Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Ginny McCartney    09/03/2014    1 recensioni
Tutta Panen è in fremito per i 74° Hunger Games che sono alle porte. Intanto, nel Distretto 13, una ragazza, Iris Anderson, è pronta a rompere la sua monotonia. Scoprirà che non è la sola ad essere pronta, non è la sola a voler sfidare Capitol City e il suo distretto che continua a nascondersi.
Scoprirà come un'idea, può essere l'inizio di una ribellione.
*Parallela alla storia - Missing Moments |Prospettiva dal Distretto 13|
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 6: Il falò di colori

Climpsy mi ha direzionato verso una tenda verde, dove avrei potuto trovare dei vestiti puliti ed un laghetto a 50 metri dalla divisione dove lavarmi. Appena entrata, mi guardo intorno ed inizio a ridere: ci sono vestiti diversissimi tra loro e di colori diversi.
Il mio armadio nel 13 comprendeva: camicie grigie, top grigi, pantaloni larghi grigi e da addestramento (grigi), scarponi grigi e scarpette grigie … bianche alla punta. Qui non so come muovermi e, anche se la cosa non è molto divertente, continuo a ridere perché è la prima frivolezza che mi concedo oggi. Prendo una maglietta blu, una camicetta rossa, un paio di pantaloni neri e decido di tenere le mie scarpe grigie. Poi, tenendo l’asciugamano e tutti questi vestiti stretti al petto, mi addentro nel bosco.
La luce del sole filtra nel verde degli alberi e cade a terra fioca, risplendendo tra sassi e folti cespugli. Inoltre è bello vedere la mia vera ombra, con le luci artificiali del 13 ho sempre avuto l’impressione che fosse qualcosa da cui guardarsi, adesso sento che, al sole, l’ombra mi è amica ed è qui per proteggermi.
Finalmente trovo il laghetto, tutto intorno crescono piante verdi e fiori bianchi, l’acqua gioca coi raggi del sole mentre m’immergo nell’acqua e nei pensieri, ricordi più che altro. C’è una cosa che in realtà sto facendo e non mi era mai capitata di fare: sto rimuginando. Rimugino, sì, rimugino su questa giornata, sulle cose che sono successe, sulla morte di mio padre, sull’allontanamento dalla mia casa e da mia madre, dalla morte di tutte quelle persone, sul mio piano.
Il bambino viene ucciso con un solo sparo mentre ancora stringe la mano della madre e mio padre sussurra “Moriremmo prima di raggiungere il Distretto 12”. Ma lui sapeva della divisione dei ribelli, conosceva tutto di questi boschi, dove trascorreva le giornate, lui ci ha guidati qui. Allora, almeno per un po’, ha creduto nel mio piano? O forse voleva solo tenerci al sicuro? No, altrimenti ci avrebbe presi e (considerata la sua carica) ci avrebbe raccomandati per salvarci nel suo amato Distretto 13. Non lo so, non lo so, non so nulla. Anzi una cosa si: vorrei che fosse qui, per spiegarmi tutto e dirmi cosa devo fare. Perché questa, cioè il mio futuro operato, si aggiunge alla lista delle cose cui proprio non so dare risposta.
La mia ombra si fa sempre più irriconoscibile perché il sole sta calando, e tornerò nel buio; ed il problema è che ho scoperto di preferire il grigio al nero perché, lo ammetto, questo mi spaventa.
Indosso i miei vestiti colorati e m’incammino verso le tende perché il cielo è rosso e, come mi ha spiegato Climpsy, questo è il segno che devo tornare.
La riunione si terrà intorno a quell’ammasso di legna che immagino accenderanno, vedo già Lux seduto che conversa con un anziano signore che sono sicura di aver già visto nel 13. Vado alla tenda verde per posare i miei vestiti ma una signora bassina e cicciottella interviene e mi prende il tutto dalle mani, dice che li vuole bruciare perché sporchi e anonimi e io la lascio fare anche se l’idea m’infastidisce. Prima di andarsene, però, mi squadra bene e scuote la testa; credo che sia per i vestiti, non sono ancora brava ad abbinare i colori. Nel tragitto verso la riunione mi raggiunge Nate: indossa una camicia blu elettrico (non come la mia maglietta che è scura) con le maniche tirate su che gli risalta occhi e muscoli, un paio di jeans neri e delle scarpe a stivaletto marrone chiaro. A quanto pare se ne intende più di me…
-Tuo zio?- Ma lui scuote la testa e, anche se non ne sono per niente sicura, mi pare di intravedere un luccichio nei suoi occhi, ma scaccio il pensiero. – Credo che tu sia più bravo di me nella scelta del vestiario, ti guardano tutti come un dio!- Gli sorrido.
-Eh già. Gelosa?- Lo guardo, i capelli disordinati perché asciugati all’aria e un bellissimo sorriso stampato in faccia, sciolto come se la sua fosse la frase più naturale del modo, ed io, che prendo sempre tutto troppo sul serio. Immaginarci insieme è come immaginare di stringere la mano a Snow: la cosa più assurda del mondo. Però capisco che sta solo giocando così gli regalo una delle mie risate migliori.
-Oh sì, tantissimo. Ti ricordi quando fingesti di essere il mio ragazzo per far smettere Finning di provarci con me? Lo facesti morire dalla paura!-
Ridiamo entrambi a lungo e continuiamo a scherzare finché non arriviamo a quello che, come avevo predetto, non è più un ammasso di legname ma un falò.
