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Autore: Jade Tisdale    08/03/2014    1 recensioni
Una terrestre che non è riuscita a sottrarsi al destino che il Dottor Gelo aveva previsto per lei.
Un androide che si è fatta assorbire da Cell e che da quel giorno ha iniziato a sognarlo.
Una moglie che non riesce a dimostrare il proprio affetto verso il marito.
Una madre che si chiede se sua figlia potrà avere una vita serena.
Un cyborg che sta cercando di progettare un futuro da umana.
Ma C18 che cos'è davvero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18, Altri, Crilin, Marron | Coppie: 18/Crilin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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6. Al cuor non si comanda!

 

 

Io e Crilin, dopo esserci sfiorati, arrossimmo a tempo, ma nessuno disse nulla.
Anche la mattina successiva, ci comportammo come se non fosse accaduto niente. In fondo, lui sapeva che era stato molto difficile per me compiere un gesto simile.
Passai tutto il giorno a riflettere e mi resi conto che, forse, quello era uno dei motivi per cui Crilin mi piaceva. Mi capiva.
Avevo sempre pensato che l'unica persona in grado di farlo fosse C17, ma evidentemente mi sbagliavo. Il neo capellone me lo aveva dimostrato la sera prima con le sue parole.
In più, una cosa mi stupì: quel bacio mi era piaciuto. Anche se si trattava semplicemente di un lieve contatto fisico, non mi aveva dato fastidio, anzi, lo avevo apprezzato.
Oh no... pensai tra me e me. Me ne sto seriamente innamorando?
Sospirai e sorrisi senza accorgermene.
C17, adesso come faccio? Devi aiutarmi a capire i miei veri sentimenti per lui...
Mi stesi nel letto e in preda a quei mille pensieri, caddi in un sonno profondo. 

 

«C18! Avanti, svegliati!»
Aprii gli occhi con la mia solita delicatezza e mai, ripeto, mai, mi sarei immaginata di vederlo in un mio sogno.
«C17... Sei davvero tu?» chiesi con le lacrime agli occhi.
«Sì C18, sono...»
Non lo lasciai concludere, perchè gli avevo già messo le braccia al collo.
Mio fratello, la persona più importante della mia vita, dopo ben due mesi dal mio risveglio, mi era apparso in sogno. E anche se non era davvero lì con me, provai una gioia immensa nel vederlo.
Inoltre, per la prima volta, non avevo sognato Cell e stranamente, mi trovavo nella camera di Crilin.
E' un posto molto ambiguo per un sogno... pensai. Ma non importa. Avere ritrovato mio fratello adesso è la cosa più importante.
Restammo abbracciati a lungo. Mi era mancato così tanto...
«Come hai fatto a trovarmi?»
Il mio gemello ignorò completamente la mia domanda.
«Avevi bisogno di me, non è così?» chiese sorridendo.
Annuii.
«Ci sono così tante cose che devo capire... Insomma, da quando Cell mi ha sputata fuori mi sembra di essere rinata. Sto ricominciando a provare sentimenti e non riesco a trovarne un motivo logico!»
Mio fratello sorrise.
«Forse dimentichi che siamo ancora umani. Gelo ha solamente aggiunto dei circuiti al nostro corpo, ma siamo umani. E' normale che proviamo dei sentimenti, soprattutto ora che siamo a contatto col mondo.»
«No, non è una cosa normale. E adesso ti prego C17, andiamocene via da qui! Fuggiamo in un posto lontano e costruiamoci una nuova vita insieme!»
Mio fratello sciolse l'abbraccio e si alzò dal letto.
«No, C18. Quando mi sono risvegliato e non ti ho vista con me ho capito che è meglio se stiamo divisi.»
Le lacrime avrebbero bagnato a breve il mio viso, ne ero sicura. Ma se era stato complicato per me piangere davanti a Crilin, farlo con C17 sarebbe stato ulteriormente umiliante.
«C17, che stai dicendo?» chiesi con voce tremante, alzandomi a mia volta.
Sorrise ancora.
«Sorellina, puoi farcela. In fondo sai cavartela da sola, non hai più bisogno di me. E poi io sono il gemello più piccolo.»
«Ma anche il più intelligente.»
«Non credere alle parole del Dottore. Tu sei molto più intelligente di quanto credi, fidati.»
Mi diede le spalle e si preparò a spiccare il volo fuori dalla finestra.
«C17!» esclamai.
Si voltò un'ultima volta.
«Sì?»
Abbassai lo sguardo, imbarazzata per ciò che gli stavo per dire.
«Io... Ecco, io... Io credo di essermi innamorata...»
Sentii le guance bruciarmi e per questo continuai a tenere lo sguardo basso.
Udii la voce di mio fratello sussurrare le sue ultime parole prima di andarsene per sempre dalla mia vita.
«Tu sei una donna, non un cyborg. Non dimenticarlo mai.»

