Allora
… eccovi quest’latro capitolo …
Purtroppo
oggi non posso dilungarmi molto nei ringraziamenti e cose varie
…
Ma
prometto che mi farò perdonare la prossima volta! =)
Beh
… magari un semplice grazie a chi ha commentato e aggiunto ai preferiti ..
!
-Sara
(questo capitolo l’ho scritto ascoltando the bella’s lullaby ,cioè river flows
in you di yiruma … )
Netto
Contrasto
(Edward
& Bella)
Edward
-Dove
andremo?-
Guardai Bella con
un’espressione sorpresa dipinta sul volto. Possibile che non si fosse lasciata
impressionare dal mio racconto di ciò che era accaduto poco prima con la mia
famiglia? No,sembrava pienamente cosciente delle sue
parole.
-Bella, pensavo che avresti
preso le loro parti.-
Si strinse nelle
spalle,mentre una folata di vento improvviso le accarezzò violentemente il
volto.
-Non voglio essere presa
come un’arma qualsiasi che viene sfruttata nel momento del bisogno.- rispose,con
un tono di voce duro,che mi fece intendere l’arrivo di una possibile reazione
esagerata.
-Ne sei
sciura,Bella?-
-Ovvio.-
Sorrisi,ma non nascosi il
mio entusiasmo,non quella volta.
Bella aveva qualcosa di
speciale,qualcosa che mi attirava a lei come la forza di gravità,ed adoravo
quella sensazione. Sapere che non sarebbe scomparsa all’improvviso con un
possibile schieramento dalla parte dei licantropi,non poté far altro che
rincuorarmi.
-Ok,ma dove andremo?- sbottò
all’improvviso,lasciandosi sfuggire una risatina
isterica.
-Non lo so … -
ammisi,vagamente imbarazzato.
-Quanto tempo
abbiamo?-
-Non ne ho la minima idea,ma
suppongo meno di ventiquattro ore. –
Si irrigidì e per un istante
non desiderai fare altro che stringerla fra le mie
braccia.
Ma il mio autocontrollo me
lo impedì. A volte lo odiavo.
-Edward,fatti venire un’idea
prima di domani.- sibilò,riducendo gli occhi a due piccole
fessure.
Fui sul punto di
ribattere,chiedendole perché tutta questa avversione così all’improvviso,ma me
ne stetti semplicemente a rimirarla mentre si ritirava nuovamente nella casa dei
Black.
***
Bella
La mattina seguente mi
svegliai con la mente piuttosto annebbiata,quasi incosciente di ciò che fosse
accaduto dei giorni precedenti. E poi a mano a mano le immagini cominciarono a
riaffiorare velocemente: Edward che spuntava dai folti cespugli presentandosi ai
miei occhi come la creatura più bella di questo mondo; i nostri discorsi tanto
assurdi e bizzarri quanto eccitanti; la nuotata nelle acque di First Beach; i
suoi occhi dorati che mi trafiggevano dolcemente; il racconto della sera
precedente della sua discussione con la
famiglia.
Mi chiesi quanti giorni
fossero trascorsi … forse due o tre,ma in realtà quell’arco di tempo pareva
essere durato secoli,millenni … Cominciai a pensare di aver perso la concezione
del tempo.
-Ben
svegliata.-
Aprii rapidamente gli
occhi,sbattendo più volte le palpebre, e lo vidi proteso sul mio volto,a pochi
centimetri di distanza … Fui quasi sul punto di domandargli come avesse
dormito,ma un altro suo discorso mi tornò alla mente in fretta e furia … Loro
non dormivano.
Mi chiesi che sensazione
fosse …
Ed istintivamente
rabbrividii.
-Vuoi fare
colazione?-
Ma io evitai prontamente la
sua domanda,- Ti sei fatto venire qualche idea?
–
Si rabbuiò in volto e
temetti il peggio.
La sua espressione mi fece
intendere che non era arrivato a nessuna
conclusione.
-Edward … -
sospirai,chiedendomi quanto tempo ci rimanesse.
-Bella, e se non ce ne
andassimo? Se restassimo qui,in questa puzzolente casa di licantropi?- suggerì
esasperato.
Doveva esserlo veramente se
mi proponeva ciò.
-Stai
scherzando,vero?-
Scosse impercettibilmente la
testa.
-Stai dicendo che oseresti
metterti contro la tua cara sorellina veggente?- sbottai,sul punto di dare in
escandescenze.
