Capitolo 37: Fra le grinfie della Coda
Sacra
L |
a
fanciulla dalla lunga coda di cavallo alzò le ignude mani a stringere
dolcemente le guance del suo ultimo obiettivo. A quel contatto epidermico, i
quadranti della Sensitiva cominciarono frenetici a tergicristallare, mentre
impazzava la luminaria delle spie.
Prima
ancora che il “povero” tutore della legge cominciasse a capirci qualcosa, il
morbidissimo tocco delle labbra di Saint Tail fece saltare i vetri a un paio di
galvanometri, mentre qualche lampadina si bruciava immediatamente, emettendo uno
sfrigolio sinistro…
“Misericordia…”
mormorò Gus Chandler, dopo un rapido controllo “…questa essenza… non mi
sbaglio: è proprio Arrenditi n° 1! E
deve averci fatto il bagno!!”
“Bisognerebbe
denunciare
“Attivazione
immediata degli shunter, Gus!”[1]
ordinò A1.
“Sissignore!”
il capo-sezione si avvicinò ai pulsanti di controllo “Però… non so se basterà. Mio
Dio: il livello ferormonico è altissimo…!!”
Mentre
il contatore del Coefficiente Relazionale frullava verso quota 1900, un fiotto
di adrenalina proveniente dagli apparati di Marlowe riempì di brividi tutto il
corpo, la cui temperatura interna si alzò di parecchi gradi, quando il
detective si accorse che, mentre la mano sinistra di Seya gli teneva la faccia
premuta contro la sua, la destra gli stava slacciando i bottoni del pigiama…
“Li…
Lis… Lisa…?!” balbettò.
“Chi
è questa Lisa?” sussurrò la sua ladra, fra un bacio e l’altro “Io sono Seya!”
“Ss…
ssì, mm… mma… che ss… sstai ff…”
“Nulla
di sbagliato, tesoro” rispose, con voce tanto lieve quanto carica di sensualità
“mi prendo soltanto ciò che è mio…!” poi, slacciato l’ultimo bottone, gli aprì
la camicia e cominciò a dargli tanti leggeri bacini sul petto…
“Santi
numi” esclamò Phil Marlowe, sempre più livido in viso “questa qui fa sul
serio…!!”
“Credo
proprio di sì” convenne A1, a denti stretti “al diavolo!! Che gli è saltato in
mente a quella manica di pazze, là dentro?!”
“Le
avances delle rivali devono averle spaventate” diagnosticò Tim Murdock “così
avranno perso la testa!”
“Mentre
noi perderemo la faccia” si fece sentire, sempre attraverso il comunicatore, la
voce sconvolta di Sammy Spade, ripresosi, ma non del tutto “io lo sapevo che
andava a finire così! LO SAPEVO…!!!”
Chandler
cercava disperatamente di mantenere il controllo della situazione, ma invano:
quanti più shunter riusciva ad azionare, tanti ne risaltavano inesorabilmente. E
la situazione non migliorò di certo allorché la codina si sfilò rapida lo scuro
gilet per poi aprire, subito dopo, la bianca camicetta sottostante…
“Deglutizione…!!”
gridò Wolfe, dopo aver visto prosciugarsi del tutto la saliva nell’interfaccia
di prelievo nutrizionale.[2]
“Guardate
che roba” esclamò sempre Watson, sdegnato “non porta neanche il reggiseno,
quella sgualdrina!”
In
realtà, questo particolare non rivelava nessuna mossa tattica: più
semplicemente, il corpetto del costume di Seya era rigido quanto bastava per evitarle
di dover indossare l’indumento intimo, a tutto vantaggio della scioltezza che
le serviva nei movimenti. Ad ogni modo, la visione che si presentò davanti al
giovane detective, fu la cosa più bella che avesse mai visto da quindici anni a
questa parte.
“Ss…
Se… Seya…!!” mormorò, deglutendo.
“Sì,
amore?” replicò lei, stendendosi dolcemente sul ragazzo. Anche della camicia
(priva di maniche) se n’era liberata in un istante. Il secondo contatto
epidermico - quello “front to front”, per intenderci - fu devastante, non tanto
per gli apparati di Chandler, quanto per quelli di Marlowe, i quali, col
cross-over fuori uso, dovevano assorbire tutti
i segnali percettivi emessi dall’intraprendente pulzella; segnali,
oltretutto, che la diabolica Serena Seducy, aveva opportunamente amplificato!
