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Autore: crazy640    29/06/2008    33 recensioni
NON AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE DELLA MIA STORIA SU ALTRI SITI: WATTPAD, ARCHIVE OF OUR OWN, E SIMILI.
"L'intero ammontare del tuo debito,soltanto nei miei confronti,ammonta a settecentomila galeoni..."Quanto vale tua moglie?-gli domandò Draco.-Hermione non ha prezzo-rispose subito Ron.
Malfoy ghignò.
-Tutti hanno un prezzo,Weasley...Il tuo è settecentomila galeoni-gli disse.
N.d.A. Salve! So che nei capitoli della Fan Fiction sono presenti diversi errori di battitura ed'ortografia... Prometto che appena la vita vera sarà meno frenetica correggerò ognuno dei capitoli. Nel frattempo vi porgo le mie scuse!
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ron Weasley, Serpeverde | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Più contesti
Capitoli:
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Forbidden Passions

 

Il suono degli ultimi gemiti di piacere riempiva lo spazio angusto del ripostiglio.

Due figure,nascoste fra le scope e l'aspirapolvere e attente a non sbattere la testa contro il basso scaffale,erano intrecciati in un groviglio di braccia e gambe.

Le gambe della donna erano strette attorno alla vita dell'uomo,il vestito sollevato a lasciarle scoperte entrambe le cosce,con ancora gli slip di pizzo neri attorcigliati attorno alla caviglia sinistra.

Le braccia erano allacciate al collo dell'uomo,la schiena contro il muro e il suo corpo premuto addosso,il seno nudo contro il petto villoso.

Era sorretta da un braccio sotto le natiche mentre l'altra mano era fra i suoi capelli,le dita che la stringevano,le spingevano indietro la testa,quasi con violenza.

Ma a lei non dava il minimo fastidio,anzi era la cosa che amava di piu' in lui:quel voler imporre la sua presenza,la sua forza su di lei,anche in una situazione come quella dove a malapena riusciva ad avere il controllo di sè.

Aveva la testa nascosta sulla sua spalla,poteva sentire le labbra premerle contro la pelle calda della spalla mentre i gemiti sempre piu' accellerati le riempivano le orecchie.

-Non fermarti...Non ancora!-gli disse quasi supplicandolo.

Era sul bordo del precipizio ed aspettava soltanto una sua mossa per gettarsi con lui: gli stava tendendo la mano e quando lui l'avrebbe afferrata,si sarebbero buttati.

Anche l'uomo era nelle stesse condizioni:i pantaloni caduti alle caviglie,la camicia sbottonata e la cravatta allentata non sembrava piu' neanche lui.

Sapeva che dopo si sarebbe maledetto per aver ceduto,ma adesso non voleva pensarci,non poteva.

Gli faceva sempre lo stesso effetto,ogni volta,sempre le stesse sensazioni:ogni volta che si perdeva dentro di lei,sapeva che era questo che voleva per il resto della vita.

Poi quando la passione finiva,gli ritornava alla mente tutto quello che era successo fra loro e non riusciva a reprimere il rancore,nonostante i suoi veri sentimenti.

Era proprio questo che lo aveva spinto lì,in quello sgabuzzino,con lei:era l'odio,piu' della passione,piu' della voglia di una sveltina per rendere "accettabile" quella festa.

Allontanò la mano dai capelli della donna e lasciò che avvicinasse il viso al suo,facendo incontrare le loro labbra in un bacio famelico.

Si staccò dalle sue labbra e tornò a posarle sul torace della donna,cercando con una torsione quasi acrobatica di raggiungere il seno e di intrappolarlo.

La sentiva gemere sempre piu' forte a poca distanza dal suo orecchio e,spinto piu' dalla passione che dalla paura che qualcuno li sentisse,le posò una mano sulla bocca,ma non fu abbastanza svelto:sentiva le labbra aperte sotto le sue dita,il fiato che gli accarezzava la pelle morbida dei polpastrelli.

Lo aveva fatto altre volte,non era la prima volta che cercava di zittire quei gemiti che aveva contribuito a provocare,ed ogni volta lei faceva qualcosa che lo sorprendeva e lo lasciava senza fiato,proprio nei momenti in cui i respiri erano così preziosi.

Anche quella volta lei lo sorprese iniziando a mordere la pelle delle dita che posavano sulle sue labbra aperte con piccoli e veloci morsi,facendogli perdere del tutto quel pò di controllo che ancora conservava.

Con un'ultima spinta,che fece sbattere violentemente la schiena della donna contro il muro,entrambi raggiunsero la vetta del piacere.

Restarono qualche istante abbracciati,ascoltando il suono dei loro respiri affannati,le teste poggiate sulla spalla dell'altro,in piena rilassatezza post-orgasmica.

Poi,improvvisamente,lui si staccò allontanando la mano dal suo sedere e rimettendola in piedi.

Si allontanò di qualche passo,voltandole poi le spalle,iniziando poi a rivestirsi.

-Non dirmi che ti vergogni ancora di me?-gli domandò lei,risistemando le spalline del vestito al loro posto.

Lui non le rispose e finì di riabbottonare la camicia,per poi infilarla nei pantaloni.

La donna guardò le spalle in movimento e scosse la testa.

-Ah,ho capito...Credevo avresti aspettato il ritorno in mezzo agli altri per togliermi la parola-gli disse.

-Che abbiamo da dirci?-le chiese senza voltarsi.

-Avanti...Non farla tanto tragica!-disse cercando di sdrammatizzare lei.

Capì che non era il caso di scherzare quando lui si voltò parzialmente verso di lei e incontrò il suo sguardo:lo conosceva a memoria quello sguardo.

Lo incontrava da anni,così rancoroso e triste,riservato soltanto a lei.

Perchè era lei che lo aveva fatto soffrire,che lo aveva lasciato...

Era lei che gli aveva spezzato il cuore.

Neanche lei riusciva a crederci,vista la sua lunga conoscenza dell'uomo,ma era successo davvero:gli aveva spezzato il cuore e non sembrava intenzionato a perdonarla tanto presto.

Prima ancora di poter dire qualcosa che riportasse quella gelida armonia che ormai era la routine fra loro, si sistemò la cravatta e le lanciò una rapida occhiata.

-Io torno di là...Si staranno chiedendo che fine abbiamo fatto-le disse.

Poi si voltò ed uscì dallo sgabuzzino,lasciandola da sola nella stanza semibuia.

Chi l'avrebbe mai detto che Blaise Zabini,che nessuno mai prendeva in parola,a cui tutti imputavano un cuore di ghiaccio ed un'infinita schiera di ragazze pronte a gettarsi fra le sue lenzuola,avrebbe mantenuto la promessa che le aveva fatto quando lo aveva lasciato?

Erano passati anni,eppure ogni volta,quando lui se ne andava in quel modo facendola sentire una sgualdrina,lei le sentiva rimbombare nelle orecchie.

Gli aveva appena detto che avrebbe seguito Patric a Parigi:lo stava lasciando,mettendo fine ad una storia durata anni e che a detta di molti sarebbe sicuramente finita con il matrimonio.

E anche lei era convinta di questo,poi un giorno aveva incontrato Patric e aveva deciso di cambiare la sua vita.

