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Autore: Lady Five    14/03/2014    3 recensioni
Una bellissima donna consapevole del suo fascino. Un uomo apparentemente di ghiaccio. Una passione improvvisa che non sanno dove li condurrà. E un fatto doloroso del loro passato che li accomuna, un'oscura minaccia che devono finalmente affrontare...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fujiko Mine, Goemon Ishikawa XIII, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo presero un taxi e si recarono alla sede centrale del “Sentiero del Dragone d'oro”. Si trovava in un modernissimo grattacielo, insieme a numerosi altri uffici, aziende e istituti bancari. A questi soldi non devono proprio mancare, pensarono entrambi.
Dissero alla ragazza seduta alla reception chi erano. Lei chiamò qualcuno al telefono e dopo pochi minuti la persona con cui avevano appuntamento si fece loro incontro. Era una donna sulla cinquantina, con un tailleur nero e con i capelli raccolti in un severo chignon. Li salutò con un leggero inchino e li invitò a seguirla in una stanza. Fujiko ebbe la sensazione che non fosse del tutto a suo agio. Il che era strano, per una “addetta alle relazioni con il pubblico”.
Goemon si era vestito in modo piuttosto formale, con una giacca scura e, per assumere un'aria più professorale, si era pure messo un paio di finti occhiali da vista. Con il suo perfetto giapponese, spiegò alla donna lo scopo delle loro ricerche e per che cosa avevano bisogno del suo aiuto. Fujiko non conosceva benissimo la lingua paterna, quindi non capiva proprio tutto. Ma si rese conto che pian piano la diffidenza della tipa si stava dissolvendo. Il giovane ogni tanto le sorrideva e abbassava il tono di voce. Fujiko era affascinata e stupita al tempo stesso: l'uomo di ghiaccio si stava rivelando un vero incantatore, non se lo sarebbe mai aspettato.
Alla fine del discorso, la donna chiese i loro documenti e li lasciò soli.
“Com'è andata, professore?”
“Bene, direi. E' andata a procurarci i pass per accedere alla biblioteca e all'archivio. Solo quello aperto al pubblico, però. Quindi non so se troveremo quello che cerchiamo.”
Fujiko sospirò.
“Ci vorrebbe uno come Julien. Lui in un attimo ...”
Goemon si avvicino al suo collo, come per baciarla.
“E' meglio se non parliamo troppo - le sussurrò in un soffio - Potrebbero esserci delle telecamere o delle cimici nascoste...”
In quel momento rientrò l'addetta con due cartellini con sopra stampati i loro nomi. Restituì i documenti e li scortò fino alla biblioteca, che consisteva in un'unica vasta sala, con le pareti ricoperte di scaffali pieni di volumi fino al soffitto. Al centro, erano collocati scrivanie e computer, a cui stavano lavorando alcune persone, soprattutto, sembravano, studenti occidentali. Si sedettero a una postazione.
“Da dove cominciamo?” chiese la ragazza.
“Cerchiamo per prima cosa di saperne di più su questa organizzazione.”
C'erano diversi testi che ne parlavano e si potevano consultare direttamente dal pc. Moderni e tecnologicamente avanzati, questi qua!
“Il Sentiero del Dragone d'oro” era un'associazione nata nel Dopoguerra, a opera di un gruppo di intellettuali giapponesi, con l'intento di salvaguardare e tramandare alle nuove generazioni la cultura tradizionale del Paese, in ogni suo aspetto. Ma, si leggeva tra le righe, soprattutto si proponeva di proteggere tale cultura da contaminazioni e influenze esterne, attraverso l'informazione e la proposta di iniziative idonee. Così si leggeva nello statuto. I due si guardarono. Quante realtà simili c'erano, anche in Occidente, che dichiaravano determinati intenti e ne perseguivano altri, o li perseguivano con mezzi illeciti?
Proseguendo nella lettura, vennero a sapere che l'associazione nel tempo era cresciuta e si era diffusa in tutto il Giappone, e vi avevano via via aderito anche uomini politici, docenti universitari, musicisti, attori... e discendenti di antiche famiglie di samurai! E il simbolo ufficiale era appunto quel disegno, in parte riprodotto sulle due katane.
