Fanfic su attori > Josh Hutcherson
Segui la storia  |       
Autore: lallab    16/03/2014    1 recensioni
Nicole Anderson e Josh Hutcherson, lei modella, lui attore di fama internazionale, dalla storia "Mi ero sempre data la colpa della loro morte fino a quando avevo capito che ora era la mia vita a dover andare avanti, mi ero rimboccata le maniche e avevo iniziato a lavorare e studiare insieme, vivevo, sorridevo, avevo contatti con le persone, andavo avanti e quando le ombre si riavvicinavano, uscivo, anche da sola, con un libro, andavo in un parco, su un terrazzo ovunque ma non restavo a casa mia, che mi opprimeva troppo. Fino a quando era arrivato Josh e la mia opportunità, quella per la quale ora un ragazzo stringeva il mio polso"
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Okay questo capitolo è molto lungo, c'è il servizio per Sherri Hill, lo volevo mettere
in capitolo a sè, ma veniva troppo corto...e perciò... niente, oggi il mio pc fa i
capricci, infatti mi sono innervosita parecchio...ma bando alle ciancie(?) ci vediamo sotto!!

Nicole POV
-non dovevi farlo!- urlo imbufalita contro Josh, che alza le mani
–che cosa dovevo fare vederti piangere ancora?- incrocio le braccia
–certo che no! Volevo cambiare numero!- vado verso le scale a passo di marcia, si gira
–dove vai? Nic?- mi ferma per un braccio
–vado da lui, devo chiarire che tra di noi è tutto finito- mormoro guardando in basso.
Riscendo le scale e prendo le chiavi della moto di Josh
–ehi, prendo la moto per fare prima ok?- gli grido dalla porta
–quale delle due?- chiede
–Minou- rispondo uscendo.
Minou è la moto bianca, nuova di Josh, il nome ovviamente gliel’ho dato io, ho dato un nome
anche alle altre e a lui va bene, quindi ormai hanno il loro nomi .
Mi metto il casco e volo verso santa Monica, appena arrivo sotto casa di Thomas spengo
la moto e butto il casco sul prato, suono tre volte alla porta e mi viene ad aprire Susan,
la madre di Tom, appena mi vede, le muore il sorriso sulle labbra
–oh ciao, Nicole se cerchi Tom…- non la faccio finire entro in casa e dai piedi delle scale grido
–Thomas! Scendi! Ora! – dopo pochi secondi dei passi strascicati
–oooh shorts, canottiera e stivali, che sexy!!- io lo guardo invelenita
–come osi ancora chiamarmi! Non sei nemmeno un briciolo di uomo,
mi chiami eh? Perché non tisporchi mai le mani e vieni da me? Sono
incinta Thomas, incinta! Da due mesi incinta di te!-
scoppio a piangere, lui rimane fermo sulle scale
–c..come incinta? Come può essere successo? Perché?- lo guardo
–come? Non ti devo spiegare la storia dell’ape e del fiore vero? E poi perché!
Perché, non esistono i perché, io il mio bambino lo terrò anche se dovessi patire
le peggio umiliazioni daparte tua,MIO figlio vivrà, io lo manterrò, io e Josh lo
cresceremo nelle migliori condizioni economiche,non ho bisogno nemmeno del
riconoscimento di paternità, non ho bisogno di te–
gli butto in faccia le fotocopie delle analisi che ho fatto, ed esco scostando
bruscamente Susan,davanti alla porta.

