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Autore: sunflowers_in_summer    16/03/2014    1 recensioni
Joe ama Blanda.
La ama davvero, non come suo fratello Nick "ama" ragazze a caso per un giorno o due. La ama perché sono più simili di quanto si pensi. La ama per i suoi capelli color del grano e perché ride sempre alle sue battute.
Ma cosa succederebbe se il giorno del loro matrimonio Joe incontrasse la "sua" Demi, che ormai non è più tanto "sua"? Cosa succederebbe se volesse salvarla da una situazione tutt'altro che bella, anche a costo di perderla per sempre?
E se oltre a lei Joe perdesse anche metà della propria famiglia? Una storia su un vecchio amore mai dimenticato, una storia che coinvolge una famiglia intera e cambia per sempre le vite di Joe, Kevin, Nick e Demi.
E chi l'avrebbe mai detto?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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MISSION IMPOSSIBLE.

Non mi sbagliavo a pensare di essere il Jonas povero, o almeno è Kevin ad essere smisuratamente ricco, data la sua villa megalattica nel quartiere più ricco.
Nick, senza esitazioni, suona al campanello (il custode ci ha aperto il cancello riconoscendoci) e una donnina bassa e paffuta ci tira dentro urlando di gioia.
-I signori Jonas! Il signor Joe e il signor Nick! Guarda, Antonio, i signori Jonas!
Antonio, evidentemente il maggiordomo, ci rivolge uno sguardo annoiato e torna a lucidare il pomello della porta con l'aria di uno che sta facendo il lavoro più importante del mondo.
-Su, su, non facciamo aspettare i signori in questo umile ingresso!- esclama la donnina trascinandosi in quello che dovrebbe essere il salotto.
Se definire l'ingresso "umile" è un eufemismo, pensare che lo sia la stanza in cui ci troviamo sarebbe una presa in giro bella e buona.
La donnina ci spinge sui divanetti bianchi in pelle e si siede davanti a noi su una sedia.
-Io sono Sarah, la domestica- dice la donnina gesticolando ampiamente -I signori Jonas vogliono una tazza di tè?
-No, grazie- rispondo prontamente.
-Un caffè?
-Sul serio, signora...
-Una fetta di torta?
-La prego, signora, siamo apposto!- esclama Nick agitando le mani davanti a se, esasperato.
-Va bene, signori Jonas- risponde la signora Sarah con un sorriso gentile.
-Scusi, signora, ma come fa a sapere che siamo i signori Jonas?- chiede Nick alzando una mano.
-Già, non penso che Kevin parli di noi tutti i giorni- sussurro sospettoso.
La donnina ride di gusto, poi spiega:-Mia figlia era una fan dei signori Jonas! E il signor Kevin tiene una foto dei Jonas Brothers in comodino.
-Dice sul serio?- chiede Nick speranzoso.
-Sono serissima, signor Nick Jonas. Proprio tra la foto del signorino Kevin e quella della signora Danielle! Povera signora Danielle! Povera, povera ragazza!- esclama la domestica giungendo le mani e alzando gli occhi al soffitto -E povero signorino Kevin, cresce senza madre e senza un padre!
-Cosa intende, esattamente?- chiedo con curiosità.
-Il signor Kevin Jonas, il padrone di casa, non è mai a casa. Viene solo per dormire e a volte non torna proprio a casa per dormire in ufficio!
-Ma perché?- chiedo un tantino esasperato.
-Questo non lo so! Però tutti i domestici e i camerieri e i giardinieri sono certi di una cosa: il padrone di questa casa è ancora tanto addolorato dalla morte della moglie. Vi dico anche un'altra cosa- dice la signora Sarah avvicinandosi ancora di più a noi -il signorino Kevin non può mai festeggiare il proprio compleanno altrimenti il signor Kevin Jonas si arrabbia moltissimo! Ogni anno, il 25 giugno, il giorno del compleanno del piccolo Kevin, si chiude in camera da letto e ne esce il giorno dopo.
-C'era da aspettarselo- sussurro abbandonandomi sul divanetto.
-Il signorino Kevin è un bambino tanto fortunato ma anche tanto sfortunato- dichiara la donnina.
Non passano che pochi secondi prima che un bimbetto sfrecci in braccio alla domestica.
-Saraaaah si è rotto il giocattolo nuovo!- piagnucola il bambino mostrando un orsacchiotto decapitato. Dallo sguardo furbo e gli occhi color cioccolato, direi che lui è il piccolo Kev.
Però, vivace, il nipotino.
-Oh, povero il piccolo Kevin!- esclama la domestica dimenando le mani al cielo in modo così realistico che non riesco proprio a capire se stia fingendo per compiacere il bambino o se quello sia il suo modo di comportarsi.
Mi giro verso Nick con uno sguardo interrogativo ma la sua attenzione è interamente concentrata su nostro nipote.
-Joe- sussurra con un filo di voce -mi sembra di vedere te da bambino.
-Non dire idiozie- borbotto -sei più piccolo di me, come potresti ricordarti di me da piccolo?
-E loro due chi sono?- esclama Kev additandoci.
-Loro sono i tuoi zii Joe e Nick- spiega la donnina.
-Oh!- esclama il bimbo sgranando gli occhi -Non sapevo di avere altri zii!
-Tieni, ti abbiamo portato un regalo- dice Nick estraendo un pacchetto dalla borsa da lavoro e porgendolo a nostro nipote. Mi sento un idiota per non aver pensato anch'io ad un regalo.
Il bimbo dallo sguardo furbo allunga prontamente la mano e scarta il pacco come una furia. La sorpresa gli invade il volto mentre estrae una piccola chitarra dalla scatola.
-Questa è una chitarra!
-Sai come si suona?- chiedo divertito dal suo sguardo estasiato.
-No. Mi insegni tu, Sarah?- chiede il bambino girandosi verso la domestica.
-Ma signorino Kevin, i tuoi zii suonano la chitarra, non io!- esclama Sarah alzando di nuovo le mani al cielo.
-Mi insegnate voi?- chiede Kev con uno sguardo estasiato.
-Magari un altro giorno, nipote- dice Nick arruffando i capelli di Kev.
-Dobbiamo andare- sussurro.
-Ma voi tornate a trovarmi, vero? Io voglio vedervi di nuovo.
-Prima di quanto immagini- rispondo sorridendo.
-E mi portate un'altra chitarra?- chiede con furbizia.
-Magari quando impari a suonare quella che hai- dice Nick scoppiando a ridere.
La domestica ci accompagna all'ingresso ma prima di andarcene chiedo:-Mio fratello ha mai suonato da quando vive qui?
-Oh, no, signore. Al signor Kevin Jonas non piace molto sentire la musica se non si tratta di lavoro.
-E lascia suonare il bambino?
-Non da quando ha scoperto che gli ho regalato un tamburello. Vedete, se l'è rotto in testa più o meno sei mesi fa...
Nick ridacchia e, dopo esserci congedati esclama:-Ammettilo, Joe, quella bambino è la tua fotocopia!