Quando aveva parlato con Blaise,per cercare di salvare almeno la loro amicizia,lui l'aveva bloccata subito.

-Come posso essere amico di una persona che ha rovinato tutto quello che di bello e importante c'era nella mia vita?-le aveva chiesto.

Chi l'avrebbe mai detto che Blaise Zabini fosse così attaccato al passato?

Da allora solo silenzi e sguardi taglienti,intervallati soltanto da quei momenti di pura follia che sembravano degli uragani e che,una volta finiti,ti lasciavano a rimettere insieme i pezzi.

E anche quella volta Daphne Greengrass avrebbe dovuto lottare contro la rabbia che provava verso sè stessa per essere stata così debole e quella che provava verso Blaise,che ogni volta la faceva sentire meno di zero,incapace di perdonarle un unico sbaglio.

Finì di sistemarsi e cercò di scacciare quei pensieri inutili dalla testa:sapeva per esperienza che neanche quella volta avrebbe trovato una soluzione a quei problemi.

Quando fu certa di avere il pieno controllo sulle proprie emozioni e,ovviamente,di essere perfetta,aprì la porta dello sgabuzzino ed uscì nel corridoio.

 

 

Hermione dovette ammettere con sè stessa che si stava divertendo.

La festa era in corso già da un pò e non era poi così terribile come se l'era immaginata.

Per quasi tre quarti d'ora erano stati in giardino ad aspettare che tutti i partecipanti alla festa arrivassero,bevendo un'aperitivo,e quando finalmente anche gli altri ritardatari furono arrivati,si erano seduti a tavola:lei era capitata fra Draco e Tiger,e anche se inizialmente non era tanto contenta del suo secondo vicino di tavola,alla fine aveva dovuto ricredersi per l'ennesima volta.

Tiger non era piu' quello scimmione che Draco teneva a guinzaglio corto durante gli anni di Hogwarts:adesso era uno dei manager piu' potenti nel campo musicale magico,anche se le era ancora difficile crederlo,e averlo seduto a tavola con loro sembrava un'onore concesso a pochi;il giorno precedente era in Francia insieme ad un gruppo musicale molto in voga fra le teenagers che ora aveva "lasciato in custodia" ad un suo assistente con la promessa di ritornare entro quarantotto ore.

Durante la cena,Draco aveva fatto di tutto per renderla partecipe e per evitare che la sua estraneità alla casa delle Serpi la mettesse in cattiva luce.

-Ti ricordi quando ti sei trasformata nel mio gatto?-le aveva chiesto Millicent,lanciando la domanda come un fulmine a ciel sereno.

Aveva sperato che non se ne uscisse con quel discorso,ma adesso come doveva risponderle?

Doveva lasciar uscire il suo orgoglio Grifondoro e risponderle per le rime,o buttarla sullo scherzo visti gli anni che erano passati nel frattempo?

Perchè rovinare tutto con una scenata?

-Se me lo ricordo?Ho sputato palle di pelo per una settimana!-ricordò sorridendo amara.

Tutti i presenti,Draco compreso,risero alle sue parole e lei si congratulò con se stessa per aver scelto la seconda opzione.

-Era il terzo anno,vero?-domandò Daphne,infilando la forchetta nella sua fetta di dolce.

-Il secondo.Si era trasformata insieme a Weasley e Potter per chiedermi informazioni sulla Camera dei Segreti-rispose Draco al posto suo.

Hermione lo guardò ed incontrò due occhi divertiti.

-Che c'è?Credevi che non ci sarei arrivato da solo?

Alla fine dell'anno,quando è finito tutto è bastato fare due piu' due.

Se mi ci metto d'impegno sono bravo...-le disse.

Poi si aveva allungato il braccio sulla spalliera della sedia di Hermione,posando le dita della mano sulla spalla nuda della donna.

Lei sorrise e scosse la testa.

-Non l'ho mai messo in dubbio questo,ma se non ricordo male sei anche bravo ad incassare-lo punzecchiò.

Draco la guardò qualche istante con un'espressione incerta,che la portò a domandarsi se non si fosse spinta troppo oltre,poi vide chiaramente il suo viso illuminarsi.

Abbassò leggermente la testa verso il basso,un sorriso divertito sulle labbra.

-Stiamo parlando di quello che penso,vero?-domandò Tiger guardando i due.

Hermione si voltò a fissare il suo vicino e sorrise leggermente,incerta se era "autorizzata" a parlare di quel particolare evento davanti agli altri.

-Sì,parliamo del pugno-rispose Draco togliendola dall'indecisione.

-Che pugno?-chiese Theo curioso.

-Quello che Hermione ha dato a Draco alla fine del terzo anno-spiegò Tiger voltandosi a guardare gli altri commensali.

La mano libera di Hermione strinse quella ancora posata sulla sua spalla e intrecciò le dita con quelle lunghe e bianche di Draco,come per cercare di consolarlo per quel pugno,ma sentiva i muscoli rilassati dell'uomo sulle sue spalle,quindi era certa che lui non fosse arrabbiato.

-Lo hai preso a pugni?-domandò Pansy incredula.

-E' stato soltanto UN pugno-precisò Hermione cercando di riportare le cose al giusto livello.

Ci mancava soltanto che quella storia si ingigantisse e quello stupido pugno diventasse una fattura o una maledizione senza perdono.

-Ma sei stata molto violenta-controbattè Draco.

Hermione lo guardò,sorpresa da quelle parole e lo fissò per qualche istante,come se volesse essere certa che quello seduto accanto a lei fosse il vero Draco Malfoy e non una persona che aveva preso il suo posto durante un'attimo di distrazione.

-Tu da che parte stai?-gli domandò.

-Ehi,il pugno l'ho preso io,quindi posso dirlo che è stato forte...

Mi hai fatto venire un livido sulla mascella-le disse.

Poi con la mano libera mostrò il punto esatto dove anni prima sulla sua mascella si era formato il livido provocato dal suo colpo.

-Mi sono dovuto ricredere,non credevo fossi così forte-ammise.

Perchè adesso si sentiva in colpa?

Soltanto perchè lui aveva detto che gli aveva fatto male?

Da quando la salute di Malfoy la preoccupava a tal punto?

-Non mi ero resa conto di aver messo tanta forza...Eppure non mi sembra che il tuo viso abbia subito danni permanenti.

Per fortuna-gli disse sorridendogli.

Lui la guardò qualche istante in silenzio prima di sorridere:sapeva quanto le costava recitare quel ruolo,fingere di essere la sua compagna,sapeva anche quanto fosse difficile per lei essere circondata da gente che fino a un paio di mesi prima era convinta di odiare...

Eppure Hermione se la stava cavando alla grande,anche meglio di come aveva immaginato lui.

-Avete intenzione di sposarvi presto?-

Un'altro lampo a ciel sereno:ma era normale fra i Serpeverde?

E perchè ultimamente tutti rivolgevano loro quella domanda?

Draco aveva distolto lo sguardo da Hermione e aveva guardato Pansy,che aveva rivolto la domanda e l'aveva fissata qualche istante.

-Come scusa?-chiese.

-Hai sentito benissimo-ribattè lei.