Il mio stomaco sembra volare, ora che ho tolto il grosso peso che ci gravava sopra,
inizioa piangere,ma mi fermo subito, non merita le mie lacrime, né lui e nemmeno sua
madre, che ha fatto di tuttoperché lui rompesse con me, torno verso casa di Josh,
cercando un modoadatto per chiedergli scusa dopo la sfuriata di prima, mi scervello fino
al garage e poi l’illuminazione!
Sorrido mentre apro la porta, lui è lì che mi aspetta andando avanti e indietro nel ingresso,
appenami vede esclama
–Nicole! Oh meno male!- lo abbraccio confusa
–che succede?- chiedo disorientata
–no, niente pensavo ti avesse convinta a rimanere lì -ammette  abbassando la testa , io sorrido e
poso le chiavi sul mobile
–non ti preoccupare non ce la farà con così poco- dico mentre esco in giardino.
Il sole sta tramontando, cala la notte nella valle del sole, notte
asciutta, pulita e piena di stelle,notte che porta con sé i ricordi di un altro giorno
vissuto, chiudo gli occhi e ascolto lo sciacquiodella piscina, fino a farmi cullare,
apro gli occhi e Josh è vicino a me, sta leggendo, per quantogli permette il lampione
dietro di lui, strizza gli occhi e io rido mentre tossico una parola che odia
*occhiali* mi fissa
–non ne ho bisogno!- sibila alzandosi e venendo verso di me, mette le braccia
sui braccioli della mia sedia, bloccandomi la fuga , lo guardo
–sì, invece! Sembri mio nonno che prova a leggere- rido, lui si trattiene
–è buio!- si giustifica
–tu che scusa hai per strizzare gli occhi?- lo  fisso e scoppio a ridere
–mi metti paura!- sorride, mi prende la base della schiena e le gambe e mi
butta in piscina, io urlocome una matta
–stronzo!!! È piena di cloro! I capelli domani me li sistemi tu!- cerco di uscire,
ma mi si sfila lo stivale,lo prendo, prima che vada giù e riemergo ad occhi chiusi.
Nuoto verso il bordo e mi ci appoggio,mi tiro su e Josh mi raggiunge,
ridendo ancora, gli tiro i pantaloni e l’ i-phone vola dalla tasca dei
jeans stretti dritto in piscina
–oh merda!- esclamo tuffandomi ,seguita da Josh (lui ama il suo i- phone) . 
Vado verso il fondo e apro gli occhi: lo vedo,  mi avvicino e lo prendo, riemergo,
mi viene dietro
–scusa- mormoro  avvicinandomi a lui, lui sorride debolmente
–non fa niente- lo abbraccio e gli ficco la testa sott’acqua
–non è vero! Era la tua vita quel coso! Ti prego perdonami!- gli dico mettendomi
seduta sullasua testa,lui riemerge con me sulle spalle,
-pfff coff! Ma davvero! Non è nulla!Coff! – si asciuga il viso con la mano e io scendo,
lo abbraccio
– dai, usciamo- dice dopo un po’, io sorrido
–ok – mi aiuta a salire.
Nella settimana seguente mazzi di rose e peonie arrivano da parte di Thomas, sinceramente,
non so come abbia fatto a scoprire l’indirizzo di Josh, visto che non c’è mai stato,
ma non mi importa.
Io butto tutto, Josh tace e Dolores s’infuria con Thomas che giudica un “dilinquente”.
Arriva il giorno fatidico del servizio per sherri hill, mi alzo alle 7:00, mi vesto in fretta e vado
in camera di Josh
–ehi! Josh! Principe! Io vado- gli sussurro all’orecchio
–no!Nic! non andartene con lui! Resta con me!- lo guardo confusa
–ehi Josh! Ma stai dormendo? Sveglia!- gli do un bacio sul naso e lui apre gli occhi
–io vado al lavoro- ripeto sorridendo
–aah ok- sbadiglia e crolla di nuovo. Mi guardo intorno e vedo un copione ai piedi
del letto, lo prendo,insieme all’evidenziatore e li poggio sulla libreria.
Scendo le scale di corsa e esco di casa, inciampo
subito in qualcosa, mi aggrappo alla colonna: rose rosse = Tom, le prendo e vado
verso il bidone per buttarle, vado verso la mia macchina e esco in strada stizzita.

