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Autore: geachan    09/03/2014    0 recensioni
Matsuri Nakamura,sedici anni, ogni giorno la sua vita è un incubo senza fine, ma preso arriveranno degli angeli, ovvero degli angeli oscuri che la libereranno e la faranno avvicinare a ciò che le piaceva fin dalla più tenera età, la musica
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matsuri, Sabaku no Gaara , Un po' tutti | Coppie: Gaara/Matsuri
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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Arrivata a casa, Matsuri parcheggiò la bicicletta vicino alla macchina della zia Eriko. Prese la cartella e, prima di entrare, si specchiò un momento nello specchietto del veicolo per vedere se avesse qualcosa in viso (se la zia avesse notato qualche livido, di sicuro avrebbe fatto la pazza e sarebbe corsa a scuola per fare qualche denuncia, cosa che la castagna non voleva conoscendo bene Ami!). Finito di controllarsi, prese le chiavi di casa ed aprì la porta. -Ciao a tutti! Sono a casa!- -Ciao Matsuri-chan! Com'é andata a scuola?- Le chiese la donna andandole incontro. -Bene, grazie.- Aveva mentito, di nuovo, era diventato quotidiano anche se ogni volta che lo faceva era come una pugnalata al cuore. Non le piaceva farlo, da quando era andata a vivere con loro, l'avevano sempre trattata come una figlia. Ma era l'unico modo per evitare i problemi. -Hai visto che sarebbe andata bene! Che ti dicevo!- -Si hai ragione zia, scusami.- –Non preoccuparti tesoro.- -Cugina!- Esclamò una bambina comparendo. Era molto graziosa, capelli castani corti e spettinati, occhi marroni e guancie rosee, vestita con un vestitino a fiori rosa e scarpe del medesimo colore. La piccola corse verso la castagna a l’abbracciò amorevolmente. -Ciao Sachiko! Come stai? Com'è andata all'asilo? Ti sei comportata bene?- -Sì!- -Sachiko, perchè non le fai vedere il bel disegno che hai fatto all'asilo?- S'intromise la zia Eriko. -Sì, mamma.- Rispose la bambina. Si staccò dalla castagna, le prese la mano ed iniziarono ad incamminarsi. Salirono le scale ed andarono nella cameretta di Sachiko. La bambina si diresse verso il tavolino che era al centro della stanza,prese un foglio di carta che c'era sopra e lo porse alla castagna. Vedendolo, rimase molto sorpresa, Sachiko aveva disegnato lei! O meglio aveva disegnato lei con un vestitino azzurro ed in mano un microfono. Era su un palco, stava facendo un concerto e la gente le applaudiva. -Questa sei tu che fai un concerto. Tu hai una voce molto bella, mi piacciono molto di più le ninne nanne che canti tu che quelle della mamma.- Le spiegò la bambina. Sul suo volto si dipinse un sorriso, per fortuna che c'era Sachiko, quella babina riusciva sempre ad aggiustarle le giornate e, presa da un momento di enorme felicità, l'abbracciò. -Grazie Sachiko!- La ringraziò. Per un momento, la bambina rimase perplessa ma decise comunque di ricambiare il gesto. -Ti voglio tanto bene Matsuri!- Le disse. -Anch'io piccola.- Rispose lei. Avrebbe voluto stringere ancora un po' quella bambina che considerava come una sorella, purtroppo aveva degli impegni scolastici da rispettare. -Ora Sachiko devo andare a fare i compiti, va bene?- -Va bene ciao!- - Ciao!- Dopo essersi diretta in camera sua, si diresse verso l'armadio. Per studiare bene doveva stare comoda, quindi si tolse la divisa composta da giacca blu scuro, camicia bianca, cravatta nera, gonna scozzese rossa e parigine biance, per mettersi una maglietta color lilla a maniche lunghe e shorts neri. Una volta finito, prese libri, quaderni e penna, li mise sulla scrivania, si sedette ed iniziò a studiare. Con un ultimo colpo alla chitarra da parte di Gaara, la canzone terminò. -Cavolo! Questo è il pezzo che sappiamo fare meglio! Propongo di suonare questo stasera! Allora, chi è con me?- Chiese Temari alzando la mano. -Io ci sto!- Alzò la mano anche Kankuro. -Anch'io- Aggiunse Gaara. Subito dopo, Kankuro guardò l'orologio e notò che si erano già fatte le cinque, dovevano andare all' “Alternative World”! -Ragazzi, sono già le cinque, dobbiamo andare.- -Di già! Allora dobbiamo sbrigarci, forza! Andiamoci a vestire! Su Gaara!- Chiamò la sorella al fratello più piccolo. Gaara si tolse la chitarra, ma non smetteva mai di pensare alla ragazza che aveva incontrato quel giorno, era diventata un'ossessione! -Gaara, insomma! Sbrigati! O faremo tardi!- Gli disse Temari. -Oh sì, certo, arrivo subito!