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Autore: melhopes    12/03/2014    2 recensioni
Estate 2012. Melania si prepara a godersi tre mesi lontani dalla scuola essendo sola l'altra metà di stessa: la nota e, al contempo, emergente cantante Melyem. Quella che avrebbe dovuto essere una stagione tranquilla, si rivela, però, piano piano la più sconvolgente della sua vita soprattutto quando riceve l'opportunità di aprire i concerti dei One Direction. Costantemente divisa tra amore e perdita, imparerà cosa vuol dire vivere ma...solo "Per un po'".
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(Lunedì 11 Giugno 2012)

Tre del pomeriggio. Ero sdraiata sul divano. Erano appena finiti i Simpson. Uno dei miei cartoni animati preferiti. Vibrò il cellulare, mi chiamavano. Marco.
Risposi. << Pronto! >>
 
<< Miss! >>
 
<< Hey, Marco! Tutto bene? >>
 
<< Beh, a parte i dolori per via dell'allenamento di ieri...tutto bene >> e rise, io con lui. << E tu? >> aggiunse.
 
<< Sto bene. Sicuro messa meglio di te >> sorrisi.
 
<< Non avevo dubbi! Ti chiamavo per la storia del viaggio... >>
 
 << Non potevi mandarmi un messaggio? >>
 
 << Avevo voglia di parlare con te >>
 
 << La mia voce è sexy >> risi.
 
 Amavo dire cavolate. Lui lo sapeva.
 
 << Potrebbe essere che la mia lo sia >> ribatté scherzando.
 
 << Dovrei prostrarmi ai tuoi piedi per questo? >> risposi, prendendolo in giro.
 
<< Ti chiederei di farlo ma non potrei vederti >> alla fine ridemmo entrambi.
 
 << Cosa devi dirmi riguardo al viaggio? >> lo esortai.
 
 << Mio padre è d'accordo! Ha parlato col padre di Marcella ed è tutto apposto! >>
 
 Diedi un urlo. Poi mi ripresi.
 
 << E questo? >> chiese lui sbalordito.
 
 << E’ fantastico! >> urlai di nuovo.
 
 << Hey, l'orecchio è mio! >> si lamentò. Poi lo sentii sorridere dolce e aggiunse: << Sono contento che tu sia contenta della mia partecipazione al viaggio ma questo orecchio mi serve per ascoltare >>
 
 << Usi l'altro >> risi.
 
 << Sono davvero entusiasta! L'hai detto a Marcella? >>
 
 << No, ti ho detto che non vado molto d'accordo con lei. Per favore, diglielo tu >>
 
 << Certamente, le invierò un messaggio, signore. C'è qualche altra cosa che la sua segretaria può fare? >> chiesi scherzando.
 
 << Mhm...no. Credo che per ora sia sufficiente >> un attimo di pausa. << Anzi no, potresti scrivere una canzone per me >> aggiunse.
 
 << Non so fare miracoli >> e risi.
 
 Lui sbuffò. << Hai scritto una canzone per un sacco di gente >>
 
 << E quando sarà il momento ne scriverò una anche per te >> sorrisi pronunciando quella frase.
 
 << Hai scritto una canzone anche per Marcella? >>
 
 << No >>
 
 << Pensi di farlo? >>
 
 << Non credo. Non per ora >>
 
 << Bene >>
 
 << Cos'è tutto questo interesse per il mio scrivere? >>
 
 << Cosa fai oggi? >>
 
 << In teoria nulla. In pratica, beh, ancora nulla >>
 
 << Mi andava di passare un po' di tempo con te. Ti va di venire da me? >>
 
 Guardai l'orologio. Erano le tre e dieci. << Mmm...non saprei. Verso che ora? >>
 
 << Quando vuoi >>
 
 Annuii.
 
 << Però alle sei ho una partita >>
 
 << Dietro casa mia? >>
 
 << Dove altro vuoi che vada? >> sorrise.
 
 << L'altra volta sei stato a Camigliano >>
 
 << Eccezioni che confermano l'abitudine >>
 
 << Potrei venire a vederti >>
 
 << Mi immagino già i titoli: "La famosa cantante Melyem avvistata ad uno squallido campetto da calcio nel suo paesino, squallido, a vedere una partita di calcio. Chi sarà venuta a vedere?" >>
 
 << Non credo, sai? >>
 
 << Potrebbe succedere >>
 
 << Vengo da te tra un'ora. Vai a giocare col motorino? >>
 
 << Sono a corto di benzina, vado in bici >>
 
 << Mi dai comunque un passaggio >>
 
 << L'importante è che non provi a farmi cadere >> rise.
 
