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Autore: SusanTheGentle    11/03/2014    7 recensioni
Ti chiese la vita. Tu gliela desti [Salmo 21:4]
I protagonisti sono come sempre loro: Caspian e Susan.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5.Un bacio all’alba
 
 
 
Voleva baciarla.
Caspian voleva baciare…lei.
Ebbe l’impulso di fuggire dalla miriade di sensazioni che la travolsero, impetuose come le onde dell’oceano.
Se gli avesse permesso di farlo, di baciarla, sarebbe affondata senza possibilità di riemergere.
Ma lei voleva che succedesse. Lo voleva disperatamente.
Poi, la fresca brezza del mattino le sfiorò la pelle e alleviò la sua tensione.
Lo sguardo di Caspian era caldo, dolce, rassicurante.
Rapita da quel momento, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare da lui, in salvo da quelle onde incerte, trovando la strada per la stabilità dei suoi pensieri.
Tutto si concentrò su di lui. Era buio attorno a lei. Non poteva vedere, poteva solo sentire.
Susan sentì il suo profumo, il suo respiro tiepido sulla pelle del viso, i suoi capelli sfiorarle le guance, le sue mani afferrarle delicatamente i polsi.
Il suo cuore fece una capriola quando, infine, con una gentilezza commovente, le labbra di Caspian si posarono sulle sue…
 
Caspian la guardò mentre chiudeva gli occhi.
Susan teneva le mani ai lati della testa e lui, gentilmente, allungò le proprie imprigionandole i polsi, quasi per paura che potesse fuggire.
Chiuse a sua volta gli occhi e la baciò a fior di labbra, desideroso di quel contatto ma trattenendosi per non spaventarla.
Susan era così pura, così priva di malizia…
La schiacciò un poco con il peso del suo copro, che aderiva perfettamente a quello di lei. I battiti dei loro cuori si scontravano e acceleravano.
Dapprima le sfiorò le labbra, poi premette con intensità, indugiandovi ma senza spingersi oltre. Gliele catturò per un istante, e dopo un momento infinito le lasciò andare insieme a un sospiro.
Si separarono con un suono dolcissimo.
Caspian la guardò, lasciandole i polsi e scostandosi con lentezza, posando le mani sull’erba ai lati di lei.
Susan teneva ancora gli occhi chiusi.
Lui ebbe paura che, da un momento all’altro, sarebbe corsa via, ritirandosi da quella situazione del tutto inadeguata che lui stesso aveva creato dal nulla.
Ma Susan non si mosse. 
Le passò il dorso della mano sul viso e allora la Regina schiuse piano le palpebre. I suoi occhi celesti splendevano.
La fanciulla sprofondò nell’intensità dello sguardo di lui, perdendo se stessa, perdendo ogni ragione, senza nemmeno provare a lottare per sottrarsi a quella magia, al modo in cui lui la faceva sentire.
“Sei così bella, Susan” mormorò lui.
Quella frase, alle orecchie della fanciulla, suonò quasi come un modo per giustificarsi di quel che era appena successo.
Il ragazzo distolse lo sguardo, abbassando il capo. “Ti prego, scusami”
Lei non pensò, fu istintivo: si alzò a sedere di scatto e posò di nuovo le labbra su quelle di lui, un poco incerta.
Caspian le sarebbe finito di nuovo addosso se non si fosse appoggiato con una mano al terreno, per tenersi in equilibrio. Subito, con l’altra premette sulla schiena di lei, attirandola a sé.
Le schiuse le labbra, gentilmente ma insistentemente, assaporandone le dolci profondità dal sapore delizioso.
Susan si chiese solo per un momento cosa le fosse preso: non si era mai comportata in quel modo con un uomo. Ma il desiderio di sentire ancora quella bocca straordinariamente morbida sulla sua, di provare la sensazione di avere le sue braccia di lui chiuse intorno a sé, fu più forte di qualsiasi cosa.
Gli allacciò le braccia attorno al collo. Smise di pensare quando si ritrovò a ricambiare un nuovo bacio, più intenso, stretta al petto di Caspian.
La fanciulla ebbe un fremito ma non si allontanò quando il bacio divenne vero, fatto di respiri, carezze, tocchi leggeri, calore.
Lui staccò la mano dal terreno e l’affondò nei capelli di lei.
Quando entrambi non riuscirono più a respirare, si allontanarono e i loro respiri si scontrarono.
Caspian deglutì, Susan emise un sospiro tremante.
Il Principe le passò più volte una mano sul viso, come per essere sicuro che tutto ciò fosse reale, che lei fosse vera e non un’immagine del passato.
Rimasero a fissarsi a lungo senza dire niente, stretti l’uno all’altra, finché la voce di Lucy risuonò squillante nel primo mattino.
“Susan? Susan, dove sei?”
“Devo andare” disse la Dolce, la voce roca.
Sentì le mani di Caspian scorrere sulle sue braccia, sull’abito: lui non voleva lasciarla ma lei si allontanò scivolando via da quell’abbraccio, da quel bacio che sapeva d’amore.
Raccolse la gonna tra le mani e corse al riparo dalle proprie emozioni, trovandolo all’ombra delle rocce fresche della Casa di Aslan, le quali – ahimè – la fecero rendere conto di quanto ancora fossero calde le sue guance.
Quando si fermò si appoggiò alla parete del corridoio deserto, portandosi le mani al viso, sfiorandosi la bocca ancora un po’ gonfia per i baci di lui.
Poteva sentirle ancora…le labbra di Caspian, calde, morbide…
La ragazza chiuse gli occhi, rivivendo per un attimo quel momento, desiderando di provarlo ancora.
Il suo primo bacio.
 