- I tre ragazzi uscirono dalla sala, pagarono l'affitto e tornarono a casa. Una volta aver parcheggiato nel parcheggio dell'edificio, presero l'ascensore e arrivarono al terzo piano dove c'era il loro appartamento. Dopo aver infilato le chiavi nella serratura, la bionda aprì la porta. Anche se l' affitto era molto basso, non era male come luogo dove vivere, infatti il soggiorno (che comprendeva un tavolo con delle sedie, un divano,un piccolo televisore e due poster, uno di David Bowie ed uno dei The Cure) e la cucina erano un'unica stanza, l'unica cosa che le divideva era un bancone, tre camere da letto ed un bagno, Ognuno andò nella propria stanza a prepararsi: Temari si vestì mettendosi un corsetto viola con il pizzo nero, pantaloni neri aderenti e stivali con le zeppe del medesimo colore, si truccò mettendosi come base un fondotinta bianco con sopra un po' di fard del medesimo colore, matita nera, ombretto viola, mascara nero e rossetto del medesimo colore sulla parte centrale della bocca. Kankuro, invece, si mise una maglietta nera con su disegnato un teschio bianco con le ali d'angelo e sotto c'era scritto “ROCK N' ROLL”, jeans neri e converse del medesimo colore e finì mettendosi la matita nera sugli occhi. Gaara si mise una maglietta nera aderente, pantaloni neri e converse del medesimo colore, mettendosi anche un collare con le borchie abbinato a dei braccialetti anch'essi con le borchie e finì mettendosi la matita sugli occhi. Finito di prepararsi i tre fratelli chiusero a chiave i loro appartamento e tornarono al furgone. -Ok ragazzi! O la va o la spacca!- Disse Temari mettendo in moto il suo veicolo. Alle 18:30, la castagna terminò di studiare. Era stanca, quelle ore incessanti di studio le avevano fatto venire il mal di testa. "Mamma mia, che mal di testa! Quasi, quasi guardo un po' fuori dalla finestra." Pensò. Così si sedette sul balcone a fissare il tramonto. Era bellissimo, quel sole che scendeva piano piano alle spalle della città di Tokyo colorando il cielo di giallo e rosa, eh sì, il tramonto era uno dei più bei spettacoli di Madre Natura. I suoi pensieri però furono interrotti da alcune risatine provenienti dalla strada del quartiere. Infatti, tre ragazze, che dovevano avere intorno all'età di Matsuri, stavano camminando per la strada, ridendo e scherzando tra di loro. -Wow ragazze! Non vedo l'ora di andare alla festa di Akio in discoteca.- -Hai ragione Masako! Ci divertiremo tantissimo!- -Già, è forse questa sarà la volta buona per te di dichiararti a Hisaki, eh Masy?- – Hiroko!- – Sto scherzando, dai! L'importante è che ci divertiamo, no?- -Ahahahahahahaha!- Girandosi, Matsuri notò che la manica del braccio sinistro era scesa un po', invece di risistemarla, la fece scendere ancora di più, mostrando un braccio pieno di cicatrici. "Wow ragazze! Non vedo l'ora di andare alla festa di Akio in discoteca" "Hai ragione Masako! Ci divertiremo tantissimo!" "Già, è forse questa sarò la volta buona per te di dichiararti a Hisaki, eh Masy?" "Hiroko?" "Sto scherzando, dai! L'importante è che ci divertiamo, no?" "Ahahahahahaha" Delle piccole lacrime dai suoi occhi uscirono e andarono a cadere sul braccio, le invidiava! Invidiava la loro libertà, la loro spensieratezza, la loro felicità e......... la loro amicizia. Eh già, "amicizia", da quanto tempo quella parola per lei non aveva più un significato, probabilmente da quando aveva finito le medie, da quando accadde quella tragedia, esatto, da quando era arrivata in quella maledettissima scuola, all'iniziò sembrò che andasse tutto bene che la sua vita tonasse a sorriderle, ma quando fece quell'errore, anche se per lei fu la cosa giusta da fare, per gli altri fu un grosso errore. Da quel momento Ami e le sue amiche iniziarono a prenderla di mira, e insieme a loro tutta la scuola. Basta! Non doveva più pensare a quelle cose, doveva trovare un modo per distrarsi, guardò da fuori la finestra e notò che la città di Tokyo aveva iniziato ad illuminarsi con un bel po' di luci, decise così di andarla a vedere come fosse di sera. Andò verso il suo armadio, lo aprì e si ricambiò mettendosi un abitino giallo chiaro che le arrivava fino alle ginocchia, un copri spalla a maniche lunghe bianco, ma non troppo trasparente, per non far vedere le cicatrici, delle ballerine anch'esse gialle. Dopo essersi vestita andò alla sua toeletta dove si pettino i capelli mettendosi un cerchietto del medesimo colore del vestito e delle scarpe, un profuno non troppo forte, del fard, un po' di mascara, un lucidalabbra rosa ed infine si mise dei piccoli orecchini bianchi. Prese la una borsetta bianca ed uscì dalla sua stanza. Scendendo al piano di sotto notò lo zio Akira, tornato dal lavoro, seduto sul divano rosso mentre stava leggendo il giornale, vicino a lui, Sachiko che sdraiata sul grande tappeto stava giocando con le sue bambole, mentre , sentendo i rumori dalla cucina, probabilmente zia Eriko stava preparando la cena. -Io esco.- Informò la castagna. -Dove vai?- Chiese lo zio togliendosi il giornale dalla faccia. -Esco, i miei amici mi stanno aspettando a Shibuya.-Mentì lei. -Va bene, ma torna per le dieci, intesi?