 

Mi svegliai di soprassalto con il respiro affannato.
Finalmente, avevo capito. 
Sapevo che stavo per compiere una follia, ma se era davvero ciò che mi rendeva felice, dovevo farlo.
Mi diressi al piano inferiore con le gambe tremolanti. Non appena misi piede nel salotto, mi bloccai.
Crilin era coricato nel divano e ovviamente dormiva.
Sto davvero per fare la cosa giusta? 
Ma in quel momento, il mio cervello non era niente in confronto alla forza del mio cuore.
Facendo molta attenzione a non svegliarlo, mi avvicinai a lui. Mi coricai al suo fianco e molto lentamente, lo abbracciai.
Chiusi gli occhi con l'intento di addormentarmi, ma un secondo dopo, le braccia di Crilin mi cinsero la vita stringendomi a lui.
Mi piaceva stare tra le sue braccia. Mi ricordava il mio sogno e provavo la stessa sensazione di protezione che avevo sentito quando avevo abbracciato mio fratello.
Trascorsero un paio di minuti prima che ci riuscissimo a guardarci negli occhi. Fu questione di pochi attimi affinché entrambi ci sporgemmo verso l'altro.
Fu un bacio né violento, né passionale, semplicemente pieno di amore. Lo abbracciai sempre di più, come per dire “resta qui con me e non andartene.”
Quando ci staccammo l'uno dall'altro, come la volta precedente, arrossimmo e non dicemmo nulla.
Piegai la testa verso il basso e mi accoccolai nell'incavo del suo collo tiepido.
Poco dopo, una lacrima mi attraversò lentamente la guancia, prima di addormentarmi serenamente. 

 

Mi svegliai verso le dieci a causa del verso di un gabbiano.
Mi stropicciai gli occhi prima di alzarmi.
Entai nella cucina sbadigliando. Crilin, dopo avermi salutato, mi porse la mia solita tazza di caffè.
«Hai voglia di parlare?» chiese ad un tratto, dopo svariati minuti di silenzio.
Feci un mezzo sorriso.
«E di cosa?»
«Beh...» Il terrestre arrossì. «Ecco, non mi aspettavo che anche tu...»
«Non eri tu quello che diceva che ero umana e che potevo provare sentimenti?» chiesi alzando un sopracciglio.
«Certamente! E difatti è così! Solo che non mi aspettavo che il fortunato sarei stato io...»
Misi la tazza nel lavandino.
«Visto che mi hai fatto anche tu questa domanda... Posso chiederti come mai ti piaccio?»
Se non avessi posato la tazza un istante prima, di sicuro sarebbe caduta e si sarebbe rotta in mille pezzi.
Lo guardai con lo sguardo irritato e lui sobbalzò all'istante.
«Non penso sia il momento adatto per parlartene.» risposi freddamente mettendomi le mani sui fianchi.
«Scusami... E' solo che credevo ti piacessi...» rispose lui deluso.
«E' così. Ma visto che sei così convinto di conoscermi, dovresti sapere che parlare non mi piace, né tanto meno esternare i miei sentimenti. Sappi solo che non mi metto col primo che capita.»
E dopo aver pronunciato quelle parole, mi diressi verso la spiaggia per cercare un po' di pace.
Circa un'ora dopo, il nanerottolo uscì e mi sorrise.
«Stavo pensando...» disse guardandomi con una gioia indescrivibile negli occhi. «Che ne pensi se ci alleniamo un po' insieme? Ho notato che vai spesso nella stanza degli allenamenti e magari una cavia umana potrebbe tornarti più utile.»
Feci un sorriso amaro.
«Accetto. In fondo mi basta solamente usare un decimo della mia forza per metterti al tappeto senza problemi!»

