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Autore: Beatrix82    30/06/2008    8 recensioni
Sono passati alcuni anni dagli eventi di Dbgt, e Trunks e Pan cominciano a rifrequentarsi. Ma presto, inevitabilmente, tra loro succederà qualcosa che era nell'aria già da troppo tempo...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pan, Trunks
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente amore

Finalmente amore    

 

 

 

Nota dell'autrice: Questa è una delle mie primissime fanfction, scritta ormai non so quanti anni fa, quando ero ancora giovane:)

Non è che ci sia particolarmente legata, anche perchè la mia visione di Pan e Trunks negli anni è molto maturata, insieme all'esperienza nello scrivere. Tuttavia, a grande richiesta, visto l'apprezzamento che c'è stato nel web, non posso che farla ospitare anche su EFP...

Buona lettura.

 

 

   

Trunks si voltò verso la finestra. Ecco, quella era proprio una delle volte in cui avrebbe voluto fuggire dal suo ufficio.

“Allora, signor Presidente, vogliamo finire quest’intervista?” chiese gentilmente la giovane e bella giornalista, seduta di fronte a lui dalla parte opposta della scrivania.

“Oh, certo, signorina, continui pure” rispose lui in modo educato, ma lasciando intravedere nel suo volto un’espressione un po’ annoiata.

“Ecco, signor Brief, fino ad ora abbiamo parlato del suo lavoro e della Capsule Corporation… Ma le mie lettrici più che al business sarebbero interessate a sapere qualcosa di più…come dire… personale…”.

“ Come prego?” chiese Trunks con un filo di nervosismo, cominciando già ad intuire il tipo di domande che intendeva rivolgergli.

“Vede…Loro vorrebbero sapere se lei, in questo momento, è single…” chiese la donna con leggera malizia.

“Mi scusi, ma non sono affari che vi riguardano”.

“Ok, ma ultimamente è stato visto a cena con varie donne, c’è per caso del tenero con qualcuna di loro?”.

“ No, signorina, no. Erano solo rapporti d’affari, o semplici conoscenze”.

“ Certo, certo, ma sappia che lo scapolo d’oro del momento dovrà scegliere, prima o poi!”.

Quella frase risuonò nella testa di Trunks come una campana. Scapolo d’oro… scegliere… Ormai i giornali di pettegolezzi non parlavano d’altro. Intere pagine con foto sue scattate da paparazzi impertinenti che facevano a gara, continuamente e inesorabilmente, ad attribuirli una nuova fiamma. E sopra, i titoli a caratteri cubitali che dicevano: “ CHI SARA’ LA NUOVA FIRST LADY DELLA CAPSULE CORPORATION?”.

“Ripeto che la mia vita privata non la riguarda affatto” disse Trunks un po’ alterato per l’eccessiva insistenza della giornalista.

“E va bene, signor Brief…Come vuole! Abbiamo finito!” concluse la donna alzandosi dalla sedia e avvicinandosi a lui, che si preparava ad accompagnarla alla porta. “ Comunque, questo è il mio biglietto da visita… Mi chiami se ha voglia di distrarsi un po’, sono sicura che non se ne pentirà…” disse sensualmente, passandogli la mano lungo il petto e porgendogli il biglietto. “Ci vediamo!”.

Trunks rimase in silenzio, impassibile ma inevitabilmente imbarazzato. Guardò la donna allontanarsi, e appena questa uscì dalla porta tirò un sospiro di sollievo. Era impressionante: per tutto il tempo dell’intervista si era sentito quasi in gabbia… Già, come un leone ammansito da una giornalista ficcanaso decisa a scavare nei fatti suoi… o forse, ancora peggio, da una donna che ci stava provando spudoratamente…

Non pensava che le donne fossero arrivate a fargli quell’effetto. Ma tutte quelle con cui aveva avuto a che fare, sembravano interessate a lui solo per i soldi o per andarci a letto… A molte importava solo potersi vantare di aver avuto una storia con Trunks Brief, il rampollo della famiglia che gestiva una delle aziende più famose del pianeta. Che squallido… Lo amavano non per quello che era, ma per ciò che rappresentava. Non amavano Trunks Brief, ma il presidente della Capsule Corporation.

Era stufo di tutto questo, veramente stufo. Neanche lui riusciva a provare niente per nessuna di loro… Avrebbe voluto veramente volare via, via dai suoi impegni, dalla sua posizione. Da tutto.

 

“Bentornato Trunks!” Lo salutò Bulma appena lo vide rientrare in casa. “Come è andata oggi a lavoro?”.

“Come al solito” rispose Trunks togliendosi la giacca ed allentandosi la cravatta, mentre si gettava stanco sulla poltrona. “ Più una giornalista rompiscatole che gioca a fare Sherlock Holmes con la vita privata della gente”.

Bulma sorrise, avvicinandosi al figlio da dietro la poltrona e appoggiandogli affettuosamente le mani sulle spalle.

“Credevo che ormai ti fossi abituato a tutto questo”.

“Già, ma non è così facile, mamma…”.

“Lo so, tesoro. Ma vedi, nessuno può portarti via la tua vita, la tua personalità…Quello è soltanto il tuo lavoro”.

“Sai che non mi piace essere un personaggio pubblico. Io voglio solo essere me stesso, essere solo Trunks”.

“Ma certo che lo sei, tesoro, per le persone che ti vogliono bene è così”.

Bulma fece per uscire dal salone, quando si ricordò di una cosa importante che doveva dirgli.

“Ah, Trunks, dimenticavo! Stasera ho organizzato una cena con tutti quanti i nostri vecchi amici. Non voglio mica che ci vediamo solo quando è in pericolo il nostro pianeta!”

“Certo, mamma, hai ragione, hai avuto davvero una bellissima idea!”.

Trunks sorrise. Era proprio quello di cui aveva bisogno. Una piacevole serata tra amici, insieme alle persone con cui si trovava veramente a suo agio, e con cui avrebbe dimenticato, almeno per una sera, tutti quei pensieri che gli ronzavano per la testa.

Si vedevano così raramente ormai, che sembrava un secolo dall’ultima volta che si erano ritrovati tutti insieme… Era poco dopo la partenza di Goku, circa 3, 4 anni prima…

 

Presto arrivò l’ora di cena. Bulma aveva appena finito di preparare tutto, e ora era intenta a sistemare la lunga tavolata, addobbata come nelle grandi occasioni. Vegeta se ne stava in un angolo ad aspettare in silenzio, mentre Bra era intenta a finire di darsi lo smalto alle unghie.

Trunks, appena rimesso al mondo da una doccia rilassante, scese da camera sua proprio mentre suonarono alla porta. 

Fu Bulma, naturalmente, a fare gli onori di casa, e immediatamente la stanza si riempì di volti e voci di vecchia conoscenza… Crili, con C18 e Marron, Gohan, con Videl e Pan, Chichi e Goten, Yamcha, Ub e Mr Satan. Una piacevole sensazione di familiarità invase tutti quanti: essersi ritrovati lì, tutti insieme, come ai vecchi tempi, come una grande famiglia…

“Oh, quanto tempo, cara!” esclamò Chichi abbracciando Bulma. “Abbiamo fatto bene a ritrovarci, stasera, volevamo forse aspettare di essere vecchie decrepite?”

Trunks si avvicinò a Goten, dandogli una pacca sulla spalla. “Allora, vecchio mio, come va?”.

“Ciao Trunks! Alla grande, e a te?”.

“Non c’è male… Solo un po’ di stress per lavoro”.

“E dai, amico, rilassati! Piuttosto, a donne come sei messo?”.

“Per carità, Goten, non parlarmi di donne!” esclamò, avviandosi a salutare tutti gli altri.

Mancava ancora qualcuno. Si guardò intorno, per cercarla con gli occhi.

Eccola là, stava parlando con sua madre. Accidenti, com’era cresciuta…

“E così, tesoro, ora hai 18 anni” le diceva Bulma. “Mamma mia, come ti sei fatta grande!”.

