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Autore: Nana_Hale    15/03/2014    0 recensioni
La gentilezza di un uomo come Robin Hood si scontra con la diffidenza e la forza dell'impavida Regina. A poco a poco, senza nemmeno accorgersene, il principe dei ladri riuscirà a rubare il cuore della regina che infondo non è così "cattiva" come vuole dare a vedere...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: David Nolan/Principe Azzurro, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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"Giù! Giù! Giù! Giù!!! AH-AH!"
Charming bevve tutto il boccale di birra in un sorso solo, incitato dai Merry Men che cantavano e brindavano trascinando nella loro allegria tutti gli ospiti dell'accampamento di Robin Hood, appena tornati da Storybrooke.
Dopo aver offerto un pasto caldo ad ognuno dei rifugiati e mostrato loro dove poter dormire, Little John aveva proposto quasi involontariamente di dare ai nuovi arrivati con una sorta di allegro benvenuto, in meno di qualche minuto, la foresta di Sherwood si era trasformata in una grande festa.
Nascosta agli occhi dei loro nemici e protetta da un incantesimo scagliato da Regina, la foresta era completamente al sicuro da attacchi nemici, per cui, tutti quanti si erano concessi volentieri quei bei momenti di gioia e relax.
Snow e Belle si erano ricongiunte con Mulan, diventata l'unico membro femminile della banda di Robin Hood; sorprese e felici di rivedersi, si erano dirette, insieme a tutte le altre donne della spedizione, in una delle tende più grandi per riposarsi e rinfrescarsi prima di uscire a festeggiare. Tranne Regina, che si era fatta lasciare da sola in una delle tende più piccole.
I nani, seguiti da Neal e Charming erano stati accolti dai Merry Men intorno al fuoco e avevano subito iniziato a bere e raccontarsi storie di battaglia, avventura e spavalderia maschile.
Nel giro di un'ora tutti erano diventati buoni amici, avevano imparatio i nomi dei compagni e le risate si erano levate fino ai margini della foresta.
Tutto il numeroso gruppo se ne stava intorno al focolare a bere quando Robin si accorse che Roland, il suo bambino di 4 anni, si era addormentato fra le sue braccia; si alzò lentamente congendandosi con un cenno del capo, a cui Snow sorridendo, e si allontanò dal chaos di voci e canti per mettere il piccolino a dormire al riparo sotto la sua tenda.
Mentre si avvicinava al suo posto in mezzo a due grossi alberi, si accorse che da una delle tende in fondo all'accampamento veniva una fioca luce giallognola rifrangersi contro il telo all'inteno di una tenda.
Sospirò, riconoscendo immediatamente di chi fosse quella tenda ancora illuminata, e si infilò nel suo giaciglio.
Coprì Roland con tutte le coperte che c'erano all'interno; la notte era sempre molto fredda nella foresta e lui era un padre estremamente premuroso e anche parecchio apprensivo. Forse anche troppo, ma non poteva fare altrimenti; proteggere suo figlio con tutti i suoi sforzi era l'unico modo in cui sapeva di poter stare in pace con se stesso a fine giornata.
E quella giornata era stata particolarmente nevrotica; sfiorò la nuca del suo bambino, mentre pensava alla paura incontrollabile che aveva avuto qualche ora prima, quando quella scimmia volante aveva cercato di attaccarlo. Il suo piccolo era sano e salvo solo grazie ad una persona.
Spense la candela che stava poggiata su un sasso all'ingresso della tenda e uscì, lasciando Roland ai suoi sogni.
Gettò un'occhiata alla tenda ancora illuminata a diversi metri da lui e, dopo aver preso un profondo respiro, si diresse verso di essa.
Arrivato davanti ai teli che fungevano da porta, si fermò; non c'era modo di bussare, quindi, l'unico modo per annunciare la sua presenza era con il suo nome, anche se questo avrebbe probabilmente tolto ogni speranza sul suo permesso di entrare.
Si schiarì la voce e si passò nervosamente una mano dietro il collo.
"Milad- emh... volevo dire Vostra Maestà... state bene?"
Dall'interno della casa di stoffa si udì un tonfo metallico, come un calice che cadeva a terra, seguito da un bisbiglio piuttosto irritato di parole incomprensibili.
"Cosa volete?"
Robin deglutì tentando di calmare i suoi respiri che, senza motivo apparente, sembravano essere accelerati.
"Volevo solo parlare con voi un istante, se è possibile."
Un silenzio inteminabile seguì quelle parole e il fuorilegge attese immobile la risposta per quasi un intero minuto prima di perdere le speranze e voltarsi di scatto per tornarsene indietro.
"Entrate."
Si bloccò con il piede a mezz'aria, rischiando di cadere con la faccia a terra, e tornò a girarsi riprendendo l'equilibrio e la fiducia.
Allungò una mano per scostare il lembo della tenda e si accorse di indossare ancora i guanti da caccia rovinati e scuri; se li tolse con un rapido gesto e li infiò nella cintura poi, finalmente, entrò.
Un verso simile a quello di uno struzzo gli uscì dalla bocca non appena il suo sguardò incontrò ciò che c'era all'interno della tenda.
Regina era voltata di schiena, si stava lavando le mani in una ciotola d'acqua poggiata su una specie di piccolo mobile di legno; si era tolta il mantello nero di piume e aveva i capelli ancora raccolti sulla testa. Il suo vestito arrivava appena sotto le scapole lasciando in vista le spalle, binche e lisce, e la vistosa collana che portava qualche ora prima era svanita, mostrando un collo pallido e bellissimo.
