New York
(Presbyterian Hospital)
Solitamente fare la cosa
giusta porta una certa dose di sensi di colpa, e Phil Coulson
non fa eccezione. Sono passate poche ore da quando ha lasciato Darcy sotto la pioggia di Brooklyn e benché sia riuscito a non far trapelare
nulla, è stato letteralmente sui carboni ardenti fino a quando, messo piede in
ospedale, non è riuscito a farsi dire le
condizioni della ragazza spacciandosi per suo padre.
-Più lo spavento che il danno.- chioccia la bella infermiera a cui Phil rivolge
un espressione sollevata, la prima vera espressione che ha da ore e che gli fa
dolere tutti i muscoli del viso. Si copre il mento con una mano e facendo
smorfie con la bocca, decide di tornarsene dagli altri prima che inizino a
chiedere dove diavolo sia finito o peggio ancora, ad accapigliarsi come un
gruppo di bambini dell’asilo che si litigano lo stesso giocattolo.
A volte si domanda perché non abbia colto la palla al balzo e non sia andato in
pensione. Chiunque al posto suo non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e a
quest’ora sarebbe a godersi la buonuscita sulle spiagge dell’Havana.
-Io non ci credo che non mi sono rotta la mascella- Phil agisce prima di
pensare, infila la prima porta alla sua destra e si schiaccia contro la parete
accanto ad essa - Mi fa un casino male.-
Darcy ha effettivamente il lato destro del viso
enormemente gonfio , come se avesse del mangiare in bocca, ma di sicuro se
avesse la mascella fratturata non riuscirebbe ad articolare mezza parola. Clint
che l’accompagna non può fare a meno di farglielo notare con un sospiro.
Phil ha l’improvvisa, quanto violenta sensazione di stare per vomitare la cena alla loro vista, probabilmente sono i
postumi della guida spericolata di Ward perché si rifiuta,
categoricamente, di avere le farfalle nello stomaco come un ragazzino. Clint e Darcy superano la porta e Phil esce in corridoio.
-Sta
sorridendo signore?-
Phil vorrebbe chiedere cosa c’è di divertente di dare del lei a qualcuno con
cui hai appena fatto sesso, ma è Clint Barton quello
che ha steso accanto e sono anni che ha
smesso di cercare di analizzare le sue azioni. Sono stesi sul pavimenti, dietro
la scrivania del suo ufficio, con i
pantaloni alle ginocchia e articoli da cancelleria più o meno costosi sparsi
attorno.
Phil scrolla la testa e sollevandosi sui gomiti Clint entra nella sua visuale -
Mi sto solo chiedendo come diavolo faremo ad uscire da qui.-
Perché si vede lontano un miglio che diavolo hanno combinato.
-Possiamo dire che ce le siamo date, infondo non sarebbe la prima volta.-
-Quel pugno te lo sei meritato Barton, stavi per
farci scoprire.-
-Io parlavo del calcio in pieno fegato che mi ha dato quando ho cercato di
vendere la sua collezione di teli da bagno di Capitan America su eBay.-
-Anche quello ti sei meritato. Soprattutto quello.-
-La mamma non glie l’ha mai detto che la violenza non è mai la soluzione?-
Phil si volta e Clint preme le labbra contro le sue. Ora che Phil ci pensa,
questo è il loro primo bacio ed è così casto che Phil non riesce a non
sorridere, stavolta davvero, come un
idiota -Non avevi detto niente baci?-
-E tu non avevi detto che non avresti mai avuto una relazione con un
sottoposto? Direi che siamo pari Phil.-
In
quel momento nessuno dei due sapeva che non si sarebbero più rivisti.
Phil
esce in corridoio, il senso di perdita è così forte da chiudergli la gola.
Nel corso di quest’ultimo anno ha diligentemente ignorato ogni input di quella
parte di cuore che è rimasta legata a quelle ore rubate al lavoro e al senso
del dovere. Ha evitato di lasciarsi prendere dalla nostalgia ripetendosi, ogni
volta con meno convinzione , che era
solo sesso e che non sarebbe durata.
Sarebbe stato più facile crederci se solo Clint non l’avesse baciato quell’ultima
volta.
Clint si gira, corrugando la fronte e Darcy si ferma
qualche passo più avanti.
-Che c’è?- gli chiede tornando indietro.
Clint si guarda attorno, nessuno sembra badare a lui eppure per un momento ha
avuto la sensazione che qualcuno lo stesse fissando. Scrolla la testa e
appoggiandole una mano sulla spalla le fa segno di riprendere a camminare.
-Nulla, mi sono sbagliato.-
-Mio
padre?-
Darcy sgrana l’occhio buono, l’altro è chiuso
dall’enorme livido sul suo viso , e dopo
un momento di sorpresa scrolla la testa - Guardi, a parte che mio padre al
momento è una convention su Star Trek a Tijuana,
è proprio impossibile.-
L’infermiera non demorde, controlla sul computer, è più che convinta che quell’uomo
tanto gentile che le ha offerto il caffè abbia chiesto di Darcy
Lewis - Sì, Lewis, un signore distinto con un completo nero.- e quest’ultima
scoppia a ridere anche se le fa un casino male farlo.
