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Autore: BellaSwan95    29/06/2008    2 recensioni
"Avevo amato la mia vita. L’avevo apprezzata più di qualsiasi altra cosa. La mia vita con mia madre,Phil … La mia vita nella calda e soleggiata Phoenix … Ma la mia vita si era interrotta all’improvviso …"
Genere: Romantico, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billy Black, Charlie Swan, Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Allora … eccovi quest’latro capitolo …

Purtroppo oggi non posso dilungarmi molto nei ringraziamenti e cose varie …

Ma prometto che mi farò perdonare la prossima volta! =)

 

Beh … magari un semplice grazie a chi ha commentato e aggiunto ai preferiti .. !

 

-Sara (questo capitolo l’ho scritto ascoltando the bella’s lullaby ,cioè river flows in you di yiruma … )

 

Netto Contrasto

(Edward & Bella)

 

 

 

Edward

 

-Dove andremo?-

Guardai Bella con un’espressione sorpresa dipinta sul volto. Possibile che non si fosse lasciata impressionare dal mio racconto di ciò che era accaduto poco prima con la mia famiglia? No,sembrava pienamente cosciente delle sue parole.

-Bella, pensavo che avresti preso le loro parti.-

Si strinse nelle spalle,mentre una folata di vento improvviso le accarezzò violentemente il volto.

-Non voglio essere presa come un’arma qualsiasi che viene sfruttata nel momento del bisogno.- rispose,con un tono di voce duro,che mi fece intendere l’arrivo di una possibile reazione esagerata.

-Ne sei sciura,Bella?-

-Ovvio.-

Sorrisi,ma non nascosi il mio entusiasmo,non quella volta.

Bella aveva qualcosa di speciale,qualcosa che mi attirava a lei come la forza di gravità,ed adoravo quella sensazione. Sapere che non sarebbe scomparsa all’improvviso con un possibile schieramento dalla parte dei licantropi,non poté far  altro che rincuorarmi.

-Ok,ma dove andremo?- sbottò all’improvviso,lasciandosi sfuggire una risatina isterica.

-Non lo so … - ammisi,vagamente imbarazzato.

-Quanto tempo abbiamo?-

-Non ne ho la minima idea,ma suppongo meno di ventiquattro ore. –

Si irrigidì e per un istante non desiderai fare altro che stringerla fra le mie braccia.

Ma il mio autocontrollo me lo impedì. A volte lo odiavo.

-Edward,fatti venire un’idea prima di domani.- sibilò,riducendo gli occhi a due piccole fessure.

Fui sul punto di ribattere,chiedendole perché tutta questa avversione così all’improvviso,ma me ne stetti semplicemente a rimirarla mentre si ritirava nuovamente nella casa dei Black.

 

 

                                                                         ***

Bella

 

La mattina seguente mi svegliai con la mente piuttosto annebbiata,quasi incosciente di ciò che fosse accaduto dei giorni precedenti. E poi a mano a mano le immagini cominciarono a riaffiorare velocemente: Edward che spuntava dai folti cespugli presentandosi ai miei occhi come la creatura più bella di questo mondo; i nostri discorsi tanto assurdi e bizzarri quanto eccitanti; la nuotata nelle acque di First Beach; i suoi occhi dorati che mi trafiggevano dolcemente; il racconto della sera precedente della sua discussione con la famiglia.

Mi chiesi quanti giorni fossero trascorsi … forse due o tre,ma in realtà quell’arco di tempo pareva essere durato secoli,millenni … Cominciai a pensare di aver perso la concezione del tempo.

-Ben svegliata.-

Aprii rapidamente gli occhi,sbattendo più volte le palpebre, e lo vidi proteso sul mio volto,a pochi centimetri di distanza … Fui quasi sul punto di domandargli come avesse dormito,ma un altro suo discorso mi tornò alla mente in fretta e furia … Loro non dormivano.

Mi chiesi che sensazione fosse …

Ed istintivamente rabbrividii.

-Vuoi fare colazione?-

Ma io evitai prontamente la sua domanda,- Ti sei fatto venire qualche idea? –

Si rabbuiò in volto e temetti il peggio.

La sua espressione mi fece intendere che non era arrivato a nessuna conclusione.

-Edward … - sospirai,chiedendomi quanto tempo ci rimanesse.

-Bella, e se non ce ne andassimo? Se restassimo qui,in questa puzzolente casa di licantropi?- suggerì esasperato.

Doveva esserlo veramente se mi proponeva ciò.

