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Autore: Anna Wanderer Love    16/03/2014    7 recensioni
Davanti ai miei occhi non c’è più il sacco da boxe. Immagino di colpirlo.
Colpirlo come ho fatto quella volta, quando avevo sedici anni.
Un ringhio mi sfugge dalle labbra mentre aumento la velocità dei colpi finché i muscoli delle braccia non cominciano a bruciare, e dopo poco tempo sento un rumore strano, come di qualcosa che cede. Mi fermo all’istante, ansante, e sbatto le palpebre, cancellando dalla mente l’immagine di lui con il volto ricoperto di sangue.
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-No, aspetta. Senti... va bene. Non... non ne vuoi parlare. Ma... io sono qui, d’accordo? Tu ci sei sempre stato per me, e ora voglio esserci io. Promettimi che quando ne avrai bisogno verrai da me e mi racconterai cosa ti sta succedendo. Promettimelo, Ward.
(SkyeWard, accenni FitzSimmons)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Skye, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm Trying To Protect You'
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I’m Trying To Protect You


Ward:

Con una smorfia mi tolgo il maglione e lo butto sul letto, passandomi una mano tra i capelli. Mi strofino gli occhi, sedendomi sulle coperte morbide, e appoggio i gomiti sulle gambe, chinando la testa. Fisso la moquette chiara.
Ho un problema. E non so come risolverlo. Sospiro e mi alzo, sentendo una crescente voglia di fare a pugni. Esco di nuovo dalla cuccetta del Bus, dirigendomi verso il retro dell’aereo. Spero che Coulson ottenga una nuova missione, e presto, prima che impazzisca dalla noia.
Fitz e Simmons sono nel salotto e parlano e ridono, sereni. La nostra ultima missione è stata tre giorni fa e si è conclusa senza problemi. Be’, a parte il fatto che siamo quasi saltati in aria tutti quanti.
Appena entro nella stanza si zittiscono e si voltano a guardarmi. Rallento, mentre Simmons mi sorride con la sua solita dolcezza.
-Ehi, ti va di... giocare a carte?- Azzarda, fissandomi fiduciosa.
Nego con la testa.
-No, grazie.
Detto questo continuo a camminare, scendendo le scale.
Non incrocio nessun altro. May sarà nella cabina dei piloti, come al solito, e Coulson rinchiuso nel suo studio pieno di anticaglie. Come tutte le sere.
Solo, non ho idea di dove possa essersi cacciata Skye. Con lei è sempre una sorpresa. Riesce a trovarsi nei posti meno opportuni al momento sbagliato. Una volta mentre mi facevo la doccia è entrata nel bagno. Non  si è nemmeno accorta che c’ero finché mi ha visto dallo specchio che la guardavo male. Ha urlato e si è precipitata fuori, per poi non parlarmi per due giorni di fila. Quando le ho detto che non c’era bisogno di tenere il broncio mi ha detto che era colpa mia, che potevo anche chiudere la porta a chiave, grazie tante.
Scuoto la testa e finalmente arrivo nella zona posteriore del Bus.
Velocemente appendo il sacco al soffitto e  lo fisso al pavimento. Mi fascio con cura le mani, sebbene sia impaziente di iniziare ad allenarmi.
Poi mi posiziono e sferro pugni al sacco, velocemente e con forza.
In pochi minuti mi ritrovo sudato e col respiro corto, ma non mi fermo. Davanti ai miei occhi non c’è più il sacco da boxe. Immagino di colpirlo.
Colpirlo come ho fatto quella volta, quando avevo sedici anni.
Un ringhio mi sfugge dalle labbra mentre aumento la velocità dei colpi finché i muscoli delle braccia non cominciano a bruciare, e  dopo poco tempo sento un rumore strano, come di qualcosa che cede. Mi fermo all’istante, ansante, e sbatto le palpebre, cancellando dalla mente l’immagine di lui con il volto ricoperto di sangue.
E vedo davanti a me Skye che mi fissa letteralmente a bocca aperta.
Raddrizzo la schiena, respirando a fondo per calmare il battito del mio cuore. Skye mi osserva in silenzio, e io non abbasso lo sguardo. Continuo a fissarla nei suoi occhi scuri finché è lei a cedere.
-Ward... hai bisogno di... parlare con qualcuno?- Chiede a bassa voce.
Sento la preoccupazione trapelare dalla sua voce. Mi passo un braccio sulla fronte, scuotendo la testa.
No, non posso. Non devo. Non posso dirle cos’ho fatto.
-No- dico freddamente, girandomi. Faccio per tornare indietro, tutto pur di sfuggire al suo sguardo penetrante e preoccupato, ma mi sento afferrare per il braccio.
Freno la reazione istintiva di difesa e mi volto verso di lei, trovandola a pochi centimetri da me. Ha la testa alzata per guardarmi in faccia. In effetti è davvero bassa.
Mi prendo qualche secondo per studiarla.
Il suo volto dai lineamenti dolci è serio.
I suoi lunghi capelli castani sono raccolti in una coda di cavallo, da cui sfuggono un paio di ciuffi che le incorniciano il volto. I suoi occhi marroni, color castagna, sono puntati nei miei.
La sua presa sul mio braccio è salda. Vuole davvero aiutarmi? Be’, tanto non può.
-Ward. Davvero. So che sei teso per questa cosa della Rona... Rova...
-Romanoff. Natasha Romanoff- la correggo. Le avrò ripetuto il suo nome una ventina di volte, ma continua a sbagliarlo. I suoi occhi lasciano trapelare per un’attimo l’irritazione, poi torna seria.
-Sì, lei. Però mi sembra eccessivo agitarsi così solo perché un’agente è in difficoltà. Perciò, davvero... se vuoi parlarne...
-Grazie, Skye- la interrompo, desideroso di smettere di sentire il suo corpo così vicino. Decisamente non ci sono abituato. Non riesco a rilassarmi con lei nei paraggi. -Però non ho bisogno di nulla.
Con delicatezza sottraggo il mio braccio dalla sua presa e mi volto, dirigendomi verso l’interno del Bus.
-Come vuoi, Mr. Non-ho-bisogno-di-nulla- borbotta lei, facendomi scappare un sospiro esasperato.
 

