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Autore: Kotoko_chan    14/03/2014    4 recensioni
Nel manga abbiamo sempre letto cos'è accaduto a Takano-san dopo che Onodera è scappato via, quindi il divorzio dei suoi genitori, la depressione, la relazione con Yokozawa ecc... Ma di Onodera oltre a una presunta relazione con An-chan e il suo lavoro nelle pubblicazioni Onodera, non sappiamo nient'altro. Per cui mi sono concentrata su questo. Cosa farà Ritsu con l'arrivo di amici del passato? E come si evolverà la relazione con Takano?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Nuovo personaggio, Ritsu Onodera, Shouta Kisa, Takafumi Yokozawa | Coppie: Takano/Onodera
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nuove rivelazioni
“Onodera-sama buongiorno”.
“Capo!”
“Salve!”
Ritsu salutò distrattamente i suoi impiegati per poi rifugiarsi nel suo ufficio. Fu seguito dal suo segretario che continuava a dirgli gli impegni della giornata.
“Onodera-sama oggi alle 09.00 ci sarà il meeting con i dipartimenti per la pubblicazione del nuovo libro di Kei Hosho, alle 11.00 ci saranno i colloqui di lavoro, alle 13.00 il pranzo con Isaka-sama e…”
“Perché ho un pranzo con lui?” chiese seccato “mi sembrava di aver detto di no!”
“Per favore lo incontri signore. Mi perseguita giorno e notte! Vuole assolutamente questo incontro con lei da circa una settimana!” implorò il segretario sull’orlo della disperazione.
Sospirò rassegnato.
“Va bene, va bene…” disse annoiato.
“Ottimo signore! Nel pomeriggio alle 16.00 ci sarà la riunione con i soci dell’azienda. Poi dovrà sbrigare alcune pratiche burocratiche infine potrà uscire prima per poter incontrare lo psicologo. L’appuntamento con lui è previsto per le 18.00” concluse chiudendo soddisfatto l’agenda.
“Bene. Mi raccomando, dello psicologo non deve saperlo nessuno. Non una parola, chiaro?”
“Si, signore! Tornerò a breve per accompagnarla al meeting” disse facendo un inchino.
“D’accordo, a dopo”.
Appena chiuse la porta, Onodera mise la testa tra le mani sospirando. Aveva assunto la carica di presidente da due mesi ma le cose non andavano molto bene. Non che lui non fosse in grado di svolgere il suo lavoro, anzi. Stranamente sotto quel punto di vista era piuttosto bravo. Studiare molto e osservare i suoi capi alla Marukawa era servito a qualcosa. Ma sua madre continuava ad ostacolarlo e cercava di appellarsi al consiglio direttivo per togliergli la carica di presidente. E ci stava riuscendo purtroppo. Entrambi erano i soci di maggioranza dell’Onodera Publishing, ma stava tirando dalla sua parte molti soci minoritari per nominare un nuovo presidente.
Lanciò lo sguardo a quello che ormai era diventato il suo ufficio. Lo stile di suo padre era ovunque posasse gli occhi: scrivania di vetro, tappetti bianchi e un paio di divani neri in un angolo dove c’era un tavolino con degli alcolici da offrire ad ospiti importanti. Alle spalle della sua poltrona c’era un’enorme vetrata che mostrava Tokyo in tutta la sua grandezza. Ovunque sulle pareti c’erano quadri astratti e degli archivi. Sulla scrivania non potevano mancare il computer, il telefono, l’agenda elettronica e altri monili inutili. Non vedeva l’ora di poter arredare secondo i suoi gusti quell’ufficio perché così gli sembrava troppo freddo.
Il suo cellulare vibrò segnalando l’arrivo di un messaggio. Sorrise quando lesse il mittente.
“Buongiorno Ritsu. Grazie per la magnifica colazione che mi hai fatto trovare questa mattina. Ma sarebbe stato più bello se ti avessi avuto accanto. Non vedo l’ora di riabbracciarti stasera. Ti amo anch’io”.
Ritsu divenne talmente rosso da poter incendiare l’intera stanza. La sera precedente Takano-san era tornato alle due passate a causa della fine del periodo, purtroppo però lui, a causa della giornata impegnativa che aveva avuto, era crollato sul divano. Infatti al suo rientro Takano l’aveva trovato lì e con una risatina l’aveva portato nella loro camera da letto. Lui distrattamente gli aveva dato un bacio di benvenuto ma subito dopo era ritornato nel mondo dei sogni. Quella mattina poi si era svegliato prima del suono della sveglia per evitare di disturbare Takano e gli aveva preparato un’abbondante colazione che aveva lasciato sul comodino con un bigliettino dove c’era scritto semplicemente “Ti amo”.
“A stasera Ma-kun” rispose felice.
Bussarono alla porta e lui si ricompose mettendo il cellulare in tasca.
“Avanti” disse con tono autoritario.
“Onodera-sama, è l’ora del meeting” disse il suo segretario facendo un inchino.
“Va bene”.
Si alzò dalla sua postazione e si specchiò per controllare se fosse in ordine. Raddrizzò la cravatta e sistemò i capelli che avevano assunto un’aria ribelle. Il suo completo da lavoro era in ordine per fortuna. Uscì fuori superando il suo segretario, pensando che in fondo quello specchio nell’ufficio l’avrebbe lasciato.
 