-Bella,non sappiamo dove
andare, e anche se ci venisse in mente un luogo … un qualsiasi posto in questo
dannato mondo … non faremmo in tempo a nasconderci.- spiegò,la voce ridotta ad
un sussurro,- A quest’ora,secondo i piani di Alice,avremmo dovuto essere già
lontani.-
-Quindi?-
-Quindi … quindi non ci
rimane che segregarci in questa catapecchia … - concluse,sospirando
rumorosamente.
Lo osservai per diversi
minuti,seduto con aria pensosa all’altro capo dell’unico letto di casa Black, e
fu la sua espressione ad irritarmi in modo
particolare.
-Edward!- gridai,facendolo
trasalire,- Dimmi che è uno scherzo! Non puoi arrenderti così,non possiamo ..!!
Non dobbiamo voltare le spalle alla tua famiglia,Alice ci ha dato delle
disposizioni ben precise e …. –
Le parole mi si soffocarono
in gola,bloccate da un irremovibile nodo.
Solo quando Edward si voltò
preoccupato nella mia direzione,mi accorsi del mio corpo scosso da violenti
singhiozzi. Non riuscii a ricacciare indietro quelle stupide lacrime,che ora mi
solcavano le guancie imperterrite … tentai di asciugarle con il dorso della
mano,ma subito venivano sostituite da altre. A quel punto mi abbandonai al mio
pianto isterico,lasciandomi sprofondare tra i soffici cuscini del
letto.
-Bella … - sussurrò
Edward,rizzandosi in piedi e raggiungendomi con fare
agitato.
Non mi sforzai nemmeno di
respingerlo mentre si chinava per attirarmi a sé e stringermi in un abbraccio
soffocante. Appoggiai esausta il volto contro la sua spalla,inumidendo la sua
camicia delle mie lacrime amare. Una sua mano arrivò prontamente a carezzarmi i
capelli,ed ogni suo tocco era un nuovo brivido che mi pervadeva il
corpo.
Le lacrime non cessavano di
rigarmi il volto,ma oramai non me ne curavo più … sentivo che tra quelle braccia
avevo trovato il mio rifugio. Il rifugio che avevo attesa da tanti
anni.
E quello stesso rifugio
aveva aspettato il mio arrivo.
I giorni trascorsero
velocemente,e finalmente mi lasciai convincere dall’idea di Edward di restare
nel territorio di La Push. Al minimo sentore dell’arrivo dei licantropi saremmo
scappati in fretta e furia. Non riuscivo ancora a capacitarmi dell’assurdità di
quel piano,nato semplicemente perché non ci eravamo dati da fare sin dall’inizio
.. se fossimo partiti la notte stessa dell’avvertimento di Alice,in quel momento
saremmo stati al sicuro da qualche parte in Alaska,nel Montana,o addirittura in
Canada .. un bel posticino nell’Ontario.
Eppure allo stesso tempo
l’idea di restare in un luogo che conoscevo alla perfezione riusciva a
risollevarmi e la presenza di Edward era ormai diventata
vitale.
Troppe volte mi domandai che
fine avessero fatto i licantropi … Alice aveva detto che in poco tempo si
sarebbero apprestati a raggiungermi per impiegarmi nella battaglia,ma niente
traccia né scia,a sentire Edward.
C’era qualcosa di strano in
tutto ciò,e in più temevamo che anche i Cullen sarebbero potuti spuntare da un
momento all’altro,rimproverandoci il fatto di non essere
fuggiti.
Ovviamente nessuna traccia
neanche di loro ed Edward si fidava del mio
fiuto.
Era una situazione fin
troppo bizzarra,ma non avevamo la minima intenzione di sfidare il destino
apprestandoci a raggiungere i boschi di Forks per una rapida controllatina alla
battaglia in corso.
In quel periodo solo lo
sconcio calendario appeso nel salotto di casa Black riuscì a farmi mantenere
aggiornata sullo scorrere veloce del tempo.
Settembre … ottobre
…
Eravamo appena agli inizi di
novembre e il freddo pungente proveniente da Forks cominciava a farsi
sentire.
-Solitamente,quanto dura una
battaglia del genere?- domandai ad Edward una sera di inizio Novembre,seduti in
spiaggia,illuminati solo dalla fioca luce della
luna.
-Non vi è un limite si tempo
… - spiegò,quasi divertito,- potrebbe andare avanti per anni ed anni … finché
ovviamente non si giunge alla proclamazione di un
vincitore.-
Annuii,avviluppandomi ancora
di più nella leggera giacca nera che avevo
indossato.