“Signor
Harper” avvertì l’omologo di quest’ultima “stiamo subendo un attacco
terribile!! Non sono in grado di limitare gli impulsi in maniera sufficiente:
fra meno di un minuto
“Ah,
no…!!! Questo mai e poi mai” dichiarò Watson, scandalizzato, precipitandosi sul
comunicatore “Centrale a Motoria: tagliamo la corda, presto…!”
“Non
fare l’idiota” intervenne Marlowe “vuoi che lei pensi di avere a che fare con
un moccioso codardo? Non hai un po’ d’orgoglio?!”
“Al
diavolo l’orgoglio” Spade rispose al suo posto, dalla Genetica “meglio sembrare
codardi che apparire impotenti! Via di qua, Kirby: a tutta birra!”
“Fermi
tutti!! SILENZIO…!!!” urlò imperioso A1, richiamando all’ordine i suoi terrorizzati
subalterni “Guai a chi perde la testa, chiaro?! Abbiamo affrontato emergenze
peggiori di questa[3] e ne usciremo anche stavolta,
se manteniamo la calma. Chandler…”
“Comandi!”
“Quanto tempo vi serviva, ancora, per ripristinare il cross-over?”
Il
responsabile della Sensitiva allargò sconsolato le braccia: “Meno di un’ora… ma
in condizioni normali: riattivare il
sistema sotto carico è una faccenda estremamente delicata… per non parlare dei
rischi congiunti!”
“Sono
tali da pregiudicare l’incolumità dell’organismo?”
“Non
proprio, ma… insomma, se riaprissimo il canale con
“Basta,
ho capito…!” lo interruppe il Coordinatore, asciugandosi a sua volta. Si voltò
verso il capo della Neuro: “Phil, cosa mi consiglia di fare?”
Il
malcapitato si grattò la testa, poi si premette le dita sulle tempie, cercando
disperatamente di raccogliere le idee. Ma ogni partito che stava per proporre
gli sembrava più folle del precedente. Alla fine scosse la testa:
“Rimandiamo…!”
“Come?”
chiese A1, perplesso.
“Dobbiamo
cercare di farla desistere!”
“Ma…”
“Mi creda, signore: non c’è altra soluzione!”
Il
Coordinatore del “piccolo detective” fissò intensamente il suo subordinato. Poi
spostò lo sguardo verso il display della percezione visiva… l’ex preda,
trasformata in cacciatrice, era a cavalcioni sul corpo del suo assistito, lo
scoperto e fiero busto prominente su di lui, che non riusciva - a dispetto dei
titanici sforzi della Motoria - a schiodare le pupille da quegli arguti e rosei
capezzoli.
Già
sbarazzatasi anche della minigonna color fucsia, la ragazza si stava ora
togliendo le calze, dopo essersi sfilata gli stivali. Due gambe perfette,
corredati da deliziosi e stuzzicanti piedini da fata, contribuirono a intaccare
paurosamente le ormai precarie riserve di adrenalina su cui poteva contare
Il
cacciatore, trasformato in preda, sentiva i muscoli come paralizzati. Rimaneva
lì, col tronco appena sollevato sui gomiti, la fronte popolata da innumerevoli
gelide goccioline e gli occhi scuri completamente spalancati.
Con
ormai solamente indosso lo scuro fiocchetto sul capo e le candide mutandine
intorno alla vitina da vespa, l’intrepida Seya rivolse al suo amato il sorriso
più accattivante che mai potesse esprimere, tanto che Chandler non poté fare a
meno di ammirare “professionalmente” l’ottimo lavoro della sua omologa
saintelliana e quasi si rammaricò per lei che la sua fatica si rivelasse
(almeno quella sera) completamente inutile!
“Alan…”
A quel nuovo, dolce sussurro, Wolfe dovette deglutire quattro volte per
consentire al ragazzo di rispondere: “Ss… sì…?”
La
ladra si appoggiò con le mani sul materasso, portando il viso a pochi
centimetri dal suo. Il suo profumo era irresistibile. Scariche preoccupanti,
seguite da nuvolette di fumo, sprizzavano incessantemente dai pannelli
sensitivi, oramai roventi. In quelle circostanze, pensare di riprendere la
riparazione dell’impianto selettivo era del tutto assurdo.
“Io…
ti piaccio…?”
Istintivamente,
Alan annuì con la testa, mentre la voce gli scaturiva, piuttosto roca, dalla
gola arida: “Ec… come…!”
Posandogli
le mani sulle spalle, lei gli fece adagiare la testa sul cuscino.
“E…
mi vuoi…?”
