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Autore: Millisent    11/03/2014    1 recensioni
-Non posso ancora credere a quello che mi sta succedendo, perché proprio a me, io che di di lui non sapevo e non volevo sapere niente, ed invece ora sono qui sdraiata sull'erba a pensare a lui, il più famoso dei cantanti che spopolano oggi che ha scelto me... potrebbe avere chiunque ma ha scelto me...
Storia intrigante ricca di colpi di scena che tratta vari temi, il sentimento, la ragione, la felicità e la paura di perdere quello che per tanto tempo abbiamo cercato di rendere concreto...
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Capitolo18
 
 
         Presi la prima metro verso l’hotel, trovai un posto per sedermi e riguardai tutte le foto fatte quella giornata, splendide, tanto che dentro di me scorsi un briciolo di malinconia, tristezza, come quando le cose belle finiscono troppo presto. Ma vabbè… E andata così…vedremo come si svolgeranno le cose…anche se una parte di me è sicura che lo rivedrò…il fatto di non sapere niente di lui mi fa dubitare dei miei sentimenti e del vuoto che ho dentro in questo momento…Cavolo perché mi affeziono così in fretta alle persone…non è da me..
 
Assorta nei miei pensieri vengo risvegliata dalla vibrazione del cellulare.
-Sophie:Pronto Auro?!! Dove seii!! Dobbiamo andare!!-
-Auro: Arrivo Arrivo sto salendo le scale-
-Coco: Allora? Dove sei stata?!-
-Auro: In giro…-Dissi sperando non facessero altre domande.
-Sophie: Dopo mi racconti!- Sussurrò mia sorella al mio orecchio, facendomi un occhiolino.
Risposi alla sua affermazione con un mezzo sorriso imbarazzato e mi assicurai di non lasciare niente in hotel per poi partire.
 
Il volo fu troppo lungo..troppo per il miei pensieri…Dovevo smettere di pensare, pensare che tutto era finito e che forse non sarei più tornata indietro…. Maledetto viaggio, maledetta città dell’Amore, maledetto concerto, maledetto Parker… l’avevo detto io che non dovevo venire.
Lasciai una lacrima solcarmi il viso e mi addormentai.
 
-Yaz: Hey sorellina dai sveglia siamo arrivate-
 
Ecco siamo arrivate…ora davvero è tutto finito…basta pensare…
 
-Ciao!!!!- Urlammo in coro vedendo tutti ad aspettarci. Corsi tra le braccia di mia madre e mio padre e finalmente dopo lunghe ore passate a tormentarmi ero felice…
Abbracciai i miei fratelli e saltai in braccio a Sam quando lo vidi… Era venuto a prendermi…
 
Tornammo a casa e dopo una doccia mi rinchiusi in camera mia. Aprii la borsa con le magliette firmate da Jay e rividi quegli occhi splendidi intrecciarsi coi miei, la sua mano stretta alla mia, la sua espressione scandalizzata sapendo che non mangio hamburgers ed il suo viso triste e malinconico prima di abbracciarmi ed andare via…
 