 << Non vogliamo che accada nulla ai tuoi piedi da giocatore >> scherzai.
 
 << Menomale che lo sai. Senza di me la squadra non va avanti >>
 
 Risi. << Non ti montare >>
 
 << Sono solo onesto. Prova a chiedere >>
 
 << Lo farò al momento della partita >>
 
 << Poi vedremo se ho ragione - fece una risata malefica per scherzare - quindi vieni? >>
 
 << Sì, tra un'ora, quando farà, apparentemente, meno caldo >>
 
 << Apparentemente. Mi è piaciuta >> sorrise.
 
 << Io sono tutta un piacere, gioia >> e feci la voce da snob.
 
 << Vuoi fare un film porno? >>
 
 << Non quelli che potresti guardare tu, o forse ne ho già fatto qualcuno e non lo sai >> risi.
 
 << Controllerò in rete >>
 
 << Tanto conosci tutti i siti >>
 
 << Non mi piace essere razzista >>
 
 << Credo sia la scelta più giusta >> risi. << Invece di mandarle un messaggio, potremmo andare a dirglielo di persona >> continuai.
 
 << Parli di Marcella? >>
 
 Annuii. << Abita a dieci metri da te. La strada non è molta >>
 
 << Cioè tu mi stai dicendo che dovrei alzare il mio culo dalla sedia, dal letto, dal divano... >>
 
 Lo interruppi. << Ma da quante parti sei seduto? >>
 
 << Era per dire che "Dovrei alzare il mio culo da un qualsiasi posto comodo per andare a parlare con lei a casa sua?" Cioè dai, dovrei uscire di casa! Indossare una maglia e scegliere di andare da lei. Potrebbe sentirsi importante, e non lo è! >>
 
<< Quanto sei cattivo! Vuoi dire che ora non hai la maglietta? >>
 
 << Ti sto facendo eccitare? >> rise.
 
 << Non hai idea di quanto sto sbavando alla sola idea >> risi.
 
 << Seriamente, dalle una possibilità. Cerca di essere suo amico. Cerca di essere la persona gentile che sei per carattere >>
 
 << Non lo so >>
 
 << Beh, io verrò da te e poi andrò da lei per parlarle di una cosa che ti riguarda. Vado per te, non per me. E' per il viaggio ma è per fare in modo che tu non ne resti fuori. Vorrei che venissi con me, che mi accompagnassi. Vuoi fare questo viaggio con me sì o no? >>
 
 << Certo che lo voglio. Non avrei mai chiesto il permesso a mio padre altrimenti >>
 
 << Beh, pensa che durante quel viaggio sarai in stretto contatto con lei. Vai lì grazie a lei e alla sua famiglia. Dovresti essere gentile e cercare di sdebitarti per l'ospitalità che ti darà la sua famiglia, per il fatto che lei ti voglia lì. Non lo dimenticare >>
 
 << In effetti dovrò vederla tutti i giorni per un po'. Dovrò abituarmi alla sua presenza. Non è solo un viaggio con la mia migliore amica, purtroppo >>
 
 Sorrisi. << Cominci a capire. Non sarà male >>
 
 << Spero tu non menta >>
 
 << Sai che ti dico sempre la verità >>
 
 << Fortunatamente sei quel tipo di persona >>
 
 << E tu fortunatamente sei quel tipo di persona che apprezza questo tipo di persona >>
 
 << In vena di dolcezze, eh? >>
 
 << Hai rovinato l'atmosfera >>
 
 Lo sentii sorridere. << Mel, ci vediamo alle quattro allora >>
 
 << Sì, minuto più, minuto meno >>
 
 << Che dici se preparo l'attrezzatura e facciamo un episodio speciale del nostro show? >>
 
 << Mhm...forte come idea! Solo dopo essere andati da Marcella, però >>
 
 << Sei fissata con questa cosa. Nemmeno dovessi andarla ad invitare per uscire con me! >> rise.
 
