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Autore: Emiko    27/06/2008    12 recensioni
E' un'idea che mi è venuta in mente una notte che non riuscivo a dormire... vi prego leggetela e fatemi sapere cosa ne pensate... Forza Hinata siamo tutti con te!! ^_^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Open your eyes

Avevo passato tutta la settimana ad immaginare questo giorno, in ogni minimo dettaglio… come sarebbe stato il tempo, chi sarebbe venuto, come ci saremmo vestiti… e finalmente il giorno è arrivato. Ho passato la notte insonne, ero troppo agitato, come sempre d’altronde, guardavo il cielo, le stelle, la luna e ad un certo punto, senza preavviso, tutto fu coperto dalle nuvole… era come se l’universo mi stesse parlando, come se volesse comunicarmi qualcosa di importante, ma io ero troppo felice, o troppo stanco per capire… così crollai poche ore prima dell’alba…

Quando mi svegliai il sole era finalmente sorto, e le nuvolacce della sera prima scomparse nel nulla, misi la solita tuta arancione, d’altronde avevo solo quella -ma ormai sia le maniche che i pantaloni mi venivano un po’ corti-  e mi incamminai verso il luogo dell’appuntamento… un ampia distesa verde appena fuori il paese… Erano già tutti li…

“Naruto, tu non cambierai mai vero? Sei sempre l’ultimo” nonostante fosse un po’ che non ci vedevamo, riconobbi la voce di Kiba…

Diedi un’occhiata veloce intorno… eravamo cresciuti tutti parecchio… alcuni erano rimasti uguale, ma solo fisicamente, dentro portavano esperienze indimenticabili, altri invece, erano quasi irriconoscibili… c’erano tutti… tutti tranne…

“No, ti sbagli, questa volta non lo sono… manca ancora Hinata.”

Neji mi corresse. “No, Hinata non può venire… Mi ha chiesto di dare a tutti i suoi saluti…”

“Come non viene!?!?!”

“Calmo Naruto… Sei sempre il solito… Non voleva saltare gli allenamenti con suo padre… credimi, era davvero dispiaciuta di non poter venire.”

“Ok, va bene, ho capito… Dille che la saluto.”

“Certo”

Le ore passarono velocemente… così i anche i giorni… fino a quando…

Ero andato a mangiare del ramen, quando vidi Sakura correre verso l’ospedale… mi accorsi solo in quel momento che nel villaggio c’era una strana confusione…

“Ehiiiii! Sakuraaaaa!!!”

“Naruto scusa ma non ho tempo… l’Hokage mi ha convocata urgentemente… mi ha detto di dirigermi in ospedale, pare ci siano stati problemi con l’ultima missione..”

“Vengo con te…”

Sakura ormai era diventata talmente veloce che faticavo persino a starle dietro e peraltro era diventata anche un ottimo medico. Arrivati davanti l’ingresso dell’edificio vidi Hinata distesa per terra, priva di sensi. Ci avvicinammo. I medici la sollevarono e la portarono in un’ampia sala vuota, tranne che per un lettino posto al centro, ma quando feci per seguirli, Sakura mi impedì di entrare e scomparì velocemente dietro le grandi porte bianche…

Mi sedetti per terra, le braccia intorno alle gambe strette al petto, la testa china…

Avevo completamente perso la cognizione del tempo… erano passati minuti… ore… giorni? Improvvisamente sentii dei passi leggeri avvicinarsi sempre di più, sollevai la testa quel poco che bastava per vedere chi fosse, ed eccola, il quinto hokage. Chinai nuovamente la testa, non avevo voglia di parlare con lei, non avevo voglia di parlare con nessuno… se avessi potuto, sarei scappato anche da me stesso… dai miei pensieri… dalle mie paure…

Eppure resistetti all’istinto di alzarmi e correre via… dovevo… volevo restare li, nel caso in cui Sakura avesse portato sue notizie… o forse, semplicemente non avevo la forza di muovermi…

Tsunade mi si fermò davanti…

“Naruto, ci sono notizie della piccola Hinata?”

Non mi andava di risponderle.