 
***


Lei gli era stata così vicina…
Era stato meraviglioso baciarla. Lei profumava di fiori, la sua pelle di porcellana era calda, le sue labbra avevano il sapore delle fragole, e il suo corpo…
Aveva cercato debolmente di trattenerla quando si era allontanata da lui, ma senza avere il coraggio di farlo davvero.
Si era aspettato quella reazione, ma non si era aspettato che anche lei ricambiasse il bacio!
Aveva percepito le labbra di Susan fremere insieme alle sue, eppure era scappata via. Fuggita da una realtà troppo inverosimile che aveva stravolto gli eventi di quella tranquilla mattinata, la cui protagonista avrebbe dovuto essere una semplice cavalcata, e che invece si era trasformata in un susseguirsi di eventi che erano sfuggiti loro dalle mani …
Dopotutto, la reazione della ragazza era stata più che normale: quel bacio aveva cambiato tutto tra loro.
Paura, imbarazzo, dubbio: questo era ciò che Caspian provava al momento, e il ragazzo era certo che Susan non fosse da meno.
Purtroppo, quei sentimenti erano una piccola nota dissonante che strideva nell’armonia creatasi tra loro, e che gli stingevano la gola.
Però…però se Susan aveva ricambiato il suo bacio forse ricambiava anche i suoi sentimenti!
Non riusciva a pensare a nient’altro, anche se sapeva benissimo che c’erano altre priorità. Ma, al momento, la sua era Susan.
Da quando l’aveva conosciuta, tutto il suo mondo era cambiato: il suo modo di pensare, di agire...ogni cosa orbitava attorno a lei adesso.
Era diventata l’aria che respirava.
Era come se avesse scoperto gli mancasse una parte di sé, e quand’era con lei sentiva quel vuoto colmarsi.
Anche se avrebbe desiderato starle sempre accanto, fisicamente, gli bastava che lei fosse nello stesso posto dove era anche lui. Non era nemmeno necessario che parlasse, purché potesse vederla.
Purtroppo però, quel mattino, quando il Re Supremo li convocò tutti nella sala della Tavola di Pietra, Susan evitò i suoi sguardi, anche se Caspian la scoprì fissarlo nei momenti in cui lui non guardava lei...rari a dire il vero.
Il Principe di Narnia tentò di concertarsi sul discorso di Peter, ma gli riuscì davvero difficile.
I due Re avevano deciso di comune accordo (strano ma vero) che ormai l’esercito della Vecchia Narnia era pronto a dar battaglia per riprendersi il regno.
Caspian espresse prima di ogni altra cosa il desiderio di salvare il dottor Cornelius; Peter invece era di un altro parere: se dovevano recarsi al castello di Miraz per salvare il vecchio precettore, allora tanto valeva organizzarsi per un vero e proprio attacco, e cercare di portare Miraz ad arrendersi.
Susan fu d’accordo con Caspian: aspettare ancora finché non fossero giunti i rinforzi (attendevano svariate creature dall’ovest); Edmund, al contrario, fu d’accordo con Peter; Lucy con nessuno di loro: lei voleva aspettare Aslan.
 
