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Autore: Andy Grim    28/06/2008    2 recensioni
Mi ero ripromesso di non pubblicare questa storia finché non ne avessi ultimato la pubblicazione su MANGANET... ma leggendo la recensione di Kitthex sulla mia one-shot "Le dimissioni di Asuka Junior" (ispirata a questa stessa serie) è scattato qualcosa che mi ha spinto ad esaudire il suo desiderio di leggere qualcos'altro di mio e dunque rieccomi qui! Può darsi che Kitthex non bramasse affatto di leggere un secondo racconto su Saint Tail e ancora meno una storia come questa! Ho già pubblicato su EFP un lavoro analogo basato su Lamù e non so se abbia incontrato molto successo (ho avuto solo 12 recensioni abbastanza lusinghiere, ma un numero di letture in calando nella sequenza dei capitoli). Per carità, il lettore è giudice e mi rendo anche conto che si tratta di un genere forse troppo originale (ho infatti già deciso di NON pubblicare altre demenzialità di questo tipo)! Chi preferisse qualcosa di più "normale", può entrare nella sezione su Candy Candy e leggersi "Un compagno per Flanny Hamilton". Per ora non vi è altro, ma spero, nel prossimo futuro, di potervi offrire altre opere (le idee non mi mancano, lo sbuzzo un po' di più)! Riguardo alla storia qui presente, si propone di illustrare le lotte interne del co-protagonista di KST nella sua perpetua caccia alla coduta ladruncola di Seika, nonché le continue schermaglie amorose con le rivali in amore di quest'ultima. Ai lettori che fossero contemporaneamente dei fan di Uruseiatsura e di Kaitou Saint Tail potrebbe interessare il confronto diretto fra le equipes organiche di due esemplari umani (Ataru Moroboshi e Alan Daiki Asuka) che più diversi di così non avrebbero potuto essere. Buon divertimento... o almeno me lo auguro!
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 37: Fra le grinfie della Coda Sacra

Capitolo 37: Fra le grinfie della Coda Sacra

 

L

a fanciulla dalla lunga coda di cavallo alzò le ignude mani a stringere dolcemente le guance del suo ultimo obiettivo. A quel contatto epidermico, i quadranti della Sensitiva cominciarono frenetici a tergicristallare, mentre impazzava la luminaria delle spie.

Prima ancora che il “povero” tutore della legge cominciasse a capirci qualcosa, il morbidissimo tocco delle labbra di Saint Tail fece saltare i vetri a un paio di galvanometri, mentre qualche lampadina si bruciava immediatamente, emettendo uno sfrigolio sinistro…

“Misericordia…” mormorò Gus Chandler, dopo un rapido controllo “…questa essenza… non mi sbaglio: è proprio Arrenditi n° 1! E deve averci fatto il bagno!!”

“Bisognerebbe denunciare la Takarada Parfumes Co, per tutte le porcherie che mette in vendita!” inveì immancabilmente James Watson.

“Attivazione immediata degli shunter, Gus!”[1] ordinò A1.

“Sissignore!” il capo-sezione si avvicinò ai pulsanti di controllo “Però… non so se basterà. Mio Dio: il livello ferormonico è altissimo…!!”

Mentre il contatore del Coefficiente Relazionale frullava verso quota 1900, un fiotto di adrenalina proveniente dagli apparati di Marlowe riempì di brividi tutto il corpo, la cui temperatura interna si alzò di parecchi gradi, quando il detective si accorse che, mentre la mano sinistra di Seya gli teneva la faccia premuta contro la sua, la destra gli stava slacciando i bottoni del pigiama…

“Li… Lis… Lisa…?!” balbettò.

“Chi è questa Lisa?” sussurrò la sua ladra, fra un bacio e l’altro “Io sono Seya!”

“Ss… ssì, mm… mma… che ss… sstai ff…”

“Nulla di sbagliato, tesoro” rispose, con voce tanto lieve quanto carica di sensualità “mi prendo soltanto ciò che è mio…!” poi, slacciato l’ultimo bottone, gli aprì la camicia e cominciò a dargli tanti leggeri bacini sul petto…

“Santi numi” esclamò Phil Marlowe, sempre più livido in viso “questa qui fa sul serio…!!”

