percepire il profumo, leggero, di Bella impregnare la lettera.

La portai vicino al volto e chiusi gli occhi.
Sentì una sedia grattare contro il pavimento.
< Edward … > Carlisle mi aveva appoggiato la mano sulla spalla, interrompendo i miei pensieri tormentati.
< Edward, non disperarti. >
Mi voltai e lo fulminai con lo sguardo.
< Adesso cercheremo una soluzione. MI metterò direttamente in contatto con i Volturi. Per sapere almeno cosa vogliono. Cercare di trovare un compromesso. Per intanto cerca di stare calmo. Dobbiamo agire con discrezione. Pensa al fatto che sta bene … Concentrati su questo … >
Il suo tono calmo e pacato, distaccato, mi dava i nervi e mi fece adirare, facendo esplodere la rabbia e la frustrazione che cercavo di trattenere e domare.

Mi alzai di scatto dalla sedia e cominciai ad urlargli contro:
< Ma non lo hai capito? Ma sei cieco o cosa? Bella non sta bene. Non mi avrebbe mai scritto delle cose del genere! Non si sarebbe mai firmata Isabella! >
< Edward, l’ha scritta lei la lettera, questo è certo. >
< Sì, questo sì! Ma ti dico che è stata obbligata a scrivere queste cose! Le ultime parole non hanno senso! Sa benissimo che io avrò sempre fiducia in lei … 
Non ha senso, NON HA SENSO! >
< Edward, è spaventata … cerca di capire. Teme che tu possa compiere qualche sciocchezza … e anche noi, abbiamo lo stesso timore … >
Mi appoggiai con la schiena contro il muro e, sempre tenendo la lettera stretta tra le dita, mi portai le mani al volto.
Singhiozzavo senza poter versare le lacrime del mio dolore.

< Edward, è già un passo avanti … aver ricevuto sue notizie. Significa che sta bene. Non hanno dato l’ordine di ucciderla. Alice questo lo avrebbe visto di sicuro. Sta abbastanza bene da riuscire a scrivere. >
Quando pronunciò il nome di Alice, mi voltai verso di lei.

Mia sorella, dal canto suo, se ne stava seduta in silenzio fissando il pavimento. La sua mano intrecciata a quella di Jasper che, di tanto in tanto, si chinava per darle un bacio sulla guancia o accarezzarle i capelli.
I nostri occhi si incontrarono per un attimo e poi lei li chiuse. Appoggiandosi alla spalla di mio fratello.
Da quando Bella era stata rapita, Alice aveva perso tutta la fiducia in se stessa.
Era in uno stato simile alla depressione, che contribuiva ad affievolire il suo dono. Non riusciva a concentrarsi.

Aveva delle visioni confuse. Una stanza, un bagno … tanti libri e un camino.
Bella, sdraiata in un grande letto dalle coperte rosse, in lacrime, che si rifiutava di mangiare …
Aro che ordinava che le venisse portato del cibo.

Tutto era sfocato. Riuscivo a leggerlo nella sua mente. Le visioni inoltre duravano appena qualche attimo. Come se Aro cercasse di non prendere decisioni se non per il futuro più prossimo. Per non farsi scoprire da noi. Per quanto riguardava Bella, Alice ne era certa. Aveva paura e non sapeva cosa fare. La sua incertezza però ci impediva di vederla.
L’idea di saperla sola e terrorizzata mi levava il fiato.
Me la vedevo rannicchiata su quel letto, con le gambe al petto e le braccia intorno alle ginocchia.
Avevo paura e quell’immagine mi straziava il cuore. Non capivo cosa potessero volere da lei.
Così indifesa, così umana …
Mi sentivo le gambe cedere. L’unica cosa che desideravo era saperla al sicuro tra le mie braccia.
Eppure, di lei avevo avuto pochissime notizie.

La sera stessa del rapimento, Felix si era presentato a casa nostra.
Ci aveva detto soltanto:
< Sta bene. Non abbiamo intenzione di farle del male. Vogliamo che voi non interferiate con il nostro lavoro, quindi, per favore, siete pregati di non creare disordini. >
< Possiamo parlarle? > Aveva chiesto Carlisle con falsa tranquillità.
< No. > Era stata la sua risposta secca.
A quel punto io non ressi e, alzatomi in piedi, gli avevo ringhiato contro:
< Come faccio a sapere che è viva, che sta bene, che non le farete niente? Come posso averne la certezza? Fatemi venire con voi in Italia o ci verrò per conto mio. Esigo di riaverla. Non avete alcun diritto … >
< Questo non è possibile. Il massimo che vi possiamo concedere, è lo scambio di alcune lettere. Ve ne faremo pervenire una della vostra umana non appena ci sarà possibile. >
Così ci aveva detto, prima di sparire nell’oscurità, lasciandomi persino più angosciato di prima.
Per quanto avessi scrutato nella sua mente, non ero riuscito a trovare niente. Lui non l’aveva vista.
Tutto era stato organizzato con cura.