 

Quella sera non cenai, anzi, passai una buona mezz'ora nella vasca da bagno per rimettere in sesto i miei muscoli.
Andai a dormire presto, senza nemmeno salutare il terrestre. Ma dopo un'ora, non riuscii a resistere e andai da lui.
«Alzati.» dissi secca togliendogli la coperta di dosso.
«Perchè?» chiese lui confuso dal mio comportamento.
Arrossii lievemente.
«Il letto è tuo.» risposi semplicemente. «E poi sono stufa di stare da sola. Un po' di compagnia non guasta.»
Sul suo volto si creò un sorriso enorme.
«Sì, vengo subito C18!» esclamò seriamente felice.
«Ehi nanerottolo, frena l'entusiasmo! Vedi di non metterti in testa delle strane idee! Se tu ti azzardi anche solo a toccarmi senza il mio permesso ti faccio fuori in un attimo! Sono stata chiara?»
«Certo che sì!» rispose rimanendo allegro. 
Mi chiedevo seriamente come facesse ad essere contento anche quando lo trattavo in modo così sgarbato. Quel ragazzo era più strano di quando pensassi. 
Una volta di sopra, cercai di stare il più lontano possibile da lui.
Malgrado l'avessi baciato io, in quel momento non volevo essere a contatto con la sua pelle.
«Sai C18, oggi mentre lottavamo sono riuscito a percepire la tua aura.»
Mi voltai di scatto verso di lui incredula.
«E' impossibile.» risposi convinta.
«So che non mi credi, ma è la verità. Non so come, ma sono riuscito a sentire la tua aura, anche se solo una minima parte...»
Gelo aveva fatto in modo che le aure di noi cyborg fossero azzerate, perciò faticai a crederci. Avrei voluto approfondire l'argomento, ma ero talmente stanca che tutto ciò a cui pensavo in quel momento era dormire. Ma a quanto pare il nanerottolo aveva molta voglia di parlare.
«Scusa per la domanda di oggi. So che a te non piace parlare dei tuoi sentimenti, è solo che mi è ancora difficile credere a tutto ciò che è successo in questi giorni...» Fece una pausa e sospirò. «Che tu ci creda o no stai cambiando, l'ho notato. Ti stai addolcendo sempre di più e anche se ti sembrerà una follia, ti stai umanizzando. Lo dimostra anche il fatto che riesco a percepire la tua aura.»
Presi la sua mano e la strinsi nella mia.
«Crilin. Devo dirti una cosa.» 
Deglutii.
C18, ma che cazzo fai? Taci che è meglio!
«Vedi, io...» Iniziai ad agitarmi. E di sicuro lui lo aveva notato.
«C18, puoi dirmi tutto. Io non ti giudicherò, qualsiasi cosa si tratta.»
Mi passò l'altra mano tra i capelli e mi diede un bacio sulla fronte.
Non ero abituata a tutti quei gesti affettuosi, però, stranamente, provai piacere nel pensiero che qualcuno teneva a me.
«Crilin io... Io sto davvero bene con te... Quando mi abbracci, sento una sorta di protezione inspiegabile...» Sospirai. «Io non sono proprio un tipo da smancerie, scusami. E' solo il mio modo per farti capire che a te ci tengo.»
Sorrise.
«So che questo per te è un enorme sforzo. E per questo ti ringrazio.»
«Non... Non ho finito...» risposi con la voce tremolante. «Mi sento protetta perchè... Perchè da quando mi sono svegliata faccio degli incubi con Cell e...»
Andare avanti non servì. Ormai ero seriamente convinta del fatto che Crilin mi potesse capire, perciò non c'era alcun bisogno di dirgli esplicitamente che avevo paura.
Mi accolse tra le sue braccia ed io mi lasciai toccare da lui senza battere ciglio.
Mi baciò sulla mia chioma dorata e gli permisi di coccolarmi un po'.
«C18... Non devi più avere paura. Cell ormai è all'altro mondo, non può più farti del male.»
Misi nuovamente la testa nell'incavo del suo collo e chiusi gli occhi.
«Sono stanca. Voglio dormire.» 
Riuscii a sentire le sue labbra ampliarsi in un sorriso.
«Ah sì? Tu vuoi dormire? Non io che mi sono fatto demolire dalla tua forza...»
Ma dopo quella parola, non sentii più nulla.
Mi addormentai serenamente tra le braccia di Crilin, come non facevo da tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Visto che è la festa della donna, oltre a fare gli auguri a tutte le ragazze del sito, vi regalo anche questo nuovo capitolo ^^
Oggi, dopo tanti giorni passati chiusa in casa a studiare, sono uscita con una mia amica e onestamente sono stanchissima, ma ho fatto di tutto pur di finire il capitolo e pubblicarlo.
C18 è un po' OOC (come sempre xD), mentre Crilin mi sembra sia abbastanza IC.
Avevo già in mente di inserire C17 da qualche parte e spero che la parte del fratello saggio vi sia piaciuta.
Non so se in futuro lo inserirò in altri capitoli. Si vedrà in base al procedimento della storia.
Beh, spero vivamente che vi sia piaciuto e aspetto le vostre recensioni!
Vi dico subito che questa settimana sarà piena di verifiche (piena nel vero senso della parola D:), perciò non so quando potrò aggiornare...

   
 
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