“Credo proprio di sì” convenne A1, a denti stretti “al diavolo!! Che gli è saltato in mente a quella manica di pazze, là dentro?!”

“Le avances delle rivali devono averle spaventate” diagnosticò Tim Murdock “così avranno perso la testa!”

“Mentre noi perderemo la faccia” si fece sentire, sempre attraverso il comunicatore, la voce sconvolta di Sammy Spade, ripresosi, ma non del tutto “io lo sapevo che andava a finire così! LO SAPEVO…!!!”

Chandler cercava disperatamente di mantenere il controllo della situazione, ma invano: quanti più shunter riusciva ad azionare, tanti ne risaltavano inesorabilmente. E la situazione non migliorò di certo allorché la codina si sfilò rapida lo scuro gilet per poi aprire, subito dopo, la bianca camicetta sottostante…

“Deglutizione…!!” gridò Wolfe, dopo aver visto prosciugarsi del tutto la saliva nell’interfaccia di prelievo nutrizionale.[2]

“Guardate che roba” esclamò sempre Watson, sdegnato “non porta neanche il reggiseno, quella sgualdrina!”

In realtà, questo particolare non rivelava nessuna mossa tattica: più semplicemente, il corpetto del costume di Seya era rigido quanto bastava per evitarle di dover indossare l’indumento intimo, a tutto vantaggio della scioltezza che le serviva nei movimenti. Ad ogni modo, la visione che si presentò davanti al giovane detective, fu la cosa più bella che avesse mai visto da quindici anni a questa parte.

“Ss… Se… Seya…!!” mormorò, deglutendo.

“Sì, amore?” replicò lei, stendendosi dolcemente sul ragazzo. Anche della camicia (priva di maniche) se n’era liberata in un istante. Il secondo contatto epidermico - quello “front to front”, per intenderci - fu devastante, non tanto per gli apparati di Chandler, quanto per quelli di Marlowe, i quali, col cross-over fuori uso, dovevano assorbire tutti i segnali percettivi emessi dall’intraprendente pulzella; segnali, oltretutto, che la diabolica Serena Seducy, aveva opportunamente amplificato!

“Signor Harper” avvertì l’omologo di quest’ultima “stiamo subendo un attacco terribile!! Non sono in grado di limitare gli impulsi in maniera sufficiente: fra meno di un minuto la Cerebrale perderà tutto il discernimento!”

“Ah, no…!!! Questo mai e poi mai” dichiarò Watson, scandalizzato, precipitandosi sul comunicatore “Centrale a Motoria: tagliamo la corda, presto…!”

“Non fare l’idiota” intervenne Marlowe “vuoi che lei pensi di avere a che fare con un moccioso codardo? Non hai un po’ d’orgoglio?!”

“Al diavolo l’orgoglio” Spade rispose al suo posto, dalla Genetica “meglio sembrare codardi che apparire impotenti! Via di qua, Kirby: a tutta birra!”

“Fermi tutti!! SILENZIO…!!!” urlò imperioso A1, richiamando all’ordine i suoi terrorizzati subalterni “Guai a chi perde la testa, chiaro?! Abbiamo affrontato emergenze peggiori di questa[3] e ne usciremo anche stavolta, se manteniamo la calma. Chandler…”

“Comandi!”
“Quanto tempo vi serviva, ancora, per ripristinare il cross-over?”

Il responsabile della Sensitiva allargò sconsolato le braccia: “Meno di un’ora… ma in condizioni normali: riattivare il sistema sotto carico è una faccenda estremamente delicata… per non parlare dei rischi congiunti!”

“Sono tali da pregiudicare l’incolumità dell’organismo?”

“Non proprio, ma… insomma, se riaprissimo il canale con la Genetica, proprio mentre…” Chandler si terse il sudore dalla fronte “…voglio dire, durante la ricezione di segnali così forti… Spade non potrebbe… temo che gli INBY non sarebbero sufficienti per evitare…”

“Basta, ho capito…!” lo interruppe il Coordinatore, asciugandosi a sua volta. Si voltò verso il capo della Neuro: “Phil, cosa mi consiglia di fare?”

