Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: Agata W    13/03/2014    3 recensioni
"Salirono in macchina dopo aver aspettato Mcgee e percorsi diversi chilometri e una stradina sterrata raggiunsero una grande casa circondata da un ampio boschetto di betulle. Un bel posto, tranquillo, non somigliava affatto al luogo di una tragedia, ma nonostante ciò, lì, quella notte era stato commesso un omicidio e la miglior squadra investigativa dell’NCIS era già pronta all’azione." (...) "- Senti devo andare- disse Dinozzo cercando di chiudere la telefonata.
- Ah si? Devi sempre andare! È che tu hai paura di affrontare i problemi, vorresti che si risolvessero da soli vero? Bè mi dispiace ma non è così, avrei bisogno di più di quello che mi dai … - gridò piangendo la donna all’altro capo del telefono."
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs, Timothy McGee, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
II CAPITOLO
 
 
 
 
Arrivarono in ufficio alcuni minuti dopo Gibbs e lo trovarono che ascoltava quel poco che Mcgee era riuscito a trovare sul Marine.
Era andato in pensione per problemi visivi, e avendo avuto una lunga e brillante carriera, era stato dispensato dagli ultimi anni lavorativi.
Aveva buoni rapporti con i suoi superiori, di cui uno in particolare con cui aveva stretto una buona amicizia e con il quale si vedeva spesso per una partitina o per una chiacchierata al bar. L’uomo era Christopher Banton, soprannominato “l’ufficiale d’acciaio” per l’impeccabilità e l’inflessibilità con cui addestrava i suoi uomini, rispettava e si faceva rispettare da tutti, non dava voce ai pregiudizi e affrontava ogni situazione con cura e ragionamento. Insomma una di quelle persone che conquistano la fiducia di tutti per il semplice motivo che hanno fiducia in se stessi.
- Conosci quest’uomo Capo?- domandò Mcgee cosciente del fatto che Gibbs aveva legami con buona parte dei più rispettabili uomini della Marina.
- No, ma lo conosceremo presto- disse Gibbs - cerca il suo indirizzo.
- Già fatto. Via T. Roosevelt 51D- rispose prontamente Mcgee
- Bene andiamo, Tony scendi da Ducky e vedi cos’ha trovato-
- Si … Capo … - disse Tony distaccato mentre leggeva un messaggio di Jane.
- Subito Capo- sottolineò Gibbs facendogli capire che sarebbe stato meglio muoversi.
Così Gibbs e il Pivello andarono a trovare l’ufficiale Banton e Tony scese da Ducky.
- Andiamo a prendere una cioccolata calda ti va?- domandò Ziva sorridendo.
- Si grazie- rispose Marylin che sembrava esseri rasserenata un pochino.
- Sai, anche io ho perso mio padre … - disse Ziva aspettando che le loro calde cioccolate scendessero nei bicchierini bianchi – era come un padre per te vero?- seguitò portando il discorso sul marine.
- Si … il mio vero papà l’ho visto pochissime volte, era sempre via, poi bè sai com’è andata … - disse Marylin – mi trovavo molto bene con Just, era … era una persona eccezionale e ora mi dispiace così tanto per tutte le volte che non gli ho dato retta, vorrei tanto potergli chiedere scusa- continuò malinconicamente.
- E’ vero, ma scommetto che lui ha sempre saputo quanto gli volessi bene e quanto gli fossi affezionata-  la rassicurò Ziva. – Ti va di parlarmi un po’ di lui?- chiese porgendole un bicchierino  di calda e profumata cioccolata, sapeva che dopo un trauma così è molto importante parlarne e lasciar uscire tutta la tristezza che ci si crea dentro … e così avrebbe saputo anche qualcosa di più sulla vittima.
- Grazie- disse Lin prendendo la cioccolata.