Controllo l’indirizzo dieci volte prima di entrare: mi trovo nelle vicinanze di Hollywood
boulevard ,la sede “Sherri Hill” di Los Angeles è interamente di vetro, uno spettacolare grattacielo.
Entro titubante e resto impietrita, mi massacro le mani, mentre procedo nel mio vestitino
rosa e beige, che si confonde con le tinte color salmone e oro della hall gigante, un viavai
di persone che trascinano appendiabiti dorati  e sussurrano tra di loro creando un ipnotico
ronzio, una donna mi viene incontro
–Nicole Anderson?- chiede sorridendo 
-s..sì- balbetto,mi porge la mano che stringo velocemente
–benvenuta! Allora il tuo servizio è..- guarda la cartelletta che ha in mano
–alle 10,00 ma dovevi essere qui due ore e mezza prima, sì! Vieni con me!- mi fa cenno di seguirla,
noto che è vestita benissimo: una gonna ad alta vita bianca, una camicetta senza maniche nera
con le rouche,  scarpe nere classiche e una coda di cavallo.
La seguo in ascensore, spinge il pulsante dell’ultimo piano e lentamente inizia a salire,
ad un certo punto la mia accompagnatrice inizia a parlare, mi giro pensando che parli con me,
ma poi noto che ha un auricolare senza fili nell’orecchio
–no! Cherson deve posare domani! Dille che hanno sbagliato a comunicarle la data! Lo so che viene
da Denver, non può restare una notte in più? E allora chiediglielo!- spinge un tasto
dell’auricolare poi borbotta
–tutte a me capitano- .
Arriviamo al piano e noto che sono solo uffici, guardo la donna e lei mi sorride, all’improvviso, 
gira in un corridoio e bussa alla prima porta  -Mr. Trumer? – chiama –avanti!- esclama una voce
maschile dall’interno, entriamo e un ometto grassottello, gay a giudicare dal cravattino a farfalla
rosa e dal profumo che più che dopobarba sembra Chanel numero 5, sbuca da sotto il vestito
di un manichino. La donna si sposta per mostrarmi e lui spalanca gli occhi
–oh santo cielo! Signorina Anderson! Complimenti! È davvero perfetta, le foto non le rendono
giustizia! Sono Jack Trumer, per te solo Jack -abbasso lo sguardo
–grazie, piacere Jack – mi sorride.
–Beh Sam grazie, portala al trucco parleremo lì- lo guardo perplessa
–pa..parlare?- chiedo
–del tuo futuro!!- esclama come se fosse ovvio, io spalanco gli occhi ed esco dalla
stanza diretta, dalle truccatrici. Dopo circa due ore di trucchi e stratrucchi mi vengono
presentati gli abiti: il primo colorchampagne con maniche ad aletta, ricamato con pietre dello
stesso colore, poste in modo simmetrico,una fascia bianca,segna il punto vita, la gonna è di tulle
glitterato e scende come un tutù, fino a metà coscia; il secondo è bianco con la scollatura dritta,
 coperto da un tulle bianco puntellato da perle,stretto in vita da una fascia alta di raso, con gonna
di tulle, foderata di bianco sotto, che termina con sangallo; l’ultimo è rosa antico chiaro, scollo a
cuore, impreziosito da cristalli e perle,sui fianchi una cintura di raso chiusa da un fiocco, gonna di
raso, sovrapposta da tulle con ricami di pizzo, decorato con strass rosa antico.
Scendiamo in strada e prendiamo una macchina
che aspetta ferma davanti all’ingresso, mi chiedo il perché di tutta questa accoglienza!
Appena la macchina si ferma scendono tutti  io li seguo e Jack mi trascina verso l’interno
delle strutture davanti al set che mi hanno allestito, entro  e noto che è vuoto Jack mi guarda:
-beh avanti cambiati!- li posa su una sedia e io inizio a cambiarmi visto che ho solo l’accappatoio
e la biancheria ci metto un secondo: esco lentamente lievemente imbarazzata
–s..salve- dico alle persone che mi indicano
–signorina Anderson!- mi rispondono, io inarco le sopracciglia
–OH SANTO CIELO!!! Ciao cara sono  Walter, il tuo fotografo!- alzo lo sguardo e “Walter”