La Jonas Enterprises è nata nella casa di Nick a New York, poi si è trasferita in un appartamentino al centro della Grande Mela. Nulla più di un paio di stanze, ad ogni modo.
Ora, vedere un palazzone di vetro di almeno una trentina di piani con un elicottero che parte dalla terrazza e un "Jonas Enterprises" scritto a caratteri cubitali appena sopra le finestre dell'ultimo piano mi sorprende come mai niente in vita mia.
Nick mi scorta prontamente nell'immenso atrio bianco e oro.
-Sei mai stato qui prima d'ora?- gli chiedo.
-No, affatto. Ma tutti nel campo della musica si sono recati qui almeno un paio di volte, come se fosse un pellegrinaggio. Poi non fanno altro che venire da me a decantare l'abilità di Kevin negli affari. Li detesto.
Ci avviciniamo all'immenso bancone dove compare sorridente una ragazza più o meno dell'età di Nick.
-Benvenuti alla Jonas Enterprises. Voi siete...?
-Nick e Joe Jonas. Vogliamo parlare con nostro fratello.
La ragazza ci guarda con un misto di sorpresa e terrore, poi si guarda intorno e, a voce più alta, esclama:- Mi dispiace, ma il signor Jonas non può ricevervi.
-Signorina... Amanda- sussurro leggendo il cartellino appeso alla camicetta della ragazza -la prego, ci faccia entrare.
-Non se ne parla!- esclama lei con quello tono di voce esageratamente alto.
-Lei non può cacciarci di qui- sibila Nick piuttosto arrabbiato –io ho creato la Jonas Enterprises!
-Qualcosa non va?- un omone grande quanto un armadio si avvicina a noi facendo scrocchiare le dita.
-No, Arthur, nessun problema- risponde Amanda con un sorriso tirato
-Accompagno i signori alla porta, stavano giusto per andarsene.
L'omone Arthur approva con un cenno e ci segue con lo sguardo mentre Amanda ci scorta gentilmente fuori dal palazzo e, da lì, ci fa segno di seguirci in una viuzza laterale. Giriamo attorno al palazzo finché non arriviamo ad una porticciola e lì Amanda si ferma e tende la mano con un sorriso amabile dicendo:-Piacere, il mio nome è Amanda Miller e vi aspetto da cinque anni.
La tipa, a mio parere, ha qualche disturbo della personalità o ha perso del tutto il cervello.
-Beh, adesso siamo arrivati- dice Nick riprendendosi dalla sorpresa ancora prima di me -Suppongo che sappia arrivare all'ufficio di Kevin.
-Certo, altrimenti che ci sto a fare io qui?- risponde Amanda.

ANGOLO DELL'AUTRICE
Alla fine ho deciso di completare la storia, perchè odio averla lasciata a metà. Non so se è rimasto qualcuuno che la legge, nel fandom, e non so quando aggiornerò e se mettero dei commenti finali agli altri capitoli.
Però risponderò alle recensioni, se ci saranno.
Ho preferito non rileggere il capitolo, perchè ho scritto la storia l'estate scorsa e potrei aver modificato leggermente il mio stile, per cui ho voluto lasciare le cose così come le ho scritte.
Capitemi, questa è la mia prima FF in assoluto, è un po' la mia "bambina".
I dunno what else,

Ella.

 
  
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