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Autore: Firnen bjartskular    10/03/2014    3 recensioni
Un punto verde baluginó all'orizzonte.
Non poteva essere lei, non poteva essere tornata così, senza preavviso per rompere la pace e il debole equilibrio che si erano formati negli anni in cui avevano perso il contatto, eppure il suo amore per lei restava immutato, un sentimento profondo e sincero, un ardore forse anche aumentato nel corso degli anni con il desiderio di vederla
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Breoal'
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Il ballo
- Mi devi una bottiglia di faelnirv!
Esclamò Arya ridendo
- Oh, non vale! Hai barato, sei partita prima!
Controbattè Eragon
- Mmmm, per questa volta ve la faccio passare cavaliere.
Entrambi si misero a ridere.
- Ma sentitevi, sembrate dei bambini.
Si intromisero Saphira e Fìrnen.
I due cavalieri si diressero verso le mura di Ilirea.
Arrivati al palazzo, Jarsha gli venne in contro.
- Ammazzaspettri, la regina vuole vedervi, oh, anche lei Arya dröttning.
Arya e Eragon camminarono per lunghi minuti negli ampi corridoi, seguendo il messaggero che camminava a passo sicuro, finchè non arrivarono davanti ad una grande porta.
Il ragazzo dai capelli nocciola la aprì, e, a gran voce, annunciò
- Arya e Eragon shur-tugals
I due cavalieri entrarono in un'enorme sala. Sulle pareti laterali,  c'erano ventotto scranni in legno, vuoti. Mentre al centro della parete opposta a loro, su un maestoso trono in legno decorato in oro con gemme incastonate, sedeva la regina, Nasuada, in un lungo abito verde, con le maniche corte, per far vedere le tanto sofferte cicatrici. Sul capo della donna c'era una stupenda corona in oro bianco, con al centro incastonato un purissimo opale, naturalmente di fattura elfica. 
Appena li vide, corse incontro ai due e abbracciò il cavaliere blu.
- Eragon, sono felice di poterti salutare come si conviene, mi dispiace di non averlo fatto prima ma... Ecco non era opportuno. Arya, 
Abbracciò anche lei
- Sono felice che ti sia ripresa.
L'elfa sorrise
- Mia regina, se é lecito saperlo, perchè ci hai fatto chiamare?
Chiese Eragon
 - Per due motivi. Il primo per salutarti e comunicarvi che tra due giorni si terrà un ballo qui a palazzo in onore di Arya, il secondo è che un nobile della regione del nord ti vuole vedere
Concluse vaga
Il cavaliere sbuffò annoiato, suscitando l'ilarità di Arya.
Proprio in quel momento, Jarsha rientrò nella sala, si schiarì la voce e annunciò
- Mia signora, ammazzaspettri, Roran fortemartello, reggente di Carvahall, e sua moglie Katrina
Il messaggero aprì la porta e fece entrare Roran e Katrina, che teneva in braccio Ismira
- Zia, zio!
Urlò la bambina, correndo ad abbracciare Eragon, per poi rifugiarsi tra le braccia di Arya
- Hei Ismira, é da tanto che non ci vediamo, mi sei mancata moltissimo sai. Mi dispiace per non averti salutato, ma sono partita all'improvviso.
Disse la regina degli elfi con un largo sorriso sulle labbra
- Zia, ma é vero che hai fatto morire uno spettro?
Arya si incupì per un istante, ma poi guardò il visino innocente della bambina e sorrise di nuovo
- Sì, poi ti racconto, lo sai, Fìrnen é impaziente di fare un giretto con te
- Evviva!!
Urlò di gioia la " nipote "
- Su, ora vai dalla mamma
Sorrise ancora
- come vuoi zia Arya
Intanto Eragon era corso a salutare suo cugino
- Fratello! 
Gli disse Roran abbracciandolo forte
- Ben tornato a casa
Gli fece eco Katrina
- Grazie
- Eragon, Elain e Horst non vedono l'ora di rivederti
- Ci sono anche loro?
Chiese il cavaliere incredulo.
Fortemartello rise
- Sì, e Morn, Bridget, Norfavell, Albriech, Baldor, oh, e Hope. Vedessi, é diventata una bambina molto graziosa. Sei il suo eroe. Comunque ci vedremo tutti quanti al ballo tra due giorni. A proposito, con chi verrai?
Chiese Roran ammiccando. Eragon lanciò un occhiata ad Arya, che, alle sue spalle stava giocando con Ismira. 
- Credo accetterà il mio invito, questa volta.
- Oh, andiamo, ancora non l'hai dimenticata. Vabbè, poi non venire a piangere da me per il suo ennesimo rifiuto.
- Lo vedremo!
Ribattè il cavaliere facendo finta di essere offeso. 
 