***
 
“Ri-chan! Finalmente ci incontriamo!!”
“Chi le ha detto che può chiamarmi così??”
“Ma dai!! Ormai siamo due boss!!! Chiamami Ryuichiro!”
“Va bene Isak… Ryuichiro-kun”.
Erano in un ristorante molto elegante invaso di uomini d’affari. Per fortuna però Isaka-san aveva prenotato un salottino privato perché non avrebbe sopportato troppo altro caos. Il meeting e i colloqui di lavoro gli avevano prosciugato le forze.
Ordinarono un pranzo abbondante che rigenerò Ritsu facendogli tornare il buon umore per quell’incontro non desiderato. Non perché odiasse Isaka-san ma era troppo vicino alla sua famiglia.
“Bene, bene, bene… sono contento che tu abbia accettato il mio invito” disse prendendo il suo bicchiere di vino.
“Non mi sembra di aver avuto scelta” pensò Ritsu. Gli tornò in mente la faccia del suo segretario sull’orlo di una crisi di nervi.
Posò le sue bacchette e gli lanciò uno sguardo serio.
“Forza Ryuichiro-kun, finiamola con questa recita. So già che sei qui per mia madre. Dimmi quello che devi dire così posso tornare al lavoro” disse rassegnato.
Isaka-san divenne di colpo serio e gli lanciò uno sguardo penetrante.
“Sapevo che mi avresti detto questo a causa dei rapporti che ho con la tua famiglia, però spiacente di contraddirti. Non sono qui per conto di tua madre. Desideravo vederti e parlarti”.
Scese un lungo silenzio teso tra i due.
“Quindi?” chiese Ritsu tormentandosi le mani.
“Tua madre ha scoperto la relazione con Takano?”
Ritsu arrossì deglutendo la saliva.
“Devi darle tempo Ritsu… perdere il marito e poi scoprire che suo figlio non è come l’aveva immaginato, non è semplice da affrontare…” sospirò rassegnato Isaka “ora capisco perché sta cercando di destituirti dalla carica di presidente”.
“Vedo che sei abbastanza informato della mia situazione. Però non capisco ancora il motivo di questo incontro” disse nervoso. Vedersi spiattellato così tutti i suoi problemi lo metteva a disagio.
“Sono qui per aiutarti, in nome della nostra amicizia” disse sorridente.
“Amicizia?” pensò confuso. Riflettendoci forse non era un termine molto azzardato da utilizzare. Era sempre andato molto d’accordo con lui sia alla Marukawa sia nel privato. Spesso faceva qualche improvvisata a casa con il disappunto di Takano, anche se nell’ultimo periodo si era visto poco.
“In cosa consiste questo aiuto?” chiese cauto.
“Bene! Ti illustrerò il mio piano, allora…”
Parlò ininterrottamente per un quarto d’ora. All’inizio Ritsu lo guardava con aria dubbiosa, poi pian piano si aprì in un bellissimo sorriso e si strinsero la mano con aria di gran cospiratori.
 