Pan sorrise, poi vide Trunks che si stava avvicinando. Il suo volto sembrò illuminarsi.

“Trunks!” esclamò. “Ciao!”.

“Ciao, Pan”.

Era abituato a salutarla scompigliandole affettuosamente i capelli, o con qualche dispettoso pizzicotto o minaccia di solletico, ma si rese conto che non era più così piccola per quei gesti infantili. Si limitò a sorriderle, e prima che potesse dirle altro, arrivò Bra che si precipitò a salutarla.

 

La serata continuò con il buffet, ampiamente gradito da tutti.

Trunks si stava versando un bicchiere d’acqua, quando da dietro si sentì tirare la camicia.

“Ehi?” disse Pan alle sue spalle.

Trunks si voltò e le sorrise.

“Ma guarda chi c’è, questa bella signorina!” rise affettuosamente.

Pan arrossì leggermente.

“Allora…Anche tu mi trovi cresciuta?”.

Altroché se era cresciuta. Era una ragazza fatta, ormai. E non potè evitare di ammettere a se stesso che… era cresciuta proprio bene.

“Certo, Pan! E tu, dimmi, mi trovi invecchiato?”.

Pan lo guardò indecisa, come per prenderlo un po’ in giro.

“Sì, forse un pochino…”.

“Ah sì eh? Molto gentile, grazie davvero! E io che ti stavo facendo anche dei complimenti…” disse Trunks facendo il finto arrabbiato.

“Ma no, sto scherzando! Sei il solito Trunks di sempre…quello che avevo un sacco voglia di rivedere!”.

Trunks sorrise. Quelle parole lo fecero sentire immensamente meglio. Dopo quella interminabile e opprimente giornata, sembrava aver cominciato a ritrovare quelle certezze che pensava perdute per sempre.

“Anch’io sono contento di rivederti, sai” disse dolcemente. 

Conosceva troppo bene Pan, e nei suoi occhi vide chiaramente la sua stessa voglia di fare quattro chiacchiere insieme, come ai vecchi tempi.

“Senti… Sto andando sul terrazzo a prendere un po’ d’aria, che ne dici di venire con me?”.

“Ok, buona idea!” rispose Pan entusiasta, consapevole ormai come Trunks, da sempre, riuscisse a leggerle nel pensiero.

Uscirono sul terrazzo. Era una calda sera d’estate, con il cielo stellato e la luna piena. Trunks la invitò a sedersi accanto a lui.

“Allora, Pan, che mi racconti di bello?”.

“Niente di speciale… Studio, vado in palestra, mi alleno con papà o con lo zio Goten…”.

Com’era carina, pensò Trunks. Era la solita Pan, la ragazzina con cui aveva passato quella lunga avventura nello spazio, la ragazzina monella e un po’ maschiaccio che certe volte gli faceva perdere la pazienza, la ragazzina a cui non aveva potuto fare a meno di affezionarsi…

Ora però era più grande, più matura, e ancora più carina…

“E a te, Trunks, come va?” gli chiese lei.

“Così e così…”.

“Come? Il presidente della Capsule Corporation che si lamenta? Non ci credo!”.

“Purtroppo non basta, sai… Voglio dire, il denaro, il successo, la notorietà…non sono tutto nella vita e non bastano a farti felice…”.

Trunks non sapeva perché stesse parlando di tutto questo a Pan. Si sentì stupido, non aveva intenzione di annoiarla con i suoi problemi.

“Lo so, Trunks. Ti conosco e so che a te tutto questo non importa”.

Trunks le sorrise. Anche lei, a quanto pare, lo conosceva altrettanto bene. Sembrava che il tempo non fosse mai passato…

“Ma dimmi, Pan” iniziò Trunks per cambiare discorso. “E con i ragazzi come va? Scommetto che hai già il fidanzato!”.

“Io?? No, no…” rispose Pan, leggermente imbarazzata.

“Dai, non dirmi che una ragazza carina come te non ha la fila dietro!”.

“Guarda che non sono mica come tua sorella, che tutti le muoiono ai piedi! E poi…i ragazzi con cui esco dopo un po’ se la danno a gambe…”.

“Cosa? E come sarebbe scusa?”.

“Su Trunks, non fare il finto tonto, è il mio solito problema! Appena si rendono conto del mio carattere e della mia forza, preferiscono non avere niente a che fare con me…”.

Trunks la guardava stupito. Guardava il suo volto velato da una lieve amarezza. Beh, non era l’unico ad avere problemi, quindi. Erano problemi di tipo diverso, naturalmente, ma che evidentemente le creavano un complesso non indifferente.

Chissà cos’era meglio… Essere voluti per quello che non sei, o non essere voluti per quello che sei…

Almeno Pan non aveva paura di essere se stessa. Se quei ragazzi non la volevano, voleva dire che non la meritavano. 

Ma come facevano a scappare da lei? Come facevano a scappare da una creatura così bella? Bella dentro…e bella fuori… Lui invece stava così bene in sua compagnia, sembrava che tutti i suoi problemi, tutte le sue ansie, tutte le sue preoccupazioni si fossero volatilizzate. Con lei lì accanto, con quegli occhioni scuri che, nonostante gli anni trascorsi, avevano la medesima espressività e la stessa dolcezza di sempre, Trunks si sentì a casa. Sì, a casa…

“Purtroppo non sono una ragazza come tutte le altre” continuò lei con lo sguardo basso.

“Tu non sei come le altre perché sei speciale” le sussurrò Trunks con un sorriso rassicurante. “E poi sai, posso capirti. Anche io sono un Sayan, e noi amiamo l’avventura, la libertà, la spontaneità… E credimi, per me non è stato facile limitare tutto questo e fare il buon presidente, incaricarmi di mille responsabilità e stare sempre attento che tutto quadri perfettamente… Ecco perché qualche anno fa scappavo spesso da lavoro!”.

Pan rise divertita. Sul suo volto triste era tornato un radioso sorriso.

“Già, me lo ricordo! Ma sono sicura che adesso te la sei presa comoda e scommetto che non ti alleni neanche più!”.

Trunks annuì.

“Purtroppo, con il lavoro e tutto il resto, non ci dedico più molto tempo…”.

“E dai!” esclamò Pan colpendolo sulla spalla. “Non inventare scuse! Domani ci vediamo e combattiamo un po’, che ne dici?”.

Trunks rimase qualche secondo in silenzio, a guardarla, sorpreso dall’improvvisa proposta che gli era stata fatta. Ma perché poi avrebbe dovuto essere sorpreso? Qualche anno prima si allenavano così spesso insieme…

“Pan! Dove sei??”. La voce di Videl veniva forte dal salone. “Dobbiamo andare!”.

“Arrivo, mamma!” rispose Pan. “Allora, Trunks, ci stai?”.

“E va bene” rispose lui alla fine. “Tanto domani non vado a lavoro, così volo verso casa tua e ci battiamo”.

“Ok, allora… Ti aspetto!” e lo salutò con un bacio sulla guancia. Ancora una volta, era come se il tempo non fosse passato.

 

“E’ stata una serata molto piacevole, non è vero tesoro?” chiese Videl al marito mentre stavano tornando a casa, in auto.

“Hai ragione, cara, siamo stati proprio bene!” confermò Gohan. “E tu, Pan, ti sei divertita?”.

“Sì, papà, molto” rispose la ragazza dal sedile posteriore, con lo sguardo fuori dal finestrino.

Aveva il sorriso sulle labbra. Era contenta, perché dopo tanto aveva rivisto tutti. E soprattutto per Trunks. Aveva spesso pensato a lui, nel periodo in cui non si erano visti. E le era mancato da morire…

Da quando erano tornati dallo spazio, le sembrava così strano alzarsi la mattina senza vederlo vicino a lei, senza mangiare con lui, senza poter scherzare e ridere insieme… Senza condividerci tutto, nel bene e nel male. La sua mancanza si era fatta sentire più di quanto avesse potuto immaginare. Ed ora che si erano ritrovati, capì che non voleva perderlo di nuovo.