Appena Roran, Katrina e Ismira si congedarono, Jarsha rientrò nuovamente nella sala del trono e declamò
- Mia signora, nella piazza centrale si é scatenata una rissa, tra Marich Laccarsson e un elfo di nome Ladrin. Le guardie non riescono a sedarla.
Arya e Nasuada si guardarono, poi la regina di Alagaësia ordinò
- Jarsha, riunisci il consiglio, saremo di ritorno al massimo tra un'ora
- Come vuole
Il ragazzo fece una profonda riverenza e uscì, seguito dalle regine e Eragon.

In pochi minuti si trovavano già nella piazza centrale, una piccola folla si era raggrupata intorno a Marich e Ladrin.
Appena il gruppo di persone si accorse di loro, si divise in due parti per farle passare.
Un uomo calvo e grasso, visibilmente ubriaco, sferrava pugni a destra e a manca, nel tentativo di colpire un elfo, che davanti a lui, schivava prontamente i rozzi attacchi del primo, senza provare a contrattaccare, per non passare dalla parte del torto.
- Basta!
Tuonò Nasuada, ma il grassone non vi diede troppo peso e continuò ad attaccare
- Ci penso io
Le dise Arya, dirigendosi a passo sicuro verso i due.
Si parò davanti all'ubriaco
- Basta
Intimò in tono piatto e calmo.
Marich la guardò con occhi iniettati di sangue, le arrivò una zaffata di alito fetido, ma l'elfa non battè ciglio. L'uomo sferrò un altro pugno, questa volta diretto al fianco della regina degli elfi, ma con una semplice mossa, Arya parò il colpo, all'ultimo momento, con una torsione del polso, afferrò il braccio dell'aggressore e lo rigirò dietro la schiena, facendolo così cadere ai suoi piedi. Uno dei falchi neri le si avvicinò, fece un veloce inchino e legò le mani dell'uomo.

Quando rientrarono nella sala del trono, i ventotto scranni erano stati occupati da altrettanti consiglieri. Erano di tutte le razze, nani, elfi, umani e persino otto urgali, tra i quali Eragon riconobbe Nar Garzvogh.
Il cavaliere si sistemò su una sedia, vicino ad uno degli scranni, mentre Arya era in piedi, vicino a Nasuada.
- Elfo Ladrin, esponi i fatti!
Ordinò l'elfa, autoritaria.
Eragon, come suo solito, prese a guardarla inebetito. Qualcuno si avvicinò da dietro e gli sussurrò in un orecchio
- É bella vero? 
Il cavaliere si girò di scatto, era stato il consigliere al suo fianco a parlare, un uomo alto e magro con riccissimi capelli biondi e occhi castani, sui vent'anni.
Eragon decise di scherzare un po'
- Sì, e io riuscirò a conquistarla
- Ohohoh! Hei amico, ogni rosa ha le sue spine, e lei
Indicò Arya
- Ne ha molte. Fidati, non sprecarci il tuo tempo, ha un cratterino.... É da quando quell'Eragon se ne é andato che provo a conquistarla, ma lei continua a dire che il suo cuore appartiene ad'un altro.... Bah, tutte scuse!
Quell'uomo, Adamir, non sapeva proprio chi aveva davanti, così il cavaliere blu decise di giocarlo a suo favore
- Ah sì, Eragon, vecchia canaglia! Gira voce che sia qui a palazzo.
Comunque io scommetto che verrà al ballo con me tra due giorni
- Oh, contaci!
Rispose il consigliere soffocando l'impulso di ridere.
Nel frattempo il processo si era concluso, e Marich era stato condannato ad una settimana di reclusione.
- Non avresti dovuto prendere in giro quel poveretto
Gli disse Saphira appena uscì dalla sala
- Ma é stato troppo divertente
Aggiunse poi.