 
Quando il consiglio si sciolse senza un nulla di fatto, Lucy si avvicinò alla sorella maggiore.
“Susan, va tutto bene?”
“Come?”
“Sembri pensierosa, e sei particolarmente taciturna stamani ”
La Regina Dolce sorrise, mettendo un braccio attorno alle spalle della sorellina. “Va tutto bene, non preoccuparti”
“Hai litigato con Caspian?”
“Cos…Litigato? Perché avrei dovuto litigare con lui?”
“Bho, non so” la ragazzina fece spallucce. “Magari perché ti ha baciata?”
Susan imporporò involontariamente e vide la sorella sorridere.
“Non…non…”
“Ti ha baciata? Davvero?!” esclamò la Valorosa, parandosi davanti a lei, gli occhi azzurri sbaratti dalla curiosità. “Oh, dimmi, dimmi, com’è stato? Bello? Ti ha baciata con la lingua?”
“Ma…!” Susan trattene un respiro, la bocca aperta, l’espressione allibita. “Lucy Marie Pevensie, da chi hai sentito queste cose?!”
Lucy stropicciò i piedi a terra. “Me l’ha detto Edmund”
“Ci avrei giurato!”
“Oh, su, non fare la misteriosa, voglio sapere!”
“Non ti racconterò proprio un bel niente! Sei troppo piccola!”
“Ho dodici anni!”
“Appunto…io a dodici anni non avevo in mente queste cose! Dì a Edmund che non deve mai più parlarti di certi argomenti! E se lo becco spiarmi un’altra volta, giuro che lo strozzo!”
 “Uffa...va bene…”
Lucy fece un’espressione cupa ma, quando si allontanò, Susan udì l’eco della sua voce gridare: “Ed, si sono baciati, avevi ragione!”
“LUCY!!!”
 