***
 
Pubblicazioni Onodera.
Ore 16.00.
Sala riunioni.
Sua madre si era messa il più lontano possibile da lui ignorandolo. Era vestita rigorosamente di nero, in segno di lutto. Seduta vicino a lei c’erano due dei soci di suo padre.
Ritsu era molto nervoso e guardava con ansia il suo orologio. Sua madre, dall’altro lato del tavolo, si stava lamentando del ritardo degli altri tre soci.
Lui le lanciò un’occhiata piena di dolore. Anche se dopo la loro lite aveva fatto finta di nulla per non preoccupare Takano, stava soffrendo molto per l’allontanamento di sua madre. Si somigliavano molto, infatti i tratti del viso erano gli stessi, l’unica differenza era il colore degli occhi e dei capelli ereditati da suo padre.
Il cellulare vibrò e vide un messaggio di Takano.
“Forza Ritsu, sono con te”.
Quelle cinque semplice parole lo rincuoravano. Takano sapeva che oggi ci sarebbe stato quell’incontro perché non aveva fatto che lamentarsi nell’ultima settimana. Gli dispiaceva  molto di tutto quello che stava accadendo, non faceva altro che procurargli problemi, giusto nel momento in cui credevano di aver trovato la pace.
“Sono in ritardo! Chiamateli!” sbottò sua madre verso i suoi soci.
Loro si affrettarono a prendere i cellulari ma si fermarono perché la porta della sala riunioni si spalancò.
“Buonasera gente! Sono arrivato!!”
Isaka-san fece il suo ingresso teatrale seguito dal suo segretario Asahina.
“Ryuichiro?” disse sbalordita sua madre.
“Ciao, mia dolce zia Karen! Come va?” si avvicinò con passo felpato scoccandole un delicato bacio sulla mano.
“Ciao figliolo. Cosa ci fai qui? Non che mi dispiaccia una tua visita, ma sei arrivato al momento sbagliato. Stiamo per iniziare una riunione molto importante” disse dolcemente.
Ritsu si alterò alla parola “figliolo”. Quindi lui non era più nulla?
“Invece no, zia Karen. Sono arrivato al momento giusto!” esclamò. Tornò indietro e si mise seduto vicino a Ritsu.
“Non capisco” disse sua madre confusa. Guardò i due soci come in cerca di risposte, ma scossero la testa perplessi.
“Mamma, non verranno gli altri tre soci che stavamo aspettando” disse Ritsu prendendo la parola.
Lei gli scoccò uno sguardo furioso e mimò con le labbra la parola “mamma”.
“Spiegati” sbottò suo malgrado.
“Ryuichiro-kun ha appena acquistato le quote dai tre soci, diventando quindi uno dei soci maggioritari delle Pubblicazioni Onodera” spiegò Ritsu.
Sua madre si alzò dalla sedia sconvolta sbattendo le mani sul tavolo. Poi si calmò sorridendo.
“Ottimo lavoro Ryuichiro. Ti dò il benvenuto nella compagnia”.