Un paio di ore più tardi sono seduto su uno dei divanetti in pelle bianca del soggiorno quando Skye torna ad attaccare. Sento da subito dei passi leggeri salire su per le scale, e con un sospiro abbandono il libro che sto leggendo -che stavo leggendo- immerso nel silenzio.
La vedo spuntare dalle scale a chiocciola con lo sguardo puntato verso di me, e si immobilizza per qualche secondo quando vede che io la sto già fissando.
Poi sbuffa e si avvicina. Ha le braccia occupate con due lattine di birra, un libro e il suo inseparabile cellulare. Inarco un sopracciglio e lei mi sorride, sedendosi sul divanetto di fronte al mio.
-Ciao. Non guardarmi così, Ward, ti prego. Non ci sono alieni o, che so, terroristi che ci attaccheranno da un secondo all’altro. Una birra non fa mai male, soprattutto nel tuo stato- mi porge una delle lattine e mi allungo svogliatamente a prenderla. Le nostre dita si sfiorano e sento una scossa elettrica percorrermi il braccio. Ritiro rapidamente la mano, sotto al suo sguardo interrogativo. Cerco di sviare il discorso.
-Cosa... perché quel libro? E comunque non sono in nessuno stato.
Skye lo afferra e apre la prima pagina, cercando un segnalibro sperduto tra le pagine, molto probabilmente.
-So che non riuscirò a farti parlare, perciò ho pensato di farti compagnia così. E sì, sei depresso. Non fare quella faccia, pensa che potrei andare su internet e leggerti noiosissimi articoli sulla depressione. Se vuoi evitarlo...- e si porta un dito alle labbra, fissandomi con un lieve sorriso.
Stringo le labbra, ma sospetto che stia dicendo seriamente che potrebbe rifilarmi uno di quei articoli che a leggere la prima riga ti viene sonno. Perciò sto zitto e mi limito ad aprire la lattina di birra, bevendone un piccolo sorso. Il liquido ambrato mi scorre giù per la gola, ghiacciato, e mi sembra di ricevere un pugno in uno stomaco, ma è piacevole. Riabbasso lo sguardo sul libro e riprendo a leggere senza dire una parola.
Anche Skye riesce a trovare il segnalibro -un allegro orsetto rosa di carta con gli occhi azzurri- e si mette a leggere.
La stanza ripiomba nel silenzio, interrotto solo dal fruscio delle pagine o del rumore della birra scossa nelle lattine. Ogni tanto alzo gli occhi dal libro e bevendo a piccoli sorsi osservo di sottecchi la mia allieva. Si è stravaccata sul divanetto, sdraiandosi con un cuscino dietro alle spalle. I lunghi capelli castani ricadono oltre il bracciolo color panna e il profilo grazioso del suo viso è illuminato dalle luci basse.
Pensa che non me ne accorga, ma vedo che ogni tanto distoglie lo sguardo dalle pagine del libro e mi osserva con la coda dell’occhio.
Poi, dopo qualche minuto, lei parla.
-Ti piace il minestrone?
Alzo lo sguardo, perplesso, sbattendo le palpebre, per trovare Skye che mi guarda incuriosita.
-Il minestrone?- Ripeto, confuso.
-Sì- si stringe nelle spalle e continua a fissarmi con le sue dolci iridi marroni.
-Non capisco il senso di questa domanda.
Skye sbuffa sonoramente, tornando a mettersi seduta, e abbandona il libro accanto alle sue gambe, stringendo la lattina tra le mani.
-Ward, non tutto deve per forza avere un senso, sai? Era solo una semplice curiosità.
La fisso, poco convinto, e un certo punto lei scoppia a ridere, stupendomi ancora di più.
-Eddai, agente super speciale! Cosa credi che possa architettare sapendo che ti piace il minestrone?
Mi stringo nelle spalle.
-Potresti avvelenarmi- suggerisco, e lei mi guarda seccata.
-Stai scherzando, vero?
Alzo un sopracciglio e lei alza gli occhi al cielo.
-Sei più asociale del solito, oggi, lo sai?- Poi diventa più seria, e si alza. La guardo in silenzio, mentre viene a sedersi accanto a me. Mi irrigidisco quando allunga la mano verso le mie gambe, ma afferra il libro e lo porta sul suo grembo.
-Uhm. Non è noioso?- Chiede perplessa, porgendomi di nuovo il libro. Scrollo le spalle e lo prendo, ma Skye si lascia scivolare il romanzo dalle mani per appoggiare le dita sul mio polso. Fisso le sue mani per poi alzare lo sguardo e guardarla negli occhi, che scintillano di dolcezza.
-Non puoi tenerti dentro tutto per troppo tempo, Ward. Nemmeno tu puoi riuscirci. Alla fine ci sarà una brutta giornata e scoppierai.
-Mi stai chiedendo di raccontarti quello che sta succedendo, Skye? Non voglio coinvolgerti. Non posso- mormoro piano, sentendo una morsa di malinconia avvolgermi.
-Ma in cosa, Ward?- Faccio per alzarmi, ma le sue dita si serrano scivolando sul mio avambraccio.
-No, aspetta. Senti... va bene. Non... non ne vuoi parlare. Ma... io sono qui, d’accordo? Tu ci sei sempre stato per me, e ora voglio esserci io. Promettimi che quando ne avrai bisogno verrai da me e mi racconterai cosa ti sta succedendo. Promettimelo, Ward- insiste Skye, guardandomi preoccupata.
Mi mordo l’interno della guancia. Ci fissiamo negli occhi per vari secondi, poi non riesco più a reggere e desisto.
-Va bene- mormoro, e sento sciogliersi un po’ la preoccupazione che mi attanaglia lo stomaco. Le dita di Skye mi accarezzano, scorrendo lievemente lungo il mio avambraccio, facendomi venire la pelle d’oca.
Dopo qualche secondo, in cui la necessità di avvicinarmi ancora di più a lei aumenta, mi alzo di scatto e cammino velocemente verso le scale. Dal silenzio secco capisco che ci è rimasta male, ma... non posso farci niente. Non devo avvicinarmi a lei. Non posso iniziare a provare questi sentimenti.
Scendo di un gradino, aggrappandomi alla ringhiera di metallo nero, ed esito.
Volto lievemente la testa nella sua direzione, ma continuando a darle la schiena e a non guardarla.-Grazie per la birra- dico asciutto, prima di scendere senza più fermarmi e bere un grande sorso della bevanda. Per la prima volta da anni, sento la necessita di ubriacarmi per dimenticare.