 

“Che fai ancora là fuori, Trunks!” chiese Vegeta al figlio, vedendolo ancora affacciato al terrazzo, a festa ormai finita.

“Oh, niente, papà… Si sta così bene, qui…”.

Vegeta lo scrutò attentamente. Conosceva suo figlio come le sue tasche, ormai, e notò che il suo volto era sorprendentemente più rilassato, meno teso rispetto agli ultimi giorni.

“Sei stato quasi tutta la sera con Pan, vero?”.

“Sì, papà. Era così tanto che non la vedevo…” rispose Trunks, con un sorriso, mentre fissava l’immensità del cielo stellato che si ergeva sopra di lui.

Vegeta rimase qualche secondo ad osservarlo. Non riusciva a capire come quella ragazzina avesse il potere di far star bene suo figlio. Da sempre…

“Sai, domani mi ha invitato a casa sua per allenarci insieme” riprese Trunks.

“Cosa? E tu hai accettato?”.

“Certo. Perché non avrei dovuto?”.

“Non è possibile… Io è da mesi che te lo chiedo, e tu rifiuti sempre!” brontolò Vegeta, andandosene scuotendo la testa, incredulo.

 

Il giorno seguente era una splendida giornata, con il sole alto in mezzo al cielo.

Trunks stava per arrivare. Atterrò a pochi passi da casa Son, e si avvicinò alla porta per bussare. Ma d’un tratto percepì qualcuno dietro di lui.

“Sono qui Trunks, non dirmi che non riconosci più la mia aura!”.

Trunks si voltò. Pan era già lì fuori, ad aspettarlo, in tenuta da combattimento. Indossava un top corto e attillato… 

Trunks rimase a fissarla per un po’, notando l’evidenza delle sue curve sotto a quell’abbigliamento…il seno cresciuto, la vita sottile, i fianchi perfetti… Oh Dio, com’era cambiata dall’ultima volta…

“Trunks? Che fai? Aspetti che le mosche ti entrino in bocca??” rise Pan, vedendo l’amico imbambolato a bocca aperta.

“Eh? No, no, scusami!” balbettò lui un po’ imbarazzato. Non aveva potuto fare a meno di notare che il suo esile fisico da ragazzina si era trasformato in uno stupendo corpo da donna.

“Sei molto carina stamattina, lo sai Pan?” ammise Trunks, superato l’imbarazzo.

Pan lo guardò timidamente, arrossendo. Diceva sul serio? Pochi istanti prima, quando lo aveva visto fissarla con tale attenzione, era perché la trovava attraente? Che sensazione strana…Non avrebbe mai immaginato che Trunks potesse vederla sotto questa luce…

“Beh, che fai, prendi in giro?” chiese Pan, cercando di riprendere un atteggiamento di indifferenza.

“Niente affatto, è la verità! Ti da fastidio che te lo dica?” chiese Trunks, rendendosi conto che quel complimento inaspettato da parte sua stava mettendo in imbarazzo entrambi.

“No, no” rispose Pan con voce spezzata. “Comunque” riprese decisa “Adesso devi vedertela con me, mio caro!” esclamò la ragazza con aria di sfida, dopo aver allontanato definitivamente quella momentanea sensazione di imbarazzo.

Trunks la guardò divertito. Ecco la Pan che conosceva. In questo, non era cambiata di una virgola. Sapeva ancora tirar fuori grinta ed energia come nessun altro.

“Non vedo l’ora!” sogghignò con lo sguardo minaccioso tipico di suo padre, in un inutile tentativo di farle paura. “Avanti, ragazzina, fatti sotto se hai il coraggio!”.

“Bene, non aspetto altro, seguimi!”.

Pan volò verso la collina dove di solito si allenava con suo padre, seguita da Trunks.

“Avanti, bello, che aspetti ad attaccare?” gridò, con aria di strafottenza.

“Prima le signore, prego!” scherzò Trunks, indicandola con un cenno tipico di un galantuomo.

“Che scemo che sei!” rise Pan divertita. “Non lo sai che in combattimento non contano le galanterie?”.

“Come, non apprezzi che ti conceda un po’ di vantaggio?” continuò Trunks. Si stava divertendo troppo a farla arrabbiare.

“Che? Io non ho bisogno di vantaggio! Sei tu che sei solo un vigliacco!” gridò Pan. Anche lei provava un estremo gusto a stuzzicarlo, per vedere fino a che punto il suo carattere calmo e tranquillo non avrebbe lasciato il posto alla furia.

“Come vuoi, allora! Ma te ne pentirai!” esclamò Trunks lanciandosi contro la ragazza, a pugno chiuso.

Ma improvvisamente, Pan era scomparsa.

“Cosa? Ma dov’è finita?” si chiese Trunks sconcertato.

“Sorpresa!!” si sentì gridare da dietro. Non fece in tempo ad attaccarla che Pan gli sferrò un forte pugno sull’addome.

“Aaahhh!!” gridò l’uomo, colto di sorpresa, mentre la ragazza rideva divertita.

“Questa me la paghi, Pan!” esclamò, attaccandola con una serie di pugni e di calci, mentre lei si difendeva senza problemi e contrattaccava.

"Tutto qui quello che sai fare? Mi deludi, sai!".

"Ti conviene smetterla di provocarmi!".

"Oh, che paura! Guarda che non mi spaventi affatto, sei completamente fuori allenamento!".

"Non del tutto, per tua sfortuna!".

"E allora prendi questo!" gridò Pan mentre lo sorprendeva ancora con un calcio sul volto.

"Ohi!!!" urlò lui tenendosi la guancia con la mano, mentre la ragazza se la rideva a crepapelle.

Trunks divenne furioso.

"Ok, l'hai voluto tu!" esclamò, e le si precipitò contro, colpendola con estrema forza e scaraventandola violentemente a terra.

Pan scivolò sul terreno per alcuni metri.

"Oh Dio, ma che ho fatto??" gridò Trunks mentre correva verso la ragazza stesa a terra. "Pan, scusami, non volevo farti male!".

Pan aprì gli occhi, mentre un sorriso si allargava sul suo volto.

"Ma che male, scemo! Non mi sono fatta niente!".

Trunks si sentì sollevato. L'idea di averle potuto fare anche un semplice graffio lo uccideva... Ma chi poteva fare niente a quella ragazza!

Casualmente il suo sguardo cadde sul top che le si era strappato dopo la violenta caduta. Il suo seno era in parte scoperto... Per un momento Trunks si sentì mancare il respiro...

"Mi spieghi cosa stai guardando, pervertito??!" brontolò Pan, fosforescente, accortasi di avere gli occhi azzurri del Sayan fissi sulle sue grazie. Ancora una volta...

"Io? Niente... Stavo solo controllando se eri ferita...".

Ma subito si rese conto di non poter inventare scuse per la sua debolezza. Era così strano, d'altra parte, essere ammaliati da una bella ragazza? Beh, un pò sì, quando quella ragazza era Pan...

I due si guardarono e scoppiarono in una risata amichevole. Tutto era già tornato come prima...

"Guarda, sono tutta sporca di terra!" esclamò Pan, rialzatasi e guardandosi addosso. "Che ne dici di andare a farci un bagno al lago qui vicino?".

"Buona idea! E' una giornata così calda, oggi, che una bella rinfrescata è proprio quello che ci vuole!".

I due volarono verso il laghetto, un tranquillo specchio d'acqua ombreggiato dagli alberi che si innalzavano tutto intorno.

"Ah, che peccato, non ho portato il costume da bagno!" esclamò Trunks. "Ehi, piccola, non è che ti scandalizzi se mi metto in boxer?".

"Figuriamoci! Come se durante il viaggio nello spazio non ti avessi mai visto in mutande!" replicò Pan, adirata soprattutto per il fatto che l'aveva chiamata piccola.

Trunks sapeva che l'aveva vista molte volte, ma allora era poco più di una bambina. Era tutto così diverso ora, le cose che prima erano così naturali adesso diventavano enormemente complicate... D'altronde, non era più così piccola come l'aveva appena chiamata...