Ritsu si agitò di fronte a quel sorriso ma Isaka-san gli strinse forte il ginocchio per rassicurarlo.
“Grazie zia Karen. Allora iniziamo la riunione…” prese i fogli che stavano sul tavolo davanti a lui imitato da tutti. Gli lanciò un’occhiata veloce e si fermò alla voce “Nomina nuovo presidente”.
“Uhm… perché volete nominare un nuovo presidente?” chiese giungendo subito al dunque.
“Molto semplice. L’attuale presidente non è in grado di gestire un’azienda di questa portata” disse Karen con tono di sfida.
“Ne sei sicura? Secondo gli ultimi dati mi sembra che le vendite sono moltiplicate e inoltre alcuni settori hanno avuto un decisivo miglioramento. Se non sbaglio nell’ultimo periodo l’azienda stava navigando in brutte acque, per questo zio Taichi ha venduto parte dall’azienda creando una rete di soci” commentò Isaka.
“E’ comunque troppo giovane per poterla gestire!!!” protestò lei.
“Ti ricordo che anch’io ho iniziato a gestire la Marukawa molto presto… però visto che insisti tanto votiamo” disse mettendo una certa enfasi all’ultima parola. Guardò gli altri due soci che abbassarono lo sguardo intimoriti.
“Ah! Salve! Mi ricordo di voi! Spesso giocate a golf con mio padre e se non erro siete anche in affari con lui!”
“S.. si” balbettò uno dei due.
“Sarà felice di sapere di avervi incontrato!” disse con un sorriso che non raggiunse gli occhi.
I due poveretti lo guardarono con ansia. Ritsu lo guardò ammirato e si segnò mentalmente di non mettersi mai contro di lui.
“Bene votiamo! Chi vuole destituire l’attuale presidente?”
Karen alzò la mano con decisione convinta di avere la vittoria in pugno, però si rese conto di essere stata l’unica a farlo.
“Cosa diavolo…” disse sbalordita guardando i soci e Ryuichiro.
“Bene, mi sembra che la decisione sia stata presa. Congratulazioni Ritsu, continuerai ad essere il presidente della compagnia!” applaudì imitato timidamente dai due soci che si fermarono subito sotto lo sguardo furioso di Karen.
“Me lo ricorderò!” sbottò irritata.
Andò verso l’uscita colpendo volutamente i soci. Si fermò solo vicino a Ritsu.
“Bravo, hai vinto. Però non ti permettere di chiamarmi mamma. Io non ho più alcun figlio” detto questo andò via seguita a ruota dai due soci che salutarono frettolosamente.
“Grazie Ryuichiro-kun” disse Onodera con un filo di voce.
“A disposizione! Ora vado. Ho un meeting alla Marukawa. Aggiorniamoci per telefono” disse uscendo.
Lui annuì distrattamente accasciandosi sulla sedia. Dopo la morte di suo padre gli incubi erano peggiorati e ora sua madre gli aveva dato il colpo di grazia. Per fortuna avrebbe visto il suo psicologo dopo il lavoro.
 
