Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: Lexie94    15/03/2014    5 recensioni
dal primo capitolo:
È questione di un attimo.
Abbassa la testa in modo da potermi vedere meglio senza dover guardare attraverso le lenti scure. Due occhi azzurri bellissimi mi guardano.
La mia bocca si ammutolisce, il mio cuore inizia a pulsare all’impazzata, le gambe mi tremano, sembrano cedermi da un momento all’altro. Il vinile dei Pantera mi cade dalle mani per schiantarsi a terra.
L’uomo appena si accorge della mia reazione tira su immediatamente la testa per poi voltarsi di nuovo di spalle.
Troppo tardi: l’ho visto. L’ho riconosciuto. È lui, non ci sono dubbi.
Ma come cazzo è possibile?

ciaaaaaaao. è la mia prima ff, siate clementi con me çç
se vi va di leggerla ve ne sarò molto grata.
vi dico solo che la storia è nata da un sogno che ho fatto una notte, la mattina mi sembrava un'idea carina per una fanfiction, e così ho iniziato a buttarla giù.. fatemi sapere se vi piace ^^
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Synyster Gates, The Rev, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 20:

 
Siamo quasi a metà Ottobre, ma l’autunno in California sembra non esistere: il sole risplende su Huntington Beach e fa anche un caldo porco.
Brian e Matt hanno più o meno fatto pace, quindi pare che i Sevenfold non si sciolgano, o almeno per ora.
Brian sta allegramente sguazzando in piscina, mentre io sto leggendo un libro spaparanzata su uno dei divanetti lì da parte.
«Perché non vieni a farti una nuotata?» mi chiede dal bordo vasca.
Alzo gli occhi dal libro.
«Perché sto leggendo!» rispondo.
Bugia megagalattica: non ho la minima intenzione di mettermi in costume davanti a lui.
«Ma che te frega del libro?! Dai che per colpa tua adesso non posso nemmeno più fare il bagno nudo, quindi devi per forza venire in acqua, mi pare il minimo!».
Ha detto… bagno nudo?
Okay, niente panico. Manteniamo la calma.
«Non ti ho chiesto io di farmi vivere qui, eh».
«Come se non volessi venirci. Dai, tuffati dentro che poi arriva l’inverno e farà un po’ freddo per nuotare!» dice chiamandomi con la mano.
«Freddo? In California?» chiedo ironica.
«Che palle che sei, era per dire…».
Gli lancio un’occhiata interrogativa e torno a leggere in lingua originale “Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban”, il mio preferito della saga.
Sono così assorta dalla lettura che non mi  rendo conto che intanto Brian è uscito dalla piscina.
«Dove sei?» chiedo alzando lo sguardo dal libro.
Nessuno mi risponde. Perché non mi risponde mai quell’uomo?
«Brian?» lo chiamo. Silenzio.
Boh, sarà sott’acqua.
«Bria – AAAAAAAAAH!» qualcuno alle mie spalle mi chiude gli occhi con la mano. Non so come è successo, ma mi ha sollevato di peso.
«Mettimi giù!» urlo. Dove mi porta? E poi come mi sta tenendo? Ho la testa verso il basso e le gambe per aria.
«Mettimi giù!» ripeto cercando di divincolarmi.
«Agli ordini, capitano!» risponde mollando la presa.
Appena mi lascia andare, per una frazione di secondo apro gli occhi e faccio appena in tempo a trattenere un po’ di fiato, splash.
Confusa, cerco di posizionarmi con la testa verso l’alto aiutata dalle braccia e dalle gambe, quando poi con i piedi trovo il fondo della vasca, mi do una spinta verso l’alto e intanto faccio uscire dal naso la poca aria che ho.
Riemergo e tiro un respiro enorme, mi giro verso la casa, mi sposto indietro i capelli fradici in modo da poter vedere e fisso Brian furente.
È sul selciato da parte alla piscina, con le mani appoggiate sullo stomaco e piegato in due dal troppo ridere.
«Dovevi vedere la tua faccia!» dice tra una risata e l’altra.
«Ti odio!» gli urlo.
«Dai Alex, è solo un bagnetto!» esclama continuando a ridere.
«Te lo faccio vedere io il bagnetto!» borbotto.