A questo punto, le possibilità che i loro padri non avessero nulla a che fare con quella gente si riducevano drasticamente. Sentivano di essere ormai sulla pista giusta. Ma quello che avevano trovato fino a quel momento era solamente la superficie, occorreva scendere a un livello più profondo. Difficilmente ci sarebbero riusciti da lì. Provarono a impostare una ricerca su internet, ma, a parte il sito ufficiale dell'associazione, era impossibile collegarsi ad altro. Un caso? O un altro indizio che c'era sotto qualcosa di losco? Non insistettero, per non dare nell'occhio. Richiesero al banco dei prestiti alcuni vecchi volumi riguardanti il teatro e la musica, giusto per rendere più credibile la loro messinscena, e chiesero dove si trovasse l'archivio. L'addetto lo indicò. Dalla parte opposta rispetto a dove erano entrati, c'era una porta che dava su un lungo corridoio. In fondo, dietro un'altra porta, si trovava l'archivio. Mostrarono a un custode il loro pass e questi li introdusse in un locale polveroso e semibuio, occupato in gran parte da schedari in legno o in ferro. Tutto aveva un'aria stantia e decadente, in aperto contrasto con quanto avevano visto fino a quel momento. Non c'era nemmeno l'ombra di un computer.
Non sapendo bene nemmeno loro che cosa cercare, aprirono qualche cassetto a caso. Tra documenti amministrativi ormai vecchi di decenni, atti di donazioni, articoli di giornale, fotografie, a un certo punto cominciarono a spuntare degli elenchi di nomi. Si accorsero che erano divisi per anni. Potevano essere le liste dei soci? Si misero a cercare freneticamente. In base alla data di nascita dei loro padri, calcolarono più o meno gli anni in cui potevano essere entrati a far parte del “Sentiero del Dragone d'oro”. La ricerca non fu facile, perché Fujiko faceva fatica a leggere il giapponese e in più la luce era scarsa (un caso anche quello?).
“Ci sono dei buchi” disse a un tratto Goemon.
“Buchi? Che intendi?”
“Mancano degli anni. Guarda, in questo scomparto per esempio si passa dal 1958 al 1961. In quest'altro dal 1972 al 1975.”
“Il periodo che ci riguarda potrebbe essere proprio tra questi... Magari sono finiti per sbaglio da qualche altra parte... Continuiamo a cercare.”
Rovistarono ovunque, ma quegli elenchi non saltarono fuori.
Si era fatto tardi e il custode ricordò loro che stavano per chiudere. I due lasciarono l'archivio, andarono a ritirare i libri richiesti e si avviarono all'uscita, insieme agli altri studiosi (quelli veri!). Alla reception li attendeva l'addetta alle relazioni esterne. Chiese a Goemon, con un gran sorriso, se la visita era stata utile. Lui le mostrò con entusiasmo i libri che aveva in mano e le disse qualcosa che Fujiko non capì, ma che rese la donna molto felice. Il giovane assicurò che sarebbero tornati presto, se non altro per restituire i volumi.
Appena fuori dal palazzo, si resero contro che era metà pomeriggio e non avevano mangiato nulla da ore. Era una bella giornata e così comprarono del cibo da asporto in una rosticceria e si sedettero su una panchina in un piccolo parco. Entrambi si guardavano continuamente intorno, per cercare di capire se qualcuno li avesse seguiti. Ma pareva proprio di no. In fondo, non avevano fatto domande strane e non erano andati in giro a curiosare, quindi si erano confusi facilmente con gli altri frequentatori della biblioteca. Quando si furono rifocillati, fecero il punto della situazione.
“Io sono abbastanza sicuro che i nostri padri fossero soci del Sentiero del Dragone d'oro. Lo provano le iscrizioni sulle spade e il fatto che di questa associazione facessero parte membri di famiglie di samurai. E sospetto fortemente che anche la loro morte sia stata architettata là dentro. Il motivo? Presumo perché in un certo senso avevano tradito gli ideali e i valori del gruppo, sposando donne non giapponesi, e qualcuno lo ha ritenuto un grave delitto, un'onta da lavare con il sangue. Qualcuno che ha fatto anche sparire gli elenchi che scottavano. Quelli dove erano presenti i soci da eliminare.”