L'uomo si tolse i pantaloni e si sfilò la maglietta.

Pan si girò timidamente verso di lui. Oh, mamma, era ancora meglio di come se lo ricordava... Quel fisico scolpito e perfetto, quei muscoli così tonici e forti... Un brivido le percorse la schiena... Non potè fare a meno di guardarlo dalla testa ai piedi, e poi ancora una volta...

"Bene" disse, appena tornò in se. "Neanche io ho il costume...pazienza..." e si sfilò i pantaloncinii, rimanendo solo con un paio di mutandine nere e quello che restava del suo top.

Si sentiva molto a disagio al pensiero che sicuramente, in quel momento, gli occhi di lui erano fissi su di lei... Era così strano, non si era mai vergognata di Trunks, eppure ora sapeva che lui la guardava in quel modo nuovo che la imbarazzava così tanto ma che, allo stesso tempo, le piaceva da impazzire...

"Avanti, che aspettiamo a tuffarci?" esclamò, gettandosi in acqua con l'agilità di una sirena. "Dai, Trunks, che cosa aspetti! L'acqua è caldissima!" gridò, vedendo che il Sayan non si decideva ad entrare in acqua. "Su, sbrigati!" continuò, iniziando a schizzarlo tra le risa.

"Sei la solita dispettosa, Pan!" rise Trunks, mentre si tuffava finalmente in acqua.

La ragazza sorrise divertita. Ma dov'era finito Trunks? Perchè non tornava a galla? Pan cominciò a preoccuparsi.

"Trunks! Dove sei? Dai, così mi fai paura...esci fuori!".

Ma improvvisamente si sentì afferrare le gambe da sotto e tirare giù sott'acqua.

"Hehehe!" rise Trunks. "Scherzetto!".

"Imbecille! Vuoi farmi morire di spavento forse?".

"Mi sono solo vendicato per prima!" disse lui con aria innocente, avvicinandosi di più a lei. "Ah, come si sta bene in questo laghetto! Sembra di essere in paradiso... Tutt'altra cosa dal caos di città!".

Pan sorrise. Era contenta che si stesse divertendo. L'aveva visto così teso e stressato la sera prima... E anche lei adesso stava così bene...

Trunks guardò Pan sorridendo. Com'era bella...

La pelle liscia e bagnata, i capelli molli, quella leggera trasparenza del top, e la luce che filtrava dalle chiome degli alberi creando un piacevole gioco di ombre sul suo corpo... Sarebbe stato lì a guardarla per ore...

Aveva un qualcosa di speciale che neppure le più belle donne che aveva incontrato possedevano minimamente. La sua era una bellezza semplice, pura, sincera. Ed era proprio questo che la rendeva unica.

Chi l'avrebbe mai detto che la sua piccola Pan sarebbe sbocciata in un fiore così bello?

Pan lo guardava a sua volta, ammirando ancora la bella visione che aveva davanti. Per un attimo, i loro sguardi si incontrarono...

"Perchè non andiamo ad asciugarci al sole?" chiese Trunks per rompere il ghiaccio.

"Ok!" rispose Pan, dopo aver recuperato le parole.

Uscirono dall'acqua e si distesero sul prato lì vicino, l'uno di fianco all'altra. Il sole riscaldava piacevolmente i loro corpi, e tutt'intorno le cicale cantavano allegramente.

"Era tanto che non passavo una giornata così, sai?" disse Trunks ad occhi chiusi e con le mani dietro la testa. 

Quel pomeriggio, insieme a Pan, aveva riscoperto il piacere delle piccole cose, quelle che ti fanno sentire bene dentro. Gli scherzi tra amici, le risate sincere, il poter fare ciò che ci si sente senza essere soggetti al giudizio di nessuno...

"Sono felice di sentirtelo dire, perchè per me è lo stesso..." rispose Pan, sorridendo. "Sai, oggi mi è sembrato di essere di nuovo ai tempi della nostra avventura nello spazio...".

"Già, hai proprio ragione, anche a me ha fatto lo stesso effetto!" esclamò Trunks.

"E pensare che quella volta volevi riportarmi indietro per riprendere lo zio Goten..." riprese Pan, facendo finta di guardarlo male.

"Lo dicevo solo perchè non volevo che ti succedesse niente...".

"Guarda che sapevo difendermi benissimo anche da sola, lo sai?".

"Certo che lo so. E anche allora non ci misi molto a capire che eri proprio in gamba!".

"Allora...non mi consideravi solo un mocciosa?".

"Non l'ho mai pensato questo, Pan" disse seriamente, con lo sguardo fisso al cielo.

La ragazza sorrise, ripensando ai bei momenti passati nello spazio, quattro anni prima.

"Sai Trunks, mi manca molto nonno Goku..." disse poi malinconicamente.

Trunks si girò verso di lei, guardandola con tenerezza. Nonostante il suo carattere forte e determinato, nonostante certe volte tentasse di fare la dura, sapeva che in fondo Pan era una ragazza molto sensibile e riflessiva.

"Sentiamo tutti la sua mancanza. So che gli eri molto affezionata".

"Mi ha lasciata di nuovo, capisci?".

"Però ci sono tante altre persone che ti vogliono bene, Pan... i tuoi genitori, tua nonna Chichi, tuo nonno Satan, Goten...e io".

Pan lo guardò, sorridendogli dolcemente. In quel momento, avrebbe voluto solo abbracciarlo e stringerlo forte... 

Il sole stava tramontando all'orizzonte e gli ultimi, caldi raggi illuminavano i bei lineamenti del Sayan con una luce dorata. 

Lui le voleva bene, Pan l'aveva sempre saputo, e anche lei gliene voleva tanto... Sentiva che non poteva fare più a meno di lui, ormai...

"Trunks" disse Pan seria, alzandosi a sedere sul prato. "Promettimi che tu non mi abbandonerai mai".

Trunks si alzò anche lui, guardandola dolcemente. Nei suoi occhi era così evidente l'affetto che provava per lui, ed il suo bisogno di sentirlo vicino... Quegli occhi neri, così profondi e ora come mai così lucidi...

Le accarezzò i capelli, piano, e poi le guance, lentamente e con delicatezza. Lei lo guardava, assaporando tutto il calore che le trasmetteva. Era così bella quella sensazione di protezione, di sicurezza che provava in quel momento, quel senso di benessere che la avvolgeva mentre si immergeva in quegli occhi azzurri...

"Io non ti abbandono, Pan. Io ci sarò sempre per te".

Pan gli sorrise, accarezzandogli il volto a sua volta. Con un gesto istintivo, si avvicinò a lui e lo baciò, appoggiando delicatamente le labbra sulle sue. Si riallontanò leggermente, guardandolo negli occhi ancora una volta. Le loro bocche si riavvicinarono di nuovo, unendosi in piccoli, delicati baci. 

Poi, a poco a poco, le loro labbra cominciarono a socchiudersi...

Successe molto più velocemente di quanto poterono rendersene conto. In pochi secondi si stavano già baciando con trasporto, le braccia dell'uno che stringevano il corpo dell'altra, le loro menti che sembravano essersi trasferite in un mondo dove esistevano solo loro due...

"Ma che sto facendo?" pensò Trunks appena si rese conto di ciò che stava succedendo.

Si staccò velocemente da lei. Pan fece per riportarlo nuovamente a se, ma lui la bloccò.

"Pan...credo che sia meglio fermarci".

Pan lo guardò, i suoi occhi velati da una leggera ansia.

"Perchè?".

Trunks le sorrise, accarezzandole il volto.

"Io ti voglio bene, Pan... Siamo stati bene oggi... Ma non lasciamoci trasportare da cose di cui possiamo pentirci, eh?".

Pan non capiva. Che significavano quelle parole? Che Trunks non la voleva come lei voleva lui? Che il bacio che si erano scambiati non era stato niente per lui? Eppure...avrebbe detto il contrario...

