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Autore: Firnen bjartskular    16/03/2014    2 recensioni
Un punto verde baluginó all'orizzonte.
Non poteva essere lei, non poteva essere tornata così, senza preavviso per rompere la pace e il debole equilibrio che si erano formati negli anni in cui avevano perso il contatto, eppure il suo amore per lei restava immutato, un sentimento profondo e sincero, un ardore forse anche aumentato nel corso degli anni con il desiderio di vederla
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti | Coppie: Eragon/Arya
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Breoal'
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Amore, passato e presente
Era mattina, il sole riscaldava il cielo limpido e privo di nuvole. Si trovava ancora una volta nella casa albero, che un tempo era stata di Vrael, e che ora spettava a lui in quanto capo dei cavalieri. Eragon era accovacciato sul letto, sognava. 
Una bambina lo stava abbracciando, aveva il viso dai dolci lineamenti, occhi verdi ed espressivi e lunghi capelli mossi e castani.
- Buona notte
Gli disse assonnata
- Anche a te
Rispose lui schioccandole un sonoro bacio sulla guancia.
Arya irruppe nella radura nella quale si trovano
- Su dai, é ora di andare a dormire
- sì 
Rispose la bambina, stropicciandosi gli occhi
- Buona notte piccola
Disse Arya scostandole una ciocca di capelli da davanti agli occhi
- Buona notte
Fece lei, baciando anche l'elfa.

Poi un trillo assordante, fece dissolvere la visione. Il cavaliere si alzò di scatto, con un unico balzo, coprì la distanza tra lui e Brisingr, che aveva appoggiato nell'angolo opposto della camera, sguainò la lama blu e si mise in posizione di attacco. Il rumore era cessato. Non ronzava una mosca, si guardò intorno, niente. Poi il trillo ricominciò, più forte. All'improvviso si ricordò.

*flashback*


Oromis era in piedi, le braccia conserte, il volto contratto in un'espressione severa.
- Eragon, sei in ritardo
- Ebrithil, i...io non, insomma
Disse lui con voce tremante.
L'espressione del vecchio cavaliere si addolcì
- Tieni 
Disse porgendogli un piccolo oggetto sferico.
- Basta che gli dici l'ora alla quale vorrai essere svegliato.

* fine flashback*


Eragon si avvicinò ad un tavolino di fianco al letto. L'oggetto sferico era in bella mostra, vicino ad una lanterna. Era d'oro, con dei glifi, che recitavano delle vere e proprie istruzioni per l'uso: suonerò al tempo impostato, come tu mi hai ordinato.
 Il cavaliere lo prese in mano 
- Letta 
Mormorò. Il rumore si fermò di colpo, cedendo il posto al silenzio. Silenzio, ah che bello era il silenzio, non si era mai reso conto di quanto l'assenza di suono fosse così piacevole.



* due mesi dopo

- Che dici, le piacerà? Oh, per Gûntera,  come glie lo chiedo? Non l'ho mai chiesto a nessuno! E poi le piacerà il posto??
Chiese a Saphira, agitato.
- Piccolo, stai calmo. Uno: sono sicurissima che il regalo le piacerà, due: il posto é stupendo, tre: é ovvio che non l'hai mai chiesto a nessuno.
- Hai ragione. Andrà tutto bene.
Il cavaliere fece un respiro profondo, prese un cofanetto, verde con rifiniture in argento, dallo scrittoio, se lo mise in tasca, e uscì alla ricerca  di Arya. 

La trovò nella sua stanza.
- Vieni con me
Le disse 
- Dove mi porti?
- É una sorpresa
Rispose lui vago
- Acconsenti a bendarti?
Chiese porgendole una striscia di cuoio nero. L'elfa lo guardò titubante, poi prese il tessuto e lo legò davanti agli occhi.

Usciti all'aperto, Eragon l'aiutò a salire su Saphira
- Eragon, non vorrai...
Chiese l'elfa, turbata all'idea di volare bendata
- É necessario
La interruppe lui.
 