-Le assicuro che Jared Lewis ha indossato un completo
solo il giorno del suo matrimonio. Il giorno del mio battesimo, per dire, aveva
su una maglietta : Green fig, salviamo la gnocca e le infradito.-
Clint vorrebbe dire che ora capisce un sacco di cose, ma si trattiene -Giura.- esclama solamente, affascinato come poche
volte lo è stato, mentre l’infermiera improvvisamente intimorita si allontana camminando all’indietro.
-Per evitare che il parroco lo inseguisse armato di aspersorio mia madre l’ha
costretto ad aspettare fuori.-
L’infermiera tossisce per riavere l’attenzione - In ogni caso, passi
all’ufficio oggetti per avere la sua giacca signore.-
Clint corruga la fronte -La mia giacca?-
-Sì, la giacca che copriva la signorina quando è arrivata.-
SHIELD
-Dove
diavolo è finito?-
Phil si infila le mani nelle tasche dei pantaloni, controlla quella interna della giacca, mentre
dall’altra parte delle porte a vetro, Hill lo guarda con un sopracciglio
sollevato.
-Che succede Coulson?-
La domanda della vicedirettrice è coperta dallo sbuffo delle porta automatiche
che si aprono, Phil alza su di lei uno sguardo confuso mentre una sorta di
timore martellante inizia a fargli tremare i polsi e ronzare il sangue nelle
orecchie.
-Ho perso il badge di riconoscimento.-
Hill sospira -E’ una scocciatura, ma non
è la fine del mondo.-
Phil è di tutt’altro parere - Era nella giacca che ho lasciato su Darcy Lewis.-
Blue Bell Pub
(Brooklyn)
Il
Blue Bell Pub non è di certo il sogno segreto di ogni
ristoratore, anzi, ma è la prima volta che entrando Kate ha la sensazione che
stia per crollarle addosso. Illuminato dalla luce che filtra dalla strada l’ampio
stanzone con le pareti ricoperte di legno e il pavimento di cotto sembra lo
scenario disastrato dello scoppio di una bomba.
-Che diavolo è successo qua?-
Cassy torce il grembiule fra le mani, quando Kate è
arrivata l’ha trovata in strada assieme a suo marito Lou
e una decina fra fedelissimi del locale e condomini del palazzo -Non ne ho
idea, sembrava totalmente fuori di sé, ci ha buttato fuori e ha iniziato a
spaccare tutto.-
Kate deglutisce a vuoto, quella manica di ubriaconi non hanno idea di quanto abbiano
rischiato a trovarsi nel perimetro di un agente di livello 7 incazzato come una
bestia - Scusaci se ti abbiamo chiamato, ma non sapevamo che fare.-
-Avete fatto bene.-
Kate si chiude la porta alle spalle e
facendo attenzione a dove mette i piedi, avanza fino a guadagnare il centro del
locale -Barton sei morto?- chiede portano le mani ai
fianchi e torcendo il busto prima verso destra e poi verso sinistra - Si può
sapere che diavolo è successo? La tizia della tabaccheria te l’ha di nuovo
fatta annusare e non te l’ha data?-
-Ti ho giù detto che non ci andrei con quella nemmeno se ce l’avesse quadrata.-
Kate aggrotta le sopracciglia, la voce di Clint viene da dietro il bancone. La
ragazza lo scavalca agilmente e atterra
a piedi pari accanto a lui - Che diavolo
hai combinato?- Clint ha entrambe le
palme delle mani distrutte da una serie di tagli trasversali più o meno
profondi - Cristo guarda che casino.-
Clint geme per il dolore alla prima stretta della giacca di Kate attorno alle
mani, cerca di farsi indietro, ma la ragazza, con un ceffone ben assestato,
doma ogni suo tentativo di fare il duro della situazione.
-Vedi di non fare l’idiota.-
Sobbarcandosi, incredibilmente vista la sua taglia ridotta, buona parte del suo
peso riesce a portarlo verso uno dei
tavolini.
-Siediti.- ordina - Dove hai messo la
cassetta del pronto soccorso?-
Clint pensa che servirebbe di più quella
del cucito, ma evita di commentare, visto che le sberle di Kate sono quasi
forti come i pugni di Natasha. Apre le mani,
delicatamente e la ragazza inizia a buttare sulle ferite alcol denaturato - Che
è successo?-
-Kate mi faresti un favore?-
Kate corruga la fronte mentre cerca di capire a occhio se c’è bisogno di un
lavoro di sarta sulle ferite che sta
annegando nel disinfettante - Dipende.- fa concentrata e Clint per farsi
guardare in viso spinge la fronte contro la sua - Che favore vuoi?-
-Devi infiltrarti nell’ufficio di Fury.-
Kate ci mette qualche secondo per reagire - Una fetta di culo, no?-
SHIELD
(Ufficio di Nick Fury)
Ci sono solo due
conclusioni possibili per questa follia, o finirà con il farsi scoprire e Fury pretenderà il suo scalpo come trofeo da mettere sul
caminetto o finirà con il perdersi e
farà la fine del Fantasma dell’Opera vivendo negli scantinati e apparendo solo
per rapire giovani agenti fascinosi.
