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Autore: Ino chan    12/03/2014    2 recensioni
E’ una missione facile Stark , non ti spettinerai nemmeno.
E’ così che Fury te le mette nel culo, etichettando come missioni facili casi da bollino rosso. Tony digrigna i denti sballottato nella sua armatura, questa è la volta buona che crea il Sindacato dei Supereroi Sfruttati Uniti e blocca lo SHIELD con una vertenza sindacale coi controcoglioni

E' impossibile mantenere un segreto per sempre.
[Clint/Coulson] [Darcy/Bruce] [Tony/Pepper] [Kate/Steve]
Genere: Angst, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Agente Phil Coulson, Altri, Clint Barton/Occhio di Falco, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hall of fame'
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New York
(
Presbyterian Hospital)

 

Solitamente fare la cosa giusta porta una certa dose di sensi di colpa, e Phil Coulson non fa eccezione. Sono passate poche ore da quando ha lasciato Darcy sotto la pioggia di Brooklyn e  benché sia riuscito a non far trapelare nulla, è stato letteralmente sui carboni ardenti fino a quando, messo piede in ospedale, non  è riuscito a farsi dire le condizioni della ragazza spacciandosi per suo padre.
-Più lo spavento che il danno.- chioccia la bella infermiera a cui Phil rivolge un espressione sollevata, la prima vera espressione che ha da ore e che gli fa dolere tutti i muscoli del viso. Si copre il mento con una mano e facendo smorfie con la bocca, decide di tornarsene dagli altri prima che inizino a chiedere dove diavolo sia finito o peggio ancora, ad accapigliarsi come un gruppo di bambini dell’asilo che si litigano lo stesso giocattolo.
A volte si domanda perché non abbia colto la palla al balzo e non sia andato in pensione. Chiunque al posto suo non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e a quest’ora sarebbe a godersi la buonuscita sulle spiagge dell’Havana.
-Io non ci credo che non mi sono rotta la mascella- Phil agisce prima di pensare, infila la prima porta alla sua destra e si schiaccia contro la parete accanto ad essa - Mi fa un casino male.-
Darcy ha effettivamente il lato destro del viso enormemente gonfio , come se avesse del mangiare in bocca, ma di sicuro se avesse la mascella fratturata non riuscirebbe ad articolare mezza parola. Clint che l’accompagna non può fare a meno di farglielo notare con un sospiro.
Phil ha l’improvvisa, quanto violenta sensazione di stare per vomitare  la cena alla loro vista, probabilmente sono i postumi della guida spericolata di Ward perché si rifiuta, categoricamente, di avere le farfalle nello stomaco come un ragazzino. Clint e Darcy superano la porta e Phil esce in corridoio.

 

-Sta sorridendo signore?- 
Phil vorrebbe chiedere cosa c’è di divertente di dare del lei a qualcuno con cui hai appena fatto sesso, ma è Clint Barton quello che ha steso accanto e  sono anni che ha smesso di cercare di analizzare le sue azioni. Sono stesi sul pavimenti, dietro la scrivania del suo ufficio,  con i pantaloni alle ginocchia e articoli da cancelleria più o meno costosi sparsi attorno.
Phil scrolla la testa e sollevandosi sui gomiti Clint entra nella sua visuale - Mi sto solo chiedendo come diavolo faremo ad uscire da qui.-
Perché si vede lontano un miglio che diavolo hanno combinato.
-Possiamo dire che ce le siamo date, infondo non sarebbe la prima volta.-
-Quel pugno te lo sei meritato Barton, stavi per farci scoprire.-
-Io parlavo del calcio in pieno fegato che mi ha dato quando ho cercato di vendere la sua collezione di teli da bagno di Capitan America su eBay.-
-Anche quello ti sei meritato. Soprattutto quello.-
-La mamma non glie l’ha mai detto che la violenza non è mai la soluzione?-
Phil si volta e Clint preme le labbra contro le sue. Ora che Phil ci pensa, questo è il loro primo bacio ed è così casto che Phil non riesce a non sorridere,  stavolta davvero, come un idiota -Non avevi detto niente baci?-
-E tu non avevi detto che non avresti mai avuto una relazione con un sottoposto? Direi che siamo pari Phil.-

In quel momento nessuno dei due sapeva che non si sarebbero più rivisti. 

 

Phil esce in corridoio, il senso di perdita è così forte da chiudergli la gola.
Nel corso di quest’ultimo anno ha  diligentemente ignorato ogni input di quella parte di cuore che è rimasta legata a quelle ore rubate al lavoro e al senso del dovere. Ha evitato di lasciarsi prendere dalla nostalgia ripetendosi, ogni volta  con meno convinzione , che era solo sesso e che non sarebbe durata.
Sarebbe stato più facile crederci se solo Clint non l’avesse baciato quell’ultima volta.
Clint si gira, corrugando la fronte e Darcy si ferma qualche passo più avanti.
-Che c’è?- gli chiede tornando indietro.
Clint si guarda attorno, nessuno sembra badare a lui eppure per un momento ha avuto la sensazione che qualcuno lo stesse fissando. Scrolla la testa e appoggiandole una mano sulla spalla le fa segno di riprendere a camminare.
-Nulla, mi sono sbagliato.-

