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Autore: Pleurite98    16/03/2014    4 recensioni
Otto ragazzi, sconosciuti tra loro, si svegliano improvvisamente in una camera cubica, su ogni facciata c' è una porta. Sei porte in tutto.
Non c' è un ricordo che possa portarli alla verità, del perché si trovino rinchiusi lì, isolati dal mondo.
Uno spazio angusto che priverebbe di lucidità chiunque, ma non loro.
La cosa più naturale, viene spontanea, aprire una delle sei porte, per scoprire quale camera sconosciuta si celi dietro.
Ma non c' è nulla di più agghiacciante che ritrovarsi sempre nello stesso posto, nulla di più incredibile e impensabile. Qualcosa che può portare alla pura pazzia, vedere sempre lo stesso scenario, sempre lo stesso cubo, sempre lo stesso colore, sempre le stesse persone. Solo una cosa può cambiare, la realtà, quella in cui sono sempre vissuti. Cosa c' è di stabile, ora? Nulla.
Un semplice cubo che racchiude otto vite, diverse tra loro, instabili oramai.
Le domande sorgono da sole, come i dubbi. Su chi ci si può fidare, sono solo otto, potrebbe essere uno contro sette, o sette contro uno. Potrebbero essere tutte vittime innocenti.
Un cubo, sei porte, quante stanze? Quante vite?
A che gioco hanno preso parte?
Genere: Horror, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Izzy, Noah, Scott, Zoey
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale
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Capitolo 2

 

Izzy urtò il barattolo d'inchiostro rovesciandolo.
Il liquido nero impregnò la tavola da disegno.
Merda, doveva ricominciare da capo.

Courtney squadrò i suoi compagni dalla testa ai piedi, nella speranza di ricordare chi fossero, nel caso li avesse ami conosciuti.
Sentiva che i loro volti le erano familiari, di avere la risposta sulla punta della lingua, eppure nulla le riaffiorava nella mente.
-Se volete un mio parere- disse Scott – voi due state insieme.-
Stava indicando il punk e la gotica.
-Andiamo, è praticamente ovvio.-
Duncan aggrottò le sopracciglia.
-Non fare il deficiente.-
Nascondeva un evidente imbarazzo.
L'aveva notata subito, la ragazza, e non poteva negare di aver fatto lo stesso pensiero del rosso.
-Se avete finito di fare il gioco delle coppie, potremmo passare anche ad altro.- li interruppe Noah con un tono tra lo sprezzante ed il sarcastico.
I due si ammutolirono.
Il silenzio regnò nella stanza per qualche secondo.
-Quindi?- chiese Gwen -Che si fa?-
-Direi che la cosa più logica sarebbe cercare un'uscita, no?- Mike aveva parlato -Io e Zoey ci abbiamo provato un po', come abbiamo detto a Courtney,ma le stanze sembrano essere tutte uguali.-
-E infinite- sussurrò la rossa.
Duncan si alzò in piedi. -Perfetto, andiamo.-
Scott lo guardò perplesso. -Non mi sembra un'idea geniale, potrebbero essere pericoloso.-
-Cosa potrebbe esserci di pericoloso in delle stanze cubiche identiche?- controbatté.
-Mai dire mai.-
-Se tu vuoi startene con il culo per terra fai pure, io non aspetterò di morire di fame in questo cazzo di posto.- detto questo si avviò verso la parete alle sue spalle, cominciò a salire i gradini, poi si voltò -Non viene nessuno?-
Gwen guardò gli altri titubante. -Vengo io.-
Courtney, che fino a quel momento era rimasta in silenzio, a frugare nel suo cervello decise che sarebbe stato opportuno seguirli. Perché solo l'universo è infinito, quel luogo non poteva esserlo, non sulla terra.
I tre entrarono uno dopo l'altro nel settore adiacente.
-Scusatemi, io sono stanca, ho camminato fino ad adesso, credo che rimarrò qui per un po'.-
bisbigliò Zoey.
Mike, che era già pronto ad andare, la guardò fissa negli occhi.
-Ti faccio compagnia.-
Courtney annuì e lasciò che la botola si richiudesse da sola.
Izzy balzò in piedi. -Aspettatemi,vengo anche io!-
L'indiano corrucciò la fronte. -Ti seguo.-
Contorse ancora le labbra, titubante.
I due andarono verso la botola da cui erano usciti gli altri solo pochi secondi prima.
Izzy appoggiò la mano su freddo metallo nero.
I piccoli quattro quadrati si ritirarono dandole visione della stanza retrostante.
Vuota. Completamente vuota.
Era davvero possibile che i tre l'avessero già attraversata?
-N-non ci sono..- balbettò la ragazza.
-Come non ci sono?- le chiese l'altro.
-Non ci sono!-
-Assurdo, sono stati così veloci?-
-Non può essere.-
La mano di Zoey cominciò a tremare. Non poteva rimanere ancora in quel posto, stava impazzendo. Mike le prese la mano per rassicurarla. La guardò con dolcezza.
Scott s'incupì.
Noah ed Izzy oltrepassarono il varco e salutarono i rimanenti.

Un senso di inevitabile aleggiava nell'aria, come se fossero stati predestinati a morire. Quella prigione poteva essere la loro tomba.

