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Autore: Rowena    10/03/2014    2 recensioni
Ha portato lui Lauda in Ferrari. L'ha visto crescere e diventare la stella della scuderia, con il titolo mondiale dell'anno scorso. Ed ora è rimasto lui a ripartire, in questa maledetta domenica, mentre il suo compagno lotta tra la vita e la morte in ospedale.
Tre mesi infernali dal punto di vista di Clay Regazzoni.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clay Regazzoni, Niki Lauda, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Una settimana di tedio, ecco cosa è seguito al gran premio d'Austria. Le uniche buone notizie vengono da Salisburgo, da Niki, che è finalmente tornato a casa, che sta rapidamente recuperando. Dovrà ancora fare diverse operazioni di chirurgia plastica, gli ha detto Marlene al telefono, ma per lo meno non sono più in ospedale, e la situazione si è già alleggerita parecchio.
Sai, gli ha riferito la donna, quel furbetto pensava di poter fare a modo suo ora che non ha medici e infermieri che gli ronzano intorno tutto il giorno. Ma ha fatto i conti senza di me.
Clay ha riso senza chiedere altri dettagli: non ne ha bisogno per immaginarsi Niki che tenta di forzare i tempi del recupero, chiedendo al proprio fisico di superare i limiti, ma nemmeno il campione del mondo può obbligarsi a guarire di colpo.
Però gli ha fatto chiedere i tempi, attraverso Marlene. Vuole sapere come reagisce la macchina, come va l'assetto. E Regazzoni si è reso conto che i suoi racconti possono aiutarlo a guarire, per cui si è messo a spiegare in che punti del circuito di Fiorano la sua monoposto ancora non reagisce come vorrebbe, e cosa secondo lui c'è da migliorare.
Forse lo richiamerà Niki in serata, se si sentirà abbastanza in forze, ha assicurato sua moglie, così se gli verrà qualche idea gliela comunicherà per migliorare le prestazioni. In piedi davanti al telefono, Clay non ha saputo dire di no. Per quello che conta…
Non sa neanche perché si trova a Maranello, a dire il vero. Forse vuole dimostrare che ci tiene nonostante tutto, malgrado gli screzi con il grande capo e lo scorno di non aver gareggiato in Austria. Forse si augura di avere per primo la notizia del ritorno alle corse, una sorta di risarcimento per non essere stato avvisato per tempo del ritiro.
I cronisti si sono scatenati sull'assenza della Ferrari, complice anche la prestazione opaca di Hunt, poi è scoppiata la polemica sui carburanti, un altro gran bel casino per la McLaren… Le due cose sono state collegate dai giornalisti più fantasiosi e anche da qualche proprietario dei team che sono stufi del duello tra i due personaggi più famosi, come se tutti gli altri piloti e squadre non contassero nulla. Quelli della March, ad esempio, sono più prime donne dei loro piloti: sono sempre lì a chiedere attenzioni, copertura da parte della stampa, pubblicità.
I più mogi stanno alla BMR, ovviamente: dopo un anno entusiasmante grazie all'investimento di Lauda, alla sua intesa con il pilota affermato e, soprattutto, al lavoro incredibile sulla vettura, sono tornati a essere dei signor nessuno sullo sfondo. Succede, quando il tuo unico pilota termina il suo campionato al secondo giro della prima corsa per un problema meccanico e la macchina è talmente messa da schifo da non poter continuare la stagione.
Tra l'altro, la BMR ha scelto Ashley per rimpiazzarli, ricorda Clay, un altro sopravvissuto del Nürburgring. L'anno scorso si è rotto entrambe le caviglie durante le prove libere, un incidente orrendo. Uno tra i tanti, viene da pensare ora al pilota che non crede alle coincidenze, per quanto inquietanti esse sembrino.
Clay si accende una sigaretta e va a sedersi a una scrivania che dev'essere in fondo al box fino dalla fondazione della scuderia. Sul piano di lavoro rovinato e unto di grasso e olio in più punti, è stato sparpagliato un fascio di fogli di giornali spiegazzati, una settimana di cronache sportive. Alcuni degli articoli di Fenu sono stati cerchiati di rosso, con delle pesanti sottolineature per ogni riferimento alla Ferrari.