“Naruto sto parlando con te. Anch’io sono preoccupata, d’altronde è colpa mia se è successo tutto questo, ma non puoi…” Non finì la frase, la sua espressione cambiò, sull’impaurito e il confuso… Mi chiedevo il perché di quell’espressione, e perchè avesse smesso di parlare. Ci misi qualche secondo più del dovuto, ma alla fine capii. Le sue parole erano arrivate come una pugnalata e il mio corpo aveva reagito d’istinto. Mi ero alzato… ormai ero diventato più alto di lei… la mia faccia era una maschera di rabbia, disgusto, paura, non sapevo quale fosse l’emozione predominante in quel masso che sentivo al petto… la mia voce usci senza preavviso.

“Cosa vuol dire che è colpa sua!?” Era più un accusa… un urlo… che una domanda…

“C’era arrivata una richiesta d’aiuto da un altro paese, abbiamo accettato. Ho convocato Hinata il giorno stesso e ne ho parlato con lei… sembrava una missione alquanto difficile, ma niente che lei non avesse già affrontato e poi, hai visto anche tu quanto è diventata forte... Ha accettato di andare da sola… non potevo immaginare che fossero delle spie… si erano spacciati per mercanti, avevo parlato io stessa con loro e ti giuro che se avessi sospettato minimamente di loro, non avrei permesso che succedesse niente… Hinata ha capito tutto durante il viaggio… avevano intenzione di prenderla in ostaggio per poter ricattare il paese o forse per poterle estorcere informazioni importanti… non abbiamo ancora tutto chiaro… comunque Hinata è riuscita a tenergli testa e grazie a lei li abbiamo catturati… ma guarda a che prezzo. Non sai quanto mi dispiaccia.”

Rimasi impietrito… la bocca spalancata… Quindi era davvero colpa sua se ora la mia amica era a combattere tra la vita e la morte… l’ennesima battaglia, ed ero sicuro che avrebbe vinto ancora, tla l’altro non era neanche la più difficile della sua vita… O per lo meno volevo crederci… con tutto me stesso…

“Le sue scuse non servono a niente!! Hinata sta rischiando tutto e lei non è neanche li dentro a dare una mano agli altri!? Ma che razza di medico è? Che razza di Hokage è?!”  Di nuovo avevo agito d’istinto.

“Naruto cerca di capirmi… ho un sacco di pratiche da sbrigare, non posso occuparmi di tutto… i dottori che sono dentro sanno già cosa fare, e poi tra loro c’è anche Sakura…”

“A lei non importa niente di noi vero? Per lei siamo come dei burattini… Ad ogni suo ordine dobbiamo scattare, ma quando qualcuno di noi ha bisogno d’aiuto… antepone le pratiche alla nostra vita… Non so come ho potuto fidarmi di lei…!” Sentivo gli occhi lucidi e sapevo che ormai non avrei resistito ancora per molto… Mi girai e cominciai a correre… non mi importava dove sarei andato… volevo solo fare quello che in tanti anni non avevo mai fatto… scappare…

Avevo il respiro affannato… non sapevo per quanto avessi corto… Mi guardai intorno, senza volerlo ero tornato al luogo dell’appuntamento dove, qualche giorno prima, con tutti noi, avrebbe dovuto esserci anche lei… Mi lasciai cadere sull’erba, sfinito. In cielo brillavano le stelle, le stesse che avevo visto dalla finestra della mia camera… Non potevo sapere se quello che vedevo corrispondeva alla realtà… magari quella stella li, in fondo, una piccola luce, la più piccola, in mezzo alle tenebre più profonde, realmente aveva smesso di brillare già da molto tempo… ma io ero lontano, e non potevo sapere… nessuno poteva, tranne lei… quella luce, così perfetta, era come Hinata… lo era sempre stata, piccola, tenue, perfetta… ma soprattutto lontana… ora più che mai… proprio come quella stella, non potevo sapere se lei fosse ancora qui, ad aspettarmi come sempre, pronta a sorridere ancora una volta… Non avrei dovuto allontanarmi … dovevo tornare indietro.