 
***
 
 
Nelle prime ore del pomeriggio, quando il sole batteva più forte, la Casa di Aslan veniva avvolta da una quiete sonnacchiosa.
Ripicì, zampettava per i corridoi del tumolo, guardandosi intorno con circospezione.
“Buon pomeriggio, Ripicì” lo salutò Susan quando lo incrociò, arco e faretra alla mano.
“Buon pomeriggio, mia signora. State andando ad allenarvi?”
“Sì, l’idea è quella, se non fa troppo caldo rimanere sotto il sole”
Il topo indugiò un momento, poi disse: “Perdonatemi, Maestà, ma sareste così gentile da volermi aiutare?”
Susan posò a terra i suoi Doni e si inginocchiò di fronte a lui. “Di cosa si tratta?”
“Il fatto è che non riesco a trovare il Principe Caspian da nessuna parte. So che ha discusso di nuovo con vostro fratello, il Re Supremo, e sono preoccupato per lui. Il nostro futuro Re è un giovane di gran cuore ma talvolta è così impulsivo…ho paura che possa andare al castello di Miraz da solo”
Susan gli sorrise. “Non farebbe mai una cosa simile. E’ vero, talvolta Caspian agisce senza pensare, ma vedrai che sarà qui intorno. Ti aiuto a cercarlo”
“Oh, grazie mia signora. Siete davvero molto gentile”
Susan e Ripicì iniziarono così le ricerche. Presto, anche altri nani e qualche animale si unì loro.
Perlustrarono la Casa di Aslan in lungo e in largo, ma Caspian sembrava scomparso nel nulla.
“Non dite niente a Peter, per adesso” pregò Susan, sapendo che altrimenti si sarebbe scatenato un putiferio. “Dividiamoci, così faremo più in fretta”
Lo cercarono ancora: nella sua stanza, nella stalla, all’armeria, al campo d’addestramento, nella grande caverna adibita a sala comune, alla Tavola di Pietra…niente.
La Regina Dolce cominciò a preoccuparsi davvero.
Dove poteva essersi andato a cacciare?
Cercò di ricordare se il ragazzo le avesse accennato a un qualche luogo in particolare nel quale amava recarsi...
Sì, ce n’era uno…
Il primo giorno, quando Caspian aveva fatto fare loro il giro completo del rifugio, aveva detto che i cammini di ronda - oltre che un ottima posizione per le sentinelle e per gli arcieri- erano il posto migliore per godere di un magnifico panorama.
Susan salì in fretta le ripide scale di pietra che portavano sulla cima della Casa di Aslan, ed imbucò l’uscita nord. I cammini di ronda giravano attorno all’intero perimetro della costruzione, e al momento erano deserti: la sentinella di turno aveva appena lasciato il suo posto, attendendo di venire sostituita da un compagno.
Tra le fessure e le crepe della pavimentazione e delle pareti, spuntavano ciuffi d’erba e arbusti. Un albero enorme e altissimo era cresciuto dentro la crepa più grande: il suo tronco era tutt’uno con le mura ormai.
“Caspian?” chiamò Susan. “Caspian, sei qui?”
“Ehi!”
Era la sua voce.
Susan si volse da una parte all’altra ma non lo vide.
“Dove sei?”
“Sopra di te”
Susan alzò la testa, ed eccolo là: seduto sul ramo del grande albero, le braccia appoggiate alle gambe.
Era bello come il sole.
Aveva un mezzo sorriso stupito sul viso, i capelli mossi dal venticello che soffiava lassù, rendendo piacevole il caldo della piena estate. I suoi capelli castani brillavano al riflesso della luce.
“Come sei arrivato fin lassù?”
“Mi sono arrampicato”
“Ma è pericoloso”
“No, affatto. Quest’albero è solidissimo” ribatté lui, accarezzando la corteccia ruvida. “Ma che cosa ci fai qui?” le chiese poi.
“Ti cercavo. In realtà ti cercano tutti. Ripicì ha mobilitato un bel po’ di persone”
“Sul serio? Mi dispiace”
Lei attese che scendesse ma Caspian sembrava non averne l’intenzione.
“Dovresti scendere”
Lui la guardò perplesso. “Perché?”
“Come perché? Non hai sentito quel che ti ho appena detto?”
“Sì, ma non vedo il motivo di scendere. Puoi andare a dire a Rip che sto bene e sono qui”
“Sì, ma…oh, insomma, scendi e basta! Ti devo parlare”
Susan stava incominciando a spazientirsi.
Caspian si guardò attorno, il vento continuava a far ondeggiare i suoi capelli scuri. “Mmm…no, non credo che lo farò. Quassù si sta bene”
Susan fece un’espressione cupa. “Mi stai prendendo in giro, per caso?”
“No, perché mai dovrei? E’ solo che ogni tanto mi va di stare per conto mio. A te non succede mai di voler restare sola?”
Susan scosse il capo, divenendo molto seria all’improvviso. “A me non piace stare sola”
Era vero: odiava la solitudine, la spaventava.