- Le raccomandò l'uomo. -Va bene, ciao a tutti!- -Ciao.-La salutò la sua famiglia. Uscita di casa, la castagna camminò finché non arrivò alla metropolitana. La prese è arrivata a Shibuya, scese. Si meravigliò di quanto fosse dinamico quel quartiere, le illuminazioni quasi accecanti dei megaschermi, la vasta quantità di negozi e ristoranti e la cosa che rendeva quel posto ancora più bello erano alcuni ragazzi vestiti coi cosidetti cosplay ed alcune ragazze Kogal e Ganguro che esprimevano il loro modo di essere senza paura dei giudizi altrui. Quel posto era merviglioso si sentiva un po' come Alice quando arrivò nel Paese delle Meraviglie. Girò un po' in giro a vedere i locali che c'erano ed uno in particolare la colpì molto, aveva una struttura di un castello gotico con sopra l'insegna rossa e colosa, come se fosse fatta col sangue, c'era scritto "The alternative World".Incuriosita, Matsuri entrò. -A che punto siete?- Chiese Takashi ai ragazzi. -Abbiamo quasi fatto Takashi, dacci solo un minuto.- Disse Gaara posando la sua chitarra. Takashi era il proprietario dell'”Alternative World”. Era un uomo sulla quarantina d'anni, grassotello, capelli castani lungi raccolti in una coda bassa, occhi marroni e con degli occhiali rettangolari, indossava sempre jeans e maglietta. -Comunque grazie per averci fatto suonare nel tuo locale, sei un amico. - Gli disse Kankuro mentre organizzava la sua batteria. -È un piacere ragazzi, e poi siete davvero bravi.- Gli rispose l'uomo. Temari andò dai suoi fratelli, si tennero tutti e tre per mano. -Gaara, Kankuro, se riusciamo a far andar bene questa serata, di sicuro qualche talent scout ci noterà e forse avremo qualche contatto, forza diciamo tre volte quella parola che ci porta fortuna, siete pronti?- -Sì- -Ok! 1,2,3.....- -Merda! Merda!Merda!- Dissero tutti e tre in coro. A quella scena, Takashi si mise a ridere, erano dei ragazzi straordinari e con un gran talento. Entrata dentro, Matsuri si trovò davanti uno stretto corridoio nero con delle scale illuminate con delle luci viola per terra, nonostante l'aspetto un po' sinistro decise di percorrerle. Appena le finì si ritrovo in un pub in stile gotico illuminato da un caldelabbro nero ed ai lati c'erano molte foto di alcune band metal abbracciate ad un uomo messe in una cornice. Tutti i ragazzi erano tutti goth, parlavano e ridevano tra di loro. La castagna si sentì fuori luogo con il suo abbigliamento molto sobrio e colorato, ma ricordando come si chiamò il locale "The Alternative World" ovvero il mondo in cui si poteva essere se stessi, decise di rilassarsi e di godersi la serata, sicuramente non avrebbe trovato ragazzi tipo Ami e Deidara. -Che ti porto, ragazza.- Una voce maschile la interruppe dai suoi pensieri. Si girò e vide un ragazzo,dimostrava di averne sulla ventina ed aveva un'aspetto molto particolare: una carnagione molto pallida, occhi azzurri, capelli color verde smeraldo però messi col gel a cresta di un gallo, maglietta nera aderente senza maniche, jeans del medesimo colore e bracciali di borchie su tutti e due i polsi. L'espressione del viso era sorridente e tranquilla. -Una coca-cola, per favore.- -Arriva!- Quando se ne andò, due due ragazze si avvicinarono al balcone del bar. -Sai stasera che gruppo suona?- -Oh si! Si chiamano i "Dark Angels"! Che nome!- -Non li ho mai sentiti, come sono?- -Non lo so, oh guarda sono pronti!- Infatti, le luci della sala si spensero e si accesero quelle del palco dove si intravidero tre persone ai loro strumenti. Guardando il cantante/chitarrista, Matsuri rimase senza parole, era il ragazzo che aveva incontrato a scuola! -Buona sera a tutti, siamo i "Dark Angels" e questa sera suoneremo per voi!- Disse il rosso al microfono, poi, iniziarono a suonare. "Let's go!” With blood shot eyes, I watch you sleeping The warmth I feel beside me is slowly fading Would she hear me, if I called her name? Would she hold me, if she knew my shame? There's always something different going wrong The path I walk is in the wrong direction There's always someone f***ing hanging on Can anybody help me makes things better? Your tears don't fall, they crash around me Her conscious calls, the guilty to come home Your tears don't fall, they crash around me Her conscious calls, the guilty to come home The moments died, I hear no screaming The visions left inside me are slowly fading Would she hear me, if I called her name? Would she hold me, if she knew my shame? There's always something different going wrong The path I walk is in the wrong direction There's always someone f***ing hanging on Can anybody help me makes things better? Your tears don't fall, they crash around me Her conscious calls, the guilty to come home Your tears don't fall, they crash around me 
Her conscious calls, the guilty to come home 