 

Percorsi per la terza volta in quel giorno lo stesso lungo corridoio, fino ad arrivare alla grande porta bianca, ma  lo scenario che mi si parò davanti, non era lo stesso che avevo lasciato io… Tutti i nostri amici erano riuniti li. Chi parlava, chi piangeva, chi era seduto o sdraiato a terra… nessuno mi rivolse la parola quando arrivai… alcuni non si erano neanche accorti di me… Mi ero appena avvicinato a Neji quando la porta si aprì… La prima ad uscire fu quella brutta vecchiaccia dell’hokage, sembrava molto seria ma, mentre mi sorpassava, vidi le sue labbra piegarsi in un sorriso, dopodiché, scomparì alla fine del corridoio… dietro di lei c’era un lettino, sul quale era sdraiata Hinata, ancora priva di sensi, spinto da alcuni medici… a chiudere la fila c’era Sakura, col viso sudato ma con un’espressione felice e rilassata… Stavo per chiedere come stesse Hinata ma i miei compagni mi precedettero. Dopo che Sakura ebbe detto che la ragazza stava bene, non feci più caso alle sue parole o ai commenti degli altri. Era passato solo qualche minuto quando ci incamminammo versa la stanza nella quale i medici di poco prima avevano portato e sistemato Hinata. Eravamo in troppi e la stanza cominciava ad essere stretta ma nessuno di noi aveva la minima intenzione di tornare a casa… Tuttavia le ore passarono silenziosamente, senza che da Hinata provenisse un debole suono o movimento e ormai era talmente buio che in strada non si vedeva quasi più niente e i miei compagni cominciarono ad andare via… uno alla volta… fino a quando non rimasi solo io… io e Sakura fuori dalla porta che parlava con Tsunade, era tornata per sapere come andava… Non facevo molto caso alle loro parole, ma una frase colse la mia attenzione… se Hinata non si fosse svegliata al più presto, sarebbe potuto non andare tutto bene come pensavano… Era come se tutte le mie certezze, le mie speranze, i miei sogni, fossero svaniti come un illusione.. d’altronde, Hinata era brava nell’arte illusoria… Sentii una mano sulla spalla e solo allora mi accorsi che l’hokage era andata via, ora li accanto a me c’era Sakura…

“Naruto, non puoi stare qui… mi dispiace ma… vai a casa a riposarti un po’, domani potrai stare qui quanto vorrai…”

Provai in diversi modi a convincerla di farmi restare, ma niente…

 Ero di nuovo da solo, fuori, al buio sotto le stelle… Poggiai la schiena contro un albero e, ancora una volta, sollevai lo sguardo verso il cielo… la stella di prima era ancora li… piccola, su quel manto scuro… ripensai a quanto fosse distante… irraggiungibile… e capii qual era l’unica importante differenza tra lei e Hinata… Anche se avessi voluto avvicinarmi a lei, non avrei potuto, se avessi voluto toccarla, se avessi camminato anni e anni per raggiungerla, se fosse stato lo scopo della mia vita… non ci sarei comunque riuscito… non perché non lo desiderassi abbastanza o non avessi il coraggio di provarci, ma perché lei era li, in una parte indefinita dell’universo, e io qui… nessuno dei due poteva avvicinarsi all’altro… non so dire il perché… forse perché era semplicemente stato deciso così… Invece Hinata era poco distante da me e l’unica cosa che mi teneva lontano da lei era la mia ragione… o forse no, era una follia… io potevo ma soprattutto volevo andare la lei… perché allora non avrei dovuto… ci sarebbe stato un tempo in saremmo stati costretti a stare lontani… ma solo quando anche lei avesse smesso di brillare…