 << Potrebbe succedere? >>
 
 << Mai >>
 
 Risi. << Il tuo tipo di ragazza sono solo io >>
 
 << Sempre, sexy! >>
 
 << Bel nomignolo, hot! >>
 
 << Quello che hai dato a me è più grazioso >>
 
 << Stavo pensando una cosa... >>
 
<< Dimmi >>
 
 << Riguardo alla puntata speciale dello show. Pensavo, ecco, forse è un'idea assurda, però...si potrebbe invitare anche Marcella... >>
 
 << Stai cercando di includerla nelle nostre attività per essere gentile? >> chiesi illuminandomi.
 
 << Più o meno >> disse con uno strano tono, quasi da piano malefico.
 
 << Quali sono le tue vere intenzioni? >>
 
 << Non ho intenzione di farle dei gavettoni con dei preservativi se è quello a cui pensavi >>
 
 << In realtà no, prima non ci stavo pensando. Ora sì, grazie a te >>
 
 << Non farò niente del genere >>
 
 << Di peggio? >>
 
 << No >>
 
 << Beh, allora...credo sia una buona idea >> feci un sorriso a trentadue denti.
 
<< Voglio semplicemente metterla a disagio >> ridacchiò.
 
 << Marco! >> lo sgridai.
 
 << Che c'è? >> esclamò come se non capisse il perché di quel "richiamo".
 
 << E' cattivo da parte tua >>
 
 << Non la sopporto >>
 
 << E tutto il discorso che ti ho fatto su di lei, sulla sua famiglia, su questo viaggio e sull'importanza di imparare a conoscerla meglio? >>
 
 << Ti giuro che conservo i concetti nel mio cervello però non cambio idea da un secondo all'altro. Li sto prendendo in considerazione >>
 
 << Non fare lo sciocco. Non merita di essere trattata male solo perché lei ha un tipo di carattere con cui non vai d'accordo >>
 
 << Dovrebbero farti santa >>
 
 << Non bisogna ferire le persone per divertimento >>
 
 << Ti ho già detto che dovrebbero farti santa? >>
 
 << Marco! >> lo sgridai di nuovo.
 
 Volevo che quel mio discorso portasse da qualche parte, che lui capisse di doverle mostrare il suo lato migliore, quello che mostrava a me.
 
<< Penserò al tuo discorso sulla gentilezza. Sento che ci tieni davvero tanto >>
 
<< Grazie, Marco >>
 
<< A tra poco >>.
 
 Staccò la telefonata. Erano le tre e venti. Mia madre era in camera sua a stirare. Decisi di alzarmi dal divano e avvisarla che a breve sarei uscita. Arrivai sull'uscio e mi appoggiai alla porta.
 
<< Ma’ >>
 
 Alzò lo sguardo dal jeans che stava stirando.
 
 << Che c'è? >>
 
 << Verso le quattro esco >>
 
 << Dove vai? >>
 
 << Da Marco >> e lasciai la stanza.
 
 Presi il cellulare che avevo lasciato sul divano e mi recai in camera. La camera era in un leggero disordine. C'erano cartacce sparse dovunque per terra e dedussi che doveva essere stato per forza mio fratello. Era l'unico che aveva il brutto vizio di mettere a terra qualsiasi cosa, perché lui viveva a terra. Mio fratello, Lorenzo, era alla scrivania del computer fisso, davanti al portatile. Giuseppe, saltellava davanti alla tv, andando avanti e indietro. Gli urlai di sedersi perché la sua iperattività mi dava sui nervi. Presi la valigetta che conteneva il mio pc e mi adagiai sul mio letto. Accesi il pc e mi collegai su twitter per "aggiornare i miei fans", come diceva Marco. In realtà, avevo solo voglia di scrivere quello che mi riguardava, ma forse per gli eventuali fans sembrava "un aggiornamento" sulle mie attività.
 
C'erano parecchi tweet da parte loro. Sorrisi, incredula e passai a rispondere. Una volta stanca, scrissi: "Spero che ognuno di voi là fuori, oggi si sia avvicinato di un passo al suo sogno, al suo obiettivo. Tutti lottiamo per qualcosa e io faccio il tifo per voi. Questo mondo ha bisogno d'amore. Vado dal mio migliore amico per condividerne un po' con lui. Vi prepareremo una sorpresa!"

Andai a prepararmi. Feci una doccia veloce, infilai dei vestiti puliti e, prendendo il telefono, uscii. Arrivai a casa di Marco alle quattro e dodici precise. Ero andata a piedi e un dieci minuti ci volevano, se non di più, andando a passo lento.
 Suonai al cancello e mi rispose sua madre: << Chi è? >>
 
 << Mara, sono Melania >> risposi con entusiasmo.
 