Ci vollero almeno 20 secondi prima che Robin riuscisse a riprendersi e a pronunciare qualche sillaba.
"Io... volevo ringraziarvi."
A quelle parole, Regina si voltò lentamente verso di lui, permettendogli di vederle il volto; in quel momento, il fuorilegge si accorse che il vestito che la donna indossava non era lo stesso che portava quel pomeriggio e anche la pettinatura era diversa. L'abito verde scuro formava una specie di cuore sopra il suo petto e i suoi capelli nerissimi erano raccolti in una traccia che le ricadeva su di una spalla. Non si era solo tolta il mantello, si era cambiata completamente, e non aveva idea di come fosse possibile, ma era perfino più bella di prima.
"Ringraziarmi per cosa?"
Disse poggiandosi le mani sui fianchi e costringendo finalmente Robin a sollevare lo sguardo per incontrare i suoi occhi.
Lui fece un passo all'interno della tenda, il primo da quando era entrato e, con un grande sforzo, riprese a parlare.
"Avete salvato mio figlio oggi."
Regina strinse le labbra; non si era mai trovata nelle condizioni di dover ricevere dei ringraziamenti da parte di un padre, di un uomo che, si rese conto in quel momento, guardandolo da vicino, essere un uomo molto molto affascianante.
"Non è stato nulla di che. Chiunque l'avrebbe fatto."
Affermò distogliendo lo sguardo e tornando a voltarsi verso la ciotola d'acqua alla ricerca di qualcosa da fare che giustificasse il suo movimento, ma Robin la incalzò immediatamente
"Ma l'avete fatto voi."
La donna si irrigidì, sempre più a disagio e senza la minima idea di come comportarsi; era tantissimo tempo che qualcuno non la ringraziava in un modo così sincero e dolce e la sua armatura si alzò immediatamente.
"Bene. E' tutto?"
Ma non è facile ingannare un ladro. Non è facile nascondersi da qualcuno che è abituato a scovare i tesori più preziosi e rari.
"Veramente no. Volevo anche sapere come mai non venite là fuori."
Abbandonato ogni tentativo di sembrare indaffarata in qualche azione, Regina afferrò un mantello nero di velluto da un ramo usato come appendino e se lo mise sulle spalle, per poi sedersi su di una storta sedia di legno e afferrare il primo oggetto che le capitò sotto mano, un suo fermacapelli, fingendo di studiarlo.
"Non vedo nessun motivo per festeggiare."
Quella frase le riportò subito alla mente tutto ciò che era successo nelle ultime 24 ore e il suo sguardo si perse per un istante nel vuoto; ritrovarsi sola in mezzo a tanti sconosciuti, il suo castello, la sua casa occupata da qualcuno che aveva tentato di ucciderla, il dolore che non smetteva nemmeno per un istante di ricordarle quanto il suo cuore sentisse la mancanza di Henry.
D'un tratto, il fermaglio le scivolò dalle le dita e cadde a terra a circa un metro da lei, facendola sobbalzare; si chinò subito per raccongliere l'oggetto ma la sua mano fu preceduta da quella del fuorilegge che sfiorò il suo polso involontariamente.
Robin, ritrovatosi con un ginocchio posato a terra, le porse il fermacapelli e, non appena Regina allungò la mano e la avvicinò alla sua, egli chiuse delicatamente le dita, afferrando delicatamente quelle della donna.
La donna spalancò gli occhi, incredula e stupita dalla sfacciata audacia che il fuorilegge aveva appena dimostrato nei suoi confronti; stava per ritrarre violentemente la mano quando egli parlò dolcemente.
"Non ho ne il potere ne la presunzione di essere in grado di portarvi via il dolore che avete dentro..."
Regina rimase immobile, come paralizzata, sentendo le dita calde di Robin Hood stringere la sua mano così fredda.
"...ma concedetemi almeno di provare a farvi sorridere."
Non appena terminò la frase, il fuorilegge lasciò con dolcezza la sua mano e si alzò da terra senza staccare mai i suoi grandi occhi blu da quelli della donna che con uno sforzo immenso distolse lo sguardo e incrociò le braccia sul petto.
"Siete un uomo insistente ed estremamente impertinente."
Ma questa volta il tono di voce di Regina non riuscì a sembrare nemmeno lontanamente infastidito o irritato, tanto che Robin abbozzò un lieve sorriso a labbra serrate e porse la sua mano alla donna seduta davanti a lui.
Lei osservò la mano con la coda dell'occhio, per poi spostare lo sguardo verso l'altro, sul viso del fuorilegge.
Come qualche ora prima, durante il loro primo incontro, Regina si alzò senza badare all'offerta cavalleresca che le era stata fatta e, senza mai staccare fino all'ultimo i suoi occhi scuri da quelli dell'uomo della foresta, gli passò accanto e uscì dalla tenda, fermandosi poi all'esterno.
Robin voltò la testa e osservò la sagoma di Regina attraverso il telo chiaro e il suo sorriso si allarò senza che potesse controllarlo; si chinò verso il mobile di legno e con un lieve soffio spense la candela poggiata sopra di esso, per poi raggiungere la splendida donna che lo stava aspettando.
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Ancora poco abbiamo visto di questa coppia sullo schermo, ma li adoravo già da prima che si incontrassero,ho un debole per loro.
Bacio
-Nana
  
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