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Cosa vuoi da me ora! Cos’altro ho fatto di sbagliato!
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-Ascoltami bene tu ora! Sono stufa del fatto che trovi sempre qualcosa di sbagliato in quello che faccio, Parker non è un ragazzino, e non lo sono nemmeno io, anzi sono perfettamente in grado di sapere quello che è meglio o meno per me, secondo te non dovrei mai essere felice?, finalmente dopo tanto tempo sto imparando a fidarmi delle persone giuste ,credo di non aver mai provato quello che ho provato oggi, non rovinare tutto col tuo pessimismo!-
<< Io non sono qui per rovinare nessuno! Voglio solo aiutarti facendoti rendere conto che per l’ennesima volta ti stai ficcando in casini più grossi di te! È un cantante famosissimo! Sta due giorni su tre fuori città, non può farsi vedere in giro con nessuno! Non ha una vita normale e tu hai fatto tanto per averne una dopo tanto tempo!>>
-Forse è questo il problema ! ho avuto una vita senza alcuna certezza di cosa ne sarebbe stato di me e della mia vita ed ora che tutto è perfetto finalmente, ho bisogno di qualcuno che stravolga ancora una volta la mia vita, e sono sicura che sta volta sarà diverso, diverso perché provo sensazioni impensabili e devo dire che sono più forti di me, è come se ne avessi bisogno, bisogno di quel brivido che mi percorre la schiena quando mi guarda , o bisogno di quel calore che mi pervade il patto quando mi sfiora le mani…so  che è troppo presto per arrivare a determinate conclusioni perché forse non lo rivedrò mai più ma per ora ho bisogno di questa certezza e di questa felicità interiore, non posso farne almeno…-
 
Il giorno seguente mi risvegliai felice come una pasqua, avevo dormito bene e subito presi il cellulare per iniziare a studiare per il giorno dopo.
Promisi alle mie amiche che avrei raccontato loro tutto, o meglio dire quasi tutto…beh diciamo l’indispensabile senza entrare nei dettagli, il giorno dopo a scuola e mi cimentai nel recuperare i tre giorni di assenza.
 
Le giornate passarono in fretta, facendo storia e latino il tempo sembrava volare, eppure in cuor mio aspettavo qualcosa, speravo in qualcosa sebbene non sapessi nemmeno io esattamente cosa aspettarmi. Il mio numero di cellulare non lo ha, non sa dove vivo, ne dove vado a scuola ne quanti anni ho, ne il mio cognome, a pensarci bene non so nemmeno se sappia il mio nome, praticamente sono giorni che penso 24h su 24 ad una persona che non sa niente di me, né viceversa….
Raccontai alle mie amiche quei famosi tre giorni, dei monumenti visitati, della mostra di Monet, anche se sembravano essere interessate solo a Jay ed agli acquisti delle mie sorelle.
-Grace: Chissà quando torna dalla Tournée.-
-Sophie: Non lo so, però ha detto che il suo ultimo concerto di quest’album lo farà a breve qui quindi dovrebbe finire presto-
-Auro: Si a Parigi è stato il suo penultimo concerto il giorno dopo che siamo tornate noi è rientrato anche lui, quindi la data del concerto dovrebbe essere o domenica questa o la prossima-. Diss’io immischiandomi involontariamente nella loro discussione.
-Sophie: E tu come lo sai?!- Mi chiese sorpresa mia sorella.
Alzai gli occhi la dizionario di latino mentre cercavo un vocabolo e la fissai per un momento interminabile cercando e ricercando cosa rispondere.
-Auro: Beh…lo ha detto all’intervista quando ti ha consegnato il biglietto no?-
-Sophie: Non mi sembra avesse fatto riferimento alla data…-
-Auro: Si come non ricordi? Disse proprio così! Eri sicuramente troppo su di giri e non l’avrai sentito- Dissi sperando di essermela cavata.
-Sophie: si forse è andata così! Ero troppo emozionata stando vicino a lui che mi si deve essere annebbiato il cervello! Si perché dovete sapere che alla fine del concerto………-
E mia sorella riprese per l’ennesima volta a raccontare  quello che successe quel giorno.
 