Edward mi rifilò un’occhiata
interessata,e notando che il mio corpo continuava ad essere scosso dai
tremiti,si allungò per passarmi anche la sua giacca,ma la parte più nobile di me
mi spinse a rifiutarla.
-Io non sento
freddo,Bella.-
-Se è per questo neanche io
dovrei … - mormorai preoccupata,pensando alla temperatura corporea dei
licantropi.
-Andiamo … potresti essere
solo stanca … - mi rassicurò,avvicinandosi e sedendosi a pochi centimetri di
distanza da me.
-Tu dici? A me sembra
qualcosa di decisamente più anomalo … -
-Anomalo?-
-Edward,ti è mai capitato di
sentire caldo?- sbottai,irritata.
Scosse la testa,sorridendo
appena. – Ecco,appunto.- ribattei,rivolgendo lo sguardo alle onde spumeggianti
che si infrangevano sulla costa.
-Bella … non te la prendere … - bisbigliò,e
sentii la sua voce più vicina del dovuto.
Voltandomi notai che oramai
i nostri volti erano assurdamente vicini,troppo vicini .. quella vicinanza
avrebbe rischiato di farmi impazzire …
Non osai distogliere lo
sguardo,ma lo intensificai,soffermando mi a rimirare ancora una volta tanta
bellezza. Le sue sopracciglia erano leggermente aggrottate,e infatti notai che
mi stava scrutando con un’aria quasi preoccupata;le labbra perfette quasi
distese in un sorriso; nel complesso sembrò ancora una volta un dio sceso dal
cielo.
-Sono felice di averti
conosciuta,Bella.- mi alitò,i nostri volti che oramai distavano pochi
millimetri.
Annuii,incantata,come per
ricambiare il suo stesso entusiasmo.
Continuò a scrutarmi con
aria interrogativa per diversi secondi …
Pretendeva forse che
rispondessi? Oh beh … in quelle condizioni mi era praticamente
impossibile.
-Non avrei immaginato che
roba del genere potesse accadere veramente..- sopraggiunse di nuovo,con aria
sognante.
-Che intendi dire?- riuscii
finalmente a domandare,la voce strozzata
dall’eccitazione.
-Non ho mai creduto a tutte
quelle romanticherie di Alice … Rosalie … Jasper … - e supposi che anche a lui
si fossero soffocate le parole in gola.
Oramai la vicinanza era
troppa.
Non riuscivo più a
resistere.
Sentivo il suo sguardo
addosso.
Io ricambiavo con
un’occhiata che sarebbe dovuta risultare dolce,ma mi chiesi se non fosse stupida
e banale …
Che importanza aveva poi in
quel momento?
Chiusi prudentemente le
palpebre degli occhi e lasciai che le sue labbra caste,sottili premessero sulle
mie con delicatezza innaturale.
Gemetti impercettibilmente e
non mi curai del sangue che aveva
cominciato ad affluire alle guancie,oramai in quel dannato mondo,come lo
chiamava lui, non esistevamo altro che noi due.
Una sua mano raggiunse
delicatamente la mia vita e cingendola con un braccio,mi strinse ancora di più a
sé.
Quel bacio,che pareva non
aver infine,cominciò a darmi le vertigini.
Ogni punto del mio volto che
veniva anche solo sfiorato dalle sue mani prudenti si lasciava dietro una scia
ardente,calorosa,nettamente in contrasto con la sua pelle fredda,ghiacciata …
Lasciai vagare anche le mie
mani per il suo volto,attorcigliai le dita attorno ai soffici capelli
ramati,mentre lui faceva scorrere le sue dita lungo le mi guancie colorate di un
bel rosso porpora.
-Bella?- sussurrò il mio
nome così dolcemente che sembrò quasi
un’illusione.
-Sì?- mormorai ansimando,e
incatenando il mio sguardo al suo.
Non rispose,ma si limitò a
sorridere compiaciuto,come se mi avesse richiamato all’attenzione solo per
constatare che fossi ancora viva.
Ovviamente le probabilità
che resistessi per oltre un minuto di più in quella situazione erano scarsissime
…
Mi lambì dolcemente il
labbro inferiore,e quando dischiuse nuovamente le labbra perfette,rosee e che
creavano un leggero contrasto con le mie,riprese a parlare,la voce ridotta ad un
sussurro.
Non gli prestai molta
attenzione …
Ora ero io a desiderare che quel momento si
prolungasse all’infinito.