“Davvero Fittipaldi e Brambilla hanno fatto a pugni?”
Il pilota non alza neanche lo sguardo sentendo alle sue spalle la voce del suo ingegnere. “Sì, li hanno anche inquadrati in televisione. Non hai visto la corsa?”
Dal canto suo, Forghieri allarga le braccia, stanco anche lui della condizione di impotenza a cui sono costretti: “Per vedere una manica di idioti correre e vincere facile senza un vero avversario, mentre la nostra bellezza è rimasta a fare la ruggine nel box? No, non m'interessava.”
È consolante sapere di non essere il solo ad aver patito la sosta forzata, anche se nessuno vive le stesse emozioni dei piloti. Chissà se il Commendatore ha guardato la gara, se anche lui si è incazzato per non aver vinto una corsa talmente idiota per una questione di principio. Chissà se si è pentito della sua decisione.
“Oh beh, sì”, risponde alla fine Clay, tornando alla domanda sulla rissa. “Quei due idioti si sono dati battaglia per buona parte della corsa, e nella fretta di stabilire chi ha l'uccello più lungo si sono buttati fuori a vicenda, da veri coglioni… Non potendo rientrare in pista, hanno continuato la discussione ai box. Uno dei momenti più esaltanti di una gara del cazzo”, conclude dunque con voce incolore per non sbilanciarsi troppo. Con il contratto in scadenza, forse non è il caso di contraddire apertamente il capo.
“Hunt sembra non farcela. Si sente in colpa per quello che è successo a Niki, secondo te?” Forghieri sembra diventato un cronista spietato, di quelli che non riservano trattamenti di favore a nessuno. Gli manca giusto il microfono in mano e il nastro sulle spalle per registrare una dichiarazione a bruciapelo.
“L'ho pensato anch'io, ma secondo me è perfino più contorto. Non ha interesse a correre senza un avversario diretto. Chissà quanto lo ha spiazzato sentire che Niki dava la sua vittoria per scontata.”
Se conosce davvero il suo rivale, però, James Hunt ha sicuramente intuito la verità sotto il commento all'apparenza innocente del campione del mondo: sei talmente idiota che non riesci a vincere da solo neanche le gare più stupide.
“Cosa ne pensi di questa faccenda dei carburanti, piuttosto? Secondo te la McLaren è andata più piano perché non hanno usato etanolo o simili schifezze?”, domanda il pilota al tecnico, chiedendo un riscontro su una questione troppo specifica per rispondersi da sé. Perché possono anche negarlo in ufficio, ma Clay sa benissimo che ci sono cartelle su cartelle di rilevazioni e studi sui risultati e tempi degli avversari. Forghieri analizza tutti i dati con attenzione, per capire dove può migliorare la sua T312.
In questo caso, però, il responsabile del reparto ingegneristico scuote il capo: “No, sono solo quelli della March che rosicano perché non riescono a salire sul podio nemmeno quando la Ferrari è fuori. Domenica scorsa non è stata poi così strana: Mass non ha girato, al solito, ed è rimasto dietro in griglia per conquistare un settimo posto finale giusto perché Fittipaldi e Brambilla si sono buttati fuori come due bambini capricciosi, mentre Hunt… Se hai ragione tu, è anche più coglione di quanto non abbiamo mai pensato.”
“È l'unico motivo che mi viene in mente per spiegare una prestazione così spenta”, continua Clay alzando le spalle. “Qualunque altro pilota avrebbe davvero approfittato della situazione a suo favore.”
La parola normale gli rimane incastrata in gola, sapendo che è ridicolo definire se stesso e i suoi colleghi con quella parola. Non esiste un pilota normale, non se vuole correre ai trecento orari in una scatoletta di latta.
Forghieri annuisce, scostando alcune pagine della Stampa per rileggere un pezzo sui carburanti sotto accusa: “Forse potrebbe risultare utile a Monza. La Agip farà dei controlli extra, e se ci fossero irregolarità potremmo giocare questa carta per ottenere un'altra squalifica.”
“Sempre se saremo presenti. O siamo diventati onnipotenti al punto da controllare le gare pur essendoci autosospesi?”