***
 
“Ryuichiro-sama ha fatto un’azione molto nobile” commentò Asahina aprendogli lo sportello.
“Era una questione di principio e poi il ragazzo è bravo” chiuse gli occhi stancamente mentre veniva portato alla Marukawa. Dopotutto anche lui aveva una relazione on Asahina e se suo padre decidesse di destituirlo solo per quello avrebbe fatto di tutto pur di non perdere il controllo della Marukawa Shoten, ma soprattutto non avrebbe permesso a nessuno di portargli via il suo Asahina.
Arrivato sul luogo di lavoro raggiunse il dipartimento di shoujo manga dove trovò Takano intento ad uscire.
“Eccoti Takano! Ti stavo cercando! Stai andando da qualche parte?” chiese.
“Cosa vuoi?” sbottò nervoso.
Era sulle spine perché non aveva ricevuto notizie da Ritsu ed era deciso ad andare da lui. Non l’avrebbe fermato neanche il suo stupido capo.
“Niente, niente! Oggi ci sono stati un po’ di movimenti alle Pubblicazioni Onodera” gli fece l’occhiolino.
Takano si mise in allarme e corse via per raggiungere il suo Ritsu, con enorme soddisfazione di Isaka.
 
***
 
Onodera uscì dal suo ufficio con aria stanca. Salutò i suoi impiegati svogliatamente e si diresse verso la sua auto aziendale. Si sedette sul lato del guidatore e sospirò appoggiando la testa sul volante. Altro che psicologo! Aveva bisogno solo del suo letto.
Il suo cellulare prese a suonare insistentemente e quando rispose una voce ansiosa invase l’abitacolo.
“RITSU!”
“Ah ciao Ma-kun…” rispose mettendo il vivavoce. Posò il cellulare sul sedile accanto a lui e si mise la cintura di sicurezza.
“Com’è andata? Non mi hai detto più nulla!” ora il tono era diventato accusatorio.
“Scusami Ma-kun. Tutto a posto. Sono ancora il presidente. Però i dettagli te li racconto a casa, va bene?” disse sbadigliando.
“Se vuoi ti passo a prendere, sono già in auto” disse Takano sollevato.
“N…no!! No, no! Non fa niente! Ho ancora molte scartoffie da mettere a posto, quindi ci vediamo a casa!” disse agitato.
“D’accordo, a dopo allora”.
“A dopo”.
Interruppe la conversazione con sollievo. Takano non doveva sapere dello psicologo. Mise in moto e uscì dal parcheggio sotterraneo però non poteva immaginare che Takano aveva ignorato le sue disposizioni e stava giù ad aspettarlo.
Per la sorpresa gli cadde la sigaretta e invece di chiamarlo corse alla sua auto per seguirlo. Ritsu non si accorse di nulla e proseguì per la sua strada finché non parcheggiò sotto un enorme palazzo. Poco distante Takano lo imitò rabbuiato. Quell’edificio lo conosceva abbastanza bene perché aveva vissuto da quelle parti qualche anno prima, durante il suo percorso universitario. Sapeva che era un palazzo dove c'erano molti uffici medici privati.
Ansioso lo seguì all’interno e vide che aveva già preso l’ascensore, aspettò che arrivasse e lesse dove si era fermato: dodicesimo piano. Prese anche lui l’ascensore e rimase stupito quando arrivò a destinazione perché tutti gli uffici presenti erano studi di psicologi.
Confuso tornò di sotto e decise di aspettarlo vicino alla sua auto. Il suo cervello stava lavorando a mille e tante emozioni lo stavano disorientando. Dopo un’ora Ritsu uscì dal palazzo e assunse un’espressione sconvolta quando vide Takano.
“Ma-kun!”
Takano gli lanciò uno sguardo glaciale e gli indicò semplicemente lo sportello dell’auto. Lui rabbrividendo entrò senza dire nulla e mandò un veloce messaggio al suo segretario per dirgli di mandare qualcuno per recuperare l’auto. Stettero zitti per tutto il tragitto anche se Ritsu più volte aveva provato ad iniziare una conversazione inutilmente perché dalle sue labbra non usciva alcun suono. Arrivati a casa Takano lo afferrò per un braccio e lo trascinò dentro facendolo sedere sul salotto.
“Spiega” disse semplicemente.
Ritsu fece un enorme sospiro e iniziò a parlare di tutto: gli incubi, la decisione di andare dallo psicologo, le loro conclusioni, gli incubi che dalla morte del padre erano aumentati… e la sua decisione di non dirgli nulla perché non voleva creargli problemi. Avevano già sofferto troppo in passato e lui non voleva che quella nuvola nera riempisse la loro casa visto che erano finalmente felici.