Mi avvicino al bordo vasca dove sta lui che è ancora piegato in due dalle risate. Mi tiro su con le braccia, appoggiando le mani alle finte rocce. Cercando di tenermi su con una sola mano, stacco la sinistra per afferrargli un polso. Nel momento in cui riesco a prenderlo, mollo la mano destra, mi spingo indietro con i piedi, ritornando così nell’acqua e tirandomi dietro anche lui.
Brian smette immediatamente di ridere, l’ultima cosa che vedo prima di entrare totalmente nell’acqua è l’espressione spaesata che ha dipinta in volto.
Come è entrato completamente nell’acqua anche lui appoggio la mano destra sulla sua spalla esercitando una sorta di leva e cercando di mandarlo più a fondo possibile, mentre con la sinistra continuo a tenergli il polso in alto. Riemergo per prendere fiato e cercando di lasciare Brian sotto.
Un respiro, due respiri, tre respiri, non faccio in tempo a finire il terzo che vengo tirata nuovamente sott’acqua, Brian mi ha afferrato una caviglia. Apro gli occhi e sono sott’acqua a testa in giù, mentre Brian è riemerso portandosi con sé la mia caviglia destra. Mi dimeno, ma non ottengo alcun risultato. Storcendomi provo a  tirargli dei pugni sulla pancia, ma sott’acqua sono rallentati di mille volte. Con la gamba sinistra provo a tirargli un calcio, ma mi immobilizza anche quella. Fantastico, sembro un salame.
Non contento Brian si stringe le mie gambe al petto riuscendo così ad immobilizzarle con un braccio solo in modo da poter avere libero l’altro con la quale inizia a farmi il solletico sotto le piante dei piedi.
No cazzo. Facendomi ridere perdo fiato e sono sotto già da un po’ di tempo. Un sacco di bolle escono dalla mia bocca e dal mio naso.
«Tirami su!» dico, ma quello che esce, oltre ad altre bolle, è solo un grugnito incomprensibile che Brian da fuori non può nemmeno sentire.
Devo assolutamente prendere fiato. Gli conficco le unghie nel polpaccio e per tutta risposta mi becco un calcio sulla nuca.
Tirandomi un po’ su e torcendomi riesco e mordergli un fianco, a mali estremi, estremi rimedi, no?
Molla immediatamente le mie gambe che mi cadono addosso e sento che mi tira su prendendomi per un braccio.
Sputacchio acqua, cerco di prendere fiato ma ho il respiro più che affannato.
«Cazzo, Brian!» dico ansimando.
«Scusami, mi sono fatto prendere un po’ la mano!» mi dice tenendomi sempre per il braccio cosicché io non deva fare altri sforzi.
«Alla faccia dell’ “un po’”! ribatto affannata.
«Scusami davvero, Alex!».
«Pensavo di morire…».
Scoppia a ridere: «Sei sempre la solita melodrammatica!».
Lo guardo torvo e per tutta risposta gli schizzo addosso dell’acqua con la mano libera.
«Pirla» gli dico nel mentre.
Brian allontana un po’ la faccia d’istinto per evitare gli spruzzi per poi prendermi la mano libera tenendomi per il polso. Fa scivolare l’altra mano lungo il mio braccio prendendomi anche questo polso in modo da avere sottocontrollo entrambe le braccia.
«Questo non lo dovevi fare, Alex…» mi dice con un ghigno mentre inizia a tirarmi piano verso di lui.
«No, Brian…» chiedo pietosamente.
«Oh sì invece… mi tocca affogarti di nuovo…».
«No dai Brian, ti supplico!». Molto lentamente, quasi a rallentatore, continua a tirarmi verso di lui mentre io tento invano di divincolarmi.
Con gli arrivo di fronte a meno di una spanna, deglutisco. Usa tutta la sua figaggine per distrarmi, velocemente passa ad immobilizzarmi i polsi con una sola mano tenendoli stretti contro il suo petto. Nel frattempo mi blocca una gamba con una delle sue, guardo d’istinto in basso per vedere cos’ha fatto alla mia gamba.
«Hey, ma che -» non faccio in tempo a finire la frase che la mano libera di Brian, la destra, mi butta nuovamente la testa sott’acqua. Se prima sembravo un salame, adesso sembro una mosca intrappolata in una ragnatela, non posso muovermi.
Brian dice qualcosa, ma io da sott’acqua non riesco a capire niente, poi mi tira velocemente su e prendo fiato.
«Ho… ho interrotto qualcosa?» chiede una voce.
