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Autore: Ale_edgy    11/03/2014    1 recensioni
"Il mio nome?
Perdonatemi l’ardire, ma ci sono cose ben più importanti da conoscere di una persona. Ma quando giungerà il momento, credetemi, nulla mi impedirà di rivelarvelo"
E voi cosa fareste se uno straniero apparso dal nulla, un giorno, dovesse rubarvi il cuore?
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si sono fatte le quattro del pomeriggio, e lui ancora non si è fatto vivo. Il mio lato buono mi dice di preoccuparmi, che potrebbe essergli successo qualcosa, l’altro mi impone di non pensarci più.
Alla fine non resisto, decido di andare a controllare. Prendo senza troppa fatica la chiave universale dal cassetto del bancone di mio zio e salgo di nuovo le scale.
- Otto… nove… e dieci- Tra me e me riconto i numeri delle stanze, per essere sicura di non sbagliare.
Infilo la chiave nella serratura e la prima cosa che noto è che la porta è già aperta.
- Ma che..-
Apro la porta e trovo la stanza in perfetto ordine, sembra che non ci sia stato nessuno qui. Leggo di nuovo il numero sulla porta per essere sicura, ma non ci sono dubbi, è quella.
Eppure non l’ho visto uscire, e sono abbastanza sicura che non l’abbia fatto stanotte, dopo che sono tornata nella mia  stanza.
- Ehi zio, per caso il cliente della dieci è andato già via?- Domando scendendo di corsa le scale.
- Che mi prenda un colpo, io sarò anche ubriaco ma tu sei pazza bambina mia, sono mesi che non vediamo un cliente che si fermi a dormire-
Mi fermo con la mano posata sul bancone. Non può essere.
Ma no ma che vado a pensare, è ubriaco tutte le sere a dire poco, sicuramente non ricorda nulla.
Chi può darmi una risposta? Ma certo, le donne del paese. Così pettegole figuriamoci se non hanno visto l’uomo con cui usciva tutti i giorni la nipote di Pino.
Apro la cassa, prendo una banconota e tolgo il grembiule
- Vado a fare la spesa- grido a mio zio già rinchiuso nella sua stanza. Uscita dalla locanda mi muovo a passi svelti verso la fioraia, dove ci fermavamo spesso. Adorava il profumo dei fiori e ora sentirlo anche solo da lontano mi fa ripensare a lui.
Arrossisco.
Non posso mettermi a pensare ora a quello che è successo ieri pomeriggio.
- Salve Linda- saluto cordialmente l’anziana signora con la cesta di fiori in mano.
- Sofia, tesoro, cosa posso fare per te?-
- Hai per caso visto passare di qua l’uomo con cui giravo per il paese questi giorni?-
- Oh cielo cara, tu devi avere la febbre. Certo si, sono due settimane che ti si vede in giro quasi tutte le mattine, ma il signore fulmini questi occhi se non ti hanno vista sempre da sola -
Sfarfallo perplessa le ciglia.
- Che dici Linda? Quell’uomo alto, ci fermavamo sempre qua, amava l’odore dei tuoi fiori -
- Che il cielo mi aiuti Sofia, stai diventando pazza. Nessuno ha mai annusato i miei fiori, nemmeno tu l’avevi mai fatto prima di queste due settimane. Ma da sola cara, venivi qui da sola -
Che mi sta succedendo? E’ un incubo. Solo un brutto sogno. Non possono essere tutti impazziti. Comincio a camminare a passo svelto per il paese, incontro la fornaia, il giornalaio, vecchi amici di famiglia e tutti concordano con l’anziana fioraia. Ho sempre passeggiato da sola.
Non ci capisco più niente, d’improvviso tutto comincia a girare, la testa mi fa male e il cuore batte così forte che sembra doversi fermare da un momento all’altro.
Poi più niente.
  
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