This battered room I've seen before 
The broken bones they heal no more, no more 
With my last breath I'm choking 
Will this ever end I'm hoping 
My world is over one more time 

Let's go! 

Would she hear me, if I called her name? 
Would she hold me, if she knew my shame? 

There's always something different going wrong 
The path I walk is in the wrong direction 
There's always someone f***ing hanging on 
Can anybody help me makes things better? 

Your tears don't fall, they crash around me 
Her conscious calls, the guilty to come home 
 Your tears don't fall, they crash around me 
Her conscious calls, the guilty to come home 

 Better! 

Your tears don't fall, they crash around me 
 Her conscious calls, the guilty to come home Quando la canzone finì, il pubblico applaudì follemente, erano stati bravissimi. -Grazie, grazie mille. Questa è stata la prima canzone che io ed i miei fratelli abbiamo scritto ed aspettate di sentire le altre.- Disse Gaara al microfono. Seguirono altre canzoni una più bella dell'altra, Matsuri rimase lì affascinata da tanta bravura. Quando il concerto finì, un'altra band li sostituì, così i ragazzi poterono godersi la serata con le altre persone. La castagna,invece, era rimasta lì imbambolata, aveva le stesse emozioni di quando li aveva sentiti suonare la prima volta. -Ecco la tua coca.- Il barista arrivo con un bicchiere di coca-cola interruppendola dai sui pensieri. -Grazie, quant'è?- -Settecento yen.- La castagna pagò, il barista ringraziò e tornò a servire gli altri clienti. Mentre sorseggiava la sua bevanda, sentì qualcuno sedersi vicino a lei. Si girò per vedere chi fosse e gli venne un nodo alla gola, era il cantante coi capelli rossi! -Ciao Gaara che ti porto?- -Una sprite, per favore.- Matsuri, in pieno imbarazzo, girò il sediolino dall'altra parte per paura di farsi riconoscere. Doveva pensare ad un modo per tagliare la corda,perciò si alzò molto lentamente, purtroppo perse l'equilibrio. Stava per cadere quando si sentì due braccia che la presero e due occhi color verde acquamarina che la fissavano. -Ehy, stai bene?- Le chiese Gaara preoccupato. -E-ehm, si grazie.- Lo ringraziò Matsuri. Il rosso l'aiutò a rimettersi in piedi. -Devi stare molto attenta quando ti alzi, potevi farti male.- Le disse lui. È vero, grazie per il consiglio.- Lo ringraziò un'altra volta lei. D'un tratto Gaara la guardò attentamente ed era lei! La ragazza di quella mattina a scuola! -Ehy, ma tu, sei la ragazza di questa mattina!- Le disse. Matsuri divenne tutta rossa in viso, -Ehm, sì sono io.- Disse, voleva sprofondare! -Accidenti! Pensavo che non ti avrei mai più rivista!- Sorrise lui. -Eh, eh, nemmeno io.- Disse la castagna mettendosi una mano dietro alla nuca. -Allora, ti è piaciuto il nostro concerto?- Le chiese. -È stato bellissimo, suonate molto bene.- -Grazie mille, sai non è facile per tre fratelli arrivare al primo live, speriamo di averne degli altri, così qualcuno ci farà firmare un contratto.- -Secondo me , riuscirete nel vostro intento.- -Tu dici?- -Certo!