 Scattò il cancello ed entrai. Salii i tre piccoli scalini e arrivai alla porta-finestra della cucina. Sua madre aprì la zanzariera e mi lasciò passare sorridendomi. Ricambiai il sorriso.
 
<< Che bella sorpresa! >> esclamò richiudendo la zanzariera alle mie spalle e io le sorrisi di nuovo.
 
 << Sono passata a trovare Marco >>
 
 << Hai fatto benissimo. Così può darsi che si ravviva un po'. Ha un'aria davvero triste >>
 
 << Sul serio? Gli ho parlato poco fa per telefono e non sembrava >>
 
 << Non so cosa ti abbia detto però da quando si è svegliato ha una faccia triste. Non ha fatto niente, non gli va di fare niente. Dopo pranzo si è chiuso in camera e non è più sceso. Pensa che non ha nemmeno litigato col fratello o fatto qualche dispetto a Federica >>
 
 << Questo non è Marco! >> esclamai. << Cioè, sono contenta che non torturi la povera Federica, però è troppo strano. Ora vado a vedere io cos'ha! >> continuai.
 
 << Conosci la strada >>
 
 Io annuii e mi diressi verso le scale che si trovavano nell'altra stanza. << Gianluca è in casa? >> chiesi.
 
 << E' in camera con Federica, stanno guardando un film >> rispose e io presi a salire la scala.
 
 Arrivata in cima, la porta della stanza di Marco e Gianluca era aperta, ma non si vedeva nessuno dentro. La porta della stanza di Federica, invece, era chiusa e si sentivano delle risate provenire da lì. Avrei voluto salutarli ma non volevo disturbarli e rovinare l'atmosfera. Mi avvicinai alla soglia della porta di Marco e mi affacciai per vedere se ci fosse. Bussai sulla porta e Marco si affacciò verso di me. Appena mi vide, mi sorrise. Era a torso nudo, con una cuffia nell'orecchio, l'altra che penzolava e il cellulare in una mano.
 
 << Sei davvero senza maglia! >> dissi prendendolo in giro.
 
 << E tu sei davvero venuta qui abbandonando la comodità del tuo...divano? >>
 
 Sorrisi. << Sì, stavo sul divano >>
 
 Fece segno di entrare. Seguii il suo invito e lui si avvicinò al suo letto, dandomi le spalle. Prese una maglia bianca che era adagiata sul letto tutta maltrattata e se la infilò. Si voltò e mi sorrise.
 
 << Non ti ho sentita arrivare >> ammise.
 
 << So che volevi mostrarti di proposito senza maglia >> scherzai.
 
 << Mi hai scoperto! >>
 
 Sorrisi. << Cos'hai che non va? >>
 
 << Cos'ho? Niente >>
 
 << Tua madre ha detto che hai avuto degli strani comportamenti da quando ti sei svegliato >>
 
 << Non so di cosa parli >> la sua espressione cambiò e abbassò lo sguardo abbozzando un finto sorriso.
 
 << Non hai fatto dispetti a Federica né litigato con Gianluca. Questo preoccupa! >> e sorrisi dicendo l'ultima frase.
 
 << Ma non è niente, è solo una giornata un po' strana >> rialzò lo sguardo.
 
 Mi avvicinai a lui e presi la cuffia penzolante. La infilai all'orecchio per ascoltare. Era una canzone triste, che non avevo mai sentito prima. Non ascoltai molto, giusto qualche frase. Tolsi la cuffia e l'accompagnai delicatamente affinché tornasse a penzolare. Guardai Marco, non sembrava capire perché l'avessi fatto. Lo abbracciai, forte.
 
 << Ogni volta avrai bisogno, sarò qui >> gli sussurrai.
 
 Mi staccai. Lui annuì. Aveva gli occhi lucidi. Rimasi quasi pietrificata, ma reagii subito, per non fargli capire che ero spiazzata dalla sua fragilità, ma che in realtà potevo reggere qualsiasi peso volesse condividere con me. Appoggiai una mano sulla sua spalla, sorrisi e gli asciugai la prima lacrima che versò. Corsi poi a chiudere la porta e tornai indietro. Aveva due lacrime che gli rigavano le guance e teneva lo sguardo basso. Gli asciugai anche queste due, poi lo accompagnai a sedersi sul letto. Mi sedetti accanto a lui e lo abbracciai da un lato.
 