-E' da imputare al tuo anniversario questa domanda?

Magari il ricordo dell'addio al nubilato comincia a farsi sentire,la routine...-la prese in giro il biondo.

-La solita minestra riscaldata-gli diede man forte Blaise.

-Ehi!Quale minestra riscaldata!Il fuoco è ancora ardente,bada a come parlate-gli rimbeccò Theodore.

-Per favore risparmiaci i dettagli!-lo rimbrottò Daphne fingendosi disgustata,ma con un sorriso divertito sulle labbra.

-Come se Pansy non venisse a raccontarteli praticamente ogni settimana-le rispose a tono Theo.

-No!Non ogni settimana!

Diciamo una settimana sì e una no-si intromise Pansy,sincera fino al limite del pudore.

Hermione sorrise e si coprì la bocca con la mano per nascondere il sorriso che quel discorso le aveva procurato:tutto voleva tranne mostrarsi inopportuna.

-Ok,ora che abbiamo sviscerato il nostro matrimonio,rispondi alla domanda?-chiese ancora Theo.

-Ma cosa avete tu e tua moglie per essere così fissati con il matrimonio?-domandò Draco cercando di eludere ancora una volta la domanda.

-Vorremmo solamente che ti sistemassi prima che questa pazza ritorni in sè.

Non è facile starti accanto-disse Pansy.

-Io ci riesco benissimo-ribattè Blaise prima di bere un sorso dal suo bicchiere.

-Tu però non ci vai a letto insieme-gli fece notare Daphne,attirandosi un'altra occhiataccia da Blaise.

-Che Salazar me ne scampi!-fece Draco.

-Beh,credimi:se mai succederà una cosa del genere,non vorrai nessun'altro al di fuori del sottoscritto-si vantò Blaise,punto sul vivo.

-Perchè allora io non ti ho sposato?-gli fece notare Pansy.

-Tu avevi evidentemente qualche problema-semplificò l'uomo senza pensarci troppo.

Hermione ascoltava quel discorso e si ritrovò a pensare che,in fondo,i Serpeverde non erano poi tanto diversi da lei e dai suoi amici Grifondoro.

Anche loro erano chiassosi e amanti della compagnia,anche loro amavano punzecchiarsi e prendersi in giro a vicenda,magari con battute un pò meno spinte dei  Serpeverde,ma fino a quel momento lei non aveva sentito niente di terribilmente sconveniente.

Anzi,fino a quel momento era riuscita a sentirsi anche a suo agio,grazie al provvidenziale aiuto di Draco.

-La vuoi smettere di divagare e mi rispondi?-domandò per l'ennesima volta Pansy al biondo.

-Ti rispondo io,altrimenti continuerai a fargli questa domanda in eterno-s'intromise Hermione.

Sentì gli occhi di tutta la tavolata puntarsi su di lei,compreso quello di Draco che si posava a poca distanza dalle sue labbra.

Hermione li guardò qualche istante divertita dall'aspettativa che sembrava aver assunto quella risposta e si dispiacque leggermente sapendo quello che avrebbe detto di lì a poco.

-Per il momento non abbiamo parlato di matrimonio,e poi per altri sei mesi io sarò sposata legalmente con Ron-iniziò.

-Chi?-domandò Daphne guardando Theo,che sedeva alla sua destra.

-La donnola amica di Potter-le ricordò l'uomo.

Lei sembrò aver capito di chi stavano parlando perchè Hermione la vide annuire.

-Poi voglio che Prudence si abitui alla presenza di Draco nella sua vita prima di fare una scelta così importante,anche se sembra che il vostro amico se la stia cavando molto bene-commentò voltando lo sguardo sul biondo.

Lo vide sorridere leggermente,visibilmente contento per quel complimento e gli sorrise a sua volta.

-Che spreco!-commentò Daphne.

-In che senso?-le domandò Hermione curiosa,guardandola.

La donna la guardò e restò qualche istante in silenzio prima di rispondere,indecisa se parlare o meno.

-Se io fossi al tuo posto,gli metterei le manette il prima possibile:non si sa mai quando Draco può cambiare idea-le disse guardandola.

Hermione restò in silenzio,colpita da quelle parole:era veramente così volubile come diceva Daphne?

Dischiuse le labbra e fece per controbattere,ma Daphne sembrava non aver ancora finito.

-Prendi me e Pansy.

Siamo state tutte e due con Draco,e sia io che lei eravamo sicure che saremmo riuscite a fargli mettere la testa a posto e a farlo capitolare.

Ma prima lui si è stancato di lei ed è passato a me,finchè non si è stancato anche di me per passare ad una modella brasiliana di vent'anni...-

-Juliana...Me la ricordo ancora-s'intromise Blaise,piu' inopportuno che mai.

Stordita da quel mare di informazioni che Daphne le aveva riversato addosso,Hermione sentì morire la risposta che era stata sul punto di darle,ormai inutile.

La fissò per qualche istante,incapace di dire qualsiasi cosa,la percezione dello sguardo di Draco su di sè e la mente totalmente nel pallone.

Cosa doveva fare adesso?

Come si aspettavano che reagisse?

-Signorina Granger!-

Sentendosi chiamare era sobbalzata:erano anni che nessuno la chiamava piu' così.

Si era voltata e alle sue spalle aveva visto la ragazza che per tutta la cena si era occupata di Sadie e di Prudence,Georgia.

-Si?-aveva detto,cercando di assumere un'aria pronta.

-Sua figlia ha chiesto di lei-le disse la ragazza.

Hermione annuì.

-Scusatemi-disse voltandosi verso gli altri commensali.

-Vuoi che ti aiuti?-le chiese Draco cercando di incontrare il suo sguardo.

Hermione si limitò ad annuire,allontanando il suo sguardo e alzandosi in piedi contemporaneamente.

Draco si voltò a guardarla andare via,e capì che avrebbe dovuto lavorare parecchio per riparare a tutti i danni che il discorso di Daphne aveva provocato.

 

 

-Non è stata affatto una cosa carina!-

Erano rinchiuse in uno dei tanti bagni della casa,ufficialmente per ritoccarsi il trucco,ma l'unico vero motivo per cui erano lì dentro era per permettere a Pansy di farle la ramanzina per il modo "increscioso" in cui aveva trattato Hermione.

Non era stata una buona idea dirle tutte quelle cose,in totale sincerità:l'aveva fatta letteralmente scappare,visto che era da quasi venti minuti che era sparita insieme alla goverante per controllare sua figlia.

-Ma cosa ho fatto di male?Non posso neanche esprimere la mia opinione?-le domandò la bionda passandosi una mano di rossetto sulle labbra.

Pansy la fissò con lo stesso sguardo che usava con Sadie quando faceva qualcosa di male,ma Daphne,che la conosceva come le sue tasche,alzò un dito verso di lei per ammonirla.

-Non guardarmi così!Non sono tua figlia-le ricordò.

-Davvero?Eppure ti sei comportata come lei-

-Insomma ma la vuoi smettere?Ho soltanto detto quello che pensavo!

Se veramente crede di poter tenere al guinzaglio Draco Malfoy ancora a lungo,beh allora deve essere veramente ingenua!-disse voltandosi verso l'amica.