Volarono per pochi minuti, quando atterrarono, Arya scese da sola.
Si trovavano in un'ampia radura, al centro della quale c'era un'imponente quercia.
- Puoi toglierti la benda
Disse infine Eragon con voce tremante.
Appena mise a fuoco le immagini, Arya rimase impietrita, lo sguardo fisso sull'albero. Mormorò qualcosa, che neanche il fine udito del cavaliere blu potè cogliere, poi una lacrima argentea le solcò la guancia. Fìrnen scese in picchiata, e prese il suo cavaliere tra gli artigli, la sua mente premette contro quella di Eragon.
- Che hai fatto!!
Furono le sue ultime parole, intrise di rabbia e odio, poi scomparve oltre i verdi alberi.
- Come che ho fatto? Vorrei proprio saperlo.
Chiese Eragon a Saphira
- Cucciolo, hai fatto qualcosa di estremamente grave, ma non so cosa, Fìrnen mi ha chiuso la mente.
Il cavaliere montò in sella al suo drago, - Vai a palazzo Tìaldari
Disse a Saphira, prima di chiudere la mente

Non c'era, aveva esplorato ogni angolo del palazzo, non c'era. Uscì dalla porta principale, sentiva gli sguardi di tutti addosso, si diresse verso il bosco. Sapeva che era lì, lei si rifugiava sempre tra i pini quando era triste. 
Vide Islanzdi correre verso di lui, visibilmente infuriata.
- Tu!
Disse prendendolo per il bavero e sollevandolo da terra di almeno tre pollici
- Tu non avevi il diritto di riaprire ferite profonde, tu sei un lurido verme, approfittare della sua fragilità così, mi ero sbagliata sul tuo conto Eragon. Sei come tutti gli altri, solo... Lui era diverso, eppure Galbatorix glie lo ha tolto, dopo averle tolto anche.... 
Una lacrima scese lungo la guancia dell'elfa, che lo lasciò andare.
- Io non volevo, non sò neanche che ho fatto!
Si giustificò nell'antica lingua
- Oh cielo, io non... Scusa non.. Se ci tieni a mia figlia é meglio che vada da lei, subito
Si scusò Islanzadi indicandolgli un sentiero nascosto dalla fitta boscaglia.
Eragon la ringraziò e, si addentrò nel bosco. Dopo poco, la piccola stradina si aprì in una radura. Al centro di questa c'era Arya, seduta sulla zampa destra di Fìrnen, aveva le ginocchia strette al petto, singhiozzava. Eragon si arrabbiò profondamente con se stesso, per essere stato la causa della sua tristezza. L'elfa alzò gli occhi
- Vattene!!! 
Gli urlò, tirandogli una pigna, che lo colpì in piena faccia, facendogli uscire sangue dal naso, il cavaliere rimase dov'era, anche quando Fìrnen lanciò una potente fiammata verde, che sfiorò la punta dei suoi capelli. Eragon si sedette al suo fianco
- Vattene
Sussurò lei, poco convinta
- Arya, yunod-iet...
- Non chiamarmi in quel modo!
Lo interruppe lei
- Io non volevo, non sò nemmeno cosa ti ho fatto, lo sai che ti amo, non ti avrei mai fatto una cosa del genere di proposito
Le disse nell'antica lingua
L'elfa parve sollevata, lo guardò, con i suoi penetranti occhi smeraldo
- Quella era la sua tomba
Cominciò
- Quando ero ancora piccola, avrò avuto vent'anni, conobbi un elfo, di nome Faölin. Era l'unico che non mi vedeva come una macchina da guerra, o come la viziata figlia della regina. Lui mi vedeva come Arya, e basta. Mi innamorai subito, e lo stesso valse per lui. Mi chiese anche di sposarlo, io naturalmente accettai. Tutti ormai ci avevano designato come i futuri sovrani del popolo elfico, ma un giorno, uno stramaledettissimo giorno, prima del mio matrimonio, Galbatorix mandò Durza a rubare l'uovo di Saphira, che tenevano in custodia i nani, ed io, in quanto detentrice dello yawe, dovetti partire verso Tronjheim, per riportarlo qui, nella Du Weldenvarden, dove sarebbe stato protetto. Fu proprio durante il viaggio di ritorno, ad un passo da Ellesmera, che Durza ci tese un'imboscata. Quando vidi il corpo di Faölin a terra, in un lago di sangue, crivellato dai neri dardi urgali, il mio intero essere, perse ogni emozione, trasformandomi in un gurriero di granito, al pari di Cuaroc*. Poi Durza iniziò ad inseguirmi, prima mi intrappolò in un cerchio di fuoco, poi cercò di sottrarmi l'uovo. In quel momento, feci la cosa più razionale, spedii Saphira a Carvahall, era diretta a Brom, ma la mia energia non bastò, e l'uovo comparve al margine della valle, sulla dorsale, dove poi tu lo trovasti.
Durante i giorni di prigionia, tra droghe e torture, formulai un vincolante giuramento, per il quale non mi sarei potuta mai più innamorare; ma quando mi salvasti, il mio vero nome cambiò, e quel sentimento iniziò a crescere in me. Io ero profondamente lusingata dai tuoi complimenti, e avrei voluto dire di sì alle tue dichiarazioni, ma non ebbi il coraggio. Mi accorsi troppo tardi di non poter vivere senza di te, quando ormai te ne eri andato per sempre, così ti venni a cercare a Komsos, ed eccoci qui.
Eragon imprecò
- Già
Gli rispose Arya
- Bella vita la mia, e questa era solo una parte.
Disse più a se stessa che al cavaliere.
L'ammazzatiranni le cinse la vita con un braccio, avvicinandola a sè, l'elfa si rifugiò tra le sue braccia
- Grazie 
mormorò.
Eragon parve molto stupito, se fosse stato Arya si sarebbe ucciso
- E di cosa
Disse, dando voce ai suoi pensieri
- Di esserci
Rispose semplicemente lei, abbracciandolo forte.
Da lontano Islanzadi osservava la scena, vigile.

