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Autore: giapponesina6    09/03/2014    1 recensioni
Eccomi qui con la seconda parte della storia, in molti avete chiesto una continuazione e ora ci proverò. La storia inizia nella regione di Kalos dove Ash proverà a sopperire alla sua mancanza affrontando una nuova lega, ma qui avrà un incontro che stravolgerà il tutto. Un incontro particolare lo avrà anche Lucinda, quasi surreale e si troverà a prendere una decisione davvero importante.
< Sai niente può fare così male come il dolore di chi non c’è più. Non credo che tornerò mai ad essere felice come un tempo >... Buona lettura
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Brock, Lucinda, Misty, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Angolo dell'autrice:
Sono riuscita a postare un nuovo capitolo, buona lettura a tutti.


Il silenzio può anche uccidere, ma il suo ricordo lo fa in continuazione. Non fare altro che ripetersi che si ha bisogno di tempo, tempo per metabolizzare. Mentire spudoratamente. Perché è proprio in quei momenti che si sente più bisogno di avere la persona che amiamo al proprio fianco.
Abituarsi alla sua assenza. Colmare quel vuoto profondo. Realizzare di non vedere più quel suo sorriso e di non sentire più il suo profumo.
Il ragazzo si ripeteva costantemente che sarebbe passato. Prima o poi. Ma tutto sarebbe passato, ma per il momento stava morendo dentro.
Ash non era sceso per la cena, anche l’appetito gli era passato. Aveva preferito starsene in camera coi suoi pensieri. Ancora una volta quelle lacrime bruciavano sulla pelle.
Venne riportato alla realtà da Serena che apparve sull’uscio della porta.
< Ti disturbo? >
< Serena? Ecco veramente preferirei starmene un po’ da solo >
Aveva pianto e molto. I suoi occhi lo raccontavano.
< Non credi di essere stato abbastanza da solo per oggi? >
< Il problema è che la mia testa non lo è mai, sempre in movimento a pensare a lei. Questa cosa mi sta distruggendo >
< Ash tu devi farti forza. Cercare di reagire. Io e Brock siamo qui con te > le sue parole erano così cariche d’amore. Quella ragazzina riusciva a rassicurarlo e a trasmettergli un gran senso di protezione. Ma sarebbe stato realmente giusto provare a stare con lei.
< Serena credi che saresti in grado di reggere il tutto? Starmi accanto in questo momento non è  la cosa più facile al mondo >
< Lo so Ash cosa credi. Ma le cose semplici non mi sono mai piaciute > gli sorrise per poi guardarlo dritto negli occhi.
Avrebbe ucciso per quegli occhi.
Erano così intensi.
Lo amava terribilmente.
Ash parve accorgersi dei suoi pensieri e arrossì leggermente in volto.
< Io dubito solo di me stesso. Non so se sarò in grado di ricominciare. Di innamorarmi >
< Ti aiuterò io. Sarò sempre al tuo fianco. Per sempre Ash >
Per la prima volta vedeva quella ragazzina veramente decisa.
Fino a quando fu troppo tardi per fermarla.
Le labbra di Serena erano sempre più vicine a quelle di lui.
Si congiunsero.
Intorno piombò il silenzio.
Nella sua mente il suo viso.
Nel suo cuore la rivoluzione.
 
 
L’aereo verso Kalos era in volo già da due ore. Misty aveva guardato il panorama dall’oblò per tutto il tempo. Poggiata sulle gambe di Lucinda, intenta a chiacchierare animatamente con quel ragazzino.
Sperò in cuor suo di ritrovarlo al più presto. Quella distanza la stava lacerando.
 