Il malcapitato si grattò la testa, poi si premette le dita sulle tempie, cercando disperatamente di raccogliere le idee. Ma ogni partito che stava per proporre gli sembrava più folle del precedente. Alla fine scosse la testa: “Rimandiamo…!”

“Come?” chiese A1, perplesso.

“Dobbiamo cercare di farla desistere!”

“Ma…”
“Mi creda, signore: non c’è altra soluzione!”

Il Coordinatore del “piccolo detective” fissò intensamente il suo subordinato. Poi spostò lo sguardo verso il display della percezione visiva… l’ex preda, trasformata in cacciatrice, era a cavalcioni sul corpo del suo assistito, lo scoperto e fiero busto prominente su di lui, che non riusciva - a dispetto dei titanici sforzi della Motoria - a schiodare le pupille da quegli arguti e rosei capezzoli.

Già sbarazzatasi anche della minigonna color fucsia, la ragazza si stava ora togliendo le calze, dopo essersi sfilata gli stivali. Due gambe perfette, corredati da deliziosi e stuzzicanti piedini da fata, contribuirono a intaccare paurosamente le ormai precarie riserve di adrenalina su cui poteva contare la Neuro.

Il cacciatore, trasformato in preda, sentiva i muscoli come paralizzati. Rimaneva lì, col tronco appena sollevato sui gomiti, la fronte popolata da innumerevoli gelide goccioline e gli occhi scuri completamente spalancati.

Con ormai solamente indosso lo scuro fiocchetto sul capo e le candide mutandine intorno alla vitina da vespa, l’intrepida Seya rivolse al suo amato il sorriso più accattivante che mai potesse esprimere, tanto che Chandler non poté fare a meno di ammirare “professionalmente” l’ottimo lavoro della sua omologa saintelliana e quasi si rammaricò per lei che la sua fatica si rivelasse (almeno quella sera) completamente inutile!

“Alan…”
A quel nuovo, dolce sussurro, Wolfe dovette deglutire quattro volte per consentire al ragazzo di rispondere: “Ss… sì…?”

La ladra si appoggiò con le mani sul materasso, portando il viso a pochi centimetri dal suo. Il suo profumo era irresistibile. Scariche preoccupanti, seguite da nuvolette di fumo, sprizzavano incessantemente dai pannelli sensitivi, oramai roventi. In quelle circostanze, pensare di riprendere la riparazione dell’impianto selettivo era del tutto assurdo.

“Io… ti piaccio…?”

Istintivamente, Alan annuì con la testa, mentre la voce gli scaturiva, piuttosto roca, dalla gola arida: “Ec… come…!”

Posandogli le mani sulle spalle, lei gli fece adagiare la testa sul cuscino.

“E… mi vuoi…?”

Alan strizzò gli occhi e deglutì, mentre il povero Spade imprecava contro la malasorte.

“I… io… e… ecco… ss… sì…! M… ma…”

“Anch’io ti voglio, tesoro mio!” replicò lei, interrompendolo con l’ennesimo bacio. Rapito dall’estrema dolcezza di quest’ultimo, ad onta degli sforzi disperati di Chandler che sostituiva freneticamente gli shunter bruciati, Alan stava quasi per abbandonarsi completamente, quando i sensori tattili dell’addome avvertirono che la cintura dei pantaloni del pigiama si stava abbassando… di botto, il termometro corporeo calò bruscamente fino a 33 gradi centigradi!

“Per amor del Cielo, fermatela” gridò, con voce eufemisticamente angosciata, il capo della Genetica “non possiamo farci vedere così!! Non può…”

“Stia calmo, Spade: faremo del nostro meglio! Kirby, Marlowe… tocca a voi: con dolcezza ma con fermezza, mi raccomando!”

