Be, non lo siamo per caso?
Quando vedo che se ne andato, esco dalla mia gabbia grazie a un trucco che ho imparato tempo fa. Ma non scappo. Dove protrei scappare? Da nessuna parte. Vado invece, nel centro del circo. Lì li vedo. Rin e Len, l’uomo a due teste. Kaito, l’uomo con il cervello da cane. Haku e Neru, le donne più alte del mondo. E io sono Miku, la donna cavallo. Erano tutti lì, che giocavano. Perché, anche se nessuno ci voleva al mondo, ci bastava ciò che avevamo. Ovvero noi. Ogni notte ci ritrovavamo e cercavano di ridere, di sorridere almeno. Ma il dolore era tanto, che ci bastavana anche abbraciarsi a vicenda. Kaito ci leccava, eravamo le uniche persone che non cercava di mangiare.
Noi eravamo una famiglia.
Una strana famiglia.
Ma eravamo uniti e questo era la cosa importante.
Avevamo solo noi.
Ma sapevo che non mi avrebbero mai abbandonato.
ANGOLO AUTRICE
Questa storia mi è venuta in mente mentre pensavo a una delle mie canzoni preferite: Dark Wood Circus. I bambini dovevano essere molto uniti in quel posto orribile. Ecco eprché ho ideato questa fiction.
Sayōnara,
Yulin