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Autore: unfjxable    13/03/2014    1 recensioni
-Vede, signor Styles, il problema non è nessun tipo di amore. Immagini un mondo senza esso, non si sentirebbe meglio? Provi ad immaginare una sigaretta accesa. Quando passa il tempo si consuma, proprio come la vita. La vita è solo uno spreco di tempo. Persone che consumano la loro vita con sciocchezze inutili quando non sanno cosa riserva a loro il mondo.-
Secondo Becky la vita è paragonata ad una sigaretta e pensa che l'amore consumi la vita. Ma se avesse saputo che avrebbe incontrato il suo nuovo psicologo Styles, avrebbe continuato a pensare questo?
Harry la desiderava.
Harry la voleva.
Harry voleva riempirsi. Lei era l'unica che poteva riuscirci.
Da quando Harry svolgeva quel lavoro non era lo stesso.
Non esisteva l'amore per lui, solo il lavoro.
La luna non era così splendente per lui, la immaginava opaca.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Hai visto che occhi?
E' malata.
Malata di sogni,
siamo tutti malati di sogni." 
--Charles Bukowsi.


 
PSYCHOLOGIST.

 


Per Harry il tempo non passò mai.
Sembrava esser sempre la stessa ora, lo stesso giorno e lo stesso problema. Si massaggiava le tempie in continuazione davanti alla cartella di Becky e continuava sempre a rileggere quella risposta.
Tutto sembrò girare solamente intorno a ella. Tutto sembrò cambiare e tutto sembrò diventare meno duro.
Quel giorno si paragonò all'Orlando innamorato.
Orlando perso per la bellissima ed incantevole fanciulla Angelica. Immaginò, quasi, una vita con lei.
Immaginò di essere il suo principe e di farla sorridere in ogni istante. Si immaginò un pò l'Orlando innamorato ma ripensò anche all'Orlando furioso scritto da Ariosto.
L'Orlando pazzo d'amore per la sua amata.
Orlando pazzo per aver letto frasi inconprensibili sulla fanciulla e Medoro.
Quasi diventò furioso anche lui per la sua Becky.
Ma ci ripensò. Geloso di cosa? 
Perchè doveva paragonarsi a Orlando? E perchè Angelica a Becky?
Tutta la sua vita sembrò passargli davanti agli occhi. Tutti i momenti con sua madre e il suo patrigno. Ripensò a sua sorella Gemma che si trovava in Inghilterra, terra in cui è nato.
Poggiò i gomiti sul tavolo di legno del suo studio dove ormai passava giornate lì e ripensò a tutto il suo passato.
Più i ricordi apparivano davanti ai suoi occhi, più lui si sentiva male. Si sentiva male anche di amore.
Voleva provare il gusto di assaggiare delle labbra morbidi e di provare il vero amore.
Voleva sentire i brividi quando sentiva la voce della sua amata e voleva tenersela solo per lui.
Voleva baciarla e abbracciarla tutto il giorno, anche la notte. Lui si definisce un uomo per i suoi ventiquattro anni ma lui è ancora un ragazzino. Un ragazzino che ha voglia di divertirsi ma che ha troppa voglia di stare chiuso nel suo studio, a studiare i suoi pazienti, a studiare cosa dire loro una volta che si sono presentati di nuovo.
Non aveva mai immaginato di diventare uno psicologo, anche se aveva appunto fatto l'Università per studiare psicologia. Tutti gli dicevano che non avrebbe avuto un futuro eppure no. Eccolo lì, nel suo studio. Con i suoi fogli, i suoi archivi, la sua scrivania, le sue Enciclopedie, la sua sedia e il suo lavoro.

