Sarah schiuse appena un occhio, poi fece per alzarsi ma non ci riuscì.Si accorse quasi subito che la sua testa era fasciata e soprattutto che le faceva molto male.Doveva averla battuta, ma dove?Possibile che non riuscisse a ricordarsi come era finita in quella stanza d’ospedale?La ragazza provò nuovamente a mettersi seduta con uno sforzo notevole dato che la testa oltre a dolerle, sembrava pesasse un quintale.Facendo leva su tutta la sua forza d’animo, riuscì a mettersi nella posizione desiderata, nonostante una fitta tremenda dietro la nuca fosse stata sul punto di farla ricadere nuovamente.
-Sei sveglia?
Il dolore le aveva impedito di vedere che nella stanza c’era un’altra persona.
-Charles!-Sarah notò che lui era lì, seduto accanto al letto.Indossava jeans e maglietta bianca fresca di bucato, e i suoi grandi occhi azzurri, nonostante fossero cerchiati dalla stanchezza non gli erano mai sembrati più belli.-Sì io sono sveglia ma tu dovresti andare a riposarti,hai la faccia di uno che non dorme da giorni.-confessò lei ancora frastornata e intontita.
-Solo ventiquattro ore.Sei rimasta svenuta per non so quanto, anche dopo che ti hanno portata qui.
-E tu sei stato sempre con me?-chiese lei non riuscendo a crederci, e si accorse che questa domanda era per lei molto più impellente rispetto a un’altra questione fondamentale:come diavolo era finita in ospedale e che ne era stato di Sana e degli altri?
Lui annuì.-Hai rischiato la vita per salvare tutti noi,e ti sei dedicata anima e corpo a questo caso e volevo essere sicuro che stessi bene.
Splendido!Ancora una volta Charles non aveva sprecato occasione per rinfacciargli che l’unico motivo per cui era rimasto era la sua stupida compassione.E perché allora si era aspettata ancora una volta una risposta diversa?Perchè Sarah sapeva di continuare ad amarlo senza avere smesso un solo istante, ecco perché.
-Senti…-cominciò.Aveva tante cose da chiedergli, ma non sapeva proprio da dove cominciare, senza contare che gli faceva troppo male la testa.
-Scommetto che vuoi sapere com’è andata a finire.-tirò a indovinare lui.La guardò accigliandosi.-O non ti ricordi che cosa è successo?
-Quando?Dove?
-Nella chiesa dopo il terremoto e dopo l’ultima scossa di assestamento.-si allarmò all’improvviso.-Non mi dire che hai perso la memoria.
Lei sbattè più volte le palpebre e gli scoccò un sorriso candido.-E chi sarebbe questo aitante giovanotto seduto al mio capezzale che mi tiene la mano?Non sarai mica un miraggio?
-Vai al diavolo Sarah!-le strillò, dandole un colpetto su una spalla capendo che aveva scherzato.
-Sarah?E’ così che mi chiamo?
-Come se non lo sapessi!Poco fa mi hai chiamato per nome, quindi sai anche come ti chiami tu.
-E’ così che funziona?
-Esatto.
-E va bene, allora vediamo:io mi chiamo Sarah Parker e tu sei Charles Lones e insieme abbiamo contribuito ad acciuffare un pericoloso criminale.
-Visto?La memoria ti funziona benissimo, eccetto per un piccolo particolare:David Reed è morto.
-Come dici?
-Già è stato schiacciato da un enorme pilone di cemento, ed è morto quasi subito.
-Dannazione!Questo però è un problema perché con la morte di Reed siamo di nuovo al punto di partenza, senza prove e senza testimoni.-ammise lei piccata.
-Di questo non ne sarei tanto sicuro, vedi insieme a lui c’erano anche i suoi scagnozzi, alcuni dei quali sono morti,ma altri sono semplicemente feriti e in più quelli che non sono entrati per soccorrere il loro capo, godono di ottima salute, e perciò sono degli ottimi potenziali testimoni.
-E sei certo che accetteranno di collaborare?
-Mentre tu eri intenta a fare la bella addormentata, ha chiamato sul tuo cellulare Alan Stevens, capitano della centrale di polizia di Berlino, nonché tuo capo,il quale è stato messo al corrente della situazione e di tutti gli sviluppi sul caso dal capo della polizia parigina.Così diciamo che l’inchiesta su Reed e sulla sua organizzazione, ha fatto molti passi in avanti, e il distretto di Parigi ha deciso di collaborare con quello di Berlino e insieme di procedere all’interrogatorio degli uomini dell’organizzazione che ora sono finiti in galera, in modo da metterli sotto torchio e convincerli a dare informazioni ulteriori.
