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Autore: KyraPottered22years    11/03/2014    7 recensioni
(STORIA IN REVISIONE)
Solo gli angeli hanno le ali, eppure l'Agente Artemis si autodefinisce una strana creatura, senza sapere qual è la sua vera natura. Proprio per le sue doti straordinarie viene inserita nel progetto Avengers, ma la sua forza, il suo coraggio e la sua grinta vengono messi a rempentaglio a Stoccarda, in Germania, da un dio assetato di vendetta e maniaco del controllo. La persuasione e il sangue freddo di Loki confondono la ragazza. L'alternarsi tra la forza e la debolezza di Artemis confondono il dio. "E il diavolo rimase sbalordito quando capì quanto osceno fosse il bene."
Trailer della storia : https://www.youtube.com/watch?v=MUm1PidK45w&hd=1
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Two bodies, one soul.


"Avevi gli occhi di chi ne ha passate tante
E il sorriso di chi le ha superate
tutte."


Cit. thelifeisahorrormovie










* * *

 


Camminavo guardando i miei piedi, immersa nei miei pensieri. Quella notte non avevo dormito bene, avevo fatto vari uncubi, o almeno, quegli incubi erano dei ricordi. La mia vita era un incubo, non era normale.
Io non sono normale.
Mentre mi struggevo con i miei soliti pensieri, la voce di Thor catturò la mia attenzione, mi chiamò per nome e ci fermammo a parlare per un attimo, decidemmo di andare allo studio di Banner e di Stark insieme. Appena arrivati, io e Thor ci imbattemmo in una conversazione non molto pacifica fra i Tony, il dottore e Fury, mentre Captain America era appoggiato ad un bancone su cui c'era un'arma simile ad un fucile. 
La sera precedente, prima di andare a riposare, avevo riferito tutto quello che avevo saputo da Loki ai miei compagni di squadra e a Fury.
"Non è venuto qui solo perché le ho sbattuto le ciglia." Disse Natasha fissando cupamente il dottore.
"Sì, resto solo perché diventerebbe irritabile." Il dottor Banner si avvicinò a uno schermo che proiettava calcoli e studi che sicuramente avevano svolto per tutta la notte con Stark.
"Vorrei solo sapere perché lo S.H.I.E.L.D. utilizza il Tesseract per fabbricare armi di distruzione di massa!" Chiese arrabbiato e sorpreso il dottore. Inizialmente ne rimasi turbata: lavoravo nello S.H.I.E.L.D da un paio di anni e non ero al corrente di quella faccenda.
"E voi due" Tony indicò me e Natasha, "voi ne eravate di sicuro al corrente!" Non mi sentii offesa da quell'accusa, ma ribattei comunque.
"Sinceramente, sapevo che lo S.H.I.E.L.D. tramava qualcosa, ma per qualche strano motivo non me ne hanno mai informata." Rivolsi il mio sguardo a Fury. 
"Quindi, perché non ne sapevo nulla?" Indicai con un cenno del capo l'arma che stava sul bancone.
"Utlizziamo il Tessercat per fabbricare armi di distruzione di massa a causa sua." Fury guardò me e indicò Thor senza rispondere alla mia domanda. Il dio si stranì un po'  e domandò semplicemente:
"Mia?" 
"L'anno scorso un visitatore da un altro pianeta ha scatenato uno scotro tra rivali che ha raso al suolo una cittadina." Fury passeggiava lentamente e si rivolgeva a Banner. "Abbiamo imparato allora che, oltre a non essere soli, siamo miseralmente e ridicolmente impreparati."
"Signore, io sono una degli agenti principali dello S.H.I.E.L.D e vorrei sapere perché diamine non ero al corrente!" La cosa che mi offese di più fu la sua risposta e non il silenzio di un segreto di cui sarei dovuta essere al corrente. 
"Non sappiamo cosa sei, Agente Artemis, così ho ordinato specificatamente che non se ne sapesse nulla. Per quanto riguarda Agente Romanoff, sono molto cauto a cui rivolgere la mia fiducia." Mi aveva praticamente data del mostro.
"Non sappiamo cosa sei."
Oh, Nick, anche io non so cosa sono.