-Ti ha spiegato perchè non possono sposarsi adesso...Lei è in attesa del divorzio-le ricordò Pansy spazzolandosi i capelli neri.

Daphne si lasciò andare ad una risata di scherno.

-E questo che vorrebbe dire?-le chiese l'amica.

-Credi veramente che una cosa così insignificante come un divorzio impedirebbe a Draco di avere quello che vuole?

Ti ricordo che l'ha vinta ad una partita di poker per toglierla al marito-

Pansy la guardò qualche istante prima di parlare di nuovo,soppesando le sue parole.

-Mi spieghi dove vuoi arrivare?-le disse non riuscendo a trovare il vero senso della sua frase.

-Quello che voglio dire e che se Draco è talmente pazzo di lei da vincerla in una partita a poker, perchè lei non ne approfitta?Perchè non manda al diavolo il suo ex e non inizia i preparativi per il matrimonio?-le disse Daphne guardandola.

-Magari non è quel tipo di donna-provò l'amica.

-Tutte sono quel tipo di donna quando vedono Draco e l'immensa fortuna dei Malfoy...Anche noi lo eravamo-aggiunse la bionda.

-Ehi!Io l'amavo-precisò l'altra.

-E perchè hai sposato un'altro?-

Pansy scosse la testa e evitò di rispondere alla domanda.

Restarono qualche istante in silenzio,guardandosi a vicenda nello specchio,finchè a Pansy non scappò un sorriso.

-Tu e Blaise eravate perfetti insieme...Due cinici tutti e due-commentò.

L'accenno all'uomo mandò in confusione la bionda che arrossì violentemente e,per cercare di apparire naturale,iniziò a spazzolarsi i capelli.

Ma l'amica la conosceva da troppo tempo e troppo bene per non sapere che cosa aveva scatenato quel turbamento.

-E' successo di nuovo,vero?-le domandò certa della risposta.

Daphne incontrò lo sguardo dell'altra nello specchio e annuì.

-Non ci credo!Ma non avevi giurato che non l'avresti...-le ricordò Pansy.

-E' piu' forte di me,non posso farci niente!

Non appena l'ho visto scendere dalle scale è stato istantaneo:un'attimo prima,ci stavamo guardando per la prima volta,il secondo dopo eravamo in uno sgabuzzino a strapparci i vestiti di dosso-le raccontò guardandola.

Pansy restò in silenzio qualche istante.

-E come è stato?-le domandò.

Daphne sorrise maliziosa,passandosi una mano fra i capelli.

-Da togliere il fiato...

Conosce ancora tutti i miei punti deboli,quello che mi eccita di piu',cosa deve fare per spingermi al limite....-le disse,senza vergogna.

L'altra sorrise e si domandò se era il caso di farle anche l'altra domanda,ma Daphne l'anticipò.

-Ma come al solito,quando tutto finisce lui ritorna quello di sempre:mi odia e lo dimostra in ogni minimo gesto o sguardo.

Figurati che ha cominciato a rivestirsi dandomi le spalle,senza neanche rivolgermi la parola-le raccontò.

-Vedrai che prima o poi gli passerà-le disse piu' per abitudine che per vera convinzione.

Daphne scosse la testa.

-No,non succederà.

Mi odia e ne ha tutte le ragioni-disse la bionda con voce triste.

Pansy l'abbracciò cercando di farla sentire meno triste,come succedeva tutte le volte che affrontavano quell'argomento,accarezzandole le spalle in silenzio.

Per qualche minuto restarono in silenzio,in quella posizione,poi quando la tristezza fu completamente dimenticata,Daphne si staccò dall'abbraccio e le sorrise.

-Adesso andiamo,ti sei staccata anche troppo dalla tua festa-le disse accennando un sorriso.

Pansy sorrise e annuì.

-Va bene,ma appena torniamo di là mi prometti che chiederai scusa a Hermione:è un'ospite e poi non voglio che resti traumatizzata la prima volta che ci incontra!-le disse seria.

Daphne sbuffò e annuì rassegnata:sapeva di non poter fare altrimenti.

 

 

Hermione capì che era ora di lasciare il porto sicuro della camera di sua figlia e di tornare in mezzo agli altri.

Era passata piu' di mezz'ora da quando aveva lasciato la tavola e nel frattempo aveva approfittato per mettere a letto la bambina e passare un pò di tempo con lei,ascoltando il racconto sconclusionato di Prudence sulla serata e su quello che aveva fatto con Sadie:per quanto poteva sembrarle stano,sembrava che sua figlia e quella di Pansy si fossero trovate subito d'accordo,diventando amiche e iniziando a giocare insieme.

E pensare che Prudence aveva dei problemi anche con Victoire che era sua cugina...

L'aveva messa a letto e le aveva rimboccato le coperte,poi si era seduta sul bordo del letto accanto a lei e aveva iniziato a cantarle "Blackbird",come faceva tutte le sere,ma la piccola si era addormentata prima dell'inizio della seconda strofa.

Si era trasferita nella sua camera da letto,dove aveva lanciato uno sguardo veloce allo specchio a figura intera,ma quando i suoi occhi avevano visto la figura riflessa,si era immobilizzata.

Era veramente lei quella che lo specchio rimandava?

L' Hermione Granger che conosceva lei era sempre sicura di sè,anche nelle situazioni piu' disperate e quando sembrava che il mondo stesse per crollarle addosso,mentre l'immagine nello specchio era insicura,quasi fragile.

Possibile che le parole di Daphne l'avessero colpita così tanto?

Eppure lei,nel profondo del suo cuore,sapeva benissimo che quella era tutta una recita,che loro non erano altro che grandi attori che stavano ingannando tutti.

E se avesse finito per ingannare anche sè stessa?

Magari in quei giorni di convivenza aveva cominciato a dimenticare che Draco non era veramente il suo compagno,che non l'amava...

Aveva dimenticato di essere una sua proprietà.

Lui era stato bravissimo nel cercare di farglielo dimenticare,ma adesso non sarebbe piu' dovuto succedere!

Non doveva piu' perdere di vista il quadro generale,altrimenti avrebbe finito per sentirsi ferita dalle osservazioni degli altri,degli estranei che non sapevano la verità.

Da quel momento,in un'angolo della sua mente,doveva sempre ricordare che quella era solo finzione e che Draco era costretto a mostrarsi così affettuoso verso di lei e verso Prudence.

In questo modo avrebbe rivisto di nuovo la vecchia Hermione nello specchio.

Da basso giungeva la musica lenta di una canzone che non riusciva a riconoscere:la cena doveva essere finita e si erano aperte le danze.

Era ora di scendere da basso.

Fece un respiro profondo e si guardò di nuovo nello specchio per controllare che fosse tutto in ordine.

Proprio in quel momento,la porta della camera si aprì ed Hermione vide Draco apparire sulla soglia.

-Ecco dov'eri-le disse accennando un sorriso.

Hermione distolse lo sguardo e,non sapendo cosa fare,si guardò di nuovo nello specchio.

-Georgia mi ha detto che Prudence sta già dormendo-le disse l'uomo,richiudendo la porta della camera dietro di sè.