 << Lascia che tutto esca fuori. Andrà tutto bene, andrà tutto bene. Ci sono qui io a difenderti >>
 
 Lui annuì di nuovo. << Tu credi che io sia una persona cattiva? >> mi chiese dopo molti minuti di silenzio in cui lui non fece altro che piangere.
 
 << Se pensassi che tu fossi una cattiva persona te lo direi, ma probabilmente non sarei nemmeno qui. Ma sai cosa? Sei una persona meravigliosa, eccezionale e sono davvero convinta che tutti dovrebbero poterlo vedere >>
 
 << Sei sempre così buona con me >>
 
 << Non sono buona, ti tratto come meriti >>
 
 << Ti voglio bene >>
 
 << Anch'io, lo sai >>
 
 Lui annuì.
 
 Lo strinsi un po' più forte. << Qualsiasi cosa ti stia facendo crollare, io sono qui per aiutarti e farti sollevare >>
 
 << Sei un'amica fantastica. Resti qui, mi tieni stretto mentre piango. Non ti irrita il fatto che non ti dica il motivo e me ne stia in silenzio >>
 
 << So bene quanto sia importante ricevere del sostegno, e sentirsi non soli in momenti come questi. Hai qualche "problema" e stai facendo la cosa migliore lasciando che tutto esca fuori. Sono tua amica e sarò sempre qui per te. Certo, se sapessi a cosa si deve potrei dirti parole migliori, più utili; ma so bene che se vorrai lo farai di tua spontanea volontà. Non c'è bisogno che io ti forzi. Credo anche che la persona che non capisce i silenzi non merita le parole >>
 
 Accennò un sorriso. << In realtà stamattina mi sono svegliato e stavo bene, d'umore intendo. Non sprizzavo allegria da tutti i pori, ma era solo la stanchezza per ieri. Poi però... >> si interruppe.
 
 Dopo qualche secondo di silenzio e un bel sospiro riprese a parlare. << Poi però c'è stata la nostra telefonata. Quello che ci siamo detti mi ha fatto pensare. Quello che hai detto mi ha fatto pensare. Ti ho promesso che l'avrei fatto a fine telefonata perché ho cominciato a sentirmi male mano a mano che la conversazione continuava >>
 
 << Il discorso sulla gentilezza? >> chiesi lieve.
 
 Lui annuì. << A volte penso di non meritare questa vita, così tanto che mi fa male. Credo di non avere valore, e questo mi fa soffrire. Smetto di pensare e mi comporto da idiota, immaturo e superficiale >>
 
 << Tu meriti questa vita. La vita è un dono meraviglioso e Dio te l'ha concesso; ciò significa che meriti di vivere e che tra le mani hai un grande dono che devi custodire con cura. Ognuno ha il suo modo di affrontare la vita. Sei solo un ragazzo che cerca di cavarsela attraverso tutto >> lo interruppi.
 
 << Sì, ma è come se io scappassi continuamente dalla realtà, in questo modo. Non mi è mai importato molto, però, parlando mi sono reso conto di quanto volessi essere cattivo con Marcella. Pensavo a come mi sarei sentito al suo posto. Come mi sentirei se fossi circondato da persone che fanno buon viso a cattivo gioco; a cui non piaccio per quello che sono. Sono arrivato alla conclusione che, molto probabilmente, è già così. Non potrò mai sapere la verità. Quello che attraversa la mente degli altri quando mi parlano. Vorrei poter mettere la mano sul fuoco sul fatto che mi vogliano bene, che mi rispettino o che pensino sia una brava persona. Ma non posso. Onestamente l'unica persona su cui non ho dubbi, sei tu. Per te la mano sul fuoco la metterei perché sei una brava persona, una ragazza di cuore; pronta ad ascoltare gli altri, a dare tutto per loro, ma cosa più importante dici sempre la verità. Non faresti mai buon viso a cattivo gioco. Mi dai un'ottima sensazione. Mi fido ciecamente di te, perché trasmetti fiducia e tante altre belle cose. Non so come fai, ma sei l'unica persona così. Mi sono chiesto perché sei l'unica a cui mostro la parte migliore di me e credo sia per questo. Perché tu mi ispiri fiducia e buone cose, perché gli altri mi fanno "paura". Non ti sembra sciocco essere spaventati dal fatto di non poter sapere cosa pensino seriamente gli altri di te? Mi odio per avere così paura di queste cose e di comportarmi in questo modo con persone come Marcella. Vorrei essere diverso, migliore, più forte >>
 