"Che cosa?" Domandai slegando le braccia incrociate, con un'espressione sconvolta stampata sul viso.
"Il mio popolo vuole la pace con voi!" Thor avanzò verso Fury e quest'ultimo non poté più rispondermi. Provai un'improvvisa rabbia anche per Thor.
"Ma voi non siete l'unico popolo, vero?" Domandò Fury.
"Ti senti bene?" Mi chiese con preoccupazione Steve a bassa voce, vicino all'orecchio. "Hai delle..." Mi indicò gli occhi, "Vene..." Era evidente che non sapeva esprimersi. Mi voltai verso la vetrina di un armadio: avevo sulle palpebre e sulle guance delle venature verdi e viola. Steve mi spinse via dolcemente dal mio riflesso.
Non avevo mai avuto quelle cose sul viso, stavo peggiorando, ecco cos'avevo. Incubi, comportamenti strani, visioni strane, rabbia improvvisa, trasformazioni incontrollate. Stavo decisamente peggiorando.
"Come controllate il cubo?" Domandò il Capitano, si stava surriscaldando e la cosa non prometteva buone conseguenze.
"Il vostro lavoro con il Tesseract ha attirato qui Loki e i suoi alleati, è un segnale che la Terra è pronta per nuove forme di guerra più evolute." Osservò Thor con rabbia, mettendo, come dovere da principe, sulla difensiva il proprio popolo.
"Più evolute? Dovevamo inventarci qualcosa-" Fury vienne interrotto miseramente.
"Un deterrente nucleare. Perché quello calma tutto all'istante." Disse Tony Stark e il Capitano si avvicinò a lui, di conseguenza si allontanò da me, che osservavo tutto, cercando di mantenere la calma. Qualche volta lanciavo delle occhiate al mio riflesso non ben definito e le venature non andavano più via. Provai a respirare con più profondità, ma non ci riuscii completamente.
"Mi ricordi come hai guadagnato la tua fortuna, Stark?" Chiese acido Fury.
"Se fabbricasse ancora armi, Stark sarebbe sommerso di-" Captain America avanzò di qualche passo, ma venne subito interrotto da Tony.
"Un momento, sono io al centro dell'attenzione?" Tony si rivolse al Capitano.
"Perché? Non lo sei sempre?" Steve inarco le sopracciglia, provocando l'uomo più ambizioso e irritabile del pianeta.
"Pensavo che gli umani fossero migliorati." Guardammo tutti Thor, tranne il Capitano e Stark che si fissavano minacciosamente. 
"Scusa, noi siamo venuti da voi e abbiamo fatto saltare tutto in aria?" Fury era al culmine della pazienza.
"Tratti i tuoi campioni con immensa sfiducia."
"Siete davvero così ingenui? Lo S.H.I.E.L.D. capta numerose minacce!" Si intromise la voce di Natasha Romanoff in mezzo a tutto quel vociare e parlottare che non mi aiutavano affatto a mantenere la calma, anzi, succedeva l'esatto opposto.
"Captain America controlla le minacce?" Si aggiunse pure Banner.
"Tutti noi lo facciamo." Dissi io senza pensarci.
"Tu parli di controllo, tuttavia cerchi il caos." Disse Thor rivolgendosi a Fury.
"Ci credavate una squadra?!" Tutti si zittirono e fissarono Banner. "No, siamo un gruppo di persone anormali che portano il caos. Siamo, pronti ad esplodere!" Fury avanzò verso Banner. Ecco che tutti riniziarono a parlottare e a parlare.
"Adesso basta!" Gridai esausta, catturando l'attenzione di tutti, facendo cadere un silenzio per svariati secondi. "Vi rendete conto che a poche stanze da qua c'è una persona che vuole che fra noi succeda questo?!" Mi conoscevo bene, sapevo che i miei occhi erano diventati neri, sentivo i canini graffiarmi il labbro. Tutti mi fissavano allarmati. "Litigare non serve a nulla, più litighiamo, più il dottor Banner rischia di scatenare in sé... l'altro, e non è altro che quello che Loki vuole!" Chiusi gli occhi, voltandomi. Mi vergognavo del mio aspetto. Cercai di calmarmi, ma quando Steve poggiò la sua mano sulla mia spalla mi voltai di scatto verso di lui urlandogli: "Non mi toccare!" Avevo le ginocchia un po' piegate e il busto proteso in avanti. Ero terribile. Ero un mostro.
"Agente, deve allontanarsi." La stessa paura di Fury la sentii nelle mie vene, "Stessa cosa vale anche per lei, Banner." 
"Certo!" Sbottai ad alta voce e le mie ali uscirono dalla mia schiena con una volontà propria, facendo cadere vari oggetti a terra. "Dato che siamo soggetti che non sanno mantenere la calma dobbiamo allontanarci, mi pare più che ovvio!"
"Perché non si dovrebbero scaricarsi un po'?" Disse Tony, poggiando una mano sulla spalla del Capitano, quest'ultimo si ritirò.
"Sai benissimo il perché e toglimi di dosso le mani!" Riecco che iniziava il casino.
"Oh, ti è venuto per caso qualche livido?" Lo prese in giro Stark.
"Già.." il Capitano iniziò a girare attorno a Stark. "Sei grosso con l'armatura.." Si fermò davanti a lui a un giro completo,"..ma senza di quella, cosa sei?"
"Un genio miliardario playboy filantropo." Guardarli litigare mi distraeva un po', ripresi il controllo del mio corpo e ritornai miracolosamente come sempre. 