 

Per tutta la notte non riesco a chiudere occhio. Resto sdraiato supino tra le lenzuola morbide, acoltando i respiri ovattati dei miei compagni soffiare nel buio. I miei occhi vagano sul soffitto, mentre penso e ripenso a cos’è giusto da fare.
Solo verso le tre di notte riesco a decidere. Mi alzo senza fare rumore, e rabbrividisco quando l’aria gelida mi colpisce la pelle nuda, fuori dal calore delle lenzuola.
Afferro il cellulare e invio un breve messaggio a mio fratello.

Leyden, North Hill, 23 Jackson Road.

Poi mi stendo di nuovo, col cuore che batte a mille, rimpiangendo amaramente quello che ho scritto. Dopo una decina di minuti mi arriva un messaggio.

Grazie, fratellone.

Chiudo gli occhi e mi mordo a sangue le labbra.
Non riesco più a dormire per il resto della notte.

 
 ⇔
 
Angolino dell'autrice:
Ehm... zaalve ^^
Non so. Non ne sono convinta.
E' un esperimento, comunque, ditemi voi che ne pensate... secondo me è uno schifo totale. :3
Ciemmequ, spiego un paio di cosette ^^
Allora. Che problema c'è con la super agente superspeciale Natasha Romanoff, altresì detta Vedova Nera? BO XD Ahah vi tocca aspettare per sapere :P
Cosa nasconde Ward? Cosa c'entra il fratell(in)o? Perché è così tormentato, il nostro Mr Machine? 
Aspettateeeeee ;P Per i quattro gatti che decideranno per loro sfortuna di leggere:
Gli aggiornamenti non saranno mai regolari, conoscendomi, ma è molto probabile che nel primo periodo, per i primi capitoli, aggiornerò più in fretta :)
Bene, ora mi defilo!
Un bacio!
Anna
P.S: Mi scuso se sono uscita dai caratteri dei personaggi (soprattutto Skye... è estremamente complicata), ma è davvero difficile...
P.P.S: Vi piace l'immagine? L'ho fatta io... ne ho pronte un altro paio per i prossimi due capitoli :D

 
   
 
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