"Scusami, Pan..." continuò. "Non so se è giusto quello che è successo. Cerca di capire...".

Pan non riuscì a trattenere una lacrima, che le attraversò il volto e che Trunks asciugò con le dita.

"Non fare così, ti prego...".

Ma Pan scoppiò in un pianto che non riusciva più a trattenere, e si gettò tra le braccia dell'uomo, che la strinse forte a se. Trunks chiuse gli occhi, mentre le accarezzava dolcemente i capelli. Rimasero così per un pò, finchè la ragazza non si calmò.

"Adesso devo andare..." riprese Trunks. "Anche tu dovresti rientrare in casa, o i tuoi staranno in pensiero".

Pan alzò lo sguardo verso di lui, incapace di dire niente, con il viso ancora percorso dalle striscie di quelle lacrime amare.

"Ci sentiamo...Ciao Pan" disse alla fine Trunks, salutandola con un bacio sulla fronte, prima di volarsene via.

 

"Ah, Pan, finalmente! Cominciavamo a stare in pensiero!" esclamò Videl vedendo Pan rientrare in casa.

"Scusa, mamma, non avevo visto l'ora..." rispose la ragazza, senza guardare negli occhi la madre.

"Eri ad allenarti con Trunks, vero?".

"Sì...".

"E come è andata? Vi siete divertiti?".

"Sì, abbastanza..." rispose senza troppo entusiasmo, prima di salire di corsa in camera sua.

"Ma cos'ha?" chiese Videl a Gohan, impegnato nella lettura di grossi volumi.

"Non ne ho idea, tesoro... Forse non si è divertita..." rispose lui, non dando troppa importanza alla faccenda.

Ma Videl conosceva sua figlia troppo bene. Era decisamente strana, doveva per forza essere successo qualcosa. Solo quella mattina era così entusiasta all'idea di passare la giornata con Trunks... Si sarebbe aspettata che, non appena rientrata in casa, avrebbe immediatamente raccontato a lei e a Gohan tutto quello che avevano fatto, com'era sempre stato nel suo carattere. E invece, era scappata di corsa, come se volesse nascondere qualcosa che la turbava profondamente...

 

Pan si gettò sul letto di camera sua. Strinse il cuscino, forte, e strinse i denti, mentre le lacrime le scorrevano giù dagli occhi. Le emozioni che la invadevano in quel momento erano troppe da trattenere...

Quello che era successo...era stato forse un sogno? Forse quel sogno che, in cuor suo, aveva in qualche modo immaginato da molto tempo?

No, non era stato solo un sogno... I brividi che aveva sentito lungo la schiena erano proprio veri, e le sembrava ancora di sentire il suo contatto delicato, il suo respiro caldo, le sue labbra sulle sue e le sue mani che la accarezzavano dolcemente...e poi, all'improvviso...il suo distacco, la sua fuga...il suo rifiuto?

Perchè se ne era andato così? Era tutto così bello... Era sicura che anche lui desiderava la stessa cosa, lo aveva percepito chiaramente... E come mai aveva detto che tutto ciò era sbagliato? Perchè, se è quello che si vuole entrambi? Perchè??

Pan pianse, e pianse ancora, forse per tutta la notte, senza liberarsi da quei due maledetti occhi azzurri che le perseguitavano la mente.

 

La mattina dopo, Trunks andò a lavoro, sebbene i suoi pensieri vagassero altrove più del solito. Aveva tentato di non pensarci, di non pensare a cosa aveva fatto la sera prima. Ma era stato inutile. 

Aveva baciato Pan, quasi non ci credeva. Non credeva che sarebbe stato così stupido da lasciarsi prendere dal momento e da baciare proprio Pan, una ragazza di diciotto anni per la quale aveva sempre nutrito un semplice sentimento di affetto e di amicizia. Un sentimento che, dopo quella sera, probabilmente sarebbe stato rovinato per sempre. Niente poteva più tornare come prima, a questo punto. Era un uomo maturo, come aveva fatto ad avere simili debolezze? 

Forse avrebbe voluto che fosse stato solo un sogno...o forse no... Quello di cui era certo, è che non aveva mai provato niente di simile per un semplice bacio.

"Signor Presidente? Si sente bene?" chiese la segretaria entrando nel suo officio, vedendo Trunks alquanto pensieroso.

"Ah, certo, non si preoccupi, signorina" rispose Trunks, come appena svegliato da un sogno.

"Ecco, le ho portato questi fogli da firmare".

Trunks avrebbe voluto potersi concentrare sul lavoro, almeno così non avrebbe più pensato al giorno prima. Ma come poteva tenersi questo peso addosso? Come poteva rimuovere tutto e fare finta che non fosse mai successo niente? 

E Pan? Chissà cosa provava...

 

"Mamma, papà, io esco" esclamò Pan scendendo le scale.

Aveva passato la giornata chiusa in camera sua, a rimuginare sugli eventi della sera precedente. Ma non aveva trovato pace, non ce la faceva a continuare così.

Videl la guardò un pò dubbiosa.

"Ascolta un pò, signorina, è da ieri sera che non ci rivolgi parola e te ne stai rintanata nella tua stanza... Sappiamo benissimo che non è da te, eppure io e tuo padre ti abbiamo lasciato stare... Adesso però vuoi dirci che cosa c'è?".

Pan rimase qualche momento in silenzio, con gli occhi bassi. Non aveva voglia di parlarne con i suoi genitori. Quella era una cosa che riguardava solo lei. E Trunks...

"Niente...".

"Non mi convinci, Pan. Io sono tua madre e capisco quando c'è qualcosa che non va".

"Mamma...ti prego, non insistere".

Videl si arrese. Sua figlia era grande, ormai, e sapeva che era perfettamente in grado di gestire la sua vita da sola.

"Ok, come vuoi. Vuoi almeno dirci dove stai andando?".

"Vado alla Capsule Corporation" disse la ragazza mentre sgattaiolava fuori dalla porta e volava via in cielo.

"Alla Capsule Corporation?" chiese Gohan sorpreso. "E che va a fare alla Capsule Corporation?".

"Non ne ho idea..." rispose Videl pensierosa. "Ma credo che vada a parlare con Trunks...".

"Trunks? Ma non si sono visti ieri? Cos'ha da dirgli di così urgente?"

Videl rimase silenziosa, senza rispondergli. Aveva uno strano presentimento...

 

"Ho detto che devo vedere Trunks!".

"Mi dispiace, signorina, ma il Presidente ha detto che non vuole essere disturbato!" ripetè l'impiegato, tentando di bloccare Pan.

"Non mi importa, io devo vederlo!" esclamò la ragazza dando una spinta all'uomo e facendolo cadere a terra.

"Fermati, piccola teppista!" urlò rialzandosi, cercando di seguire Pan che correva come una pazza per i corridoi dell'azienda, seminando il panico tra i dipendenti.

Pan salì sull'ascensore e corse verso l'ufficio di Trunks, aprendo frettolosamente la porta prima che il suo inseguitore rompiscatole potesse raggiungerla.

Trunks, seduto alla sua scrivania, alzò rapidamente gli occhi.

"Pan!" esclamò sorpreso, appena la vide entrare.

"Trunks...io...".

Dietro di lei arrivò anche l'impiegato, a corto di fiato.

"Mi scusi, Presidente, avevo avvertito la ragazza, ma lei...".

"Non si preoccupi, è tutto a posto. Può andare".

Dopo che l'uomo se ne fu andato, Trunks si voltò verso Pan, che aveva lo sguardo basso e leggermente imbarazzato.

"Beh, come mai sei venuta qui, Pan?" chiese, con falsa indifferenza, sebbene sapesse benissimo il motivo. Se l'aspettava, d'altronde.

"E me lo chiedi anche?" disse lei seriamente.

Trunks si alzò dalla scrivania, avvicinandosi piano verso di lei.

"Pan... Io non voglio farti del male, cerca di capire..." le spiegò, appoggiandole le mani sulle spalle.