Incrociò i piedi sulla scrivania mentre posizionò le mani dietro la nuca scacciando via i suoi pensieri.
Per un momento si ritrovò in Paradiso, immaginò la sua Beatrice. Senza un volto, un carattere o un corpo. Immaginò solo lei e basta.
Immaginò lui innamorato. Chiuse gli occhi lentamente e continuò a vedersi mano nella mano con una ragazza.
Dopo un po' corsero su una distesa di prato verde e piena di tulipani rossi. Immaginò l'Olanda.
Dopo qualche minuto si immaginò su un prato, steso mentre fissava il cielo coperto da nuvole. Immaginò il paesaggio dell'Irlanda e subito dopo il fantastico Mare d'Irlanda.
Le onde caratterizzavano tutto a meraviglia. Sembrava quasi che esse potessero inondarlo, inondarlo d'amore. Strinse la mano della sua amata che stava immaginando e notò con piacere che stava riuscendo a disegnare caratteristiche di lei.
Osservava attentamente le sue labbra ed ebbe il desiderio di baciarle, tantevvero che si avvicinò a lei. Erano così troppo vicini, troppo vicini da continuare quella bellissima immaginazione.
I suoi pensieri andarono in fumo quando la porta si aprì e la sua segretaria, Miranda entrò senza il suo permesso.
Dottor Styles tolse immediatamente i piedi dalla scrivania e si raddrizzò sulla sedia.
-Dottor Styles.- sussurrò Miranda con malizia.
Harry riuscì solo a deglutire e quasi ebbe bisogno di slacciarsi la cravatta fastidiosa ma che doveva indossare.
-Oggi ci sarà il signor Lerman, non si dimentichi.- la segretaria bionda poggiò le mani sulla scrivania e stese le braccia mostrando senza pudore la sua camicia bianca sbottonata ai primi bottoni.
Harry spostò lo sguardo su Miranda che alzò l'angolo della bocca in un sorriso. Era deciso a no guardare in basso e osservò attentamente i fogli sulla sua scrivania color ciliegio.
-Puoi andare Miranda.- Harry era fin troppo preoccupato per tutte quelle attenzioni che gli stava dedicando.
-Ma Harry, credevo in qualcosina in più.- il ventiquattrenne odiava essere chiamato in modo informale.
-Miranda, quando ti ho assunta ti ho detto di non usare questo tono informale con me. Chiaro? Ora esci da qui, subito.- indicò arrabbiato la porta e quando la bionda uscì aggressivamente Harry incrociò di nuovo i piedi sulla scrivania e si riportò le mani dietro alla nuca.
Tutto durò poco. Dopo pochi secondi il signor Lerman entrò nello studio di Harry che, ovviamente, si raddrizzò subito e si alzò stringendogli la mano sorridente. Proprio come faceva sempre.
-Harry, quanto sei diventato maturo.- si guardò intorno e ispezionò attentamente lo studio.
-Allora? Ora possiamo parlare?- continuò sedendosi.
-Certo signor Lerman.- Harry fece lo stesso e piegò la schiena e poggiò i gomiti sulla scrivania unendo le mani.
-Quanto è disposto a far scendere il prezzo dell'appartamento?-
-Dottor Styles, io non potrò far scendere nessun prezzo.-
-È importante..signor Lerman, la prego.- 
John Lerman ci pensò per qualche secondo, cosa doveva farci? Styles era ricco, perchè voleva abbassare il prezzo?
-No signor Styles.-
-Lerman, si ricordi che io posso fare di tutto.-
-Posso ottenere ciò che voglio col mio denaro e posso anche farle abbassare il prezzo.- continuò lo giovane psicologo.
-Styles, non puoi. Non puoi avere tutto ciò che desideri.- ribattè il vecchio uomo.

-Papà, sono stanca. Ti prego andiamo.- la voce della figlia di John fece eco nella stanza. Ad Harry piacque quella voce così graziosa.
Harry la fissò. Bionda, aveva degli occhi chiari..quasi di ghiaccio. Pensò di avere sul serio un debole per le bionde.
-Dottor Styles, mi contatti quando ha preso una decisione seria.- si alzò di scatto dalla sedia e proseguì verso la figlia.

Passarono varie ore ed Harry era sempre rimasto nel suo studio con la faccia coperta dal libro, e di nuovo la posizione di qualche ora fa.
Avrebbe ripulito la sua scrivania prima di andarsene, visto che lo faceva spesso ed era amante della pulizia.
Continuò a ripensare anche a quell'immaginazione interrotta. Quasi gli venne da ridere.
Come poteva pensare una cosa del genere? A ventiquattro anni lui ancora non ha una ragazza, invece i suoi amici sono fidanzati in attesa di un matrimonio.
Una volta gli presentarono una mora dai capelli mossi e gli occhi chiari. Non lo fece impazzire, ma era abbastanza carina.
L'angolo della bocca gli si curvò in un sorrisetto che quasi sembrava una smorfia. Voleva dimenticare tutto ciò che accadde in passato e non sapeva che fare.
Prese un foglio pulito e completamente bianco dal cassetto della scrivania e iniziò a scrivere delle parole insensate.
Combinò diverse parole tra loro ma quando leggeva ciò che veniva fuori si rese conto della grande sciocchezza che stava facendo. Perchè tutto questo?
Perchè per lui la coperta non aveva lo stesso calore di un tempo?
Perchè per lui il letto non era più comodo come una volta?
Perchè gli era difficile trovare una ragazza? Con il fascino che aveva non avrebbe avuto nessun problema.
Perchè il chiaro di luna, per lui, aveva un colore fin troppo scuro?
Non riusciva a specchiarsi nella luna e non riusciva a contare le stelle sul prato.
Troppi perchè giravano nella sua mente. E troppe poche risposte aveva. Pensò di avere un serio problema e quasi pensò di confidarsi a se stesso, per una buona volta.
Il suo sguardo si spense e assunse un'espressione contorta. Un dolore atroce invase la sua testa.
Era troppo pieno di domande per pensare ad altro, al suo lavoro e al suo passato. Per due minuti pensò alla frase che aveva detto al signor Lerman:


“-Posso ottenere ciò che voglio col mio denaro. [...] -”

Stava per diventare un uomo sadico, e pieno di problemi. Non gli piaceva però essere definito un uomo.
Dentro di lui, un profondo lui, c'era ancora il bambino di una volta che amava gli aeroplanini.








Spazio autrice:
Buonasera a tutti. Eccomi col secondo capitolo che..non so, lo amo. Lo adoro troppo e mi piace soprattutto la parte in cui Harry si paragona all'Orlando innamorato.
Mi dispiace non aver aggiornato subito, ma almeno ce l'ho fatta. Ho fin troppe interrogazioni in cui devo dare il massimo per arrivare ai miei obbiettivi ma...magari ci saranno le vacanze di Pasqua in cui potrò scrivere parecchio.
I hope you like it, buona lettura.
Potete trovarmi su facebook: Unfjxable Efp.
  
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