"Conosco uomini modesti che valgono dieci volte te." Il viso di Stark si faceva sempre più serio e tutti eravamo silenziosi a fissarli. "Ho visto i filmati, l'unico motivo per cui combatti è per te stesso, non sei il tipo votato al sacrificio, che si stende sopra un filo spinato perché gli altri possano passare."
"Io il filo spinato lo taglierei." Ribatté Tony.
"Sempre una via d'uscita." Steve fece una pausa. "Forse tu non sarai una minaccia, ma ti conviene smetterla di giocare al supereroe."
"Un eroe? Come te?" Stark inarcò un sopracciglio, pronto a provocare. "Sei un esperimento di laboratorio, Rogers, tutto quello che c'è in te di speciale è uscito da un'ampolla." Stark fece un passo avanti minaccioso. Okay, era arrivato il momento di intervenire.
"Okay, voi due, basta." Mi avvicinai a Tony, ma nessuno parve accorgersi di me.
"Metti l'armatura, divertiamoci un po'." Propose minaccioso Steve.
"Va bene donnette, adesso basta." Niente, non ascoltavano. Cercai di non prendermela sul serio o sarei scoppiata come prima e non sarei riuscita a riprendere controllo di me una seconda volta.
"Siete veramente ridicoli e meschini!" Thor ridacchiò prima di parlare. 
"Sì, una bella squadra." Disse ironicamente Banner. Io mi ero calmata almeno un po', ma Banner era lo stesso di due minuti fa.
"Agente Romanoff, vuoi scortare il dottor Banner-"
"Dove? Hanno affittato la mia stanza!" Disse nervosamente Banner.
"La cella era stata fatta nel caso-"
"Nel caso in cui volevate uccidermi, ma non potete e lo so perché ci ho provato!" Rimanemmo tutti in silenzio da quella scioccante affermazione.
"Che vuol dire? Hai tentato il suicidio?" Chiesi sconvolta.
"Sì, sparandomi una pallottola in bocca, ma l'altro la sputò. Così sono andato avanti, mi sono concentrato sull'aiutare il prossimo, ero bravo. Poi mi portate in questo circo di fenomeni da baraccone mettendo tutti a rischio." 
"Vuole sapere il mio segreto Agente Romanoff, sapere come faccio a mantenere la calma?"
"Dottor Banner, metta giù lo scettro." Senza accorgercene, il dottore aveva preso in mano lo scettro di Loki. Lo guardammo tutti interrogativi e confusi, ma gli occhi di tutti finirono negli schermi che mandavano degli allarmi a codice rosso. Mi allontanai verso uno schermo olografico qualsiasi, iniziando a digitare codici per verificare di che si trattasse.
"Beccato." Disse Stark con un umorismo non adatta alla situazione.
"Spiacenti ragazzi, a quanto pare non vedrete il mio trucchetto." Banner mollò lo scettro sul tavolo e mi si avvicinò, anch'egli con il mio stesso obbiettivo.
"Qualcuno si sta avvicinado all'Helicarrier." Dissi io richiamando l'attenzione di tutti.
Thor e Natasha si avvicinarono a me e a Banner, mentre Captain America fermava Tony.
"Hey, non puoi andare da solo!"
"Che c'è? Vuoi fermarmi?"
"Metti l'armatura." Ordinò Steve a Tony.
"Non ho paura di picchiare un vecchietto."
"Metti l'armatura." Ripeté minacciosamente. In un attimo finimmo tutti a terra spinti da un'onda d'urto proveniente da una bomba dall'esterno. Una fitta al braccio mi fece gemere di dolore, capii che si trattava di un piccolo pezzo di vetro conficcato al braccio. Lo afferrai e me lo tolsi,gettandolo via. 
"Metti l'armatura." Consigliò il Capitano dopo che si rimise in piedi insieme a Tony.
"Sì, ottima idea.. Artemis, vieni!" Mi chiamò Tony. Captain America si avvicinò a me e mi aiutò ad alzarmi, feci segno a Steve di allontanarsi e feci da sola anche se un bruciore terribile mi attraversava la spalla; dopo di che corremmo con Tony verso la sala dove teneva l'armatura per poi correre ad aggiustare il danno causato ad uno dei motori. C'era il serio rischio che l'Helicarrier precipitasse.
Dopo che Tony si mise l'armatura da Iron Man, mi parlò.
"E' meglio che tu vada da Loki, va a vedere se qualcuno cerca di tirarlo fuori e lo trattieni." L'idea di Iron Man mi convinse e feci come disse.
"Okay, vado!" Mi voltai, i miei occhi cercarono quelli del Capitano che teneva una presa ferrea sul mio polso.
"Sta attenta." Si avvicinò a me e i suoi occhi fecero capolino dai miei, alle mie labbra e viceversa.
"No, tu cerca di rimanere vivo." Mi avvicinai a lui e le nostre labbra fusero, lui avvolse il mio bacino con le sue possenti braccia e poggiai le mie mani sulle sue guance.
Un bacio giusto, né casto, né passionale, solo delicato e dolce.
"Oh, insomma, piccioncini!!" Si lamentò Iron Man. Aprimmo gli occhi e ci allontanammo, mi misi a correre verso la cella di Loki e solo in quel momento mi accorsi di essere disarmata e per giunta anche ferita.
Perfetto, commentai sarcastica nella mia mente, che proprio il sarcasmo era una di quelle cose di cui si poteva fare a meno in quel momento.
 