Hermione annuì.

-Allora vado a darle la buonanotte-disse ancora Draco facendo un passo verso la porta comunicante.

-Non serve-lo bloccò lei.

Si voltò e vide gli occhi immoti e misteriosi di Draco fissi su di lei,indagatori.

Almeno per una volta avrebbe pagato oro per sapere che cosa si nascondeva dietro quel mare d'argento,per sapere a cosa stava pensando l'uomo.

-Non serve:ormai starà già dormendo e rischieresti di svegliarla-spiegò la donna.

-Lo faccio tutte le sere.

Qual'è il problema?-le domandò lui.

Hermione alzò le spalle e tornò a voltarsi verso lo specchio.

Doveva fare qualcosa per mostrarsi impegnata,per farlo andare via.

Senza sapere bene cosa stava facendo,si sciolse i capelli e li lasciò ricadere sulle spalle e posò il fermaglio su un mobile poco distante.

Dopo sarebbe stata un'impresa rifare la stessa acconciatura,ma sul momento era stata la sola cosa che le era venuta in mente:non voleva lasciargli il fianco scoperto per un possibile attacco.

Sentì i passi di Draco venire verso di lei,ma quando si voltò era troppo tardi:l'uomo era già dietro di lei e le sue mani grandi posate su entrambi i fianchi la fecero voltare verso di lui.

-Che cosa...-cominciò lei sorpresa.

-Guardami-le disse serio.

Hermione,istintivamente,allontanò lo sguardo da quello di Draco,la percezione delle mani sui suoi fianchi,le braccia rilasciate a sfiorare le nocche dell'uomo.

-Hermione guardami-ripetè lui.

Con qualche ultima riluttanza,Hermione affondò gli occhi in quelle pupille d'argento e restò in silenzio,in attesa di una sua parola.

-E' il passato-le disse con voce profonda e calma.

Sentiva il calore delle sue mani a contatto con il tessuto leggero del vestito e,di riflesso,sulla pelle.

-Tu non mi devi nessuna spiegazione...-gli disse.

-Non devo,è vero.

Ma voglio farlo,perchè non mi va che tu pensi di aver accanto una persona con due facce,che con te si comporta in un modo e con gli amici è completamente differente-continuò Draco.

Hermione allontanò di nuovo lo sguardo dai suoi occhi e si mosse,visibilmente a disagio,fra le sue braccia.

Non poteva lasciarlo parlare...

Se gli avesse dato ascolto,lui sarebbe riuscito a convincerla,come l'aveva convinta a venire a quella festa,e lei non poteva permetterglielo:era proprio allora che perdeva di vista il "quadro generale".

Fece un ultimo gesto stizzito e si liberò delle sue braccia e si allontanò da lui,per prendere la bacchetta lasciata sul comodino di fianco al letto.

Sentiva addosso lo sguardo di Draco,curioso,sorpreso da quel suo comportamento stizzito e così diverso da quello che lei aveva avuto fino a quel momento.

Con la bacchetta stretta nella mano destra,tornò verso lo specchio e afferrò il fermaglio, concentrando tutta la sua attenzione sul difficile gioco d'equilibri che avrebbe portato i suoi capelli a restare in bilico,tenuti soltanto da un mollettone.

-Hermione...-riprovò Draco,continuando a guardarla.

-No.

Smettila Draco,non ce n'è bisogno...-lo interruppe di nuovo lei,allontanando le mani dai capelli, che,fortunatamente,non rovinarono sulle spalle.

Per l'ennesima volta,Draco la guardò sorpreso dalle sue parole,poi lei vide chiaramente il suo volto cambiare espressione e diventare piu' serio,quasi cupo.

-Mi spieghi che accidenti ti è successo nell'ultima mezz'ora?-le domandò con voce fredda.

Con una calma che non credeva di avere,lei posò la bacchetta sul mobile dove poco prima aveva posato il fermaglio e,dopo un'ultimo sguardo,si voltò verso di lui.

-Non voglio sapere niente,non voglio nessuna spiegazione perchè io non sono veramente la tua fidanzata-gli disse con la voce piu' normale che le venne in quel momento.

Draco si accigliò a quelle parole.

-E questo che vorrebbe dire?-le chiese con la stessa voce di poco prima.

Hermione sospirò e fece un passo per allontanarsi da lui.

-Io non sono niente.

Non sono tua moglie,nè la tua compagna,non sono neanche la tua fidanzata...Quindi non devi darmi nessuna spiegazione.

Io so benissimo qual'è il nostro accordo,e sapevo benissimo chi eri prima di accettarlo,anzi credo che dovrò farci l'abitudine a queste battutine e a questi commenti-aggiunse,come se si accorgesse della cosa soltanto sul momento.

-Posso almeno...-chiese lui infilandosi in un suo silenzio.

-Perciò non c'è nient'altro di cui discutere,anzi credo sia meglio scendere dagli altri.

L'ultima cosa che vorrei è mostrarmi sgarbata con i tuoi amici-gli disse mettendo a tacere ogni sua protesta.

Dopodichè aprì la fece un passo verso il corridoio,cercando di calmare il suo cuore che sembrava un cavallo impazzito.

Se era così sicura che quella fosse la cosa piu' giusta da fare perchè allora era così triste?

 

 

Non era riuscito ad imporsi,a dirle quello che pensava,che sentiva.

Eppure prima di entrare in quella stanza,aveva il discorso praticamente stampato in mente:che diavolo era successo per mandarlo così in confusione?

Era stato lo sguardo che aveva colto non appena era entrato?Oppure il suo netto e totale rifuto, fin da quando aveva provato a spiegarle,a farle capire che non era come le aveva detto Daphne.

Si era liberata del suo abbraccio,come non aveva mai fatto prima d'ora,e aveva allontanato lo sguardo,neanche avesse di nuovo paura di lui,come quando erano ragazzi.

Aveva provato in tutti i modi a parlarci,ma ogni volta le sue parole avevano trovato un muro che gli rispediva subito al mittente e gli ingarbugliavano i pensieri,rendendo quasi impossibile dirle quello che voleva e che l'aveva spinto in quella stanza.

Era la prima volta nella sua vita che gli succedeva una cosa del genere!

Quando poi l'aveva sentita definirsi "niente",l'avrebbe volentieri presa per le spalle e scossa con violenza finchè non lei non fosse tornata in sè stessa:come poteva credere veramente a quello che stava dicendo?

Possibile che non aveva ancora imparato a conoscerlo durante la loro convivenza?

I loro discorsi erano stati vani,Hermione era ancora convinta che lui fosse la stessa arrogante, viscida persona che aveva conosciuto ad Hogwarts.

E lui che aveva creduto di essere riuscito a farle cambiare idea.

Alla fine lo aveva lasciato con le idee piu' confuse di prima,senza nessun diritto di replica,e l'avrebbe lasciato anche da solo nella stanza se non le fosse corso dietro in corridoio per scendere con lei al piano di sotto.

Scesero la scala in silenzio,come se neanche si accorgessero della presenza dell'altro e arrivati all'ultimo gradino,videro Pansy passare e alzare lo sguardo verso di loro.

-Draco,cercavo proprio te!-gli disse la donna.