Alan
strizzò gli occhi e deglutì, mentre il povero Spade imprecava contro la
malasorte.
“I…
io… e… ecco… ss… sì…! M… ma…”
“Anch’io
ti voglio, tesoro mio!” replicò lei, interrompendolo con l’ennesimo bacio. Rapito
dall’estrema dolcezza di quest’ultimo, ad onta degli sforzi disperati di
Chandler che sostituiva freneticamente gli shunter bruciati, Alan stava quasi
per abbandonarsi completamente, quando i sensori tattili dell’addome
avvertirono che la cintura dei pantaloni del pigiama si stava abbassando… di
botto, il termometro corporeo calò bruscamente fino a
“Per
amor del Cielo, fermatela” gridò, con voce eufemisticamente angosciata, il capo
della Genetica “non possiamo farci vedere così!!
Non può…”
“Stia
calmo, Spade: faremo del nostro meglio! Kirby, Marlowe… tocca a voi: con
dolcezza ma con fermezza, mi raccomando!”
Il
capo della Neuro si spazzò velocemente la fronte grondante di liquido,
accomodandosi al microfono per le comunicazioni esterne, mentre il suo collega
della Motoria impugnava i comandi, cercando inutilmente di vincere la pesante
inerzia che li bloccava. A onor del vero, non è che all’interno di Seya
stesserò molto meglio… anche se Virginia Breed e Serena Seducy avevano magistralmente
imposto l’esuberante disinvoltura di Saint Tail sulla sbarazzina timidezza di
Lisa Haneoka, i sintomi “collaterali” si facevano decisamente sentire: la
stazione di Melody Clambert pompava a un ritmo forsennato e la metabolica di
Susanna Gloomey prosciugava anch’essa le riserve salivari a furia di
deglutizioni. Il visetto della fanciulla era ormai sul pomodoro spinto e le sue
mani piuttosto freddine (anche se Alan, agitato com’era, non lo sentiva)!
Ciononostante,
l’ex antagonista del “ragazzo speciale” era più che mai decisa ad andare fino
in fondo. Meglio sopportare tutto quell’imbarazzo (e dopo, magari, anche la
vergogna) piuttosto che correre il rischio di spezzarsi il cuore per essersi
fatta portare via il suo adorato investigatore, da Rina, da Sayaka o da
chiunque altra. A mali estremi, estremi rimedi![4]
Se
non che, quando già le sue mani (un tantino tremolanti) si accingevano a
completare l’opera di “scopertura”, Seya si accorse che la mano destra del
ragazzo (bollente quanto era gelida la sua) stava premendole la spalla per
allontanarla da sé…
Sbarrando
gli occhi sul volto di Alan (con gran dispetto di Calamity Trapps, che voleva
dirigerli nella direzione opposta), lo vide scuotere dolcemente la testa.
“Tesoro…
cosa…?”
“No,
Lisa… aspetta!”
Sentendosi
chiamare col suo nome “incensurato”, la ragazza ebbe un tuffo al cuore: “Non…
non ti senti bene…?”
A
questa domanda, chiaramente tattica, il ragazzo le sorrise con affetto: “Io…
credo di… non essere mai stato… così bene in vita mia!”
“Però…?”
lo spronò lei, con tono di ansiosa aspettativa.
“Però…
non credo che sia il momento giusto! Insomma… perché in questo modo?”
“Non…
non capisco, Alan… io ti amo!”
“E
pure io. Ma perché venire qui a sedurmi?! E come Seya, poi!”
La
ragazza abbassò pudicamente gli occhi, che tornarono a celarsi sotto
quell’adorabile frangetta: “Perché… è lei che ti ha conquistato… non Lisa…!”
Il
giovane deglutì per l’ennesima volta…
“Rip,
spostagli lo sguardo da quel benedetto seno” ordinò Phil, nel comunicatore “se
no non riesco a farlo concentrare!”
“Guarda
che è mezz’ora che ci provo!” protestò il collega della Motoria, mentre quello
della Cerebrale, alle spalle di Marlowe, scuoteva scetticamente la testa.
“Beh,
vedi anche di riuscirci, se non ti dispiace…!”
“Agli
ordini!!” grugnì l’altro, prendendo un profondo respiro. Richiamando tutte le
sue energie e spezzandosi quasi le braccia, il pilota di Asuka Jr. riuscì
finalmente nell’intento. Il consumo di adrenalina si abbassò sensibilmente.
Aumentando
il più possibile la tenerezza della voce, il capo della Neuro fece rispondere
ad Alan: “E adesso… tu volevi completare l’opera… vero, Seya? Sottraendomi la verginità!”