La ricostruzione dei fatti era plausibile. Ma non avevano prove.
“Quindi - proseguì Fujiko - c'è un altro livello, non ufficiale, che persegue altri obiettivi, o persegue gli stessi, ma in modo illegale e violento... Mi domando che cosa ci guadagnano in tutto questo... Mi riesce difficile pensare che ci siano dietro soltanto degli ideali di purezza della razza, per così dire.”
“Perché no? Non ti ricorda qualcun altro, questa storia della purezza della razza?”
“Sì, certo, ma lì c'era un progetto di potere ben più vasto! Questi, per quanto maneggino chiaramente molto denaro, non mi sembrano su quei livelli!”
“E chi ti dice che alla lunga invece lo scopo finale non sia quello? Una nuova potenza nipponica!”
Fujiko non era convinta. Però, il mondo è pieno di pazzi visionari...
“Torniamo in albergo oppure cerchiamo un internet point - disse Goemon alzandosi - Voglio sapere che cosa si dice in rete del Sentiero del Dragone d'oro, al di là delle verità ufficiali. E poi dobbiamo cercare di scoprire chi c'era ai vertici dell'associazione l'anno in cui sono stati assassinati i nostri genitori.”
Optarono per un luogo pubblico, dove avrebbero potuto mimetizzarsi più facilmente con altri utenti. Per parecchio tempo le uniche notizie che trovarono furono esattamente le stesse che già avevano. Poi capitarono su una specie di blog, il “Sentiero della verità”. E lì scoprirono qualcosa che gettava una luce inquietante su tutta la faccenda.
Il “Sentiero del Dragone d'oro”, secondo questi blogger, sarebbe sorta sulle ceneri di altre organizzazioni patriottiche, nate ai primi del '900 e ufficialmente sciolte subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, di stampo ultra-nazionalista, con lo scopo di fare di nuovo del Giappone una grande potenza politica e militare. Alcune di queste società, più o meno segrete, erano state fondate da ex samurai.* Dichiarate fuori legge dopo la fine del conflitto, sempre secondo il blog, si erano per così dire “reincarnate” in un'associazione ufficialmente culturale, ma che in realtà aveva gli stessi scopi delle precedenti. E, dietro la facciata pulita, c'era un secondo livello, costituito da persone senza scrupoli, che ammassavano ricchezze con ogni mezzo, in attesa di prendersi anche il potere politico. In teoria. Perché in realtà questo forse non sarebbe mai avvenuto... perché a quella gente non interessava veramente. Era interessata soltanto al denaro. Non era un caso che tra i soci fossero ammesse soprattutto persone facoltose, che venivano convinte a fare generose donazioni. Se non lo facevano spontaneamente, si ricorreva a pressioni, minacce, ricatti... Una ventina di anni prima si erano verificati ...
Il sito improvvisamente si chiuse e comparve un avviso della polizia che lo dichiarava illegale.
Goemon notò con la coda dell'occhio una certa agitazione tra i gestori dell'internet point. Chiuse subito il collegamento e si avviò all'uscita con Fujiko con l'aria più disinvolta che gli riuscì. Fortunatamente era l'ora di punta e fu facile confondersi tra la fiumana di gente che affollava il marciapiede. Per maggiore precauzione, si infilarono in un centro commerciale. Ma anche in quel caso non sembrava che qualcuno li avesse seguiti. Persero un po' di tempo, fingendosi interessati alle vetrine e stando seduti per un po' in un bar. Senza commentare quanto era appena accaduto. Poi tornarono in albergo. Goemon, mentendo, chiese alla receptionist se qualcuno lo avesse cercato o lasciato un messaggio, visto che aspettava la visita di un collega. Ma la ragazza rispose di no e gli assicurò che lo avrebbe avvisato subito, se fosse accaduto. Salirono in camera. Probabilmente non erano ancora stati individuati oppure erano riusciti a far perdere le loro tracce. Ma per quanto ancora?
Sentivano di essere vicini a scoprire la verità, o almeno una parte.