- Gaara sorrise. I due ragazzi continuarono a chiaccherare tranquillamente, finchè Matsuri vide che ore erano sul suo orologio da polso. -Oh mamma mia! Sono le nove e mezza, devo tornare a casa.- Avvisò lei. -Ehy, vuoi un passaggio? Sai queste strade ad una certa ora diventano pericolose, è meglio farle in macchina e poi, anche io ed i miei fratelli dobbiamo tornarcene alla nostra.- Le propose Gaara. -Grazie, sei molto gentile!- Lo rigraziò. I due ragazzi uscirono dal locale dando la buonanotte ai baristi, appena fuori videro Kankuro e Temari intenti a caricare gli strumenti musicali sul furgone. -Matsuri, questi sono Kankuro e Temari, i miei due fratelli maggiori.- Li presentò Gaara. -Molto piacere.- Disse la castagna dandoli la mano. -Piacere, Kankuro.- Sorrise il castano dandoli anche lui la mano. -Piacere, Temari.- Sorrise la bionda dandogli anche lei la mano. Finito di caricare gli strumenti, i quattro ragazzi salirono sul mezzo e partirono. Per tutto il tragitto, nessuno aveva detto una parola, Gaara e Matsuri avevano in testa mille pensieri, la castagna non aveva mai incontrato dei ragazzi così gentili e simpatici, e fu molto felice di sapere che andassero alla sua stessa scuola, almeno così rincontrarli non sarebbe stato difficile ed era contenta di aver trovato finalmente degli amici al di fuori della sua famiglia. A Gaara, invece, le piaceva quella ragazza, ma in senso d'amicizia. Era molto dolce ed intelligente, non era come le altre ragazze della sua scuola, tutte oche e fissate con la moda. -Bene Matsuri, siamo arrivati, questa è casa tua, giusto?- Chiese Temari. -Certo è questa. Grazie mille per il passaggio, scusate il disturbo.- -Figurati, buonanotte.- -Buonanotte.- La salutarono i tre fratelli. La castagna scese dal veicolo e si diresse verso l'entrata di casa sua. Per un momento, controllò il suo orologio da polso per vedere che ore si erano fatte e fu molto sorpresa a vedere che erano le dieci in punto. Meno male! Altrimenti chi li sentiva Zia Eriko e Zio Akira. La castagna prese le chiavi di casa dalla sua borsetta ed aprì la porta. -Sono a casa.- -Bentornata Matsuri-chan, com'è andata?- La accolse lo zio Akira. -Bene, grazie zio, e a voi?- -Bene, grazie.- -Ora vado a letto, domani c'è scuola, buonanotte!- -'Notte Matsuri-chan!- Terminato di parlare, la castagna andò in camera sua, si cambiò mettendosi il pigiama e lavandosi i denti, e si mise nel suo caldo letto. Prima di riaddomentarsi ripensò a tutto quello che le era successo quel giorno, dall'orripilante primo giorno di scuola a quella serata. Su quest'ultima parte, ci rimase a lungo a pensarci. Pensò alla serata nel locale, al concerto, ai “Dark Angels”, a Kankuro, Temari e Gaara e prima di addormentarsi i suoi pensieri riccaddero proprio su quest'ultimo. 
 
 Eccomi qui, vi è piaciuto il capitolo? La canzone che i “Dark Angels” cantano è “Tears Don't Fall!”
 dei Bullet for my Valentine (è bellissima ç.ç). Beh, ora devo andare ma non vi preoccupate vedrò di pubblicare il prossimo capitolo alla svelta. Ciao a tutti! ^^
  
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