“Cazzo, chissà come gli è venuto in mente ad Audetto! Dovevi sentire come il capo gli ha urlato di tutto, pensavo che finalmente gli sarebbe scoppiata la vena sul collo”, commenta ridacchiando l'ingegnere. La frecciata al team manager era inevitabile, dopo che quel cretino ha tentato di far annullare la corsa in Austria a nome di Ferrari… Senza che il commendatore ne sapesse nulla!
“Non ne dubito, era proprio il tipo di cose da evitare per non farci accusare di voler manipolare tutto il campionato a nostro favore, ma ormai è fatta.”
Beh, forse così si velocizzerà il ritorno in prima linea di Montezemolo, che manca a tutti, a Niki specialmente. Con il suo rimpiazzo non si è mai trovato, e a quanto pare Audetto non è stato molto amato dai Lauda in ospedale, dando platealmente per scontato che la carriera del campione del mondo in carica sia al capolinea. Grosso errore, ma lo saprebbe se conoscesse il suo pilota anche solo superficialmente.
“Che dici, cominciamo coi test?”
“No, ho l'ordine di aspettare oggi.”
“Aspettare che cosa?”
“Il pubblico”, ghigna Forghieri con un tono misterioso che non piace affatto a Clay.
“Perché sono sempre l'ultimo a sapere le cose in questa dannata scuderia?”
“Ehi, non ti scaldare. Era previsto o no che la federazione era attesa per discutere il ritorno nel campionato della Ferrari?”
“Sì, nessuno ma non mi ha comunicato la data.”
“Il capo l'ha detta anche a me solo stamattina, perciò non fare la vittima. Abbiamo l'ordine di metterci bene in vista quando saranno qui, di fargli sentire che cosa si stanno perdendo se restiamo a bordo campo.”
Un'esibizione casuale, bella mossa. Il Commendatore è davvero uno stronzo, ma quando si tratta di mettere in mostra le sue armi non è secondo a nessuno.
Quale sistema migliore, in fondo, per elogiare la bellezza e la competitività della Ferrari, se non mostrarla mentre sfreccia libera sul circuito, senza lumache a fare da tappo o Schianti convinti di stare sugli autoscontri? I dottorini della federazione sbaveranno con la lingua di fuori, manco ci fosse chissà che bellezza italiana al volante.
“Quindi devo fare da esca.”
“Tieniti in pista e dai gas come se stessi per vincere il gran premio che ami di più, il resto andrà da sé.”
Clay annuisce, poi aiuta a portare fuori la macchina. In realtà, non è molto convinto di quello che succederà. Se il capo cercherà lo scontro a tutti i costi, la sosta della scuderia potrebbe essere definitiva per questa stagione, anche se tutti sembrano convinti del contrario. “E sai cosa diranno? I commenti sui giornali erano abbastanza freddi, se la federazione non si sbilanciasse…”
“Quello era prima che in Austria non ci fosse un cane sugli spalti, dammi retta. Con Monza che si avvicina, devono essere sicuri che i padroni di casa se la giochino in pista”, risponde Forghieri con un mezzo sorriso. “Tu non preoccuparti di questo, fai il tuo lavoro. È solo un giorno come tanti altri.”
L'ultima di una lunga lista di giornate di merda, sarebbe da ribattere, ma non avrebbe senso. Come a dimostrare che l'incontro imminente non è che una banale formalità, a bordo pista il patron è già sistemato sulla sua sedia pieghevole, con gli occhiali scuri ben calcati e il giornale in mano, come se non gli importasse ciò che sta per succedere. Il vezzo più strano, le calze rosse, brillano nel sole dell'estate emiliana.
“Commendatore”, saluta Clay prima di infilarsi il casco.
“Non fare stronzate oggi, dobbiamo essere in lustro per convincerli definitivamente.” Sto bene, stronzo, la mia famiglia pure. La tua nevrotica moglie invece dove è stata rinchiusa oggi per non dare spettacolo davanti a estranei, accusando il tuo figlio bastardo di volersi fottere l'eredità del suo amato angelo ormai defunto da vent'anni? Ma è inutile aspettarsi formalità dal Drake, né avrebbe senso calcare sulle sue vicende personali, perciò Regazzoni controlla la rabbia per i rapporti sempre più gelidi con il suo principale e decide di puntare forte.