Fortunatamente la stanza di Hinata era al primo piano e Sakura aveva lasciato la finestra aperta… Sgattaiolai dentro e mi inginocchiai accanto al letto… poggiai il viso sul cuscino, accanto al suo, e rimasi immobile a guardarla… per la prima volta così pallida nonostante fossi vicino a lei… la luce della luna che le illuminava il viso… persi la cognizione del tempo… le sfiorai il viso e… non so dire cosa provai o se addirittura l’abbia immaginato ma… la sentii pronunciare il mio nome, tranquillamente, come se fosse la cosa più naturale di questo mondo… Cominciai a parlarle… a sussurrarle di svegliarsi… e ad un tratto voltò il suo viso verso il mio… così vicina, eppure così lontana… continuai a fissarla fino a quando… senza preavviso, dolcemente, socchiuse gli occhi… non s a cosa stesse pensando o se non avesse ancora realizzato di essere sveglia, ma rimase ferma a guardarmi per un po’, fino a quando, felice come non mai, non riuscii più a trattenermi…

“Piccola Hinata… ti senti bene?...”

Improvvisamente le sue guance si accesero di un colorito troppo scuro rispetto a quello del resto del viso, tentò di mettersi a sedere, ma ancora troppo stanca, scivolò nuovamente sul cuscino ma questa volta il suo viso era ancora più vicino al mio… la vidi richiudere gli occhi e tornare pallida… io ero rimasto immobile… era successo tutto troppo velocemente… Sollevai la testa dal cuscino e mi avvicinai a lei…

“Hinata… tranquilla, sono io… ti prego apri gli occhi, mi sono mancati tanto…” Mi guardò… ero ancora inginocchiato per terra e cominciavano a farmi male le gambe…Non appena mi alzai, lei si mosse sotto le coperte per farmi spazio, ma le sfuggì un gemito di dolore… Mi sedetti sul bordo del materasso continuando a fissarla… i capelli che ormai le sfioravano le spalle… lei restava ferma… quasi come se non ci fossi… il suo respiro non era ancora del tutto regolare… non so se per lo svenimento di prima o per l’operazione…Non so dire quanto tempo restammo in quel modo e neanche quando o come ci mossimo, ma ci ritrovammo entrambi seduti sul letto con la schiena poggiata alla parete. Sembrava che stesse meglio quando ad un certo punto chinò il capo, si portò una mano al petto e con l’altra cercò la mia. Forse non avrei dovuto essere li… sarei dovuto andare a chiamare qualcuno, non sopportavo vederla soffrire, e poco mi importava se dopo mi avrebbero buttato fuori. Ma, quando feci per alzarmi, cominciò a tremare e strinse la mia mano con più forza. Le passai una mano intorno alla vita e la strinsi forte a me. Restammo così fin quando non si calmò… Sembrava davvero un angelo ed era strano vederla dopo tutto questo tempo… come se la vedessi davvero per la prima volta… aveva chiuso di nuovo gli occhi. Le sfiorai il collo con le dita e, facendo una leggera pressione sotto il mento, le alzai delicatamente il viso… Sentivo il suo respiro sfiorarmi la pelle…Mi avvicinai a lei… “ti prego… fai la brava…” Mi chinai ancora di più, fino a sfiorare le sue labbra con le mie… E a quel punto, quello che nessuno dei due avrebbe potuto immaginare… si strinse forte a me, e cominciò a muovere le sue labbra contro le mie con una  tale forza e determinazione che non avevo mai visto in lei… era come se in quel totale silenzio stessimo rispondendo a tutte le domande che a voce non avremmo mai avuto il coraggio di dire… Hinata però stava ancora male e presto si staccò dall’abbraccio…

Mi distesi sul letto e lei fece lo stesso… le sollevai la testa dal cuscino e scivolai sotto in modo che poggiasse sul mio petto… La coprii con il lenzuolo e la cinsi con le braccia…le spostai una ciocca ribelle di capelli dagli occhi, che tornò subito al suo posto non appena la lasciai…Le baciai la fronte e chiudemmo entrambi gli occhi…

Sarebbe stato in quel modo che il sole ci avrebbe sorpreso la mattina seguente…

 

 

…e sfortunatamente anche qualcun altro…

 

 

 

 

 

 




 

Grazie a tutti coloro che hanno letto questa storia ^_^ vi prego di lasciare un commento con le vostre opinioni  :)

(fatemi anche sapere se ci sono errori di ogni tipo) Ancora grazie e ciao a tutti -^_^-





  
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