Spade fu scosso da una mezza sincope, a sentire quella parola.
Rimanendo
seduta sopra di lui (mentre Kirby tentava di dare piccole tiratine all’elastico
dei calzoni per farli tornare nella posizione primitiva) l’audace fuorilegge
annuì silenziosamente.
“Ma non c’è n’è bisogno: tu mi avevi già conquistato fin dall’inizio. Lisa… io
sono già tuo…!”
La
sua ragazza tornò a sorridergli teneramente e ad Alan sembrò che piccole
lacrime di felicità facessero brillare quei bellissimi occhi blu.
“Lo
so” ella aggiunse “sentimentalmente sei già mio…”
Alan
le ricambiò il sorriso.
“…ma
fisicamente ancora no…!!”
Il
sorriso gli si spense, mentre lei si piegava nuovamente a posare le proprie
labbra sulle sue. Fu il bacio più letteralmente mozzafiato che il ragazzo
avesse mai ricevuto. Mentre il contatore relazionale volava oltre i 2000 punti
- facendo cambiare lo status da LOVE a PASSION - per la prima volta nella serata il capo della
Riproduttiva asukiana si rallegrava di ritrovarsi la sezione inibita: con una
carica del genere, i suoi “miseri” INBY avrebbero potuto fare ben poco per
scongiurare un’emissione prematura!
Premendo
le morbidissime labbra contro quelle un po’ più rigide del giovane,
l’intraprendente ninfa notturna strusciava contemporaneamente il suo seno
delicato (ma discretamente tonico) contro il torso dell’impreparato partner, il
cui colore facciale gareggiava ormai con quello della sua inaspettata
seduttrice!
“Li…Lisa…
ti pre… ti prego…!!” riuscì a biascicare il malcapitato, non appena ebbe di
nuovo la bocca libera.
“Non
aver paura” gli sussurrò all’orecchio (e il suo alito sul medesimo fece
sprizzare ulteriori scintille dai ricevitori) “non ti farò male. Voglio solo…
fare l’amore con te!”
“Ma
io non…” tentò di protestare lui, con uno sguardo pateticamente supplichevole.
“Ssst…
buono…” lo zittì lei, con un sorriso dolcissimo “…nemmeno io mi sento del tutto
pronta, sai? Ma voglio farlo…” se possibile, il rossore sul suo viso si
accentuò ancora di più “…voglio unirmi a te, Alan” nuove lacrime luccicarono
nei suoi occhioni azzurri “perché ti amo con tutto il cuore…!” afferrò la sua
mano e se la portò proprio lì…
Il
problema del cuore delle donne (oltre alla beghe che procura alle povere Neuro
maschili) consiste nel trovarsi esattamente dietro a quei due sublimi accessori
che non servono soltanto a rifornire gli organismi appena assemblati!
Imprecando sottovoce, Gus Chandler dovette constatare che, quando fosse tutto finito,
la sua povera stazione trasduttiva avrebbe necessariamente avuto bisogno di una
completa ritaratura!
“Lo
senti come batte?”
“Lo…
lo sento…!” rispose lui, con un sibilo, mentre Dick Tracy seguiva preoccupato
l’incalzare del ritmo cardiaco assunto da quello di sua competenza!
*Oltre
40 pulsazioni… il livello cardiopalmico si avvicina!*
Stava
per comunicarlo in centrale operativa, quando lo staff lì presente sbiancò
all’unisono nel constatare che la ragazza, rimessasi in piedi, aveva portato le
mani alla cintura, con l’intento inequivocabile di liberarsi dell’ultimo
indumento rimastole…
“Cribbio,
NO…!!” urlò Chandler, non potendosi frenare “Se vede anche quella, siamo rovinati: qui salterà tutto…!!!”
“Marlowe,
faccia qualcosa…!!” replicò Harper, tradendo anche lui un accento decisamente
più isterico che non flemmatico.
Ma
il disgraziato neurologo poteva essere di poco aiuto. Pur essendosi fatto
portare da Murdock l’indispensabile Guida
comportamentale al Primo Rapporto non vi trovava descritta nessuna
procedura atta ad affrontare quel determinato frangente! E si capisce, dal
momento che, secondo la teoria, sono le donne che tentennano al momento
decisivo, mica gli uomini![5]
“Fermati,
Lisa… frena…!! Io non… non…”
Gli
occhi di lei, costantemente umidi, si fecero allora imploranti: “Ma davvero non
mi vuoi?”