 
Kenny la fissava incantato. Ne era sempre stato innamorato, ma Lucinda non aveva mai ricambiato i suoi sentimenti. Per lei c’era solo un forte legame d’amicizia e lui lo sapeva.
Ma anche solo starle accanto lo rendeva terribilmente felice. Non vi era nulla che potesse valere il suo sorriso, o il suo modo di parlare o semplicemente un suo sguardo.
< Kenny ma mi stai ascoltando? >
< Come? >
< Siamo alle solite. Quando parlo con te è come parlare con un muro, hai sempre la testa tra le nuvole > sbuffò.
< Ma no stavo solo pensando ad una cosa >
< Cosa? > le chiese incuriosita.
< Nulla d’importante > arrossì.
< < Va bene, non insisto >
< Piuttosto non mi hai ancora detto il motivo per cui stai andando a Kalos >
< Certo che te l’ho detto. Il motivo è lei > indicò nuovamente il Pokemon
< Cosa significa è lei? Perché questo pikachu vorrebbe andare a Kalos. >
< Credimi sarebbe troppo complicato da spiegare. In poche parole devo trovare Ash >
< Ash? Cosa c’entra lui ora? > cominciò ad ingelosirsi notevolmente.
< Ecco diciamo che questo pikachu appartiene a lui >
A quelle parole Misty arrossì, tentò di mascherare l’imbarazzo.
< E come mai è con te? >
< Kenny mi stai facendo il terzo grado o cosa? Ti ho detto che è troppo complicato, te lo spiegherò prima o poi, ma questo non è il momento più opportuno >
< Certo che sei strana >
< Strana? >
< Ti trovo su un aereo verso Kalos, con un pikachu dagli occhi insolitamente verdi, in cerca di Ash, per ricongiungerlo a questo Pokemon. Direi che è estremamente complicato > le sorrise.
Ricambiò quel sorriso.
Lucinda sapeva che era veramente così. Con quel gesto stava praticamente mettendo fine al suo amore per Ash.
 
 
Non ci si abitua alle cose che non dovrebbero succedere, alle cose alle quali non si dovrebbe abituare.
Semplicemente quelle labbra non erano le sue.
Il sapore di quel bacio non era quello provato con lei.
Il ragazzo si distaccò lentamente, cercando di realizzare ciò che stava accadendo. Serena aveva ancora gli occhi socchiusi, come inebriata da quel momento magico.
Fu lei la prima a parlare, o meglio dire sospirare qualcosa.
< Ash, ecco io >
Lui capì il suo imbarazzo e la zittì con un dito.
Non aveva bisogno di futili parole in quel momento, il suo ricordo faceva già abbastanza rumore nella sua testa.
La ragazza capì che forse aveva accelerato un po’ i tempi e che molto probabilmente quel bacio lo aveva turbato. Ma non era riuscita a resistere alla tentazione, bramava le sue labbra da troppo tempo ormai.
Ash si portò una mano al petto e prese a stringere la maglia con tutta la sua forza, per poi rivolgerle uno sguardo.
< Serena, avrei bisogno di stare un po’ da solo. Per favore > gli occhi erano lucidi, in procinto di piangere.
La ragazza dai capelli biondi fu impietrita da quelle parole e acconsentì col capo. Uscì dalla stanza richiudendosi lentamente la porta alle spalle.
Non appena la porta fu chiusa diede libero sfogo alle sue lacrime pungenti.
 
 
Misty continuava a guardare dal finestrino. Ovviamente lo scenario era di quelli monotoni. Solo nuvole. Un ammasso immenso di nuvole. Ma la sua testa era ben distante da ciò che i suoi occhi guardavano.
Ripensò al bacio con Ash e ai brividi che aveva provato in tutto il corpo.
Il sapore di quel bacio aveva inebriato ogni senso, ogni parte del suo corpo. Avvampò leggermente al ricordo di quella scena.
< Misty io ti amo, ti amo troppo. Non puoi lasciarmi >
Lui le aveva confessato i suoi sentimenti. Anche lui l’amava.
 
Il ragazzo rimase solo in camera. Solo col suo tormento. Prese a battere i pugni sulla scrivania e le lacrime corrodevano le sue ferite.
Si sentiva terribilmente in colpa.
In colpa per quel bacio.
In colpa per Serena.
In colpa per Misty.
La sua Misty. Lui l’amava terribilmente, la desiderava.
Ma non avrebbe mai potuto rivederla.
Seguire il cuore o la ragione.
Serena meritava davvero una storia priva d’amore.
< Dannazione! Perché? Perché? Perché? > era disperato.
La sua testa gli diceva di provare con Serena, cercare di riprovarci.
Ma il suo cuore diceva ben altro. Ogni battito era per lei.
 