Appena Aiedail sorse, segnando l'inizio di un nuovo giorno, Eragon si svegliò, e iniziò ad eseguire i vari livelli della Rimgarr. Finito il quarto, grondante di sudore, si lavò e si vestì, e iniziò a meditare. Tre ore dopo, non era ancora riuscito ad aprire totalmente la mente, così rinunciò. Era deconcentrato da un unico pensiero: devo invitare Arya al ballo. A mattina inoltrata si decise, il cavaliere era molto ansioso. Che avrebbe fatto se lo avesse rifiutato??
Saphira, percependo le sue preoccupazioni, lo rassicurò, ma neanche quello bastò a calmarlo. 
La sua ansia non pote che aumentare, quando, uscendo dalla porta, trovò un orda di pretendenti davanti alla porta dell'elfa. Alcuni facevano persino le prove, ed era tutto un vociare di
- Arya dröttning, concederebbe l'onore di venire al ballo con me?
Qualcuno arrivò anche a dire 
- Arya mi vuoi sposare?
Eragon sentì una strana sensazione, come di odio e repulsione, per quella vera e propria folla raggruppatasi difronte all'appartamento della SUA Arya
- Oooh, qui qualcuno é geloso!
Lo canzonò Saphira
- Non sono geloso, possono fare quello che vogliono
Il cavaliere recise il legame, immaginando la sua dragonessa, fare spallucce.
A suon di spintoni si fece largo tra i pretendenti, quando si trovò davanti alla porta bussò. Improvvisamente la folla tacque
- Ho già detto che se non ve ne andate all'istante chiamo le guardie!!!
Urlò l'elfa con voce esasperata.
I presenti proruppero in una fragorosa risata di scherno. Eragon ignorò il monito ed entrò nell'appartamento.
- Come osi...
Stava gridando la regina, ma poi si bloccò riconoscendo la figura di Eragon.
- Eragon, sto impazzendo! Sono qui praticamente da quando Aiedail é sorta, alcuni di loro hanno dormito qua fuori! E come se non bastasse, un drago verde di mia conoscenza, continua a infierire.
Il cavaliere non si trattenne dal ridere.
- Ah, lo trovi così divertente?? Beh, ti assicuro che non lo é.
Il cavaliere decise di rimediare
- É questo il prezzo da pagare per il possesso di tale bellezza
- Sono lusingata cavaliere
Disse sedendosi sul bordo del letto, Eragon le si sedette accanto, improvvisamente le mani iniziarono a sudare.
- Hem.... Arya, insomma, io mi chiedevo se.... Volevi venire, cioè, al ballo
- Se ho capito bene questo é un invito.
Il cavaliere annui
- Beh, solo se lo chiederete in modo adeguato.
Concluse sorridendo sorniona. Arya si alzò in piedi, Eragon le si inginocchiò difronte.
- Potrei avere l'onore di essere l'accompagnatore della donna più bella di Ilirea, pardon, di tutta Alagaësia?
- Mmmmm, non lo sò, ci devo pensare....
Eragon si caricò Arya in spalla, come fosse stata una qualsiasi bisaccia
- Mettetemi subito giù, villano!
Gridò l'elfa, sferrando amichevoli pugni sulla schiena del cavaliere
- Oh, ma così mi offendete, non pensavo che un fiorellino delicato vome voi potesse dire parole tanto volgari 
Arya si sistemò megliò, usando le mani per reggere la testa, così, Eragon uscì nell'ampio corridoio, guadagnando le occhiate velenose dei pretendenti, mentre la regina degli elfi li salutava con un cenno della mano e gridava
- É stato bello godere della vostra compagnia!

Il giorno passò molto velocemente, e finalmente arrivò la sera del ballo, ed Eragon era nervoso, nervoso come non mai.
- Le piacerà il mio regalo?
Chiese per l'ennesima volta a Saphira
- Ne sono sicura
Rispose la dragonessa meccanincamente
- Le piacerà il mio vestito, come si sarà vestita lei? Tra quanto devo andare a prenderla??
 - Due minuti piccolo
- Va bene due minuti.... Aspetta, come due minuti! É tardissimo!
Gridò mentalmente il cavaliere fiondandosi verso l'uscita del suo apartamento.
In venti iarde, inciampò almeno sei volte, sui suoi stessi piedi, ma, dopo un lunghissimo minuto, finalmente riuscì a raggiungere la meta. Bussò.
- Avanti
Le mani gli tremavano, il cavaliere nascose il fiore dietro la schiena e, dopo molti tentativi, riuscì ad'aprire la porta. Appena entrò nella sala gli si mozzò il fiato.
Arya era appoggiata al davanzale della finestra, intenta ad osservare la luna piena. Era avvolta in uno stupendo abito crema, senza spalline e con una larga gonna. In vita era legato un nastro verde che terminava in un ampio fiocco. I capelli sciolti, ricadevano morbidi sulle spalle.
Eragon le porse il fiore dicendo
- L'ho cantato per te
L'elfa lo prese, era molto simile ad un giglio bianco, solo che verso l'interno, i petali sfumavano sulle tonalità del verde, dalla corolla uscivano quattro pistilli di un tenue giallo.
- É stupendo
Mormorò appuntandoselo al vestito
- Sarà anche il più stupendo dei fiori, ma nulla potrà mai eguagliare la tua bellezza, Arya svit-kona.
La regina arrossì, e si diresse verso la porta, ma ad un passo dall'uscita si fermò, e squadrò Eragon da capo a piedi
- Eragon?
- Sì 
Rispose lui
- Mi faresti un favore?
- Qualsiasi cosa
- Prima di uscire, chiudi la bocca, non vorrei che ci entrasse qualche insetto.
Il cavaliere arrossì, e prese la mano di Arya.