-Quindi il capitano Stevens ha convinto la polizia di Parigi a mettersi dalla sua parte e a dargli man forte nelle indagini, ho capito bene?-chiese Sarah quasi estasiata.
-Esatto Stevens è fermamente convinto di riuscire a raccogliere abbastanza prove per un’incriminazione formale, avvalendosi sia degli uomini che erano con Reed al momento del terremoto e sia delle prove che la sua segretaria ,Jacky Andrews, è riuscita a raccogliere nel corso di dieci anni.
-Aspetta ora mi ricordo di lei, così quella donna è stata così astuta da fare il doppio gioco per tutti quegli anni?
-Tutto per fare giustizia sulla morte del fratello che anni addietro lavorava per Reed.Quel poveretto dopo avergli fatto da schiavo non solo è stato brutalmente ucciso, ma sulla sua morte è piombato il silenzio, perché la polizia liquidò il tutto, dicendo che si era trattato di suicidio.E quello di Tom, non è stato un caso isolato purtroppo.
Sarah fece l’errore di scuotere il capo, e una fitta gli trapanò il cervello.
-Ti porto qualcosa?-Charles fu subito da lei, e prese a carezzargli la fronte.-Forse è meglio che l’infermiera ti dia qualche altro antidolorifico.
-No, non preocuuparti.Beh comunque giustizia è stata fatta, così almeno gli sforzi di Jacky non sono stati vani.-la ragazza si interruppe di nuovo.-Aspetta un attimo!Ma cosa è successo a Sana ed Heric?-chiese lei preoccupata.
-Per fortuna stanno abbastanza bene…Heric è pieno di contusioni mentre a Sana i medici hanno ritrovato delle fratture multiple ad entrambe le gambe.
Il viso di Sarah si allargò in un sorriso.-Niente di grave però, vero?-alla ragazza non sfuggì l’ombra scura e dolorosa che aveva attraversato il bel viso di Charles.-C’è sicuramente dell’altro, dimmi la verità.
-Rossana ha perduto il bambino.
-Oh mio Dio!Questa è una notizia terribile.-disse Sarah sconvolta.-Questa non ci voleva proprio.
-Si è vero, è terribile, però tieni conto che i dottori che hanno visitato Sana hanno detto che è viva per miracolo.-Charles vide che Sarah aveva l’aria stanca e che tutte quelle rivelazioni potevano decisamente bastare.-Sarà meglio che vada.
Sarah deglutì rumorosamente e nonostante tutti i suoi sforzi, non riuscì a mascherare la sofferenza che sembrava dipinta sui suoi occhi.Lei sapeva purtroppo, che il suo incubo peggiore si stava per avverare.
-Si hai ragione, vai pure e grazie di tutto.-la ragazza scandì molto bene quelle ultime parole, cercando di usare un tono formale che non lasciasse trasparire l’angoscia che invece provava.
-Non mi devi ringraziare di niente, piuttosto tu cerca di rimetterti il prima possibile.-disse lui con un sorriso.
-Addio Charles…-la voce le si strozzò in gola.
-Sarah io…
-Non aggiungere altro, lo sai che non mi sono mai piaciuti gli addii.Non piangerò non preoccuparti, vai pure tranquillo.
-Se tu volessi ascoltarmi, te ne sarei molto grato.-sbottò lui spazientito, con lei non si riusciva mai a parlare.
-Ma io non voglio ascoltarti, non voglio più sentire nemmeno una parola e poi sono stanca e voglio riposare, lasciami in pace!-Sarah era esasperata, ma si poteva essere più crudeli di così?
-Okay allora non fiaterò, però vorrei tanto che tu dessi un’occhiata a questa.-Charles le porse una piccola busta bianca, che la ragazza guardò come se si trattasse di un chilo di tritolo.-Guarda che non morde mica.-celiò lui ridendo della sua battuta a differenza di Sarah che era troppo scossa per ridere.Nonostante questo, lei molto riluttante prese tra le mani la piccola busta e dopo averla aperta portò sotto gli occhi il contenuto, e lo stupore fu talmente grande che non riuscì a dire nulla.
-Allora?Piaciuta la sorpresa?-chiese lui ansioso.
-Che cosa significa?
-Sei riuscita a disattivare una bomba senza perdere la calma, e non riesci a riconoscere due biglietti per il teatro?Danno “Giselle”all’Operà e così ho pensato che potesse farti piacere.Naturalmente i biglietti sono due e tu puoi decidere liberamente chi portarci.
-Come, scusa?-chiese la giovane poliziotta senza parole per ciò che aveva appena udito.
-Pensavo che ti piacesse il balletto, ma se non ti va, posso sempre vedere se c’è disponibilità per qualche altro spettacolo.