"Ma che cosa dici?" gridò lei, scansandosi dal suo contatto e alzando lo sguardo verso di lui. "Non ti rendi conto che è così che mi stai facendo del male?".

Trunks la guardò. I suoi occhi erano lucidi e tristi. Stava soffrendo veramente, era evidente. E per cosa, poi? Per qualcosa che faceva star male anche lui alla stessa maniera. Qualcosa che però... era impossibile tra loro...

"Pan... Ti prego, facciamo finta che sia tutto come prima...".

"Ma non capisci? Niente sarà più come prima, tra noi! A questo punto non è più possibile!".

"E invece dobbiamo dimenticarci di quello che è successo ieri... E' stato solo uno stupido errore...".

"Un errore?" gridò lei bruscamente. "Secondo te è stato un errore? Beh, per me no, se lo vuoi sapere... Per me è stato il momento più bello di tutta la mia vita".

Trunks rimase in silenzio a guardarla, mentre lei continuava a fissarlo, come fosse fermamente convinta di quello che stava dicendo, senza averne paura o vergogna. Era stupito di come fosse evidente la sua sincerità.

Perchè invece lui non voleva riconoscere neanche a se stesso quello che provava? Perchè gli sembrava così complicata una cosa che invece era così naturale? 

Ma ad un certo punto, si rese conto che le parole non servivano a niente. Si rese conto che tutte le sue risposte erano lì, davanti a lui, in quei due occhi scuri così profondi, così sinceri.

Le sollevò delicatamente il mento, le asciugò le lacrime e la baciò teneramente. Pan lo abbracciò, stretto, e un sorriso illuminò il suo volto affondato nel petto di Trunks.

 

Era tardi, ormai, e la Capsule Corporation stava per chiudere. Trunks lasciò l'ufficio, con Pan al suo fianco. Entrambi sorridevano e si guardavano con complicità. Avrebbero potuto volare via dalla finestra indisturbati, e invece no: adesso Trunks non aveva più paura a mostrarsi con una donna. Perchè quella donna era Pan.

Tutti i dipendenti li guardarono sorpresi, chiedendosi chi fosse la misteriosa amica del Presidente. Soprattutto le impiegate, che spettegolavano fissando i due a bocca aperta.

"Ma chi è quella ragazza?".

"Non ne ho idea...forse sua sorella? O sua nipote?".

"Non credo, mi risulta che il presidente abbia una sola sorella e nessuna nipote...".

"Eh già... In effetti non sembra affatto che la guardi nel modo in cui si guarda una sorella, una cugina, o una nipote...". 

"Eh sì, puoi dirlo forte...!"

 

Ormai erano fuori dall'edificio, lontani da quegli sguardi inquisitori e dai pettegolezzi delle segretarie. Si baciarono di nuovo, alla luce argentea della luna.

"Questa volta non te ne andrai, vero?" chiese Pan stringendolo forte.

"Guarda che sono io che non ti lascerò andare tanto facilmente..." sussurrò Trunks sensualmente, baciandole delicatamente il collo.

Pan sentì un intenso brivido lungo la schiena, e chiuse gli occhi per assaporarlo. Non era la prima volta che Trunks le regalava questo genere di emozioni, ultimamente.

Gli circondò le braccia intorno al collo, passandogli le mani tra i capelli mentre le loro labbra si univano ancora.

"Trunks..." sussurrò piano. "Io ti voglio...".

Trunks la guardò intensamente. Percepì subito che lei lo desiderava quanto lui desiderava lei. La desiderava come non aveva mai desiderato nessuna. 

Volarono insieme verso casa Brief, entrando direttamente dalla finestra della camera di Trunks. C'era un gran silenzio intorno, evidentemente erano già tutti a letto.

I due si baciarono di nuovo, sempre con più passione. Mentre si sedevano sul letto, Trunks la baciò di nuovo sul collo, mentre lei, ad occhi chiusi, portava la testa all'indietro, assaporando quegli istanti di intensa passione.

Pan iniziò a sbottonare la camicia di Trunks, mentre continuavano a baciarsi. Lui le sfilò piano la maglietta, e con delicatezza prese ad accarezzarla. 

Pan si distese sul letto, mentre lui le toglieva piano i pantaloni, accomodandosi poi accanto a lei.

Dopo altri intensi baci, Trunks le sganciò il reggiseno, ammirando per un attimo quella piacevole visione davanti ai suoi occhi, e poi riprendendo a baciarla e ad accarezzandola, in quel modo che la faceva letteralmente impazzire.

A Pan sembrò di essere in paradiso: le mani di un uomo le stavano percorrendo tutto il corpo... Due mani grandi ed esperte, che sapevano esattamente dove e come muoversi... Ma soprattutto, erano le mani dell'uomo che amava, disperatamente e inconsapevolmente, da una vita intera...

Anche per Trunks era giunto quel momento che, inconsciamente, stava aspettando da troppo tempo. Le aveva sempre voluto bene, ma adesso finalmente poteva amarla, amarla nel modo in cui un uomo ama una donna...

Dalle labbra, i baci di lui passarono al collo, poi al seno, e poi giù alla pancia, sempre più giù...

Trunks si fermò, alzando gli occhi verso di lei, e guardandola con dolcezza. Era riuscito per un attimo a frenare l'istinto della passione, particolarmente intenso nella sua natura di Sayan e così difficile da controllare. Ma non avrebbe mai approfittato di lei, voleva essere sicuro che lei fosse veramente pronta .

"Pan... Sei sicura di voler andare avanti?" chiese.

Pan lo fissò per alcuni secondi. Sarebbe stata la sua prima volta, quella, ma l'idea che fosse proprio Trunks a guidarla in quella nuova esperienza, le portò via tutte le paure. Si fidava di lui, e in cuor suo, forse, aveva sempre sperato di poter conservare questo momento con l'unico uomo a cui si sarebbe mai concessa.

"Non sono mai stata così sicura" rispose alla fine, sorridendo, mentre Trunks le accarezzava dolcemente le guance e rispondeva al suo sorriso.

"Non preoccuparti, piccola, andrà tutto bene...".

Questa volta, la parola piccola non la offese, anzi, le trasmise ancora di più quel senso di protezione e di sicurezza che provava con lui.

Trunks le tolse le mutandine e, dopo ancora nuovi baci e carezze, le si mise sopra...

Le baciò la fronte mentre entrava piano dentro di lei, cercando di confortarla per il lieve dolore che trasmettevano i suoi occhi chiusi e i denti stretti... Anche lei era una Sayan, poteva resistere a molto peggio, ma sapeva che quel momento speciale coinvolge ogni donna allo stesso modo, indipendentemente dalla razza.

Spinse piano, con delicatezza e pazienza, finchè l'espressione della ragazza suggerì le sensazioni di piacere che cominciava a provare...

Trunks era dentro di lei. Erano una cosa sola, ora. Stavano unendo i loro corpi e le loro anime, che per troppo tempo si erano cercate invano, senza accorgersi che erano più vicine di quanto potessero immaginare...

Pan non aveva mai provato un tale piacere fisico e mentale... Trunks la baciava, e la accarezzava, e continuava a spingere sempre più veloce...

La loro comune natura Sayan permise alla passione di crescere più intensamente e rapidamente del normale... Alla fine i due arrivarono insieme al culmine del piacere, mentre Trunks raggiungeva lo stadio di SuperSayan e un'intensa luce avvolgeva i loro corpi, emanando una forte energia.

 

In quello stesso momento Vegeta, in camera sua, si svegliò di colpo, balzando di scatto seduto sul letto. Aveva gli occhi sgranati e sconvolti.

"Vegeta, cos'è successo?" chiese Bulma tra il sonno, accortasi del sobbalzo dell'uomo. "Hai fatto un brutto sogno?".

Vegeta rimase in silenzio per alcuni secondi, il suo sguardo confuso e perso nel vuoto.

"Sì...probabilmente è così..." rispose lentamente, non troppo convinto.

"Su, tesoro, rimettiti a dormire ora, è tardi...".