Courtney, Duncan e Gwen stavano zitti. Nessuno osava aprire bocca.
Si ostinavano ancora tutti a cercare delle risposte fra sé e sé, senza confrontarsi, quasi temendo un possibile collegamento tra di loro al posto di accoglierlo come indizio verso una fuga.

-Duncan.- la guardia lo stava guardando. -Alzati, ti stanno aspettando.- Infilò la chiave nella serratura facendola scattare, poi aprì la porta cigolando.Il punk, che se ne stava seduto sulla piccola e lurida branda, eseguì l'ordine.-Chi?- chiese.

Il ragazzo rinvenne. Era stato in prigione? Ricordava delle piccole risse. Ma davvero aveva commesso qualcosa di perseguibile legalmente?
Gwen gli si avvicinò lentamente. Superavano i blocchi velocemente, uno dopo l'altro. Courtney provava un senso di nausea crescente alla visione di quei muri sempre dannatamente identici. Ormai dovevano stare camminando da almeno venti minuti. Erano andati sempre dritti e potevano affermare tranquillamente di aver aperto almeno una decina o più di botole. Eppure era come se ogni volta si ritrovassero sempre al punto di partenza. Non erano neanche più sicuri di saper tornare indietro nonostante il monotono tragitto che avevano compiuto.
Duncan si arrampicò nuovamente sulle scalette di metallo. Aprì nuovamente la botola. Era pronto ad entrare nuovamente nella stanza, quasi meccanicamente, poi si bloccò.-Duncan?- Gwen lo stava guardando, chiedendosi come mai si fosse fermato.
Il punk saltò giù dalle scalette, pallido in volto, si portò una mano allo stomaco e vomitò sul pavimento. L'odore acido del rigetto penetrò nelle narici di Courtney.
La gotica rimase pietrificata per qualche istante poi si precipitò a reggere il ragazzo mentre rigurgitava.
Il cervello della mora si svuotò completamente. Gli occhi le divennero vacui. Sentì i suoi passi leggeri muoversi verso l'apertura ancora spalancata. Le sue gambe marciavano da sole. Ancora quell'amaro senso di predisposizione al rimanere lì fino alla fine dei giorni. La sua mano afferrò un tubicino di metallo, poi un altro. Il piede destro salì sul primo, quello sinistro sul secondo. Si affacciò sull'uscio. Le sue pupille si girarono dietro le palpebre. Tra i gemiti di Duncan e le domande di Gwen, Courtney cadde svenuta sul pavimento.

-E' una pazzia Courtney, lo sai che sono tutte ipotesi.- la ragazza continuò a fissare i suoi appunti. -Hey, guardami, Court guardami.-

Noah guardò Izzy in volto. Sembrava una pazza. Poteva davvero essere sicuro che fosse realmente una designer? Magari prima di rinchiuderla lì con loro le avevano contraffatto i documenti.
-Strano, vero? Tutto questo, intendo.- la ragazza stava ancora parlando. Era l'ennesima volta che apriva bocca tanto per farle prendere aria.
-Già.- rispose scocciato.
-Tu ricordi qualcosa sul tuo lavoro?-
-No-
-Neanche io.-
-Bene.- il ragazzo si stava decisamente alterando.
-A parte una piccola cosa.-
Noah alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-Sì? Cosa?-
-Una tavola da disegno. Stavo progettando qualcosa, ma poi ci rovesciavo sopra dell'inchiostro.-
-Affascinante.-cercò di concludere sarcasticamente Noah.

Izzy non fece in tempo a fiatare nuovamente che il rumore del meccanismo d'apertura della botola alle sue spalle la interruppe.
-Izzy?- Courtney sussurrò perplessa.
-Oh Dio, Izzy!- la ragazza continuava a fissarla dal buco.
-Come, Izzy?- doveva essere la voce di Gwen.
La mora scese velocemente le scale e corse incontro alla ragazza.
-Ma allora stai bene!- esclamò.
La gotica la seguì a sua volta nella stanza.
-Certo che sto bene!- sbottò
-N-Noi eravamo certe di averti vista... Questo posto è una fottuta trappola mortale, abbiamo trovato un corpo sciolto in una stanza ed in un'altra eravamo convinte ci fosse il tuo cadavere!-
-I-Il mio cadavere?-
-Andiamo ragazze, non è divertente.- Noah era intervenuto, gli sguardi si concentrarono su di lui.
-Dov'è Duncan?- aggiunse ancora.
-Duncan?- gli occhi di Gwen si riempirono di lacrime.
-Che cosa sta succedendo qui?- chiese ancora Izzy.
-E' assurdo. Assurdo.- la gotica stava bisbigliando tra sé.
-Cosa sta succedendo?- gridò l'indiano.
Le due si ammutolirono.
-Sentite, non dovete fidarvi di nessuno, okay? Nel caso tornassimo non fidatevi nemmeno di noi. Rimanete insieme. Sempre. E state attenti!-  Courtney aveva preso la parola per prima.
-Dobbiamo andare! Ci vediamo fuori da qui!-


E così le due ragazze uscirono dal settore lasciando Noah ed Izzy stupefatti ed allibiti, immersi in interrogativi ancora più profondi e terrificati.

  
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