Lui la guardò qualche istante,prima di voltarsi verso Hermione,che gli fece un cenno con il capo.

-Ci vediamo dopo-gli disse con voce incolore.

Senza aggiungere altro,si voltò e si avviò verso il giardino.

Draco la guardò allontanarsi per qualche secondo,combattuto fra la voglia di correrle dietro e riprendere quel discorso interrotto in camera,anche con la forza se era necessario,e Pansy che lo guardava con un'espressione interrogativa sul volto.

-Tutto bene?gli chiese infatti.

Lui alzò le spalle.

-Ancora non lo so,veramente-ammise.

-Mi dispiace per quello che è successo prima,ma...-cominciò Pansy.

-Non hai niente di cui scusarti,a meno che tu non riesca a prevedere quello che esce dalla bocca di Daphne un secondo prima-le disse.

-Sono una strega,ma non fino a questo punto...-scherzò la donna.

Draco ghignò e scosse la testa.

-Di che volevi parlarmi?-le chiese poi.

Pansy annuì e gli disse che aveva preparato una sorpresa per Theo:nel giro di tre quarti d'ora avrebbe fatto sparare i fuochi d'artificio migliori di tutta Londra,ma aveva bisogno che lui lo distraesse in qualche modo per evitare che l'uomo si rovinasse la sorpresa.

Draco sorrise.

-Non ti ci facevo così romantica,sai?-le disse prendendola in giro.

-Che vuoi farci,l'amore può essere una brutta malattia a volte-commentò lei sarcastica.

Draco rise e annuì.

-Non me ne parlare....

Anzi sarà meglio che vada a cercare Hermione.

Chiamami quando avrai bisogno di me-le disse,prima di allontanarsi per il corridoio dove era sparita la donna.

Stranamente la trovò ancora lì,ferma immobile accanto alla porta.

Fece per chiamarla,ma si accorse che c'era qualcosa di strano in lei:era pietrificata,immobile neanche sotto incantesimo e quello che riusciva a vedere del suo viso le rimandava un'espressione furiosa,come mai le aveva visto prima.

Che era successo per farla arrabbiare così?si chiese curioso.

Non gli ci volle molto per scoprirlo.

-...Quindi secondo te,è sfrenata come Daphne o è piu' simile a Pansy?-domandò la voce divertita di Tiger.

Nel corridoio silenzioso,la voce risuonava chiara neanche fossero nel gruppo che si stava scambiando le confidenze.

Draco si domandò perchè Hermione fosse rimasta in ascolto delle confidenze sulle donne dei suoi amici,poi sentì parlare di nuovo.

-Posso affermare senza il minimo dubbio che è sfrenata come Daphne.

Credetemi,ho la camera poco distante dalla loro e so quello che dico...E poi ho i racconti di Draco che me lo confermano-sentì dire a Blaise.

Draco sbiancò quando capì che cosa stavano ascoltando.

Quell'idiota di Blaise stava parlando di Hermione!

Stava inventando di sana pianta,senza preoccuparsi di quello che poteva succedergli se lui lo scopriva.

-E cosa ti ha raccontato?-sentì chiedere a Theo.

Possibile che avesse un gruppo di comari per amici?

Si immaginò Blaise soddisfatto e sogghignante per le tante attenzioni che gli venivano tributate in quel momento e sentì la rabbia crescergli dentro.

-E' una donna insaziabile-disse Blaise con voce piu' bassa.

Il biondo posò lo sguardo su Hermione per vedere che effetto avevano avuto quelle parole su di lei e la vide se possibile ancora piu' furiosa,una mano sul collo,come a cercare di calmarsi.

-Credetemi,ci sono delle volte che devo fare un'incantesimo insonorizzante per non sentire i rumori che vengono dalla loro camera da letto.

Poi la mattina dovreste vedere che spasso quando timida arrossisce perchè Draco le da un bacio.

A vederla non sembrerebbe così atletica,ma Draco mi ha raccontato di certe posizioni davvero impensabili...-continuò imperterrito l'uomo.

Doveva fare qualcosa.

Non poteva permettere che lei credesse a quelle bugie,a quelle calunnie gratuite.

Fece i pochi passi che lo dividevano da lei e le posò una mano sulla spalla destra,facendola sobbalzare.

Hermione si voltò e quando vide chi era ad averla così spaventata,il suo sguardo diventò di fuoco:se avesse potuto l'avrebbe fulminato all'istante.

-Hermione...-le disse.

-Sta lontano da me-lo zittì subito lei.

Si allontanò da lui e,senza una vera motivazione,si diresse verso la prima porta che incontrò sulla sua strada,chiudendola poi dietro le sue spalle con violenza.

Senza pensarci troppo,Draco le andò dietro:doveva assolutamente chiarire le cose con lei.

La stanza era il salotto che i Nott usavano per la famiglia e dopo aver lasciato vagare lo sguardo per la stanza,Draco la vide camminare avanti e indietro poco lontano dal camino.

Si era sciolta di nuovo i capelli e con due dita tormentava un ricciolo,tirandolo e attorcigliandolo fra le dita.

Quando sentì la porta aprirsi,alzò lo sguardo,e gli rivolse la stessa occhiata di poco prima.

-Sparisci-gli sibillò.

Draco si voltò e chiuse la porta,senza fare rumore.

-Credi veramente che me ne andrei dopo quello che hai sentito?-le domandò.

-Non voglio parlare con te!-disse ancora Hermione allontanando lo sguardo da lui.

L'uomo fece un passo verso il centro della stanza,tenendosi però ancora a dovuta distanza da lei,sapendo che per il momento non era una buona idea andarle troppo sotto.

-Non ho mai detto quelle cose-le disse con voce seria.

Hermione rise sarcastica,prima di rialzare lo sguardo su di lui.

-Come se non ti conoscessi!

Draco Malfoy,il grande conquistatore...Il sex-symbol di Hogwarts,quello che non deve neanche sforzarsi di muovere un dito per fare la corte ad una donna,perchè è talmente sicuro che questa gli cadrà ai piedi-gli disse velenosa.

Lui la guardò in silenzio,consapevole che aveva bisogno di sfogarsi.

-Pronto a condividere tutto,anche i particolari piu' piccanti con i suoi amici...

Ad inventarli,magari,se non è successo niente!-

-QUESTO NON è VERO!-disse con voce perentoria,per farle interrompere il suo monologo.

Hermione rialzò lo sguardo su di lui e lo fissò per qualche istante,come interdetta dalla sua frase.

-Se mi conoscessi davvero sapresti che non lo farei mai.

Un vero uomo si riconosce anche in queste occasioni-le disse serio.

Hermione lo fissò qualche istante e alzò le spalle.

-Allora vuol dire che tu non sei un vero uomo...-gli disse.

Sapeva che voleva ferirlo nello stesso modo in cui avevano ferito lei,ma quella consapevolezza non lo aiutò affatto.

La rabbia era cominciata a salire...

-Non permetterti mai piu' di parlarmi in questo modo-le disse con voce secca.

-E tu che diritto avevi di dire quelle cose su di me?

Era soltanto un'altro modo per far salire le tue quotazioni fra gli amici?