Quando si fermò si rese conto di sentirsi sollevato, era come se un enorme peso gli si fosse tolto dallo stomaco. Guardò Takano che per tutto il tempo era stato in silenzio ad ascoltarlo con attenzione. Rimasero per un tempo interminabile a fissarsi. Ritsu temeva una sua reazione… si erano ripromessi di raccontarsi tutto e non avere più segreti e lui l’aveva fatto di nuovo. Lo avrebbe lasciato? A quel pensiero una lacrima sfuggì dai suoi occhi. Takano gli si sedette accanto e lo strinse in un forte abbraccio.
“Ma-kun?” chiese tremante mentre altre lacrime sfuggirono dal suo controllo.
“Idiota! Idiota! Idiota!” mormorò per un bel po’. Ritsu lo strinse forte incapace di dire altro.
“Sei uno stupido Ritsu! Mi hai fatto preoccupare lo stesso in questi mesi! Pensavi che non mi fossi accorto che c’era qualcosa che non andava? Dei tuoi incubi?”
Si staccò da lui e lo fissò.
“Io… io…” balbettò lui.
“Stupido! Stiamo insieme! I problemi si condividono per risolverli!”
“S… si…”
Ritsu aveva gli occhi bassi e in quel momento si sentiva imbarazzato. Takano approfittò di quella situazione per baciarlo.
“Nnn.. aspetta.. aspetta!!” si scostò velocemente con il disappunto di Takano.
“No.. non sei arrabbiato?” chiese temendo la risposta.
“No… perché dovrei esserlo?” rispose calmo.
“Quindi non mi vuoi lasciare?” insistette lui.
“NO! Per quale motivo dovrei farlo??” chiese sorpreso.
“Perché ho infranto la nostra promessa! Perché ti ho mentito in tutto questo tempo!” esclamò lui ricominciando a piangere.
“Ascoltami, io… sono felice. Questa è l’ennesima volta che cerchi di proteggermi, che pensi a me, che non vuoi farmi stare male… mi hai detto bugie a fin di bene Ritsu. O c’è altro?” aggiunse con uno strano cipiglio.
“NO!”
“Allora tutto a posto” si avvicinò di nuovo raccogliendo le sue lacrime con la bocca. Poi si diresse verso le sue labbra per assaporarle.
Ritsu timidamente rispose al bacio, ancora confuso dalle parole di Takano.
“Mmm… Ma-kun” chiamò.
“Si?” disse Takano scendendo sul suo collo.
“Ti… ti amo”.
Lui si staccò per poterlo guardare negli occhi.
“Ti amo anch’io Ritsu”.
Sprofondarono nei loro sguardi carichi di desiderio per poi ricominciare a stuzzicarsi le lingue. Takano incapace di attendere, gli sciolse la cravatta per poi legargli i polsi.
“Ma-kun?” chiese perplesso mentre lui gli sbottò la camicia e gli tolse pantalone e slip.
“Anche se l’hai fatto per il mio bene… questa è la mia piccola vendetta per non avermi detto nulla” disse.
“Cosa???”
Ignorando le sue proteste si avventò sui suoi capezzoli che divennero turgidi, leccandoli e toccandoli.
“Maaa… Ma-kun!” gemette lui eccitandolo.
Continuò a tormentare i suo capezzoli ma con la lingua scese verso il basso leccandogli l’addome. Il più piccolo si irrigidì nell’attesa e quando raggiunse il suo punto più sensibile, visibilmente eccitato, spinse il ventre verso di lui per sentire di più. Takano lo stuzzicò leccando e mordicchiando facendo impazzire il più piccolo che si agitava freneticamente sotto di lui.
“Ti prego… le mani… liberAAA le mm…maniii! Masamune!!!” urlò il suo nome nel momento in cui venne nella sua bocca.
Respiravano entrambi affannosamente e Ritsu pensò che forse avrebbe deciso di liberarlo ma lui proseguì il suo percorso con la lingua allargandogli le gambe e  penetrando con la lingua la sua apertura.
“Masamune!!!”
Takano ignorò i suoi lamenti e oltre la lingua inserì un dito iniziando a toccargli la sua intimità facendolo indurire di nuovo.
“Ma-kun… ti pregoo…” piagnucolò lui frustrato. Aveva voglia di toccarlo.
Takano liberò la sua erezione e alzò un tremolante Ritsu. Lo penetrò con forza facendolo gemere, un misto di dolore e piacere percosse tutta la sua spina dorsale.
“Masam…” lo zittì baciandolo e lo aiutò a mettere le sue braccia intorno al collo in modo che lui potesse almeno toccargli i capelli che strinse con forza. Iniziò a muoversi prima con lentezza e poi con una velocità tale da farli gemere entrambi vergognosamente.
Assicurandosi che Ritsu lo tenesse stretto, portò le mani sull’erezione del più piccolo tormentandola di nuovo finché non raggiunsero l’orgasmo con un urlo animalesco.
 