-Stai scherzando,vero?-

Scosse  impercettibilmente la testa.

-Stai dicendo che oseresti metterti contro la tua cara sorellina veggente?- sbottai,sul punto di dare in escandescenze.

-Bella,non sappiamo dove andare, e anche se ci venisse in mente un luogo … un qualsiasi posto in questo dannato mondo … non faremmo in tempo a nasconderci.- spiegò,la voce ridotta ad un sussurro,- A quest’ora,secondo i piani di Alice,avremmo dovuto essere già lontani.-

-Quindi?-

-Quindi … quindi non ci rimane che segregarci in questa catapecchia … - concluse,sospirando rumorosamente.

Lo osservai per diversi minuti,seduto con aria pensosa all’altro capo dell’unico letto di casa Black, e fu la sua espressione ad irritarmi in modo particolare.

-Edward!- gridai,facendolo trasalire,- Dimmi che è uno scherzo! Non puoi arrenderti così,non possiamo ..!! Non dobbiamo voltare le spalle alla tua famiglia,Alice ci ha dato delle disposizioni ben precise e …. –

Le parole mi si soffocarono in gola,bloccate da un irremovibile nodo.

Solo quando Edward si voltò preoccupato nella mia direzione,mi accorsi del mio corpo scosso da violenti singhiozzi. Non riuscii a ricacciare indietro quelle stupide lacrime,che ora mi solcavano le guancie imperterrite … tentai di asciugarle con il dorso della mano,ma subito venivano sostituite da altre. A quel punto mi abbandonai al mio pianto isterico,lasciandomi sprofondare tra i soffici cuscini del letto.

-Bella … - sussurrò Edward,rizzandosi in piedi e raggiungendomi con fare agitato.

Non mi sforzai nemmeno di respingerlo mentre si chinava per attirarmi a sé e stringermi in un abbraccio soffocante. Appoggiai esausta il volto contro la sua spalla,inumidendo la sua camicia delle mie lacrime amare. Una sua mano arrivò prontamente a carezzarmi i capelli,ed ogni suo tocco era un nuovo brivido che mi pervadeva il corpo.

Le lacrime non cessavano di rigarmi il volto,ma oramai non me ne curavo più … sentivo che tra quelle braccia avevo trovato il mio rifugio. Il rifugio che avevo attesa da tanti anni.

E quello stesso rifugio aveva aspettato il mio arrivo.

 

 

I giorni trascorsero velocemente,e finalmente mi lasciai convincere dall’idea di Edward di restare nel territorio di La Push. Al minimo sentore dell’arrivo dei licantropi saremmo scappati in fretta e furia. Non riuscivo ancora a capacitarmi dell’assurdità di quel piano,nato semplicemente perché non ci eravamo dati da fare sin dall’inizio .. se fossimo partiti la notte stessa dell’avvertimento di Alice,in quel momento saremmo stati al sicuro da qualche parte in Alaska,nel Montana,o addirittura in Canada .. un bel posticino nell’Ontario.

Eppure allo stesso tempo l’idea di restare in un luogo che conoscevo alla perfezione riusciva a risollevarmi e la presenza di Edward era ormai diventata vitale.

 

Troppe volte mi domandai che fine avessero fatto i licantropi … Alice aveva detto che in poco tempo si sarebbero apprestati a raggiungermi per impiegarmi nella battaglia,ma niente traccia né scia,a sentire Edward.

C’era qualcosa di strano in tutto ciò,e in più temevamo che anche i Cullen sarebbero potuti spuntare da un momento all’altro,rimproverandoci il fatto di non essere fuggiti.

 

Ovviamente nessuna traccia neanche di loro ed Edward si fidava del mio fiuto.

Era una situazione fin troppo bizzarra,ma non avevamo la minima intenzione di sfidare il destino apprestandoci a raggiungere i boschi di Forks per una rapida controllatina alla battaglia in corso.

In quel periodo solo lo sconcio calendario appeso nel salotto di casa Black riuscì a farmi mantenere aggiornata sullo scorrere veloce del tempo.

Settembre …  ottobre …

Eravamo appena agli inizi di novembre e il freddo pungente proveniente da Forks cominciava a farsi sentire.

-Solitamente,quanto dura una battaglia del genere?- domandai ad Edward una sera di inizio Novembre,seduti in spiaggia,illuminati solo dalla fioca luce della luna.