Lo disse in tono triste, malinconico. Caspian, osservandola dall’alto, provò l’impulso di prenderla tra le bracca e consolarla, qualunque fosse il problema.
Non poteva vederla infelice, gli era insopportabile.
Fece per muoversi ma lei era già vicina all’albero e aveva già messo un piede sul ramo più basso.
“Che stai facendo?” le chiese stupito.
“Se non scendi tu, sono costretta a salire io” gli rispose lei in tono sbrigativo.
Lui fece una risatina. “Sei sicura di saperti arrampicare?”
“Certo che sì! Cosa credi?”
Il ragazzo scese di qualche metro, andando verso di lei. Si spostava da un ramo a un altro, agile come un giovane leone.
“Guarda che non è facile come sembra”
Susan lo osservò ammirata ma anche un po’ seccata. La stava veramente prendendo in giro.
“Non fare lo stupido, o sarai tu a cadere” lo ammonì, quando lui iniziò a mettere in mostra la propria agilità.
“Sei sicura di farcela con quell’abito? Rischi di…Ah!”
“Caspian!!!” gridò Susan, serrando gli occhi per non guadare quando il Principe scivolò.
Le fronde dell’albero attutirono la caduta; nonostante ciò, lui fece un capitombolo coi fiocchi, arrivando a terra con un bel tonfo.
“Caspian!” esclamò ancora la ragazza, ridiscendendo in tutta fretta.
“Oddio, che dolore…” lo udì mugugnare mentre si metteva a sedere.
Immediatamente lei gli fu accanto. Gli accarezzò il viso, scostandogli i capelli dagli occhi.
“Te l’avevo detto di non fare lo stupido!” esclamò Susan, il cui spavento si stava già attenuando e si tramutava in fretta in nervosismo.
Caspian aprì gli occhi, che fino a quel momento aveva tenuto stretti in un’espressione dolorante.
“Scusa…ahi…”
“Scusa?!” sbottò lei, alzando la voce. “Potevi romperti l’osso del collo! Hai idea di quanto mi sia spaventata?!”
“Ah, allora adesso siamo pari” scherzò lui, massaggiandosi la nuca.
Entrambi provarono un leggero brivido lungo la schiena ripensando a quella mattina. Ed era proprio da allora che non si trovavano così vicini.
Di nuovo troppo vicini.
Susan distolse in fretta lo sguardo, voltando la testa di lato, lasciando che i capelli sferzati dal vento che soffiava sopra la Casa di Aslan le coprissero un poco il viso.
Caspian le prese le mani, accarezzandone il dorso con il pollice.
Lei non si ritrasse.
“Di cosa mi devi parlare?” incalzò.
“Volevo dirti…volevo parlare di quello che è successo stamattina. Del bacio, insomma”
Queste ultime tre parole le pronunciò in un bisbiglio e Caspian le udì appena. Ma le udì, e arrossì un poco.
Se non avesse detto subito qualcosa, avrebbe fato la figura dell’emerito stupido.
Deglutì un paio di volte.
“Susan, io…forse non avrei dovuto. Forse…”
“Oh, no!” esclamò la fanciulla, finalmente tornando a guardarlo, stringendo entrambe le sue mani come per trattenerlo.
Non stava facendo la finta offesa, pensò Caspian, e nemmeno sembrava sul punto di fuggire di nuovo. Si vergognava a morte, questo sì, ma lui non era certo da meno in quel momento.
E se adesso avesse preso quel dolce viso tra le mani e…?
Ma prima che potesse farlo, lei riprese a parlare.
“No, Caspian, hai frainteso. Non...non sono pentita di quello che è successo. Anzi, scusami per essermi comportata così male con te, per essere scappata in quel modo. E’ che io davvero non sapevo cosa fare. Quel bacio mi ha preso alla sprovvista. Sai, io non…” Susan abbassò ancora lo sguardo. “Non avevo mai baciato nessuno prima di te”
Il cuore di Caspian perse un battito.
Lei, così splendida, così femminile, così desiderabile…davvero non aveva mai…?
Susan fece un timido sorriso di fronte all’incredulità di lui. “Pensavi fossi più eserta, vero? A causa dell’Età d’Oro”
“Bè…sì, lo devo ammettere”
Lei scosse il capo. “No, non è così. Ho avuto decine di pretendenti, ho avuto proposte di matrimonio, ho accettato corteggiamenti e regali da cavalieri e nobiluomini, ma a nessuno di loro ho donato il mio cuore, tantomeno me stessa. Non ho mai conosciuto nessuno che mi facesse battere così forte il cuore come…come te”
Il giovane cercò di riscuotersi da quella rivelazione, che gli fece sentire il cuore leggero come una piuma.
“Avevo deciso” continuò lei, “che solo a chi avrei amato davvero avrei dato tutto. Ma non è mai accaduto. Non mi sono mai innamorata”
“Io invece credo di essermi innamorato”
Susan sussultò, gli occhi azzurri fissi in quelli neri di lui.