Mi giro e vedo Zacky fermo sul bordo della piscina che ci sta guardando con un’espressione stupita e meravigliata, ma anche scioccata.
«No» rispondo io.
«Sì» risponde Brian contemporaneamente a me.
«Lasciami andare» gli dico cercando di divincolarmi.
Zacky è sempre più sbalordito, ci guarda con la bocca semiaperta.
«Voi…» dice alzando una mano verso la nostra direzione indicandoci.
No Zacky, hai capito male, eh.
«Mi stava affogando» spiego, tentando ancora inutilmente di liberarmi dalla sua presa.
«E ci sarei riuscito se non fossi arrivato tu, Zac!».
«Oh, ma sta’ zitto Brian!» gli dico.
«Dai, fammi tacere…» mi dice con un tono scanzonato fissandomi dritto negli occhi.
Non rispondo.
«Su Alex, voglio proprio vedere come fai a farmi stare zitto immobilizzata così come sei…».
Ha un tono sempre più provocatorio, sta ricorrendo ancora alla sua figaggine. Mi volto dall’altra parte per evitare di guardarlo ancora negli occhi.
«Tappami la bocca…» mi sussurra ad un orecchio.
Brividi lungo la mia spina dorsale.
«Okay, se è questo che vuoi…» dico. Aspetto prima di voltarmi, prendo coraggio e mi giro verso di lui.
Ora mi guarda nuovamente dritto negli occhi, con un ghigno più che stuzzicante sulle labbra.
Gli faccio un sorrisetto a labbra sigillatissime, per poi spruzzargli dritto in faccia l’acqua della piscina che avevo raccolto in bocca di nascosto un instante prima di girarmi verso di lui.
Zacky scoppia a ridere.
«Ben fatto Alex!» mi urla alzando un pollice all’insù.
«Che stronza…» mi dice Brian per poi scoppiare a ridere anche lui.
«Hai vinto!» esclama l’altro chitarrista mentre continua a ridere.
«Oh, grazie Zacky, ma ho solo fatto quello che mi ha detto lui!» dico stringendomi nelle spalle.
Brian finalmente mi lascia andare e nel mentre sussurra piano: «Non è quello che intendevo io però…».
Mi  volto verso di lui.
«Che c’è?» mi chiede notando l’espressione stupita sul mio volto.
«Che hai detto?» chiedo anche se ho capito benissimo quelle parole.
«Nulla, non ho parlato» dice guardandomi con un’espressione in viso che non riesco a decifrare. Mi sento i suoi occhi marroni penetrarmi nel profondo, mi sento quasi in imbarazzo.
Devo trovare il modo di cambiare discorso e staccare il mio sguardo dal suo.
«Zacky, come hai fatto ad entrare?» chiedo, riuscendo a distogliere gli occhi dal volto di Brian.
«Oh, la porta era aperta… e visto che al campanello non mi rispondeva nessuno, sono entrato» risponde quello.
«Ah, okay» dico per poi iniziare a nuotare verso di lui che mi aiuta ad uscire dalla piscina.
«Ma sei vestita!» mi dice Capitan Ovvio.
«Mi ha buttato dentro a tradimento!» dico indicando Brian che ci sta raggiungendo a nuoto.
«Che vuoi? È stato divertente, no?» chiede uscendo dalla piscina.
«No!» rispondo brusca.
Alza un sopracciglio, «Ah no? A me sembrava ti stessi divertendo… e anche parecchio» dice ammiccando.
«Zacky, perché sei qui?» chiedo cambiando nuovamente discorso.
«Oddio, non mi ricordo…». Porta gli occhi al cielo cercando di suscitare la memoria mentre io e Brian lo guardiamo increduli.
«Ah sì, ecco! Devo parlarvi della festa di Halloween!» dice sorridente.
«Oh, bene, dove si va quest’anno? Da Johnny?» chiede Brian.
«No, meglio! Andiamo a Los Angeles, anzi, ad Hollywood per la precisione!».





Angolo di Alexis:
buongiorno meraviglie! eccomi con il nuovo capitolo! 
sono contenta che vi sia piaciuto il capitolo precedente e grazie mille per le recensioni! <3
questo capitolo si commenta da solo... no? ahahahah
a presto ^^
fatemi sapere cosa ne pensate :'3
un bacione <3

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: Lexie94