Lo stesso Felix si era ripresentato a casa nostra, nel cuore della notte, cinque giorni dopo.
Ci aveva recapitato quella lettera.
< Tornerò domani mattina, per prendere la vostra risposta. > E se ne era andato, inghiottito dalla foresta.

Le avevo rilette non so quante volte quelle maledette, pochissime righe. Mi aggrappavo alla speranza che quei disordinati segni sulla carta mi davano. Viva … Salva … Al sicuro …
Cercavo di interpretare ogni sua parola, di cogliere ogni indizio, ogni macchia su quella pagina.
Avevo percepito il suo terrore nelle parole che aveva usato, nelle sbavature dell’inchiostro. Le sue mani tremavano mentre scriveva. Le mie dita si fermavano in prossimità delle tracce delle sue lacrime.
Non riuscivo più a resistere. Mi sentivo la testa scoppiare.

E poi, quelle parole … 

Qualunque cosa tu senta, tu veda, sappi che ti amo e che il mio amore per te non potrà mai avere fine.
Qualunque cosa succeda, ricordalo: Io ti sarò sempre fedele con l’anima e con il cuore.

Non riuscivo a decifrarne il senso.
Ero certo che Bella non me le avesse scritte a caso.
Doveva avere un buon motivo scrivermi delle cose del genere.
Sapeva che io l’amavo e che l’avrei amata sempre, che io stesso ero certo che mi sarebbe sempre stata fedele.
Sicuramente, aveva appreso qualcosa di cui io non ero a conoscenza. Qualcosa che non voleva che io scoprissi.
Ero sicuro che lei conoscesse le intenzioni di Aro. Ne ero certo.

Quando avevo chiesto il motivo del rapimento, la risposta di Felix era stata soltanto:
< Non ne sono a conoscenza. E comunque, non sarei stato autorizzato rivelartelo. >
Quello che più mi innervosiva, era che era sincero. La sua mente era limpida, franca.

Bella invece sapeva. Glie lo avevano detto … e per questo ora mi scriveva quelle parole?
L’avevano obbligata? Minacciata? Perché chiedermi di avere fiducia in lei?
Era a conoscenza di qualcosa per cui temeva che non l’avrei più amata, che avrei potuto dubitare di lei?
Come se fosse possibile …

Strinsi il foglio al mio petto e cercai di fare mente locale.
Non potevo lasciarla lì, in loro balia. Rischiava la vita ogni minuto che restava in quel luogo antico e segreto. In quella città tanto lontana da me …
Uscii dalla stanza sbattendo la porta. Vidi Alice sobbalzare e poi abbracciare Jasper, in preda ad un pianto arido.

Esme mi raggiunse e mi cinse in un abbraccio materno. Mi abbandonai alle sue carezze.
Dopo qualche minuto, mi prese le mani e mi sussurrò:
< Dobbiamo scrivere la risposta. Vieni. >
E mi riportò in cucina. Carlisle aveva già preparato tutto. Afferrai la penna e mi sedetti davanti al foglio.
Appoggiai la punta sulla carta e attesi qualche istante.
< Devi rassicurarla. Adesso sarà sicuramente spaventata. Non lasciar trasparire la tua angoscia. Devi trasmetterle calma, convincerla a pensare solo alla sua incolumità. >
Annuii.

Dopo aver inspirato profondamente cominciai a scrivere:

 Bella, Amore mio

Sapere che stai bene mi rassicura. Mi porta un sollievo che neanche riesci ad immaginare.
Questa è l’unica cosa per me importante. Saperti viva e in salute.
Non devi preoccuparti per i tuoi genitori. Carlisle ed Esme sono loro molto vicini. Sono provati per le ricerche, ma molto fiduciosi. Ci occuperemo noi di loro.
Anche i miei pensieri sono costantemente rivolti a te. Ogni istante.
Siamo tutti in apprensione per te.
Ti giuro che non commetterò azioni che possano mettere a rischio la mia incolumità e quella delle nostre famiglie. Non devi stare in ansia per me.
Non devi avere paura. Non voglio che ti agiti inutilmente.
Cercherò di venire da te con l’autorizzazione dei Volturi. Sono disposto a scendere a patti con loro e farò tutto il possibile per poter farti tornare a casa.  
Non posso che sperare che le tue parole siano veritiere.
Che tu stia realmente bene.
Hai ragione, non riesco a comprendere la tua richiesta ma, come ho già avuto modo di dimostrarti, ho fiducia nel tuo buonsenso e rispetto le tue decisioni. So che agisci sapendo quello che fai e spero con tutto me stesso che tu sia al sicuro.
Devi fare ogni cosa in tuo potere per salvaguardare la tua incolumità. Non preoccuparti di cosa potrei pensare io o chiunque altro. Devi pensare a te stessa.
Il mio unico desiderio è poter stringerti di nuovo tra le mie braccia, sana e salva. Se perché questo si avveri è necessario che io attenda, attenderò, sebbene starti lontano sia una sofferenza.
Non riesco a capire come tu possa chiedermi di avere fiducia in te, qualunque cosa accada.
Sai perfettamente che niente potrà mai scalfire il mio amore per te. Niente mai.
Qualunque cosa tu decida di fare, sappi che io ti appoggerò sempre. Abbi cura di te. Sei ciò che mi è di più caro al mondo. Non sopporterei di perderti.
Ti amo tanto intensamente da non poter esprimerlo.
Ti amo e nulla potrà mai farmi cambiare idea.
Ti prego, sta tranquilla e pensa a solo a te stessa.
Amore mio, ti bacio e ti stringo forte tra le mie braccia.
                                  Edward

 
Lasciai cadere la penna e osservai il foglio, le parole scritte nella mia calligrafia che a lei piaceva tanto.
Carlisle, in piedi dietro di me stava rileggendo e controllando. Mi voltai ad osservarlo e lui annuì.
Piegai la lettera e la chiusi, insieme a un fazzoletto di stoffa, con il mio odore, in una busta che Carlisle sigillò.
Come potevo prometterle che sarei rimasto a casa quando ero certo che prima o poi sarei corso in Italia. Restare a Forks mi faceva impazzire.
Improvvisamente, un odore sgradevole mi raggiunse. Tutti storcemmo il naso.

< Licantropi > Sussurrò Emmett.
Lui e Jasper furono subito alla porta e, dopo averla aperta, fecero entrare Sam e Jacob.
Quest’ultimo aveva un aspetto selvaggio, nonostante le sembianze umane.
I capelli lunghi e disordinati. Indosso, solo dei corti pantaloni laceri.

Mi rivolsi sprezzante a lui:
< Sei tornato a casa, cagnolino? >
Mi osservò con odio e mi sibilò:
< Ho visto cos’è successo e sono tornato indietro. >
Non risposi e chiusi gli occhi.
< Come hai potuto permettere che la portassero via! >
Mi stava urlando contro. L’istinto mi diceva di attaccarlo. Sollevai il labbro e mostrai i denti.
In un attimo, me lo ritrovai addosso.
L’urlo terrorizzato di Esme e Rosalie mi perforò le orecchie.

Non reagii alla furia di Jacob che, dopo essermi saltato addosso, mi aveva scaraventato per terra. I suoi pugni non mi facevano male. Sentivo la sua rabbia e i suoi pensieri. Provava il mio stesso incontrollato dolore.

Sam e carlisle me lo levarono di dosso con notevole sforzo.
Con naturalezza, in pochi secondi mi portai seduto e poi in piedi.
Sistemandomi gli abiti sussurrai con voce bassa e roca:
< Hai finito? >
Non mi rispose. Stringeva i pugni con rabbia e forza e il suo corpo era scosso dai tremori che precedevano la trasformazione. Sam gli poggiò una mano sul braccio e gli intimò di
mantenere la calma.
Jacob annuì e mi fissò. Dai suoi occhi scendevano copiose le lacrime.

Lo invidiai.
A me, piangere per la donna che amavo non era concesso.

Carlisle li fece accomodare in cucina ed Esme offrì loro da bere. Con una manata, Jacob buttò il bicchiere a terra, rovesciando acqua ovunque. Si prese il capo tra le mani e, ringhiando, chiese:
< Cosa le faranno? >
Fui io a rispondere con un sussurro:
< Non lo sappiamo. > Il dolore nella mia voce era talmente evidente che Jacob, gli occhi arrossati e gonfi, sollevò lo sguardo e mi fissò.
Non so cosa vide dipinto sul mio volto, ma improvvisamente smise di ringhiare e scosse la testa, poi disse:

< A Charlie e Reneè cosa avete detto? I Tg dicono che è stata rapita … >
< Loro non sanno niente. Le indagini non tralasciano nessun ambito tradizionale. Anche se l’ipotesi che sostengono è quella del rapimento a scopo di estorsione … Ovviamente, non hanno prove. Il che è meglio per tutti. Chi potrebbe mai sospettare la realtà?
In questo modo Charlie è al sicuro.I volturi non lasciano mai prove del loro passaggio.
Anzi, è evidente che avevano fretta, se no non avrebbero mai agito in maniera tanto avventata. Rapirla in pieno giorno in mezzo ad altra gente. >
Carlisle fissava Jacob negli occhi mentre parlava. Mio padre sembrava tranquillo.
I suoi pensieri mi dicevano tutto il contrario.