“Quel blog stava per parlare degli omicidi, vero, quando è stato bloccato?” chiese Fujiko.
“Sì, credo di sì. Questa associazione assomiglia sempre più a una setta, e ha come scopo principale, non dichiarato, il denaro e il potere...”
“Sì, però hanno ammazzato soltanto coppie miste... che cosa c'entra questo con ricchezza e potere?”
“Non lo so. Forse perché volevano uscirne...”
Fujiko lo fissò, colpita da un pensiero improvviso.
“Goemon... tuo padre era un uomo d'affari, hai detto. Che cosa ne è stato del suo patrimonio, quando è morto? Dovrebbe essere tuo, no?”
Il giovane tacque alcuni istanti. Sembrava a disagio.
“Io so solo che quando ho dovuto andarmene da qui, il mio maestro mi disse che c'era un conto aperto a mio nome in una banca svizzera, e che non avrei mai avuto problemi a mantenermi... Ho dedotto che in qualche modo mio padre avesse voluto assicurarmi un futuro, anche quando lui non ci fosse stato più... come se sapesse che stava per capitargli qualcosa di terribile... Ma io, a essere sincero, non mi sono mai interessato molto di questo, non so nemmeno esattamente quanto è depositato su quel conto, né se ce ne sono altri...”
Fujiko guardava nel vuoto, persa dietro ai suoi ragionamenti.
“La Svizzera... anche mio padre si era stabilito lì... e secondo me non è un caso... Forse entrambi sapevano che era l'unico posto dove quelli della setta non avrebbero potuto fare quello che volevano... l'unico posto dove i loro patrimoni sarebbero stati al sicuro. Non credi anche tu?”
“Sì, potrebbe essere andata così... quindi in realtà loro sapevano di essere in pericolo... ma perché?”
“Sempre per lo stesso motivo: i soldi. Forse non volevano più finanziare l'associazione, o volevano uscirne...”
La ragazza cercò nella sua valigia i fogli con i nomi e i dati delle persone uccise che aveva trovato Julien. Esaminò le professioni, dove erano indicate: erano tutti imprenditori, banchieri, avvocati, chirurghi... del resto il blog lo diceva chiaramente, che nel “Sentiero del Dragone d'oro” erano ammesse quasi esclusivamente persone di un certo tipo.
“In quegli anni deve essere successo qualcosa... come se avessero alzato il tiro - proseguì Fujiko - Potrebbero essere cambiati i vertici, come dicevi tu. Gente spregiudicata, ma che non voleva sporcarsi le mani. Che potrebbe aver usato il pretesto della purezza per convincere la bassa manovalanza a uccidere quelle persone per impadronirsi in qualche modo dei loro averi. Con i nostri genitori il gioco non è riuscito, ma con altri magari sì.... non lo sappiamo, e sarà praticamente impossibile scoprirlo.”
Goemon la ascoltava assorto.
“E' una ricostruzione plausibile, che potrebbe spiegare molte cose... anche la sparizione degli elenchi dei soci...”
“Ma... i figli di queste persone... nessuno è stato coinvolto negli omicidi, per fortuna... ma che cosa è accaduto loro dopo? Tu sei stato al sicuro per 10 anni, poi sei dovuto scappare da un giorno all'altro. Perché? Perché la tua vita di colpo era in pericolo? Perché invece a me non è mai successo nulla?”
Il giovane taceva.
“Dobbiamo trovare il mio maestro... solo lui può darci le risposte.”
“Dove si trova?”
“Il villaggio in cui mi aveva portato è tra i monti Hida. Ma sono passati anni, non ho idea se lui si trovi ancora lì...”
“Ma da qualche parte dobbiamo partire, quindi ci andremo e se non lo troviamo chiederemo in giro.”
Si abbracciarono.
“E' orribile, vero? - gli disse lei - Le nostre famiglie distrutte per squallide questioni di soldi... da una banda di volgari delinquenti travestiti da idealisti patrioti...”
Gli occhi di Goemon divennero due fessure di ghiaccio.
“Io li troverò, dovessi cercarli anche all'inferno. E non avrò nessuna pietà.”

 

 

 

 

 

* Queste organizzazioni sono realmente esistite, sotto i nomi di “Società del Drago Nero” (detta anche “Società del fiume Amur”) e “Società dell'Oceano Nero”. Il resto invece è pura invenzione della sottoscritta.

 

  
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