-Non vi è un limite si tempo … - spiegò,quasi divertito,- potrebbe andare avanti per anni ed anni … finché ovviamente non si giunge alla proclamazione di un vincitore.-

Annuii,avviluppandomi ancora di più nella leggera giacca nera che avevo indossato.

Edward mi rifilò un’occhiata interessata,e notando che il mio corpo continuava ad essere scosso dai tremiti,si allungò per passarmi anche la sua giacca,ma la parte più nobile di me mi spinse a rifiutarla.

-Io non sento freddo,Bella.-

-Se è per questo neanche io dovrei … - mormorai preoccupata,pensando alla temperatura corporea dei licantropi.

-Andiamo … potresti essere solo stanca … - mi rassicurò,avvicinandosi e sedendosi a pochi centimetri di distanza da me.

-Tu dici? A me sembra qualcosa di decisamente più anomalo … -

-Anomalo?-

-Edward,ti è mai capitato di sentire caldo?- sbottai,irritata.

Scosse la testa,sorridendo appena. – Ecco,appunto.- ribattei,rivolgendo lo sguardo alle onde spumeggianti che si infrangevano sulla costa.

-Bella …  non te la prendere … - bisbigliò,e sentii la sua voce più vicina del dovuto.

Voltandomi notai che oramai i nostri volti erano assurdamente vicini,troppo vicini .. quella vicinanza avrebbe rischiato di farmi impazzire …

Non osai distogliere lo sguardo,ma lo intensificai,soffermando mi a  rimirare ancora una volta tanta bellezza. Le sue sopracciglia erano leggermente aggrottate,e infatti notai che mi stava scrutando con un’aria quasi preoccupata;le labbra perfette quasi distese in un sorriso; nel complesso sembrò ancora una volta un dio sceso dal cielo.

 

-Sono felice di averti conosciuta,Bella.- mi alitò,i nostri volti che oramai distavano pochi millimetri.

Annuii,incantata,come per ricambiare il suo stesso entusiasmo.

Continuò a scrutarmi con aria interrogativa per diversi secondi …

Pretendeva forse che rispondessi? Oh beh … in quelle condizioni mi era praticamente impossibile.

-Non avrei immaginato che roba del genere potesse accadere veramente..- sopraggiunse di nuovo,con aria sognante.

-Che intendi dire?- riuscii finalmente a domandare,la voce strozzata dall’eccitazione.

-Non ho mai creduto a tutte quelle romanticherie di Alice … Rosalie … Jasper … - e supposi che anche a lui si fossero soffocate le parole in gola.

Oramai la vicinanza era troppa.

Non riuscivo più a resistere.

Sentivo il suo sguardo addosso.

Io ricambiavo con un’occhiata che sarebbe dovuta risultare dolce,ma mi chiesi se non fosse stupida e banale …

Che importanza aveva poi in quel momento?

Chiusi prudentemente le palpebre degli occhi e lasciai che le sue labbra caste,sottili premessero sulle mie con delicatezza innaturale.

Gemetti impercettibilmente e  non mi curai del sangue che aveva cominciato ad affluire alle guancie,oramai in quel dannato mondo,come lo chiamava lui, non esistevamo altro che noi due.

Una sua mano raggiunse delicatamente la mia vita e cingendola con un braccio,mi strinse ancora di più a sé.

Quel bacio,che pareva non aver infine,cominciò a darmi le vertigini.

Ogni punto del mio volto che veniva anche solo sfiorato dalle sue mani prudenti si lasciava dietro una scia ardente,calorosa,nettamente in contrasto con la sua pelle fredda,ghiacciata …

Lasciai vagare anche le mie mani per il suo volto,attorcigliai le dita attorno ai soffici capelli ramati,mentre lui faceva scorrere le sue dita lungo le mi guancie colorate di un bel rosso porpora.

 

-Bella?- sussurrò il mio nome così dolcemente che sembrò quasi un’illusione.

-Sì?- mormorai ansimando,e incatenando il mio sguardo al suo.

 

Non rispose,ma si limitò a sorridere compiaciuto,come se mi avesse richiamato all’attenzione solo per constatare che fossi ancora viva.

Ovviamente le probabilità che resistessi per oltre un minuto di più in quella situazione erano scarsissime …

Mi lambì dolcemente il labbro inferiore,e quando dischiuse nuovamente le labbra perfette,rosee e che creavano un leggero contrasto con le mie,riprese a parlare,la voce ridotta ad un sussurro.

 

Non gli prestai molta attenzione …

Ora ero io a desiderare che quel momento si prolungasse all’infinito.

 

  
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