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Autore: _redsky_    13/03/2014    2 recensioni
"Baltimora. Eccoci quì. Papà posa la sua mano sulla spalla della mamma, e mamma posa la sua mano sulla mia; mi giro un attimo a guardare la gente che passa, sperando che qualcuno mi trattenga lì, continuando ugualmente a camminare, ed una volta che mamma mi tira per un braccio, eccomi catapultato sull'aereo. Beh, buon viaggio."
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex Gaskarth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci dentro.
Papà aiuta me e mamma a trascinare i bagagli dentro casa, e poi ci chiudiamo la porta dietro. Davanti a me, ci sono delle scale infinite, e accanto un ascensore, per fortuna. Carico tutto dentro, premo il secondo piano, e poi magari scenderò a fare un giro nello scantinato e nel sottoscala. E' un condominio, per il momento siamo tre famiglie, spero di ambientarmi presto.
L'ascensore si ferma, scendiamo, ed apriamo la porta. Sento l'odore delle cose nuove, di pulito, ma anche di sporco.
Non appena si varca la soglia della porta, ci ritroviamo in un piccolo ingresso, e a destra c'è la cucina con una stanza da giorno, mentre a sinistra c'è una stranza che non ho idea a cosa possa servire, che conduce ad un bagno e alla camera dei miei. Di fronte c'è un corridoio con le pareti binache e tanti quadri davvero interressanti, e, alla fine, c'è la mia stanza che fa angolo con un altro bagno, la lavanderia e quella che dovrebbe essere la sala hobby.
E' tutto abbastanza grande e spazioso, in tre si ci può vivere perfettamente.

Dopo aver aiutato mamma a sistemare un pò la nostra roba e dopo aver provato il nuovo divano, mi fiondo in camera, per cercare di studiarla un pò meglio. Mi butto sul letto e penso sul colore con cui dovrò dipingere le pareti. Mi piacerebbe una parete rossa, una grigia e le latre due, una frontale all'altra, bianche, così da poterci scrivere sopra con il pennarello indelebile.  Mamma mi suggeriva di dipingere tutto con dei colori chiari, ma non ce n'è bisogno, perchè resterebbe luminosa comunque: c'è una finestra enorme. Quest'ultima dà su una via piccolina, e di fronte noto avere un Coffeeshop.
Mi piacciono tanto queste cose, magari andare lì e scrivere bevendo un Thè, ma dubito che quì farò mai una cosa del genere. Come prima cosa, nessuno in america berrebbe il THE' con me. Come seconda cosa, non ho più niente da scrivere, la musica da comporre è rimasta in Inghilterra, con la mia chitarra.
Chissà che starei facendo ora se mi trovassi a casa.. probabilmente starei al telefono con Ben, mio unico e migliore amico, o forse starei andando dalla nonna, o solo e semplicemnte starei coccoloando la chitarra, seduto sul marciapiede sotto casa, mi ritroverei con meno paure, e questa forse è l'unica cosa che in questo momento mi manca.
Cerco sicurezza.
Per il momento sto seduto dietro la finestra a fissare un pò quel che resta delle nuvole attorno al tramonto, a guardare le vetrine di quel Coffeeshop di cui vi parlavo prima. E' affollatissimo, mi chiedo cosa ci sia di speciale lì dentro. Bambini, anziani, ragazzi, ragazze, genitori, escono ed entrano da quel locale, chi spenzierato e felice, chi con il volto basso, e cerco di immaginare le loro vite, le loro preoccupazioni. Per esempio c'è un bambino che corre via con la faccia tumbata, chissà cosa gli sarà successo, chissà se sarà caduto, o è spaventato, o qualcuno lo ha trattato male. Chissà se gli manca la mamma e corre verso casa, chissà se qualcuno lo aspetta dietro l'angolo, chissà se tornerà quì, chissà a cosa starà pensando quel tipo che lo segue con gli occhi.
Seduto accanto l'ultima finestra con i vetri quasi di un trasparente sporco, c'è un ragazzo con la chitarra dietro le spalle, e qualcosa di fumante sul tavolo. Anche lui.. chissà qual'è il suo nome, o il nome della sua chitarra, o della sua band, se ne avesse una. Chissà chi aspetta, se non aspetta nessuno, chissà perchè ha dei capelli così strani che assomigliano quasi ai miei. Chissà perchè continua a grattarsi la testa con un'aria nervosa fino a quando non decide di andare via. Chissà perchè lo trovavo interessante. Chissà se lo rivedrò ancora
  
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