“Più che in pista, allora, oggi dovrebbe tenermi al tavolo della discussione.”
Ferrari scuote il capo e ripone il giornale, freddo e spietato. “Non provare neanche a ripeterlo. Non mi servi là dentro.”
Il pilota, però, stavolta non vuole sentire ragioni. Anche se questa testardaggine potrebbe costargli definitivamente il rinnovo del contratto. “Voglio essere in quella sala, signore. Ci dovrebbe essere Niki, visto che ci siamo autosospesi per la mancanza di rispetto dei piloti Ferrari, di questa... Come la chiama, la nostra grande famiglia? Lauda però sta ancora lottando per la sua vita, e non può far sentire le sue ragioni. Perciò ci sarò io, o può considerarsi senza piloti in scuderia.”
Enzo Ferrari sembra incazzato nero, pur senza dare segni di rabbia evidenti. Clay sa di star bluffando in maniera patetica, eppure stavolta non può farne a meno. Deve sentire quello che si dirà all'incontro, deve essere il primo a sapere se torneranno a correre.
“Pensi di potermi ricattare?”
“Papà, l'elicottero sta arrivando e... Che succede?”, domanda Piero intuendo il nervosismo tra il padre e il pilota.
“Regazzoni pensa di essere più utile dei nostri avvocati al tavolo di discussione”, risponde il Commendatore come se l'interpellato non fosse presente.
Il giovane si gratta la nuca, fissando Clay e facendogli segno di tacere e non ribattere ancora. “Beh, non è una cattiva idea, onestamente. È il diretto interessato delle decisioni che prenderemo oggi, e senza Niki… La sua presenza riporta la questione sulle corse, piuttosto che sui giochi di scuderia.”
Un momento complicato: Ferrari deve confrontarsi con quel figlio che ha deciso di mettere un giorno al comando della scuderia, scegliere se far valere la sua voce di grande capo o ammettere la buona idea di Piero. Clay sa bene che è meglio non mettersi in mezzo e rimane in silenzio, aspettando la decisione del suo principale.
“Se trovi che è una buona idea, mi voglio fidare”, sospira alla fine, prima di girarsi verso il suo pilota. “Quanto a te, se oserai anche solo fiatare senza essere interpellato, giuro su Dio che non troverai una scuderia disposta a farti correre neanche in Formula 3. Ora porta il culo in pista.”
Meglio non farselo ripetere due volte. Entusiasta di questa piccola vittoria, Regazzoni sale in macchina e in pochi minuti comincia a girare a pieno regime, mostrando il meglio della sua F 312, aggredendo ogni curva con un entusiasmo che non provava da settimane. È un bene che sia già in pista quando i tre responsabili della federazione si presentano alla pista, accompagnati da una segretaria e un po' intimoriti a discutere con il pescecane della Formula 1. La dimostrazione sembra davvero casuale e il pilota non presta loro attenzione fino a quando non ha spento il motore. Nel frattempo, però, si esibisce in una decina di giri pressoché perfetti, che farebbero invidia anche a Niki, e lo scopo richiesto dal capo è ottenuto.






Angoletto dell'Autrice: E dopo una pausa lunghissima, eccomi di nuovo qua. Mi dispiace avervi abbandonato per così tanto tempo, ma prima ero in panico tesi (finire-finire-finire) e in seguito ho avuto il rifiuto totale della tastiera. Qualche giorno fa però ho comprato il dvd del film e me lo sono rivisto con calma, anche in cerca di nuovo spunti, sono finalmente riuscita a riprendere il capitolo e chiuderlo decentemente. Si tratta di un capitolo di transizione, forse, ma serve a mettere alcune delle cose che saranno importanti in seguito. Mi auguro che non risulti noioso a chi non segue le gare, al solito. A volte temo che le mie ricerche su tutto questo periodo condizionino troppo la storia, e diventino troppo didascaliche, eppure è un mondo talmente eccitante che non riesco proprio a contenermi. Comunque, spero vi sia piaciuto :)
A presto per il prossimo aggiornamento,

Rowi
   
 
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