Tornarono alla scrivania di Ziva e Marylin iniziò a raccontare
- Ecco Just era una di quelle persone tanto buone ma che sanno sempre cos’è giusto, per questo motivo molto spesso litigavamo … E’ stato lui ad insegnarmi come affrontare il mondo, mi aiutava a risolvere i problemi e mi ha sempre detto quello che era sbagliato e quando ce n’era bisogno mi imponeva i suoi divieti. E per questo devo ringraziarlo. Mi diceva sempre tutto, non mi nascondeva mai niente, o almeno credevo fino a poco fa- disse.
- Da quello che so non avrebbe dovuto avere nessun nemico- aggiunse asciugandosi una lacrima e sorseggiando la sua cioccolata.
Poi di scatto si alzò e disse - Io però vorrei dare una mano, credo che sia molto più utile che stare qui a piangere; non vi serve per esempio sapere chi erano le persone che venivano più spesso a casa nostra? Magari vedendo delle foto riconoscerei qualcuno, ultimamente c’era gente che non avevo mai visto a casa … perché non mi è venuto in mente di chiedere qual’cosa allo zio? Magari tutto questo si sarebbe potuto evitare …
Il telefono di Tony squillò ma Ziva decise che non era il momento di rispondere, non voleva interrompere il discorso con Marylin pensando che magari poi non avrebbe più voluto parlare.
- Certo che puoi darci una mano, dimmi cosa sai dell’ufficiale Banton - domandò Ziva.
- Christopher?   
- Si
- Era un grande amico dello zio, ho parlato con lui solo un paio di volte, mi è sembrato un uomo molto simpatico e cordiale, talvolta anche un po’ noioso, mi ha raccontato di sua nipote che è una ragazza della mia età per un pomeriggio intero! In quel caso la scusa dello studio mi è stata molto utile … Spesso andava con Just a passeggiare o al bar. - disse.
Squillò ancora il telefono sull’altra scrivania e Ziva andò a rispondere.
- Si?- domando
- L’agente Dinozzo? Non c’è?- domandò una donna dall’altro capo del telefono.
- Al momento no, mi spiace, ma appena torna gli dico che ha chiamato …
- Jane.
- Va bene, arrivederci.
- Arrivederci- chiuse secca Jane
 
- Appena torna Gibbs ti facciamo vedere tutte le foto dei marines che hanno avuto a che fare con tuo zio e ci dici se ne conosci qualcuno, va bene?- propose Ziva.
- Certo, vorrei potervi assolutamente essere d’aiuto, vorrei poter assolutamente aiutare lo zio … gli farebbe piacere sapere che sto aiutando l’NCIS a risolvere un crimine … anche se sarebbe meglio che non fosse il suo.
L’agente Dinozzo tornò dalla sala autopsie e si sedette alla sua scrivania.
- Ducky mi ha detto che è stato accoltellato dopo … alzò gli occhi e si bloccò accorgendosi della presenza di Marylin.
- Parla pure – disse lei – in fondo l’ho visto con i miei occhi che è sicuramente peggio di sentirne solo parlare.
- … è stato accoltellato dopo la sua morte e sta ancora cercando di capire la vera causa. – riprese con più accuratezza e più attentamente Tony.
- Ti ha chiamato due volte Jane – lo informò Ziva.
Tony abbassò lo sguardo e spostò qualche foglio da un lato all’altro della scrivania.
- Okay, grazie – sussurrò. Alzò la cornetta, tentennò un attimo giocando con il filo del telefono e poi compose un numero, appoggiò i piedi sul mobiletto accanto, si mise comodo e si passò una mano tra i capelli. Sembrava stanco e affaticato.
Ziva lo osservò un poco mentre parlava al telefono; aveva una voce insicura, e non era da lui essere insicuro con le donne. Lei sapeva solo che Jane era la sua fidanzata da alcuni mesi, non l’aveva mai vista e non aveva mai domandato nulla a Tony. Forse non voleva sapere niente perché la feriva un po’ il fatto che lui fosse fidanzato. “ Perché poi?” si chiedeva, ma lo sapeva perché, il suo inconscio più nascosto lo sapeva, ma a Ziva non piaceva scavare troppo  dentro di sé. Le faceva paura il fatto che ci fossero mille emozioni che non conosceva e così le teneva lì schiacciate fino a che non le facevano male.