Il capo della Neuro si spazzò velocemente la fronte grondante di liquido, accomodandosi al microfono per le comunicazioni esterne, mentre il suo collega della Motoria impugnava i comandi, cercando inutilmente di vincere la pesante inerzia che li bloccava. A onor del vero, non è che all’interno di Seya stesserò molto meglio… anche se Virginia Breed e Serena Seducy avevano magistralmente imposto l’esuberante disinvoltura di Saint Tail sulla sbarazzina timidezza di Lisa Haneoka, i sintomi “collaterali” si facevano decisamente sentire: la stazione di Melody Clambert pompava a un ritmo forsennato e la metabolica di Susanna Gloomey prosciugava anch’essa le riserve salivari a furia di deglutizioni. Il visetto della fanciulla era ormai sul pomodoro spinto e le sue mani piuttosto freddine (anche se Alan, agitato com’era, non lo sentiva)!

Ciononostante, l’ex antagonista del “ragazzo speciale” era più che mai decisa ad andare fino in fondo. Meglio sopportare tutto quell’imbarazzo (e dopo, magari, anche la vergogna) piuttosto che correre il rischio di spezzarsi il cuore per essersi fatta portare via il suo adorato investigatore, da Rina, da Sayaka o da chiunque altra. A mali estremi, estremi rimedi![4]

Se non che, quando già le sue mani (un tantino tremolanti) si accingevano a completare l’opera di “scopertura”, Seya si accorse che la mano destra del ragazzo (bollente quanto era gelida la sua) stava premendole la spalla per allontanarla da sé…

Sbarrando gli occhi sul volto di Alan (con gran dispetto di Calamity Trapps, che voleva dirigerli nella direzione opposta), lo vide scuotere dolcemente la testa.

“Tesoro… cosa…?”

“No, Lisa… aspetta!”

Sentendosi chiamare col suo nome “incensurato”, la ragazza ebbe un tuffo al cuore: “Non… non ti senti bene…?”

A questa domanda, chiaramente tattica, il ragazzo le sorrise con affetto: “Io… credo di… non essere mai stato… così bene in vita mia!”

“Però…?” lo spronò lei, con tono di ansiosa aspettativa.

“Però… non credo che sia il momento giusto! Insomma… perché in questo modo?”

“Non… non capisco, Alan… io ti amo!”

“E pure io. Ma perché venire qui a sedurmi?! E come Seya, poi!”

La ragazza abbassò pudicamente gli occhi, che tornarono a celarsi sotto quell’adorabile frangetta: “Perché… è lei che ti ha conquistato… non Lisa…!”

Il giovane deglutì per l’ennesima volta…

“Rip, spostagli lo sguardo da quel benedetto seno” ordinò Phil, nel comunicatore “se no non riesco a farlo concentrare!”

“Guarda che è mezz’ora che ci provo!” protestò il collega della Motoria, mentre quello della Cerebrale, alle spalle di Marlowe, scuoteva scetticamente la testa.

“Beh, vedi anche di riuscirci, se non ti dispiace…!”

“Agli ordini!!” grugnì l’altro, prendendo un profondo respiro. Richiamando tutte le sue energie e spezzandosi quasi le braccia, il pilota di Asuka Jr. riuscì finalmente nell’intento. Il consumo di adrenalina si abbassò sensibilmente.

Aumentando il più possibile la tenerezza della voce, il capo della Neuro fece rispondere ad Alan: “E adesso… tu volevi completare l’opera… vero, Seya? Sottraendomi la verginità!” Spade fu scosso da una mezza sincope, a sentire quella parola.

Rimanendo seduta sopra di lui (mentre Kirby tentava di dare piccole tiratine all’elastico dei calzoni per farli tornare nella posizione primitiva) l’audace fuorilegge annuì silenziosamente.
“Ma non c’è n’è bisogno: tu mi avevi già conquistato fin dall’inizio. Lisa… io sono già tuo…!”

La sua ragazza tornò a sorridergli teneramente e ad Alan sembrò che piccole lacrime di felicità facessero brillare quei bellissimi occhi blu.

“Lo so” ella aggiunse “sentimentalmente sei già mio…”

Alan le ricambiò il sorriso.