Serena era stremata. Non si sarebbe aspettato una simile reazione. Parve imbarazzata nel vedere che il ragazzo più grande la stava fissando.
< Brock? Non ti avevo sentito > prese ad asciugarsi gli occhi.
< Cosa è successo Serena? >
< Una cosa molto prevedibile, ma diciamo che non ero pronta a ciò > la sua voce era rotta e la voglia di piangere era sempre più forte.
< Non devi essere impaziente, lui ha bisogno di tempo >
< Lo so, ma non ho saputo resistere. L’ho baciato >
< Come? > quella rivelazione lo spiazzò.
< Credimi è stato fantastico. Mi sono sentita trasportata in un mondo surreale, però lui non ha reagito come speravo. >
< Credo sia anche normale >
< Mi ha chiesto di restare da solo, mentre io avrei tanto voluto stare tra le sue braccia > ormai non riuscì più a controllarsi, prese a piangere.
< Non piangere, questo non significa che lui non tenga a te. Forse non si aspettava un tuo bacio tanto in fretta >
< Ma Brock, Ash è solo un ragazzo di diciassette anni, cosa deve aspettare? Dovrebbe essere nel pieno della sua vita. Capisco il dolore per la perdita di una persona cara, ma deve trovare la forza di reagire, la vita continua > le sue parole erano dure, ma in fondo avevano un velo di verità.
< Parlarne da fuori è facile, ma nel viverle certe situazioni  non è certo semplice. Tu hai fatto bene a fare ciò che sentivi, però non essere dura con lui >
< Non potrei mai esserlo. >
Era in lacrime, Brock tentò di consolarla, ma era praticamente impossibile. Poi lo vide.
Apparve nella stanza e fece come gli aveva chiesto. Li lasciò soli.
 
Lucinda si era appisolata, il suo respiro era regolare e armonioso. Kenny non riusciva a levarle gli occhi di dosso. Notò che il pikachu lo stava fissando incuriosito. Ancora una volta quegli occhi lo fulminarono.
< Cosa hai da guardare? > parve imbarazzato.
Misty era divertita. Quel ragazzo era praticamente cotto di Lucinda e la cosa non l’infastidiva affatto, anzi.
< Sembra incredibile, non ho mai visto un pikachu con occhi verdi come i tuoi. Vorrei proprio sapere cosa si cela sotto tutta questa storia > la guardò incuriosito.
Misty quasi come per paura di essere scoperta si voltò a guardare dall’altra parte.
Lucinda si destò dal sonno.
< Siamo arrivati? > disse in tono assonnato.
< Quasi, puoi riposare ancora per un po’ >
La notizia la rincuorò e poggiò la testa sul petto del ragazzo.
Kenny avvampò notevolmente e il cuore prese a battergli all’impazzata, ancora una volta notò lo sguardo divertito del Pokemon giallo, ma non disse nulla. Si limitò a inspirare il buon profumo della ragazza.
 
 
I ragazzi si ritrovarono l’uno dinanzi all’altra. Lei ancora con le lacrime agli occhi. Lui con occhi evidentemente arrossati.
< Volevo scusarmi per prima. Non credo di essere stato molto carino. >
Lei lo fissava.
< Non devi scusarti. Ho sbagliato io, dovevo avere più tatto per la tua situazione. Aspettare i tuoi tempi >
< Tu hai fatto quello che sentivi >
< Lo stesso hai fatto tu >
Pura verità.
< Ti ho già detto che ho bisogno di te per venirne fuori. Ma starmi accanto non sarà facile. Te la senti Serena? >
Lei sapeva benissimo a cosa sarebbe andata incontro. Avrebbe lottato perennemente con i fantasmi del suo passato. Con il dolce ricordo di lei.
< Sono pronta a tutto, pur di starti accanto >
Ancora una volta la maturità di quella ragazzina lo spiazzò.
Ora toccava a lui fare il primo passo.
I suoi occhi erano così vividi nella sua testa.
Le sue labbra a dargli il tormento.
Lui non l’avrebbe mai dimenticata.
Strinse la ragazza tra le sue braccia, lasciandola perplessa.
Per poi baciarla.
Quel bacio aveva il sapore di un addio.
Metteva la parola fine.
Era allo stesso tempo un inizio.
Quel bacio.
Ancora una volta non erano le sue labbra.
 