< Sappiamo che sta bene. Ci hanno fatto avere una sua lettera. Edward, fa loro vedere la lettera … >
Riluttante, porsi il foglio a Sam che lo passò a Jacob. Lui la lesse e poi me la restituii. Il volto era una maschera di angoscia.

In quel momento, Alice sussultò. Jasper la cinse tra le sue braccia e la sostenne.
Vidi Charlie nella sua testa … tre istanti dopo mia sorella disse: < Il telefono … Charlie … >
E infatti … non passarono che pochi minuti che il telefono suonò.

Carlisle lo afferrò più in fretta di me. Mi fece segno di stare zitto e lontano.
< Pronto? >
< Carlisle? > La voce dell’ispettore di polizia era stanca, affaticata. In quei giorni era sempre in centrale. Praticamente non dormiva. Si dedicava anima e corpo nelle ricerche di sua figlia, della mia Bella. Forse, da un certo punto di vista, era meglio che non sapesse la realtà … era viva, questo forse lo avrebbe rassicurato, ma per il resto …
< Sì, sono io. Notizie, Charlie? >
< Sì … > Sembrava a metà tra il sollevato e il distrutto. < Hanno rinvenuto i documenti di Bella. In una casella della posta a
Providence, nel Deleware. Ci siamo messi in contatto con la polizia locale.
Vi chiamavo solo per informarvi … Scusa per l’ora …  > Stava per mettersi a piangere.
Carlisle, facendo finta di niente, disse :
< Ti ringrazio. Non preoccuparti … tanto non riuscivo a dormire. Chiama pure, a qualsiasi ora, per qualsiasi cosa …  
Per i documenti … È pur sempre una traccia. Lo dirò ad Edward, appena si sveglia. > Mentiva, in tutti i sensi, ma Charlie non poteva saperlo.
< Come sta lui? > Charlie fece quella domanda e si sentiva che era molto dispiaciuto. < Ha elaborato il trauma? >
Carlisle rimase in silenzio per alcuni istanti e poi rispose: < Ci stiamo lavorando. È un duro colpo per tutti, ma di sicuro lui è quello tra noi che soffre maggiormente. Ora
comunque sta un po’ meglio … > sospirò e poi si salutarono. Era notte inoltrata.
< Edward … > La voce di Sam ruppe il silenzio che si era creato.
< Jacob tornerà da Billy. Allo sceriffo diremo che è tornato dopo aver saputo di Bella dai telegiornali … >
< Certo. > Annuii e mi appoggiai al muro, la testa fra le mani.
< Edward … >
< Sì? >
< Mi dispiace, davvero … >
< Grazie Sam. > Risposi, alzando lo sguardo e fissandolo negli occhi. 
< È la verità … >

Lui e Jacob uscirono e io strinsi la lettera al petto, in prossimità del mio cuore, immobile e muto.

La sua padrona era lontana e io, rischiavo di peggiorare la situazione per poterla riavere con me. Ero terrorizzato dalle parole che mi aveva destinato.
< Amore … > Sussurrai alla notte < Amore, cosa devo fare? Come puoi chiedermi di restare qui, mentre la tua vita è in pericolo? Come puoi chiedermi questo? Cosa sai che io non so? >

Ma purtroppo nell’oscurità non c’era la risposta. Lì non avrei udito la voce di Bella … Per farlo, avrei dovuto andare in Italia. E sapevo bene che ormai era solo questione di tempo. Prima o poi, avrei preso un dannatissimo aereo per Roma e sarei andato da lei …

Non sapevo per quanto sarei riuscito a restare con Carlisle e gli altri, impregnandomi in ricerche senza senso.
< Non dobbiamo destare sospetti. > Mi ripetevano tutti. < Per il bene di Bella. > Sembrava quasi un ritornello, di solito condito con un abbraccio di Esme o una stretta di Emmett. I loro sguardi e il loro temporeggiare però non avrebbe aiutato la mia sposa.
Per il bene di Bella, io avrei fatto qualcosa di molto più concreto. Sarei andato a riprendermela non appena le circostanze me lo avessero permesso. Non appena il mio intervento non avesse costituito un rischio per la sua incolumità.

 

  
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