“…ma fisicamente ancora no…!!”

Il sorriso gli si spense, mentre lei si piegava nuovamente a posare le proprie labbra sulle sue. Fu il bacio più letteralmente mozzafiato che il ragazzo avesse mai ricevuto. Mentre il contatore relazionale volava oltre i 2000 punti - facendo cambiare lo status da LOVE a PASSION - per la prima volta nella serata il capo della Riproduttiva asukiana si rallegrava di ritrovarsi la sezione inibita: con una carica del genere, i suoi “miseri” INBY avrebbero potuto fare ben poco per scongiurare un’emissione prematura!

Premendo le morbidissime labbra contro quelle un po’ più rigide del giovane, l’intraprendente ninfa notturna strusciava contemporaneamente il suo seno delicato (ma discretamente tonico) contro il torso dell’impreparato partner, il cui colore facciale gareggiava ormai con quello della sua inaspettata seduttrice!

“Li…Lisa… ti pre… ti prego…!!” riuscì a biascicare il malcapitato, non appena ebbe di nuovo la bocca libera.

“Non aver paura” gli sussurrò all’orecchio (e il suo alito sul medesimo fece sprizzare ulteriori scintille dai ricevitori) “non ti farò male. Voglio solo… fare l’amore con te!”

“Ma io non…” tentò di protestare lui, con uno sguardo pateticamente supplichevole.

“Ssst… buono…” lo zittì lei, con un sorriso dolcissimo “…nemmeno io mi sento del tutto pronta, sai? Ma voglio farlo…” se possibile, il rossore sul suo viso si accentuò ancora di più “…voglio unirmi a te, Alan” nuove lacrime luccicarono nei suoi occhioni azzurri “perché ti amo con tutto il cuore…!” afferrò la sua mano e se la portò proprio lì…

Il problema del cuore delle donne (oltre alla beghe che procura alle povere Neuro maschili) consiste nel trovarsi esattamente dietro a quei due sublimi accessori che non servono soltanto a rifornire gli organismi appena assemblati! Imprecando sottovoce, Gus Chandler dovette constatare che, quando fosse tutto finito, la sua povera stazione trasduttiva avrebbe necessariamente avuto bisogno di una completa ritaratura!

“Lo senti come batte?”

“Lo… lo sento…!” rispose lui, con un sibilo, mentre Dick Tracy seguiva preoccupato l’incalzare del ritmo cardiaco assunto da quello di sua competenza!

*Oltre 40 pulsazioni… il livello cardiopalmico si avvicina!*

Stava per comunicarlo in centrale operativa, quando lo staff lì presente sbiancò all’unisono nel constatare che la ragazza, rimessasi in piedi, aveva portato le mani alla cintura, con l’intento inequivocabile di liberarsi dell’ultimo indumento rimastole…

“Cribbio, NO…!!” urlò Chandler, non potendosi frenare “Se vede anche quella, siamo rovinati: qui salterà tutto…!!!”

“Marlowe, faccia qualcosa…!!” replicò Harper, tradendo anche lui un accento decisamente più isterico che non flemmatico.

Ma il disgraziato neurologo poteva essere di poco aiuto. Pur essendosi fatto portare da Murdock l’indispensabile Guida comportamentale al Primo Rapporto non vi trovava descritta nessuna procedura atta ad affrontare quel determinato frangente! E si capisce, dal momento che, secondo la teoria, sono le donne che tentennano al momento decisivo, mica gli uomini![5]

“Fermati, Lisa… frena…!! Io non… non…”

Gli occhi di lei, costantemente umidi, si fecero allora imploranti: “Ma davvero non mi vuoi?”

“No… cioè, sì… certo che… ti vorrei! Ma io… ecco…”

“Ho capito” rispose allora la ladra, ritrovando la sua voce vellutata “aspetta…”

Si avvicinò all’abat-jour e la spense. Solo la tenue luce del cielo stellato rimase a contrastare le tenebre della stanza.

“Va meglio, così?”