Era passata una settimana dal nostro ritorno da Parigi e di Jay nessuna traccia…forse tutto quell’entusiasmo e quella voglia di stare con lui non era reciproca…forse si è già dimenticato di me…sta di fatto che la data dell’ultimo concerto era finalmente uscita e Sophie sarebbe andata quella domenica con Yaz e Coralie. Avevo finto di avere un impegno per restare a casa e non andare con loro, vederlo di nuovo avrebbe solo riacceso in me un sentimento non corrisposto…forse quella stupida coscienza aveva ragione…
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Non è il momento, sta zitta….
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No non voglio niente, soprattutto se vuoi dirmi che avevi ragione e che mi sono fatta false illusioni.
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No dai non fare l’offesa pure te ora…dimmi il consiglio…
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Sai che forse hai ragione? Corsi verso la cassettiera, aprii il secondo cassetto e tirai fuori il mio I pod, misi le cuffie nelle orecchie e premetti play ascoltando “Heart Song” di Michel Jackson. Solo quella canzone aveva il potere di farmi sentire bene felice, fuori dal mondo, fuori da ogni sfera problematica. Ora si che sono felice, finalmente il buon umore si è impossessato del mio corpo, volteggio come una libellula osservando il soffitto e la mia mene di scatto cade su quell’enorme nuvola bianca quasi al centro della mia stanza. Mi avvicino e sfioro coi polpastrelli delle dita la superficie liscia e leggermente frasca di quello strumento. A volte penso a come si addica meravigliosamente la parola strumento a questi oggetti. Lo strumento deve istruire e trasmettere sensazioni e sentimenti mai provati e le sue note sono capaci proprio di questo. Grace mi ripete sempre che la musica è un'altra lingua, solo poche riescono a comprenderla fino infondo, tutti gli altri si imitano a restarne affascinati. Questi sono i momenti migliori per sedersi di fronte a quei tasti, che ad uno sconosciuto potrebbero risultare infiniti ma in realta per un pianista non sono mai abbastanza, e cominciare a comporre qualsiasi minimo suono che possa esprimere quello che ci frulla per la mente. Chiudo gli occhi e mi perdo magicamente tra le melodie  della canzone.
Di colpo sento sbattere la finestra ed in mezzo secondo mi ritrovo quegli occhi verde acqua che conoscevo fin troppo bene intrecciati coi miei.
Si è lui, entrato dalla mia finestra facendomi prendere un colpo.
-Jay: Ciao- sussurra sotto voce.
Sono in preda al panico, non so cosa fare, vorrei corrergli incontro, saltargli tra le braccia e dirgli che ho pensato a lui tutto il tempo, ma l’unica cosa che è uscita dalle mie labbra è un semplice         -Auro:Hey-. Con gli occhi rivolti verso il basso cercando una qualsiasi parola che mi aiuti ad uscire da questo momento di confusione ed imbarazzo.
Qualche secondo e torno alla mia lucida razionalità.
-Auro: Cosa ci fai qui? Come sai dove abito? Come sei salito? Ti sei ricordato di me?- Dissi con una punta di acidità.
Ha un viso marmoreo delineato, perfetto, le sopraciglia in tensione, quasi ansioso e lo sguardo…Ah quello sguardo lo stesso che mi fissò la prima volta che lo vidi. Avevo aspettato tanto questo momento, per una settimana ho sperato in un messaggio o qualsiasi segnale di fumo ma niente, ed ora che è qui di fronte  a me l’unica cosa che riesco a dire è un misero “hey”. Mentre continuo con i miei ragionamenti astrusi lui si avvicina a me e presa dall’alta pressione inizio come mio solito a blaterare .
-Auro:Ciao, non ti aspettavo ma…cioè…ehm…non aspettavo di vederti in questo modo, anzi ormai avevo eliminato dalla mia mente ogni briciolo di possibilità che tu potessi ricordarti di me e di quello che ci eravamo detti…ciò non significa che non sono felice che tu sia qui, né significa che sono felice, cioè voglio dire non lo so nemmeno io quello che sento in questo preciso momento, sai quando ago e filo non vanno d’accordo? Quando il filo non riesce ad entrare nell’ago  e succede che…-
Non finisco la frase che si avvicina e mi stringe forte a se e non emetto più alcun suono….
 
 
 
 
Angolino scrittrice!
Vi prego recensite! Ho bisogno dei vostri commenti e consigli, anche solo due parole ma inviatemele!! Grazie mille!!
  
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