 

 

-Mio padre?-
Darcy sgrana l’occhio buono, l’altro è chiuso dall’enorme livido sul suo viso , e  dopo un momento di sorpresa scrolla la testa - Guardi, a parte che mio padre al momento è una convention su Star Trek a
Tijuana, è  proprio impossibile.-
L’infermiera non demorde, controlla sul computer, è più che convinta che quell’uomo tanto gentile che le ha offerto il caffè abbia chiesto di Darcy Lewis - Sì, Lewis, un signore distinto con un completo nero.- e quest’ultima scoppia a ridere anche se le fa un casino male farlo.
-Le assicuro che Jared Lewis ha indossato un completo solo il giorno del suo matrimonio. Il giorno del mio battesimo, per dire, aveva su una maglietta : Green fig, salviamo la gnocca  e le infradito.-
Clint vorrebbe dire che ora capisce un sacco di cose, ma si trattiene -Giura.-  esclama solamente, affascinato come poche volte lo è stato,  mentre l’infermiera  improvvisamente intimorita  si allontana camminando all’indietro.
-Per evitare che il parroco lo inseguisse armato di aspersorio mia madre l’ha costretto ad aspettare fuori.-
L’infermiera tossisce per riavere l’attenzione - In ogni caso, passi all’ufficio oggetti per avere la sua giacca signore.-
Clint corruga la fronte -La mia giacca?-
-Sì, la giacca che copriva la signorina quando è arrivata.-

 

SHIELD

-Dove diavolo è finito?-
Phil si infila le mani nelle tasche dei pantaloni,  controlla quella interna della giacca, mentre dall’altra parte delle porte a vetro, Hill lo guarda con un sopracciglio sollevato.
-Che succede Coulson?-
La domanda della vicedirettrice è coperta dallo sbuffo delle porta automatiche che si aprono, Phil alza su di lei uno sguardo confuso mentre una sorta di timore martellante inizia a fargli tremare i polsi e ronzare il sangue nelle orecchie.
-Ho perso il badge di riconoscimento.-
Hill sospira  -E’ una scocciatura, ma non è la fine del mondo.-
Phil è di tutt’altro parere - Era nella giacca che ho lasciato su Darcy Lewis.-

 

 

Blue Bell Pub
(Brooklyn)

 

Il Blue Bell Pub non è di certo il sogno segreto di ogni ristoratore, anzi, ma è la prima volta che entrando Kate ha la sensazione che stia per crollarle addosso. Illuminato dalla luce che filtra dalla strada l’ampio stanzone con le pareti ricoperte di legno e il pavimento di cotto sembra lo scenario disastrato dello scoppio di una bomba.
-Che diavolo è successo qua?-
Cassy torce il grembiule fra le mani, quando Kate è arrivata l’ha trovata in strada assieme a suo marito Lou e una decina fra fedelissimi del locale e condomini del palazzo -Non ne ho idea, sembrava totalmente fuori di sé, ci ha buttato fuori e ha iniziato a spaccare tutto.-
Kate deglutisce a vuoto, quella manica di ubriaconi non hanno idea di quanto abbiano rischiato a trovarsi nel perimetro di un agente di livello 7 incazzato come una bestia - Scusaci se ti abbiamo chiamato, ma non sapevamo che fare.-
-Avete fatto bene.-
 Kate si chiude la porta alle spalle e facendo attenzione a dove mette i piedi, avanza fino a guadagnare il centro del locale -Barton sei morto?- chiede portano le mani ai fianchi e torcendo il busto prima verso destra e poi verso sinistra - Si può sapere che diavolo è successo? La tizia della tabaccheria te l’ha di nuovo fatta annusare e non te l’ha data?-
-Ti ho giù detto che non ci andrei con quella nemmeno se ce l’avesse quadrata.-
Kate aggrotta le sopracciglia, la voce di Clint viene da dietro il bancone. La ragazza lo scavalca agilmente  e atterra a piedi  pari accanto a lui - Che diavolo hai combinato?-  Clint ha entrambe le palme delle mani distrutte da una serie di tagli trasversali più o meno profondi - Cristo guarda che casino.-
Clint geme per il dolore alla prima stretta della giacca di Kate attorno alle mani, cerca di farsi indietro, ma la ragazza, con un ceffone ben assestato, doma ogni suo tentativo di fare il duro della situazione.
-Vedi di non fare l’idiota.-
Sobbarcandosi, incredibilmente vista la sua taglia ridotta, buona parte del suo peso riesce a portarlo  verso uno dei tavolini.
-Siediti.- ordina  - Dove hai messo la cassetta del pronto soccorso?-
Clint pensa che  servirebbe di più quella del cucito, ma evita di commentare, visto che le sberle di Kate sono quasi forti come i pugni di Natasha. Apre le mani, delicatamente e la ragazza inizia a buttare sulle ferite alcol denaturato - Che è successo?-
-Kate mi faresti un favore?-
Kate corruga la fronte mentre cerca di capire a occhio se c’è bisogno di un lavoro di sarta sulle ferite  che sta annegando nel disinfettante - Dipende.- fa concentrata e Clint per farsi guardare in viso spinge la fronte contro la sua - Che favore vuoi?-
-Devi infiltrarti nell’ufficio di Fury.-
Kate ci mette qualche secondo per reagire - Una fetta di culo, no?-