"Vegeta si stese di nuovo sul letto, ma il sonno ormai l'aveva abbandonato...

 

Pan e Trunks erano teneramente abbracciati, con il sorriso sulle labbra.

Avevano fatto l'amore...loro due...

Trunks l'aveva fatta diventare donna, solo lui l'aveva avuta e solo di lui Pan voleva essere. Per sempre...

Quella notte lui aveva provato qualcosa che non aveva mai sentito con nessun' altra donna. L'intensità di quell'unione era andata oltre al semplice sesso. Quello era amore. Un amore completamente diverso da quello che concepiva prima di provarlo con Pan. L'amore vero.

 

La luce chiara della mattina penetrò attraverso le tende della finestra, illuminando e riscaldando i volti abbracciati dei due amanti. Trunks aprì gli occhi. Nel suo letto, accanto a lui, c'era la ragazza che conosceva da una vita e che ora, dopo quella notte, era diventata la sua donna: Pan...

Le accarezzò le guance ed i capelli, osservando quant'era bella e dolce mentre dormiva. Lei aprì piano gli occhi, abituandosi gradualmente alla luce e alla bella immagine dell'uomo che aveva davanti.

"Buongiorno!" esclamò Trunks sorridendo affettuosamente.

"Ma allora...non è stato solo un sogno..." rispose Pan sollevata, stringendosi a lui.

"Proprio così!" confermò lui baciandola. "Perchè se fosse stato solo un sogno, vuol dire che stavamo sognando la stessa cosa".

"Non mi sembra quasi vero, lo sai Trunks?".

"E invece è successo...chi l'avrebbe detto!".

"Già... Però io devo ammettere che ci avevo sempre sperato..." disse Pan timidamente, abbassando gli occhi.

"Dici davvero?" chiese lui, tentando di rincontrare il suo sguardo.

"Sì... Io volevo solo te".

Ancora una volta, il suo cuore era completamente aperto a lui. I suoi pensieri, le sue emozioni, i suoi sentimenti, erano come un libro aperto per Trunks. Anche senza parole, poteva capire perfettamente quello che provava.

"Sai Pan, anche io ho sempre sentito per te qualcosa di speciale, che andava oltre il semplice affetto... Ma pensavo fosse sbagliato perchè tu sei molto più giovane di me e perchè non volevo rovinare la nostra amicizia...".

Trunks parlava, guardandola negli occhi. Anche il suo cuore adesso si apriva completamente a lei. 

"Adesso però, non ho più dubbi su niente, so esattamente quello che voglio".

Pan sorrise e lo baciò.

"Pan...Ti amo".

Pan lo fissò per qualche secondo, per rendersi conto se le  parole che aveva appena sentito erano vere o solo frutto della sua immaginazione.

"Questa è la prima volta che lo dico ad una donna. Capisci cosa vuol dire, vero?".

Pan annuì, commossa e felice.

"Sì, credo di capirlo... E se quelle parole significano quello che penso io, allora... Anche io ti amo, Trunks".

I due Sayan si baciarono di nuovo, intensamente.

Non sentirono i passi di Bra che stava salendo le scale e si dirigeva verso la camera di Trunks.

"Trunks! Ha detto la mamma di scendere giù, la colazione è già pron...".

Bra si fermò improvvisamente, appena aprì la porta e vide i due abbracciati, nudi, tra le lenzuola del letto di Trunks. Li osservò un attimo a bocca ed occhi spalancati, al culmine dello stupore, mentre Trunks e Pan arrossirono all'istante per l'estremo imbarazzo, incapaci di pronunciare parola. Alla fine, Bra scoppiò in una forte risata, mentre i due, ancora più imbarazzati, la guardavano terrorizzati.

"No, non è possibile, non ci credo!!" esclamò tra le risa, mentre si voltava e correva giù per le scale.

Trunks e Pan si guardarono. Che guaio...

 

Bra arrivò in cucina, ancora ridendo.

"Allora, Bra, hai chiamato tuo fratello? chiese Bulma, mentre serviva la colazione a Vegeta.

"Sì, mamma, l'ho chiamato, ma vedi...c'era una donna con lui..." rispose la ragazza maliziosamente, mentre Vegeta addentava nervosamente il suo toast.

"Oh...in questo caso sarà meglio non disturbarlo..." disse Bulma lievemente imbarazzata.

"Comunque, se lo volete sapere, non è una donna qualsiasi..." continuò Bra, ansiosa di svelare il suo nuovo scoop.

"E perchè tesoro? La conosciamo forse?".

"Oh, sì, la conoscete molto bene...".

"Lo sapevo!" esclamò Vegeta prepotentemente. "I miei sospetti erano giusti...".

"Che vuoi dire, caro?" chiese Bulma, sorpresa per il suo improvviso intervento.

"Ti ricordi quando stanotte mi sono svegliato di colpo?".

"Sì, sì, mi ricordo... E allora?".

"Mi sono svegliato perchè ho sentito un'aura molto forte... l'aura che si sprigiona quando due Sayan si uniscono".

"Ma Vegeta, non capisco... Cosa significa?".

"Andiamo, Bulma! Possibile che non ti venga in mente con chi possa aver passato la notte Trunks??".

"Ecco...non saprei...".

"Quante donne Sayan conosci apparte nostra figlia, eh?".

Bulma ci pensò un secondo, poi scosse la testa, ridendo nervosamente.

"No, non mi direte che state parlando di...".

"Buongiorno a tutti".

Dalla porta di cucina erano appena entrati Trunks e Pan, cercando di nascondere il grande imbarazzo. 

Pan avrebbe potuto scappare dalla finestra, ma ormai quello che era successo era stato scoperto, e non aveva senso nascondersi. Tanto valeva scendere giù a salutarli, non voleva passare da codarda...

Vegeta, Bulma e Bra li fissavano inquisitoriamente, con sguardi che andavano dalla rabbia, allo stupore, al divertimento, rispettivamente.

Pan non aveva il coraggio di alzare lo sguardo. Come poteva guardare di nuovo negli occhi Bulma e Vegeta?

"Oh... Salve, Pan..." balbettò Bulma, cercando di rompere il silenzio gelido che si era creato nella stanza. "Hai fame? Vuoi fare colazione con noi?" chiese, nonostante la situazione alquanto imbarazzante.

"Sicuramente saranno molto affamati tutti e due, mamma!" rise Bra, non riuscendo a trattenere la battuta.

Bulma fece finta di non sentire, mentre Pan e Trunks, rossi per la vergogna, lanciarono a Bra un'occhiataccia assassina.

"No, grazie Bulma, ma devo tornare a casa, ora... I miei staranno già in pensiero...".

"Cosa? Non dirmi che non hai avvertito i tuoi che...sei rimasta qui...".

In quel momento squillò il telefono. Bulma uscì dalla cucina ed andò nel salone per rispondere.

"Bulma? Sono Gohan! Dimmi che Pan è lì, ti prego!".

"Ah... Gohan! Sì, Pan è qui, non preoccuparti...".

"Oh, grazie al cielo! Ieri ci aveva detto che sarebbe andata alla Capsule Corporation, ma non potevamo immaginare che sarebbe rimasta a dormire da Bra".

"Come...?" chiese Bulma, in parte estremamente sollevata dal fatto che, così, non avrebbe dovuto dargli tante spiegazioni. "Ah... Mi dispiace che siate stati in pensiero... Comunque ti passo subito tua figlia...".

Bulma tornò in cucina a chiamare la ragazza.

"Pan, c'è tuo padre al telefono. Parlaci te, è meglio...".

Pan uscì dalla cucina, accompagnata da Bulma.

Trunks si sedette al tavolo, davanti a Vegeta, con lo sguardo basso e imbarazzato.

"E così ti sei fatto quella ragazzina, eh?" chiese Vegeta con tono maligno.

"Papà! non parlare così, ti prego!".

"Con tutte le donne che potresti avere, ti dovevi portare a letto proprio la nipotina di Kakarot?".