Che gusto c'è a stare con una Mezzosangue se non lo puoi raccontare agli altri?-gli domandò lei alzando la voce.

-Per l'ultima volta,non ho detto mai detto niente!-ripetè cercando di frenare la rabbia.

Erano uno di fronte all'altra,fronteggiandosi neanche dovessero estrarre da un momento all'altra le bacchette,tesi come mai prima d'ora da quando avevano iniziato la loro convivenza.

Hermione continuava a guardarlo con quello sguardo ferito e pieno di rabbia che gli ricordava tante malefatte del passato e che era certo di non vedere piu'almeno non adesso che le cose fra loro erano così diverse.

Quella dannata festa stava rovinando tutto quello che di buono c'era stato fra di loro in quelle due settimane e lui non poteva assolutamente permetterlo.

-Ho vissuto per anni accanto ad un bugiardo,so riconoscerne uno quando lo vedo-gli disse.

Il tono della sua voce non era nè ferito nè arrabbiato,era soltanto deluso,ma Draco non se ne accorse:quella frase aveva fatto esplodere tutta la rabbia.

Fece i pochi passi che lo dividevano da lei e le arpionò un braccio,piegandolo poi all'indietro sulla schiena.

Hermione,suo malgrado,si lasciò scappare un gemito e incontrò gli occhi dell'uomo,ora così vicini a così poca distanza dai suoi,fissarli con freddezza.

Lo sguardo che l'aveva perseguitata per anni era tornato.

Cercò di liberarsi dalla sua stretta,ma riuscì soltanto ad avvicinare ancora di piu' i loro corpi:il respiro di Draco le sfiorava la guancia destra.

-Te l'ho già detto una volta e non voglio ripeterlo piu':non azzardarti piu' a paragonarmi a quel perdente fallito di tuo marito.

Se fossi stato come lui a quest'ora ti avrei già costretta a venire a letto con me,invece di tirarmi indietro quando mi hai baciato-le ricordò.

I suoi occhi non la lasciavano neanche per un'istante,e la mano attorno al suo braccio non accennava ad attenuare la sua morsa.

-Credo che questo basti per fare di te un gentiluomo?-lo provocò lei.

Si aspettava di vederlo arrabbiare ancora di piu',ma un ghigno sarcastico si disegnò sulle sue labbra.

-Allora proviamo così...

Io sono un bastardo,uno che non ci pensa due volte a lasciare una donna e magari a passarla ad un'amico.

E' vero anche che non ho mai avuto problemi a trovare le donne,sono sempre state loro a venire da me...

Ma non ho mai,neanche per una volta,raccontato i particolari di una prestazione -le disse.

-Ora che abbiamo tessuto le tue lodi...-lo interruppe lei cercando ancora di liberare il braccio.

-Vuoi stare zitta?-

Quelle parole la colpirono neanche uno schiaffo in pieno volto:era la prima volta da quando "stavano insieme" che le si rivolgeva in quel modo,così diretto,neanche stesse parlando con una bambina.

Draco sospirò e abbassò per un'istante lo sguardo,poi ritornò a fissare i suoi occhi.

-Quello che ha detto Daphne è tutto vero:non ci ho pensato due volte a lasciare lei e Pansy per qualcosa di nuovo,di innovativo.

Ma quello era il passato,non potrei farti una cosa del genere...-

-Ti ho già detto che non voglio spiegazioni...-

-E io voglio dartele!

Quando prima hai detto che non sei "niente" avrei voluto prenderti a schiaffi finchè non fossi tornata in te.

Che accidenti ti è preso?-le domandò secco.

A quelle parole,Hermione cercò ancora una volta di liberarsi,ma Draco non sembrava ancora intenzionato a lasciarla andare,con il solito ghigno sul volto.

-Sto soltanto dicendo la verità:noi stiamo solo recitando,è tutta una finzione.

Una...-

Non potè finire la frase perchè le labbra di Draco si posarono pesanti sulle sue,avvicinandola ancora di piu' al suo corpo,grazie al braccio che teneva stretto.

Hermione restò alcuni istanti in confusione,sorpresa da quella mossa:tutto si era aspettata tranne un bacio.

Le labbra dell'uomo stavano accarezzando le sue con una dolcezza inaspettata e proprio quando lei dischiuse le sue,Draco si allontanò.

Incontrò i suoi occhi e le rivolse un leggero sorriso.

-Questo per te è niente?

Adesso non avevo nessun motivo per baciarti,non c'era nessuno oltre noi.

L'ho fatto solo perchè volevo-le disse.

Hermione lo guardò visibilmente sorpresa da quelle parole e abbassò la testa,fissando lo sguardo su uno degli ultimi bottoni della camicia dell'uomo,ma Draco le fece rialzare la testa prendendole il mento fra l'indice ed il pollice.

-Tu sei la mia compagna.

Non importa se non andiamo a letto insieme,se il massimo dell'intimità che avremo è dormire insieme tenendoci per mano o i baci a stampo che si scambiano i bambini-le disse serio,gli occhi fissi nei suoi.

Perchè adesso non riusciva a ricordare niente di quelle balle del "quadro generale" e dei bei discorsi che aveva fatto a sè stessa poco prima in camera?

Perchè il suo cuore aveva preso a correre neanche fosse un cavallo al trotto?

E perchè tutto quello che desiderava adesso era sentire di nuovo le labbra di Draco sulle sue?

-Tu sei la mia compagna,qualsiasi cosa dicano gli altri.

Quindi cerca di ricordartelo la prossima volta che ci definisci "niente"-le ripetè l'uomo.

Avrebbe dato l'anima per vincere la paura di un'ennesimo rifiuto che le impediva di posare le labbra su quelle di Draco.

Posò una mano sul torace dell'uomo e con due dita sfiorò il bottone su cui era caduto poco prima il suo sguardo,cercando di trovare quel coraggio che improvvisamente sembrava averla abbandonata.

-Fallo-le disse improvvisamente Draco.

Sollevò di nuovo lo sguardo su di lui e dopo qualche istante in cui si fissarono in silenzio,Hermione avvicinò il volto a quello dell'uomo e posò le labbra sulle sue.

Inizialmente,il suo fu un tocco titubante,ancora scottato dal ricordo del primo bacio che lui le aveva rifiutato,poi però,quando si accorse che le labbra di Draco non si sottraevano ma al contrario le venivano incontro,prese maggiore fiducia.

Quello che era iniziato come un bacio dolce e delicato velocemente si stava trasformando in un bacio affamato e passionale,come Hermione non credeva possibile:dischiuse le labbra e lasciò uscire la lingua,incontrando quella di Draco che sembrava non aver mai aspettato altro che quel momento.

Senza neanche rendersene conto sentì le sue braccia allacciarsi attorno al collo dell'uomo,le sue dita perdersi dentro i serafici capelli dell'uomo,mentre la stretta attorno alla sua vita si faceva ancora piu' forte.

Draco cercò di calmarsi,ricordò a sè stesso che doveva rallentare il ritmo,ma era la cosa piu' difficile del mondo:da quanto tempo aspettava quel bacio?

Anni,decenni.

E adesso stava accadendo davvero.