 

 

 SHIELD
(Ufficio di Nick Fury)

 

Ci sono solo due conclusioni possibili per questa follia, o finirà con il farsi scoprire e Fury pretenderà il suo scalpo come trofeo da mettere sul caminetto o finirà con  il perdersi e farà la fine del Fantasma dell’Opera vivendo negli scantinati e apparendo solo per rapire giovani agenti fascinosi.
Di pancia nel condotto dell’aria che attraverso l’ufficio di Fury, Kate si fa il segno della croce, si maledice per essere fisicamente incapace di dire di no a Clint Barton e puntando i piedi fa cadere la grata che cade in un cigolio dei cardini a cui è appesa. Facendo attenzione si lascia scivolare e con un ultimo saltello atterra sulla scrivania di Fury.
-Fortuna che mi sono tolta le scarpe.- mormora scendendo un piede alla volta .

 

-Stark smettila di fare il bambino.-
-Io non sto facendo il bambino Rogers.-
-Tu come lo definisci andare a lamentarti da Fury perché io ho l’armadietto più spazioso del tuo?- 
Tony si ferma e mentre osserva le sue spalle Steve, per un momento, pensa di essere riuscito a farlo ragionare - Armadietto che tu non usi neanche, tra l’altro.- rincara la dose , e Tony riprende a camminare spedito verso l’ufficio di Fury.
-Non lo uso perché ho una palestra di gran lunga più fornita di quello dello SHIELD, ma è una questione di principio. Mio padre mi diceva sempre che è dalle piccole cose che si misura il rispetto che una persona nutre per te.-
Steve alza un sopracciglio -Tuo padre dava anche fuoco ai suoi peti per scommessa.-
Tony si gira di scatto con la bocca comicamente spalancata e Steve alza le mani -Ehi, l’ho visto con i miei occhi.-

 

 

Kate ha la sensazione di veder passare tutta la sua vita davanti quando la lucida maniglia in ottone si abbassa e la porta si apre. Manda un gridolino soffocato e senza stare a guardare il grado di avanzamento della barra di download sfila la pennette USB e se la ficca in bocca. Sale sulla scrivania , ma  quando la porta si apre è un trafelato Steve Rogers quello che incrocia il suo sguardo spiritato -Signore mi scusi, ma…EH?-
Si fissano entrambi attoniti, Steve alza e abbassa gli occhi su di lei, mentre Kate sputa la pennetta e con entrambi gli indici sulle labbra soffia un disperato -SSSSSSSH!- nella sua direzione. Steve aggrotta le sopracciglia mentre alle sue spalle, un incazzato Tony Stark , bercia un -Mi hai fatto lo sgambetto!-
Steve si volta e Kate coglie l’occasione per aggrapparsi al bordo del condotto di areazione con un salto e issarsi su con un colpo di reni, così quando Steve torna a guardare verso di lei vede solo la grata che si alza e si incastra  nelle guide con un clack.
-Rogie che ti prende? Sembra che hai visto un fantasma.-
Steve si passa una mano sulle labbra, scrolla la testa e con una spallata poco gentile  fa allontanare Tony dalla porta -Andiamo Stark, non avevi detto che volevi provare su di me la tua nuova armatura?-

 

 

Brooklyn
(Appartamento di Clint Barton)

-Mi ha beccata, ti rendi conto che mi ha beccata?-
-Impossibile, alle 11.30 Fury ha la pausa cacca.-
Kate vorrebbe tanto sapere come diavolo ha fatto Clint a scoprire l’orario in cui Fury è solito andare al bagno, ma al momento la sua mente è presa da tutt’altri affari. Passeggia avanti indietro davanti al vecchio divano che ormai ha preso la forma del culo di Clint tenendosi la testa fra le mani -Ti rendi conto che il Golden Boy  farà rapporto a Fury e io , se sarò fortunata, finirò a pulire cessi alla turca in Marocco? Che poi, perché si chiamano bagni alla turca? I bagni turchi sono un’altra cosa…BARTON MI ASCOLTI?-
-Katie.- Kate lascia cadere le braccia, di solito quando Clint la chiama Katie, la catastrofe è in arrivo - Ho bisogno del mio arco e della faretra.- 
Ha lo sguardo fisso sullo schermo del  portatile che la ragazza gli ha allungato ed è così pallido che Kate potrebbe quasi confonderlo con la parete dietro di lui se non fosse per i capelli - Che ci devi fare?- gli chiede improvvisamente diffidente.
-Ci devo ammazzare qualcuno.-

 



 

Note e Disclmers:

1.  Nel mio headcannon, Darcy  somiglia da morire  al suo papà xD

2.  Green fig, salviamo la gnocca © Luciana Littizzetto

   
 
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