Due settimane dopo


- Stavolta riuscirò a chiederglielo, ma come glie lo chiedo, non l'ho mai chiesto a nessuno!
Chiese Eragon alla sua dragonessa
- Chissà perchè, ma mi sembra un " dejavu " 
Rispose lei ironica
- Così non sei d'aiuto!
Esclamò il cavaliere
- Cucciolo, é solo una cena, non stai mica andando al patibolo
- Hai ragione
Le disse ancora più agitato
Il cavaliere ripassò mentalmente la lista di cose da fare: bagno, fatto, barba, fatto, cofanetto, preso, vestiti... Ecco cosa mancava, i vestiti!! 
Con addosso solo le braghe di lana si diresse verso l'armadio, scelse una tunica azzurra e degli stivali, che gli avevano portato gli elfi la sera prima. Così vestito si avviò verso l'uscita della casa albero, e montò in groppa a Saphira. In pochi minuti i due arrivarono alla rupe di tel'naeir, si diressero alla casa di Oromis e bussarono alla porta, fu la stessa Islanzadi ad aprirgli. Con loro sommo stupore, trovarono anche Murtagh e Nasuada, seduti alla destra di Arya. Eragon prese posto vicino all'elfa, dopo aver salutato il fratello, iniziò a mangiare. Neanche a metà portata si congedò con la scusa di dover prendere una boccata d'aria.

Con enorme sollievo del cavaliere, nessuno lo seguì. Appena uscito dalla casa, diede le spalle alla porta, si mise in ginocchio, si schiarì la voce ed iniziò
- Arya mi vuoi sposare?
La scartò subito, troppo scontata, riprovò con tono più autorevole, poi più cortese, poi aggiungendo appellativi come dröttning o svit-kona, ma niente da fare, erano tutte banali.  

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Che noia
Pensò Arya.
 Da quando Eragon era uscito " a prendere una boccata d'aria ", quella cena aveva perso ogni significato per lei, le piaceva la compagnia degli amici, ma voleva stare con lui. Dopo quello che era successo due settimane prima, si erano allontanati sempre di più. Temeva che non volesse più stare insieme a lei. Si fece coraggio, sarebbe uscita a cercarlo, dopo tutto era almeno mezz'ora che era fuori.
- Io esco
Disse ai presenti, che la guardarono straniti.

