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Autore: Triz    16/03/2014    1 recensioni
Darbula e Babidi vengono sconfitti e il bozzolo contenente Majin Bu è distrutto, ma per questo è stato pagato un prezzo molto alto.
Sedici anni dopo, quando le vite dei nostri eroi sono ritornate alla normalità, una nuova minaccia incombe sulla Terra. Assieme a essa, torneranno vecchie conoscenze e antichi ricordi riaffioreranno.
Spero che possiate apprezzare questa storia. Buona lettura!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Kaiohshin dell'Est, Kibith, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15
Il ricordo di Tamira
Cinque milioni, centotredici mila e centodiciassette anni.
Questo era il tempo trascorso da quando Tamira era stata uccisa e ora lei era di fronte a Kibith, più viva e malvagia che mai.
La stazza del suo avversario non preoccupò Tamira più di tanto. Avrebbe dovuto essere quel Kibith a preoccuparsi della sua pelle, non lei, eppure lui continuava a osservarla tranquillo, finché non disse semplicemente: «Tamira, torna in te».
«Tsk!».
Lei scomparve e si teletrasportò alle spalle di Kibith. L'omone si voltò per darle una gomitata, ma Tamira la evitò chinando la testa e tirò un pugno verso la faccia di Kibith.
«Tamira, riprenditi» disse lui afferrando il pugno e colpendola a sua volta.
«Ancora? Pensa a combattere decentemente prima che ti... che ti...».

Aveva un vestito candido indosso e non faceva che sorridere. Di tutti coloro che erano presenti, Tamira conosceva solo il Dai Kaioshin, che sorrideva loro radioso: «Suvvia, siete marito e moglie ora, non fate i timidi!» aveva detto divertito.
Marito?
Tamira si sentì avvolgere la vita e finì contro il petto di un uomo dal viso squadrato, lo stesso che ora stava cercando di sconfiggere.
Ma Atropo le aveva detto che i Saiyan le avevano ucciso il marito, che significava?


Un pugno in faccia riportò Tamira alla realtà. Lei scosse la testa e alzò le mani verso il cielo, creando una sfera di energia rossa.
«Al diavolo, muori!» esclamò adirata la donna portando le mani davanti a sé. Dalla sfera vennero fuori numerosi raggi luminosi che si diressero tutti verso Kibith. Lui si alzò in volo appena in tempo e due dei raggi esplosero sotto i suoi piedi. Sorvòlò il ring in lungo e in largo, mentre i raggi lo inseguivano tra lo stupore di tutti i terrestri.
Kibith tornò in picchiata e volò veloce verso la moglie, i raggi energetici ancora dietro di lui.
«Furbo da parte tua, farmi uccidere dal mio stesso attacco» mormorò Tamira e con un movimento del braccio distrusse i raggi luminosi: «Purtroppo io non sono così stupida» aggiunse attaccando il marito con una serie di veloci calci e pugni. Kibith non riuscì a evitarli tutti e in breve tempo finì a terra con il naso sanguinante.
«No, Senshi» disse Gohan trattenendo il ragazzo che si era alzato: «Se tu adesso sali sul ring, tu e tuo nonno sarete squalificati e non ce lo possiamo permettere».
Tamira, intanto, si era messa di profilo e portata la mano destra aperta all'altezza del cuore, mentre il palmo della sinistra era rivolta verso l'alto e puntata contro Kibith. Come tutte le altre volte, il disco luminoso che si formò si rimpicciolì e scomparve.
«Non è possibile, lo avevo in pugno, ma perché questo attacco non funziona mai?» gridò Tamira imprecando sonoramente e pestando un piede a terra.
«Te lo dico io perché non funziona!» gridò Kibith teletrasportandosi davanti a lei e afferrandola per le spalle: «Questa tecnica l'abbiamo inventata insieme e la possiamo usare solo in coppia, non te lo ricordi?» aggiunse scrollandola e perdendo la pazienza.

Una decina di individui dalla pelle color latte caddero nella pozza del loro sangue nero senza emettere un grido. La mano destra di Tamira non era davanti al petto, ma sulla spalla di Kibith, mentre la sinistra di lui le teneva la schiena. Le altre mani erano piatte e a un centimetro di distanza l'una dall'altra.
«Tamira, tutto a posto?» le chiese il marito con premura e lei annuì.
Era lui.
«Forza, andiamo ad aiutare gli altri» mormorò ed entrambi corsero via.


«Kibith» sussurrò Tamira poggiando una mano sulla fronte. La testa le faceva un male assurdo, eppure non le impedì di domandarsi dove accidenti fosse finita. Kibith alzò le sopracciglia, poi sorrise radioso.
«Che cavolo sta succedendo?».
«Ti spiego tutto dopo, Tamira, ora dovresti dire che ti arrendi».
«Come?».
«Fallo e basta».
Tamira si voltò verso un uomo a bordo del ring, che cercò di ripararsi alla sua vista, e gridò: «Mi arrendo!».
«Oh, ehm, bene» farfugliò il cronista: «Tamira si arrende, la vittoria dell'incontro va a Kibith».
Tutti i terrestri, dopo il silenzio carico di tensione, esultarono festosi il secondo incontro a favore della terra. Sotto gli occhi sgomenti di Atropo, Kibith scese dal ring tenendo Tamira per la mano destra, da cui era da poco scomparsa la M nera.

Non devi preoccuparti, Atropo mormorò Salaster telepaticamente.
Non devo preoccuparmi? Io mi preoccupo, invece! strillò lei adirata.
Se ti può consolare, ho quasi finito di recuperare le energie disse il demone Quel Super Saiyan mi stava per far scoppiare, ma ora devi chiedere al prossimo giocattolino di fare un piccolo sforzo in più.
Atropo sorrise mentre il cronista annunciava i prossimi contendenti: «Kaioshin dell'Est contro Senshi».



Note dell'Autrice
Ce l'ho fatta!
Sono riuscita a completare questo capitolo prima di quanto pensassi, gioite!
Ok, no!
Dunque, un applauso a Kibith che ha liberato la sua signora, ma all'orizzonte si prefigura un nuovo incontro. Come andrà? Premetto solo che Kaioshin sarà un po'... bastardo e cattivo, ecco!
Alla prossima,
Triz

P.S. Si ringraziano Nede per il banner e SAA89 per aver recensito tutti i capitoli della storia.
  
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