si rivela ai miei occhi: alto, muscoloso, biondo e occhi verdi sicuramente gay,
lo fisso con la bocca semiaperta
–oh salve!- riesco a dire dopo un minuto di attonita contemplazione.
Pian piano mi spiega la scelta dello sfondo cittadino e delle pose che avrei
dovuto assumere, mi blocco mettendomi una mano tra i capelli e lui blocca il
mio polso destro dove risiede il mio tatuaggio : “carpe diem” una frase che
racchiudeva il mondo che non avevo mai visto fin quando non erano morti i
miei genitori, lavoravano sempre, avevano due lavori e di quelli strapagati,
ma non mi lasciarono niente, morirono quella sera d’agosto nella quale io ero a casa da sola,
ad aspettare loro che non sarebbero tornati mai, poi la telefonata e il mio lungo periodo di
depressione, con loro non avevo mai parlato, per questo il giorno dopo, ancora in trance,
ero andata nel primo negozio di tatuaggi per farmi stampare a vita la frase che simboleggia
il momento, la cattura del momento, non lo avevo mai colto con loro e se n’erano andati,
per sempre per colpa del mio non saper cogliere l’attimo. Mi ero sempre data la colpa della
loro morte fino a quando avevo capito che ora era la mia vita a dover andare avanti, mi ero
rimboccata le maniche e avevo iniziato a lavorare e studiare insieme, vivevo, sorridevo,
avevo contatti con le persone, andavo avanti e quando le ombre si riavvicinavano, uscivo,
anche da sola, con un libro, andavo in un parco, su un terrazzo ovunque ma non restavo a
casa mia, che mi opprimeva troppo. Fino a quando era arrivato Josh e la mia opportunità,
quella per la quale ora un ragazzo stringeva il mio polso, sorrido 
-oh il tatuaggio, non lo hanno coperto scusami è che io pensavo..- lui alza lo sguardo
–carpe diem, latino, cogli l’attimo,è bellissima questa frase sono due parole piene di significato-
sorride e mi fa iniziare.
Mi porta davanti ad una porta che da dentro un giardino,con un vaso di magnolia accanto,
alcune decoratrici mi mettono gli orecchini di pietre uguali al vestito e un anello, Walter fa
una battuta e scoppio a ridere, mi lascio andare come faccio sempre, porto una mano sul
fianco ed una sulla grata della porta –oh era perfetta- esclama Walter, sorrido e andiamo
avanti per un’altra decina di scatti. Mi cambio il vestito ed esco di nuovo, andiamo dietro l’angolo,
mi fa mettere vicino ad una pianta in vaso, abbasso lo sguardo sul vestito bianco e lo apro
sorridendo –Brava Nicole! Perfetta!- mi urla Walter, con il terzo vestito mi devono cambiare
acconciatura, mi lisciano velocemente i capelli, mentre sulla parete di prima allestiscono 
una boiserie, di legno bianco, esco fuorie mi metto vicino  poggio la mano su un fianco e
rido portando il bacino in avanti. Appena finiamo, tra gli applausi generali, torno al grattacielo,
con Jack.



 

Ciao! meraviglie!!! sono stracotta, ma ho avuto il tempo di aggiornare, questo è il capitolo
un pò centrale della storia, Nicole ha realizzato il suo sogno, finalmente è con Josh...e tutto ok.
Il capitolo lo dedico alla mia cuginetta Martina, che è nata portando un'aria di festa in famiglia
e devo dire che, una piccola pulcina che gironzola per casa mi rende felicissima!!! Vi metto
qui sotto, le foto della modella di sherri hill che è per me, la perfetta Nicole, non so se le
metto bene, ma siate clementi con una negata di internet. Quindi, vi mando un bacio e vi
auguro un buon proseguimento di serata. Bacioni 

                                                                                     XOXO Lallab                                                          

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Josh Hutcherson / Vai alla pagina dell'autore: lallab