***
 
La notte proseguì in quel modo, non riuscendo a sentirsi soddisfatti. Il giorno dopo però le conseguenze erano evidenti. Ritsu faticava a camminare ed entrambi avevano delle enormi occhiaie.
Per compassione Takano gli portò la colazione a letto e iniziarono a mangiare e coccolarsi. Siccome quella notte avevano avuto ben altro da fare, Ritsi iniziò a parlargli di come si fosse risolto il problema della presidenza, però fu interrotto dalla vibrazione del suo cellulare. Takano glielo passò e rimase sorpreso quando vide il mittente.
“Cosa vuole da te Isaka-san?” chiese contrariato.
“Buongiorno mio dolce Ri-chan! Oggi ci aspetta una giornata impegnativa quindi molla quello scontroso di Takano e facciamo colazione insieme. Tuo Ryuichiro <3”.
Takano lesse insieme a lui il messaggio cambiando la sua espressione rilassata in furiosa.
“Cosa significa??? Io lo ammazzo!!!” urlò alzandosi.
“Aspetta Ma-kun!”
Lo inseguì di sotto e in quel momento sentirono il suono di un clacson.
“Ri-chan!! Sono venuto a prenderti” urlò in tono mieloso Ryuichiro.
Takano uscì fuori furioso tentando di strangolarlo. Ma nonostante Ritsu cercò di dividerli con Asahina non poté fare a meno di pensare che in quel momento era felice.
 
 
Ciaoooo!!! Mi dispiace per non aver pubblicato prima ma oggi mi hanno ridato l’adsl… quindi per farmi perdonare ho aggiornato tutte le mie storie :D per chi le segue correte a leggere anche “Junjou revolution!”. “Voglia d’amare” la pubblicherò domani perché è ancora in fase di scrittura.
Fatta questa premessa vi presento la nuova vita del nostro caro Onodera Ritsu!! Sorprendentemente ci sa fare con il suo lavoro anche se sua mamma è stata fin troppo acida -.-“ inoltre Isaka-san ha deciso di aiutarlo perché anche lui è nella stessa situazione solamente che è molto più forte. Inoltre la sua famiglia non sa nulla della relazione con Asahina.
Takano… Takano è sempre Takano! Anzi… è sempre Ma-kun ;) ha capito le intenzioni di Ritsu e non ce l’ha fatta a mettere il broncio, però ha avuto la sua dolce rivincita xD all’inizio avevo pensato a una lite furibonda poi ho riletto per caso qualche capitolo del manga e mi sono resa conto che Takano in quella situazione avrebbe detto: Idiota. xD
La reazione nei confronti di Isaka l’ho resa così per la questione che lo irrita di continuo, quindi è esploso. Povero il nostro Ma-kun ;)
Bene spero che vi sia piaciuto e aspettatevi una bella svolta nella storia nel prossimo capitolo. Ciaoooo :D
 
Note
Kei Hosho: non so chi sia, l’ho inventato il nome di questo autore.
Karen e Taichi: non ricordo se nel manga i nomi dei genitori di Onodera siano saltati fuori, così li ho inventati. Se ci sono ditemelo che li correggo ;)
Domanda: perché Isaka la chiama zia Karen? In un volume nel manga Isaka racconta di giocare a golf con il padre di Ritsu ed essendo due famiglie ricche che lavorano nello stesso settore ho immaginato che tra di loro ci fosse una relazione più stretta. Questo spiega anche perché ha tanta confidenza con An-chan (per essere stata designata come fidanzata di Ritsu, ho pensato che anche lei provenga da una famiglia ricca).
Ultima domanda: perché Ritsu e Isaka, se hanno questa relazione, nel manga si sono conosciuti nel posto di lavoro? Appunto. Stiamo parlando del manga. Questa è una fanfiction e loro fanno tutto quello che voglio! xD
   
 
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