- Ti piace Tony, vero? – chiese sottovoce Lin.
- Come scusa? – disse Ziva sorpresa come se fosse stata colta in flagrante.
- Scusa, certe volte parlo troppo – si scusò frettolosamente Marylin arrossendo e voltando la testa dall’altra parte. Ziva emise una risatina isterica.
 - Oh no, tranquilla … ero immersa nei miei pensieri e mi sono spaventata – disse l’israeliana cercando di giustificare lo sgomento di prima. Poi sorrise ancora un po’ imbarazzata e cercò di concentrarsi su quello che stava scrivendo, ma riuscì solo a pensare a ciò che aveva detto Marylin. Tony non le piaceva affatto. Andava dietro a tutte le donne con un po’ di tette e i capelli biondi, non era certo un buon esempio di uomo. Si, talvolta si dimostrava coraggioso ed era sempre capace nel suo lavoro, ma ciò non bastava; prendeva sempre in giro Mcgee e non pensava mai che magari potesse fargli del male, diceva di essere superiore, ma il fatto che lo ripetesse continuamente faceva capire che non ci credeva veramente. Nonostante pensasse ciò, c’era qualcosa in Tony che la attraeva, qualcosa che glielo rendeva una persona affascinante e misteriosa … quel carattere così intricato, quei comportamenti frivoli che mascheravano una personalità schiacciata dalla società e dall’ambizioni, una personalità che doveva sentirsi importante e che per farlo scherzava sugli altri. Una personalità così complicata e difficile da capire e allo stesso tempo certe volte così dolce e sincera. Forse un pochino le piaceva … più che altro le interessava, sentì salire dal profondo uno strano senso di mancanza che velocemente ricacciò giù, arrabbiata dei suoi pensieri e delle sue sensazioni  e senza più pensarci si rimise a scrive sul suo pc.
 
Passarono ancora alcuni minuti, poi Marylin e Ziva alzarono lo sguardo spaventate sentendo un forte colpo proveniente dalla scrivania di Tony. Aveva finito la telefonata sbattendo giù la cornetta del telefono;  loro riabbassarono velocemente gli occhi ma continuarono entrambe ad osservarlo di sottecchi. Tony non ci fece caso, si alzò  e andò verso la finestra, mise le mani in tasca e scrutò l’orizzonte perdendosi nei suoi pensieri. – Momento difficile … - disse Marylin a bassa voce. Ziva si limitò ad annuire. Passarono alcuni minuti e poi Tony si  girò sorridendo e andando verso la scrivania dell’agente David disse:
-Trovato qualcosa? – “Come al solito nasconde le sue emozioni dietro ad un sorriso” pensò Ziva.
- No, stiamo aspettando Gibbs per farle vedere alcune foto dei marines che Bryson conosceva -  disse
- C’è qualche problema?- chiese poi con un tono un po’ disinteressato con il quale voleva mascherare il suo vero interesse. DiNozzo sorrise ancora.
- Ahahahah oh no! Tutto bene … - disse con tono convincente, ma che le convinse assai poco.
La sera stava calando e Gibbs ancora non si vedeva, DiNozzo, Ziva e Lin rimasero a chiacchierare. Ogni tanto Marylin si perdeva nei suoi pensieri e le luccicavano gli occhi, ma Tony subito diceva una delle sue solite stupide battute e subito l’umore migliorava.
La stanza si tinse di un’offuscata luce arancione mentre le loro risate risuonavano nell’aria, quasi tutti gli agenti erano andati a casa …
- Ho bisogno di parlare con l’agente Gibbs, dov’è?- chiese una voce femminile da in cima alle scale.
- Salve Direttore- disse Tony
- In questo momento non c’è, è andato a parlare con un ufficiale … - la informò Ziva.
- Bene, quando torna ditegli che lo aspetto- disse la donna tornando nel suo ufficio.
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: Agata W