 
Finalmente lo scenario dall’oblò cambiò. Le nuvole erano state sorpassate e delle piccole case si vedevano in lontananza. L’aereo stava per atterrare. Sarebbe stata nuovamente sotto il suo stesso cielo.
 
Kenny avrebbe voluto restare lì a fissarla, ma era arrivato il momento di svegliarla.
< Lucinda siamo arrivati >
La ragazza riaprì gli occhi a fatica.
Mise a fuoco il viso del ragazzo, un po’ troppo vicino al suo e arrossì.
< Finalmente siamo arrivati >
Non avevano molti bagagli con loro. Presero gli zaini e scesero dall’aereo.
Per Misty il contatto col suolo fu come una fitta allo stomaco. Finalmente era a Kalos.
< Ora che programmi hai? >
< Non ho nessun programma. So solo che Ash è venuto qui per vincere la lega. Sarà dovuto partire da qualche parte. >
< La palestra più vicina è quella di Violetta >
< Credi che dovrei andare lì? >
< Credo che dovremmo andarci > puntualizzò.
< Vuoi venire con noi? >
< Credo che abbiate bisogno di una presenza maschile. Del resto siete in una terra sconosciuta >
< Piuttosto ammetti che vuoi stare in mia compagnia > lo stuzzicò.
Lui arrossì. < Non è affatto così >
Lei prese a ridere e lui lo imitò.
Misty li osservava divertiti. Gli ricordavano tanto lei e Ash agli inizi del loro viaggio, quando non facevano altro che litigare e stuzzicarsi. Un velo di malinconia apparve nei suoi occhi. Ash le mancava terribilmente. Doveva trovarlo a qualunque costo.
 
Nel cuore di Cerulian il ragazzo era sul luogo della sepoltura da quasi tre ore. Sperava che la donna sarebbe apparsa da un momento all’altro.
Fu tentato di scavare nella terra per verificare il suo pensiero, ma se poi si fosse sbagliato come avrebbe giustificato la cosa a Daisy e alle sue sorelle.
Nel frattempo proprio la ragazza bionda lo aveva raggiunto.
< Tracey è quasi ora di cena, sei qui da oggi pomeriggio >
< Hai ragione, non mi sono accorto del tempo che passava >
La ragazza poggiò sulla lapide una candela profumata, si inginocchiò per poi invocare una preghiera. Tracey l’osservava con l’occhio lucido.
Perché alla fine, quando perdi qualcuno, ogni candela, ogni preghiera, non rimedierà al fatto che
l'unica cosa che ti resta è un vuoto dove una volta c'era quel qualcuno a cui tenevi.
La ragazza si rialzò.
< Torniamo a casa assieme? Ti va? >
Lui acconsentì. La cinse col braccio e si incamminarono verso casa.
 
 
Lei ancora tra le sue braccia. Il posto migliore al mondo. Riusciva a sentire il battito del suo cuore confondersi col suo. Avrebbe voluto restare in quella posizione ancora per molto.
Fu Ash il primo a staccarsene.
< Serena? Ecco vedi io >
Questa volta fu lei a zittirlo. Ma con un bacio.
Lui si lasciò invadere dal suo calore. Si abbandonò completamente a quel momento. Cercando di trattenere le lacrime.
< Non parliamone. Andiamo a dormire. Domani sarà un nuovo giorno. Un nuovo giorno per entrambi > il suo rossore era così vivo sulle sue guancia.
Ash acconsentì a quella richiesta e si incamminarono, in perfetto silenzio, nelle loro camere.
 