Appena uscì, il suo cuore prese a battere all'impazzata. Eragon era in ginocchio
- Arya, mi vuoi sposare?
Chiese rivolto ad un albero
- No, é troppo scontata
Disse il cavaliere riformulando la domanda con un diverso tono di voce.
L'elfa si avvicinò furtiva alle sue spalle. Il cavaliere aveva gli occhi chiusi.
- Immagina che ci sia Arya davanti a te
Sussurrò, per darsi coraggio
La regina degli elfi, gli si parò davanti.
- Arya, yunod-iet, mi vuoi sposare?
Disse lui, ancora con gli occhi chiusi
- Sì 
Rispose lei sorridendo
- Cosa??
Chiese aprendo gli occhi
- Sì 
Disse di nuovo lei.
Il cavaliere arrossì vistosamente
- A.. Arya tu, io, insomma... Cosa?... Sul serio!!
Esclamò confuso, realizzando solo in quel momento che Arya aveva accettato.
- P... Puoi ripetere?
Disse infine, cercando invano di non tremare dalla felicità. L'elfa lo guardò interrogativa.
- Sì
Ripeté per l'ennesima volta.
- Quante volte te lo devo dire?
Eragon non riusciva a parlare, la fissava, ammutolito.
- Eragon, sei sicuro di stare bene?
Il cavaliere sembrava non sentire, lo sguardo fisso su di lei, l'elfa avvicinò una mano al suo volto, e la scosse davanti ai suoi occhi, ancora niente
- Saphira, ma che ha?
Chiese rivolgendosi direttamente alla dragonessa
- Credo sia rimasto scioccato
- Ooo!!
Disse Arya, schioccando le dita davanti alla faccia di Eragon. 
Il cavaliere parve svegliarsi.
- Che.... Cosa... Ha detto di sì, ha detto sul serio di sì
Gridò alla sua dragonessa, sia con la voce che con la mente
- Eragon, calmati, vuoi svegliare tutta Ellesmera?
Lo sgridò Arya
Il cavaliere si grattò la nuca, imbarazzato. Si sedette sul prato, l'elfa lo imitò. Dopo lunghi minuti di silenzio, l'ammazzatiranni, le porse un cofanetto verde, rifinito in argento
- Questo avrei dovuto dartelo prima.
Arya lo aprì, al suo interno, appoggiata su un piccolo cuscinetto di velluto, c'era una stupenda collana in oro bianco. Il ciondolo era a forma di drago: aveva le ali spiegate ed uno smeraldo incastonato al posto dell'occhio. Era stato fatto con maestria, le squame ed i muscoli erano in rilievo, era curato in ogni particolare. La creatura era imponente e dava l'impressione di essere potente, ma al tempo stesso aggraziata.
- É... É magnifica, non trovo altre parole per descriverla.
Disse l'elfa, legandosi la collana al collo
- Per questa devi ringraziare Runon
Eragon prese il viso di Arya e la baciò dolcemente. Ancora non ci credeva.

Qualcuno si schiarì la voce.
I due si alzarono in piedi di scatto, per trovarsi davanti Murtagh, Islanzadi e Nasuada che li guardavano interrogativi.
- Avete finito??
A parlare era stato Murtagh
- Tesoro sii più delicato
Lo sgridò Nasuada
- Arya dove hai preso quel gioiello?
Chiese Islanzadi
Ti prego una scusa, che potrei dirle?
Pensò l'elfa
- Eem, c'e l'ho sempre avuto
Disse infine per niente convinta
- Che ci state nascondendo?
Chiese Murtagh, riducendo gli occhi a due fessure
- Oh, noi nulla, voi più tosto? Che significa " tesoro "?
Si giustificò Eragon cambiando discorso
- Mmmm, per questa volta l'hai avuta vinta fratello, ma non credere che non indagherò e...
Stava dicendo il cavaliere rosso, quando Arya lo interruppe
- Non ce ne sarà bisogno. Vi diremo tutto domani.



*Cuaroc: ibrido di metallo. Guardiano della volta delle anime.


Angolo dell'autrice
Oddio, mi sono un sacco emozionata scrivendo questo capitolo!!!!
In quanto accanita sostenitrice della coppia - mi sa che non si era capito - é quello che ho sempre sognato. Purtroppo, Paolini, non ha scritto niente del genere ( lacrimuccia ), perciò lo faccio io! Meglio non risollevare la questione del bacio mancato, perchè se fosse per me, io andrei nel montana a piedi e gli stamperei un bel cinquedita sulla faccia, ma non tutto si può fare. Comunque, mi aspetto un sacco di recensioni!!
Se onr sveddar stija hvass
  
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