“B… bb… beh…” la voce gli venne completamente a mancare allorché vide la sagoma di lei che si toglieva completamente gli slip, per portare poi la mano a disfare il nodo del fiocco e sciogliere la “divina” coda in una fluente cascata di capelli, che la sua testa fece muovere con la più sensuale voluttà…

“Guarda, amore: ho deciso che ci sarà anche Lisa, qui con te!”

“Ma sì…! E poi chiamiamo anche Sayaka e Rina, così facciamo una bella ammucchiata!”

“LA FINISCA, WATSON...!!!” lo redarguì aspramente A1 “Il suo stupido sarcasmo non ci porta nessun aiuto!”

Ma l’altro si limitò a scuotere il capo con la solita espressione beffarda, mentre dabbasso, nella centrale riproduttiva, lo sfortunato Spade se ne stava accasciato sul pavimento, tenendosi il viso terreo fra le mani.

“È finita…!” mormorò, rassegnato.

Dello stesso parere era giunto anche il capo della Neuro, che si voltò verso il Coordinatore: “Signor Harper, mi dispiace: ho fatto tutto quello che ho potuto… ma evidentemente la signora Breed e la signora Trapps sono decise ad andare fino in fondo!”

“Non è colpa sua, Phil” sospirò A1, magnanimo “stiamo solo subendo una serie di malaugurate circostanze. Del resto, chi poteva mai aspettarsi una mossa del genere, proprio da quel Consiglio Organico?”

*Io!* stava per rispondere il solito Watson… ma poi pensò bene di starsene zitto.

“Però… forse c’è ancora una possibilità” continuò Marlowe, con aria vagamente speranzosa “se lei parlasse con LS1…”

“Ma non dire scemenze” ribatté ancora Watson, con veemenza “il nostro Coordinatore non può certo umiliarsi a fare una cosa del genere!”

“Preferisci che l’umiliazione la subisca il signor Alan?” gli chiese il collega, fissandolo duramente.
L’altro non rispose, mentre il direttore dell’intero organismo meditava, tenendo le mani in saccoccia. Non era una decisione facile!

“Signore” intervenne Chandler “se ritiene di doverlo fare, lo faccia subito: Kirby mi segnala di avere i comandi praticamente fuori uso: non possiamo fare più nessuna resistenza… l’avverto che la signorina gli ha già sfilato la camicia del pigiama e ora passerà ai calzoni…!”

Stringendo la mascella, Lew “A1” Harper annuì con decisione: “Sta bene, non c’è altro da fare! Venga con me, Chandler. Anche lei, Phil!”

I tre scattarono velocissimi verso l’ufficio privato del Coordinatore, dove Harper si sfilò una chiavetta di tasca, aprì un cassetto della scrivania e ne estrasse un apparato di comunicazione, interamente dipinto di un vivace colore scarlatto. Era il famoso Telefono Rosso.[6]

A1 impugnò la cornetta e digitò sulla tastiera il codice biologico dell’organismo di Lisa Haneoka, ovvero Seya, pure conosciuta col nomignolo di Saint Tail.

Squadrò ancora gli ansiosi volti dei due collaboratori e, senza più esitare oltre, schiacciò con decisione il pulsante che attivava la comunicazione…

 



[1] Vedi nota 124 del capitolo 31.

[2] La bocca.

[3] In realtà non ne era propriamente convinto!

[4] Questo vorrei fosse chiaro, specialmente alle lettrici: la mia intenzione non era assolutamente quella di screditare “eticamente” il personaggio. Anzi, per come la vedo io, Lisa/Seya, in questa circostanza, si sta dimostrando una vera eroina!

[5] Digitando queste righe mi veniva da canticchiare la “libera” interpretazione di una vecchia canzone di Armando Trovaioli: “Seika nun fa’ la stupida, staseeraaa…! Daie ‘na mano a faie di’ de nooo…!

[6] È il dispositivo che consente la comunicazione, diretta e riservata, fra i Coordinatori di due organismi distinti. Citato nel capitolo 27 del presente racconto, compare anche verso la fine della Storia Segreta dei SISAS.

  
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