Serena ovviamente non riuscì a chiudere occhio. Il cuore le batteva troppo forte. Non avrebbe mai rimosso quel bacio dalla sua mente e dai suoi sensi. Finalmente si erano congiunti.
 
 
Anche Ash non riuscì a dormire, per motivi palesemente diversi. Il suo cuore batteva all’impazzata, per quello che aveva fatto, e si sentì nuovamente in colpa.
Ogni singolo battito del suo cuore era per lei.
< Domani sarà un nuovo giorno. Un nuovo giorno per entrambi >
Sperò con tutte le sue forze che Serena avesse ragione.
Poi ancora una volta il suo cuore batté all’impazzata e nuovamente ogni suo singolo battito fu per lei.
 
Il sole era calato da un pezzo quando i ragazzi raggiunsero le porte di Novartopoli, la palestra di Violetta era completamente immersa nel verde. Lucinda si chiese se fosse il caso di suonare alla porta  a quell’ora di sera.
Ma Misty non attese un minuto di più che si precipitò dinanzi all’ingresso.
< No aspetta, non possiamo bussare a quest’ora > ma era tardi.
Sull’uscio della porta apparve una ragazza molto carina, portava i capelli legati in una coda di cavallo con indosso una tuta blu. Parve incredula di trovarsi quei ragazzi dinanzi.
< Desiderate qualcosa? >
< Ecco veramente noi > Lucinda parve imbarazzata, del resto non sapeva neanche lei il perché fossero lì.
< Tu sei Violetta? La capo palestra vero? > s’intromise nel discorso il ragazzino.
< si sono io, non ditemi che siete qui per un incontro? Avete per caso visto che ore sono > sorrise.
< No veramente noi eravamo qui per chiederti una cosa > Lucinda ricuperò la sua determinazione.
Violetta parve stranita, poi la sua attenzione cadde su quel Pokemon giallo. Aveva occhi stupendi.
< Questo pikachu è tuo? Caspita ha degli occhi stupendi >
Prese a carezzare il pelo di Misty, ma lei avrebbe voluto andare subito al dunque. >
< Ecco vedi Violetta, noi siamo venuti qui a Novartopoli perché volevamo chiederti se hai incontrato un allenatore proveniente da Kanto? >
Violetta si sarebbe aspettata di tutto tranne quella domanda.
< Un allenatore da Kanto? >
< So che disputi tantissimi incontri al giorno e che forse non ti informi sulla loro provenienza, ma vedi noi siamo venuti qui a Kalos per trovare questo ragazzo >
< Ti sorprenderò. È vero che non m’informo di solito sulla provenienza degli allenatori, ma ho conosciuto un allenatore di Kanto. Stai parlando di Ash? >
A sentir pronunciare quel nome Misty avvampò. Finalmente avevano trovato una traccia da seguire, erano sulla strada giusta.
< Quindi Ash è stato qui. Finalmente una notizia buona. >
< Come mai state cercando Ash? >
< È una storia lunga, ma vedi devo far incontrare questo pikachu con lui >
Violetta guardò nuovamente quel Pokemon dagli occhi verdi. Ad un tratto impallidì. Ricordò la storia che Brock le aveva raccontato.
La ragazza si era tramutata in un pikachu e un attacco velenoso di un Beedrill l’aveva ucciso. Ash era innamorato di quella ragazza e l’aculeo velenoso gli aveva portato alla mente quelle immagini.
Quel pikachu non poteva trattarsi dello stesso Pokemon a cui si riferiva Brock.
< Non può essere vero. >
Misty rabbrividì a quelle parole.
< Qualcosa non va? > Lucinda parve preoccupata.
< Ditemi che quel pikachu è solo un pikachu. >
Violetta sapeva.
Come fosse possibile non era chiaro, ma evidentemente Ash le aveva raccontato qualcosa.
Questo stava a significare che lui non l’aveva dimenticata e che era viva ancora nei suoi ricordi.
< Tu sai quella storia? >
Kenny rimase in silenzio. Non riusciva a seguirne il filo logico di quell’assurdo discorso.
Violetta acconsentì col capo e invitò i ragazzi ad entrare.
  
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