 << Posso dirtelo onestamente? - non aspettai la sua risposta e proseguii il discorso - Sono davvero fiera di te. Hai guardato nel tuo cuore, hai mantenuto la promessa che mi hai fatto; anche se non avevo dubbi su questo perché sei una persona d'onore. Tu fai promesse per poi mantenerle. Ma il fatto che tu abbia mantenuto la promessa e sia andato in profondità ti fa onore. Sono davvero fiera e orgogliosa di avere un amico come te. So che ora ti comporterai nel modo migliore con Marcella e con persone come lei. So che userai ciò che hai capito oggi per fare del bene a delle persone che lo meritano sul serio. Forse non ti rendi conto, ma questo potrebbe cambiare molte giornate. Sono dell'idea che quando si è gentili con qualcuno e si mostra sempre il meglio di sé, cercando di donare amore in modo onesto, quel qualcuno che lo riceve vivrà meglio. Più sereno e più felice. Per quanto ti riguarda, se sei spaventato dal fatto di essere circondato da persone che non sono sincere, beh, forse dovresti lasciarle andare. Diventerai la persona che vuoi essere, devi solo continuare a vivere, ma se non ti fidi di loro, se non sei pronto a buttarti da un aereo per loro, credo che la vostra amicizia non sia vera e tu debba fare qualcosa al riguardo >>
 
 << Tu ti butteresti da un aereo per me? >> mi chiese.
 
 << Anche se non avessi il paracadute e fossimo a quattromila metri da terra >> gli diedi un bacio sulla guancia.
 
 Sentii il suo sorriso mentre lo facevo. << Tu non mi deludi mai. Farei lo stesso per te >>
 
 << Ne sono certa >> sorrisi.
 
 << Non so come farei senza di te >> alzò lo sguardo e mi sorrise.
 
 Ricambiai. << Si può vivere senza alcune persone, la tua vita sarebbe un po' più vuota, ma potresti vivere. Poi, pensaci, se non avessi incontrato me, ci sarebbe sicuramente qualche altra persona fantastica al mio posto oggi qui con te >>
 
 << Preferisco sempre te. Tu sei una ragazza speciale >>
 
 << Proprio come te, giusto? >> gli sorrisi.
 
 << Credo di sì >> e abbozzò un sorriso di risposta.
 
 Sembrava essersi ripreso, così lasciai lentamente la presa del mio abbraccio. Si alzò dal letto, posò le cuffie e il cellulare sulla sua scrivania e tornò da me, ma senza sedersi.
 
 << Ora mi sento molto meglio >>
 
 << Ti sei liberato di ciò che avevi dentro >> sorrisi e mi alzai dal letto, andai verso la porta e la riaprii.
 
 << Benvenuta bella giornata di sole! >> esclamai.
 
 Lui rise e si avvicinò, mi diede un bacio sulla guancia e poi scese le scale. Presi il telefono e lo impostai sulla fotocamera.
 
 Mentre scendeva, si fermò, alzò lo sguardo verso di me e disse: << Torno subito. Ti va uno spuntino? >>
 
 Fu il momento in cui scattai la foto, molto velocemente. Volevo che la sua espressione rimanesse naturale.
 
 << Mhm...perché no! >> sorrisi e mi appoggiai alla ringhiera.
 
 Lui scese le scale e andò in cucina. Controllai la foto che gli avevo scattato. Tutto ciò che volevo si vedesse in quella foto, era presente. Posai il cellulare nella tasca sinistra dei jeans quando, alla mia sinistra, la porta della camera di Federica si aprì. Mi voltai, era Gianluca.
 
<< Hey! Cosa ci fai qui? >> esclamò sorpreso.
 
 << Ciao, Gianluca! >> e mi avvicinai per abbracciarlo.
 
 << Sono venuta a trovare tuo fratello >> dissi indicando il piano di sotto.
 
 << Era parecchio strano oggi >> commentò.
 
 << Me l'ha detto anche tua madre appena sono arrivata, ma credo sia successa la magia >> sorrisi.
 