Lei lo stava baciando!Era lì fra le sue braccia,le dita fra i suoi capelli,completamente abbandonata contro il suo corpo.

Hermione staccò le labbra dalle sue e Draco aprì gli occhi per cercare i suoi,ma quello che vide mandò all'aria tutti i suoi buoni propositi:lei aveva reclinato indietro la testa,scoprendo il collo e la gola,gli occhi ancora chiusi.

Prese ad accarezzare la curva del collo con le labbra,muovendosi senza neanche guardare alla ricerca di un appoggio per evitare di cadere a terra.

Hermione sentiva le sue labbra brucianti sulla pelle,mentre lo seguiva per la stanza,e quando le sentì salire di nuovo sul suo viso per posarsi sul mento e poi sul labbro inferiore,le arpionò di nuovo per un bacio ancora piu' affamato del primo.

Non voleva smettere,non voleva staccarsi da lui e non voleva allontanarsi dalle sue labbra:per una volta voleva cavalcare la corrente senza pensare troppo.

Ad occhi chiusi si sentì toccare con le gambe qualcosa di duro e si staccò da lui,aprendo per qualche istante gli occhi:avevano toccato il biliardo.

Draco la vide voltarsi verso di lui e sorridergli con un'insospettata malizia che gli fece ribollire il sangue nelle vene.

La fece sedere sul tavolo verde del biliardo e si sistemò fra le gambe aperte della donna,sentendo le sue piccole mani che lo chiamavano a sè posandosi sulla vita.

Per la prima volta,Draco affondò le mani in quella cascata di riccioli che tanto amava e si chinò di nuovo sul viso della donna,solleticando le labbra con la lingua e con i denti.

I respiri affannati che ebbe in cambio furono meglio di qualsiasi sogno o fantasia.

Erano veramente le mani di Hermione quelle che gli accarezzavano il petto attraverso la camicia e che avevano afferrato il primo bottone?

Tornò a posare le labbra su quelle di lei,cercando di non pensarci,mentre le sentiva liberare dalla loro prigione gran parte dei bottoni della camicia bianca,poi facendo scendere una mano sulla spalla destra,le abbassò una spallina del vestito,ancora incredulo di quello che stava succedendo:fino a dieci minuti prima si stavano urlando addosso!

Gli giunse alle orecchie un'altro gemito della donna che lo rese piu' audace:con la punta delle dita accarezzò il fianco destro,fino a salire alla curva del seno,ancora coperto dal vestito e a sfiorare quasi accidentalmente il capezzolo.

Sentì il gemito strozzato di Hermione sulle sue labbra,proprio nel momento in cui la sua camicia fu completamente aperta e le mani di lei accarezzarono per la prima volta il suo torace nudo.

Si staccò dalle sue labbra e scese a baciare la spalla destra nuda,la gola,il solco fra i seni ancora nascosto dal vestito,il seno destro quasi libero,stuzzicandolo con le labbra e con i denti.

Ogni sua mossa era accompagnata dai sospiri e dai gemiti di Hermione,le sue unghie a graffiargli la schiena e la testa posata contro la sua spalla.

Tornò all'altezza del suo volto e calò di nuovo sulle sue labbra,con urgenza e desiderio:era possibile fermare il tempo?

Fece per abbassare anche la spallina sinistra,quando sentì un rumore alle loro spalle.

-Possibile che non cambi mai?-

Cercando di proteggere il piu' possibile con il suo corpo quello semi nudo di Hermione,si voltò verso la porta e vide Pansy con un'espressione divertita sul viso.

-E tu possibile che dopo tutti questi anni non hai ancora imparato a bussare?-le domandò di rimando,con voce seccata ed un pò di fiato corto.

Pansy rise.

Draco sentì le braccia di Hermione attorno alla sua vita,cercando di nascondere quel poco di pelle nuda che si intravedeva dal vestito.

Capendo il suo disagio le circondò le spalle con entrambe le braccia,attirandola ancora di piu' a sè.

-E' da dieci minuti che ti cerco!Ho bisogno di te per portare via Theo.

A meno che tu non sia troppo impegnato-aggiunse poi sempre piu' divertita.

-No,arriviamo...-

-Il tempo di vestirci e siamo da voi-aggiunse Hermione sorprendendolo.

Pansy sorrise e annuì,prima uscire e di chiudere la porta.

Draco guardò la donna che lo teneva stretto a sè e le sorrise,ricevendo un sorriso luminoso in cambio.

-Non credevo che le feste dei Serpeverde fossero così movimentate-gli disse guardandolo negli occhi.

Draco ghignò divertito.

-E pensare che questa non è neanche delle piu' riuscite-commentò.

Hermione rise e scosse la testa.

Poi,prima di staccarsi dal suo abbraccio,si avvicinò al suo volto per un'ultimo bacio dolce.

-A quando la prossima?-

 

 

 

Salve a tutti!!!

So che questo capitolo è Tr lungo,ma non riuscivo a smettere:avevo la scena perfettamente scritta nella mia mente e sl alla fine mi sono resa conto di aver scritto una siroga.

Sorry!

Spero di aver soddisfatto tutti quelli che kiedevano un pò d'azione x i nostri cari Draco e Herm,e che nn siate rimasti delusi per l'interruzione, ma vi prometto che non resterete delusi x come immagino il seguito.

Ringrazio tt coloro che leggeranno e recensiranno qst capitolo e mi scuso per eventuali errori di battitura e di ortografia.

E ora i ringraziamenti:Debby12(Mi dispiace x nn aver mostrato la piccola Sadie in qst capitolo,ma visto il titolo puoi capire ke nn era accessibile ai minori...Cmq tornerà in seguito),Sorellinadolce(Si lo so me la sn presa comoda,ma cm vedi cerco di farmi perdonare...Che ne dici?Sono perdonata?),Pei Chan(Ok,lo so avevi kiesto sl un bacio,ma nn ho saputo frenarmi!Sn d'accordo con te,ma io punterei di + su Pansy,visto che Daphne è 1 pò diffidente e incasinata),Nikki Potter(GRazie x i complimenti!E Benvenuta!),Falalula(Sì è vero:in fondo anke io sarei gelosa al posto suo...ma come hai visto nn ne ha alcun motivo),Germana (Grazie x i complimenti!Che te ne è parso?),Brilu(So di aver sconvolto i tuoi piani cn l'ultima scena,ma se nn l'avessi fatto l'attrazione ke c'era fra di loro sarebbe arrivata a livelli inimmaginabili e inoltre in questo modo si aprono altre strade.Spero di nn averti delusa),JC(E' vero,sn cambiati!Ma nn è detto ke il sl fatto di essere Serpeverde li renda tt dei bastardi senza cuore,inoltre sn passati cs tanti anni,le cose cambiano...),Pikkola(Ke mi dici del "bacio"?),Madamina(Grazie x i complimenti!Beh,qualcosa è successo,sennò sarebbe stato un mortorio e nn una festa nel covo delle Serpi),Fedy94(Grazie x i complimenti!Lo so ho trattato veramente male Ron,ma nn sarà il solo cattivo della ff).

Bene,x il momento è tutto,vi do appuntamento al prox capitolo...

"For the first time,I feel wicked"

Baci,Eva

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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