Solcai la porta e rimasi involontariamente immobile sul mio posto quando vidi Loki fuori dalla cella e Thor al suo posto.
"Loki, nooo!" Urlai. Il dio si voltò verso di me, sorpreso dalla mia presenza, ma poi mi sorrise, come se la situazione lo divertisse. Aveva in mano il suo scettro.
Avrei dovuto tacere e cercare di prendere le mie spade senza farmi vedere, maledizione
Loki premette sullo schermo e in un attimo sotto la cella dov'era rinchiuso Thor si aprì un varco e fu completamente inghiottito dall'aria.
"No!" Urlai il suo nome, corsi verso le ringhiere appoggiandomici, appena arrivata non ebbi tempo di vedere fuori perché la porta si chiuse. Mi voltai verso Loki, il mio sguardo era tagliente e gelido.
"Te la sei cercata tu." La mia voce lo fece solo ghignare con divertimento.
"Oh, non credo proprio." Disse con un sorriso che mi mise decisamente paura. Mi puntò lo scettro contro ed esso lanciò dalla mia direzione una bolla piena di energia: mi gettai a terra e mi sollevai con le braccia, ignorando il dolore alla spalla. Non appena fui sicura di aver schivato l'attacco corsi verso la direzione di Loki, ma solo poco più distante, arrivata infondo alla stanza presi le mie due spade e mi voltai verso di lui, restando immobile, stando attenta alle sue mosse e ai suoi movimenti. Incrocia davanti a me le due lame con fare minaccioso.
"Sei brava a schivare i colpi..." Ammise complimentandosi con me, si avvicinò di qualche passo e con le dita sfiorò l'estremità appuntita dello scettro. Non ero pronta per scontrarmi contro di lui, il bruciore alla spalla era troppo forte e dalla ferita uscivano fiotti di sangue e questo mi indeboliva sempre di più. "Sei ferita." Osservò indicando con lo scettro il mio braccio. Nemmeno il tempo di scansare l'enorme bolla, che mi ritrovai a terra disarmata, con la testa che girava disumana. Quando cercai di recuperare almeno un'arma la mia bocca rilasciò in aria gemiti di dolore. Mi immoblilizzai quando sentii la risata cupa e crudele di Loki molto vicina a me. Rotolai, sdraiandomi a pancia in su, alla mia destra, lui era lì, a ridersela di gusto. Respirai profondamente, mi feci forza e presi la spada che stava a qualche centimetro dalla mia mano, impugnai l'elsa e mi misi in piedi, cercando di colpirlo nel petto ma lui si scansò in tempo, fu così che iniziò un duello a tutti gli effetti.
Era dannatamente bravo, agile e veloce.
Mi prese alla sprovvista: con la sua stretta ferrea afferrò il mio polso, aprii di scatto la mano fecendo cadere la spada a terra in un tonfo assordante. Cercai di liberarmi dandogli un calcio fra le gambe, ma era troppo forte e mi schivò senza problemi. Sgranai gli occhi quando capii ciò che voleva fare: mi stava per soggiogare. Prima che la punta dello scettro potesse toccare il mio petto vidi Loki cadere a terra vittima da un'arma da fuoco. Voltai gli occhi a sinistra: Phil Coulson con in mano un fucile alimentato dal Tesseract. Involontariamente caddi a terra, con le forze che venivano sempre meno.
"Figlio di puttana." Disse tra i denti Phil mentre si dirigeva verso me. 
"Agente, si sente bene?" Phil si inginocchiò di fianco a me.