"Adesso basta, papà! Non voglio assolutamente sentire questi discorsi!" replicò Trunks adirato, balzando su dalla sedia.

Bulma tornò nella stanza.

"Pan è al telefono con Gohan, non so quello che ha intenzione di dirgli. Lui crede che sia rimasta a dormire da Bra, ma questa storia non può reggere a lungo...".

"Mi dispiace, ma io non voglio essere messa in mezzo!" esclamò Bra.

"Già, nemmeno io me la sento di raccontare frottole a Gohan e Videl. Anche perchè presto verrebbero comunque a saperlo" continuò Bulma guardando il figlio pensieroso. "Beh? Che hai intenzione di fare ora? Sei abbastanza adulto da prenderti la responsabilità delle tue azioni".

"Lo so, mamma. E non ho intenzione di fare finta che non sia successo niente" rispose Trunks con decisione.

"E allora come pensi di comportarti con Gohan? Lui ti stima molto, lo sai. Ti ha sempre considerato come un fratello...".

"Ma ora non credo che sarà molto contento per quello che hai fatto alla sua bambina..." aggiunse Vegeta. "E non ti conviene affrontare Gohan quando si arrabbia... Sai, ha una forza impressionante, te lo posso garantire!".

"Ma io non ho fatto niente a Pan che non volesse anche lei!" esclamò Trunks con rabbia. "Mi sono solo innamorato di lei...".

Bra e Bulma fecero occhi dolci, intenerite e commosse dalle parole di Trunks, mentre Vegeta rimase in silenzio, incapace, a questo punto, di trovare parole per replicare.

In quel momento Pan tornò in cucina. La sua espressione era preoccupata e ansiosa.

"Non ho ancora detto niente a mio padre... Non me la sentivo di affrontare i miei genitori da sola... Gli ho detto di venire qui, così gli avrei spiegato tutto".

"Ah, hai fatto bene, cara... " disse Bulma, lanciando un'occhiataccia a Vegeta per evitare una delle sue uscite maleducate.

"O-oh, prevedo aria di tempesta, tra poco!" esclamò Bra con gli occhi al cielo.

 

Presto Gohan e Videl arrivarono a casa Brief.

"Oh, ciao Gohan, ciao Videl!" esclamò Bulma aprendo la porta e cercando di nascondere l'imbarazzo.

"Ciao, Bulma. Dov'è Pan?" chiese Gohan, guardandosi intorno.

"E' qua, in sala... Venite" rispose Bulma facendo strada ai due.

In sala, sulle poltrone intorno ad un tavolino, c'erano Vegeta, Bra, e Pan e Trunks seduti molto vicini.

"Pan, allora, vuoi spiegarci come ti è saltato in mente di passare la notte qui senza avvisarci?" chiese Gohan alla figlia.

"Ehm, Gohan, Videl, forse è meglio che vi sediate... Ecco, accomodatevi qui" disse Bulma, immaginando che la verità sarebbe stata per loro alquanto sconvolgente.

"Ecco, papà...non era previsto...".

"Ok, ma al telefono mi hai detto che non sei rimasta per dormire da Bra, e allora perchè mai...".

Gohan si interruppe all'improvviso. Notò che Pan stringeva la mano di Trunks, e l'altro braccio di lui le circondava la vita.

Rimase in silenzio per alcuni secondi, cercando di focalizzare bene l'immagine. Anche Videl ne ne accorse, e guardò il marito come per dirgli che lei l'aveva già capito. Una mamma capisce sempre certe cose.

Bulma si mise una mano sulla fronte, disperata, mentre Vegeta guardava la scena con un sorrisetto cinico. Pan e Trunks se ne stavano con lo sguardo basso, in silenzio, aspettando che ci fosse una reazione, una qualsiasi.

"Trunks..." riuscì alla fine a dire Gohan. "Voi due...avete...".

Trunks alzò lo sguardo verso di lui.

"Sì, Gohan. E' successo".

Gohan si fece cadere sulla spalliera della poltrona. Guardò Pan. La sua bambina era una donna, ora. Una donna dagli occhi innamorati che stringeva dolcemente la mano del suo amore. Scosse la testa, lentamente. Non riusciva a rendersene conto.

Videl gli accarezzò la spalla, dolcemente. Lei, al contrario del marito, se l'aspettava. Sapeva da sempre che, prima o poi, sarebbe successo qualcosa tra quei due. Era destino.

"Papà..." disse Pan. "Dimmi qualcosa, ti prego...".

"Cosa devo dirti, Pan... Non ho proprio parole".

La sua voce non esprimeva rabbia, nè disapprovazione. Solo una grande sorpresa.

"Non preoccuparti, Gohan" disse Vegeta. "Non sei il solo ad essere rimasto sconvolto".

Bulma lo guardò terrorizzata. Adesso ci si metteva anche lui a complicare la situazione...

"Mi sono detto..." continuò. "Ma proprio la nipote di Kakarot?! Beh... In effetti, cosa c'è di meglio per mio figlio che una Sayan bella e forte e con un nonno così ammirevole? E per di più...che riesce a convincere Trunks ad allenarsi in un solo giorno, quando suo padre ci prova inutilmente da mesi!".

Bulma, Bra, Trunks e Pan lo guardarono, sorridendo, quasi non credendo alle loro orecchie. Sembrava così scorbutico e insopportabile, a volte, ma quando voleva sapeva tirar fuori tutto il suo lato buono.

"Quello che ha detto Vegeta è molto bello, non trovi tesoro?" chiese Videl al marito.

"Sì, certo...però...se penso a quanto ho voluto bene a Trunks in tutti questi anni...senza immaginare che un giorno, lui e la mia Pan...".

"Gohan" lo interruppe Videl. "Preferiresti che Pan stesse con un ragazzo qualsiasi di cui non sai niente e a cui non daresti la minima fiducia? E invece per fortuna conosciamo bene Trunks, ci possiamo fidare di lui! Non è vero Trunks?".

Trunks annuì.

"Con me Pan è al sicuro. Io le voglio bene sul serio e l'amerò sempre con tutto il mio cuore" disse, guardando la sua Pan e baciandola dolcemente sulle labbra.

Gohan quasi sussultò nel vedere la scena, ma poi si accorse che si sentiva sorprendentemente sollevato. Aveva affidato sua figlia in buone mani, di questo ne era sicuro. E Trunks sembrava amarla veramente. Se le cose stavano così, neanche la differenza d'età importava più.

Gohan alla fine si lasciò scappare un sorriso.

"E va bene... Non posso fare a meno di essere contento!".

Tutti sorrisero sollevati, anche Vegeta, e Pan corse ad abbracciare il padre, al colmo della felicità.

"Ma ricordati, Trunks! Comportati bene con la mia bambina, altrimenti dovrai vedertela con me!" esclamò Gohan con tono scherzoso.

"No, no, non preoccuparti, non ce ne sarà motivo!" rispose Trunks sorridendo, accogliendo Pan sulle sue ginocchia e baciandola sulla guancia.

"Bene!" gridò Bulma. "A questo punto, credo che sia il caso di festeggiare! Oggi restate a pranzo da noi!".

"Beh, come rifiutare un così caloroso invito dai nostri futuri consuoceri!" rise Gohan.

"Ecco qua, mamma! Ho preso lo spumante per il brindisi!" esclamò Bra, distribuendo i bicchieri.

"Cin cin!!"

 

Intanto, mentre Bulma, Vegeta, Bra, Gohan e Videl stavano festeggiando, sul terrazzo Pan e Trunks si scambiavano teneri baci.

"Hai visto, Pan? E' andato tutto bene!".

"Già, sono così felice...".

La ragazza guardò il cielo.

"Sai, Trunks, credo che anche nonno Goku sarebbe contento di noi due".

"Sono pienamente d'accordo con te... In questo caso avrebbe detto: <>".

Pan rise, baciandolo ancora ed abbracciandolo.

Alzò di nuovo gli occhi al cielo. Una nuvola aveva la forma del volto del nonno. Le stava sorridendo...

 

Fine                                                                                                                                      

  
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