Di pancia nel condotto dell’aria che attraverso l’ufficio di Fury, Kate si fa il segno della croce, si maledice per
essere fisicamente incapace di dire di no a Clint Barton
e puntando i piedi fa cadere la grata che cade in un cigolio dei cardini a cui
è appesa. Facendo attenzione si lascia scivolare e con un ultimo saltello
atterra sulla scrivania di Fury.
-Fortuna che mi sono tolta le scarpe.- mormora scendendo un piede alla volta .
-Stark smettila di fare il bambino.-
-Io non sto facendo il bambino Rogers.-
-Tu come lo definisci andare a lamentarti da Fury perché
io ho l’armadietto più spazioso del tuo?-
Tony si ferma e mentre osserva le sue spalle Steve, per un momento, pensa di
essere riuscito a farlo ragionare - Armadietto che tu non usi neanche, tra l’altro.-
rincara la dose , e Tony riprende a camminare spedito verso l’ufficio di Fury.
-Non lo uso perché ho una palestra di gran lunga più fornita di quello dello
SHIELD, ma è una questione di principio. Mio padre mi diceva sempre che è dalle
piccole cose che si misura il rispetto che una persona nutre per te.-
Steve alza un sopracciglio -Tuo padre dava anche fuoco ai suoi peti per
scommessa.-
Tony si gira di scatto con la bocca comicamente spalancata e Steve alza le mani
-Ehi, l’ho visto con i miei occhi.-
Kate ha la sensazione di
veder passare tutta la sua vita davanti quando la lucida maniglia in ottone si abbassa
e la porta si apre. Manda un gridolino soffocato e senza stare a guardare il
grado di avanzamento della barra di download sfila la pennette USB e se la
ficca in bocca. Sale sulla scrivania , ma quando la porta si apre è un trafelato Steve Rogers quello che incrocia il suo sguardo spiritato -Signore
mi scusi, ma…EH?-
Si fissano entrambi attoniti, Steve alza e abbassa gli occhi su di lei, mentre
Kate sputa la pennetta e con entrambi gli indici sulle labbra soffia un
disperato -SSSSSSSH!- nella sua direzione. Steve aggrotta le sopracciglia
mentre alle sue spalle, un incazzato Tony Stark ,
bercia un -Mi hai fatto lo sgambetto!-
Steve si volta e Kate coglie l’occasione per aggrapparsi al bordo del condotto
di areazione con un salto e issarsi su con un colpo di reni, così quando Steve
torna a guardare verso di lei vede solo la grata che si alza e si incastra nelle guide con un clack.
-Rogie che ti prende? Sembra che hai visto un
fantasma.-
Steve si passa una mano sulle labbra, scrolla la testa e con una spallata poco
gentile fa allontanare Tony dalla porta -Andiamo
Stark, non avevi detto che volevi provare su di me la
tua nuova armatura?-
Brooklyn
(Appartamento di Clint Barton)
-Mi ha beccata, ti rendi
conto che mi ha beccata?-
-Impossibile, alle 11.30 Fury ha la pausa cacca.-
Kate vorrebbe tanto sapere come diavolo ha fatto Clint a scoprire l’orario in
cui Fury è solito andare al bagno, ma al momento la
sua mente è presa da tutt’altri affari. Passeggia avanti indietro davanti al
vecchio divano che ormai ha preso la forma del culo di Clint tenendosi la testa
fra le mani -Ti rendi conto che il Golden Boy
farà rapporto a Fury e io , se sarò fortunata,
finirò a pulire cessi alla turca in Marocco? Che poi, perché si chiamano bagni
alla turca? I bagni turchi sono un’altra cosa…BARTON MI
ASCOLTI?-
-Katie.- Kate lascia cadere le braccia, di solito
quando Clint la chiama Katie, la catastrofe è in arrivo - Ho bisogno del mio
arco e della faretra.-
Ha lo sguardo fisso sullo schermo del portatile che la ragazza gli ha allungato ed è
così pallido che Kate potrebbe quasi confonderlo con la parete dietro di lui se
non fosse per i capelli - Che ci devi fare?- gli chiede improvvisamente diffidente.
-Ci devo ammazzare qualcuno.-
Note
e Disclmers:
1.
Nel mio headcannon, Darcy somiglia da morire al suo papà xD
2. Green fig, salviamo la gnocca © Luciana Littizzetto