“No…
cioè, sì… certo che… ti vorrei! Ma
io… ecco…”
“Ho
capito” rispose allora la ladra, ritrovando la sua voce vellutata “aspetta…”
Si
avvicinò all’abat-jour e la spense. Solo la tenue luce del cielo stellato
rimase a contrastare le tenebre della stanza.
“Va
meglio, così?”
“B…
bb… beh…” la voce gli venne completamente a mancare allorché vide la sagoma di
lei che si toglieva completamente gli slip, per portare poi la mano a disfare
il nodo del fiocco e sciogliere la “divina” coda in una fluente cascata di
capelli, che la sua testa fece muovere con la più sensuale voluttà…
“Guarda,
amore: ho deciso che ci sarà anche Lisa, qui con te!”
“Ma
sì…! E poi chiamiamo anche Sayaka e Rina, così facciamo una bella ammucchiata!”
“LA
FINISCA, WATSON...!!!” lo redarguì aspramente A1 “Il suo stupido sarcasmo non
ci porta nessun aiuto!”
Ma
l’altro si limitò a scuotere il capo con la solita espressione beffarda, mentre
dabbasso, nella centrale riproduttiva, lo sfortunato Spade se ne stava
accasciato sul pavimento, tenendosi il viso terreo fra le mani.
“È
finita…!” mormorò, rassegnato.
Dello
stesso parere era giunto anche il capo della Neuro, che si voltò verso il
Coordinatore: “Signor Harper, mi dispiace: ho fatto tutto quello che ho potuto…
ma evidentemente la signora Breed e la signora Trapps sono decise ad andare
fino in fondo!”
“Non
è colpa sua, Phil” sospirò A1, magnanimo “stiamo solo subendo una serie di
malaugurate circostanze. Del resto, chi poteva mai aspettarsi una mossa del
genere, proprio da quel Consiglio Organico?”
*Io!*
stava per rispondere il solito Watson… ma poi pensò bene di starsene zitto.
“Però…
forse c’è ancora una possibilità” continuò Marlowe, con aria vagamente
speranzosa “se lei parlasse con LS1…”
“Ma
non dire scemenze” ribatté ancora Watson, con veemenza “il nostro Coordinatore
non può certo umiliarsi a fare una cosa del genere!”
“Preferisci
che l’umiliazione la subisca il signor Alan?” gli chiese il collega, fissandolo
duramente.
L’altro non rispose, mentre il direttore dell’intero organismo meditava,
tenendo le mani in saccoccia. Non era una decisione facile!
“Signore”
intervenne Chandler “se ritiene di doverlo fare, lo faccia subito: Kirby mi
segnala di avere i comandi praticamente fuori uso: non possiamo fare più
nessuna resistenza… l’avverto che la signorina gli ha già sfilato la camicia
del pigiama e ora passerà ai calzoni…!”
Stringendo
la mascella, Lew “A1” Harper annuì con decisione: “Sta bene, non c’è altro da
fare! Venga con me, Chandler. Anche lei, Phil!”
I
tre scattarono velocissimi verso l’ufficio privato del Coordinatore, dove
Harper si sfilò una chiavetta di tasca, aprì un cassetto della scrivania e ne
estrasse un apparato di comunicazione, interamente dipinto di un vivace colore
scarlatto. Era il famoso Telefono Rosso.[6]
A1
impugnò la cornetta e digitò sulla tastiera il codice biologico dell’organismo
di Lisa Haneoka, ovvero Seya, pure conosciuta col nomignolo di Saint Tail.
Squadrò
ancora gli ansiosi volti dei due collaboratori e, senza più esitare oltre,
schiacciò con decisione il pulsante che attivava la comunicazione…
[1] Vedi nota 124 del capitolo 31.
[2] La bocca.
[3] In realtà non ne era propriamente convinto!
[4] Questo vorrei fosse chiaro, specialmente alle lettrici: la mia intenzione non era assolutamente quella di screditare “eticamente” il personaggio. Anzi, per come la vedo io, Lisa/Seya, in questa circostanza, si sta dimostrando una vera eroina!
[5] Digitando queste righe mi veniva da canticchiare la “libera” interpretazione di una vecchia canzone di Armando Trovaioli: “Seika nun fa’ la stupida, staseeraaa…! Daie ‘na mano a faie di’ de nooo…!”
[6] È il dispositivo che consente la comunicazione, diretta e riservata, fra i Coordinatori di due organismi distinti. Citato nel capitolo 27 del presente racconto, compare anche verso la fine della Storia Segreta dei SISAS.