 << Riesci a fare miracoli! >> sorrise.
 
 << Aveva solo bisogno di parlare con qualcuno >> sorrisi ancora.
 
 << Beh, tu come stai? >>
 
 << Bene, va tutto come al solito. Tu, invece? >> chiesi di rimando.
 
 << Bene! Ti va qualcosa da mangiare? Stavo andando giù a fare rifornimenti per me e Fede... >>
 
 << Ci sta già pensando Marco >>
 
 << Mi ha preceduto >>
 
 << Su, non far aspettare Federica >> lo esortai, lui sorrise dolce e scese le scale.
 
Bussai alla porta della stanza di Federica, nonostante fosse aperta. Lei si voltò e quando mi vide urlò il mio nome e mi venne in contro. La presi in braccio.
 
 << Come va, principessa? >> le chiesi.
 
 << Bene! Da quanto stai qua? >>
 
 << Mhm...un po'. Non lo so di preciso >>
 
 << Perché non sei venuta a salutarmi? >>
 
 << Ho sentito te e Gianluca ridere e non ho voluto disturbare >>
 
 << Stavamo guardando un film divertentissimo! Ora Gianluca ha messo pausa perché aveva fame >>
 
 << E’ un mangione! >> esclamai scherzando e lei annuì.
 
 << Vuoi guardarlo con noi? >>
 
 << Mi piacerebbe tanto ma ho da fare con Marco e... >> non mi lasciò finire la frase.
 
 << Marco era strano oggi >>
 
 In quel momento sott'occhio vidi che qualcuno saliva le scale, era proprio Marco.
 
<< Cos'aveva? >>
 
 << Non mi ha fatto nemmeno un dispetto >>
 
 Risi. << Tranquilla, sta benissimo. Aveva solo voglia di comportarsi bene >> dissi, intanto Marco mi si avvicinò sventolando sotto il naso vari tipi di brioches e succhi, così posai a terra sua sorella.
 
 Lui entrò in camera.
 
 << Marco ti ha portato da mangiare >>
 
 Annuii, guardai verso le scale, c'era Gianluca che le saliva sorridendomi. In mano aveva più o meno gli stessi cibi di Marco.
 
 << Vedi com'è gentile? Ora arriva anche Gianluca e la tua merenda >> dissi indicandolo col mento, lui si avvicinò e mi sorrise.
 
 << Visto chi c'è? >> disse rivolto alla sorella che annuì sorridendo.
 
 Entrò in camera, poso la roba sul letto e tornò sull'uscio. Mi abbracciò.
 
 << Buon divertimento >> mi disse dolce. Lasciò la presa, mi sorrise ancora. << Vieni Fede, andiamo a vedere come va a finire >>
 
 << Ciao principessa >> le dissi e mi chinai per darle un bacio sulla guancia.
 
 Mi rialzai e la guardai entrare in camera. << Questa la chiudo io >> dissi chiudendo la porta con un sorriso.
 
 Mi voltai e trovai Marco appoggiato alla porta che mi fissava sorridente.
 
 << Che c'è? >> chiesi stranita.
 
 Lui sorrise di nuovo ed entrò dentro, lo seguii.
 
 << Dai, cosa c'è? >> gli chiesi di nuovo.
 
 << Vedervi insieme è bello >>
 
 << E’ davvero tenera >>
 
 Aprì un pacco di brioche dopo l’altro. Posizionò i vari pacchi in fila sulla scrivania, mise davanti alcune confezioni di succhi di frutta di vari gusti, poi si girò verso me e mi disse: << A te la scelta! >>
 
 << C'è l'imbarazzo! Hai preso talmente tanto cibo che potremmo mangiare per giorni! >>
 
 << Forse sono stato un po' esagerato >> ammise.
 
 << Non volevo far mancare niente >> continuò.
 
 Mi avvicinai e presi una Kinder Pan & Ciok.
 
 << Solo? >>
 
 << Hai portato tutta questa roba per farla mangiare a me? >> rise.
 
 << No, ma non vorrei ti limitassi a una sola brioche. C'è tutto questo ben di Dio! >>
 
 << Ci sono talmente tante schifezze che si potrebbe organizzare un pigiama party >> risi.
 
 << E' un'idea mica male! >>
 
 << Ma non devi andare a giocare? >>
 
 << Preferisco restare con te. Ho già disdetto >>





 
  
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