Caspian le tenne le mani strette nelle sue mentre la invitava ad alzarsi in piedi. La guardò intensamente, ogni centimetro del viso, passando il dorso della mano a tracciarne il profilo.
“Nemmeno io ho mai conosciuto qualcuno di speciale. Non ho mai conosciuto l’amore, almeno non fino a oggi”
Susan rimase ferma ad ascoltarlo, a guardarlo. La teneva incatenata in quel luogo con la forza della sua voce calda, con l’intensità dei suoi occhi, la vicinanza del suo corpo.
Caspian afferrò una ciocca dei suoi capelli e se l’attorcigliò attorno al dito, pigramente, per poi portandosela alle labbra, chiudendo gli occhi.
“Io non so niente di te, Susan. Non so quanti anni hai, non conosco i tuoi gusti, le sfaccettature del tuo carattere, non so da dove vieni. Ti ho vista in un ritratto, una volta, e da allora ho sognato d’incontrarti. E adesso che ti ho qui, davanti a me, ho capito che l’ammirazione che provavo nei tuoi confronti si è trasformata in qualcosa di diverso. Non sei più un’immagine, sei vera, sei qui con me, eppure sei così irraggiungibile”
Lui le si avvicinò di più e le posò una mano sul viso.
“Non riesco a smettere di pensarti, nemmeno per un istante. Io…”
“Caspian…”
Ti amo.
Le parole erano lì, ma nessuno dei due osava pronunciarle.
Il Principe si chinò su di lei, gli occhi socchiusi.
“Aprimi il tuo cuore, dolce Susan”
Lei chiuse le palpebre, lentamente, inevitabilmente, completamente avvinta in quel momento, in attesa.
Attesa che durò un secondo appena.
Caspian la baciò di nuovo, prendendole il viso tra le mani, accarezzandole le guance con dita leggere.
Lei era stupenda, le labbra dolci e appassionate sotto le sue. Voleva darle tutto quello che lei poteva chiedere, così come lo aveva sognato per tanto tempo. Affondò le mani nei suoi capelli, imprigionandole la testa, lasciando che quella cascata bruna danzasse tra le sue dita.
Susan si aggrappò alle sue spalle, mettendosi in punta di piedi. Ad ogni bacio, la sua sicurezza aumentava.
Voleva lasciarsi andare.
Accarezzò il petto di lui, percependo i muscoli sotto la stoffa della camicia, passando le braccia attorno alla sua vita, stringendogli gli abiti sulla schiena.
Lui era meraviglioso, la baciava come se non ne avesse mai abbastanza. La passione con cui divorava le sue labbra le tolse il respiro. E la pressione della sua mano sulla nuca mentre le spingeva il viso in avanti verso il suo, la sua mano sul suo fianco…
Lassù erano come soli al mondo.
“Non devi avere paura della solitudine” mormorò Caspian, quando le permise di allontanarsi da lui. “Io non ti lascerò mai da sola”
Lei emise un gemito soffocato, guardandolo con occhi languidi, lucenti.
“Non scappare di nuovo”
Susan fece un dolce sorriso e si strinse a lui, per fargli capire che non aveva la benché minima intenzione di allontanarsi. Affondò il viso nella sua spalla, assaporando il tepore di quel corpo.
Non disse nulla, poiché se avesse parlato lacrime d’emozione avrebbero rovinato quel momento. Lui avrebbe potuto credere di aver fatto qualcosa di sbagliato.
Non c’era nulla di sbagliato. Tutto era perfettamente giusto.
Caspian la strinse tra le braccia, affondando il viso nei suoi capelli soffici, lasciando che quell’attimo si imprimesse nei loro cuori definitivamente. Per rendersi conto che ormai non era più possibile negare quel che vi era racchiuso.

 
 
 
 
 
Buongiorno cari lettori!
Siamo ancora qui con questa nuova short, che in questo capitolo vi regala non uno ma due baci appassionati!!! Siete contenti? Così potete compensare la momentanea mancanza delle scene Suspian in Night&Day
Penso che nel prossimo capitolo mi allargherò con certe descrizioni… non troppo, ma ci proverò ;)

 
Ringrazio:
Per le preferite:
aleboh, battle wound,  lucymstuartbarnes, Shadowfax e Zouzoufan7
Per le seguite: ChibiRoby, Ellynor, Francy 98, Fra_STSF, gwendolyn2000, Halfblood_Slytherin, Joy_10,
 
lucymstuartbarnes, niky25, Shadowfax, SweetSmile e ukuhlushwa
Per le recensioni dello scorso capitolo: battle wound, Halfblood_Slytherin, Joy_10, lucymstuartbarnes e Shadowfax,
 
Vi ricordo la mia pagina facebook per gli aggiornamenti.
Ci vediamo a fine settimana con Night&Day!!! Grazie a tutti voi!!!
Un bacio enorme,
Susan♥
   
 
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