-No aspetta un secondo!Charles che cosa significa tutto questo, e non mi riferisco ai biglietti, dico che senso ha, perché vedi io non ci sto capendo più nulla.
-Guarda nel fondo della busta, c’è ancora una cosa.
Questo giochetto le stava dando tremendamente sui nervi, ma nonostante questo decise di fare come voleva lui: in fondo avevano ancora poco tempo per stare insieme e allora perché sprecarlo per litigare?
Decisamente la secondo sorpresa di Charles la lasciò , se possibile, ancora più attonita e smarrita.
-Giuro che non ho ancora capito…-la voce di Sarah tremava perché nella busta aveva trovato la catenina che mesi fa Charles le aveva regalato e che in aereo lei furibonda gli aveva scagliato contro.
-Non
c’è niente da capire amore
mio, lo dice l’iscrizione: for you
always.
-Ma io…
-L’ho fatta riparare.-il ragazzo fece una pausa.-Si, in effetti è stato semplice farla aggiustare, ma mi rendo conto che non sarà altrettanto facile rimettere insieme i pezzi della nostra storia.
Sarah, sbalordita più che mai, cercò negli occhi di Charles qualcosa da cui potesse capire che la stava prendendo in giro, ma vi lesse solo una profonda vulnerabilità.Parlava sul serio.-Charles…
-Non me la sto cavando bene, lo so.E’ che ho tante cose da dirti e ho paura di dimenticarne qualcuna.Sarah sono stato uno stupido, davvero, non avrei mai dovuto allontanarti da me e dirti tutte quelle cose orribili.
-Devo aver sbattuto la testa più forte di quanto pensassi.
-Ti prego di credermi e soprattutto ti prego di perdonarmi.-disse lui sinceramente dispiaciuto ma con una grande speranza nel cuore.-Ti amo Sarah Parker.
-Dì pure che sei stato un idiota, un brutto maschilista, un approfittatore, un…
-Va bene hai reso l’idea.-disse lui interrompendola.-Allora che ne dici?
-Dico
di sì!Sì!-lo tirò per la
mano attirandolo a sedere accanto a sé sul letto e dopo un
lunghissimo bacio
Sarah si staccò da lui con gli occhi lucidi e un sorriso
raggiante.-Charles
anch’io ti amo.
Epilogo
Sono Rossana Smith, ma di
questo
quasi certamente ne saranno al corrente i miei lettori, per cui non mi
dilungherò in descrizioni e commenti inutili,
perché questo è quello che voglio
assolutamente evitare.
Vorrei più di
ogni altra cosa che
leggendo la mia storia non compaia, ai vostri occhi,
l’immagine di Rossana
Smith, l’attrice di fama internazionale, diva strapagata e
osannata del cinema.
So di stare chiedendo
molto,
perché questa è l’icona con la quale
vengono bollate le attrici, o comunque
tutti i vip, che secondo una convinzione comune, conducono la loro
splendida e
perfetta vita in un universo parallelo, dove sono protette dal dolore e
dalla
sofferenza.
E non
c’è menzogna più spudorata
di questa.Abitare in una lussuosa villa o alloggiare negli hotel con
ogni tipo
di comfort, non significa essere felici, perché posso
assicurarvi che è proprio
in questi luoghi paradisiaci, dove si trova ogni sorta di ben di Dio,
che
aleggia una profonda solitudine, un senso di vuoto costante.
Noi
“star” non siamo immerse in
una sorta di liquido amniotico che attutisce le brutture della vita, ma
sono
proprio le prigioni dorate in cui viviamo, e che tanto fanno sognare
,che ci
fanno sentire continuamente in trappola.
Ma ora a parlarvi non
è che una
donna, una donna come tutte le altre, che ha vissuto esperienze
bellissime ma
anche drammatiche, momenti di gioia intensa ma anche momenti che mi
hanno fatto
cadere nello sconforto più totale e che mi hanno costretto a
calare la maschera
di ragazza forte, sempre solare, e amante della vita,che mi ero
abilmente
costruita in tutti questi anni, mostrando in realtà una
persona fragile e
impaurita.
Sarà capitato a
tutti i voi di
fare i duri per uscire a
testa alta
dalle situazioni spiacevoli,pur di non mostrare lacrime scomode alle
persone
che vi stanno intorno.
Visto?Credo di avere fatto
centro.
E’ per questo
che non pretendo di
raccontare una storia fuori dal comune, anche perché tra voi
ci sarà
sicuramente chi ha vissuto una storia ben più difficile e
dolorosa della mia.
Ed è proprio a
queste persone che
sono rivolte le mie parole ,che pur non avendo alcun intento moralista,
sono
scritte da una persona in carne ed ossa.