Il fuoco rosso vivo scoppietta felice alternandosi a sfumature di giallo e arancione, quando arriva il ragazzo inquietante, molto meno spaventoso e serio del solito.
-Buonasera a tutti, 13. Io sono il comandante Seger, capo di questa divisione. So che siete tutti spaesati, feriti e spaventati, lo comprendo. Vedete, sono qui per darvi spiegazioni e rispondere alle vostre domande. E' nato tutto da una donna: coraggiosa, combattiva, intelligente e brava con le armi. Lei, i suoi fratelli, i suoi amici, cresciuti col sogno di rovesciare la capitale che li aveva imprigionati, segregati al loro destino. Così scavarono nel terreno creando la Terza Uscita e anche se a lungo non vennero scoperti, uno di loro morì perché aveva scavato tra i generatori d’energia. Era suo fratello il ragazzo deceduto, così non volle mai più passare per di lì e decise di diventare guardia del perimetro e sfruttare il lavoro a suo vantaggio. Tuttavia il percorso da fare era lungo e lei, nel frattempo, poteva solo dispensare ordini agli amici che usavano ancora “l’uscita della morte”, e così si formò il primo nucleo di ribellione. Questi avevano mille piani e spesso provano incursioni verso gli altri distretti, tuttavia vivere come nomadi ed oltrepassare confini lontani migliaia di chilometri era impossibile. Allora ebbero una grande idea, formare dei ripari stabili lungo la strada verso i distretti. La preparazione fu lunga e le sperimentazioni tante: gli servivano ripari (optarono per le tende, facili da spostare), servivano cibo e acqua (perciò si evitarono deserti e aride distese), servivano armi (alcuni di loro si arruolarono nell’esercito o iniziarono ad addestrare ragazzi nelle scuole, potendo così rubare il necessario), e servivano molte persone. Perché i morti nell’uscita, nelle incursioni e nelle esecuzioni per frode erano molti e frequenti; però non mancavano nemmeno i nuovi ribelli, anche se non erano abbastanza per fare davvero qualcosa d’importante. A quel punto si decise, dopo un lunghissimo posteggiamento lungo le coste, di entrare nel Distretto 4, favorito nei giochi ma non un grande estimatore di Capitol City come l’1 e il 2. Il piano era di costruire una barca ed arrivare presentandosi come commercianti del 9 che avevano deciso di arrivare per mare, una volta insediati avrebbero potuto portare alleati e beni. Questa spedizione viene ricordata come l’Incursione della Rete, ed è anche il momento in cui io sono entrato nei vostri. Sì, sono del Distretto 4 e quando mi trovarono ero solo un bambino di 10 anni che aveva visto la sorella morire da uno schermo gigante, seguito da un colpo di cannone e la sua faccia sparata in cielo nell’arena dei sessantacinquesimi Hunger Games. Sono passati nove anni e le divisioni sono 3: la Prima Divisione è quella in cui vi trovate, noi operiamo in tutta la zona est, la Seconda si trova a sud ancora vicina al Distretto 4, e la Terza è la più pericolosa che opera all’interno ed ha rischiato più volte di essere distrutta dalle forze armate di Capitol City. Ogni divisione ha un compito cui mira maggiormente, il nostro è il Distretto 13 e subito dopo quello del 12. Oggi, senza alcun preavviso, la vostra gente si è rivoltata e noi ci siamo trovati impreparati per aiutarvi poiché stavamo anche ricevendo superstiti dalla Terza Divisione che ha mancato il colpo nel Distretto 10, per questo siamo arrivati tardi e siamo stati poco efficaci. Tuttavia manca poco, vedrete, avremo il 13… Qualche domanda?-.
Siamo tutti immobili e rimuginanti, non sappiamo cosa dire, c’è il vuoto nelle nostre menti, abbiamo pensieri bianchi: non è un racconto da poco questo. Dopo parecchi secondi si alza una mano:-Scusi, e la donna che ha dato inizio a tutto dov’è? E chi è?-
-Abbandonò gli studi da guardia del perimetro per concentrarsi sulla sua famiglia, a lungo nessuno ha saputo niente su di lei. Oggi è stata rivista ed ha aiutato molto le nostre truppe e tutti i ribelli del 13, ma ha preferito rimanere lì per agire da spia.-
-Ma chi è? Qual è il suo nome?- La folla strepita ma io non voglio sentire quel nome, non voglio.
-Judy Mod-
Ecco: mia madre, la donna che ha dato inizio alla ribellione. Mio fratello si alza e sia allontana, ma io rimango immobile con le braccia che tengono strette le gambe piegate e lo sguardo fisso in avanti. Ho passato tutta la vita a cercare di capire mia madre: grigia nel silenzio che aveva nei discorsi di mio padre e nella sua tranquillità, blu nel suo sguardo di ammirazione quando esprimevo i miei pensieri, verde nei suoi meravigliosi racconti.  Adesso guardo avanti a me e capisco che lei è sempre stata rossa, ardente come il fuoco che mi riscalda il viso.
 
 
E qui c’è anche il capitolo 6. Chiedo scusa, probabilmente vi risulta noiosissimo e vi capisco considerato che mi sono persa nella filosofia e in questo mio ripetitivo parlare dei colori, ma ditemi che non vi piace e giuro che la smetto xD Ad ogni modo vorrei davvero sapere cosa ne pensate perché ho l’impressione di perdervi totalmente in quest’orribile storia. :( e se c'è qualcosa che non capite chiedete pure! ;)
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Ginny McCartney