"Pensi a l-lui." Parlavo affaticata, tra un gemito e l'altro.
Stavo perdendo troppo sangue. Phil toccò la ferita alla spalla, ritirando la mano con le dita piene di sangue fresco. Qualcosa dentro, oltre alla spalla, mi stava bruciando le ossa e i muscoli. In qualche modo, la bolla di energia blu che Loki mi aveva lanciato prima mi stava intorpidendo pian piano tutti i muscoli, dato che non bastava una ferita profonda alla spalla. Il petto si abbassava e alzava velocemente, cercai di issarmi su, ma con scarsi risultati. Improvvisamente Phil gemette di dolore e sgranò gli occhi così tanto che essi stavano per uscirgli dalle orbite. Abbassai lo sguardo sul suo petto: aveva una lama che gli usciva dal petto. Vidi l'arma ritirarsi dal suo petto  e Coulson cadere a terra sulla mia pancia, morto. Alzai gli occhi su di Loki. 
Aveva appena ucciso Phil.
 Spostò i suoi occhi da lui a me. Presa dalla rabbia e dall'istinto spostai il corpo di Phil e afferrando nuovamente la mia spada mi alzai, ferendo Loki al braccio: niente di che, solo un taglio. Loki rise di gusto e inspiegabilmente finii ancora a terra senza aria nei polmoni. Faticavo a respirare, Loki mi stava facendo qualche incantesimo.
Stavo soffocando.
Stavo morendo.
Avevo fallito.
Miracolosamente Loki provò pena per me e ricominciai a respirare. Lui mi guardava con una strana aria negli occhi, come se stesse per decidere della mia vita.
Incredibile, la mia vita era nelle mani di un pazzo assassino.
"Mh, sono tentato." Sentii dire, si abbassò con le ginocchia e il suo viso fu più vicino al mio che faticava ancora a respirare per bene. "Lasciarti in vita, ucciderti o soggiogarti." Piegò la testa di lato e mi squadrò per un po'. 
Allungò una mano sul mio viso, accarezzandolo con un dito. Tremai sotto il suo tocco ed ebbi per la prima volta paura di lui. Il suo dito scese avido fino ai miei seni. Provai ripudio per lui, ero immobile, poiché ero sicuramente sotto un altro dei suoi incantesimi. Quando la sua mano indugiò lì non ci pensai due volte a sputare sul suo viso.
Loki ritirò subito la mano, ridendo, si asciugò.
"Oh, eccitante." Ridacchiò ancora, alzandosi.
"Mio signore." Sentii dire da un'altra voce da me sconosciuta. "Siamo pronti a ritornare sul get, altri ordini?
"Sì, la ragazza viene con noi." Disse per poi allontanarsi da me.
Non riuscivo più a muovermi, come se fossi sotto effetto di un'anestesia.
Vedevo offuscato e respiravo a fatica, la voce mi era morta nella gola. Sentii il corpo andare in fiamme quando delle braccia mi sollevarono dal pavimento metallico. 
Volevo ribellarmi, volevo combattere, ma la debolezza fu più forte di me.




Buona sera <3

Avrei dovuto pubblicare questo capitolo sabato! Scusate per il ritardo, scussssate davvero D:
Comuuunuqe.. Fatemi sapere: di che cosa ne pensate questo capitolo? Vi piace? La parte che vi ha colpito di più? Il bacio tra Artemis e il Capitano? E ora che Loki ha deciso di rapire Artemis, che succederà?
Voglio sapere le vostre opinioni e le vostre idee!
Recensite pure, u.u


Ora scappo,

Alla prossima ;)
 
  
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