Ma una cosa devo
confessarla:
voglio sfruttare la mia popolarità, per dare, attraverso il
mio romanzo, un
messaggio di speranza e di fiducia nella vita, a tutti coloro che
credono, come
è accaduto a me per prima, di non avere più una
via d’uscita.
La sofferenza è
un’esperienza
ineluttabile nella vita, purtroppo, ed è proprio questo che
ci spinge ad
aggirare gli ostacoli, a fuggire ,a scappare via, lontano da tutti i
problemi
ma anche lontano dalle persone che realmente ci vogliono bene.
Per cui rifuggendo da ogni
falso
buonismo che suonerebbe vuoto e inconcludente, vi dico col cuore in
mano e
urlando a squarciagola, che sono le persone che amiamo, la nostra vera
forza.Il
potere dell’amore, in tutte le sue forme, è
talmente grande da farci superare
tutto o almeno in grado di contrastare il potere del dolore che
è altrettanto
potente, e che viscido come un serpente, si insedia dentro di te,
pronto a
schiacciarti in ogni momento.
Certo non si
può avere la pretesa
di uscire indenni da un’esperienza dolorosa di cui, purtroppo
e per fortuna,
porteremo i segni per tutta la vita.Occorre necessariamente rielaborare
tutto,
fare tesoro degli sbagli e delle delusioni, per diventare
più forti e fare in
modo di commettere degli errori nuovi in futuro, degli errori diversi,
senza
ricadere più nella trappola del passato.
Quello che ho capito io,
è di
avere tanti bei sostegni a cui appigliarmi, perché mostrare
alle persone che
hai accanto la tua insicurezza e la tua fragilità, non
è segno di
debolezza.Sarebbe stupido non utilizzare la grande forza e
l’incondizionato
appoggio che ci viene offerto.
Ho perso il mio bambino
è vero.
E’ stato un
colpo terribile,
micidiale e ancora oggi, nonostante siano passati quasi sei anni se
dicessi che
non ci penso in ogni momento sarei solo una patetica bugiarda.Ma dopo
il dolore
iniziale, lancinante, estremo, insopportabile, e inevitabile, ho capito
che era
necessario andare avanti e voltare pagina.Per me, ma soprattutto per
l’uomo che
io amo, l’amico di sempre, la fonte della mia gioia di
vivere.Colui che ha
sopportato il dolore insieme a me, che non si è spezzato
quando io stavo per
cedere, che mi ha dato l’energia, la vitalità e la
forza necessarie per
rielaborare e capire finalmente cosa avesse davvero importanza per me.
E credo di esserci
riuscita,
grazie a lui, grazie a quello che è diventato mio marito.
Sana chiuse il libro che stava scrivendo, e nonostante avesse scritto solo poche pagine,non potè fare a meno di sorridere, perché malgrado la copertina fosse ancora bianca, aveva già deciso il titolo da dargli.
L’unico titolo possibile, che inquadrava perfettamente tutta la sua, la loro storia.
Rossana sorrise di nuovo, si alzò e quasi sospinta da una mano invisibile si avvicinò al vetro di una delle finestre.
Ultimamente era diventata un’abitudine per lei, quella di affacciarsi e guardare fuori, verso l’orizzonte.Poi d’improvviso avvertì il tocco di due braccia forti che la cingevano in un abbraccio da dietro.Un abbraccio che conosceva bene, carico di dolcezza, che la faceva sentire protetta, al sicuro e che era in grado di donargli sempre una grande serenità.
Heric, mentre la teneva stretta tra le sue braccia, posò la testa sulla sua spalla e la guardò con uno sguardo dolcissimo, uno sguardo che era stato da sempre riservato solo a lei, e come per incanto sorrise.Dinanzi a uno spettacolo tanto bello quanto raro, i muscoli del viso di Sana si contrassero di rimando, dipingendo sul suo viso uno splendido sorriso.
Era
questo, ciò che aveva sempre
sognato e desiderato, quello che aveva in questo momento e che si era
materializzato davanti ai suoi occhi: questo amore.
Fine
Rulli
di tamburi e suoni di
trombe e strumenti vari:la storia è giunta al termine.
E
vi confesso che mi dispiace, mi
ero affezionata troppo ai miei personaggi…
La
tristezza mi assale, però sono
anche contenta per come sono andate le cose e soprattutto per aver
completato
un progetto che sta in piedi da molti mesi.Ma quelli che devo veramente
ringraziare siete voi,che mi avete sempre sostenuta e incoraggiata( e
oserei
dire sopportata…).Grazie grazie grazie…siete
stati splendidi!Mi piacerebbe
tanto che mi lasciaste un commento per capire cosa davvero ne pensate
del
finale e di tutta la storia e anche quale personaggio vi abbia colpito
di
più.Che dirvi ancora?
A
presto!
Ps.Ghisola
sempre illuminante…