Per tre lunghissimi minuti camminarono nei lunghi corridoi del palazzo, finchè non giunsero difronte ad una mastodontica porta spalancata. 
La voce di Jarsha rimbombò in tutta la sala
- Eragon e Arya ammazzaspettri 
Tutti si voltarono a guardarli, soprattutto i pretendenti di Arya, che oltre a guardarla, le sbavavano dietro. 
Presto Eragon fu raggiunto dagli abitanti di Carvahall, che presero ad abbracciarlo, soprattutto Elain e Horst. La memoria del cavaliere corse subito a suo zio Garrow. Per la prima volta si rese conto di avere una numerosissima famiglia, composta da Carvahall, Orik e il Durgrimist igeitum, Murtagh, Nasuada e.... Arya. 

Una donna si avvicino da dietro e lo prese per un'orecchio, come un qualsiasi lattante.
- Ammazzaspettri 
Disse la donna offesa. Eragon non ebbe bisogno neanche di voltarsi per capire chi era, avrebbe riconosciuto quel tono di voce fra mille: Angela.
- Per quale strambo motivo non mi hai salutato prima? Forse un coniglio mannaro ti ha morso la lingua??
- Mi dispiace ulutrect
Disse lui in tono cortese, utilizzando l'epiteto nella lingua degli urgali
- Oh, non usare quel tono da damerino con me!
Esclamò l'erborista, abbracciandolo
- Credo mi debba delle spiegazioni, venerabile. Non dovevo andare via da Alagaësia per poi non ritornarvi mai più?
- Sì, non é colpa mia se il tuo vero nome cambia ogni due gracidii di rospo, hem scusa, rana
Disse Angela correndo verso Solembum, che intanto si era appisolato sulla testa di uno dei musicisti.
Quando l'orchestra iniziò a suonare Eragon si avvicinò ad Arya, e, prima che potesse farlo qualcun altro, le chiese
- Mi concede l'onore di questo ballo?
- Con piacere
L'elfa gli porse la mano, lui la prese, e si sistemarono al centro della sala. 
Presero a volteggiare a ritmo di musica. Ben presto, tutti gli altri ballerini, smisero di ballare, lasciandoli da soli. Una grande folla si era raggruppata attorno a loro, che non si erano accorti di niente. A destra, in prima fila, Roran, katrina, Islanzadi, Nasuada e Murtagh, mentre a sinistra, tutti i pretendenti, fissavano Eragon con sguardi  assassini.
Erano entrambi persi negli occhi del compagno, non riuscivano a guardare nient'altro, erano attratti l'uno dall'altra. 
Per tutta la sera ballarono, senza mai fermarsi, per quelli che a loro parvero solo una manciata di minuti, ma che in realtà erano ore.
Ma come tutte le cose sulla terra, anche quella era destinata a finire.
I momenti come questo sembrano sempre troppo brevi
Si ritrovò a pensare il cavaliere, ma dovette subito richiamare i suoi pensieri, perchè Arya si era lasciata cadere con grazia tra le sue braccia, in un platealissimo casché.
I loro volti erano a neanche un palmo di distanza, Eragon perse ogni briciolo di autocontrollo e poggiò le labbra su quelle del'elfa.
Accalmazioni si levarono nella sala, soprattutto da parte di Elain e Horst, mentre i pretendenti arrivarono anche a gridare dei soffocati " barzul ".
Con la coda dell'occhio vide Islanzadi trattenere un risolino e tossire sommessamente per mascherare un " lo sapevo ", Roran strinse a se Katrina.
Poi tutto scomparve, in quel momento magico c'erano solo lui e Arya. 
Dopo lunghi minuti, furono costretti a separarsi, più che altro per il primordiale bisogno di respirare. 
Si alzarono in piedi, ancora una volta si guardarono negli occhi. In un tacito accordo, sorrisero, guardarono la folla, e mano nella mano, si misero a correre verso l'enorme porta.


Angolo autrice
Finalmente ho finito di scrivere questo capitolo, ci ho messo ben 2 giorni. Non ce la facevo più!
Comunque, passando alle cose serie. Finalmente Eragon e Arya annunciano, seppur " informalmente " il loro fidanzamento.
Al prossimo capitolo! ( che preannuncio, sarà molto statico ) 
Un bacio enorme!!^^
Se onr sveddar stija hvass
  
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